In vista della prossima lectio di Pizza e Vangelo – nella quale leggeremo dal capitolo 10 di Marco il terzo annuncio della Passione – sono alla ricerca di immagini di Gesù che sale verso Gerusalemme camminando davanti a tutti (Marco 10, 32; Luca 19, 28). Non ne ho trovate, né miniate, né dipinte, né scolpite, né in altro modo figurate, poniamo filmate. Chiedo dunque aiuto ai visitatori e fin d’ora li ringrazio.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
La visita del presidente ucraino al Papa conferma quanto era già chiaro riguardo alla straordinaria difficoltà della missione di pace della Santa Sede: essa per avere una qualche verosimile efficacia dovrebbe essere accettata da ambedue le parti, ma è chiaro che Mosca non lascia spiragli e ora è due volte evidente che Kiev è altrettanto sorda. Nel primo commento le parole di totale chiusura venute ieri da Zelensky tramite Telegram e Twitter. Nel secondo una mia lettura di quelle parole.
Un tempo Ciro Fusco e io raccoglievamo le parabole di Papa Bergoglio, cioè i suoi racconti sceneggiati, e ne abbiamo fatto un libro: quella nostra attitudine si è come risvegliata oggi con le due parabole dei figli e dei cagnolini che Francesco ha svolto a introduzione del suo discorso agli Stati generali della natalità. Nel primo commento riporto le parabole e nel secondo e terzo due altri passaggi dell’appello papale alla speranza intesa come fonte della decisione a generare figli e figlie.
Ho colto dal vero, nello stesso giorno, due esclamazioni sul tempo che fugge e non s’arresta un’ora, venute da persone che parlavano con me. Le riporto con il dettaglio delle circostanze nei due primi commenti, limitandomi qui a dire che l’arte della parola può anche essere imprevista e frequente.
Se sia bene che il papa lasci la diplomazia e dica «pane al pane»: una questione che ha piroettato notte e giorno nel mio blog lungo i 10 anni di Bergoglio. Nel decennale ho provato a prenderla di petto, scuotendo da ogni lato 5 fuoriuscite di Francesco dalla tradizione diplomatica intervenute tutte – tranne la prima – negli ultimi tempi. Volevo indagare, attraverso di esse, la possibilità di tenere come positiva quell’uscita: è l’attacco di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno con il titolo “Il Papa e la diplomazia: pane al pane”. Lo riproduco per intero nei commenti e metto in coda un aggiornamento della mia indagine alle battute sulla guerra ucraina dette da Francesco domenica in aereo, anch’esse in libera uscita da ogni diplomazia.
Conversando in aereo con i giornalisti, ieri Francesco ha ragionato della sua salute riconoscendone la precarietà: ha fatto una piccola rassegna dei viaggi che ha in programma, ha osservato che la situazione non è quella di prima e ha concluso che per il momento cerca di tenere fede agli impegni già programmati: “Ancora il programma mi fa muovere, vediamo”. Nei commenti riporto questo passaggio e due altri sull’Ucraina.
Almeno quattro parole aiutanti ha detto finora Francesco in Ungheria: che il mondo sta vivendo un incredibile ritorno all’infantilismo bellico, che di fronte alla guerra d’Ucraina non si vedono sforzi creativi di pace, che occorre ribellarsi sia ai populismi autoreferenziali sia al sovranazionalismo astratto, che il cristiano deve far fronte al problema dell’accoglienza senza scuse e senza indugi. Nei commenti riporto i testi con i quali ha proposto queste parole di aiuto.
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