Con un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Domani, il nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, arcivescovo Victor Manuel Fernàndez interpreta l’espressione “metodi immorali” che era usata dal Papa nella lettera con la quale ha accompagnato la sua nomina: dice che erano i metodi “crudeli usati dall’inquisizione in altri secoli”. Questa era stata anche la mia interpretazione, che avevo esposto nel post del 3 luglio. Nel primo commento riporto domanda e risposta e nel secondo aggiungo una mia chiosa.
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In vista del Giubileo del 2025 il Papa ha costituito presso il Dicastero delle Cause dei Santi un gruppo di lavoro per la realizzazione di un catalogo di tutti coloro che hanno versato il loro sangue per confessare Cristo nell’ultimo quarto di secolo: nei commenti riporto l’intero documento di istituzione della commissione, ma già qui dico la mia gratitudine per questa decisione. In coda al documento papale dettaglio il mio riconoscimento.
“Mi sento indignato e disgustato da queste azioni”: dialogando con Hamad Al-Kaabi, direttore del quotidiano degli Emirati Arabi Al-Ittihad, così Francesco ha commentato il rogo delle pagine del Corano avvenuto nei giorni scorsi in Svezia. “Qualsiasi libro considerato sacro dalla propria gente – ha detto ancora il Papa – deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”. Per il resto del colloquio vedi qui: https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-07/papa-indignato-rogo-corano-svezia.html
“Il Dicastero che lei presiederà in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali”: così scrive Francesco nella lettera al nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata sabato 1° luglio. I metodi immorali hanno provocato tempesta e magari l’autore della lettera quella tempesta l’aveva messa nel conto. Nei commenti provo a interpretare le parole del Papa venuto quasi dalla fine del mondo: a quali tempi e a quali metodi facesse riferimento. Detto in breve: a tempi lontani e a metodi per i quali nel Mea culpa giubilare dell’anno duemila fu chiesto perdono qualificandoli come “non evangelici, “di intolleranza”, “di coazione”.
Foto che ho fatto stasera alle 22,12 mentre accompagnavo a casa un’amica venuta da Milano: tutte le terrazze e i parchi e gli svincoli e i piazzali che prospettano sull’Anfiteatro Flavio erano brulicanti di giovani venuti da ogni parte del mondo. Direi che mai Roma, a mia memoria (vi abito da 57 anni), abbia avuto tanta folla di turisti come in questi mesi, da aprile a oggi.
Francesco nomina Víctor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata (Argentina), nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede: l’arcivescovo succede al cardinale gesuita spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer. Il Papa accompagna la nomina con una lettera al nuovo prefetto che gli affida un mandato innovativo rispetto alla tradizione, Nel primo commento riporto la lettera nella traduzione fornita da Settimana News.
Il “fruttuoso incontro” con il Patriarca Kirill è al centro del comunicato della Santa Sede che informa sulla missione a Mosca compiuta dal cardinale Zuppi negli ultimi tre giorni. Nel primo commento riporto per intero il comunicato. Non svolgo miei commenti. Sulla ricerca della pace in mezzo alle grida di guerra è bene esercitare un severo controllo delle parole, ad evitare che aumenti la confusione, sia pure soltanto quella dei cuori.
Domani il cardinale Matteo Zuppi parte per Mosca come inviato del Papa: starà due giorni nella capitale russa e sarà questa la seconda tappa della missione di pace che gli è stata affidata, dopo la tappa di Kiev, dov’era stato il 5 e 6 giugno. Una missione impossibile, avventata, spropositata. Ma è giusto che gli uomini di Chiesa prendano iniziative fuori portata, opportune e inopportune, a tempo e contro il tempo, anche umanamente illogiche. Nel primo commento richiamo quanto avevo scritto qui nel blog quando fu annunciata la missione, il 20 maggio. Nel secondo provo a legare, acrobaticamente, l’avventata partenza del cardinale per Mosca con la marcia su Mosca dell’avventato Prigozhin.
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