Oggi piango su Benazir

Oggi piango su Benazir. La sento sorella per il nome sognante che sempre mi piace pronunciare e per la pietà con cui ha rivendicato la memoria del padre mandato a morte quando lei aveva 26 anni, ma soprattutto per la fiducia nel proprio destino di donna che si sentiva chiamata a soccorrere la patria. Per me il Pakistan, come la gran parte del mondo musulmano,  è un luogo di oscure sofferenze (vedi post del 19 dicembre) alle quali non so come guardare, ma in quell’oscurità c’era la luce del nome e degli occhi di Benazir a guidare il mio sentimento. Quando non so scegliere io sto con una donna che ha il coraggio di indicare una soluzione e questo stava facendo Benazir. Specie se mamma, una donna ha quella cognizione del dolore che considero essenziale per chi si deve occupare dei destini di un popolo. E considero un guaio che noi – a differenza del Pakistan – non abbiamo mai avuto una donna al comando. Lei era stata due volte primo ministro e tre volte madre. Sapeva di essere un bersaglio eppure ha continuato bella e intrepida per la sua strada, a volto scoperto. La vedo come una martire della dignità della donna nell’islam.

44 Comments

  1. Clodine

    ..così come Indira Ghandi e altre donne che hanno tentato, grazie al fortissimo temperamento unito a grande intuizione, di far valere i diritti, non solo di altre donne oppresse da un sistema ideologico/religioso, ma anche di tanti miseri che non hanno voce,né volto. Donne coraggiose e forti proprio per la loro sensibilità di madri in senso autentico -ma anche lato- del termine

    Se poi ci allontaniamo un pochino dalle donne di “potere”, possiamo scorgere il martirio delle innumerevoli donne musulmane. Un martirio silenzioso, che non fa testo, ma non per questo meno tragico e cruento. Ci sono donne in Palestina che addirittura non possono accedere alle palestre: atlete piene di talento alle quali vengono amputate le dita dei piedi se solo osano…

    E’ tutto un dire…mi distruggono questi argomenti..vi prego..

    28 Dicembre, 2007 - 14:45
  2. matteo

    Sarebbe ora che le persone che hanno conoscenza diretta
    cominciassero a dare l’esperienza
    di come vivono veramente le donne nei paesi islamici,
    uqnto esse siano soggetto d’amore,
    o semplice oggetto di una ritualità sociale….
    chi sa’ parli

    28 Dicembre, 2007 - 15:10
  3. raffaele.savigni

    E noi dobbiamo tenere gli occhi ben aperti (senza cedere a chi teorizza lo scontro di civiltà, ma anche senza facili irenismi) suil grave pericolo costituito dal fondamentalismo, in particolare quello islamico. Chiunque ha tentato di gettare ponti è finito ucciso (da Sadat a Bhutto padre e figlia, a Indira Gandhi e suo figlio, al leader cristiano libanese ucciso dai lacchè della Siria, al leader israeliano Rabin). Chi si impegna seriamente in politica, senza puntare solo a galleggiare, deve mettere in conto il rischio della vita. Oggi più che mai. E ricordiamo che anche in Italia abbiamo i nostri martiri dell’impegno politico e civile: i magistrati Falcone, Borsellino, Livatino; i politici Aldo Moro, Bachelet, Ruffilli. Il cristiano, pur aspettando un’altra città (la Gerusalemme celeste), non può quindi rinunciare all’impegno nella città terrena, ma deve mettersi in gioco con la propria identità cristiana coniugata con la propria laicità, fatta di onestà e di competenza specifica.

    28 Dicembre, 2007 - 15:42
  4. Sì, sì, vero. Eppure, come dice Luigi, noi – a differenza del Pakistan – non abbiamo mai avuto una donna al comando.

    28 Dicembre, 2007 - 15:51
  5. matteo

    raffaele.savigni scrive,28 Dicembre 2007 @ 15:42
    fondamentalismo, in particolare quello islamico
    =================================

    Possibile che fondamentalismo evochi solo quello islamico?

    Eppure il più grande fondamentalismo è arrivato dai Cristiani evangelici degli USA, ripeto Cristiani, che a quanto sembra non si sono fatti scrupolo di far gettare, con un disegno preorganizzato, la Chiesa Cattolica in uno scempio finanziario attraverso scandali che conosciamo, grazie alla class act, che quarda caso non ha toccato quasi per nulla le altre denominazioni cristiane,

    ah! e tutto questo
    perchè la Chiesa Cattolica,
    non avrebbe dato l’appoggio che il governo
    sostenuto dagli evangelici,
    voleva per le varie guerricciole in cui si trova invischiato senza volere in tutte le regioni del mondo….

    Raffaele,
    sono convinto che non vengo a leggere il bolg-commenti di Accattoli per sentirmi dire le stesse NON-VERITA’ che già mi PROPINA il TG di Stato

    28 Dicembre, 2007 - 16:06
  6. raffaele.savigni

    Matteo, non mi piace neppure il fondamentalismo dei predicatori televisivi americani e di Bush. Condanno anch’io la guerra preventiva in Irak. Ma credo anche che sia giusto non darla vinta ai talebani in Afghanistan.

    28 Dicembre, 2007 - 16:29
  7. matteo

    raffaele.savigni scrive, 28 Dicembre 2007 -16:29
    non mi piace neppure il fondamentalismo dei predicatori televisivi americani e di Bush.
    Condanno anch’io la guerra preventiva in Irak.
    Ma credo anche che sia giusto non darla vinta ai talebani in Afghanistan.
    ==============================
    peccato che io non scrivevo sui predicatori televisivi,
    ma sui cristiani fondamentalisti
    che fanno concorrenza agli islamici fondamentalisti,

    ho sempre l’impressione che del mio commento basti leggere una riga….

    ma io avevo detto altro….

    PAZIENZA!!!!!!

    28 Dicembre, 2007 - 16:56
  8. Luigi Accattoli

    Matteo perchè non provi a essere meno suscettibile? Raffaele Savigni mette in rilievo che tra tutti i fondamentalismi non va trascurato quello talebano – ciò facendo semplifica il riferimento al tuo commento ma non lo falsa – tu del resto sicuramente condividi che il fondamentalismo talebano è una peste – e dunque perchè non provi a seguire per un momento il suo ragionamento? Avviso ai naviganti: dico a Matteo ad alta voce quello che dico a me stesso ogni volta che leggo qualcosa che non condivido completamente. La seconda riflessione è poi questa: se voglio precisare la non completa condivisione, sarà bene che io la formuli in modo che l’interlocutore non fraintenda la precisazione – e dunque, poniamo, senza punte che potrebbero essere equivocate. Dico il mio metodo. Senza offesa, avrebbe detto Troisi.

    28 Dicembre, 2007 - 18:17
  9. raffaele.savigni

    Grazie, Luigi. Quello che ho detto sui “predicatori televisivi” lo estendo a tutti i cristiani fondamentalisti (anche non predicatori televisivi ma semplici cristiani)
    che fanno concorrenza agli islamici fondamentalisti. OK, Matteo?

    28 Dicembre, 2007 - 19:14
  10. matteo

    peccato,
    non pensavo di essere suscettibile,
    non avevo messo in conto
    che un commento
    non necessariamente appare nella sua logica,
    magari,
    viene letto di corsa come si fa con le e-mail
    allora è comprensibile non avere diritto ad una comprensione logica
    e tutto diventa dialettica su singole parole,
    che non hanno più senso al di fuori del contesto in cui si pongono,
    peccato

    senpre la mia solita istintività dura a morire!

    28 Dicembre, 2007 - 19:15
  11. lycopodium

    Tutt’altro che “divinus instinctus”, a quanto pare. Loffia per un profeta …

    28 Dicembre, 2007 - 19:30
  12. FABRICIANUS

    Oggi intorno alle 13 ho seguito sulla RAI un’intervista integrale a Benazir Bhutto, figura davvero esemplare e coraggiosa! Ha dato la vita per il suo popolo!
    Non c’è amore più grande!

    ———————————————
    Il Papa è vicino alla popolazione
    e auspica un nuovo clima di rispetto e di fiducia

    Sentimenti di profonda partecipazione e di vicinanza spirituale alla famiglia e al popolo pakistano sono stati espressi da Benedetto XVI in un messaggio, a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, inviato al presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Pakistan, l’arcivescovo di Lahore, monsignor Lawrence John Saldanha. Pubblichiamo la nostra traduzione del messaggio.

    A seguito del brutale attacco terroristico in cui la signora Benazir Bhutto, già primo ministro e leader del Pakistan People’s Party, è stata mortalmente ferita, il Santo Padre esprime sentimenti di profonda partecipazione e di vicinanza spirituale ai membri della sua famiglia e all’intera nazione pakistana. Prega affinché venga evitata ulteriore violenza e sia compiuto ogni sforzo per creare un clima di rispetto e fiducia, che sono tanto necessari per il mantenimento del buon ordine nella società e per l’efficace funzionamento delle istituzioni politiche del Paese.

    (©L’Osservatore Romano – 29 dicembre 2007)

    28 Dicembre, 2007 - 22:10
  13. FABRICIANUS

    Da PETRUS:

    Papa-Islam, il Cardinale Tauran: “Si prepara un incontro storico”

    CITTA’ DEL VATICANO – Sara’ un incontro ”in un certo senso storico” quello tra il Papa e i 138 leader islamici che gli hanno scritto. E per questo sara’ preceduto da alcune riunioni preparatorie promosse dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. ”Dopo le feste – conferma il presidente del dicastero, Jean Louis Tauran – incominceremo gia’ a collaborare per concretizzare questo progetto”. Il dialogo, elenca il Cardinale francese alla Radio Vaticana, tocchera’ ”tre i temi principali: primo, il rispetto effettivo della dignita’ della persona umana, dei suoi diritti, in primo luogo il diritto alla liberta’ di coscienza e di religione. Poi, la necessita’ per il dialogo religioso di avere una conoscenza obiettiva della religione dell’altro. Quindi, la formazione dei giovani al rispetto reciproco e alla tolleranza”. Nell’intervista, Tauran (nella foto) ricorda che ”il 19 novembre scorso, il Cardinale Tarcisio Bertone ha risposto a nome del Papa ai 138 leader musulmani, con una lettera indirizzata al principe Ghazi di Giordania, indicando che la Santa Sede era disposta a ricevere una delegazione ristretta di quei firmatari, con la possibilita’ di scambi di vedute e di riunioni con istituzioni specializzate come il Pisai, il Pontificio Istituto per gli Studi Arabi e d’Islamistica, e l’Universita’ Gregoriana, sul contenuto di tale Lettera aperta”. ”Il Papa – rivela Tauran – ha risposto che era anche disposto a ricevere in udienza i partecipanti. Questa, e’ stata la prima tappa. Poi, il 12 dicembre scorso, il medesimo principe Ghazi ha risposto al cardinale Bertone, dicendo che accettava la proposta della Santa Sede e che nel mese di febbraio-marzo verrebbero a Roma tre rappresentanti dei firmatari per preparare questo incontro in un certo senso storico”.

    28 Dicembre, 2007 - 22:28
  14. Francesco73

    Condivido i sentimenti di cordoglio per Benazir.
    E il richiamo di Savigni sul fondamentalismo islamico, senza bisogno di scomodare quello degli evangelici, che – oltre a essere una cosa molto diversa – in questo caso non c’entra proprio niente.
    Non è che per il timore di apparire o essere politicamente indelicati si deve sempre finire a parlar d’altro, suvvia.
    Non (ne) abbiamo bisogno, come avrebbe detto un Papa due secoli fa…

    28 Dicembre, 2007 - 23:24
  15. matteo

    non scomoderei il fondamentalismo dei cristiani evangelici,
    se non avessero logicamente contribuito alle guerre in varie aree del mondo con la loro visione manichea del bene e del male.
    Informarsi è meglio che non sapere.
    Ci sono pubblicazioni a questo riguardo:
    – La democrazia di Dio (La religione americana nell’era dell’impero e del
    terrore) di Emilio Gentile (insegna storia contemporanea a La Sapienza) ed.
    Laterza 2006 € 16,00
    – Matt Malone, gesuita, “Stati Uniti – la religione e i candidati: Dio e la politica”
    ha scritto questo articolo per la rivista dei gesuiti USA America(n. 20 del
    17.12.2007, 9-14).

    Poi ognuno è libero di dire quello che vuole,
    magari che il fondamentalismo è solo islamico,
    se gli fa comodo……..

    29 Dicembre, 2007 - 0:45
  16. lycopodium

    Ottima l’ermeneutica della continuità di Fr73!

    29 Dicembre, 2007 - 8:55
  17. Luigi Accattoli

    Miei bloggers visitate – se ne avete vaghezza – il post 2 aprile 2007 dove una visitatrice di nome Sonia ha appena lasciato il suo primo messaggio. Merita d’essere letto. E invita a riflettere su quanta attenzione possa attirare qualche vecchia parola incontrata per caso.

    29 Dicembre, 2007 - 10:39
  18. raffaele.savigni

    Matteo, anch’io ho letto varie cose sui vari tipi di fondamentalismo (a partire da Furio Colombo, Il Dio d’America, scritto all’inizio degli anni ’80 ai tempi di Reagan; sino a Guolo, Fouad Allam eccetera. So bene che esiste un fondamentalismo evangelico, e che ha legittimato la guerra in Irak e lo scontro di civiltà. Ma nessun fondamentalista evangelico (a quanto mi risulta) ha mai gettato bombe sul santuario della Mecca o fatto il kamikaze per uccidere programmaticamente decine di civili innocenti. L’attentato alle torri gemelle del 2001 ha fatto scattare in America una reazione violenta, suscitando nei confronti dell’Islam atteggiamenti manichei in precednza indirizzati verso il comunismo (anzi, i fondamentalisti islamici erano considerati utili per combattere gli invasori sovietici in Afghanistan). Possiamo criticare l’insipienza della politica americana, la “guerra preventiva”, le torture di Guantanamo e l’uso strumentale della religione. Ma sono stati per primi gli islamici ad usare strumentalmente la religione per dare addosso ad ebrei, cristiani ed altri musulmani. La loro responsabilità e quindi maggiore: questo mi sembra innegabile. Proprio per questo dobbiamo sperare molto nel dialogo che il papa intende stabilire con gli estensori della lettera dei 138 capi islamici. Un Islam non violento e capace di dialogo può contribuire molto alla pace ed al rispetto della libertà religiosa e dei diritti umani nel mondo.

    29 Dicembre, 2007 - 11:49
  19. matteo

    raffaele,
    avevo letto in mesi perecedenti ue riflessioni molto interessanti,
    ma
    purtroppo
    ora faccio fatica a seguirti…

    non era successo nulla prima delle torri gemelle.

    ma devo dire che sono stanco di questa querelle,
    non mi sta facendo bene al mio spirito,
    capisco che ognuno è libero di seguire il Cristo di apollo, di pietro, o di chi altro,
    io purtroppo non posso farci nulla.
    Sono anche io un bla bla bla

    e vorrei essere capace di staccarmene….
    tanto…. il mio apporto è un granello di sabbia nel deserto

    29 Dicembre, 2007 - 15:01
  20. raffaele.savigni

    Matteo, non ho capito il senso della tua frase: “non era successo nulla prima delle torri gemelle”. Immagino che si tratti di una battuta ironica. Io rifiuto un manicheismo antislamico, ma allo stesso modo rifiuto un manicheismo antiamericano. O credi anche tu che l’11 settembre sia stato un complotto americano-israeliano per dare addosso agli islamici? Non riesco a capire dove vuoi arrivare, quale verità profonda urga dentro di te; e mi dispiace non riuscire a capirlo.
    Comunque, buon anno a te, Matteo, e a tutti quanti.

    29 Dicembre, 2007 - 22:54
  21. Luisa

    Mi dispiace non sapevo dove riportare questo articolo e non ho avuto il tempo di tradurlo. Ecco per chi capisce il francese come Zizola commenta l`enciclica di Benedetto XVI su uno dei giornali più letti della Svizzera Romanda .

    Benoît XVI, un pape désespéré et désespérant.

    Benedetto XVI un papa disperato e che suscita disperazione !
    Giancarlo Zizola, chroniqueur spécialisé au quotidien «Il Sole/24 Ore», commente la dernière encyclique, «Spe Salvi», où il voit un complet retournement de la théologie romaine: il serait vain de mettre ses espoirs dans l’histoire, seule la foi catholique serait porteuse de salut.

    Giancarlo Zizola
    Vendredi 28 décembre 2007

    Le fait qu’une encyclique comme Spe Salvi suscite des discussions, même entre catholiques, ne surprendra personne. Certains pensent que le pape a cherché à aborder un point nodal de la modernité, à savoir comment l’humanité peut reprendre en main son propre destin après les catastrophes du XXe siècle et recommencer à espérer, malgré les cauchemars apocalyptiques qui menacent l’avenir des hommes. Mais la question contenue dans Spe Salvi tient plutôt du doute, et récupère la critique de l’Ecole de Francfort: après un tel bain de sang, pouvons-nous faire confiance à la science, à la technique, aux idéologies, et à la réforme des structures? Suffiront-elles à nous apporter le salut? La réponse du pape paraphrase celle, désespérée, de Heidegger: à l’ère atomique, «seul un Dieu peut nous sauver».

    Parmi les critiques qui ont suivi la parution de l’encyclique se distingue en particulier celle qui reproche au texte de présenter uniquement l’optique occidentale. Elle est valable par défaut: de l’Occident, le texte ignore les grandes confrontations entre la pensée judéo-chrétienne et la pensée marxiste qui ont conflué dans Le Principe Espérance d’Ernst Bloch (1959) et dans Théologie de l’espérance de Jürgen Moltmann (1964), tous deux Allemands. On peut aussi reprocher à ce texte sa méthode déductive, qui laisse percer une leçon au ton scolastique, projetant du haut d’une chaire les froides lumières de la pensée abstraite, ainsi qu’une attention insuffisante à la réalité historique.

    Le risque que Ratzinger soit victime des Lumières qu’il ne cesse de déplorer n’est pas absent de cette encyclique. Il parle d’espérance mais ne réchauffe pas le cœur. Ce texte est plutôt un petit traité philosophique privé de respiration prophétique, qui cite les sarcophages paléochrétiens, mais oublie l’invitation biblique à s’engager pour construire déjà à partir d’ici-bas «des cieux nouveaux et des terres nouvelles».

    Cette encyclique est comme une douche froide projetée sur l’espoir de retrouver dans la foi des chrétiens un regard chaleureux capable de compassion et de solidarité avec ceux qui, bien que non croyants, luttent pour des valeurs de bonté afin d’aider l’espérance d’un monde plus juste et pacifique à avancer, même à petits pas, comme l’avait souhaité le pape Jean XXIII dans Pacem in terris, la première vraie encyclique sur l’espérance.

    En fait, le texte ne semble pas intéressé à discerner au sein du processus historique, parmi tant de ruines et de malheurs, les signes du bien, les valeurs en chemin, les pas fragiles et laborieux des espérances humaines, des croyants et des non-croyants, qui se battent contre les injustices et contre les guerres. On y trouve la critique d’un christianisme bourgeois et de son Dieu privé, mais les grands mouvements collectifs qui luttent pour les droits de l’homme, la dignité de la femme, l’objection de conscience, la sauvegarde de la création, la paix et la justice, ne sont pas cités. Il n’y a pas trace de la miséricorde du Bon Samaritain qui se penche sur l’homme presque mort abandonné sur la route, qui le prend sur ses épaules et qui le soigne avec compassion.

    Paradoxalement, cette «lectio» sur l’espérance manque de confiance en l’homme, et laisse couler son pessimisme: «le règne du bien définitivement consolidé n’existera jamais dans ce monde», écrit le pape. «Aucun d’entre nous n’est en mesure d’éliminer le pouvoir du mal», dit-il encore.

    Des avertissements qui rappellent le Tailleur d’Ulm de Bertolt Brecht, ce sympathique personnage qui s’était construit des ailes et voulait démontrer à l’évêque qu’il savait voler en se laissant tomber du haut de la cathédrale. Mais l’évêque lui disait, secouant la tête: «Ce ne sont que des mensonges, l’homme n’est pas un oiseau, l’homme ne volera jamais.» Une telle attitude ne représente pas un signal de confiance ni un encouragement pour qui trouve déjà facilement des occasions de désespérer.

    Et voici qu’on arrive à la signification principale d’une encyclique qui tourne une page par rapport au Concile Vatican II. En fait, une analyse comparative montre que ce texte annonce un changement de paradigme dans les rapports entre foi et histoire, entre Eglise et société. Dans la Constitution Gaudium et Spes, le Concile avait assuré que les espérances de l’humanité, comme ses souffrances, étaient aussi les espérances et les douleurs de l’Eglise. Au-delà de toute prétention à l’autosuffisance de l’ordre chrétien, il avait aussi affirmé que l’Eglise n’avait pas seulement des valeurs à donner aux autres, mais également à recevoir d’eux. L’encyclique ne contient aucune référence à ce document, qui est pourtant l’unique Constitution pastorale de l’histoire des conciles et la seule à contenir dans son titre le mot espérance.

    Et ce n’est pas une étourderie littéraire. Parce que le postulat a changé. Les voies de l’espérance historique, dans lesquelles s’engagent les hommes et les femmes de bonne volonté de toutes cultures et religions, mais également ceux et celles qui n’ont que peu ou pas de foi dans le Dieu transcendant, sont frappées du soupçon d’être trompeuses, ce qui risque de jeter à la poubelle le message de réconciliation de l’Eglise avec le monde proposé par Jean XXIII et le Concile œcuménique.

    La théologie recrutée pour cette opération est celle, identitaire, qui fait descendre encore une fois dans le champ des désastres un Dieu bouche-trous et qui propose la foi comme solution immédiate à toute infirmité de l’histoire. C’est une théologie qui abandonne totalement la recherche de médiations dans le dialogue avec les hommes de bonne volonté.

    C’est un changement de paradigme dont la signification objectivement régressive commence déjà à produire des effets concrets sur la ligne politique de l’Eglise: cela s’est senti au lendemain de la publication de l’encyclique, avec l’appel au rassemblement des ONG d’inspiration catholique au Vatican, mobilisées par un discours intransigeant du pape leur demandant de faire barrage au relativisme moral des Nations unies pour donner du poids à la bioéthique catholique dans l’ordre international. Un geste de rupture par rapport à la ligne du dialogue international qui a inspiré la conduite du SaintSiège à l’égard du Palais de verre depuis au moins un demi-siècle, et cela de manière ininterrompue avec les papes Roncalli, Montini et Wojtyla. Spe Salvi est finalement devenu un passeport encombrant pour la visite de Ratzinger aux Nations unies, à New York, programmée pour avril.

    Complimenti signor Zizola.

    29 Dicembre, 2007 - 23:13
  22. FABRICIANUS

    Ho seguito il consiglio di Luigi, e sono andato a leggere il mesaggio di Sonia al post del 2 Aprile 2007! DAVVERO BELLO E TOCCANTE!

    Un caro saluto a tutti nella Domenica della SANTA FAMIGLIA, e nella Domenica tra l’OTTAVA DI NATALE per chi vive nel territorio dell’Arcidiocesi di Milano!
    F.

    29 Dicembre, 2007 - 23:59
  23. raffaele.savigni

    Peccato, Luisa: Zizola aveva commentato i primi passi di papa Ratzinger manifestando una certa fiducia in lui (sia pure nel contesto di una forte critica a Giovanni Paolo II ed alla “spettacolarizzazione” della sua morte).Ma sappiamo che è un giornalista “ondivago”.

    30 Dicembre, 2007 - 0:34
  24. Luisa

    Da notare che “le Temps” ha pubblicato questo “omaggio” a Benedetto XVI nei giorni in cui a Ginevra accogliamo l`incontro di Taizé.
    Tempismo rivelatore del trattamento riservato a Papa Benedetto dai nostri media, una mia piccola lettera di lettrice è partita …vedremo se il giornale la pubblicherà.

    30 Dicembre, 2007 - 9:37
  25. Leonardo

    Cara Luisa, ho letto (non tutto, perché ho poca pazienza) l’articolo di Zizola. Che dire? Ognuno capisce quel che può. Si può solo sperare che un lettore intelligente, accorgendosi che il recensore è uno sciocco, sia indotto a pensare che forse il testo recensito invece vale e lo voglia vedere di persona.

    30 Dicembre, 2007 - 11:26
  26. Luisa

    Caro Leonardo,non scherzo, mettendo quel lungo articolo mi sono detta : chissà se Leonardo avrà la pazienza di leggerlo fino in fondo…

    Purtoppo da noi l`informazione che concerne il Papa e il suo Magistero non è solamente assente dai media ma quando si fa presente lo è, il più sovente, in maniera contorta e parziale, nel senso anche di un`informazione di parte.
    Il cattolico che vuole essere informato da noi deve essere specialmente sveglio, attivo, aver voglia di cercare l`informazione andando sul sito del Vaticano o altri siti e blogs indipendenti.
    Una coscienza critica si nutre anche nel e dal confronto…qui da noi l`opinione riflessa nei media su Benedetto XVI e la Chiesa cattolica, quando è fedele al Vescovo di Roma è di una desolante uniformità..”ici on aime casser du Pape”…è quello che mi ha detto un abate pieno di buona volontà ma scoraggiato di fronte al partito preso dei media.

    30 Dicembre, 2007 - 12:32
  27. Francesco73

    Io non condivido l’impostazione di Zizola, quasi mai (o meglio, non sottoscriverei gli esiti che implica logicamente).
    Questo pezzo su Benedetto non mi piace.
    Eppure lo leggo sempre, molte delle sue analisi sulla Chiesa contengono richiami impervi ma profondi, e non mi pare un analista improvvisato.
    Savigni dice che è ondivago, ma secondo me le sue linee sono immutabili sino alla fissità: il Concilio e Papa Giovanni sono i fondamenti, di Ratzinger apprezza la dimensione di sobrio intellettuale ma non il pessimismo, di Wojtyla riconosce la tempra apostolica e in qualche caso profetica, ma credo che sostanzialmente bocci tutto il resto. Penso che l’unico Giovanni Paolo II che gli è piaciuto sia stato quello che si è sgolato contro la guerra in Iraq.
    Ma Zizola va sempre compulsato, datemi retta.

    30 Dicembre, 2007 - 14:51
  28. Leonardo

    Compulsato, addirittura!

    30 Dicembre, 2007 - 14:55
  29. Luisa

    Non so che cosa significhi “compulsato”, io so solo che un vaticanista che scrive che Papa Benedetto è disperato e suscita disperazione ….che la Spe salvi è “come una doccia fredda proiettata sulla speranza di ritrovare nella fede dei cristiani uno sguardo caloroso capace di compassione e di solidarietà…..” , addirittura un passaporto ingombrante per la visita all`ONU…. ha una visione molto personale di un pontificato e di un Papa che non meritano di essere rinchiusi in una visione così negativa .

    30 Dicembre, 2007 - 16:43
  30. Luisa

    …visione così negativa, pessimista, deprimente, priva di calore .. ..esattamente ciò che Zizola rimprovera a Benedetto XVI .

    30 Dicembre, 2007 - 17:06
  31. Ogni visione è per definizione ‘personale’!

    Buon anno, Luisa!

    31 Dicembre, 2007 - 9:53
  32. Luisa

    Completamente d`accordo con te.
    E quella di Zizola mi ha solo invogliata a riprendere la Spe Salvi per riscaldarmi il cuore e lo spirito!

    Beneficio secondario ,non certo voluto dall`autore ,e che spero in molti avranno avuto

    31 Dicembre, 2007 - 11:55
  33. Luisa

    ..il post è partito troppo in fretta!

    Buon anno anche a te, Psico, e a tutti!

    31 Dicembre, 2007 - 11:57
  34. Leonardo

    Grazie Luisa, ho goduto. Chi è il titolare del blog? Mi sembra una persona notevole, che a Zizola ha dato quel che gli spetta. Ho provato a cercare l’indirizzo di posta elettronica di Zizola, perché volevo mandargli il pezzo, ma non sono riuscito a trovarlo.

    31 Dicembre, 2007 - 18:13
  35. Luisa

    Leonardo, anch`io ho avuto un salto di soddisfazione leggendo de Plunkett. Patrice de Plunkett è un giornalista e scrittore, molto impegnato, colto e competente, che da voce a chi non ha voce…o trova difficilmente la via per farsi ascoltare ( sono io che dico questo, non è uno slogan! ). Il suo blog è uno spazio di discussione molto interessante.
    Per saperne di più :

    http://plunkett.hautetfort.com/about.html

    31 Dicembre, 2007 - 20:31
  36. lycopodium

    Ottimo link, grazie Leonardo e Luisa.

    1 Gennaio, 2008 - 10:51
  37. Luisa

    Ho ricevuto la risposta della responsabile del giornale le Temps che mi informa che è stato Zizola a proporre liberamente, dunque non sollecitato, l` articolo qui sopra…..dunque Zizola esporta la sua libera opinione anti-Benedetto XVI, bussando alle porte dei vari giornali stranieri…purtroppo c`è chi apre, e non prende nemmeno la pena di modificare un titolo a dir poco offensivo ! Anzi lo mette bene in evidenza. e, dimenticavo con la foto di Zizola, senza dubbio molto fiero del suo exploit!
    Strano mondo quello dei media!

    2 Gennaio, 2008 - 10:43
  38. matteo

    è strano il mondo della democrazia
    dove ognuno crede di dire quello che crede più opportuno,
    secondo le proprie idee,
    la democrazia offende l’intelligenza di molte persone per bene.

    2 Gennaio, 2008 - 13:17
  39. Luisa

    Strano mondo auto-referenziale quello de media

    Mi è stato appena comunicato che il titolo proposto da Zizola era :” Benedetto XVI un Papa disperato ?
    Il giornalista responsabile della rubrica ha deciso per ” Benedetto XVI un Papa disperato e che suscita la disperazione”, aggiunge una parola e elimina il punto d`interrogazione…l `interrogazione diventa un`affermazione !

    Sì strano mondo quello dei media!

    2 Gennaio, 2008 - 13:48
  40. Leonardo

    E comunque anche il titolo proposto da Zizola era abbastanza fesso.

    2 Gennaio, 2008 - 15:26
  41. Luisa

    Sono d`accordo Leonardo! E quando metti assieme un “aigri” e uno che in più di essere inacidito, è incompetente e fazioso, l`unione da questi risultati !

    2 Gennaio, 2008 - 15:32
  42. raffaele.savigni

    Zizola e Baronio su “Petrus”: ecco le due facce della faziosità.

    5 Gennaio, 2008 - 20:22
  43. lycopodium

    Zizola di più, se non altro per ragioni temporali.

    6 Gennaio, 2008 - 10:48

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