Oggi sono a TV2000 per il Papa a Bologna dalle 14.00 alle 19.00. Mi hanno chiamato anche perché sono stato bolognese per tre anni, dal 1973 e il 1975. Nelle pause della diretta forse inserirò notizie e parole di Francesco, oppure lo farò in serata. Vai al primo commento e buona domenica.
Oggi sono a TV2000 per il Papa a Bologna
74 Comments
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Predicazione e contagio. Considero le visite del Papa alle città italiane un buon momento per intendere la sua predicazione alla nostra società e anche per cogliere qualche elemento del contagio che Francesco esercita verso i lontani sia dalla Chiesa sia da lui. Così è stato a Milano il 25 marzo, così penso sarà a Bologna.
Effettivamente un comizio ineccepibile, peccato che sia stato tenuto sul sagrato di una chiesa, davanti a persone accorse per pregare.
Domanda a Luigi Accattoli.
Ho letto che il pranzo domani si terrà DENTRO la CATTREDALE DI BOLOGNA.
ora mi chiedo. Non c’erano altri luoghi dove fare il pranzo se non la cattedrale?
La Chiesa Cattedrale è ancora considerata un luogo di culto a Dio o viene trasformata in una sala mensa?
Che messaggio si vuole dare? che le chiese devono trasformarsi in sale banchetto, in sale da the’, in luoghi conviviali , smettendo di esser quindi SPAZIO SACRO, spazio liturgico , spazio dedicato al culto di Dio?
Mangiando e trincando davanti al Santissimo Sacramento ( e anche facendo altro , visto che sono stati messi dei WC chimici) come ci si sente , più moderni? Buon Pranzo a tutti !
NON C’ ERANO ALTRI SPAZI PIU’ IDONEI?
persino i monaci hanno il REFETTORIO e la CAPPELLA.
scambiare la Cattedrale per il Refettorio che senso ha ? ( se ha un senso ?)
http://blog.messainlatino.it/2017/09/il-pranzo-in-basilica-e-una.html
http://www.marcotosatti.com/2017/10/01/san-petronio-bologna-ah-no-scusate-era-una-previsione-per-il-futuro-aspettando-i-salafiti/
Dovresti essere contenta Maria Cristina del pranzo in chiesa, visto che sei una che ci tiene alla tradizione cattolica
http://www.lastampa.it/2017/10/01/vaticaninsider/ita/vaticano/quei-poveri-che-pranzano-in-chiesa-e-laccusa-di-profanazione-uLUgbqrmYi7EmAeuCq22xM/pagina.html
Cristina vicquery
La strana manìa di fare i pranzi dentro le Chiesa pare derivi dalla Comunità di sant’Egidio.
ma l’idea dei cessi chimici dentro lo spazio sacro di una cattedrale questa non si era mai sentita.. è il nuovo che avanza!
anzi, direi che a questo punto fanno un favore a Nostro Signore se spostano il tabernacolo con le Ostie consacrate FUORI dalla cattedrale, magari nella sacrestia.
Gesù Cristo fuori, tutti gli altri dentro a banchettare. una bella immagine della NUOVA CHIESA. per fortuna al card. Caffarra il Padre Eterno nella sua misericordia ha risparmiato questa buffonata.
vi immaginate , sarebbe immaginabile , una simile trovata in una sinagoga o in una moschea?
ve lo immaginate i musulmani . così attenti alla sacralità, tanto da togliersi persino le scarpe quando entrano in moschea, fare un banchetto dentro una moschea?
ve li immaginate gli ebrei ortodossi , così ligi alla sacralità, da coprirsi il capo quando entrano in sinagoga, bere e mangiare dentro una sinagoga?
ve lo immaginate Gesù, che cacciò i mercanti dal CORTILE del Tempio, se entrato nel SANCTA SACTORUM del Tempio di Gerusalemme vi avesse trovato gente seduta a pranzo a mangiarsi i tortellini?
San Petronio non è la cattedrale ma la basilica civica di Bologna. Ciò non toglie che non sia una mensa e che quello che si faceva secoli fa per mancanza di altre strutture oggi si poteva benissimo predisporre in altri spazi di cui dispone la città (diocesi, comune, regione, associazioni ed enti pubblici..).
Vedere apparecchiare e imbandire un luogo destinato all’adorazione è una cosa che può divertire, ma immaginare centinaia di persone che mangiamo, bevono, chiacchierano in luoghi destinati al culto e alla preghiera…
Oltretutto so da amici bolognesi che molti sacerdoti hanno cercato di convincere Mons Zuppi a cercare altre soluzioni, ma il simpatico vescovo non ne ha voluto sapere e ha pure risposto sgarbatamente. È a Bologna da un anno e ha già profanato San Petronio, non oso immaginare cosa potrà combinare in futuro, tra una battuta di spirito e un’altra…
Un bolognese non l’avrebbe mai fatto.
La cosa che mi ha più colpito di questa visita, che ho seguito in tv, è stato il comizio di Bergoglio, con tanto di elogio (=propaganda) del “modello Emilia”, un modello sempre più costoso e sempre meno efficiente. Ma chi ha consultato il Papa, un agitprop della sezione Palmiro Togliatti? La Camera del Lavoro? Mi aspetto che parlasse di Cristo e della beata Vergine di San Luca e invece…
Speriamo che almeno San Domenico…
E’ ormai molto tempo che le chiese vengono usate per tenerci conferenze o concerti . Non c’e’ dunque da scandalizzarsi se ci si organizza un pranzo .
Quello che mi pare invece un po’… forte , è installare dei bagni chimici all’interno della Chiesa!
E’ pur vero che le funzioni fisiologiche sono cose naturali ma …..
Marco 11, 16
” e non permetteva che si portassero recipienti attraverso il tempio ”
(Et non sinebat ut quisquam transferret vas per templum”
Gesù non permette’ lo scempio mondano del Tempio Sacro di G erusalemme , prendendo a nerbate i mercanti del tempio , i cambiavalute,
appellandosi ad ISAIA “56, 7: “quia domus mea domus orationis”
“Perchè la mia casa è casa di PREGHIERA2
cioè SOLO DI PREGHIERA, non di scambi mondani, profani.
Ma come si può, mi chiedo , FARE UNO SCEMPIO SIMILE?
Ripeto non c’era altri posti disponibili per il banchetto?Non si poteva fare altro OK, la necessità…ma .. se c’erano altri posti dove fare il banchetto, perchè?
Oppure lo si è fatto volutamente? e se lo si è fatto volutamente, è per dimostrare cosa? che la Casa del Signore, il Tempio, non è la Casa di Orazione ma una mensa conviviale, un luogo come un altro, dove tutti si ritrovano?
E perchè si vuole insegnare questo, quando Gesù ha insegnato esattamente il contrario, cioè che il Tempio di DIO è la Casa di preghiera dove nulla di profano e di mondano deve entrare?
Gesù fece l’Ultima Cena NON nel Tempio di Gerusalemme ma in una casa privata affittata per la sera.
Gesù amò i poveri e li beneficò, ma non fu un capopopolo demagogico che organizzava banchetti ai poveri per farsi così dei seguaci e dei sostenitori.
Gesù non era un maestro di POLITICA ma un maestro SPIRITUALE.
Oggi di spirituale nella Chiesa di Cristo non è rimasto nulla, è tutta politica.
e’ tutta demagogia è tutta filantropia, è tutto un “organizziamo banchetti nelle cattedrali” come dire .. di Dio poco ci importa, di far bella figura come filantropi sì…
Come ha detto il papa, citando (guarda caso) un gesuita: “pensa chiaro e parla oscuro”; così, caro prete o/e religioso, ti salverai sempre. Ma penso che il peggio, per chiunque, sia: pensa oscuro e parla chiaro. Pensa male e grida forte.
Codice di Diritto Canonico
: «Tutti coloro cui spetta, abbiano cura che nella chiesa sia mantenuta quella pulizia e quel decoro che si addicono alla casa di Dio, e che sia tenuto lontano da esse tutto ciò che è alieno dalla santità del luogo.» (Can. 1220 – §1).
Un giovane studente ha chiesto al Papa come cercare la verità è lui risponde parlando di sogni e di diritti alla cultura, alla speranza e alla pace…
i giovani sono disorientati e hanno bisogno di Verità, chiedono espressamente di sentire parole chiare.
Quale occasione migliore per parlare della Verità è di Cristo?
Perché non coglierla?
La beata Vergine Maria aiuti e protegga la Chiesa.
Caro padre Amigoni, credo che se una persona si attiene ai Vangeli , al Magistero della Chiesa ,ai Padri della Chiesa, a quanto hanno insegnato i SANTI e al Catechismo non penserà mai male.
Certo che se un fedele segue invece certi moderni preti…..
A” pensare male “. sono tanti ecclesiastici che hanno TRADITO il Vangelo per la moderna e conformistica mentalità.
Contenti voi, caro padre Amigoni! Purtroppo per voi vi accorgerete che avete come Esau’ scambiato la primogenituira per un piatto di lenticchie ( avete scambiato la ASSOLUTA Verità, la Tradizione millenaria della Chiesa cattolica, e la salvezza della vostra e altrui anima , per il piatto di lenticchie dell’accettazione da parte della società moderna, per i placet di Scalfari, per la popolarità dei media, per le prime pagine dei giornali, per gli osanna della folla , per la sensazione elettrizzante di sentirsi moderni e à la page, accettati dai ggiovani e dagli atei.
Ne vale la pena?caro padre Amigoni, se lo chieda ogni tanto, ne vale la pena?
Scambiare l’ETERNITA’ col piatto di lenticchie del sentirsi moderni?
la Tradizione millenaria della Chiesa cattolica….
ma di quale tradizione millenaria vai cianciando?? Ma studia un po’ di storia della Chiesa ( e non mi riferisco al pranzo di oggi) invece di scrivere cose senza senso..
cristina vicquery
La Tradizione Millenaria cara Cristina Viquery non è la vostra patetica e caduca menzogna MODERNISTA, che sarà presto smascherata e che non durerà certo neppure il tempo di essere ricordata ( nel 2800 cara Cristina Viquery probabilmente di voi e del vostro caro Bergoglio nessuno si ricorderà più , mentre molto probabilmente si dirà ancora il Santo Rosario e la Santa Messa sarà ancora celebrata)
Sicuramente non è nella tradizione della Chiesa cattolica mangiare cotolette e lasagne dentro le chiese: o tu sai citarmi nel passato un episodio simile? O tu pensi che un credente musulmano avrebbe accettato una profanazione simile di una moschea?
http://www.lastampa.it/2017/10/01/vaticaninsider/ita/vaticano/lasagne-e-cotoletta-il-pranzo-del-papa-con-gli-ultimi-di-bologna-nella-maestosa-san-petronio-mvOJkTU6sVLvDZgxWvt3aP/pagina.html
Che fra l’altro gli “ultimi” è una dannata ipocrisia. di veri ultimi non ce ne era nessuno a San Petronio essendo gli invitati quasi tutti funzionari e attivisti e filantropi di “professione”
un po’ come i pranzi della Croce Rossa.
Del resto siamo ormai abituati alle profanazioni delle chiese.
E’ veramente uno stile tipico della Nuova Chiesa di profanare le chiese per i motivi più, vari, l’ambiante, l’ecologia, gli “ultimi”
tutto fa brodo. basta profanare il Sacro., una cosa che piace alla gente che piace .
Povero Gesù!e ancor più poveri noi che ci arrendiamo a tale scempio!
https://anticattocomunismo.files.wordpress.com/2015/12/fiat-lux-15-980×600.jpg
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/un-giro-in-cattedrale-
http://www.libertaepersona.org/wordpress/wp-content/uploads/2017/04/osterhasen2.jpg
https://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2017/02/28/130119272-8becbe76-783b-462a-838d-3752bf5f4bdc.jpg
http://traditiocatholica.blogspot.it/2017/09/pranzo-e-bagni-chimici-allinterno-della.html
http://www.lastampa.it/2017/10/01/vaticaninsider/ita/vaticano/quei-poveri-che-pranzano-in-chiesa-e-laccusa-di-profanazione-uLUgbqrmYi7EmAeuCq22xM/pagina.html
http://www.lastampa.it/2017/10/01/vaticaninsider/ita/vaticano/lasagne-e-cotoletta-il-pranzo-del-papa-con-gli-ultimi-di-bologna-nella-maestosa-san-petronio-mvOJkTU6sVLvDZgxWvt3aP/pagina.html
“Che fra l’altro gli “ultimi” è una dannata ipocrisia. di veri ultimi non ce ne era nessuno a San Petronio essendo gli invitati quasi tutti funzionari e attivisti e filantropi di “professione”
Questa è una calunnia bella e buona e una balla colossale.
Bisognerebbe che chi l’ha scritta, dopo ore di sletamamento libero, capisse che non basta odiare intensamente una persona e sputarle addosso tutto il male e il falso di cui uno è capace ( ammesso e non concesso che si sia capaci ALMENO di questo) per fare diventare vero il falso.
🙂
Federico, hai una ben curiosa idea dei comizi.
ideona. perchè non facciamo delle cattedrali dei club, dei dopo-lavoro, dove la gente può ritrovarsi, giocare a carte , a tombola’
perchè sotto le navate gotiche del Duomo di Milano non organizziamo dei veglioni in maschera?
perchè non invitiamo la gente comune a emtrare in Cattedrale per un happy hour , per scambiare quattro chiacchere in amicizia ?
perchè oltre a concerti, non facciamo delle cattredali delle “location” per eventi quali sfilate di moda, happening, vernissage?
perchè infine non ABOLIAMO le cattedrali’ quali luogo di culto, ma sì sono così vetuste, a pregare non ci va più nessuno , e poi pregare è così ..,tradizionalista!
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-bologna-poveri.html
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2017/documents/papa-francesco_angelus-bologna_20171001.html
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-bologna-hubregionale.html
Federico Benedetti scrive,
1 ottobre 2017 @ 16:47
“i giovani sono disorientati e hanno bisogno di Verità, chiedono espressamente di sentire parole chiare.”
“Tra quanti hanno più bisogno di sperimentare questo amore di Gesù, ci sono i giovani. Grazie a Dio, i giovani sono parte viva della Chiesa – la prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi li coinvolge direttamente – e possono comunicare ai coetanei la loro testimonianza: giovani apostoli dei giovani, come scrisse il beato Paolo VI nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (cfr n. 72). La Chiesa conta molto su di loro ed è consapevole delle loro grandi risorse, della loro attitudine al bene, al bello, alla libertà autentica e alla giustizia. Hanno bisogno di essere aiutati a scoprire i doni di cui il Signore li ha dotati, incoraggiati a non temere dinanzi alle grandi sfide del momento presente. Per questo incoraggio a incontrarli, ad ascoltarli, a camminare con loro, perché possano incontrare Cristo e il suo liberante messaggio di amore. Nel Vangelo e nella coerente testimonianza della Chiesa i giovani possono trovare quella prospettiva di vita che li aiuti a superare i condizionamenti di una cultura soggettivistica che esalta l’io fino a idolatrarlo – quelle persone si dovrebbero chiamare “io, me, con me, per me e sempre con me” – e li apra invece a propositi e progetti di solidarietà. E per spingere i giovani, c’è bisogno oggi di ripristinare il dialogo tra i giovani e gli anziani, i giovani e i nonni. Si capisce che gli anziani vanno in pensione, ma la loro vocazione non va in pensione, e loro devono dare a tutti noi, specialmente ai giovani, la saggezza della vita. Dobbiamo imparare a far sì che i giovani colloquino con gli anziani, che vadano da loro. Il profeta Gioele ha una bella frase nel capitolo III, versetto 1: “I vecchi sogneranno e i giovani profetizzeranno”. E questa è la ricetta rivoluzionaria di oggi. Che i vecchi non entrino in quell’atteggiamento che dice: “Ma, sono cose passate, tutto è arrugginito…”, no, sogna! Sogna! E il sogno del vecchio farà che il giovane vada avanti, che si entusiasmi, che sia profeta. Ma sarà proprio il giovane a far sognare il vecchio e poi a prendere questi sogni. Mi raccomando, voi, nelle vostre comunità, nelle vostre parrocchie, nei vostri gruppi, fate in modo che ci sia questo dialogo. Questo dialogo farà miracoli.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-cesena-clero-laici.html
Ci sarà un motivo per cui c’è differenza fra il cristianesimo e le altre religioni?
E’ vero, forse i musulmani e gli ebrei non permetterebbero agli ultimi, per favore senza virgolette, di mangiare nei luoghi di culto, ma nessuno dei loro ha mai detto «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» . E’ questo il messaggio che Bergoglio vuole dare: quei poveri sono Gesù.
Inoltre, il pranzo della Caritas viene fatto, direi celebrato in chiesa in via eccezionale e non come abitudine.
Quanto a Gesù che “fece l’Ultima Cena NON nel Tempio di Gerusalemme ma in una casa privata affittata per la sera”, è appena il caso di ricordare che l’ultima cena è anche la prima messa.
maria cristina venturi scrive,
1 ottobre 2017 @ 18:17
“ideona…”
Direi cretinatona.
“Pertanto, è necessario riservare adeguato spazio alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio: la preghiera è la forza della nostra missione – come più recentemente ci ha dimostrato anche santa Teresa di Calcutta. L’incontro costante con il Signore nella preghiera diventa indispensabile sia per i sacerdoti e per le persone consacrate, sia per gli operatori pastorali, chiamati ad uscire dal proprio “orticello” e andare verso le periferie esistenziali. Mentre la spinta apostolica ci conduce ad uscire – ma sempre uscire con Gesù –, sentiamo il bisogno profondo di rimanere saldamente uniti al centro della fede e della missione: il cuore di Cristo, pieno di misericordia e di amore. Nell’incontro con Lui, veniamo contagiati dal suo sguardo, quello che posava con compassione sulle persone che incontrava nelle strade di Galilea. Si tratta di recuperare la capacità di “guardare”, la capacità di guardare! Oggi si possono vedere tanti volti attraverso i mezzi di comunicazione, ma c’è il rischio di guardare sempre meno negli occhi degli altri. È guardando con rispetto e amore le persone che possiamo fare anche noi la rivoluzione della tenerezza. E io invito voi a farla, a fare questa rivoluzione della tenerezza.”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-cesena-clero-laici.html
Dopo ore di vetriolo mescolato a melma, direi di respirare un po’ di aria sana e corroborante, no? Credo faccia gran bene a tutti quanti, me per primo, si capisce.
“Celebro con voi la prima Domenica della Parola: la Parola di Dio fa ardere il cuore (cfr Lc 24,32), perché ci fa sentire amati e consolati dal Signore. Anche la Madonna di San Luca, evangelista, può aiutarci a comprendere la tenerezza materna della Parola «viva», che tuttavia è al tempo stesso «tagliente», come nel Vangelo di oggi: infatti penetra nell’anima (cfr Eb 4,12) e porta alla luce i segreti e le contraddizioni del cuore.
Oggi ci provoca mediante la parabola dei due figli, che alla richiesta del padre di andare nella sua vigna rispondono: il primo no, ma poi va; il secondo sì, ma poi non va. C’è però una grande differenza tra il primo figlio, che è pigro, e il secondo, che è ipocrita. Proviamo a immaginare cosa sia successo dentro di loro. Nel cuore del primo, dopo il no, risuonava ancora l’invito del padre; nel secondo, invece, nonostante il sì, la voce del padre era sepolta. Il ricordo del padre ha ridestato il primo figlio dalla pigrizia, mentre il secondo, che pur conosceva il bene, ha smentito il dire col fare. Era infatti diventato impermeabile alla voce di Dio e della coscienza e così aveva abbracciato senza problemi la doppiezza di vita. Gesù con questa parabola pone due strade davanti a noi, che – lo sperimentiamo – non siamo sempre pronti a di dire sì con le parole e le opere, perché siamo peccatori. Ma possiamo scegliere se essere peccatori in cammino, che restano in ascolto del Signore e quando cadono si pentono e si rialzano, come il primo figlio; oppure peccatori seduti, pronti a giustificarsi sempre e solo a parole secondo quello che conviene.”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2017/documents/papa-francesco_20171001_omelia-visitapastorale-bologna.html
….Questa parabola Gesù la rivolse ad alcuni capi religiosi del tempo, che assomigliavano al figlio dalla vita doppia, mentre la gente comune si comportava spesso come l’altro figlio. Questi capi sapevano e spiegavano tutto, in modo formalmente ineccepibile, da veri intellettuali della religione. Ma non avevano l’umiltà di ascoltare, il coraggio di interrogarsi, la forza di pentirsi. E Gesù è severissimo: dice che persino i pubblicani li precedono nel Regno di Dio. È un rimprovero forte, perché i pubblicani erano dei corrotti traditori della patria. Qual era allora il problema di questi capi? Non sbagliavano in qualcosa, ma nel modo di vivere e pensare davanti a Dio: erano, a parole e con gli altri, inflessibili custodi delle tradizioni umane, incapaci di comprendere che la vita secondo Dio è in cammino e chiede l’umiltà di aprirsi, pentirsi e ricominciare.
Cosa dice questo a noi? Che non esiste una vita cristiana fatta a tavolino, scientificamente costruita, dove basta adempiere qualche dettame per acquietarsi la coscienza: la vita cristiana è un cammino umile di una coscienza mai rigida e sempre in rapporto con Dio, che sa pentirsi e affidarsi a Lui nelle sue povertà, senza mai presumere di bastare a sé stessa. Così si superano le edizioni rivedute e aggiornate di quel male antico, denunciato da Gesù nella parabola: l’ipocrisia, la doppiezza di vita, il clericalismo che si accompagna al legalismo, il distacco dalla gente. La parola chiave è pentirsi: è il pentimento che permette di non irrigidirsi, di trasformare i no a Dio in sì, e i sì al peccato in no per amore del Signore. La volontà del Padre, che ogni giorno delicatamente parla alla nostra coscienza, si compie solo nella forma del pentimento e della conversione continua. In definitiva, nel cammino di ciascuno ci sono due strade: essere peccatori pentiti o peccatori ipocriti. Ma quel che conta non sono i ragionamenti che giustificano e tentano di salvare le apparenze, ma un cuore che avanza col Signore, lotta ogni giorno, si pente e ritorna a Lui. Perché il Signore cerca puri di cuore, non puri “di fuori”.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2017/documents/papa-francesco_20171001_omelia-visitapastorale-bologna.html
Vediamo allora, cari fratelli e sorelle, che la Parola di Dio scava in profondità, «discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). Ma è pure attuale: la parabola ci richiama anche ai rapporti, non sempre facili, tra padri e figli. Oggi, alla velocità con cui si cambia tra una generazione e l’altra, si avverte più forte il bisogno di autonomia dal passato, talvolta fino alla ribellione. Ma, dopo le chiusure e i lunghi silenzi da una parte o dall’altra, è bene recuperare l’incontro, anche se abitato ancora da conflitti, che possono diventare stimolo di un nuovo equilibrio. Come in famiglia, così nella Chiesa e nella società: non rinunciare mai all’incontro, al dialogo, a cercare vie nuove per camminare insieme.
Nel cammino della Chiesa giunge spesso la domanda: dove andare, come andare avanti? Vorrei lasciarvi, a conclusione di questa giornata, tre punti di riferimento, tre “P”. La prima è la Parola, che è la bussola per camminare umili, per non perdere la strada di Dio e cadere nella mondanità. La seconda è il Pane, il Pane eucaristico, perché dall’Eucaristia tutto comincia. È nell’Eucaristia che si incontra la Chiesa: non nelle chiacchiere e nelle cronache, ma qui, nel Corpo di Cristo condiviso da gente peccatrice e bisognosa, che però si sente amata e allora desidera amare. Da qui si parte e ci si ritrova ogni volta, questo è l’inizio irrinunciabile del nostro essere Chiesa. Lo proclama “ad alta voce” il Congresso Eucaristico: la Chiesa si raduna così, nasce e vive attorno all’Eucaristia, con Gesù presente e vivo da adorare, ricevere e donare ogni giorno. Infine, la terza P: i poveri. Ancora oggi purtroppo tante persone mancano del necessario. Ma ci sono anche tanti poveri di affetto, persone sole, e poveri di Dio. In tutti loro troviamo Gesù, perché Gesù nel mondo ha seguito la via della povertà, dell’annientamento, come dice san Paolo nella seconda Lettura: «Gesù svuotò se stesso assumendo una condizione di servo» (Fil 2,7) Dall’Eucaristia ai poveri, andiamo a incontrare Gesù. Avete riprodotto la scritta che il Card. Lercaro amava vedere incisa sull’altare: «Se condividiamo il pane del cielo, come non condivideremo quello terrestre?». Ci farà bene ricordarlo sempre. La Parola, il Pane, i poveri: chiediamo la grazia di non dimenticare mai questi alimenti-base, che sostengono il nostro cammino.”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2017/documents/papa-francesco_20171001_omelia-visitapastorale-bologna.html
cara maria cristina
Sicuramente non è nella tradizione della Chiesa cattolica mangiare cotolette e lasagne dentro le chiese: o tu sai citarmi nel passato un episodio simile?
La Chiesa non è nata con il concilio di Trento quindi guarda caso si, si mangiava nelle Chiese, hai letto quello che ha scritto Tornielli e ti ho postato sopra, no vero?
i siti su cui ti pasci di solito non ti hanno informata della cosa?
cristina vicquery
san givanni crisostomo, sai quel brutto ceffo di teologo della liberazione:
Il pranzo in comune era frequente nelle prime generazioni cristiane e accompagnava la riunione della comunità fin dai tempi apostolici. Narra san Giovanni Crisostomo: «Nelle chiese c’era un’usanza ammirevole: i fedeli, riunitisi, una volta ascoltata la Parola di Dio, partecipavano tutti alle preghiere di rito e poi ai santi misteri. Alla fine della riunione, invece di tornare subito a casa, i ricchi, che si erano preoccupati di portare provviste in abbondanza, invitavano i poveri e tutti si sedevano a una stessa tavola, apparecchiata nella chiesa stessa e tutti senza distinzione mangiavano e bevevano le stesse cose. Si comprende come la tavola comune, la santità del luogo, la carità fraterna che si manifestava dappertutto diventavano per ognuno fonte inesauribile di gioia e di virtù».
mangiavano tutti nella chiesa stessa…..
cristina vicquery
La realtà è molto più semplice e normale.
Come premetteva Accattoli , per davvero le visite papali alle città italiane sono “un buon momento per intendere la sua predicazione alla nostra società e anche per cogliere qualche elemento del contagio che Francesco esercita verso i lontani sia dalla Chiesa sia da lui.”
Lo è stato a Milano, prima ancora lo è stato a Torino, quando ci venne per la Sindone e per il centenario di don Bosco, e lo è dove si reca.
Ma questo, che non è nulla di straordinario, se non per l’intensità di partecipazione che provoca, NON PUO’ essere accettato dagli antibergogliani militanti che fanno del loro antibergoglianesimo la stessa loro ragion di vita . E quindi si affannano a tirar su gran fumo di polemiche che occupino l’attenzione e che diventino, esse stesse, ” la notizia” di cui parlare.
Anche qui nel blog: in questo caso il riferimento ” al modello Emilia” ( che è come tirare una stilettata al cuore di Federico) o “la crapula” profanatrice di San Petronio a sentire MCV, sono serviti ben bene alla bisogna.
Come al solito, basta aver partecipato di persona ad una di queste visite, per rendersi conto di quanto queste anime in pena, letteralmente, siano ormai lontane, ma lontanissime proprio, dalla Chiesa Cattolica.
nonostante tutte le vostre parole la realtà è quella che è.
OGGI SI E’ PROFANATA LA CATTEDRALE DI BOLOGNA.
senza alcun motivo e senza alcuna necessità. il pranzo con gli “ultimi ” e coi volontari si poteva fare in altro e più idoneo luogo di pranzi e di banchetti. non c’era alcun bisogno di farlo dentro la cattedrale.
LE CHIESE non sono dei ristoranti e delle sale da pranzo. Sono la Casa di preghiera come dice Gesù nel Vangelo. Domus ORATIONIS, non domus lasagne e cotolette.
ogni cosa a suo luogo , ogni cosa nel suo ambito. Certo c’è chi ha fatto una stalla delle chiesa ( le truppe di Napoleone che vi alloggiavano i cavalli)c’è chi ha fatto un granaio delle chiese (i comunisti russi) . Ma che un papa faccia di una chiesa la” sala pranzo” , neppure i più accesi anticlericali e ateisti lo avrebbero sperato….
O, se per questo, nessuno i più accesi anticlericali e ateisti avrebbero mai potuto sperare che ci fossero cattolici che facessero della propaganda antipapista e anticattolica la loro ragione di esistere…..
🙂 🙂 🙂
non ” nessuno” , ma ” neppure”
sala pranzo con annessi bagni chimici.
Che si sia profanata la Cattedrale di Bologna è una balla tra le tante della giornata.
Spero solo che abbiano portato via il Tabernacolo.
Ma tanto non ci credono più, che “LUI” esiste ed è presente nell’ostia….
secondo te Lorenzo Cuffini una cosa simile l’avrebbero fatta in una moschea o in qualsiasi altro tempio dedicato a DIo?
Che aspetti, Maria Cristina?
Cossi a farti musulmana.
Corri, non cossi….
🙂
Chi è che non crederebbe più che Lui non esiste e non è presente nell’Ostia?
Balla stratosferica, pure questa.
non è una bufala purtroppo è vero:
http://traditiocatholica.blogspot.it/2017/09/pranzo-e-bagni-chimici-allinterno-della.html
Per quel che vale il mio parere: sta storia della profanazione si può chiudere qui. Si è detto ogni oltre decenza. A Roma, a pochi kilometri da san Pietro, si fa il pranzo di Natale per i poveri da oltre 35 anni nella basilica, non di serie B, di santa Maria in Trastevere, titolo cardinalizio da sempre. Non si sono mai lamentati nè papa Wojtyla nè papa Ratzinger (e nemmeno Ruini cardinale). A meno che i due papi non fossero informati. E comunque non hanno mai fatto nessun motu proprio per dis-consacrare tale basilica, santificata dai poveri cristi.
Beh caro Lorenzo Cuffini se ci credono è peggio, visto quello che fanno .
Va bene che ormai i cattolici non hanno nessun sentimento di reverenza verso il sacro, quando entrano in Chiesa, non si tolgono le scarpe come i musulmani , non si coprono il capo come gli ebrei, non si inginocchiano come i cattolici tradizionalisti, .. va bene tutto. ma le cotolette e le lasagne no…..i bagni chimici no ….no …
a tutto c’è un limite. se non la vuoi chiamare profanazione chiamala allora banalizzazione, de-sacralizzazione, riduzione del sacro allo stato becero, fra lasagne fumanti e bicchieri di lambrusco.
Non date le perle ai porci.
E chi sarebbero in questo caso i porci?
La Basilica di San Petronio ridotta a un’ osteria
Tu chiamale , se vuoi, emozioni…..se non vuoi chiamarle profanazioni.
ma piantala di usare citazioni evangeliche a vanvera…
Si è desacralizzato la tua idea di cattolicesimo nato dal nulla pare nel 1500 ….
cristina vicquery
Il papa ha fatto consegnare a tutti i partecipanti al pranzo nella basilica una copia del Vangelo, aggiungendo che e’ li’ il vero nutrimento…
Perle ai porci?
Preciso che la cattedrale di Bologna è la chiesa di San Pietro, chiesa madre e cattedra dell’arcivescovo, cuore religioso della città ( dove il papa ha incontrato il clero). San Petronio è la basilica civica, luogo che ospita i riti della comunità civica bolognese. La distinzione risale al medioevo ma mantiene una sua rilevanza.
Nessuna delle due è un’osteria.
Torno a ripetere.
Bergoglio ha detto molte e chiarissime cose in questa giornata.
Di questa fregnaccia della presunta profanazione si è già parlato fuori misura.
Andiamo oltre e bon.
Il Papa avrebbe dovuto ispirarsi alla venerata immagine della Madonna di San Luca e indicare Cristo. L’ha fatto?
Spero di cuore che qualcuno possa aver riconosciuto Cristo tra le tante parole pronunciate oggi.
Aggiungo che non è il caso di parlare di folle oceaniche. Diversi miei amici bolognesi mi hanno confermato che in Piazza Maggiore è lungo
E lungo le strade di Bologna si sono radunate molte meno persone del previsto. Allo stadio Mons Zuppi ha riempito a fatica tutti gli spazi mobilitando tutte le realtà dell’arcidiocesi e scomodando persino la Madonna di San Luca.
Qualsiasi cosa ci racconteranno i soliti turiferari, non è stato un trionfo.
Per Cesena dovremmo sentire il nostro amico dott. Usvelli.
Tu hai sentito qualcuno parlare di trionfo?
Chi si aspettava un trionfo? E che vuol dire trionfo?
Leggiti l’omelia della messa, e poi dimmi se non ha indicato Cristo.
Capisco che fa finta di vivere su Papalla faccia comodo quando le cose vanno dalla parte opposta a quelle che uno si aspetterebbe, ma almeno leggi i commenti con riportati i testi ufficiali.
Solo Mussolini aveva ” folle oceaniche” …lapsus freudiano?
Il link incautamente indicato , ultimo di una sfilza di imbarazzanti, dalla solertissima Maria Cristina Venturi nell’ansia di sfangheggiare più chiesa cattolica che si potesse, ha ad un certo punto un’esclamazione rivelatrice:
“Horros ecclesiae conciliaris!” ( sic)
Si torna sempre lì, sono rimasti ibernati dal trauma di sessant’anni fa, che adesso intravvedono appena iniziare a realizzarsi….
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
cosa diceva già Esopo della volpe e l’uva??ahah…
il papa non ha indicato cristo…certo…sarà così sicuramente….
cristina vicquery
Richiami affioranti dalle statistiche del “molto meno, molto più” (ore 21.22):
a) Siamo come al dopo elezioni: siamo andati un bel po’ meglio rispetto alle previsioni che ci davano per moribondi o morti; siamo un po’ indietro rispetto alle ultime elezioni, ma abbiamo pareggiato le quintultime provinciali di 22,5 anni fa.
b) Secondo gli organizzatori ecclesiastici bolognesi: tot; secondo la questura bolognese un decimo di tot. E l’alma mater del pressapoco rimanda tutti alla ricerca della verità (matematica).
Nemmeno la “Traditio catholica” – vetus ordo liturgico può cambiare la tradizione del lessico latino: horror (non horros).
😀 😀 😀
una cosa bella che ha mostrato questo viaggio papale. Certuni anche su questo blog dicevano che il papa predica solo quello che il mondo vuole sentire, invece è il contrario continua a dire e a predicare cose che sono molto impopolari di questi tempi, ma sono Evangelicamente vere,
cristina Vicquery
Rispondo a p. Amigoni che, come sempre, usa espressioni sarcastiche e poco caritatevoli (deve essere un voto del suo ordine, chissà!).
Ho riportato quanto riferitomi da amici (che abitano a Bologna e ieri erano sulle vie percorse da papa Francesco) sulla “deludente” partecipazione popolare alla visita del papa SOLO E UNICAMENTE per rispondere a Luigi Accattoli, che, qualche tempo fa, ha scritto qui che il consenso popolare di cui gode il papa è inalterato rispetto all’inizio del pontificato, se non addirittura crescente.
In quell’occasione io sostenevo il contrario, cioè che notavo una certa “delusione” tra i fedeli (inizialmente entusiasti delle novità, ora molto meno, anzi…) e una crescente freddezza (o perplessità) nei suoi confronti. Quanto mi hanno riferito ieri sera conferma la mia impressione: l’accoglienza, nonostante gli sforzi di Zuppi, è stata meno calorosa di quella dei milanesi e la partecipazione meno numerosa delle previsioni.
Non mi interessa la polemica sui “numeri” : a queste manifestazioni la partecipazione ha ragioni diverse e difficilmente si può ricondurre solo ad una questione di “consenso”. Non ne faccio nemmeno una crociata: spero anzi di sbagliare.
io invece la prendo come una lieta novella…
Speriamo che siano sempre di più i delusi, coloro che pensano di essere bravi cristiani perchè non vanno a letto con la fidanzata e credono che parlare dei poveri come cuore del Vangelo sia la ” solita solfa”..
Speriamo ne deluda ancora tanti predicando il Vangelo, chissà che prima o poi costoro non si rendano conto che l cattolicesimo è altra cosa…
cristina Vicquery
Una sola breve frase, visto questi commenti che mi hanno più del solito indotto al vomito.
La porta è aperta.
Exeant.
Come dialogo non c’è male.
Tolleranza comprensione e dialogo valgono solo verso i non cattolici?
I veri cattolici sono sempre dialoganti.
Quelli che non lo sono ma sono convinti di esserlo solo perché stanno a mani giunte sospirando “Signore, Signore…”, sono loro a non volere il dialogo e ad essere intolleranti.
Sepolcri imbiancati riconoscibili al primo sguardo.