Orvieto tutta grigia dentro a un nuvolo

Rientro a Roma da Verona dove ho parlato a un altro corso di aggiornamento del clero di Trento: li fanno a scaglioni per non sguarnire le parrocchie e vanno a farli a Verona per staccarsi dal quotidiano. Di nuovo ho tenuto due conversazioni su Papa Francesco: una per svolgere la mia lettura della sua novità, l’altra per dialogare dopo cena a ruota libera sulle probabili conseguenze di quella novità. Girando l’Italia per questi incontri sul Papa nuovo m’avvedo che i chierici gli resistono più del popolo. Suggerisco ai preti di tenere in conto il sentimento dei fedeli. Pardon: il fiuto delle pecore. Traccio questo appunto sul Frecciargento dal quale saluto Orvieto tutta grigia dentro a un nuvolo.

81 Comments

  1. Sara1

    Essendo tra quelle pecore che detestano il nuovismo spero di essere tenuta in considerazione quanto gli altri.

    28 Gennaio, 2014 - 13:47
  2. Sara1

    E con nuovismo non intendo le novità ma la volontà di vederle anche dove non vi sono.

    28 Gennaio, 2014 - 13:50
  3. Sara1

    A proposito di novità, oggi e’ tornato da scuola mio figlio e mi ha detto: e’ la prima volta che non si osserva il minuto di silenzio per l’ olocausto.

    28 Gennaio, 2014 - 13:56
  4. Federico

    In Romagna nevica…

    C’è nervosismo, agitazione… Dopo la nevicata eccezionale del 2012 abbiamo cominciato ad odiare la neve e a temere le conseguenze delle nevicate. Peccato.

    @Sara,
    il mio piccolino ieri è tornato a casa dicendo che le maestre (zelantissime) hanno parlato di un capo che ha ammassato e ucciso tanti innocenti… Ma che senso ha parlarne così presto e in modo per forza di cose così generico? Non sarebbe meglio affrontare l’argomento alle medie, offrendo ai ragazzi degli strumenti per approfondire e capire meglio quanto è accaduto?
    Non succederà che quando questi bambini arriveranno in terza liceo (cioè quando potrebbero veramente avere tutti gli strumenti per approfondire) non ne potranno più e considereranno solo il fastidio di dover ascoltare discorsi retorici e sempre uguali? Non si teme di provocare addirittura reazioni opposte?

    28 Gennaio, 2014 - 14:22
  5. Sara1

    Mio figlio e’ in seconda media e si è dispiaciuto di non aver fatto il solito minuto di silenzio su queste cose ci ha tenuto fin da piccolissimo.
    Alle medie in ogni caso sono macchine mai che di occupino di nulla che non dia strettamente scolastico.
    Pure sulla morte di Mandela per dire nessuno che abbia spiegato chi era e qualche cosa della segregazione razziale.
    Mah.

    28 Gennaio, 2014 - 14:27
  6. Federico

    Da noi gli insegnanti fanno a gara a dimostrare zelo per l’indottrinamento “politicamente corretto”…
    Dedicassero pari tempo ed energie ad essere bravi insegnanti, attenti, comprensivi, incoraggianti!

    28 Gennaio, 2014 - 14:34
  7. Sara1

    Visti i fatti recenti non ridurrei l’olocausto al politicamente corretto però è vero che dopo decenni l’antisemitismo sembra nuovo e fresco e fa adepti anche in chi non penseresti (vedi Vattimo e Odifreddi).

    28 Gennaio, 2014 - 14:37
  8. lorenzo

    Che senso ha parlarne così presto?
    Tutto il senso possibile.
    Ci poniamo questa domanda, per esempio, quando raccontiamo ai bambini certe pagine della Bibbia, o la storia della passione di Gesù? Voglio sperare di no. Ricordo per esempio delle bellissime occasioni di visita “mirate” per i bambini delle elementari per l’ostensione della Sindone. Dove mirate vuol dire “pensate per”, non edulcorate o rese generiche.
    Se veramente si parla della shoà in questi termini a dei bambini delle elementari, “hanno parlato di un capo che ha ammassato e ucciso tanti innocenti…”, la domanda corretta è : che senso ha parlarne in un modo così generico da risultare inutile?
    Nessuno zelo eccessivo e nessun pericolo di indottrinamento politically correct.
    Vorrei sapere : a) dove sta l’indottrinamento?
    b) dove sta il politically correct?
    c) dove sta lo zelo eccessivo?
    Dappertutto, e da tempo ( quando facevo io le elementari non c’era la giornata della memoria, ma una volta l’anno veniva una maestra di una sezione altra dall mia della stessa scuola che partiva dal mostrarci il suo numero tatuato sul braccio e ci raccontava la sua storia di deportazione), ci sono per fortuna modi e momenti pensati e dedicati per raccontare ai bambini quella storia così come è stata. Qui a Torino, per esempio, quest’anno ci sono state almeno due occasioni apposite: in una Biblioteca civica ” Storie per il Giorno della
    memoria” Letture ad alta voce per bambini da 6 a 11 anni e i loro genitori.
    Al museo diffuso della Resistenza , un “Laboratorio di lettura” ( dai 7 anni) per leggere insieme pagine da “I bambini di Terezin” e da” La fisarmonica di Mendel” e, a seguire, spazio al commento e al dialogo per riflettere con i bambinisul tema delle discriminazioni passate e presenti.Per i bambini di quarta e quinta – et ultra- era previsto poi uno spettacolo teatrale,”Io ti racconto.Settembre 1943, una strage dimenticata” sulla prima strage di ebrei in Italia sulle rive del Lago Maggiore.
    I bambini capiscono benissimo le cose, e – soprattutto- sanno capire benissimo la differenza che c’è tra la ciarla e la retorica e i fatti veri e le storie di persone. Senza contare che quella particolare storia ha riguardato un sacco, ma proprio un sacco, di loro.

    28 Gennaio, 2014 - 16:10
  9. Federico

    @Lorenzo che vuole sapere (pur sapendo che non saprò soddisfarlo):
    a) dove sta l’indottrinamento?
    Nel fatto che si bombardano i bambini con informazioni che non sono assolutamente in grado di capire ed elaborare. Possono intuire l’orrore e l’ingiustizia di un campo di concentramento, ma non sanno certo darsi delle risposte, né recepire quelle proposte dalle insegnanti (ammesso che sia compito della scuola e non dei genitori affrontare questi temi). Nel fatto che venga proposta una lettura parziale e semplificata (i buoni, i cattivi e stop) ad una vicenda storica complessa che aveva radici nell’antisemitismo precedente al nazismo e presente anche fuori dalla Germania (i pongrom): non è possibile una lettura più elaborata a quella età, e allora perché non rimandare?
    Non è calzante paragonare questi discorsi alla scelta di accompagnare i bambini nell’accostarsi alla Bibbia o a momenti di adorazione (come per la Sindone): qui si vuole iniziare a far familiarizzare i bambini con la religione, lì si vuole solo impressionarli per rimandare ad un “secondo momento” (!) l’approfondimento di un tema che rimane “accennato”, “sospeso” e “incompreso”.

    b) dove sta il politically correct?
    Nella scelta di parlare solo dell’Olocausto e non delle tante e dolorose altre stragi del secolo scorso, dal genocidio degli Armeni a quello del Ruanda. Alcune vittime hanno il privilegio di essere ricordate con giornate ad hoc, altre si possono dimenticare. Il 10 febbraio c’è il Giorno del Ricordo, per commemorare i massacri nelle foibe, le persecuzioni e l’esodo degli Italiani dall’Istria e dalle terre giuliano-dalmate, ma nelle scuole statali questa ricorrenza non è altrettanto rispettata.

    c) dove sta lo zelo eccessivo?
    Nel far passare per “negazionisti” i genitori che non parlano ai propri figli di queste cose, che non mostrano a bambini piccolissimi (prima o seconda elementare) film e documentari su questo argomento. Mio figlio (quello di cui accennavo nel post precedente) a sette anni mi ha rimproverato (evidentemente imboccato dalle maestre) di non avergli fatto vedere la “Vita è bella” di Benigni… E’ chiedere troppo che le insegnanti coinvolgano le famiglie nell’affrontare temi e questioni fondamentali nell’educazione dei bambini come il significato del male, l’ingiustizia, la violenza, la sofferenza innocente, la discriminazione, la libertà e via dicendo… ?

    Sapendo chi ha il monopolio culturale in Italia, specie nelle scuole statali, non è improprio parlare di indottrinamento e zelo. La scuola non deve dare risposte preconfezionate, ma proporre soluzioni e aiutare l’elaborazione di una sintesi autonoma. Ma a ragazzi che abbiano sviluppato queste capacità e posseggano gli strumenti culturali per compiere lo sforzo richiesto, non a bambini così piccoli!

    28 Gennaio, 2014 - 17:18
  10. Luigi Accattoli

    In Romagna nevica, scrive Federico. Nevicava stamane subito dopo il Po sulla linea Verona-Bologna. Farfalle bianche su fondo grigio. I campi già coperti e gli alberelli infiorati.

    28 Gennaio, 2014 - 17:32
  11. Invidio Luigi che ancora va in giro come un giovanotto; io al massimo scorrazzo per Città di Castello, legata al quartiere di San Giacomo, dove sono i monasteri di clausura e dove c’è l’oratorio. In quanto al Papa, pur essendo io assolutamente conservatrice, mi trovo in sintonia con le innovazioni, che poi, in fondo, non sono poi così innovative, e tendono a leggere in profondità il messaggio evangelico (il che è quello che ci vuole). Mi dispiace solo per i frati dell’Immacolata, che, a quel che pare, hanno pagato duramente il loro entusiasmo per S. Pio V. Ma nella Chiesa certi fatti si sono spesso verificati; anche padre Pio fu messo a tecere, a un certo punto. E padre Mannelli è un figlio spirituale di padre Pio (chiedo scusa di queste opinioni che sono sincerro, ma certo avrebbero bisogno di qualche verifica).

    28 Gennaio, 2014 - 17:52
  12. lorenzo

    6.000.000 di morti, Federico.
    6.000.000.

    Un fatto.
    Di che risposte preconfezionate parliamo?
    Di che strumenti culturali c’è bisogno per capire la cifra di sei milioni di morti?
    Aggiungiamoci pure tutte le vittime delle foibe e di quell’altra pagina atroce.
    I massacri, e le vittime, sono massacri e sono vittime.

    28 Gennaio, 2014 - 17:58
  13. Sara1

    Cara Antonella infatti la novità e’ il Vangelo.

    28 Gennaio, 2014 - 17:58
  14. Sara1

    🙂 🙂 🙂

    28 Gennaio, 2014 - 18:08
  15. Federico

    @Lorenzo,
    e se si venisse a scoprire che i responsabili di quelle spedizioni di teste di maiale che tanto hanno inorridito tutti quanti noi sono giovani italiani che hanno sentito ripetere commemorazioni dell’Olocausto sin dalla prima elementare?
    Forse quando non si parlava di queste cose si poteva immaginare che il solo parlarne avrebbe ridimensionato l’antisemitismo e il razzismo, ma oggi si dovrebbe mettere a fuoco COME se ne parla e QUALI REAZIONI si suscitano nei giovani. Ho veramente l’impressione che certi discorsi retorici e ripetitivi rischino di produrre un effetto contrario a quello desiderato.
    Io ho usato l’espressione “eccesso di zelo”, ma forse il termine più adatto è un altro. Pensiamoci.

    28 Gennaio, 2014 - 18:32
  16. Sara1

    Certo Federico anche gli antisemiti oggi sono muovisti e rivoluzionari poiché è palese che la giornata della memoria e’ qualche cosa in cui si riconosce tutta la civiltà attuale.
    Infatti lo schema nuovo-vecchio, cultura- contro cultura o conservazione-rivoluzione e’ sempre limitante come approccio.
    Detto ciò bisogna avere il cervello come una nocciolina per fare quello che qualche intelligentone ha fatto.

    28 Gennaio, 2014 - 18:39
  17. Sara1

    Nuovisti.

    28 Gennaio, 2014 - 18:40
  18. Marilisa

    Certo che se si considerano discorsi retorici quelli che riguardano milioni di innocenti morti per le idee pazze di un pazzoide che propagandava la salvaguardia della pura “razza” ariana, stiamo proprio messi bene. Non c’è che dire. Che vogliamo di più?
    Naturale che i discorsi non debbano essere tutti uguali. Ai bimbi si deve parlare in modo adatto alle loro piccole (o grandi?) menti. Ma è da piccoli che si devono apprendere certe atrocità commesse dagli idioti criminali della Storia.

    Luigi, proprio ieri parlavo con un prete che appartiene alla schiera di quelli che non “resistono” al Papa, anzi si trovano sulla sua stessa linea.
    Era desolato per l’indifferenza (parola sua) di quelli che “gli resistono”.
    Mi diceva che si tratta di persone, spesso giovani( ed è vero), che per comodità propria vogliono che le cose restino come sono. Perché non vogliono innovazioni che necessitano di impegno, e loro non desiderano impegnarsi più di tanto. Vengono mandati a svolgere il ministero da qualche parte; ci vanno, dicono messa e dopo un po’ chiudono la chiesa. Questa è la loro eccelsa(!) missione.
    Hanno incamerato nozioni apprese in seminario, e tanto basta.
    Durante le lezioni di teologia non facevano domande, ascoltavano e basta. Andare verso il popolo no. Mischiarsi alla gente no.
    Naturalmente non tutti sono così, ma parecchi sì.
    Una Chiesa di questa fatta–chiedo io– quale tipo di fede può aspettarsi? Ma quale?
    E poi qualcuno si rammarica della mancanza di fede.
    Ecco, questo “qualcuno” a mio parere dovrebbe essere rievangelizzato.

    28 Gennaio, 2014 - 18:54
  19. lorenzo

    Se si venisse a scoprire che i responsabili di quelle spedizioni di teste di maiale che tanto hanno inorridito tutti quanti noi sono giovani italiani che hanno sentito ripetere commemorazioni dell’Olocausto sin dalla prima elementare, si potrebbe agevolemente concludere una cosa sola: la madre dei deficienti è sempre incinta.
    Quanto ai discorsi , un conto sono le ciarle vuote e ripetitive.
    Un conto sono le testimonianze dei sopravvissuti.
    Qui mica si parla di ideologia, cavolo, si parla di montagne di persone morte.

    28 Gennaio, 2014 - 19:00
  20. nicoletta z.

    @Federico
    Che i discorsi retorici e ripetitivi producano un effetto contrario a quello desiderato mi trova perfettamente d’accordo (e l’esempio dei “valori non negoziabili” conferma la bontà della tua frase…).
    Però ti sei messo su un crinale scomodo: che vuol dire “quando non si parlava di queste cose»? Forse che se ne parla solo dal 2005, solo dall’istituzione del giorno della memoria? Prima non se ne parlava?
    Credo di avere diversi anni più di te e non ricordo a quanti anni ho saputo, mi sembra di esserci sempre stata in mezzo (e non solo alla Shoà, ma alla guerra, alla Resistenza, alle foibe, alle violenze dei partigiani, al genocidio degli armeni ecc. ecc.). Se ne parlava in casa, facendosi molte meno pippe su quello che un bambino può o non può capire; alle legittime domande, si cercava di rispondere in modo appropriato. E soprattutto il distacco tra i bambini e la Storia, tra i bambini e la morte, ma pure tra i bambini e la vita era assai meno siderale di quello odierno. Mia madre (classe 1922) diceva che quello che un bambino ha vissuto, un altro bambino può capire (e per inciso: se facevo i capricci a tavola, la sua reazione standard era: “a te ti ci vorrebbe un po’ di guerra”).
    La mia formazione scolastica sull’argomento è cominciata proprio alle elementari, dalle suore (Figlie di Gesù, spagnole, spiritualità ignaziana); è continuata e si è evoluta alle medie; è scomparsa al liceo, perché ai tempi si faceva persino fatica ad arrivare al fascismo, se non a costo di correre a perdifiato senza imparare nulla.
    Io non ho sentito “commemorazioni” dell’Olocausto, è vero. Ho sentito fin da subito storie vere, numeri, fatti: molta sostanza e pochissima retorica. Ma da qui a sostenere che alcuni “giovani italiani” (e la scelta dei termini è davvero infelice, perdonami) potrebbero aver spedito teste di maiale perché stufi o esasperati dalle commemorazioni… mi fai cadere le braccia.

    28 Gennaio, 2014 - 19:09
  21. Luigi Accattoli

    Davide danzava con tutte le forze. «Davide — ha ricordato Francesco stamane all’omelia — danzava con tutte le forze davanti al Signore. Ecco, quella era la preghiera di lode». Di fronte a questo episodio «ho pensato subito — ha continuato — a quella parola di Sara dopo aver partorito Isacco: “il Signore mi ha fatto ballare di gioia”. Questo è un altro esempio di preghiera di lode». Che è qualcosa di diverso dalla preghiera che, ha spiegato, solitamente eleviamo «per chiedere una cosa al Signore» o anche soltanto «per ringraziare il Signore», così come non è tanto difficile capire il senso della preghiera di adorazione. Ma «la preghiera di lode — ha notato — la lasciamo da parte». Per noi non è così spontanea».

    28 Gennaio, 2014 - 19:29
  22. Luigi Accattoli

    Immaginiamo Davide che danza. Ancora il Papa stamane: “Immaginiamo Davide che danza con tutte le forze davanti al Signore: pensiamo che bello è fare le preghiere di lode”. Qui rispunta il Bergoglio degli Esercizi di Ignazio di Loyola: “Vedere con la vista immaginativa”.

    28 Gennaio, 2014 - 19:34
  23. Luigi Accattoli

    La danza di Davide, il ballo di Sara, la figlia di Jefte che danza e piange per due mesi sui monti, la danza di Salomè. Non sta ferma la Scrittura e tu balli con lei.

    28 Gennaio, 2014 - 19:46
  24. lorenzo

    Giovanni Paolo II per il 60esimo della liberazione dei prigionieri di Birkenau:

    “NON E’ POSSIBILE FARE A MENO DI TORNARE CON LA MEMORIA al dramma che lì ebbe luogo, tragico frutto di un odio programmato. In questi giorni occorre ricordare i vari milioni di persone che senza alcuna colpa sopportarono sofferenze disumane e vennero annientati nelle camere a gas e nei crematori. Chino il capo dinanzi a tutti coloro che sperimentarono quella manifestazione del mysterium iniquitatis .Quando, come Papa, visitai da pellegrino il campo di Auschwitz-Birkenau nell’anno 1979, mi soffermai davanti alle lapidi dedicate alle vittime. Vi erano iscrizioni in varie lingue: polacca, inglese, bulgara, rom, ceca, danese, francese, greca, ebraica, yiddish, spagnola, fiamminga, serbo-croata, tedesca, norvegese, russa, rumena, ungherese e italiana. In tutte queste lingue era scritto il ricordo delle vittime di Auschwitz, di persone concrete, benché spesso del tutto sconosciute: uomini, donne e bambini. Mi soffermai allora un po’ più a lungo accanto alla lapide con la scritta in ebraico.

    Dissi: “Questa iscrizione suscita il ricordo del Popolo, i cui figli e figlie furono destinati allo sterminio totale. Questo Popolo ha la sua origine da Abramo, che è anche nostro padre nella fede ,come si è espresso Paolo di Tarso. Proprio questo popolo, che ha ricevuto da Dio il comandamento: «non uccidere», ha sperimentato su se stesso in modo particolare che cosa significa l’uccidere. DAVANTI A QUESTA LAPIDE NON E’ LECITO A NESSUNO PASSARE OLTRE CON INDIFFERENZA.
    Oggi ripeto quelle parole.A NESSUNO E’ LECITO DAVANTI ALLA TRAGEDIA DELLA SHOA’, PASSARE OLTRE. Quel tentativo di distruggere in modo programmato tutto un popolo si stende come un’ombra sull’Europa e sul mondo intero; è un crimine che macchia per sempre la storia dell’umanità. Valga questo, almeno oggi e per il futuro, come un monito: non si deve cedere di fronte alle ideologie che giustificano la possibilità di calpestare la dignità umana sulla base della diversità di razza, di colore della pelle, di lingua o di religione. Rivolgo il presente appello a tutti, e particolarmente a coloro che nel nome della religione ricorrono alla sopraffazione e al terrorismo…..
    Se infatti stiamo ricordando il dramma delle vittime, lo facciamo non per riaprire dolorose ferite, né per destare sentimenti di odio e propositi di vendetta, ma per rendere omaggio a quelle persone, per mettere in luce la verità storica e soprattutto perché tutti si rendano conto che quelle vicende tenebrose devono essere per gli uomini di oggi una chiamata alla responsabilità nel costruire la nostra storia. Mai più in nessun angolo della terra si ripeta ciò che hanno provato uomini e donne che da sessant’anni piangiamo!

    28 Gennaio, 2014 - 19:52
  25. lorenzo

    concordo perfettamente con quanto scritto da nicoletta.
    A riguardo della frase della sua mamma “quello che un bambino ha vissuto, un altro bambino può capire ” ( e questo volevo dire anch’io quando ho scritto qui sopra : senza contare che quella particolare storia ha riguardato un sacco, ma proprio un sacco, di loro), basta uno sguardo esemplificativo a questo link:

    http://20bambini.proedieditore.it/html/20bambini.htm

    28 Gennaio, 2014 - 20:00
  26. Sara1

    Belle le parole sulla danza!!!(Francesco ultimamente mi sembra molto addolcito)
    🙂

    28 Gennaio, 2014 - 20:10
  27. Marilisa

    Eccole le parole “preconfezionate”: indottrinamento e zelo.
    Se ne serve chi non ha argomenti propri e ricorre a parole imparate a memoria.
    La verità è che non si riesce a vedere l’enormità di eventi tragici che sfigurano il volto della storia dell’uomo sulla Terra. Non si riesce a percepire e si cercano pretesti inadeguati.
    Sì certo, anche altri popoli sono stati sterminati, ma non in quella misura e non con un programma predeterminato e portato avanti bestialmente sulla base di un’ idea assurda fatta assimilare– fra menzogne, minacce e ricatti– a migliaia di altre persone succube del genio del male e cretinamente convinte della superorità della loro “razza”.
    Se non si riesce a vedere questo, delle due l’una: o non si conosce la storia (e allora è consigliabile studiarla bene), o con una superficialità senza pari ci si adegua ad argomentazioni proposte da chi cerca labili pretesti per sviare l’attenzione da dati di fatto inconfutabili.
    E a questo punto si può capire il perché di certi gesti puzzolentissimi ( sotto ogni punto di vista) quali quelli di qualche giorno fa.

    28 Gennaio, 2014 - 20:42
  28. Federico

    Certo che riesco a “vedere” e a capire “l’enormità di eventi tragici” e la specificità del genocidio degli ebrei, ma rimango dell’idea che la modalità con cui nelle scuole italiane si affronta la Giornata della Memoria potrebbe e dovrebbe essere diversa, specialmente alla scuola primaria.
    La mia osservazione nasceva da un episodio di cronaca familiare e ho voluto condividerla senza pretendere di convincere nessuno. Si può dissentire senza offendere, in una logica di confronto rispettoso, oppure fare come Marilisa e trovare un pretesto qualsiasi per riversare la propria bile di persona invecchiata male contro chiunque capiti sotto tiro…

    29 Gennaio, 2014 - 9:21
  29. Marilisa

    Qual è il vero problema di Federico?
    Quello di sentirsi sempre offeso quando legge parole che lo colpiscono nel vivo.
    Gli consiglio di farsi curare la sindrome del vittimismo acuto.
    Ma anche quella dell’eterno infantilismo.

    PS
    Io non riverso bile, caro lei, mai fatto in vita mia. Io dico tranquillamente quel che penso, anche se ciò dà fastidio a chi pensa diversamente da me.
    Lei ha le traveggole. Vada anche da un buon oculista.

    29 Gennaio, 2014 - 11:58
  30. Marilisa

    “… la modalità con cui nelle scuole italiane si affronta la Giornata della Memoria potrebbe e dovrebbe essere diversa…”

    La modalità è quella giusta, che a lei piaccia o non piaccia.
    Del resto, se a lei non piace, vada a parlarne direttamente nei consigli di classe o di Istituto. Potrebbe offrire qualche spunto importante.
    Nessuno glielo vieta.

    29 Gennaio, 2014 - 12:04
  31. Alexandros

    Noto che i commenti hanno preso una strada diversa dall’argomento del post.
    A me invece interessa molto l’argomento originario: vorrei Luigi che ne parlassi più ampiamente. Quali aspetti e quali modi della predicazione, dei gesti e delle azioni di Francesco non sono graditi dal clero che incontri?

    29 Gennaio, 2014 - 12:20
  32. Federico

    Marilisa mi ricorda l’arroganza e il linguaggio inutilmente violento e aggressivo del Movimento 5stelle. La stessa pretesa di essere sempre nel giusto e al di sopra di tutti e specialmente di chi non la pensa come lei.
    Valgano le parole del suo segretario Renzi in merito alla “stupidità senza eguali”.

    29 Gennaio, 2014 - 12:38
  33. nicoletta z.

    Vabbè, chi è senza peccato…

    Comunque, aderisco con entusiasmo alla richiesta di Alexandros.

    29 Gennaio, 2014 - 12:50
  34. discepolo

    Propongo come testo per l’aggiornamento del clero e la rieducazione mentale dei riottosi un abbonamento ai fumetti della Marvel e alla rivista Rolling Stones:

    http://techno.lapresse.ca/nouvelles/internet/201401/28/01-4733264-un-graffiti-du-pape-en-superman-tweete-par-le-vatican.php

    Quei vecchi bavosi ed antiquati sacerdoti dovrebbero convincersi che la Chiesa cattolica è ormai un fumetto pop e il papa un Supereroe e un icona rock.
    A proposito se Bergoglio è Superman , Padre Lombardi chi è? L’Uomo-ragno?
    E Parolin Batman?
    🙁

    29 Gennaio, 2014 - 13:16
  35. lorenzo

    discepolo, il testo esiste già senza bisogno di suggerimenti.
    Chiamasi ” Vangelo”.

    29 Gennaio, 2014 - 13:24
  36. Marilisa

    Posso ricordarle, Federico, quello che vuole. Affari suoi.
    A me lei ricorda i bambini piagnucolosi sempre offesi perché punti sul vivo.
    Provi a maturare, se le riesce; non è mai troppo tardi.
    Ascolti le persone “invecchiate male”. Qualche volta può far bene ai pivelli maleducati come lei, glielo assicuro.

    29 Gennaio, 2014 - 13:28
  37. Sara1

    Ai tempi di Benedetto la resistenza sacerdotale condannata era su latino, gregoriano e similia. C’è stato un periodo in cui se ammettevi che ti piacevano le chitarra ti trattavano come un appestato.
    Fortuna il mio sacerdote non cambio’ nulla allora e non ha cambiato niente adesso.
    (Era già bergogliano anche prima in verità)
    Certo i poveri giovani usciti dai seminari con una formazione più conservatrice si troveranno male a vedersi cambiare le carte in tavola.
    Per questo mi piace la continuità: dovessimo cambiare tutta la Chiess ad ogni cambio di Papa sarebbe dura.

    29 Gennaio, 2014 - 13:39
  38. Federico

    Ma perché passare al lei?
    Anche qui vedo un riflesso di grande acume e di spiccata intelligenza.

    29 Gennaio, 2014 - 13:40
  39. Sara1

    Più che le resistenza invece a me colpiscono i riposizionamenti rapidi. Tipo Tornielli o Bruno Forte uno dei pochissimi vescovi ad appoggiare Ratzinger sul pro multis , anche la Scaraffia che oggi vuole le donne cardinali han decisamente cambiato approccio.

    29 Gennaio, 2014 - 13:44
  40. Luigi Accattoli

    Sara: “Bruno Forte uno dei pochissimi vescovi ad appoggiare Ratzinger sul pro multis”. Ti risulta che abbia cambiato idea sul “pro multis”?

    29 Gennaio, 2014 - 15:01
  41. Sara1

    No, però la maggior parte dei vescovi ( anche quelli che magari non Piacciono a Francesco) votarono contro. (Giustamente secondo me).

    29 Gennaio, 2014 - 15:08
  42. discepolo

    Lorenzo propone il Vangelo come testo per i corsi di aggiornamento e rieducazionedel clero. Ingenuo! Il Vangelo pup’essere un testo pericoloso per il modernismo se non opportunamente ripulito di tutta la parte tradizionale ,commentato e censurato da?Vito Mancuso e da Scalfari. Se no dove starebbe l’aggiornamento ,la novita’la rivoluzione?Un testo vecchio di duemila anni non e’proprio una novita’scoperta da Bergoglio e dai rivoluzionari cristianitmoderni. Pensache lo leggeva anche Pio XII! e anche la mia bisnonna!

    29 Gennaio, 2014 - 21:03
  43. discepolo

    Lorenzo propone il Vangelo come testo per i corsi di aggiornamento e rieducazione del clero. alla novita’ della chiesa di Bergoglio. Ingenuo! Il Vangelo puo”essere un testo pericoloso per il modernismo se non opportunamente ripulito di tutta la parte tradizionale ,i miracoli,la Resurrezione,se non opportunamente could?mmentato e censurato da?Vito Mancuso e da Scalfari. Se no dove starebbe l’aggiornamento ,la novita’la rivoluzione?Un testo vecchio di duemila anni sul quale si sono formati generazipni di cristiani? Non direi che e” una strepitosa novita’scoperta da Bergoglio e dai rivoluzionari cristianitmoderni. Pensa che lo leggeva anche Pio XII! e anche la mia bisnonna!

    29 Gennaio, 2014 - 21:08
  44. Marilisa

    “Non direi che e” una strepitosa novita’scoperta da Bergoglio e dai rivoluzionari cristianitmoderni. Pensa che lo leggeva anche Pio XII! e anche la mia bisnonna!”

    Sì, discepolo, anche la mia bisnonna lo leggeva, e tanti altri trisavoli lo leggevano.
    Ma lo leggevano per scorrerne le righe e fermarsi in superficie.
    Come fanno anche tanti fedeli di oggi. Forse anche lei, mi pare di capire.
    Invece si deve imparare ad andare in profondità per cercare il tesoro nascosto, che non è sempre di facile interpretazione.
    E che va inserito in un’ ampia trama evangelica con un unico filo conduttore ( maestro) che a molti sfugge.
    Così va letto il Vangelo; così oggi lo si legge da chi ha capito. Perché la vita umana ha un percorso che porta a scoprire e a risoprire.E questo vale anche per la lettura dei testi sacri, in primis per il Vangelo.

    29 Gennaio, 2014 - 22:25
  45. Marilisa

    Molto equilibrate e giuste le parole di padre A.Spadaro.
    Mi trovo perfettamente d’accordo con quelle del primo link.
    Grazie, Sara.

    29 Gennaio, 2014 - 22:49
  46. lorenzo

    cara discepolo, il vangelo è un testo pericoloso per il modernismo, per il tradizionalismo, per ogni ismo delle scatole con cui non ci stanchiamo di inquinarlo ad ogni nuova generazione.
    I rivoluzionari cristianimoderni esistono perlopiù negli incubi dei tradizionalisti così come i biechi e polverosi cristianireazionari esitono perlopiù nelle fissazioni dei progressisti. Contendenti da operetta divisi grottescamente su tutto, ma accomunati da una cosa: un disperato bisogno di un nemico da impallinare tutti i giorni per ricompattare le loro fila e evitare di affrontare personalmente la verità.
    Che è solo una.
    Il vangelo è testo sommamente pericoloso per ciascuno di noi, me in testa, perché ogni volta che lo leggo toglie la sedia da sotto il sedere alla mia sicumera e alle mie certezze farlocche in fatto di fede e di Cristo.
    Molto meglio un bel rigurgito di bile sul nemico creato apposta che non trovarmi con un pugno di mosche in mano, invece della mia fede…appunto, desolatamente ” mia”, che mi sono pazientemente costruita su misura e che ora difendo persino con ferocia.

    30 Gennaio, 2014 - 1:21
  47. lorenzo

    Link istruttivo, grazie a Sara.
    Parole che non rivoluzionano nulla, piuttosto tornano a ribadire roba: come quasi sempre fa Francesco.
    C’è una sola Chiesa , quella vera, di fede di uomini e di carne , che c’è adesso.Non ce n’è una dell’età dell’oro a cui ritornare, e non ce n’è una delle mirabili sorti e progressive da vagheggiare.
    Soprattutto non ci sono le microchiese individuali in cui mi faccio micropapa e- gia che ci sono – microdio.
    Umiltà, fedeltà & obbedienza, preghiera per la Chiesa.
    Le nostre bisnonne tirate in ballo sopra avevano probabilmente minori strumenti culturali a disposizione rispetto a noi e certamente nessun strumento tecnologico per approfondire la Parola e la vita della Chiesa.
    Ma sicuramente ci davano punti in quantità in umiltà, fedeltà & obbedienza, preghiera.

    30 Gennaio, 2014 - 13:05
  48. discepolo

    Padre Lombardi si indigna per la “rozzezza” dell’articolo della rivista Rolling Stone che elogiando Francesco insulta pesantemente Benedetto.
    Ma badate bene si indigna non perchè si insulta Benedetto! No , figuriamoci quello chissenefrega l’hanno insultato per anni , è una simpatica consuetudine della stampa!
    Si indigna perchè “non rende un buon servizio a Francesco”
    eh certo, forse se ne stanno accorgendo ( meglio tardi che mai) anche in Vaticano che continuare a fare confronti fra i due papi, insultando il predecessore e portando alle stelle l’attuale, ridicolizza e banalizza il ruolo stesso del papato.
    comunque la prosa dell’articolo di Rolling Stone è molto divertente (sembra scritto da Matteo):
    “Il tradizionalista cocciuto (leggi Benedetto) è stato sostituito da uno che nel “bilocale” ( cioè Santa Marta) è più consono allo stile del figlio del capo
    (il figlio del capo penso sia Gesù)
    Che stile , ragazzi!

    http://www.korazym.org/12571/insultare-benedetto-xvi-va-ancora-di-moda/

    30 Gennaio, 2014 - 13:55
  49. lorenzo

    cioè noi stiamo a commentare un commento ad un articolo di commento sulle differenze – solita brodaglia arcinota e arcipompata- tra i 2 papi viventi?
    un altro bel colpo al tritacarne, e via

    30 Gennaio, 2014 - 14:10
  50. Sara1

    Basta Discepolo, Lombardi ha risposto benissimo, basta con i confronti, basta.

    30 Gennaio, 2014 - 14:14
  51. Sara1

    E poi se frequentasse gli ambienti da Rolling Stone vedrebbe come positivo il fatto che non usano l’immagine del Papa solo come bersaglio per le freccette …

    30 Gennaio, 2014 - 14:16
  52. Marilisa

    “Ma sicuramente ci davano punti in quantità in umiltà, fedeltà & obbedienza, preghiera.”

    Tu dici, Lorenzo?
    Rispetto le tue opinioni, ma sinceramente “umiltà, fedeltà & obbedienza” senza un minimo di senso critico a me paiono, piuttosto, “paura” più che valori.
    Se ci fai caso, anche certi animali domestici sono “umili”, fedeli e obbedienti ai loro padroni. I quali infatti li adorano e li preferiscono, a volte, agli esseri umani dai quali possono avere delle noie o “rogne” che dir si voglia.
    Facci un po’ caso.
    Sulla “preghiera”, invece, posso darti ragione.

    30 Gennaio, 2014 - 15:27
  53. lorenzo

    E chi lo dice, Marilisa, che il “senso critico” delle persone non fosse presente anche tra le bisnonne?
    Certo: la tanto decantata da alcuni oggi ” società cristiana” era fondamentalmente cristiana nelle forme, nei ritmi, nelle abitudini, nella ” cultura” , piu’ che nella fede. E molti , dei quasi tutti cristiani che erano allora, lo saranno stati semplicemente perché quella era la strada battuta da tutti, non ce ne stavano altre…
    Eppure io sono abbastanza vecchio per avere conosciuto benissimo ancora certi personaggi da paese, parlanti esclusivamente in dialetto, di istruzione basica, ma con delle uscite , delle affermazioni, delle battute, e dei gesti di vita originali, autentici, concreti e farciti di fede cristiana appresa, digerita, interpretata e messa in opera: veri piccoli capolavori di vangelo, direbbe forse Luigi.
    Voglio dire che non è detto che la maggior preparazione e la maggior informazione, unite alle enormi possibilità che ognuno di noi oggi ha, si traducano automaticamente in una lettura del vangelo “piu'”….
    Piu’ , cosa?
    Critica? Scientifica? Preparata? Contestualizzata? Comparata?
    2000 e pussa anni di cristianesimo stanno a dimostrare che , accanto a superstiziosi, devoti superficiali, bigotti di ultima e fedeli di facciata& convenienza ( tutte categorie che peraltro sussistono e sono floride anche oggi) c’è stata una folla di santi& martiri, di cristiani autentici doc che hanno fatto la bellezza e la ricchezza della chiesa.
    La laurea , nemmeno quella in teologia, non è mai stato un requisito per leggere il vangelo.Men che meno per viverlo.

    30 Gennaio, 2014 - 16:26
  54. Marilisa

    E infatti io, Lorenzo, non ho parlato di laurea. Né di particolare preparazione in qualsivoglia disciplina. Non l’ho fatto.
    Tanto è vero che molti laureati di oggi, o diplomati di vario genere, dimostrano, in fatto di religione e di fede, un’ arretratezza ed un modo di fare tipico di chi molti anni fa–laureato o no– non si poneva problemi di nessun genere e “obbediva” umilmente(!) a chi dettava legge in questo campo.
    Vangelo e Bibbia non mancavano nelle case, ma rimanevano lì a far bella mostra di sé negli scaffali. Qualche volta una rapida scorsa e via.
    Sì, in passato c’erano anche quelli che pensavano e riflettevano ed arrivavano a conclusioni proprie, ma erano in minoranza.
    Le chiese erano piene di gente che andava a messa (in latino) per non incorrere in peccato mortale.
    Recitavano rosari in continuazione ( anche durante la Messa) per acquisire meriti propri, o per qualche ammalato, più che per il bene dell’umanità tutta. Quindi alquanto egoisticamente, direi.
    La maggior parte erano persone– acculturate o meno– che “obbedivano” per pura sottomissione, e dicevano se richiesti:lo faccio “per il sicuro”.
    Hai capito quel che voglio dire?
    E ancora oggi non pochi fedeli (?) sono tali “per il sicuro”.
    La maggioranza però oggi vuol rendersi conto davvero delle cose.
    E se non vede credibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla in pieno, non va a Messa e prega poco, almeno esteriormente. Ma intimamente magari lo fa. E soprattutto aiuta il prossimo, e questa è carità vera. Questo è, a parer mio, Vangelo.
    Le chiese sono meno piene, ma in genere la fede è più matura in buona parte di quelli che ce l’hanno, la fede.
    Ecco perché c’è bisogno di persone che sappiano rievangelizzare, ossia avvicinare alla gente il Vangelo nel modo giusto, più pratico che teorico.
    E come puoi capire, la laurea o il diploma non c’entrano un bel niente in questo discorso.

    30 Gennaio, 2014 - 17:37
  55. lorenzo

    Sì, ti ho capito, Marilisa.
    Sul passato, come ho detto sopra, in molti casi era veramente così come tu scrivi.
    Sul presente il tuo ragionamento non fa una grinza, se non per il fatto che , ad attenersi a quanto tu dici, si rischia di sopravvalutare il momento del rendersi conto personale, della verifica individuale delle credibilità, di privilegiare insomma la dimensione individualistica ( prego intimamente, faccio comunque la carità). Le parole di Francesco stamattina, per nulla nuove, ma molto chiare, parlano proprio di questo: il cristiano non è un battezzato che riceve il Battesimo e poi va avanti per la sua strada.Non si può amare Cristo senza la Chiesa; ascoltare Cristo ma non la Chiesa; stare con Cristo al margine della Chiesa.
    Il senso critico è una benedizione, un buon vaccino contro la creduloneria e la superficialità. Basta però non farne la bussola di orientamento esclusivo…

    30 Gennaio, 2014 - 18:00
  56. Sara1

    Dove li vede i bigotti oggi? Oggi in Chiess ci vai se sei convinto e magari ti prendi pure gli sfotto’.
    Al posto dei bigotti di ieri (come se tutti fossero stati tali) ci dono persone che non vanno più in Chiesa secondo il nuovo costume dei più, crede che sian tutti novelli Kant e facciano servizio alla Caritas?
    Ma dai…

    30 Gennaio, 2014 - 18:01
  57. Sara1

    Infatti, basta andare in giro per vedere il senso critico del nostro paese, siamo praticamente sull’orlo del baratro.

    30 Gennaio, 2014 - 18:03
  58. lorenzo

    Ben, diciamo che un sano senso critico messo a bagno nell’umiltà , confrontato giornalmente con la fedeltà e l’ubbidienza e governato dalla preghiera sarebbe la quadratura del cerchio.
    Quanto ai bigotti, è vero quel che dice Sara: come per le stagioni, non ci son piu’ i bigotti di una volta.
    Ma ce ne sono comunque, anche se sotto nuove forme.

    30 Gennaio, 2014 - 18:15
  59. Luigi Franti

    Cara discepolo, il leccaculismo clericale nei confronti di papa Francesco è senza limiti e seppellirà nel ridicolo questo pontificato (deboluccio già di suo, temo, ma perlomeno ben intenzionato).

    30 Gennaio, 2014 - 18:16
  60. lorenzo

    Caro Franti, a proposito di leccaculismo clericale, come la mette con quanto riporta Luigi in questo stesso post….:”Girando l’Italia per questi incontri sul Papa nuovo m’avvedo che i chierici gli resistono più del popolo. Suggerisco ai preti di tenere in conto il sentimento dei fedeli.”

    30 Gennaio, 2014 - 18:18
  61. Marilisa

    Sara, la religione è una sfera a sé stante, tutta particolare.
    Non puoi mescolare quel che vedi nella vita sociale con il mondo della fede.
    Sono due campi abbastanza diversi, direi.
    E a questo punto si potrebbe dire molto di più.
    Comunque, senza scomodare Kant, l’ ideale sarebbe riuscire a far capire alla gente che l’ agire di ciascuno non riguarda solo sé stessi ma anche tutti gli altri, e questo significherebbe promuovere il Bene di tutti, cioè la volontà del Signore. Sarebbe un bel passo avanti.
    A te questo discorso riesce nuovo?

    30 Gennaio, 2014 - 18:27
  62. Sara1

    Sul bene comune veramente basterebbe il catechismo e la dottrina sociale.
    Soprattutto, dati i tempi, alla voce non rubare, se si seguissero volando raso raso queste indicazioni senza voli pindarici hai voglia il bene comune!!

    30 Gennaio, 2014 - 18:33
  63. Marilisa

    “…non ci son piu’ i bigotti di una volta.”

    Mica vero! Basta guardare quel tale del “leccaculismo”, e a me viene da pensare subito ai bigotti di una volta.

    30 Gennaio, 2014 - 18:33
  64. Marilisa

    Sara, io il catechismo lo conosco. Molti altri invece no.
    Tu sei catechista? Tuo marito è catechista? Allora, fate assimilare bene a ragazzi ed adulti quello che è scritto in quella parte che hai postato.
    È molto importante.
    Fate in modo che la loro coscienza venga formata a quei princìpi sacrosanti, in modo che non li dimentichino.

    30 Gennaio, 2014 - 20:10
  65. Grazie Pietro
    (p.s. Il mio nipotino si chiama Pietro. E mi auguro amerà la musica)

    31 Gennaio, 2014 - 7:38
  66. luca73

    Io vorrei pregare tutti di smetterla con questi giudizi (stile novella2000) sui Papi e pregare invece per loro (Benedetto e Francesco), ringraziando lo Spirito Santo che ha chiamato questi Santi Uomini a guidare la Chiesa.

    La loro è la stessa Chiesa e la stessa fede. Benedetto doveva ridare ragioni ai cristiani, mentre Francesco cerca di parlare alle 99 pecorelle che sono fuori dall’ovile, per farle incontrare con Cristo e la sua misericordia. Tutto qua.

    Fra l’altro, mi permetto di ricordare ancora una volta le parole di Francesco all’Angelus di domenica 18 agosto, che sembrano una palese citazione del discorso di Ratisbona del 2006 di Benedetto (magari in termini più accessibili al pubblico meno dotto):
    “Il Vangelo non autorizza affatto l’uso della forza per diffondere la fede. È proprio il contrario: la vera forza del cristiano è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza.
    Fede e violenza sono incompatibili”.

    E nell’omelia di ieri a Santa Marta (ma questo è stato ampiamente detto dagli amici del blog), Francesco è tornato sul fatto che non può esservi “dicotomia” tra Cristo e la Chiesa.
    “E’ una dicotomia assurda. Il messaggio evangelico noi lo riceviamo nella Chiesa e la nostra santità la facciamo nella Chiesa, la nostra strada nella Chiesa”.

    Il “sensus ecclesiae” – continua Papa Francesco, citando a più riprese il predecessore Papa Paolo Vi – è “proprio il sentire, pensare, volere, dentro la Chiesa”.
    Ci sono “tre pilastri di questa appartenenza, di questo sentire con la Chiesa. Il primo è l’umiltà”, nella consapevolezza di essere “inseriti in una comunità come una grazia grande”.
    Il secondo pilastro è la fedeltà, “che va collegata all’ubbidienza”.
    “Fedeltà alla Chiesa; fedeltà al suo insegnamento; fedeltà al Credo; fedeltà alla dottrina, custodire questa dottrina.
    Umiltà e fedeltà. Anche Paolo VI ci ricordava che noi riceviamo il messaggio del Vangelo come un dono e dobbiamo trasmetterlo come un dono, ma non come una cosa nostra: è un dono ricevuto che diamo. Perché noi abbiamo ricevuto e dobbiamo dare un Vangelo che non è nostro, che è di Gesù, e non dobbiamo – diceva Lui [Paolo VI] – diventare padroni del Vangelo, padroni della dottrina ricevuta, per utilizzarla a nostro piacere”.
    Il terzo pilastro è un servizio particolare: “pregare per la Chiesa”. “Come va la nostra preghiera per la Chiesa? Preghiamo per la Chiesa? Nella Messa tutti i giorni, ma a casa nostra, no? Quando facciamo le nostre preghiere?”. Pregare per tutta la Chiesa, in tutte le parti del mondo.
    “Che il Signore – ha concluso Papa Francesco – ci aiuti ad andare su questa strada per approfondire la nostra appartenenza alla Chiesa e il nostro sentire con la Chiesa”.

    Siete sicuri che vi sia proprio rottura fra Papa Francesco e i suoi predecessori?
    Siete convinti che il giudizio di Rolling Stones, di Scalfari e di altri adepti del pensiero debole sia corretto?
    A me non pare.

    31 Gennaio, 2014 - 8:46
  67. Sara1

    Ci sono grandi continuità soprattutto perché qualcuno negli anni scorsi aveva sbagliato ad incasellare Benedetto un uno schema molto limitato.

    Grazie per il video Pietro.
    🙂

    31 Gennaio, 2014 - 8:57

Lascia un commento