Il blog di Luigi Accattoli Posts

Cesto con fichi, dipinto murale romano dalla villa di Poppea a Oplontis, in Campania. Con esso accompagno la pubblicazione della registrazione audio della serata di Pizza e Vangelo che facemmo lunedì 2 ottobre, leggendo la maledizione del fico che è nel Vangelo di Marco al capitolo 11. Nel primo commento riporto la parabola del fico che è narrata dal solo Vangelo di Luca e che va letta insieme alla parabolica maledizione che è invece presente in Matteo e in Luca. Ma solo Marco ha la notazione chiave che quella non era la stagione dei fichi: dunque il significato delle parole di Gesù va cercato – per quanto ci è dato – sul piano dei simboli e non su quello delle piante e delle stagioni
Ingresso al Duomo di Milano dal transetto di destra: ce n’era un altro dal transetto di sinistra che fu fatto murare dall’arcivescovo Carlo Borromeo per impedire che i bancarellari dei mercati che si tenevano intorno al tempio l’attraversassero con animali e ortaggi. Nel primo commento il riferimento fondante alla cacciata di venditori e compratori dal tempio operata da Gesù com’è narrata dal Vangelo di Marco e la richiesta d’aiuto che rivolgo ai visitatori per trovare una fonte autentica della decisione di Carlo Borromeo

Tra me e me avevo provato più di una volta a fare questo annuncio: compio ottant’anni e cesso di fare il vaticanista. Li compio a dicembre ma quell’annuncio l’anticipo fin d’ora, di due mesi e qualche giorno. Per l’anticipo c’è una ragione precisa: ho appena preso l’impegno con San Paolo Editore per una nuova edizione (da realizzare con l’aiuto di Ciro Fusco) del volume Nuovi martiri che avevo pubblicato nell’anno Duemila: una nuova edizione da realizzare in vista del Giubileo del 2025 . Dobbiamo consegnare il lavoro entro il 31 marzo e c’è da correre, non sarò dunque libero – da oggi – di seguire i fatti vaticani come si deve per poterne parlare appropriatamente. E in questo momento ce ne sono tantissimi, Oltretevere, di fatti piccoli e grandi. Già mi scrivono e mi telefonano, come sempre, amici e colleghi per chiedermi che penso del Papa che risponde ai Dubia, dell’esortazione apostolica “Laudate Deum” che ci è stata data oggi sotto embargo assoluto fino alle ore 12 di domani, del Sinodo che sta partendo, del processo a Becciu e di una decina d’altri argomenti. Non voglio dire che non dirò più nulla di queste e di altre analoghe vicende, ma che non lo farò con l’assiduità tenuta fino a ora. Ne parlerò quando avrò qualcosa da dire ma non mi adopererò per parlarne comunque e subito. Insomma d’ora in poi il blog sarà più d’autore e meno professionale. Fino a oggi era metà e metà, d’ora in poi sarà per nove dita d’autore e solo per un dito professionale.

Ero nel pomeriggio a Villa Aldobrandini quando mi è apparso un albero di limoni in piena luce che sembrava una favola, completa di testo e di morale. L’ho fotografato ma nello scrupolo della messa a fuoco ho dimenticato la morale
Un albero seccato fin dalle radici: foto di Vincenzo Palumbo per introdurre la scheda in vista della prossima serata di Pizza e Vangelo, che sarà lunedì 2 ottobre, nella quale leggeremo in Marco 11 il brano della maledizione del fico difficilissimo a interpretare. Ci limiteremo dunque a commentare tre soli versetti. Per altre quattro foto dell’amico Palumbo vedi ai post dal 15 al 21 settembre

Tra le sorprese della Giornata mondiale della gioventù (GMG) che si è fatta a Lisbona all’inizio di agosto (cf. Regno-doc. 15,2023,452s) c’è stata quella di torme di ragazzi in fila per le confessioni: le abbiamo viste venerdì 4, il giorno della Via crucis. Una sorpresa già percepita nelle altre Giornate, ma che forse stavolta è risultata maggiore, almeno come impatto psicologico, perché nel frattempo le statistiche sulla pratica di quel sacramento erano calate, mentre le file ai confessionali nel Parco del perdono sono state forse maggiori. E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno nel numero 16/2023, che riporto per intero nei commenti che seguono

 “Sancho Panza e il suo asino” è una pittura del 2016 di Paolo Guerriero: trovi qui nel blog sette altri suoi lavori, in altrettanti post, a partire dal 13 agosto. Questa è l’ultima che metto e la interpreto come un saluto dal palco, davanti al sipario che si apre e si chiude su una scena notturna, al centro della quale campeggiano due nuvolette schiarite dal biancheggiare della luna. Sancho e l’asino si inchinano e se ne vanno. L’asino più deciso nel commiato, guarda fuori dal palco, ormai anche lui ammaliato dalla luna. Lo scudiero invece mantiene ancora i suoi colori, tenuti fermi dallo sguardo deciso, con il quale pur sempre scorge, all’orizzonte, il castello che gli ha promesso don Chisciotte  

Oggi a Marsiglia, a conclusione degli “incontri del Mediterraneo”, il Papa ha proposto – nella maniera forse fino a oggi più completa – la sua idea del dovere cristiano di accogliere chi cerca scampo dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame. Ha richiamato la costante presenza della Chiesa su questa frontiera lungo gli ultimi 70 anni, ha riconosciuto che l’integrazione dei migranti è “faticosa” ma ha messo in guardia dalla tentazione di considerare le migrazioni un fenomeno contingente, misconoscendone la dimensione epocale: “Un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza” e con una “responsabilità europea”. Ha affermato con forza che in questo impegno dell’accoglienza  i cristiani non possono essere “secondi a nessuno”. Nei commenti riporto la parte centrale del messaggio papale invitando i visitatori a una lettura integrale: aiuta a guardare più ampiamente e ad andare al largo.

 Renato Guttuso, particolare dell’Ingresso in Gerusalemme, acquaforte realizzata per l’Evangelario delle Chiese d’Italia 1987 – con questa immagine introduco la registrazione audio della serata di Pizza e Vangelo che abbiamo fatto via Zoom lunedì 18. Qui sotto il link all’audio, nei primi commenti una mia nota sulla buona serata che abbiamo vissuto e un’altra sulla captante immagine di Guttuso

Quarta foto di Vincenzo Palumbo a commento del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi: per le altre immagini vedi ai post precedenti. Nel primo commento una sapiente parola di Ignazio di Loyola su “come Dio abita nelle creature” e in particolare nelle piante e nei frutti “facendo essere, conservando, vegetando e sentendo”