Il blog di Luigi Accattoli Posts
Tra me e me avevo provato più di una volta a fare questo annuncio: compio ottant’anni e cesso di fare il vaticanista. Li compio a dicembre ma quell’annuncio l’anticipo fin d’ora, di due mesi e qualche giorno. Per l’anticipo c’è una ragione precisa: ho appena preso l’impegno con San Paolo Editore per una nuova edizione (da realizzare con l’aiuto di Ciro Fusco) del volume Nuovi martiri che avevo pubblicato nell’anno Duemila: una nuova edizione da realizzare in vista del Giubileo del 2025 . Dobbiamo consegnare il lavoro entro il 31 marzo e c’è da correre, non sarò dunque libero – da oggi – di seguire i fatti vaticani come si deve per poterne parlare appropriatamente. E in questo momento ce ne sono tantissimi, Oltretevere, di fatti piccoli e grandi. Già mi scrivono e mi telefonano, come sempre, amici e colleghi per chiedermi che penso del Papa che risponde ai Dubia, dell’esortazione apostolica “Laudate Deum” che ci è stata data oggi sotto embargo assoluto fino alle ore 12 di domani, del Sinodo che sta partendo, del processo a Becciu e di una decina d’altri argomenti. Non voglio dire che non dirò più nulla di queste e di altre analoghe vicende, ma che non lo farò con l’assiduità tenuta fino a ora. Ne parlerò quando avrò qualcosa da dire ma non mi adopererò per parlarne comunque e subito. Insomma d’ora in poi il blog sarà più d’autore e meno professionale. Fino a oggi era metà e metà, d’ora in poi sarà per nove dita d’autore e solo per un dito professionale.
Tra le sorprese della Giornata mondiale della gioventù (GMG) che si è fatta a Lisbona all’inizio di agosto (cf. Regno-doc. 15,2023,452s) c’è stata quella di torme di ragazzi in fila per le confessioni: le abbiamo viste venerdì 4, il giorno della Via crucis. Una sorpresa già percepita nelle altre Giornate, ma che forse stavolta è risultata maggiore, almeno come impatto psicologico, perché nel frattempo le statistiche sulla pratica di quel sacramento erano calate, mentre le file ai confessionali nel Parco del perdono sono state forse maggiori. E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno nel numero 16/2023, che riporto per intero nei commenti che seguono
Oggi a Marsiglia, a conclusione degli “incontri del Mediterraneo”, il Papa ha proposto – nella maniera forse fino a oggi più completa – la sua idea del dovere cristiano di accogliere chi cerca scampo dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame. Ha richiamato la costante presenza della Chiesa su questa frontiera lungo gli ultimi 70 anni, ha riconosciuto che l’integrazione dei migranti è “faticosa” ma ha messo in guardia dalla tentazione di considerare le migrazioni un fenomeno contingente, misconoscendone la dimensione epocale: “Un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza” e con una “responsabilità europea”. Ha affermato con forza che in questo impegno dell’accoglienza i cristiani non possono essere “secondi a nessuno”. Nei commenti riporto la parte centrale del messaggio papale invitando i visitatori a una lettura integrale: aiuta a guardare più ampiamente e ad andare al largo.
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