Ormai solo Bergoglio dice “non farai soldi con i soldi”

“Il soldo fa soldo” dice un proverbio ma è stata lunga nei secoli l’avversione ai trafficanti di denaro. Con Aristotele e con la Torah si pensava che “il denaro non può partorire denaro”. Oggi a vederla così pare sia restato solo Bergoglio che il 7 settembre ha detto fresco fresco al “Sole 24 Ore” che “è sbagliato pensare di fare soldi con i soldi”. Un mese prima parlando ai suoi aveva argomentato che “la finanza mondiale somiglia alla catena di Sant’Antonio”.

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato.

    Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/

    Nei commenti che seguono altri spilli delle ultime settimane.

    17 Settembre, 2018 - 21:42
  2. Luigi Accattoli

    Montini che diceva “non diventerò santo”. Papa Montini il 14 ottobre sarà proclamato santo e fa curiosità leggere i suoi appunti sulla santità e tra essi uno – forse del 1948 – in cui esclama: “Temo che non diventerò mai santo”; e alla pagina seguente: “Temo che mi farò santo”. “Chi sia il santo” fu già una questione dibattuta da Socrate nel dialogo con Eutifrone e poi – nei secoli – da mille altri. Ma forse Montini ha un’esclusiva: d’aver espresso nella stessa giornata un timore e il suo contrario.

    Spillo pubblicato a pagina 5 della “Lettura” del 9 settembre 2018.

    17 Settembre, 2018 - 21:43
  3. Luigi Accattoli

    Sporcizia cioè cacca. Il 25 agosto Bergoglio incontra a Dublino, in nunziatura, otto vittime di preti pedofili e confessa che gli abusi sessuali e la loro copertura sono “cacca”. L’interprete così chiarisce l’oscura parola: “sporcizia che si vede in un bagno”. In riferimento agli stessi orrori il cardinale Ratzinger aveva detto: “Quanta sporcizia nella Chiesa”. Con il pastore argentino la sporcizia del teologo tedesco si appalesa come cacca: Papa che vai, linguaggio che trovi.

    Spillo pubblicato a pagina 12 della “Lettura” del 2 settembre 2018.

    17 Settembre, 2018 - 21:43
  4. Luigi Accattoli

    Qualcuno si diverte a fare il Papa. “Pregate per me: questo lavoro non è facile ma – e forse questa è un’eresia – abitualmente è divertente”: così Francesco il 1° agosto parlando a un gruppo di “Gesuiti in formazione”. Chissà che voleva dire. I glossatori azzardano ragguagli. Uno del chiassoso Jacopone da Todi che così ammoniva Celestino V: “Se l’officio te deletta / ben è vita maledetta”. Un altro del cardinale Giacomo Biffi maestro di motti: “Io mi diverto molto a fare l’arcivescovo di Bologna”.

    Spillo pubblicato a pagina 11 della “Lettura” del 19 agosto 2018.

    17 Settembre, 2018 - 21:44
  5. Luigi Accattoli

    C’è il Papa sul divano. Freud ha divulgato l’idea che lo stare distesi liberi la mente e quel convincimento è coltivato oggi da molti senza scomodare la psicanalisi. L’architetto Mario Bellini confidava al Corsera dell’8 luglio che le idee gli vengono “disteso a letto”, quando “la mente si espande, diventa un luogo”. Prima di lui Papa Ratzinger aveva raccontato che per “ponderare bene una questione” si distende sul divano: “Non posso farne a meno” (Ultime conversazioni, Garzanti 2016).

    Spillo pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del 5 agosto 2018.

    17 Settembre, 2018 - 21:44
  6. Luigi Accattoli

    Poveri cedri e poveri noi. “Cadono i cedri del Libano” è immagine biblica per dire che arriva la fine del mondo o qualcosa di simile: la trovi in Isaia 2, 13. “Per lo continuo trattare con donne cadono i cedri incorruttibili del Libano” (Scaramelli, Direttorio ascetico, 1774) ammonivano i moralisti. Ma ora pare che i cedri delle montagne libanesi cadano davvero, minacciati dal caldo e da un nuovo parassita. Dall’insidia del sesso a quella del clima lunatico: poveri cedri e poveri noi.

    Spillo pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del 29 luglio 2018.

    17 Settembre, 2018 - 21:44
  7. Pasquale VILARDI

    Quello che il Papa pensa sul denaro era stato oggetto di una mia riflessione non ricordo se pubblicata sul sito di C3 dem nel febbraio 2015. La ripropongo offrendola alla riflessione attuale. Purtroppo da allora nulla è cambiato ( semmai in peggio:

    “I classici dell’ economia ci insegnano che la moneta di per sè non è un bene o meglio lo è nella misura in cui è rappresentativa di beni sottostanti cioè dell’economia reale. Essa è stata adottata per facilitare gli scambi di beni ed è stata,fino ai 1971, ancorata a beni reali ( da ultimo l’oro) . Dunque se l’economia reale non produce ( o potenzialmente potrebbe produrre) beni (o servizi) a nulla vale immettere nei sistemi economici liquidità (come hanno fatto gli USA e più di recente la BCE con il quantittive easyng) se tale disponibilità di risorse finanziarie non riesce a mobilitare i fattori delle produzione per tonificare il sistema produttivo secondo linee programmatiche ben precise o, peggio ancora , come è accaduto nel recente passato, se tale liquidità finisce per accrescere i patrimoni delle banche.
    Non vorrei banalizzare il concetto ma estremizazre per capire e far capire. E’, infatti, di tutta evidenza che se, paradossalmente, non ci fossero più beni da scambiare, il possesso di moneta equivarrebbe a quello di carta straccia .E se i soggetti economici sono interessati più all’accumulo di beni finanziari che a produrre beni e servizi si va senz’altro in questa direzione.
    Dunque, prioritario imperativo per la classe dirigente, in primis quella politica, è quello di valorizzare e organizzare tutte le risorse disponibili ( strutture materiali , competenze culturali e professionali – umane e imprenditoriali, ecc) sia per accrescere la ricchezza della comunità sia per realizzare finalmente un contesto in cui ogni cittadino si senta valorizzato per le proprie capacità. Non si insisterà mai abbastanza sull’importanza che scuola e ricerca hanno per un sano sviluppo economico”.

    18 Settembre, 2018 - 14:42

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