Con un’intervista ai media vaticani, il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, segnala l’importanza – nel viaggio papale – della tappa di Fatima e invita a guardarla pensando alla guerra di Ucraina. Nel primo commento le parole del cardinale e nel secondo l’invito odierno di Francesco ad accompagnarlo con la preghiera
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Parole vive di Papa Francesco, oggi all’Angelus, sul grano ucraino, per il quale – cioè per il rinnovo dell’accordo sulla possibilità di commerciarlo via mare – ha chiesto l’aiuto dei “fratelli” russi; e sulla Giornata mondiale dei Giovani che iniziava oggi a Lisbona, occasione nella quale tanti ragazzi – ha detto – “sperimenteranno la gioia dell’incontro con Dio e con i fratelli”. Nei commenti riporto i due appelli e commento il primo.
La Giornata dei poveri – che è quest’anno alla 7a edizione – ha risvegliato in Roma l’attenzione verso il patrono dei senzatetto, nonché figura cristologica della povertà volontaria, che è Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783). Ho la fortuna d’appartenere alla parrocchia di Santa Maria ai Monti dove Labre è sepolto e di prendere parte alle iniziative di segnalazione dell’attualità di questo santo poco conosciuto in Italia. Tra le iniziative c’è quella della recognitio canonica delle reliquie, in vista della quale ho avuto la possibilità di dare un’occhiata ai foglietti che i visitatori inseriscono – attraverso una specie di buca delle lettere – nella custodia in vetro dell’urna che ne raccoglie le ossa. – E’ l’attacco di un articolo che ho scritto per la rivista Il Regno, che può essere letto cliccando su questo link. Nei commenti riporto per intero un testo più ampio dal quale ho tratto quello più breve destinato alla rivista.
Una lettera aperta del padre Johan Verschueren, delegato per le Case e Opere Internazionali Romane della Compagnia di Gesù (DIR), che ha la data del 24 luglio, certifica la definitiva dimissione di Rupnik dalla Compagnia di Gesù, spiega come mai non sia stato anche dimesso dallo stato clericale e accenna a una cacciata del Centro Aletti dall’edificio che ancora occupa in Roma, in via Paolina. Nei commenti riporto per intero la lettera e brevemente la commento, svolgendo il concetto che enuncio nel titolo del post.
Il ministro Daniela Santanchè in Senato il 5 luglio usò per due volte la laboriosa perifrasi familiare “il padre di mio figlio”. Detta perifrasi mi ricordò quella che il Vangelo di Matteo propone anch’esso due volte: “la madre dei figli di Zebedeo”. Vedila, mio lettore, ai capitoli 20 e 27 e scusa questo mio balzano raccordo. Sarà stato il caldo a provocarlo.
Commento con quattro parole l’andata di Kissinger a Pechino, gli sviluppi della missione di pace del cardinale Zuppi, il bombardamento russo sui magazzini del grano ucraino, la fornitura americana a Kiev di bombe a grappolo. Per Kissinger la parola è ammirazione. Per Zuppi: benedizione. Per i missili sul grano: sacrilegio. Per le bombe a grappolo: empietà
Mentre viene la sera, provo a dire quali siano i miei sogni secondo Gioele. Questo annunciatore del giorno del Signore proclama che, all’avvicinarsi della grande prova, gli «anziani faranno sogni» e i «giovani avranno visioni» (Gl 3,1). Papa Francesco ha cara quella profezia e ci esorta a sognare e a travedere. A me anziano toccano i sogni. E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno che riporto per intero nei commenti.
Conversando sul caso Rupnik un amico arguto se ne è uscito con questa battuta: c’è proprio da chiedersi dove sia finito lo spirito di discernimento tanto lodato dal fondatore dei Gesuiti Ignazio di Loyola. Nel primo commento svolgo una breve interpretazione di quest’aurea sentenza.
La vita è troppo breve per non essere anche eterna. Mia imitazione da Jorge Luis Borges: “La vita è troppo povera per non essere anche immortale” (Altre inquisizioni – 1952)
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