Buongiorno visitatori belli: oggi compio ottant’anni e mi pare sia ora che io metta giudizio. Ho già detto qui nel blog che giunto a questa quota avrei cessato di fare il vaticanista: lo faccio da quando avevo vent’anni, prima nelle riviste e poi, dai trenta, nei quotidiani. Ora lascio l’impresa perchè ho bisogno di tempo. Lascio la collaborazione ai giornali e alle riviste, come anche le conferenze professionali su Papa e Chiesa. Restringo la mia attività alla famiglia, alle ginnastiche – ho capito che la vecchiaia è anche un’impresa atletica – e al vasto programma di Pizza e Vangelo: conduco quella lettura della Bibbia da due decenni e ora la metto a mio impegno prioritario. Anche il blog, Instagram e Facebook li stringo a questi obiettivi. I sentimenti del compleanno? La gratitudine e l’attesa. Sono nato a metà del tempo di Avvento e conto che all’Avvento possa essere intonata la stagione che oggi si apre. Il tempo d’Avvento ci segnala che il più e il meglio devono ancora venire. Mi affido a questa vertigine.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
“La parabola ci dice che ciascuno di noi, secondo le proprie capacità e possibilità, ha ricevuto i ‘talenti’. Attenzione: non lasciamoci ingannare dal linguaggio comune: qui non si tratta delle capacità personali, ma dei beni del Signore, di ciò che Cristo ci ha lasciato tornando al Padre. Con essi Egli ci ha donato il suo Spirito, nel quale siamo diventati figli di Dio e grazie al quale possiamo spendere la vita testimoniando il Vangelo ed edificando il Regno di Dio. Il grande ‘capitale’ che ci è stato messo nelle mani è l’amore del Signore, fondamento della nostra vita e forza del nostro cammino”: così ha parlato ieri il Papa nell’omelia per la Giornata mondiale del povero. Mi è parsa nuova – nuova per me tapino – la lettura dei talenti come “beni” a noi affidati dal Signore e provo a onorarla riportando due brani dell’omelia che mi pare la chiariscano
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