“Non prevedevo l’elezione del cardinale Ratzinger ma sono contento che sia papa”: è l’attacco di un articolo con il quale, nel maggio del 2005, presentavo il nuovo Papa ai lettori del Regno. Fu pubblicato dal Regno 10/2005 alle pagine 359s con il titolo Nella fatica di credere. Un papa che prega e lotta contro il «nascondimento di Dio». Lo ripropongo per intero nei commenti.
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Ora che Benedetto ha chiuso la sua operosa giornata, possiamo azzardare l’idea che il rapporto tra i due Papi, che era inedito e rischioso, sia stato sostanzialmente buono. Ma non potremo certo negare che siano mancate forzature, screzi e risentimenti tra le due scuderie: è l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corsera online che riporto per intero nei commenti.
Sto scrivendo per il Corsera cartaceo – e dunque per dopodomani, perché domani i giornali non escono – un articolo sui due Papi. Intanto inserisco Benedetto tra i miei defunti: Dei nostri morti ricordati Signore, splenda per loro la tua luce, vivano nella tua pace per sempre. Amen
“Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale, per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo – è molto ammalato – chiedendo al Signore che lo consoli, e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine”: così Francesco stamane all’udienza generale, al termine della quale è andato a fargli visita al monastero Mater Ecclesiae dove alloggia. Nei commenti la dichiarazione del portavoce Matteo Bruni
Ieri eravamo in tanti nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio all’ultimo saluto a Salvatore Mazza, morto a 67 anni dopo cinque vissuti nella disabilità totale provocata dalla Sla, che però non l’ha fermato: ha continuato a tenere, per tutto il tempo della sua crocifissione, due rubriche su Avvenire, il quotidiano di cui era stato a lungo vaticanista: una intitolata Slalom, nella quale narrava la malattia e un’altra, da vaticanista, che aveva la testatina «Su questa pietra». Lo ricordo mettendo nei commenti il link alle due ultime puntate di questi suoi preziosi appuntamenti. L’ultima puntata è del 24 dicembre.
Riporto nei commenti il consuntivo annuale delle persecuzioni subite dal personale della Chiesa Cattolica lungo il 2022: si tratta di un comunicato della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia. Di mio ci ho mezzo le prime tre parole del titolo: Peccatori e martiri. Siccome non passa giorno senza che da quel personale arrivi notizia di scandalo, sarà bene non trascurare le notizie di martirio, quantomeno come aiuto per il nostro equilibrio d’anima nell’esame di conversione che mai deve finire.
Ricevendo i curiali per gli auguri di Natale il Papa ha chiarito perché così spesso dice parole “dure e forti” a quelli di casa: perché urge “affliggere i consolati” e perché noi – che siamo stati chiamati al servizio della Santa Sede – “siamo più in pericolo di tutti gli altri”. Più in pericolo quanto al peccato e quanto al tentatore. Nel primo commento riporto il passo centrale del discorso e metto il link all’intero, ottimo, testo.
Incoraggiato dalle catechesi sulla vecchiaia svolte da Francesco tra il febbraio e l’agosto di quest’anno, mi azzardo a sognare l’istituzione del ministero dell’anziano o dell’unzione. In più occasioni – narrando fatti di Vangelo che catalogavo come «celebrazione ecclesiale della propria morte» – mi è capitato di sollecitare il riconoscimento di un ruolo nella Chiesa a malati e anziani, che descrivevo come testimonianza del distacco e dell’attesa. Un ruolo che mi pareva trovasse nella celebrazione comunitaria dell’unzione una specie di investitura o mandato. Un servizio alla Chiesa con il quale chi si prepara al passaggio ricambia il dono dell’accompagnamento che sta ricevendo dalla comunità. E’ l’attacco di un mio testo pubblicato dalla rivista il Regno e che riproduco per intero nei commenti.
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