Parlando in aereo con i giornalisti Francesco ha detto una parola importante sulla possibilità di ordinare anziani sposati “solo” per assicurare la celebrazione dei sacramenti (Eucarestia, Penitenza, Unzione degli infermi) nelle comunità prive di sacerdoti celibi. Ha parlando anche dell’aborto, del dramma venezuelano, della convocazione episcopale di febbraio sugli abusi, dei migranti. Alle parole del Papa su questi quattro temi dedicherò un altro post domani. Qui riporto per intero le parole sull’ordinazione degli “anziani sposati” e alla fine metto quattro mie noterelle.
Ordinare anziani sposati solo per celebrare i sacramenti
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Per necessità pastorale. Papa su anziani sposati 1. Domanda della giornalista francese Caroline Pigozzi: “Abbiamo visto per quattro giorni tutti questi giovani pregare con molta intensità. Si può immaginare che tra tutti questi giovani alcuni vogliano entrare nella vita religiosa, si può anche pensare che un certo numero abbia la vocazione. Forse qualcuno sta esitando pensando che è un cammino difficile senza potersi sposare. E’ possibile pensare che nella Chiesa cattolica, seguendo il rito orientale, Lei permetterà a degli uomini sposati di diventare preti?”
Francesco: «Nella Chiesa Cattolica, nel rito orientale, possono farlo, e si fa l’opzione, celibataria o come sposo – prima del diaconato. [Caroline Pigozzi: Ma adesso, con la Chiesa Cattolica di rito latino, si può pensare che Lei vedrà quella decisione?] Di rito latino… Mi viene in mente quella frase di San Paolo VI: “Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato”. Mi è venuta in mente e voglio dirla, perché è una frase coraggiosa, in un momento più difficile di questo, ‘68/’70… Personalmente, penso che il celibato sia un dono per la Chiesa. Secondo, io non sono d’accordo di permettere il celibato opzionale, no. Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nelle località più remote – penso alle isole del Pacifico… Ma una cosa è pensare quando c’è necessità pastorale, lì, il pastore deve pensare ai fedeli”.
Leggete il padre Lobinger. Papa su anziani sposati 2. C’è un libro di padre Lobinger, è interessante – questa è una cosa in discussione tra i teologi, non c’è decisione mia. La mia decisione è: celibato opzionale prima del diaconato, no. È una cosa mia, personale, io non lo farò, questo rimane chiaro. Sono uno “chiuso”? Forse. Ma non mi sento di mettermi davanti a Dio con questa decisione. Tornando a padre Lobinger, ha detto: “La Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia la fa la Chiesa” Ma dove non c’è Eucaristia, nelle comunità – pensi lei, Carolina, alle Isole del Pacifico… [Carolina Pigozzi: in Amazzonia, anche]… forse lì… in tanti posti… dice Lobinger: chi fa l’Eucaristia? In quelle comunità i “direttori”, diciamo, gli organizzatori di quelle comunità sono diaconi o suore o laici, direttamente. E Lobinger dice: si può ordinare un anziano, sposato – è la sua tesi – si potrebbe ordinare un anziano sposato, ma soltanto che eserciti il munus sanctificandi, cioè che celebri la Messa, che amministri il sacramento della Riconciliazione e dia l’Unzione degli infermi. L’ordinazione sacerdotale dà i tre munera: regendi – governare, il pastore –; docendi – insegnare – e sanctificandi. Questo viene con l’ordinazione. Il vescovo darebbe soltanto le facoltà per il munus sanctificandi: questa è la tesi. il libro è interessante. Forse questo può aiutare a pensare al problema. Io credo che il problema dev’essere aperto in questo senso, dove c’è problema pastorale, per la mancanza di sacerdoti.
Già Benedetto XVI. Papa su anziani sposati 3. Non dico che si debba fare, perché non ho riflettuto, non ho pregato sufficientemente su questo. Ma i teologi devono studiare. Un esempio è il padre Lobinger… lui era un fidei donum, in Sud Africa… è già anziano. Faccio questo esempio per significare i punti dove si devono fare. Parlavo con un officiale della Segreteria di Stato, un vescovo, che ha dovuto lavorare in un Paese comunista all’inizio della rivoluzione; quando hanno visto come andava quella rivoluzione – negli anni Cinquanta, più o meno – i vescovi hanno ordinato di nascosto dei contadini, bravi, religiosi. Poi, passata la crisi, trent’anni dopo, la cosa si è risolta. E lui mi diceva l’emozione che aveva avuto quando, in una concelebrazione, vedeva questi contadini, con le mani da contadino, mettersi il camice per concelebrare con i vescovi. Nella storia della Chiesa, questo è accaduto. E’ una cosa da studiare, da ripensare, e da pregare. [Caroline Pigozzi: ci sono quei protestanti che sono diventati cattolici…] Sì, lei mi chiede di quello che aveva fatto Papa Benedetto, è vero. Io avevo dimenticato questo: “Anglicanorum coetibus”, i sacerdoti anglicani che sono diventati cattolici e mantengono la vita [coniugale], come fossero orientali. Ricordo a un’udienza del mercoledì ne ho visti tanti, col colletto, e tante donne con loro e bambini per mano ai preti…, e mi hanno spiegato com’era la cosa. E’ vero: grazie per avermelo ricordato.
Sinodo dell’Amazzonia. E’ la prima volta che Francesco entra nel merito della questione denominata “viri probati”, che lui traduce con “anziani sposati”. Non è la soluzione cosiddetta della “doppia via”, tipica delle Chiese orientali, anche cattoliche, dove il candidato al sacerdozio può scegliere tra l’andarvi dopo celebrato il matrimonio o da celibe. Le due vie si somigliano quanto all’ammissione di sposati all’ordine presbiterale, ma le distinguono tre elementi: gli “anziani sposati” non potranno essere ventenni-trentenni che si sposano prima dell’ordinazione, ma saranno solo dei veri anziani; non saranno selezionati vocazionalmente e per autocandidatura nei seminari, alla pari dei celibatari, ma saranno chiamati al ministero per necessità; avranno conferita la sola funzione di celebrazione dei tre sacramenti (Eucarestia, Penitenza, Unzione degli infermi) che richiedono il ministro ordinato e non avranno i compiti di insegnare e di governare la comunità. Il Papa nella sua conversazione ha accennato all’Oceania, ma vi sono anche zone dell’Asia (per esempio il Laos) e delle Americhe (molti paesi dell’America Latina) dove la mancanza del clero celibatario è drammatica. In ottobre si farà in Vaticano il Sinodo dell’Amazzonia e in esso la questione verrà trattata. Trovo che le parole dette dal Papa in aereo siano una buona introduzione a una trattazione informata.
Preti per domani. Il teologo nominato dal Papa in aereo, Fritz Lobinger, 90 anni, è un vescovo emerito tedesco (è stato missionario in Sudafrica fra il 1987 e il 2004), che ha trattato la questione in varie pubblicazioni, tra le quali una tradotta in italiano dalla Emi, “Preti per domani. Nuovi modelli per nuovi tempi”: http://www.emi.it/preti-per-domani
Un lascito di Benedetto. Il Papa in aereo ha fatto riferimento alla decisione di Benedetto XVI di accettare che venissero riordinati con il rito cattolico sacerdoti sposati provenienti da comunità anglicane. Il rimando è alla costituzione apostolica con cui Papa Ratzinger accoglieva nel 2009 nella Chiesa cattolica “gruppi di anglicani” (Anglicanorum coetibus è il titolo latino). Quel documento stabiliva che in deroga alla legge attuale – come è definita nel canone 277: “I chierici sono vincolati al celibato” – gli “ordinariati personali” anglicano-cattolici potranno chiedere al Papa “caso per caso” di poter ordinare preti “anche uomini sposati”. Non solo dunque è previsto – come già avvenuto più volte lungo gli ultimi decenni – che vengano ammessi al sacerdozio della Chiesa Cattolica gli attuali preti anglicani sposati, ma che preti sposati vi siano anche in futuro “secondo criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede”. Le “Norme complementari” pubblicate insieme alla Costituzione specificano che tali criteri avranno di mira “le necessità dell’ordinariato”. Vale a dire che l’autorizzazione verrà data quando l’ordinazione di un uomo sposato risulti necessaria per garantire la celebrazione dell’Eucarestia a una comunità che non possa essere servita altrimenti.
Ratzinger annata 1971. Il giovane Ratzinger nel saggio “Fede e futuro” (Queriniana, Brescia 1971, p. 115) aveva previsto per l’intera Chiesa Cattolica che un giorno si sarebbe arrivati – per necessità e restando vigente la norma del celibato – all’ordinazione di “cristiani provati (viri probati) che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura d’anime sarà normalmente esercitata in questo modo; ma accanto a queste forme sarà indispensabile la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora”.
Insomma… Un prete di serie B. Deludente…
Alberto Farina
Mi pare una soluzione “brillante” che non sconvolge la tradizione.
Caro Luigi, dato che si parla di Sacramenti, questa notizia che ha coinvolto padre Geissler sinceramente mi sconvolge.
https://www.lastampa.it/2019/01/29/vaticaninsider/si-dimette-capo-ufficio-della-dottrina-della-fede-accusato-di-molestie-da-unex-suora-5oH4YEylI7ghZvKjlk7l0L/pagina.html
Premesso tutto il garantismo nei confronti dell’ex officiale della CDF che saprà difendersi nelle opportune sedi, io sono abbastanza “devastato”.
Non ho ricette in merito, -potrei dirti che andrebbe ripristinato l’obbligo dei vecchi confessionali- e chiamiamoli con in loro nome “Confessionali ante Concilio Vaticano II ma non so fino a che punto sarebbe un deterrente. D’istinto però ti direi di sì.
La mente mi torna a quando ero educatore in Parrocchia e i giovani e giovanissimi mi esprimevano parlando in maniera rigorosamente generale il loro timore della Confessione a tu per tu.
Luigi dimenticavo una parte importante nel precedente mio commento: ti ringrazio per lo spazio che vorrai nella tua libertà concedermi sul Tuo Blog in merito a quanto scritto
Rif. 29 gennaio ore 19.00 – Secondo caso
E’ il secondo caso, in pochi anni, di importanti “capetti” della Congregazione della dottrina della fede che vengono alla ribalta per situazioni che non concernono nè la dottrina nè la fede. Per di più sono uomini di “lungo e provato corso”, appartenenti all’età dell’oro – di qualche decennio fa – della fermissima e rigorosissima ortodossia. Applicata agli altri.