Gran festa oggi per me, a motivo della proclamazione a beato, in Palermo, di don Giuseppe Puglisi. Più tardi inserirò una memoria del suo martirio ma fin d’ora volevo annunciare la festa ai visitatori. Il primo riconoscimento di un martire di mafia: altri ne seguiranno. Il segno del sangue cristiano su una delle frontiere più ardue dell’umano. Festa grande.
Aggiornamento del post. La memoria del martirio di Puglisi si può leggere nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo primo NUOVI MARTIRI, paragrafo terzo MARTIRI DELLA GIUSTIZIA, con il titolo: Giuseppe Puglisi: «Morire per dei nemici è ancora più difficile». Qui [capitolo 14 della stesa pagina: Dalla droga dall’Aids dalla strada e da ogni male] un altro mio testo sul racconto di uno degli uccisori: Salvatore Grigoli “Sparai un colpo alla nuca a don Puglisi”.
Festa grandissima….Si può essere preti di frontiera, anzi, di strada, pur restando preti, e in modo veramente autentico! Senza cantare “Bella ciao!”
Don Puglisi, morto a 56 anni per mano di balordi mafiosi, mangiando spine in silenzio, senza mai denunciare le minacce, senza parlarne….se non con Dio.Perché, non si può parlare DI Dio se non si parla CON Dio !
Quello che NON si puo’ fare, invece, Clodine, è essere cristiani senza essere cristiani di frontiera, anzi di strada.
Che poi uno canti il gregoriano o ” Bella ciao”, fa niente.
Mangiare spine in silenzio, senza mai denunciare le minacce, senza parlare del male ricevuto se non con Dio, per usare le tue parole, è la strada che spetta anche a me e a te. Non ne abbiamo mica altre.
Per questo, partecipiamo pure con grande allegrezza a questa festa grossa. Sapendo che festeggiare un martire non vuol dire piazzarlo sull’altare .
Vuol dire: ci sono qua io , pronto a prendere il tuo posto.
Importa niente che siamo preti o non preti.
Non tutti “saremo chiamati” (?) a morire da martire.
Ma tutti siamo già chiamati- e da un bel pezzo- a vivere da martiri.
Poi, possiamo far finta di niente e diventare i cristianini che parlano d’altro: di qualunque cosa, fuorché di dare la propria vita ( la propria vita, non la propria morte!) per Gesù Cristo.
Poi osiamo pure lamentarci che la società è scristianizzata…
Ma l’indirizzo dei responsabili lo conosciamo benissimo: è quello di casa nostra.
Oggi la festa grande è di tutti quelli che sentono vere e condividono le parole di don Pino Puglisi:”se ognuno fa qualcosa”.
Appunto: fare, fare sul serio, e non parlare e parlare a nastro per parlarsi addosso e compiacersi delle proprie vuote parole. Quanti ce ne sono così!
E chi “fa” cioè agisce in concreto, ha il diritto pieno di “fare” nel modo che lui ritiene il più opportuno, infischiandosene, in piena libertà di spirito, delle critiche dei benpensanti pronti a trovare “parole” insensate per stigmatizzare chi non la pensa come loro.
Anzi, non curandosi affatto di chi ne è distante perché purtroppo non riesce a vedere oltre il proprio naso e fuori dei propri angusti schemi mentali.
“Quello che NON si puo’ fare, invece, Clodine, è essere cristiani senza essere cristiani di frontiera, anzi di strada”. Una cosa è dirlo, altra esserlo…e ti garantisco che la differenza è sostanziale…caro lorenzo!….
Vi buttate sulle interiora di pochi, incidentalmente cristiani, ancor più incidentalmente cattolici, quasi che il loro sangue potesse giustificarvi ai vostri occhi, agli occhi del vostro Dio e, ciò che più vi interessa, agli occhi del mondo. Giudicate, scrivete, viaggiate, mangiate, brandite spade taglienti di parole, dispiaciuti che non sia più o non sia ancora il tempo di brandirne di ferro, cacciate via chi non la pensa come voi e vi disturba nelle vostre prevedibili e inutilmente accese schermaglie dottrinali. Non avete coscienza di ciò che dite, altrimenti non lo direste, o, peggio, ne siete consapevoli e allora vi state scavando la fossa, già qui ed ora. Puzzate come tutti e siete convinti di profumare. Non avete cuore e non avete coscienza dei vostri limiti. Siete perduti. Lo dico sul serio.
Anch’io festeggio con gioia questo martire.
Spero che segua presto Livatino.
Ma prima si deve saper parlare CON Cristo ….se si vuole parlare di Cristo. Il dinamismo non può essere inverso altrimenti non si è credibili e si finisce per smarrire il confine e restare schiacciati dal proprio io, dall’immagine che altri si fanno del discepolo/seguace/ apostolo, perché Il tarlo dell’autoreferenzialità, del “fare per apparire” è una tentazione che si insinua malgrado le più sante e ottime intenzioni. Il dovere dell’apostolo si valuta non sulla base dell’opera compiuta ma sul fine ..che non sempre corrisponde….”E’ vanità anche il potere ideologico, quella smania di avere sempre qualche novità da proporre, qualche rilettura profetica della Scrittura, qualche motivo di fierezza nell’opporsi al Magistero in nome della libertà”…
Attenzione! Se non s’impara a “parlare” con Cristo, non si può annunciare Cristo. “Tutto il resto, anche se costellato di opere umanamente solenni e nobili, è vanità”.
E Don Puglisi, checcé tu ne dica caro Leopoldo, è un santo…e sono proprio le tue parole graffianti e cattive ad essere maleodoranti!
Sissì parlare con Cristo, parlare di Cristo, l’opera e il fine dell’apostolo , persino la Parola, la Scrittura, il Magistero, la Chiesa… tutta roba bella e santa.
Ma se noi ci limitiamo ora e sempre a parlarne, parlarne e parlarne, senza fare l’unica semplicissima cosa che ci è chiesto di fare: DARE I GIORNI DELLA NOSTRA VITA, continuiamo a usare tutta questa bella e santa roba per ” parlare d’altro”, e restiamo i cristianini inisgnificanti che siamo.
In quello che dice Leopoldo, purtoppo per noi, c’è del vero.
Checché tu ne dica, caro Leopoldo, se è vero – com’è vero- che le parole nascono dall’abbondanza del cuore ebbene il tuo intervento, a dir poco inopportuno e incomprensibile, dimostra l’intolleranza tipica di chi manifesta un isterico ripudio nei confronti della religione e dei credenti. Chi ti parla è cresciuta in un ambiente laico e non si scandalizza di questo; mio nonno lo era, ma non si sarebbe mai sognato di infierire contro un credente, anzi: quando passava dinnanzi ad un tempio , che fosse una Chiesa o la Sinagoga non importa, si toglieva il cappello, in segno di rispetto.
Leopoldo,
hai tutta la mia condivisione.
Non capisco,
perchè usare le vite dei cristiani,
per spargere sangue….di odio.
Mi addolora profondamente!
Quello che dice Leopoldo, caro lorenzo, rattrista….non edifica. «l’anticattolicesimo è l’antisemitismo degli intellettuali”, disse un filosofo. . Come detto sopra, mio nonno, ateo, si toglieva il cappello quando passava dinnanzi ad una Chiesa. Detestava la derisione, la mancanza di rispetto, la violazione della libertà religiosa, piuttosto preferiva l’indifferenza! Qui invece ci troviamo davanti ad una continua morbosa ossessione verso verso i credenti da parte di lobby gay, atei e quant’altro…dittatura del relativismo a tutti gli effetti.
Non mi pare però che Leopoldo, se ho ben capito, se la prenda contro ” i credenti” e ” la religione”, ma con un preciso numero di cattolici che è quello che conosce, ad esmpio, dalla frequentazione di questo blog….
L’intolleranza è intollenza e basta, e chi la giustifica, e la tollera perfino, è più sotto dell’intollerante di un gradino.
Perchè questo dolore terribilmente sordo …………….
Questo commento solo per segnalare che ho fatto gli inserimenti annunciati nel post. Li puoi vedere nell’aggiornamento che lo completa. Un bel saluto a tutti.
Il siete perduti era riferito a tutti secondo me.
E dunque, riflettiamoci sopra tutti.
Certo che non edifica: perché mai dovrebbe edificare?
Certo che rattrista: dice cose che ci riguardano nel’intimo.
Liquidare il tutto come intolleranza è il solito fugone con le orecchie tappate cantando forte per non sentire nulla che mi metta in crisi?!
Che il Beato Puglisi interceda per tutti noi.
Pater Noster….
Così Benedetto XVI aveva ricordato Puglisi parlando il 3 ottobre 2010 nella cattedrale di Palermo:
La Chiesa di Palermo ha ricordato recentemente l’anniversario del barbaro assassinio di Don Giuseppe Puglisi, appartenente a questo presbiterio, ucciso dalla mafia. Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso la causa di Beatificazione. Vi esorto a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio.
Io conosco poco Leopoldo, ma per quanto mi è sempre parso di capire dai suoi scarsi interventi, gli fanno ribrezzo le ipocrisie di chi si dice cristiano e si arrabatta inutilmente per dimostrarlo, smentendosi nei fatti e lanciando anatemi, più o meno scopertamente, contro chi non si trova sulla stessa linea tracciata dalla convenzionalità, ed epurando chi non è della stessa religione o chi dice di non credere.
Se così è, si tratta della tesi che ho sempre sostenuto e che ribadisco: un certo tipo di cattolicesimo respinge piuttosto che attrarre. Ovvero non è credibile.
Di questo sono responsabili, e lo avranno sulla coscienza, quei cristiani cattolici, intolleranti davvero, che credono di aver capito tutto di Dio e del Cristo, e che invece idolatrano la loro personale idea di Dio, che riflette solamente il loro “io”. E, più che altro, rimaneggiano e ripetono a pappardella, senza alcuna personale riflessione, quel che altri hanno detto o scritto.
Quello di Leopoldo non è, a mio parere, “ripudio nei confronti della religione e dei credenti”, e non è intolleranza.
È ripudio di un certo tipo di religione e di un certo genere di credenti.
E se fra questi ci fossi anche io, mi guarderei bene dal criticarlo.
Condivido in pieno queste sue parole :”Puzzate come tutti e siete convinti di profumare. Non avete cuore e non avete coscienza dei vostri limiti.”
Leopoldo scrive,
25 maggio 2013 @ 11:16 ,
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Capisco e condivido la tua tesi, perfino la durezza, sincera, del linguaggio.
Tuttavia il percorso della Croce è cosa ardua, più facile a dirsi che a farsi.
La metafora che sottintende non è una esclusiva dei cristiani.
Non a caso nelle situazioni disperate si usa dire che chi “va in piazza per scambiare la Croce, ritorna a casa con la propria”
In una delle scene finali del film “La grande bellezza”, il personaggio della “Santa” una sorta di Teresa di Calcutta, a chi la pressava per concedere un’intervista al protagonista del film Jeb Gambardella, un viveur e giornalista-scrittore di grido, risponde : “la povertà non si racconta”, “la povertà si vive”.
Salutoni
http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/sorrentino-la-grande-bellezza-un-film-sulla-poverta-dell-anima-20130521_video_19575969.shtml
Sorrentino: “La grande bellezza” un film sulla povertà dell’anima
Il regista a Cannes parla della sua opera in concorso
Cannes (TMNews) – “La grande bellezza” è un viaggio in una Roma metafisica che parla di crisi per una volta non economica, ma dell’anima. Il regista Paolo Sorrentino descrive così il suo film in concorso a Cannes:”Nel film c’è una battuta: ‘la povertà non si racconta ma si vive’, racchiude il senso del film che prova a esprimere una condizione di povertà non materiale ma di altro tipo”. Fra gli attori che vi hanno preso parte Toni Servillo e Sabrina Ferilli.”Io sono molto felice – ha spiegato Servillo – di aver testimoniato una parte profonda di Paolo, in cui Paolo si riconosce”. L’altra protagonista del film è Roma raccontata con lo spirito visionario tipico di Sorrentino che ha pervaso ogni sua opera da “Il Divo” a “This must be the place”.
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Un gran bel film, ne consiglio la visione.
Per un modo di onorare tutte le vittime della mafia senza esclusioni e senza accaparramenti, vedi qui:
I fiori di Benedetto per tutte le vittime della mafia.
Mi sento di dire questo a Leopoldo, senza nessuna retorica e utilizzando le sue stesse parole, che- glielo posso garantire- mi hanno bruciato addosso.
Guarda, per favore, Pino Puglisi. Guardalo proprio: in quella sua faccia “ufficiale” che non hanno idealizzato né imbellito né spiritualizzato. Con le sue orecchie a sventola e la sua faccia assai poco da prete.
Lui non è stato- pardon, NON E’- incidentalmente cristiano, e meno ancora incidentalmente cattolico.Il suo sangue, vero, versato per davvero, non metaforico, non servirà a giustificarci agli occhi di nessuno.Semmai, a chiamarci in causa, con nome e cognome, nel momento stesso in cui con lui facciamo festa. A chiamarmi in causa davanti a lui, davanti a me stesso, davanti al mondo, davanti al mio Dio.
Don Pino, da quello che di lui abbiamo conosciuto in questi anni e da tutte le testimonianze, ha fatto molto poco, quasi niente, di quello che tu scrivi di noi. A quel che sembra molto poco ha giudicato, scritto, viaggiato, brandito spade taglienti di parole, dispiaciuto che non fosse più o non ci fosse ancora il tempo di brandirne di ferro. Non risulta che abbia cacciato via chi non la pensasse come lui e non si conoscono di lui prevedibili e inutilmente accese schermaglie dottrinali. Ha avuto coscienza di ciò che ha detto,una coscienza piena, lucida, dolorosa e appassionata. E proprio per questo lo ha detto . Ne è stato consapevole al punto di capire di essersi scavata la fossa, e non per modo di dire. Consapevole che puzza e profumo sono mescolati in tutti, non ha mai smesso di far cercare a tutti, anche ai piu’ riottosi e puzzolenti, di far sentire la possibilità e la bellezza del profumo. Ha avuto un cuore pazzesco, e piena coscienza dei suoi limiti.e di quelli di tutti. Un mattino- che presagiva- si è trovato perduto per davvero.
Caro Leopoldo.Se ti capita di pensare a un cattolico , pensa a don Pino, lascia perdere noi.
Lo dico sul serio.
Il postulatore della causa, l’arcivescovo di Catanzaro Vincenzo Bortolone, così presenta il martirio di don Puglisi in un’intervista a Vatican Insider:
Don Puglisi, diversamente dalle altre vittime della mafia, si batteva contro di essa prendendosi cura, da sacerdote, delle anime, della loro formazione cristiana e morale, della loro povertà in ogni accezione. E fu proprio questo a costargli la vita: essere un uomo libero, armato della sola forza della fede. Emblematico, al riguardo, un colloquio tra Leoluca Bagarella e l’ex mafioso Tullio Cannella, cristallizzato nelle sentenze ormai passate in giudicato: Puglisi doveva morire perché predicando “tutta la giornata”- dovunque, non solo in parrocchia – sottraeva i bambini, i fanciulli, i giovani, alla malavita. E questo i capibastone non potevano tollerarlo, essendo un danno per Cosa Nostra. Insomma, Puglisi viene giustiziato per l’odio che i mafiosi nutrono verso la sua fede e verso il suo munus sacerdotale. È uomo di fede, che con la fede contrasta e mette in ridicolo il dio-potere degli uomini di mafia.
Io invece mi sento di dire, sul serio, a Leopoldo che se vuole ( SE VUOLE) accostarsi alla religione cristiana cattolica guardi a chi la pratica con semplicità e con vera umiltà, parlando innanzitutto al cuore della gente e senza mettere paletti discriminanti di nessun genere.
Tenga come testo indispensabile di riferimento il Vangelo mettendolo a confronto con gli imperativi che gli giungono dalla coscienza.
Perché nell’ intimo della coscienza di un uomo onesto (ripeto: onesto!) si fa sentire la voce di Dio.
E la coscienza individuale non può e non deve essere violata da nessuno. Lo riconosce anche la Chiesa istituzionale.
Almeno su questo non sono possibili equivoci.
Condivido la gioia di Luigi e dei palermitani per la beatificazione di Padre Puglisi.
Ho trovato molto belle le parole del Card. Romeo.
Concordo con Clodine sulla testimonianza esemplare di sacerdote cattolico fedele al suo ministero fino alla fine, senza “licenze poetiche”.
Anche sul resto della discussione sono d’accordo con Clodine e aggiungerei che il Sig. Leopoldo non ha dato “laicamente” grandi testimonianze di tolleranza a noi frequentatori di questo blog, più o meno cattolici, più o meno praticanti e osservanti. Solo giudizi lapidari e spesso sprezzanti. Il suo stesso intervento è una “sciabolata” paragonabile a quelle che lo ripugnano quando gli pare di scorgerle nel suo prossimo.
Il proselitismo relativista no. Per favore, no!
“Proselitismo relativista” un cavolo, Federico B.
Tu, con la fissa paranoica del relativismo fai stomacare. Proprio ti manca il senso della misura.
Mi fai anche un po’ pena, a dire il vero.
Su “Avvenire” di oggi Vincenzo Bertolone (vedi sopra commento delle 22,04) riporta le parole in lingua siciliana che il pentito Tullio Cannella riferì in Corte d’Assise come dette da Leoluca Bagarella: “Stu parrino si tirava i picciotti cu iddu, quindi faceva stu dannu, predicava tutta arnata, avutri problemi” [Questo prete tirava dalla sua i giovani, quindi faceva questo danno, predicava tutta la giornata (e creava) altri problemi].
Sempre educata e misurata…
Buona notte, sorella.
“aggiungerei che il Sig. Leopoldo non ha dato “laicamente” grandi testimonianze di tolleranza a noi frequentatori di questo blog”
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Non credo ch tu Federico possa parlare a nome di nessun altro del Blog che di te stesso.
Sono in diversi a non riconoscersi nelle intolleranze di Federico.
Ergo, parla per te stesso.
Federico B., dimentichi che io rispondo con la stessa misura usata nei miei confronti. Non porgo l’altra guancia, non lo ricordi ?
L’educazione non puoi certo insegnarmela tu, proprio non puoi.
Io non passo sorvolare sulle tue stupidaggini. Scusa la franchezza.
“Festa grandissima….Si può essere preti di frontiera, anzi, di strada, pur restando preti, e in modo veramente autentico! Senza cantare “Bella ciao!”” …Clodine ha scritto questo al primo commento al post. Beh mi faceva piacere dire che oggi pomeriggio ho detto la stessa cosa parlando con dei miei coetanei (alle soglie dei 25anni). Questo per dimostrare che ci sono giovani, e sono molti, che capiscono qual é l’autenticità, e che per essere veri testimoni e sedurre (sebbene non nel senso di condurre a sé ma a Cristo) non ci si deve allontanare dalla Chiesa e da quello che rappresenta, anzi, si deve abbracciarla e amarla tutta, apertamente, in mezzo alla gente!
Buonanotte a tutti!
Condivido in toto quanto scritto da Clodine e ripreso (oltre che detto nel pomeriggio) da Elis@. E mi sembra il caso di sottolinearlo, anche perché stimo moltissimo gli inviti ad andare verso le periferie dell’esistenza ma c’è anche da dire che oggi la maggior parte di coloro che oggi si avvenutra in questi campi dell’esistenza, dimentica il centro e approda a derive di “periferismo”.
Morto per sottarre i giovani alla “morte’. Nel silenzio. Senza campagne di stampa, televisione, ecc. Non che queste siano sbagliate, per carita’, ma lui da solo, nella sua casa, nella sua chiesa, per strada…; immagino alla sera pima di dormire pensando a volti, situazioni, cercando idee su come fare il giorno dopo per parlare con l’uno o agganciare l’altro, invitarlo magari con una scusa ad andare a fare la spesa insieme, o due passi all’ufficio postale, portarselo dietro a trovare un parente, e mille altri stratagemmi… Intanto il ragazo sente parole diverse, vede persone che fanno cose diverse, gli entra nel cuore una parola del vangelo, ci pensa un po’, si associa ad uno dei gruppi che si vanno formando per il catechismo, il teatro, il doposcuola dei bambini… ed e’ salvo: quel tipo di pastorale giovanile di cui non si parla mai. Infatti e’ qualcosa di piu’ della pastorale. E’ la Pasqua!
Ottima l’impietosa sciabolata di Leopoldo!
Il bruciore della ferita è il minimo che si richiede per per dimostrare che sotto il marciume della vigliaccheria e della codardia c’è una coscienza che brucia…
A qualcuno purtroppo fa invece l’effetto di un piacevole solletico…
Mi piace però ricordare che don Puglisi detestava gli atteggiamenti ” anti”, fino ad incavolarsi di brutto anche… quando veniva definito un prete ” antimafia”! Diceva che lui era un prete PRO il Vangelo, e contro nessuno.
Quindi, utilizzare oggi il suo esempio splendente e beato, per letture ” anti ” qualcun altro- il riferimento esplicito a “bella ciao” è a don Gallo e ad altri preti etichettati e semplificati anch’essi come preti da strada”- mi sembra un po’ fuori tono.
Il suo esempio splendente e beato, è un esempio inclusivo aperto a tutti, pure ai picciotti di mafia che infatti lo hanno fatto fuori.
Hai ragione Lorenzo.
“…perche’ la fantasia del bene e’ grande, ed e’ percorsa con generoso sacrificio da molti.” (Vescovo Bagnasco)
A dire il vero papa Francesco ha detto chiaro chiaro che si deve andare verso le periferie dell’Umanità senza “abbandonare” il centro della Chiesa. E lo ha detto perché ha riscontrato in tutta evidenza che il “centro” è portato a restare, ahimè, nel centro. Senza muoversi.
Solo in minima parte i ministri della Chiesa si muovono verso la periferia dell’esistenza, e fanno tutto da soli senza aiuto da parte del “centro” che talora, anzi, ne resta fortemente disturbato.
È il caso di don Gallo, di don Ciotti e di molti altri che spesso si sentono abbandonati dai superiori autoreferenziali, eppure continuano a restare fedeli alla Chiesa per amore del Cristo.
Questo bisogna dirlo a chiare lettere, per evidenziare tutta la verità.
Non parlo da me, riferisco cose sentite da preti che con immane fatica agiscono da soli senza avere alcuna gratificazione dai superiori.
Quei superiori che parlano in astratto (quanti ce ne sono!) ma ignorano il contatto diretto con chi vive in situazioni di emarginazione scandalosa.
I giovani, o meno giovani, che cantano “Bella ciao” ai funerali di un prete di frontiera, e che a migliaia lo seguono nel suo ultimo viaggio terreno, non lo fanno per sciocca esibizione, come qualcuno ignobilmente pensa restandone enormemente infastidito, e non riesce a celare il vergognoso disagio dei benpensanti.
Quelli–giovani,ragazzi,anziani, uomini e donne, magari prostitute– vogliono manifestare con coerenza la affettuosa e ammirata gratitudine verso chi li ha aiutati realmente portando loro un Vangelo VIVO. E lo fanno pregando, certo, ma anche cantando (che c’è di male o di scandaloso?) un canto particolarmente caro ad un prete che era stato partigiano ( ancora:che c’è di male?).
E lo fanno anche contestando d’impulso un esponente dell’alta gerarchia che, facendo finta di niente, dice quel che non è stato riguardo alla realtà di un rapporto travagliato con un arcivescovo del passato che aveva allontantano dalla sede d’origine don Andrea Gallo perché, guarda caso, gli davano fastidio, di don Gallo, oltre che il suo antifascismo viscerale e schiettamente dichiarato, anche una netta presa di posizione a fianco degli ultimi a costo di disobbedire ad una gerarchia miope e chiusa nella sua autoreferenzialità.
Che ci si poteva aspettare da un vescovo ultratradizionalista come Siri?
Di tutto questo dovreste prendere atto, cari cattolici tradizionalisti che puntate l’indice contro preti come don Gallo, perché disturbano enormemente il vostro quieto vivere che non può contemplare il discostarsi da una religiosità di routine entro la quale vi sembra di possedere la Verità assoluta.
Andate a risentirvi la bella omelìa di don Ciotti, ieri,
Cose più giuste e più vere non avrebbe potuto dire.
Solo per ricordare a qualcuno che don Gallo non è stato abbandonato dai suoi vescovi (o dai superiori salesiani, quando era salesiano), ma è stato lui a porsi spesso e volentieri al di fuori di una testimonianza coerente del suo ministero sacerdotale. Questo è il punto. Non beatifichiamo chi, con tutta evidenza, non è stato un santo.
Avrebbe potuto esserlo, seguendo l’esempio luminoso di Padre Puglisi e di molti altri santi sacerdoti (come don Bosco, che pure era stato un modello per il giovane Andrea Gallo). Ha scelto di essere un buon comunista a costo di essere un prete meno buono. Il risultato è visibile nell’atteggiamento di chi ha partecipato al suo funerale come se fosse una manifestazione di partito, dei centri sociali, della sinistra antagonista, non come un funerale di un sacerdote cattolico.
Spero che i soliti “progressisti” evitino di continuare all’infinito questa discussione. Potremo trovare una comunione su Padre Pino Piglisi (o Madre Teresa di Calcutta o su qualunque altro Santo che è stato dalla parte degli ultimi e dei poveri), non su una figura come don Gallo.
Ma, Fede mio bello, a onor del vero, questa discussione infinita su don Gallo l’hai iniziata e la porti cocciutamente avanti tu.
Se togliessi i tuoi occhiali con cui vedi TUTTO secondo la tua ossessione progressistofobica, ti accorgeresti che stai raccontando una storia che nei fatti non esiste.
Se ti attieni ai fatti, la comunione non ” va trovata “. perché esiste già, ed è quella della Chiesa Cattolica , che, ti piaccia o no, ieri ha celebrato i funerali di un suo figlio sacerdote.
Non vorrei spaventarti, e lo dico senza polemica, ma sei tu che questa comunione non la accetti, e sei tu che te ne chiami fuori.
Un prezzo un po’ altino, per una polemica su cui si vuole tenere il punto,
Lorenzo, fraternamente, piantala!
Non è vero che sto insistendo su una discussione che non mi interessa perchè è chiaro come il sole come bestemmie e aborto (giusto per fermarsi su due punti macroscopici, ma ce ne sono altri) non possono essere associati ad una testimonianza coerente di un sacerdote della Chiesa Cattolica.
Ho solo risposto a chi “beatificava” di fatto ed insisteva ad elogiare l’esempio di una persona che io reputo semplicemente scandalosa.
Chiudo qui, per carità. Ma se qualcuno rilancia, rilancerò anch’io.
Buona domenica e buona solennità della SS. Trinità a tutti.
Già, buona festa della Trinità a tutti e CON TUTTI.
Il prete stamattina all’omelia ha detto fra l’altro: ” Il Dio dei cristiani non è egoisticamente solo, è “relazione” e ci ha fatti poco meno di Lui. Infatti Egli è Amore trinitario e ha infuso a noi uomini, unici fra tutte le creature, il suo stesso Amore-relazione. Per questo noi siamo soliti dire che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Relazione con tutti e fra tutti. Amore verso tutti.”
Queste parole riescono a scavalcare la muraglia che certi “cristiani” si ostinano a frapporre fra se stessi e gli altri?
La notizia della beatificazione di Don Pino Puglisi è motivo della gioia più sincera per ogni fratello in Cristo.
Circa la figura di Don Andrea Gallo (che non vedo affatto in antinomia a quella di Don Puglisi), avrei voluto, buon ultimo, dire la mia, ma temo che la mia modestissima e non richiesta opinione finisca per provocare al buon Federico l’ennesimo travaso di bile, ciò che, per il bene che gli voglio, vorrei evitargli: dunque, mi taccio (tanto, per me, e molto meglio di me, ha già detto tutto l’amico Lorenzo).
Buona domenica, e buona Festa della SS. Trinità a tutti !
Roberto 55
Tanto per ristabilire la verità ( che a me piace tanto) :
http://www.famigliacristiana.it/chiesa/dossier_2/dossier/addio-don-gallo-prete-degli-ultimi.aspx
la cosa più divertente, tanto per rendere più frivola l’ atmosfera sempre più cupa e pesante che si respira in questo blog, ( Leonardo dove sei?)sarebbe immaginare che Don Gallo in Paradiso incontra il Cardinale Siri.
-Come TU qui? – si stupisce il prete di strada-. Non me lo sarei mai aspettato! “Come TU qui? – si stupisce l’alto prelato conservatore.-Non me lo sarei mai aspettato!
e Dio, la cui caratteristica principale ha detto qualcuno credo Borges è di essere un umorista, si fa una bella risata…
“Solo in minima parte i ministri della Chiesa si muovono verso la periferia dell’esistenza, e fanno tutto da soli senza aiuto da parte del “centro” che talora, anzi, ne resta fortemente disturbato”.
Penso che il centro sia un altro.
Scusate l’intrufolo:
volevo solo osservare che, se invece di vivisezionare i talenti altrui provassimo a cercare quelli che tutti abbiamo personalmente ottenuto e a usarli bene, non trovate che potrebbe essere cosa migliore?
Se non vi piace fate finta che non abbia scritto nulla…
Sì, mattlar, il centro è Gesù Cristo, ed è la Sua Parola.
Resta il fatto che l’ alta gerarchia, che pomposamente si dice depositaria della Parola, la predica, ma molto spesso non ne è testimone nei fatti.
Molti umili preti, invece, lo sono, testimoni. Senza voler fare di tutta l’erba un fascio, ovviamente.
Mi dispiace che non te ne sia accorto. E fintanto che ci saranno quelli che come te– mi sembra di capire– non se ne accorgono o fanno finta, la Chiesa è destinata a restare ferma. Gesù Cristo non voleva questo.
A te non dice niente la parola “autoreferenzialità” pronunciata da papa Francesco ?
Non sono così appassionato di alte gerarchie…se Lei si è sentita interpellata dalle parole del Papa mi rallegro; capita spesso che le parole del Papa interroghino personalmente le coscienze. E’ un buon segno, normalmente.
A dire il vero, io sono appassionata di TUTTA la Chiesa: alta e bassa gerarchia, nonché i comuni fedeli ( che pure sono Chiesa) e, soprattutto, quelli che vengono definiti “gli ultimi”.
Le parole del Papa le ho trovate molto interessanti, ma le posso assicurare, mattlar, che non mi hanno spiazzato per nulla, dato che già avevo un’idea ben precisa di come andassero le cose. Quindi non mi sono sentita “interpellata”. Caso mai mi hanno confermato nei miei convincimenti. Altre persone dovrebbero, al contrario, sentirsi “interpellate” per davvero.
E magari fosse così, perché di sicuro molte cose cambierebbero in meglio.
Ringrazio Roberto per il buon cuore.
Vorrei spiegare che non è la gerarchia ad attribuirsi “pomposamente” titoli che non le spettano, ma è la tradizione apostilica che, nella Chiesa, ha un valore importantissimo…, ma capisco che è fiato sprecato e che sono intervenuto anche troppo su altri temi.
Buona settimana.
apostolica
Quel che ho scritto lo pensavo e lo penso, e non era un modo per stanarvi dalle vostre posizioni. Vi prego di credermi, perciò, quando vi dico che la risposta che non mi avete dato, a parte il tono polemico di alcuni che accetto di buon grado, considerato il mio, me la sono data io da solo, dopo, rileggendo le mie parole.
Mi sono detto, caro Leopoldo, del tuo stringato intervento è sbagliata la premessa. Tu affermi che non è vero che il sangue di pochi può giustificare agli occhi di Dio i difetti di molti. Beh, invece le cose stanno esattamente così. Passò il tempo in cui non bastarono dieci giusti a salvare le città peccatrici. Iddio in terra ci ha reso partecipi, proprio col suo sangue, della sua natura e ha esteso a noi tutti un principio che in fisica si chiama “dei vasi comunicanti”. Non c’è più soluzione di continuità fra fra le vene in cui scorre il sangue degli uomini, se è vero che tutti facciamo parte di un corpo unico in Cristo Gesù. Quindi, caro Leopoldo, è proprio vero che il sangue di Don Puglisi (e di tutti gli altri martiri, a partire dal sacrificio del Messia) ci riscatta e ci giustifica pur nelle nostre debolezze, non certamente per nostro merito ma grazie alla misericordia infinita di Dio. Questo mi sono risposto, e questo mi sarei aspettato, ripeto, dopo che ho scritto quel che ho scritto, che qualcuno di voi mi dicesse, qualcuno di fede, perché io sono convintamente agnostico. Che cosa devo dirvi: o non m’avete reputato degno di risposta (cosa possibilissima e forse giusta) o non avete capito nulla, manco voi, della vostra religione.
Magari non ci fosse passato sopra tipo bulldozer giudicandoci perduti avremmo risposto volentieri.
Riguardo ai pochi e ai molti le ricordo che l’apocalisse parla di una moltitudine immensa che nessuno poteva contare non sarà che forse gli uomini sono un po’ meglio di come spesso appaiono?
Scusate. Ma io vorrei fare solo una piccola riflessione su don Gallo (e sullo spettacolo allucinante cui abbiamo assistito ai funerali).
Premesso che ciascuno di noi ha bisogno della Misericordia del Signore e che il funerale in Chiesa è un Sacramento, mi pare che – senza voler fare prediche a nessuno – il compito della Chiesa (e dei cattolici tutti!) sia quello di indicare la Verità.
Perché la Misericordia senza Verità si chiama complicità.
E invece alla morte di Don Gallo si sono letti (anche su media e blog cattolici) commenti in cui si celebra il prete “di strada”, come un esempio più che positivo di sacerdozio vissuto, come se aprire la casa a poveri, trans e prostitute bastasse in sé per essere santi.
In altre parole, si fa fatica a cogliere una differenza netta tra Madre Teresa di Calcutta e Don Gallo, o anche tra Don Gallo e Don Oreste Benzi.
Eppure una differenza c’è: anche Don Benzi accoglieva le prostitute e apriva la casa agli ultimi, anche madre Teresa raccoglieva per strada gli scarti della società (e non c’è neanche paragone tra Calcutta e Genova), ma il desiderio, la missione era quella di elevare tutti a Dio, non di abbassare Dio alla misura dell’uomo.
Per questo madre Teresa e don Benzi non avrebbero mai accompagnato una povera ragazza ad abortire o si sarebbero messi ad intonare “Bella Ciao”, nel mezzo del Sacrificio Eucaristico.
Un peccatore, consapevole di esserlo, ha bisogno di un Dio misericordioso non di un Dio complice: abbiamo bisogno di un Dio che è più grande di ogni peccato che possiamo commettere, e ci dice “Và, sei perdonato, non peccare più, un’altra vita è possibile”.
A cosa ci può servire un Dio che ci dice “Ma sì, non fa niente, continua così che ti voglio bene lo stesso”?
Perdonate, mi permetto anche una seconda riflessione: in questi tempi, l’attacco laicista è partito forte anche sulla libertà di educazione: a Bologna ieri si è svolto il referendum promosso da chi vorrebbe togliere i fondi comunali alle scuole paritarie.
Affluenza bassa, ma i promotori – il suadente Rodotà, in testa – hanno vinto: conseguenze immediate nessuna, il referendum era consultivo e il sindaco PD era contrario (cioè favorevole alle sovvenzioni agli asili non statali) , ma dal punto di vista politico e sociale le conseguenze saranno pesantissime. Si può scommettere su un’ondata di iniziative di questo genere in tutta Italia, che metterà in difficoltà le scuole cattoliche ma anche la possibilità delle famiglie di scegliere liberamente la scuola per i propri figli.
In conclusione del mio intervento, vorrei solo dire che mi piacerebbe avvertire un pò di indignazione di fronte agli attacchi laicisti e un pò di insofferenza nei confronti del lassismo relatista.
Il silenzio, spesso, diviene connivenza ed arrendevolezza verso il più forte che grida di più.
Condivido l’intervento e le preoccupazioni di Luca73.
Aggiungo che anche quando votiamo alle elezioni comunali dovremo stare attenti a quali sindaci andiamo ad eleggere…
In merito al referendum temo che molti “contrari” abbiano pensato di depotenziare la proposta non andando a votare, secondo la logica del quorum. Non so cosa potrà accadere in seguito, ma il risultato della consultazione è stato evidenziare come una piccola minoranza laicista agguerrita sia riuscita a tenere banco per tanto tempo e a spingere un’intera città (ma di riflesso tutta una regione) a contrapposizioni molto dure.
I cattolici hanno fatto troppo poco, forse per non sembrare “interessati” ai finanziamenti.
La conclusione di Luca è anche la mia:
il silenzio diviene connivenza ed arrendevolezza verso chi grida più forte.
Grazie, luca73, per le tue parole vere!
Marilisa, sono contento che il Papa abbia confermato le sue certezze.
Il politico Gallo non merita tante attenzioni, secondo me.
Appoggio e condivido l’intervento di luca73, in modo particolare nella parte in cui parla dell’indignazione!
Con questo non è necessario che qualcuno degli ospiti di questo blog si agiti o si indispettisca!
Buona giornata a tutti!
Anch’io condivido l’intervento di luca73 e comprendo bene le sue preoccupazioni, però mi sembra che – se in questo paese è rimasto un briciolo di intelligenza – sarà difficile gabellare per un successo dei fasciolaicisti il risultato del referendum di Bologna. Chiunque non si sia bevuto o fumato il cervello capisce che se la proposta di abolizione del contributo ha ricevuto l’approvazione di poco più del 16% degli elettori (questo è, in realtà, il risultato), vuol dire che è sonoramente bocciata.
La stragrande maggioranza della popolazione di Bologna ha detto chiaramente che: o non gliene frega niente della questione o apprezza il sistema attuale. Punto e basta.
Il resto è mangime per i polli.
Vedi Leopoldo com’è generoso l’universo: esso non solo è pieno di cristiani che la sanno l’uno più lunga dell’altro ma abbonda di agnostici che la sanno ancora più lunga di tutti i cristiani presi insieme.
@Lorenzo, che teme io possa “odiare” qualcuno, dedico questa frase che mi ha “postato” oggi il mio amico Carlo M.:
Il vero soldato combatte non perche? egli odia cio? che e? di fronte a lui, ma perche? ama cio? che e? dietro di lui.
(GKC, Illustrated London News, 14 1 1911)
Senza essere bellicisti o militaristi, siamo tutti “milites Christi” dal giorno della nostra Cresima. Poi c’è sempre chi combatte, chi non combatte e chi diserta…
Ahi, ahi, ahi, Federico.
La citazione che hai riportato l’ho sentita anche pronunciare
da terroristi di Al Qaeda.
Il cristiano si distingue in quanto “ama Dio riconoscendolo proprio nel fratello che gli è davanti”!
L’unica arma del milites Christi si chiama Carità.
Non frequento i terroristi di Al Qaeda, ma non sono loro l’unico elemento di confronto.
I grandi santi della Chiesa Cattolica non hanno avuto paura di passare per “fondamentalisti”, non hanno mai taciuto per quieto vivere o per pusillanimità, hanno amato il prossimo che stava loro davanti senza rinunciare a proclamare la Verità, senza rincorrere gli errori del mondo.
Non hanno odiato, ma hanno amato la Chiesa e hanno dato la vita per il Signore.
Non è carità dire a un fratello che è nell’errore? Non è carità impegnarsi per il bene? non è carità reagire all’indifferenza e al disinteresse?
Il miles Christi ha a disposizione le virtù teologali e cardinali, le opere di misericordia coerporale e spirituale, i doni dello Spirito Santo, … ma deve poi usarli, altrimenti…
Non è carità dire a un fratello che è nell’errore?
Solo dopo che gli hai chiesto di perdonare i tuoi.
Non è carità impegnarsi per il bene?
Impegnarsi per il bene? Certo, prima coi fatti, poi con le parole!
Non è carità reagire all’indifferenza e al disinteresse?
E come no? Reagisci amando il tuo prossimo per come è, fino in fondo!
Veramente Leopoldo io ti ho reputato degno di risposta.
Ergo, secondo il tuo stringato ragionamento, non ho capito nulla manco io della mia religione.
Morale: che ti rispondo a fare per la seconda volta?
🙂
veramente è quello che facciamo noi quando correggiamo i suoi di errori.
il fondamentalismo tra l’altro è un fenomeno nato in ambito protestante alla fine dell’800, La Chiesa ha sempre combattuto le interpretazioni letterali e non filtrate dal magistero del Vangelo. E’ il motivo per cui un cattolico non si alza la mattina e brucia il corano o vede Sodoma e Gomorra dove non c’è.
@ Fede
Qui invece si sta a parti rovesciate, per cui il ragionamento si incaglia subito.
Chi sta dietro, e chi davanti?
La Chiesa, Gesù Cristo, dovrebbero stare dietro, e noi davanti a pugnar per loro?!!
Bella roba: dipendesse da noi, comunque, partita persa quattro a zero a tavolino.
Non mi pare che Gesù ci chieda di combattere per lui.
Piu’ prosaicamente, mi pare ci chieda senza mezzi termini un’altra precisissima cosa: di piantarla di pensare a noi stessi, di prendere la croce che ogni giorno ci troviamo davanti, e di seguirlo.
( E poi, Fede, mai parlato di odiare, manco con le virgolette.Semplicemente viene tanto comodo avere sempre davanti un bersaglio con cui prendersela…
assai piu’ facile, gratificante e comodo che lasciarsi piantare in croce).
“Questo mi sono risposto, e questo mi sarei aspettato, ripeto, dopo che ho scritto quel che ho scritto, che qualcuno di voi mi dicesse, qualcuno di fede, perché io sono convintamente agnostico. Che cosa devo dirvi: o non m’avete reputato degno di risposta (cosa possibilissima e forse giusta) o non avete capito nulla, manco voi, della vostra religione.”(Leopoldo)
Che bravo Leopoldo! Si è dato da solo la risposta che si aspettava da altri.
E allora, che domandava a fare se già aveva la risposta?
Questa volta l’agnostico Leopoldo è andato in cunetta. E mi dispiace per lui.
Scusa tanto, Leopoldo. Ma a volte a tirare troppo l’elastico, questo si rompe.
Rispetto il tuo agnosticismo, ma tu rispetta chi non lo è, agnostico, anche se ne resti deluso.
Per riprendere una tua espressione: anche tu “puzzi” come tutti. Rispetta la “puzza” degli altri.
Caro Luca,
fai benissimo a sottolineare le differenze tra Madre Tersa, don Benzi e don Gallo. Perché le differenze ci sono, e non è detto che- di per se stesse- siano un male.Io credo anzi che siano un bene per la Chiesa ( o per noi, che è la stessa cosa). Personalmente mi augurerei che si moltiplicassero tra di noi le Madri Teresa, i don Benzi e i don Gallo.
Gente che sceglie la strada e fa della strada la sua chiesa.
Perchè, scuserai la banlità dell’osservazione, ma se tutti facessero come me, che bruco il mio cristianesimo senza rischi e senza scandali tra i campanili e i blog protetti in cui ci parliamo tra di noi, beh, il cristianesimo sarebbe belleche morto.
Quanto allo” spettacolo allucinante” dei funerali, io sono grato che questi funerali siano stati celebrati lsciando esplodere la realtà certamente incasinata e contraddittoria e urticante del mondo di don Gallo.Se se ne fosse fatto un filtro preventivo, sarebbe stata la solita pantomima. Per una volta un vescovo serenamente e coraggiosamente ha cacciato le mani nella realtà così come è.
Dopo tante mezze finzioni tipo ” il vescovo incontra i giovani della diocesi” dove in realtà incontra selezionatissimi gruppetti di fidatissimi ragazzi ipercattolici, qui è come se Bagnasco fosse andato ad incontrare senza paracaduti i ragazzi dei centri sociali.
Un bel coraggio, a mio parere fecondo e che sarà SEMPRE PIU’ NECESSARIO:
Ciao!
Quindi, caro Lorenzo, secondo te la differenza tra un Gallo e un don Benzi o una madre Teresa dove sta? Forse intendi che don Benzi e madre Teresa hanno manipolato la realtà fino a filtrare i loro funerali? O qualcun’altro ha fatto dei loro funerali una pantomima? Forse ai funerali di madre Teresa che ancora tutti ricordano sono stati ammessi solo i buoni e i bravi cattolici?
Come mai al funerale di Gallo ha parlato un selezionatissimo ex-parlamentare transessuale e non un transessuale qualunque?
Quando si scrive :27 maggio 2013 @ 13:11
“mi pare che il compito della Chiesa (e dei cattolici tutti!) sia quello di indicare la Verità.”
Compito fondamentale della chiesa è l’evangelizzazione (andate e….)
Non viene detto andate a indicare la verità….
“Perché la Misericordia senza Verità si chiama complicità.”
Non esiste la misericordia con qualcosa,
esiste la misericordia senza se e senza ma.
Gesù,
non ha condizionato la sua accoglienza, la sua misericordia,
a possibili ricatti.
Gesù, ha avuto misericordia di tutti,
senza se e senza ma.
Gesù,
non ha mai chiesto
una condizione previa,
per la sua misericordia,
per il suo perdono.
—————————–
“si sarebbero messi ad intonare “Bella Ciao”, nel mezzo del Sacrificio Eucaristico.”
Perché affermare il falso.
Don Gallo non ha cantato il Bella ciao nel bel mezzo della messa.
Rivediti il video!
————————————
Un peccatore di cosa ha bisogno ?
Ma del Signore !
Ma perchè devi per forza affermare come deve essere questo Signore,
togliendo a Lui la libertà di essere come Lui vuole ?
—————————
“vorrei solo dire che mi piacerebbe avvertire un pò di indignazione di fronte agli attacchi ….
Laicisti….
insofferenza nei confronti del lassismo relativista.”
Ma il laicismo e il relativismo, non esistono,
esistono solo le persone
contro le quali si promuove guerra e odio.
————-
Io non vorrei che si facessero
paragoni tra i vari cristiani della carità,
o
persino tra i loro funerali.
Ogni cristiano della carità,
ha espresso
un particolare sguardo del Signore,
verso i poveri,
verso i marginali,
verso le periferici.
Perchè questo squallido fare differenza
tra uno sguardo e l’altro del Signore ?
Matlar, personalmente non apprezzavo particolarmente Don Gallo e non mi è piaciuto il suo funerale, non è questo il punto.
Il punto è che Don Gallo era un sacerdote della Chiesa esattamente come gli altri.
Madre Teresa è per adesso Beata, per il resto un sacerdote è un sacerdote poi va a preferenze.
In ogni caso le proteste contro la comunione a Luxuria (e non mi piace nemmeno lei) montate dai soliti siti web a me han fatto senso.
Giuro, senso.
Era politicizzato? certo, perchè la marcia con le bandiere della Vandea no?
eppure il Papa Avvenire e il resto l’han benedetta uguale.
Pure la manifestazione in Francia dove hanno arrestato 300 persone.
“Come mai al funerale di Gallo ha parlato un selezionatissimo ex-parlamentare transessuale e non un transessuale qualunque?”
Accipicchia che domanda esigente!
Non potrebbe essere che ha parlato un transessuale che ha voluto prendere la parola a nome di tutti gli altri ( non demonizzati da don Gallo), e basta? Vogliamo mettere la politica anche qui? Sempre politica, nient’altro che politica?
Io ne ho davvero piene le tasche di questa miscela di religione e politica che certi chiamano in causa pretestuosamente per rilevare la loro “vera” cattolicità contro quella che sarebbe la “finta” cattolicità di altri.
E se fosse l’esatto contrario, cioè che c’è molto da imparare dai cattolici “politici” che danno piena voce all’imperativo evangelico di accogliere tutti, proprio tutti, seguendo l’esempio di Gesù che non discriminava nessuno?
O a qualcuno risulta che Egli abbia indicato logiche di divisione?
A me, Sara, i funerali di Don Gallo sono piaciuti, al contrario di te.
Perché hanno accolto semplicemente tutti quelli che hanno sentito il bisogno di accompagnare all’ ultima dimora chi li aveva amati. A prescindere dalla politica.
Che qualcuno li voglia strumentalizzare per tirare l’acqua al suo mulino è semplicemente un obbrobrio.
Non parlavo della comunione a lussuria, Sara1, ma della preghiera dei fedeli, senza peraltro entrare nel merito del piccolo manifesto politico che la signora lussuria ha fatto al posto della preghiera dei fedeli…
Che Gallo fosse un sacerdote non ci sono dubbi. Penso che si stia discutendo del suo modo un po’ parziale o partitico o particolare di amare la chiesa… non diverso da quello delle benedizioni alla Vandea… certo
Marilisa la segretaria di Don Gallo ha preso la parola e sgridato chi fischiava dicendo che sarebbe dispiaciuto per primo a lui.
Qualche cosa avrà voluto significare no?
Poi ormai abbiam già detto e ridetto.
In merito ai funerali di don Gallo, riporto un intervento di F. Lozito su VinoNuovo:
Quelle persone fuori dalla chiesa con le bandiere no Tav non hanno nulla a che vedere con quei comunisti che in Chiesa non entravano perché la Chiesa non li voleva dentro e a cui un profeta come Mazzolari invece aveva il coraggio di rivolgersi.
Quelle persone si sono sentite dire da don Gallo solo quello che volevano. Hanno preso quello che volevano. E mi dispiace, ma io mi guardo dal giudicarle ma non prendo lezioni da loro. E invece ho la vaga sensazione che spesso te le vogliano dare. Ne ho avuto ben a che fare negli anni dell’Università. Non ero dei loro perché non leggevo il Manifesto. Che tristezza.
Sono quelle che non capiscono perché “tu che sei aperto stai dentro”.
Vogliono stare fuori.
Scusi, Marilisa, con molto rispetto per il suo umore un po’ alterato, mi può chiarire per gentilezza dove si troverebbe secondo lei il riferimento al pretestuoso rilievo di “vera” cattolicità contro quella che sarebbe la “finta” cattolicità di altri? E lei dove si trova tra i veri o i finti cattolici?
Ci sono anche altri interventi interessanti.
Aggiungo solo che non trovo giusto paragonare don Gallo a Madre Teresa di Calcutta o ai tanti altri laici, religiosi e sacerdoti, che hanno dato la vita per i poveri senza le obiezioni, le contestazioni, gli “strappi alle regole”, gli eccessi, gli “scandali” di don Gallo.
Nella Chiesa c’è spazio per tutti, ma bisogna saper riconoscere i propri peccati e non morire da impenitenti.
Se don Gallo avesse, anche solo una volta, riconosciuto i propri eccessi e gli errori della sua passione per i poveri, oggi potremmo parlarne con toni diversi.
Non ha senso continuare a sottolineare che il Papa o il Card. Bagnasco o Avvenire (?) non hanno condannato e criticato don Gallo. Hanno mostrato ancora una volta la propria misericordia verso un figlio e fratello peccatore. Ma non mi si dica che è stato presentato come un modello da seguire o che è stato lodato per parole ed opere che non fossero strettamente legate all’assistenza materiale agli emarginati della sua comunità genovese. Della sua lunga e agguerrita attività politica, della sua ampia bibliografia, delle frequenti e applaudite partecipazioni sui media non si può che esprimere il dubbio che non abbiano rappresentato una testimonianza coerente al suo ministero di sacerdote cattolico che ama e insegna ad amare la Chiesa.
Federico si rassegni, Don Gallo era peccatore come tutti, speri anche lei nella misericordia della Chiesa e di Dio e lasci perdere.
🙂
Mi rassegnerò quando si smetterà di elogiarlo senza motivo e contro ogni logica.
No no mattlar, non ci siamo capiti.
Nè madre Tersa né don Benzi si sono mai sognati di filtrare alcunché.
Sono gli organizzatori delle cerimonie e celebrazioni pubbliche che, se del caso,filtrano. E filtrano eccome.
In un contesto certamente lontanissimo da noi e completamente diverso, per cui non immediatamente paragonabile, i funerali di Madre Tersa erano stati filtrati e organizzati altroché.
Che la Matita di Dio venisse portata su un affusto con gran contorno di militari con passo da parata- se non ricordo male – era a suo modo un gesto di onore pubblico, ma strideva e c’entrava come i cavoli a merenda con ogni gesto e tutta la vita di Teresa….faccio così per dire una cosa.
Non ho la piu’ pallida idea del perché abbia parlato Luxuria, ma dato il suo passato di battaglie per i riconoscimenti dei diritti dei gay e dei trasgender, e avendo parlato proprio in qualità di trasgender e avendo pronunciato una intenzione di preghiera proprio in quanto tale, mi è sembrata una scelta logica e simbolica, date le premesse.( Se le avesse pronunciate Alba Parietti- che pure ho visto presente- , per dire, quelle parole, avrebbero avuto assai meno senso.Se le avesse pronunciate un trasgender anonimo, la cosa avrebbe avuto senso,ma sicuramente meno impatto.E non dimentichiamo che don Gallo ha sempre cercato- come moli dei cd ” preti da strada”, l’impatto, la provocazione, lo scandalo. Tutti e tre in senso “evangelico”).
Mi sforzo e mi sforzerò di cercare questo senso evangelico di Gallo, anche se mi sono sforzato assai a lungo nel passato…. magari mi puoi dare qualche esempio di cose buone che ha fatto o detto su cui riflettere…
Dai frutti, almeno, li riconosceremo…
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/11352/intervista-doppia-don-benzi—don-gallo.html
E poi, ce ne accorgeremo. Se scoppia la rivoluzione in paradiso o se vediamo le bandiere con l’arcobaleno (le bandiere, non l’arcobaleno vero eh… non bari, Marilisa!) dalle nuvole vuol dire che è arrivato e ha ritrovato i suoi comp… ehm fratelli…
Per il detto, non saprei.
Per il fatto, una idea ce la si fa anche solo dalle omelie del funerale o, tanto per riassumere in uno, dal post su vinonuovo di ieri ” Quando don Andrea non era ancora don Gallo”.
I frutti ci sono stati, mattlar, obbiettivamente. Anche se magari non ci piacciono tutti. Ma questa è una questione di preferenze e di simpatie, di affinità e di idee, piu’ che di Cristo.
“Ma questa è una questione di preferenze e di simpatie, di affinità e di idee, piu’ che di Cristo”.
Beh, a me questo dice molto… a te no?
A me dice che le preferenze , le simpatie, le affinità e le idee di ognuno possono essere molto diverse da quelle di don Gallo.
Ma questo non significa che don Gallo non sia stato di Cristo.
Lorenzo,
il problema è che il Cristo presentato da don Gallo aveva i tratti di Che Guevara (o di qualche altro compagno “barbudo”), e aveva ben poco a che spartire con il volto che ci presenta la Chiesa Cattolica.
Questo è il punto, questa è la testimonianza “sbagliata” o “mancata” di cui parlavo.
Se poi, in un’epoca di dittatura relativista, si vuol dire che ognuno può predicare quello che vuole e il Cristo che più si avvicina ai propri gusti, almeno non si confonda don Gallo con i Santi veri, come Madre Teresa di Calcutta, o i sacerdoti coerenti al proprio ministero, come don Benzi.
Resta poi anche la considerazione che anche queste divisioni e contrapposizioni sulla figura di don Gallo sono “frutto” del suo apostolato per i poveri. Un apostolato che ha diviso perchè era orientato alla ricerca di una giustizia sociale da socialismo reale e non alla gloria di Dio.
Ecco i bei frutti!
Se si va a simpatie io ad esempio mi chiedo che ci sia di evangelico in Padre Livio, ogni volta che lo sento per caso alla radio da i numeri di qualche conto corrente per chiedere soldi.
Che c’è di evangelico?
Fosse per me, ma ringraziando il cielo non dipende da me.
E poi non è come dice Federico; don Gallo è elogiato da una precisa parte così come è disprezzato dalla parte opposta.
50 e 50 che si fanno la guerra, probabilmente la verità starà un po’ nel mezzo.
Perchè questo squallido fare differenza
tra uno sguardo e l’altro del Signore ?
Qualcuno crede di avere l’unica interpretazione vera
degli sguardi del Signore ?
Qualcuno crede di avere il pieno e totale diritto
di dividere in figli e figliastri ?
Quianto è comodo sventolare il crocifisso,
facendo in modo
di ribattere continuamente su quei chiodi
perchè
è tanto comodo
il Suo dolore
per condannare ogni fratello,
per distruggerlo….
@Sara,
Padre Livio chiede elemosine come fra Galdino e come tutti i frati mendicanti della storia della Chiesa… Se la sua radio avesse pubblicità a pagamento lo accusereste di affarismo, se chiede l’elemosina ai suoi ascoltatori (cioè a chi usufruisce del servizio per il quale chiede offerte) vi lamentate…
E’ frutto di questi tempi di secolarismo: i preti sono sopportati solo quando tacciono. Quando pregano, fanno catechesi, propongono approfondimenti coerenti con il Magistero della Chiesa (è abbastanza evangelico tutto questo?)… danno semplicemente fastidio.
No, Sara, non c’è proprio confronto con il povero don Gallo, che Dio lo perdoni!
@Matteo,
il primo a fare quelle differenze era proprio don Gallo.
Concordo pienamente, perfettamente e in toto con l’ultimo intervento di Matteo.
C’ è qualcosa di forzato, sbagliato e patologico- umanamente parlando- nell’usare Gesù Cristo come una saracinesca da abbassare a piacimento sul grugno di quelli che non ci stanno bene.
Tu? Entri !.
Tu? No.!!!
Tu? Forse mo’ vediamo…
E chi sindaca, chi vaglia e chi sentenzia?
Ci sta la Chiesa, se siamo cattolici, che è lì anche per questo, no?
Ma no. Nonostante la Chiesa non sospenda, né scomunichi né condanni, nonostante la Chiesa si presenti una e famiglia- nonostante le clamorose diversità- noi ce ne sbattiamo e spariamo sentenze di poca cattolicità, di controtestimonianza, di relativismo, di mancata coerenza.
Ci facciamo noi una microchiesa. In cui siamo contemporaneamente micropapi, microteologi, microinquisitori, microgaranti della fede e, soprattutto dei tutti, microinsindacabili giudici.
Menomale, menomale, menomale, che la tanto stiracchiata, vituperata, incensata e idolatrata ( ma immediatamente ignorata se va contro le nostre ideuzze) Chiesa Istituzione finisce col mostrarsi sempre piu’ bella e migliore dell’immagine che ne diamo noi.
Ma sì, todo caballeros!
Dentro tutti: dite e fate quel cavolo che volete!
Ma non viene il dubbio, caro Lorenzo, che questo “Paese dei Balocchi” non possa essere la Chiesa Cattolica, Madre e Maestra, e che la responsabilità della formazione dei giovani non consente tutta questa “indulgenza”?
Nemmeno Gesù era così e usava chiaramente l’espressione “sepolcri imbiancati”, cacciava i mercanti dal Tempio, parlava di “pianto e stridore di denti” per coloro che fanno le opere del maligno…
Gesù dcà dei Sepolcri imbiancati ai pii religiosi, alle autorità religiose,
non di certo,
ai pubblicani,
alle prostitute,
ai ladri,
…
…
Chi vuole citare Gesù per giustificare….. almeno trovi qualcosa di attinente
al proprio malaffare,
al proprio essere operatore di INGIUSTIZIA.
todos caballeros
Ci facciamo noi una microchiesa. In cui siamo contemporaneamente micropapi, microteologi, microinquisitori, microgaranti della fede e, soprattutto dei tutti, microinsindacabili giudici.
Effettivamente… questo blog nonostante le punzecchiature dell’ospitante, questa è materia che non scarseggia.
Dato poi che, tra i micropapi, ci sono anche coloro che si sentono investiti di codesta funzione dal Paraclito in persona, per il tramite della propria infallibile coscienza, occorre prendere atto che il Vento dello Spirito soffia parecchio da queste parte!
Matteo,
cosa c’entra?
Il senso che volevo dare io era che se la porta è aperta per tutti, bisogna però poi convertirsi e scegliere la retta via. Gesù è stato chirissimo e non ha mai detto che tutti possono fare sempre e comunque quello che frulla loro per la testa, senza distinzioni.
“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano” (Matteo 7, 13-14).
Mattlar, lasci perdere l’ironia fuori luogo, che fra l’altro non mi tocca neanche un po’.
Nessun umore alterato, per quanto mi riguarda.
Semplice contrarietà nei riguardi di chi, come lei e qualcun altro, fa una miscellanea continua, per me nauseante, fra religione e politica; soprattutto quando di un uomo di fede si vede un orientamento di sinistra (comunista!! orrore!!).
Si ricorda, caro Mattlar, il don Baget Bozzo di berlusconiana memoria?
A me non piaceva per niente, ma non contestavo al prete la sua dichiarata militanza politica orientata a destra. Mi sono spiegata?
E lasciamo anche perdere il discorso sulla vera “cattolicità”, per amor del cielo!
Se dovessimo imbarcarci in questo argomento, ne vedremmo delle belle e, comunque, non voglio ripetermi.
Sara, ho sentito l’intervento della fedele segretaria di don Gallo e l’ho approvato in pieno.
Ci sono circostanze, come una cerimonia funebre, nelle quali, per rispetto a chi viene onorato con delle solenni esequie ci si dovrebbe raccogliere, in silenzio, nella preghiera.E basta.
Ciò non toglie che le parole che hanno suscitato la spontanea reazione di una parte dei presenti, e la disapprovazione o addirittura l’indignazione di altri presenti e di molti non presenti, non erano opportune, stante che la verità dei fatti era altra da quella presentata con superficialità dal prelato.
C’è gente, cara Sara, che non tollera le ipocrisie.
Che ci vuoi fare, Sara? Sono molti più di quanto si creda quelli che preferiscono che la verità non venga travisata o occultata.
Madre e maestra, la Chiesa, appunto.
E allora, stiamola a sentire.
Federico ma lei è così sicuro di camminare sulla strada giusta e passare per la porta stretta da volere che si restringa ancora di più questa porta?
Non lo so.
Madre e maestra, la Chiesa, appunto.
E allora, stiamola a sentire.
Bravo… e chiuderei con che piaccia o no!
…che piaccia o no!!!
Amica Marilisa, mi rallegro di apprendere che quanto lei scrive non è frutto di umore alterato, ma del nauseabondo discorrere altrui. Per quanto mi riguarda, se lei volesse ritenere di applicare la sua nausea al mio pensiero e non a quello che lei ritiene che io pensi, le sarei grato per sempre.
Motivi di condivisione ve ne sono: per esempio anche a me don Gianni Budget Bozzo di berlusconiana memoria non piaceva… mi sembra un buon inizio…
se la porta è aperta per tutti, bisogna però poi convertirsi
_______________________
Già,
Proprio i però………….
che non trovo nei vangeli……
i “però” a cui sono affezionati i giustizialisti.
—-Le sarà perdonato….. perchè ha molto AMATO…..—-
Una puttana che ama……
ha chances
per entrare nel Regno
senza andare al confessionale !!!|
E’ parola del Signore…..!!!!!
Sara,
no, non sono sicuro, ma ogni giorno mi sforzo e mi confronto con gli insegnamenti della Chiesa.
Non voglio assolutamente che quella porta si restringa ulteriormente, ma non voglio illudermi che sia così ampia da poter far passare proprio tutti quando le parole del Vangelo sono altre e sono chiare.
Pensare che tutti possano passare da quella porta è un bel modo per non accollarsi la responsabilità della conversione dei nostri fratelli, per disinteressarsi del loro cammino spirituale, per stare in pace con tutti e poi ognuno si arrangi… Bella carità, davvero!
Matteo,
non bestemmiare e non mettere in bocca al Signore parole che non ci sono nel Vangelo. L’incontro della peccatrice con Gesù ha ben altro significato da quello che ti permetti di esprimere.
Sul “confessionale” (cioè sul sacramento della Confessione), basterebbe ricordare Mt 16, 18-19:
«E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Matteo,
è chiaro il concetto di “legare” e “sciogliere”?
Federico non esiste solo VI comandamento, la porta non si restringe solo per il sesso, e poi il famoso alla sera della vita sarete giudicati sull’amore non vale?
Non è cattobuonismo progressista.
Non pensavo certo al VI comandamento.
Ho capito benissimo….
tu hai il diritto di manipolare i Vangeli.
Lo so’.
E’ orribile che Gesù sia così relativista,
E’ orribile che Gesù, alla puttana, non chieda di cambiare vita,
o almeno
di recitare 10 pater ave e gloria.
Nonostante tutti quei repressi che cercano di non far fare sesso,
in cambio dell’ingresso nel paradiso,
Gesù,
riconosce solo un grandissimo amore,
in quella puttana.
Forse per Gesù il problema non è fare sesso,
quanto
la violenza insita negli atti di oppressione
sia civile che religiosa.
Gesù condanna sempre le oppressioni, e le ingiustizie,
lo fa quasi con ossessione.
Dai Vangeli
non risulta nessuna ossessione di Gesù
contro la vita sessuale.
Non sarà lo stesso di tanti cristiani e cattolici…..
Non nascondo la mia gioia.
nel vedere
che in questo momento storico,
ritorna in auge la linea dettata dai Vangeli.
Contro ogni violenza e oppressione dell’uomo e donna
sugli uomini e sulle donne.
La Chiesa in cui vivo,
è soltanto un mezzo,
il fine è la felicità delle persone….
Beati voi …….
Sul sacramento della confessione,
che in origine non esisteva,
sarebbe bene che prima di dare aria al propria bocca,
si informasse….
cosa….
che non risulta che fa……… abitualmente……..
si inventa teologie a suo uso e costume…. per sentirsi sicuro….
Questo comunque è relativismo: basta l’amore e poi va bene tutto. Amore per chi? per che cosa? quando? come? L’amore è un sentimento e si presta ad essere tirato in ballo come si vuole, ad “usum Delphini”.
Su questa via anche il pedofilo, il coniuge violento, il padre padrone possono sentirsi autorizzati ad essere nel giusto, perchè sono convinti di “amare”…
Ma no Federico, però questo invito all’amore implica che esiste qualche cosa che sarà valutato più del semplice rispettare la legge.E dove è scritto che invitare all’amore (vero) sia un alleggerire la strada?
e’ così facile per voi amare? (dico sul serio specie per me che son così chiusa e solitaria di carattere)
Matteo pensa di essere un cristiano delle origini, ma noi siamo chiamati ad essere cattolici qui e adesso, nell’Italia del 2013. Nella Chiesa di oggi, non come supponiamo fosse la prima comunità di perseguitati cristiani.
Ma dubito che Matteo si troverebbe bene in quelle comunità, dove risuonavano chiare e ferme le parole di San Paolo: “fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio” (Galati 5,13-25).
inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,
No, mattlar, proprio non attacca, mi dispiace per lei…
È lei che vuol travisare me.
Lei, non io, ha scritto: “Il politico Gallo non merita tante attenzioni, secondo me.”
Ed ancora:”Come mai al funerale di Gallo ha parlato un selezionatissimo ex-parlamentare transessuale e non un transessuale qualunque?”
Ed ancora:”Mi sforzo e mi sforzerò di cercare questo senso evangelico di Gallo…”
E varie altre amenità che non sto ad elencare.
Parole non equivocabili, che indicano chiaramente i suoi preconcetti nonostante lei faccia di tutto per non farli apparire tali. Non ci riesce.
Lei, mattlar, ed un altro frequentatore del blog siete pressoché uguali.
E, sinceramente, avere “motivi di condivisione” con lei a me non interessa affatto.
Sara,
non dobbiamo imitare i farisei, non possiamo limitarci alla legge. Ma non possiano nemmeno illuderci che fare a meno della legge ci aiuti ad amare il prossimo con maggiore intensità.
Nel dubbio, affidiamoci all’insegnamento della Chiesa e accettiamo che quello che è legato “sulla terra sarà legato nei cieli”, e tutto ciò che viene sciolto “sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
Sarebbe opportuno su questo un intervento di Nico/Assunta: a cosa serve insegnare il catechismo se poi basta l’amore? a che servono i sacramenti, la Chiesa stessa?
L’amore magari serve a che non ci siano “inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,” che Paolo denuncia esattamente come le orge.
Magari.
“Su questa via anche il pedofilo, il coniuge violento, il padre padrone possono sentirsi autorizzati ad essere nel giusto, perchè sono convinti di “amare”…
Ma davvero? Ma tu, Federico B., hai capito il significato dell’evangelico “amare”?
A me non pare proprio. Fatelo spiegare.
Non lo hanno capito il pedofilo, il coniuge violento etc… ma nemmeno tu, a quanto pare.
Sara: siamo pienamente d’accordo.
L’amore è fondamentale, ma non al di fuori della Chiesa.
Nemmeno tu, Marilisa, che disprezzi tutti e tutto.
Hai appena finito con Mattlar e adesso ricominci con me?
Ama il tuo prossimo e perdona la nostra ottusità…
Beh,
cosa ne direste se … la finissimo qui, prima che si degeneri ulteriormente?
Magari, come semplice atto di rispetto per l’oggetto del thread?
17:21″L’amore è fondamentale, ma non al di fuori della Chiesa.”
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E chi sei tu per fare affermazioni così eretiche ?
Fra’ Cazzo da Velletri ?
Beh,
cosa ne direste se … la finissimo qui, prima che si degeneri ulteriormente?
Magari, come semplice atto di rispetto per l’oggetto del thread?
Era quello che stavo pensando.
Sono deficiente io che vado dietro ad un fautore di odio sociale.
Eretico e fautore dell’odio sociale sei tu, Matteo.
Basta leggere quello che scrivi e pubblichi.
Pregherò per te durante la processione solenne del Corpus Domini di giovedì sera guidata da S. E. Mons. Arcivescovo.
Che il Signore ci aiuti ad essere suoi discepoli.
Amica Marilisa, “pressoché uguale” a qualcun altro non me l’aveva ancora detto nessuno, ma lo accetto volentieri da lei, se ritiene che sia così.
Ma l’altro chi? non intenderà mica… lui?! Proprio lui?!
Speriamo che non si offenda per questa assimilazione…
Non pregare per me Federico,
l’odio e il disprezzo per l’altro non sono mai preghiera.
Io Giovedì sarò in via merulana, come lo scorso anno,
e non credo di avere il tempo per pensare a te.
E comunque,
prima di te,
preferisco le puttane e i marchettari.
Loro….AMANO,
e solo il Signore conosce il loro cuore.
Che fortuna !!!!
Federico B., dico sul serio. Credo che tu non conosca il vero significato di “amare” nel senso evangelico. Non si tratta, infatti, di sentimentalismo.
Credimi: io non disprezzo nessuno, e mi propongo di amare il mio prossimo, con l’aiuto del Signore.
Proprio perciò detesto le discriminazioni.
“Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l’intelligenza perviene alla verità naturale e SOPRANNATURALE della carità..
Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente.
È il fatale rischio dell’amore in una cultura SENZA VERITA'”
BVXI
Grazie Clodine per averci ricordato le parole di Benedetto XVI.
Mi auguro che portino un po’ di luce e di chiarezza in questa discussione.
Matteo,
è proprio perchè non ti odio e non ti disprezzo che desidero pregare per te.
Non mi aspetto che tu desideri altrettanto.
Che Dio ti benedica!
un modo come un altro pe’ cojiona’ la gente
ipocrisia
Grazie
Matteo perché, perché dici queste cose: sono orribili!
Se ho la possibilità,
sono pragmatico.
Ogni parola di Federico,
verso gli altri che non la pensano come lui,
è oparola di giudizio condanna.
Solo quello che pensa lui è VERITà.
Dunque
io non credo AFFATTO
che quell’uomo sia un uomo di preghiera e di benedizioni.
E’ soltanto un uomo che odia,
è soltanto un uomo fondamentalmente scontento.
Dunque sono semplicemente pratico,
attenendomi ai semplicissimi dati di chi scrive.
Anche se il Signore mi lascia nelle mani di Satana per farmi maturare (inultimente…),
io continuo a credere
che la salvezza sia assolutamente per tutti.
Se qualcuno odia,
non può pretendere che il Signore faccia lo stesso,
per essere soltanto un dio di condanna.
Gesù è venuto,
perchè l’uomo/donna
conoscessero l’amore che il Signore ha per loro.
Da questa conoscenza maturasse l’assoluto amore tra le persone.
Scusate l’intrufolo,
volevo solo cercare di capire che cosa intendiamo col termine “Amore”.
Gli antichi greci avevano suddivido in tre concetti diversi quel sentimento che noi abbiamo riassunto col termine “amore”. Essi parlavano infatti di:
– Agàpe: con questo termine identificavano quel sentimento che viene dato per il piacere di rendere felice l’essere amato. Noi cristiani identifichiamo questo sentimento come quello che nutre Dio nei confronti del creato e dell’uomo in particolare.
– Eros: attrazione fra due esseri di sesso opposto che si cercano e che ottengono il raggingimento delle loro aspettative nell’unione carnale fra di loro.
– Philìa: attrazionne che di solito avviene tra maestro e allievo o tra amici che si ritrovano per il piacere di stare insieme, parlare, ascoltarsi e godere dello stare in compagnia.
Noi, finora, di che tipo di “amore” stiamo parlando?
@Matteo
Sei libero naturalmente di pensare quallo che ti pare, ma non è così.
Anche i tuoi interventi del resto lasciano trasparire giudizi lapidari, vere e proprie condanne, insofferenza e disprezzo (forse odio?), verso chi non la pensa come te.
Bolli le persone con le cappe infamanti del “fondamentalismo” e dell'”intefralismo” e giù una carica di legnate…
Te lo scrivo solo per sollecitarti una riflessione, anche minima, sul tipo di testimonianza che stai dando qui (sai, quel vecchio discorso della pagliuzza e della trave negli occhi).
Non mi piace quello che scrivi e trovo che le tue idee siano veramente pericolose per i giovani, perchè rappresentano una continua e insistente giustificazione del relativismo in nome di una visione tutta tua del cattolicesimo.
Detto questo, non ti odio. Penso che pregare per una persona sia una forma di carità fraterna, non un gesto di disprezzo.
Pensala pure come vuoi, ma non vedere e non attribuire ad altri sentimenti che (forse) sono i tuoi.
Di nuovo, nello spirito con cui Luigi Accattoli ci ha più volte invitato a farlo, ripeto: che Dio ti benedica.
Errata corrige: integralismo
Io credo di non aver mai scritto parole di esclusione.
Cosa che tu fai quotidianamente.
Le mie idee sono pericolose,
perchè credo in un Signore che salva tutti,
e non salva a discrezione degli integristi e tradizionalisti.
Germano questa distinzione c’è anche nella Deus Caritas est, quando parliamo di comandamento dell’amore mi sembra il minimo che non ci riferiamo all’eros.
Insomma il catechismo a qualche cosa dovrebbe servire.
Riguardo al pregare per te in conversazioni di questo tipo, anche a me da fastidio perchè sottintende un “ne hai tanto bisogno”, allora non è più carità ma un’offesa.
Almeno io l’ho sempre interpretato così.
e’ proprio così Sara
Abbiamo tutti bisogno della preghiera del prossimo.
Io ne ho bisogno e sarei contento di sapere che c’è qualcuno che, anche se non apprezza quello che scrivo, prega per le mie necessità spirituali e materiali.
C’è forse qualcuno che pensa di non averne bisogno?
Perchè vedere le offese dove non ci sono?
Non ho mica consigliato un “esorcista”, come scrisse a me una signora che non voglio nominare.
Ho espresso il desiderio di pregare per un fratello con il quale ho discusso animatamente senza trovare un accordo e senza lasciarci in pace.
“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?”.
Mt 5,43-47
@Sara,
forse è l’orgoglio (absit iniuria verbis) che impedisce di interpretare la preghiera di intercessione come un gesto di carità fraterna.
“Non ho bisogno delle preghiere di nessuno, basto io…”
“Sottintende un : “ne hai tanto bisogno”, allora non è più carità ma un’offesa”.
Cara Sara, se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe diverso: certa “permalosità” , o necessità di andare sempre a leggere dentro le pieghe quello che in realtà non c’è. O voler investigare, intendere cose o pensieri reconditi nell’altro, o in quello che l’altro dice attribuendolo a sé stessi, non ci sarebbe!Non ci sarebbe alcuna intenzione di malafede su questo versante.
Quante volte mi hanno garantito preghiere ,ed anch’io l’ho fatto, ed anche le ho chieste. L’aggiunta di quel : “ne hai tanto bisogno” quasi a vedere in chi prega pee noi un’automatica “commiserazione” o presunzione di superiorità…ebbene…è un meccanismo dettato unicamente da un pregiudizio o dalla scarsa stima -o al contrario da troppa certezza- che si ha di sé stessi .
Ma uno che è preso da zelo e amore verso l’altro non può pregare in silenzio invece che farlo sapere a tutti sopratutto se è in ballo una discussione?
Sentirsi dire “pregherò per te” da uno che qualche istante prima ti ha preso a sberle, suona come una stonatura ipocrita.
Se si intende pregare per il nemico o per chi viene ritenuto nell’errore, non c’è bisogno di sbandierarlo. Lo si fa in silenzio.
Sara,
non è stato capito (ed è colpa mia), ma era un modo per concludere la discussione senza reciproche scomuniche e chiusure definitive
Non c’erano altri scopi o secondi fini. Pazienza, non insisto oltre.
Prima le sberle
poi la benedizione.
Quel vecchio paternalismo duro a morire,
tipico
di quei fascisti anni ’50/60.
Così erano riconosciuti: fascisti.
Oggi, si è persa la memoria.
Tra fascismo e comunismo
è labile il confine, anzi…. liquido
Cosa si è guadagnato in questa sequela di insulti nelle ultime 24 h?
Nulla, anzi probabilmente si è perso molto.
Torno a proporre la carità del silenzio!
Grazie Elsa,
molto buona
Federico non era riferito a lei, è un atteggiamento che ho notato altre volte nelle discussioni in rete. Prima le offese, poi quando si arriva al top, pregherò per te.
Coglievo solo occasione per notarlo.
Elsa per contribuire al silenzio basta non scrivere no?
Poi siamo al piano di sotto ci sono tanti post silenziosissimi di sopra.
🙂
Già !
Ci sono altri post sopra,
in cui potro’ leggere
le solite condanne da cristiani caritatevoli e pregaioli !
Mettiamo i fiori nei nostri cannoni Matteo!!!
🙂
(parafrasando Abelardo, la dialettica sarà la mia rovina)
:=)
🙂