Avendo appreso qui nel blog la mirabile parola campamento, che dice quello che hai per campare (vedi post del 17 marzo), una mia figlia di nome Agnese molto la lodò e decise che l’avrebbe introdotta nel suo vocabolario e issofatto l’usò narrandomi la scena che riporto nel primo commento dandole il titolo evangelico di Parabola del barbone e della zingarella.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
La Via Crucis di questa sera al Colosseo è intessuta di testimonianze e preghiere di pace da parte di giovani appartenenti a paesi tormentati dalla guerra: Terra Santa, Africa Occidentale, America centrale, Sud America, Africa, Sud dell’Asia e Medio Oriente, Balcani, Africa settentrionale, Sud Est asiatico, Africa centrale, Vicino Oriente, Africa Orientale, Africa Australe. La decima stazione, Gesù è spogliato delle vesti, ospita le “voci di pace dai giovani dell’Ucraina e della Russia”. Riporto nel primo commento le parole di un ucraino e nel secondo quelle di un russo. Concludo con un mio commento
“In questa Santa Settimana della passione di Cristo, commemorando la sua morte ingiusta, ricordo in modo particolare tutte le vittime dei crimini di guerra e, mentre invito a pregare per loro, eleviamo una supplica a Dio affinché i cuori di tutti si convertano. E guardando Maria, la Madonna, davanti alla Croce il mio pensiero va alle mamme: alle mamme dei soldati ucraini e russi che sono caduti nella guerra. Sono mamme di figli morti. Preghiamo per queste mamme”: così stamane Francesco all’udienza generale. Prego con lui e gli mando un bacio di figlio riconoscente.
Eccomi alla quarta puntata sul Papa che lascia la diplomazia e dice pane al pane: le precedenti sulla dittatura grossolana del Nicaragua, sul coinvolgimento di tutte le grandi potenze nella guerra ucraina, sulla Nato abbaiante alle porte della Russia le puoi vedere ai post del 26, 28, 30 marzo. Nei commenti metto le parole di Francesco sul Patriarca di Mosca e le commento come so e posso.
Mando un pensiero di figlio al Papa che da ieri è ricoverato al Gemelli per la cura di un’infezione respiratoria e torno per la terza volta sulla veracità del suo linguaggio che comporta un parziale abbandono della diplomazia: ne ho già parlato nei post del 26 e 28 marzo. Un terzo segno di quella fuoriuscita dalle regole diplomatiche lo prendo di nuovo dai suoi interventi sul conflitto tra Russia e Ucraina e attiene alle parole di Francesco sulle responsabilità – in quel conflitto – della Nato che abbaia alle porte della Russia. Nel primo commento riporto i suoi due testi principali su tale questione e nel secondo metto una mia nota.
La seconda affermazione di Francesco che prendo in esame come segno del suo linguaggio verace che comporta un parziale abbandono della diplomazia (vedi post precedente) riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina e suona così: “Questa è una guerra mondiale perché tutte le grandi potenze vi sono coinvolte”. Nel primo commento richiamo la fonte primaria di questa affermazione e nel secondo la commento.
Sto lavorando per la rivista Il Regno alla questione enunciata nel titolo di questo post: questione grande, che affronterò per progressive approssimazioni. Parto da alcune affermazioni ultime e occasionali di Francesco, che implicano tutte la scelta di parlare fuori dalle regole diplomatiche. Ne elenco cinque, nel primo commento, andando per ordine di importanza decrescente. Nel secondo e terzo prendo in esame quella che segnerò per ultima, e che è anche la più recente, riguardante il Nicaragua.
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