Ieri pomeriggio dopo un incontro alla Mondadori di Milano – si presentava il volume SCRITTI CATTOLICI di Aldo Maria Valli, editore Il Messaggero di Padova – ho passato due ore felici in Duomo con la sorpresa di trovarvi esposti tra gli intercolummni della navata centrale e dei transetti i 28 teleri giganti (metri 4,75 x 6,00) della vita di Carlo Borromeo, detti anche “quadroni”, abbinati alle 26 tele di formato minore del ciclo dei miracoli. Chi non ha mai visto i teleri esposti nel Duomo corra a vederli nell’attuale esposizione straordinatria per il quarto centenario della canonizzazione di Carlo Borromeo (1610). Il grande Duomo in pietra grigia si trasforma in una favolosa aula picta che ti avvolge e rigira per ogni dove con i rossi, gli ori, i verdi di quelle tele tanto che non sai più dove guardare e giri in tono come preso per incantamento. Là in mezzo ho incontrato il cardinale canadese Marc Ouellet, ospite dell’Università Cattolica di Milano, che era venuto a dare un’occhiata alla cattedrale per la quale presto dovrà proporre al papa un nuovo arcivescovo. “Eminenza sono Accattoli”. “Conosco le sue cronache”. “Auguri per la sua nuova stagione romana”. “Grazie. Lei è molto amabile”.
Ouellet tra i teleri del Duomo
29 Comments
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Ma perchè, ogni volta che racconti qualcosa hai il potere di dispiegare le parole come ali e di riportarmi a casa, a Roma, a Milano, o dovunque in Italia? e mi fai sentire lì, proprio lì, a guardare quello che stai guardando e a vivere le sensazioni che stai provando ?
Ah, ecco perchè alle porte del Duomo c’era polizia, esercito ecc che controllavano tutte le borse e zaini dei visitatori (mai visto farlo prima) … Luigi, ero a due passi da te, attaccata alle mura di Santa Maria in San Satiro che contiene un capolavoro prospettico del Bramante.
E per il Duomo di Milano, neppure i milanesi riescono ad abituarsi alla sua bellezza (fuori e dentro).
Ci sono stato settimana scorsa, sempre bello!
Anch’io trovo bello il Duomo, anche se [ chiedo scusa ai meneghini per quanto sto per dire] ricordo ancora le critiche che il prof. di storia dell’arte amava muovere nei confronti di questa imponente opera architettonica che è il simbolo del capoluogo lombardo e anche dell’arte tardo gotica, e dell’Italia tutta. Troppo basso e chiatto per essere un gotico guizzante e snello, troppo barocco per essere quel romanico inizialmente perseguito, troppo bizzantino per essere un classico, quelle piccole e piccolissime torri continuarono a fiorire come margheritine per tutto il novecento. Troppi stili , troppe mani, troppi secoli hanno influenzato il manufatto rendendolo un tantino goffo e incerto eppure, proprio queste caratteristiche lo rendono – a mio avviso-unico e strepitoso! Come sono strepitose tutte le opere di Giovan Battista Crespi detto il Cerano, compresi i famosi “quadroni”che hanno prodotto in Luigi la “sindrome di Stendhal” [lo sconvolgimento che provocano certe “visioni”è davvero forte]…invece…non ho mai amato San Carlo Borromeo!
@ Luigi Accattoli
lo sapevi che quando cantavano le sirene bisognava farsi legare come Ulisse per non cedere all’impulso di correre da loro e farsi annichilire ?
« Tu arriverai, prima, delle Sirene, che tutti
gli uomini incantano, chi arriva da loro.
A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli bambini
gli sono vicini, felici che a casa è tornato,
ma le Sirene lo incantano con limpido canto,
adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza »
Dopo le due ore in Duomo (vedi post) sono andato a cena all’Hosteria La Cadrega in via Fara, Metro Repubblica. Ho mangiato benissimo e questo è il conto che ho pagato:
cover charge 5.00
insalata di mare 15.00
insalata di carciofi 18.00
acqua 4.00
fernet 6.00
bicchiere di Chianti rosso 6.00
totale 54.00
Ho calcolato che a Roma avrei pagato 45.00 per una cena così. O forse anche 40.00.
Primo, perché entrare in un posto denominato “hosteria” con l’acca? Secondo, perché non rifiutarsi di pagare una cosa chiamata “cover charge”? Terzo: non mi sembra un pasto così impegnativo da richiedere il fernet. Insomma, te la sei cercata.
(Se ti può consolare, a Bologna avresti speso forse ancora di più).
Vado matto per le “h” e le “y”. Ricordate Syriacus?
ed io per le doppie : bizzantino con 2 zz (chiedo venia ma…. errore inconscio: massimizzare quest’arte magnifica e irripetibile)
Peggio di quel conto, solo Gioab.
…il quale è peggio di una spinta all’improvviso!
Una spinta all’imporvviso ? – Perchè ?
Chissà che San Carlo Borromeo ispiri Ouellet, per Milano, e per Vicenza…
abbiamo bisogno di pastori secondo il cuore di Dio.
Direi che Gioab andrebbe benissimo per il libro paga di Silvio: come sterza all’improvviso, depista lui neppure Silvio ce la farebbe.
Un artista, un vero artista.
Luigi, ti è andata bene, che se tu fossi andato in un’ (H)osteria di Corso di Porta Romana o sui Navigli avresti pianto a dirotto.
Avresti potuto venire a mangiare dove ero io per un aiuto informatico ad un amico di mio figlio … e sì che era tra Via Mazzini e Via Torino …
@ marta09
Il merito non è mio,
( Atti 6.8-14) – “Ora Stefano, pieno di grazia e potenza, compiva grandi portenti e segni fra il popolo. Ma sorsero certi uomini di quelli della cosiddetta Sinagoga dei Liberti, e dei cirenei e degli alessandrini e di quelli della Cilicia e dell’Asia, per disputare con Stefano; 10 e non potevano resistere alla sapienza e allo spirito con cui egli parlava. ”
( Atti 9.22) .- “Ma Saulo acquistava sempre più potenza e confondeva i giudei che dimoravano a Damasco, provando logicamente che questi è il Cristo.”
( Colossesi 1.28) . – “Egli è colui che annunciamo, ammonendo ogni uomo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo compiuto unitamente a Cristo. 29 A tal fine in realtà fatico, esercitandomi secondo l’operazione di lui la quale opera in me con potenza.”
(2Corinti 12.9-10) – “ Lietissimamente, perciò, mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza del Cristo rimanga come una tenda su di me.”
La paga di Silvio non corrisponde alle mie aspettative, c’è di meglio ! Potresti approfittarne volendo ! ( Rivelazione 18.4)
…pastori capaci di aiutarci davvero a trasferire il Concilio nelle nostre comunità, profondamente e non solo a livello formale, come fece il Borromeo con il concilio di Trento.
@Clodine
perchè non ti piace Borromeo?
“…pastori capaci di aiutarci davvero a trasferire il Concilio nelle nostre comunità”: preghiamo e speriamo sia davvero così!!!
Perché mi chiedi Nico, come posso essere esaustiva in questo breve spazio. Per sommi capi: tento! La figura di questo santo è estremamente complessa, contraddittoria per certi aspetti. La sua figura si staglia in un particolare momento storico per cui, se da un lato è indubbia la ricchezza inesauribile di questo Santo che si traduce in fama di santità subito elevata a baluardo del nuovo cattolicesimo tridentino, dall’altra quel suo rigorismo intransigente come chiave di risoluzione ai gravi problemi della Chiesa ne evidenziano il duro spessore [frutto di una cultura a tutto tondo raffinata, aristocratica] ma anche una santità aspra, combattiva, assorbita in un ascetismo esagerato, una disciplina mortificante, a tratti estrema tanto da rasentare intolleranza e anche una certa crudeltà [ roghi, le torture ecc].
Si deve a lui anche tutta la struttura gerarchica postuma moderna della Chiesa, con la sua gestione manageriale, giuridicamente puntellata e
fortemente centralizzata ….
Su uno di quei famosi quadroni c’è la scena di un attentato di Gerolamo Donato detto il Farina, un frate, che travestito, riuscì a introdursi armato nella sede arcivescovile e a sparare contro Borromeo!
Ci sarebbe tantissimo da dire. I motivi che me lo rendono distante sono molti…ma..lo spazio impone brevità!
Grazie, la risposta è breve, ma molto chiara.
Io confesso però che, pur condividendo in pieno la fatica a capire comportamenti così lontani dalla nostra sensibilità, mi lascio sempre consolare dalle debolezze dei Santi:
all’ombra delle loro umane imperfezioni quel “siate perfetti” assume tutto un altro colore.
E’ proprio così….
Un abbraccio cara Nico.
Da monzese, ho sempre avuto un rapporto di odi et amo con Milano, ma devo dire che negli ultimi tempi, -frequentandola molto anche per via di quello che penso sia l’aspetto più bello di un percorso universitario, ovvero la ricerca bibliografica e la stesura della Tesi(che tra poco discuterò)- ho imparato a voler bene e ad apprezzare molto anche Milano.
E’ una città con diverse bellezze artistiche e architettoniche.
Un abbraccio a tutti!!!
F.
@Fabricianus … come te condivido in toto ciò che hai scritto … Chissà se un giorno Luigi verrà anche nella nostra città.
Speriamo presto, Luigi possa venire a Monza.
Caro Luigi, con tutti questi racconti, sempre più sono preoccupata per quando verrai da noi. Purtroppo non abbiamo cardinali, e il papa nostro concittadino è morto nel XII secolo … era un allievo di Abelardo.
Un abbraccio specialissimo a Fabricianus, con grande affetto……….era da tanto che non ti si leggeva!
(in bocca al lupo per la tesi)
Grazie di cuore, carissima principessa.
Antonella preoccupata di che? Di quello che poi racconterò non avendo voi teleri e cardinali? Tranquilla, con Margherita di Città di Castello avremo una materia straordinaria tra tutte.
Mi farà piacere farti vedere il tesoro di Canoscio (vasi eucaristici del IV – V secolo) e il paliotto di Celestino II (inferiore a quello di Sant’Ambrogio, ma pur sempre bellissimo). E poi oltre a beata Margherita abbiamo anche santa Veronica. Insomma, non c’è male.
Coltivo l’attesa.