Già da 50 minuti il papa è partito in elicottero per Loreto dove celebrerà sulla piazza del Santuario alle 10,30: un pellegrinaggio a cinquant’anni da quello di Papa Giovanni e a ricordo del Vaticano II per il quale Roncalli era andato a invocare la protezione della Vergine. Quel 4 ottobre del 1962 ero in quella piazza, non a far prove di giornalismo ma perché abitavo a sette chilometri da lì, nella campagna di Recanati: avevo 18 anni e quella fu la mia prima folla papale. Ricordo il pericolo di restare schiacciato in mezzo alla moltitudine che sbandava, quando arrivò sulla piazza la Mercedes 300 con sopra papa Roncalli. Stasera alle 23,10 Rai3 trasmette il programma “50 anni dal Concilio” del quale sono autore insieme a Nicola Vicenti regista della serie “La Grande Storia”. Molti gli ospiti del programma, tra i quali in posizione principe è il padre Federico Lombardi. Nei primi due commenti riporto dal filmano un brano di un’intervista storica – mai trasmessa – all’arcivescovo Ratzinger appena nominato a Monaco e un brano di un colloquio del 2009 con il cardinale Martini anch’esso mai utilizzato né in video né trascritto.
Oggi Benedetto a Loreto e stasera il Concilio a Rai3
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Come detto nel post riguardo al programma sul Vaticano II che sarà trasmesso stasera da Rai3, ecco un brano di un’intervista ritrovata nelle Teche della Rai, realizzata negli anni settanta e mai andata in onda, in cui un giovane professor Ratzinger, neo-arcivescovo di Monaco, dichiara: “…. Ogni concilio è quasi come un intervento chirurgico, in quanto si manifesta innanzitutto come una scossa dell’organismo e come un pericolo. È incontestabile che dopo il Concilio si siano verificate situazioni di crisi, da cui derivano difficoltà e impegni, che solo così possono essere affrontati. Proprio tramite il venire a galla della crisi, si risvegliano forze salutari che possono condurre al rinnovamento”.
Ed ecco un brano di una seconda intervista inedita rilasciata alla Grande Storia dal cardinale Carlo Maria Martini nel 2009 e per la prima volta utilizzata nel filmato di stasera: “… Auspicherei che vi fosse, ogni venti anni diciamo, un Concilio e questo lo vedo tanto più necessario oggi perché i pastori della Chiesa possano confrontare i loro linguaggi e quindi ascoltarsi, conoscersi, fare amicizia, questo avviene in un Concilio. E bisognerebbe fare in modo che questo Concilio avesse un tema solo. Perché se ha tutti i temi come il Vaticano II allora non si andrà molto avanti. Ma prendere un tema per volta e trattarlo nel Concilio, uno o due, potrebbe portare frutto nella Chiesa”.
Condivido convintamente queste parole dell’allora prof. Ratzinger: “Proprio tramite il venire a galla della crisi, si risvegliano forze salutari che possono condurre al rinnovamento”.
È così. Il confronto-dibattito sui temi dolenti porta al miglioramento di una situazione critica e incancrenita. Cioè genera rinnovamento. Sempre sarà così.
Del Vaticano II il card. Martini ha detto, fra l’altro: ” …la Chiesa aveva ritrovato un linguaggio semplice e convincente, che parlava al cuore dell’uomo contemporaneo….
Altri benefici del Concilio non è facile enumerarli per l’imbarazzo della scelta.
Si va da una migliore comprensione dei testi liturgici, grazie all’uso delle lingue proprie di ogni Paese, fino all’incoraggiamento del dialogo con i cristiani non cattolici e anche con le religioni non cristiane, in particolare il dialogo con l’ebraismo…
Importante fu anche il decreto sulla libertà religiosa e la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.”
Bastano anche solo questi benefìci per mettere in luce l’importanza del CVII.
Una ventata di rinnovamento in una Chiesa irrigidita e imprigionata per troppo tempo negli schemi elaborati dal Concilio tridentino.
Ed ancora, purtroppo, c’è chi è nostalgico di quegli schemi.
Incredibile.
E’ bello ed emozionante il ricordo che Luigi ci regala della sua “partecipazione” all’arrivo di Papa Giovanni XXIII a Loreto per invocare la protezione di Maria. E deve essere fortissimamente interessante il programma che vedremo stasera su Rai3!
Io vorrei aggiungere che è venuto il tempo in cui un cristiano (ed un missionario che è poi la stessa cosa!) deve ritenersi parte di una Chiesa che evangelizza il mondo: non ci può essere missionario all’estero che non abbia a cuore anche il risveglio della fede nel suo Paese di origine; e non ci può essere cristiano italiano o di altra Chiesa antica che non abbia cura dell’evangelizzazione del mondo.
Lì dove pulsa un cuore cattolico – in Italia, ed ovunque – vi è lo slancio alla missione universale. Per questo è necessaria la convergenza e la complementarietà fra la missione ad gentes e la nuova evangelizzazione.
Il Sinodo venturo e l’Anno della Fede hanno un’importanza capitale per i missionari ad gentes.
Essi infatti hanno di mira il rilancio della missione intesa come comunicazione personale della fede in Gesù Cristo.
Troppo spesso la missione è stata ridotta a un oggetto, a qualcosa da fare. E si è data per scontata l’origine di tutto questo, si è dimenticato che missione è anzitutto fede che si comunica con gioia ed entusiasmo.
Il Santo Padre vuole mettere al centro della missione la fede. Essa “non è soltanto una dottrina, una sapienza, un insieme di regole morali, una tradizione. La fede cristiana è un incontro reale, una relazione con Gesù Cristo”.
Per comunicare la fede occorre avere ben compreso le ragioni per cui si crede, i motivi per cui si è cristiani, e non buddisti, o musulmani, o atei, offrendo agli altri il “di più” che si è incontrato nel dono fattoci da Gesù Cristo.
Perché questo avvenga è fondamentale riscoprire la tradizione viva della Chiesa, il Catechismo e il Concilio Vaticano II, troppo spesso bistrattati e non capiti.
E occorre anche trovare nuove forme dell’annuncio anche nei nuovi areopaghi, come i media, divenuti forse il primo ambito della missione universale, anche quella ad gentes.
Ogni cristiano deve servire il Vangelo e il papa in questo rinnovamento della missione.
“I benefici del Concilio non è facile enumerarli per l’imbarazzo della scelta!
E certo, come no, non è davvero facile enumerarli!
Infatti tutti vedono che dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa è palesemente rifiorita: i seminari sono pieni,non parliamo dei monasteri che sorgono a migliaia come al tempo di S. Bernardo da Chiaravalle, le vocazioni religiose abbondano, i giovani poi fanno a gara per andare alla Messa la domenica, le Chiesa sono piene, la gente anche nella vita privata e familare , prega assai, i sacramenti poi , non ne parliamo ! sono tenuti massima considerazione, in specie il sacramento del matrimonio al quali tutti gioiosamente vogliono accedere, e le famiglie cristiane poi, sono tutte fervorose nel fare figli , benche la castità sia comunque tenuta in altissima considerazione.
Grazie al COncilio poi i cattolici sono tutti concordi e si amano fraternamente fra loro, non vi è nessun disaccordo, nessuna fazione, tutti entusiasticamente aderiscono alla stessa fede, che è stata spiegata dal Concilio con la massima CHIAREZZA onde non vi fossero fraintendimenti.
La bellezza architettonica degli edifici sacri e la sublimità della musica sacra ha raggiunto dopo il Concilio Vaticano II vertici che neppure le cattedrali gotiche o le messe di Palestrina avevano mai raggiunto!!!
Insomma gli storici con la loro solita obbiettività fra mille anni potranno dire che dopo il Concilio Vaticano II c’è stata veramente la rinascita della fede cattolica , un nuovo fervore….tanto chi potrà contraddirli???
😉
Qui a Roma giornata splendida.
Non so a Milano.
Ma se fosse come a Roma ti suggerisco una bella passeggiata ai navigli.
Sei un medico e sai quanto certe attività fisiche bilancino scarse attvità intellettuali.
Magari porta con te una copia di Repubblica di oggi e leggiti l’articolo a
Pag. 40 ” Perchè la rivoluzione del concilio è morta” di Luca Kocci.
Benedetto a Loreto: “Dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che tutti siamo ‘a casa’; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono più stranieri”.
Benedetto a Loreto: “La fede ci fa abitare, dimorare, ma ci fa anche camminare nella via della vita. Anche a questo proposito, la Santa Casa di Loreto conserva un insegnamento importante. Come sappiamo, essa fu collocata sopra una strada. La cosa potrebbe apparire piuttosto strana: dal nostro punto di vista, infatti, la casa e la strada sembrano escludersi. In realtà, proprio in questo particolare aspetto, è custodito un messaggio singolare di questa Casa. Essa non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi. Allora, qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta”.
Grazie discepolo! … almeno, siamo in due a ritenere che c’è molto ancora da chiarire sul post concilio e i suoi “fiori” : alcuni belli , altri…belli a guardare, decorativi assai, ma amari, come alcune piante usate dagli sciamani per oblubinare la ragione cosicché tutto possa apparire “straordinario”.
Come la mandragora, di Macchiavellica memoria e come tale…appunto macchiavellico…!!!
Vedi Discepolo, per tutte le cose che tu elenchi, al Concilio non si può imputare NESSUNA colpa. E l’epoca storica successiva al Concilio che può essere tirata in ballo, epoca storica intesa come mentalità troppo mondana, che purtroppo si fatta strada anche in parti della Chiesa (è probabilmente quello il “fumo di satana” a cui si riferiva Papa Paolo VI.
Il Concilio ha prodotto documenti (Costituzioni, Dichiarazioni e Decreti) su cui nulla vi è da dire, promulgati legittimamente da un Papa.
Allora in breve, per capirci, il fatto è questo: Concilio, documenti prodotti dal Concilo, vanno accettati come tali. E il Magistero è il garante della corretta interpretazione del Concilio e dei documenti e della sua applicazione.
Come ragioni tu, ragionano i lefebvriani e certi pseudo-tradizionalisti assimilabili a una vasta galassia di cui non sto qui a dire. Perchè ragionano cosi? Perchè loro vogliono mettere in discussione l’intero Concilio, per arrivare ad altre conclusioni cioè, Messa non legittima, documenti in discontinuità col Magistero precedente, introduzine di “novità”, ovvero…
Il Papa gli da torto, e gli chiede di accettare il Concilio.
Concilio di cui però solo lui e il Magistero sono i garanti della corretta interpretazione. Perchè vedi caro Discepolo ogni “scuola” ha bella pronta e confezionata la “sua” di interpretazione del Concilio e vorrebbe imporla alla Chiesa universale.
Benedetto XVI lo sta ripetendo a iosa, il Concilio si interpreta nella continuità.
No alle ermeneutiche di rottura. Solo il Magistero fornisce la corretta interpretazione.
Si, è vero: Roncalli si recò, a Loreto, per la supplica alla Vergine a protezione dell’imminente concilio. Mi domando, allora, perché, della stessa Vergine Maria lasciò cadere i richiami, i messaggi che aveva permesso giungessero alla veggente di Fatima Lucia Do Santos…?…
Forse, se avesse preso in considerazione quelle “rivelazioni” acclarate-che dopo aver letto decise di rinviare a busta sigillata al Sant’Uffizio con l’ordine di non rivelare il contenuto- tantissimi errori e scandali nonché questa crisi d’identità e della fede di cui la Chiesa oggi, a distanza di 50 anni, sta pagando il tributo.. si sarebbe potuta evitare.
Benedetto a Loreto ha fatto sua la preghiera alla Vergine che lì fu pronunciata da papa Giovanni e l’ha ripetuta per intero: «Oggi, ancora una volta, ed in nome di tutto l’episcopato, a Voi, dolcissima Madre, che siete salutata Auxilium Episcoporum, chiediamo per Noi, Vescovo di Roma e per tutti i Vescovi dell’universo di ottenerci la grazia di entrare nell’aula conciliare della Basilica di San Pietro come entrarono nel Cenacolo gli Apostoli e i primi discepoli di Gesù: un cuor solo, un palpito solo di amore a Cristo e alle anime, un proposito solo di vivere e di immolarci per la salvezza dei singoli e dei popoli. Così, per la vostra materna intercessione, negli anni e nei secoli futuri, si possa dire che la grazia di Dio ha prevenuto, accompagnato e coronato il ventunesimo Concilio Ecumenico, infondendo nei figli tutti della Santa Chiesa nuovo fervore, slancio di generosità, fermezza di propositi».
Papa Benedetto è un Papa in piena e perfetta continuità con tutti i suoi predecessori (fino a Pietro…).
Non poteva non far sua la preghiera del Beato Giovanni XXIII.
Clodine 4 ottobre 2012 @ 13:17 si pone una domanda.
Ad Antonio il Grande (Abate) che voleva scrutare “l’abisso dei giudizi di Dio”
“giunse a lui una voce che disse: «Antonio, bada a te stesso. Sono giudizi di Dio questi: non ti giova conoscerli»”.
Vedi qui
La Congregazione per la Dottrina della Fede, non per niente approfondisce di continuo i documenti di carattere dogmatico ed ecumenico del Concilio Vaticano II, il concilio “della Chiesa sulla Chiesa”. Motivo per il quale i principali documenti dei Pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II , dello stesso Benedetto XVI e molti altri interventi della Congregazione per la Dottrina della Fede sono tutti ispirati ad una sempre più approfondita visione della Chiesa stessa, spesso finalizzati ad apportare chiarimenti alla notevole produzione teologica postconciliare non sempre immune da deviazioni e inesattezze..e questo è un dato di fatto inconfutabile…
Clodine “notevole produzione teologica postconciliare” non è, non sono il Concilio E. Vaticano II nè sono i documenti prodotti dal Concilio stesso.
Lo dice tu stesso, sono “notevole produzione teologica postconciliare”, e quindi solo opera degli autori stessi; la Chiesa a cui tocca la prerogativa di giudicare la purezza e integrità della Fede professata giustamente giudica se tale produzione teologica rispetti i parametri della “purezza e integrità della Fede”.
E’ semplice, lapalissiano, e non volerlo ammettere o svincolare continuamente dal ragionamento è abbastanza puerile, oltre che illogico.
Nonostante l’articolo di Kocci su Repubblica, che come è noto è il quotidiano più titolato ad esprimersi sulla Chiesa, sono d’accordo con le obiezioni di Discepolo e con le riflessioni di Clodine. I problemi evidenziati potrebbero derivare non tanto dal Concilio ma dalla sua “applicazione” pratica: in ogni caso, oltre a lodare il Signore per la grazia del Concilio Vaticano II, spero che questo anniversario aiuti chi di dovere a compiere un’analisi più approfondita che potrebbe tornare utile al tentativo di trovare delle soluzioni. Purtroppo sino ad ora non è stata possibile nessuna seria valutazione, dal momento che la più piccola e innocente osservazione sul Concilio è stata considerata come una violazione del’undicesimo comandamento.
Clodine 13:17
Perche’ il Papa crede in Dio, non nelle veggenti!
Ma che ci fai tu con tutta la tua saccente teologia che giorno si e giorno dopo pure continui a sfornare anche su questo blog? Ci costruisci la fede alle veggenti?
Estratto da un’intervista sui lavori del prossimo sinodo a P. Bartolomeo Sorge sulla rivista Popoli di questo mese, pag.47 e 48.
………..
Questi «balzi avanti proposti dal Concilio sono stati effettivamente compiuti oppure ci sono resistenze e ritardi?
“La sensazione è che ci troviamo di fronte a un rinnovamento pastorale rimasto a metà. In questi decenni l’attenzione della Chiesa si è rivolta soprattutto ai suoi rapporti ad extra, con il mondo: alla nuova evange-lizzazione, alle relazioni tra Chiesa e Stato, al dialogo interculturale e interreligioso, ai problemi etici posti dal progresso della tecnica e della medicina, ai problemi della giu¬stizia, della pace, dello sviluppo e della fame. Molto più lento e incerto appare lo sforzo fatto per la riforma interna della Chiesa. Su questo pun¬to, anzi, sembra addirittura preva¬lere oggi un clima di stallo, se non proprio di riflusso.”
Perché avviene questo?
“Il problema è che troppi. anche nella Chiesa, ragionano ancora con le ca-tegorie della vecchia «cristianità» e non si rassegnano al fatto che questa è finita da un pezzo.
È tramontato il tempo in cui, soprattutto nei Paesi di
antica evangelizzazione, la vita civile era scandita dalle festività religiose, le leggi erano sostanzialmente coerenti con la morale cristiana, la parroc¬chia era il luogo dove si vivevano gli appuntamenti decisivi della vita, dal battesimo al funerale. Tutto ciò è finito per sempre, sia sul piano stori¬co, sia su quello teologico. Nell’epoca della globalizzazione e della secola-rizzazione, il contesto socioculturale è divenuto ormai irreversibilmente pluriculturale, plurietnico e plurireli¬gioso. Per agire da fermento spiritua¬le, culturale e sociale, la Chiesa deve porsi in modo nuovo.”
Ovvero?
“Dando pieno compimento al Con¬cilio.
Ad esempio superando ogni forma di clericalismo.
La gerarchia non è al di sopra, ma all’interno del popolo di Dio. L’autorità nella Chiesa non è burocrazia o amministrazio¬ne, ma è servizio e testimonianza.
E i fedeli laici non sono né «preti man¬cati», né tantomeno cristiani di serie B, ma membri attivi del «popolo di Dio in cammino nella storia».
In generale, credo si imponga uno sforzo formativo straordinario, so-prattutto sul piano della maturazione della fede.
Solo da una fede matura può arrivare quella ripresa spirituale di cui la Chiesa ha bisogno per por¬tare a termine il suo necessario rin¬novamento interno.
Non a caso, del resto, proprio questo tema -coltivare una fede adulta è stato scelto come priorità da Benedetto XVI fin dall’ini¬zio del pontificato e non è nemmeno casuale che il Papa abbia deciso di in¬dire, proprio a partire da questo mese di ottobre, l’Anno della fede.”
Federico , non avertene a male, non è la prima volta che esprimo questa mia idea, ma tirare in ballo la politica o lo sfotto politico mischiandolo con le cose serie della Fede è quanto di più obbrobioso ed esecrabile conosca.
Se vuol parlare di politica, lo faccia senza mischiarla con la Fede. Quanta gente si svia per questa immonda immondezza che lei non è il solo a compiere (non è solo, si rattristi, la cattiva compagnia che la sostiene è ampissima) e oltre a schifare la politica poi gli viene a schifo anche la Fede.
Chi mischia le due cose ama solo la politica, stia sicuro!
La Fede è roba seria…
Se poi uno vuol far caciara, quella sua affermazione su questo sito serve solo a questo.
Che schifo mischiare la lordura della politica con la purezza delle cose del cielo.
L’anno nuovo ci porterà la nuova Enciclica di Benedetto XVI sulla Fede. Spero lanci in quella il suo anatema su questo obbrobrio che commette chi si “professa” cristiano (ma in realtà la cosa a cui tiene è la politica, sennò non ce la azzeccherebbe con la Fede…).
Per oggi non intervengo più.
Mi scuso per i trattini che non ho depurato dopo la scansione del testo sulla rivista Popoli.
A proposito, Popoli di questo mese dedica uno speciale su Carlo Maria Martini.
Signor Luigi, anch’io ero a Loreto quel giorno. Ci andai a piedi, venendo da Osimo insieme ai miei compagni del Convento di S. Giuseppe da Copertino, dove stavo facendo il liceo classico. Ricordo che non riuscimmo ad entrare nella piazza della basilica, tanto era piena, ma rimanemmo assiepati in una via di accesso. Avemmo, però, la fortuna di vedere Papa Giovanni scivolare vicinissimo, pian piano, in piedi nella macchina, tutto sorridente e con il viso ricamato di rughe finissime, che mi sorpresero perché in televisione non si notavano. Dopo non ricordo quanto tempo si affacciò da una finestra che dava sulla strada dove eravamo noi e ci diede una “piccola benedizione”. Disse proprio così, perché la benedizione “ufficiale” l’aveva già impartita in piazza e forse perché era anche stanco. Un bellissimo ricordo! Al quale si aggiunge quanto poi lessi sul giornale: poiché era venuto a Loreto in treno, quando ritornò a Roma e trasbordò sull’antiquato convoglio ferroviario dello stato vaticano disse più o meno, con simpatica ironia, di fare “ritorno nell’Antico Testamento”. Chi sa se era una metafora?
Perché offendi, mabu, io non ti ho offeso. E…perché definisci “teologia saccente” i punti di vista altrui. Che senso ha disprezzare in questo modo…è un insulto che neppure rinvio al mittente tanto mi dissocio da questo tipo di considerazioni cattive e assoluitamente gratuite che denotano una certa grettezza intellettiva e non solo…
Sul Concilio Vaticano -senza per questo invalidarne l’infallibilità – sulla scorta di ricerche accurate, personalmente, non condivido né la prassi circa l’attualizzazione degli stessi documenti, men che meno meno certe risonanze Kunghiane, Raineriane e di taluni teologi cosidetti “modernisti” …a questi “campioni” preferisco di gran lunga le mistiche o- come improrpiamente le chiami tu, in modo dispreggiativo- “veggenti”…..si, preferisco le veggenti!
Clodine: ritiro il “saccente”,
e ti chiedo scusa per la mancanza di rispetto.
In quanto alla fede adulta..ebbene…come dice Benedetto XVI non vuol dire emanciparsi dal Magistero, ma esser conviti e competenti “degni della vocazione ricevuta”.
Mi dispiace tanto che ci sia ancora qualcuno che – magari in perfetta buona fede – continua a volere che la Chiesa vada dietro al modernismo ed al conformismo dilagante.
Con buona pace di sedicenti modernisti e di psudo-teologi liberali, la Chiesa deve seguire solo Gesù Cristo.
Se non segue Gesù, se compromette il Suo insegnamento con le ragioni della dittatura del relativismo, la Chiesa guadagna qualche tiepido fedele in più, ma fallisce nell’annuncio di Gesù Cristo.
@Ubi,
non me ne ho a male ma non vedo proprio la ragione della tua ramanzina. Quale politica? Dove la vedi?
Mi sono solo concesso un po’ di ironia su Repubblica, giornale notoriamente di posizioni laiciste, e sulle pretese di considerarlo come Vangelo anche quando esprime giudizi sulla Chiesa. Non mi riferisco in particolare a Kacci, che comunque merita rispetto. Fine della polemica. Ho espresso, come altri, considerazioni pertinenti all’anniversario del Concilio.
Nel 1962 non c’ero e non posso raccontare esperienze personali. Non posso nemmeno riferire esperienze indirette, dato che nella mia famiglia gli eventi del Concilio sono stati vissuti “da lontano”, attraverso la radio (nessuno dei miei parenti aveva ancora la televisione). Cercherò di seguire il programma di stasera su RAI3, consigliato da Luigi, per farmi un’idea più precisa di quei giorni.
Grazie Lazzaro! Mi sembra di sentire mio padre. davvero!
(“postato” prima e non pervenuto…se ripetuto…che sia perdonato)
Con gli indottrinati soci o simpatizzanti di confraternite levebvriane, opusdeine, cielline e dintorni.
Così come con chi auspica interventi regolatori della ex santa inquisizione e che bollano teologi come Rahner, Teillard de Chardin come fossero sciamani,
c’è nulla da fare.
Per questi il Concilio è pura apostasia.
Ma la storia va avanti e fa il suo corso, magrado tutto.
m a io non sono affatto contro il Concilio e non sono levfreviana.
mi riconosco ,conMOLTA fatica e ottimismo,nella ermeneutica della”continuità”d i Ratzinger . spero e credo che il Concilio Vaticano II non sia l’inizio di una “nuova era” ma la continuazione di una Tradizione e la volontà di ribadire la FEDE perenne.
Spero( magari utopiscamente) che dopo il Concilio non sia sorta una “nuova religione” e spero che i Padri conciliari non abbiano voluto “rottamare” ed archiviare la vecchia religione cattolica. Certo le speranze lasciano il tempo che trovano, la realtà ogni giorno le smentisce…..e spesso sembra proprio che dopo il, CV II sia sorta una” nuova religione”,. blandamente e vagamente riferentesi a Cristo, ma con forti venature marxiste, illuministe, new-age, psicanaliste..
Insomma una religione sincretista e senza dogmi, sentimentale e vaga , buonista e socialista, che francamente mi sembra repellente.
Benedetto domenica all’Angelus: “Dobbiamo essere tutti e sempre capaci di apprezzarci e stimarci a vicenda, lodando il Signore per l’infinita ‘fantasia’ con cui opera nella Chiesa e nel mondo“. Lo dico a ognuno dei miei bloggers: gareggiamo nello stimarci, non nello schifarci.
“un pellegrinaggio a cinquant’anni da quello di Papa Giovanni e a ricordo del Vaticano II per il quale Roncalli era andato a invocare la protezione della Vergine.”
Se anche questo, ottiene lo stesso risultato di quello di Roncalli, è meglio che la vergine di Loreto se la dimenticano per un po’. La prima volta è riuscita a dividerli, che succederà la seconda ?
“ È incontestabile che dopo il Concilio si siano verificate situazioni di crisi, da cui derivano difficoltà e impegni, che solo così possono essere affrontati Proprio tramite il venire a galla della crisi, si risvegliano forze salutari che possono condurre al rinnovamento”.
Evidentemente come dice shakespeare :”c’è del losco in Danimarca” e se ogni volta per farlo emergere devono fare un concilio, come possono essere in armonia con il concetto di unità e lealtà ? Molto meglio che ciascuno vada per la sua strada….
Eppure la profezia era : “‘Positivamente ti raccoglierò, Giacobbe, tutto quanto; immancabilmente radunerò insieme i rimanenti d’Israele. Li porrò in unità, come un gregge nel recinto, come un branco in mezzo alla sua pastura; saranno rumorosi di uomini’. ( Michea 2.12) Pare che siano rimasti solo il lupi, il gregge non c’è più. Per questo volano i corvi…. A proposito di “in particolare il dialogo con l’ebraismo…”
“Scritte contro Gesù sul muro di una basilica – Gerusalemme Ignoti vandali hanno imbrattato con scritte anti cristiane l’ingresso della Basilica della Dormizione a Gerusalemme. I vandali hanno anche impresso con la vernice spray slogan in ebraico siglandoli «price tag» (cartellino del prezzo),….” Link
@Discepolo,
perfettamente d’accordo con te, ma inutile sperare che gli adepti o gli ammiratori di quella “religione sincretista e senza dogmi, sentimentale e vaga , buonista e socialista, francamente repellente” accettino pareri diversi dai loro.
Sono tolleranti e “aperti” solo con le voci gradite alle proprie orecchie.
Vedrò sicuramente il programma questa sera, oggi avrei voluto andare a Loreto (che mi è vicina) poi non ho potuta, insomma pazienza.
Sull’ermeneutica conciliare, vedo che si procede a gonfie vele!!
🙂
Potuto scusate.
Federico B., sei ridicolo. Ti riempi la bocca di parole non tue, che però rappresentano bene il tuo pensiero.
La tua religiosità, mi dispiace per te, è fatta di parole che non corrispondono a quelle del Vangelo, ed è davvero “repellente”. Una costruzione ad opera degli uomini.
Hai voglia, Luigi, a postare garbatamente parole di tolleranza dette dal Papa.
Qui c’è gente di dura cervice e di orecchi ancor più duri.
Si vergognano di dirsi lefebvriani, ma di fatto lo sono.
Non vale la pena discuterci.
Spero di no, ma di questo passo, una bella pagina giornalistica che ci racconta la storia di ieri e di oggi, aprendo uno squarcio di quello che sarà domani, andrà in malora.
Caro e cortese Luigi, io non schifo le persone, e come ho già detto su questo blog provo orrore per la parola “schifo” proprio a motivo di una severa educazione ricevuta in tal merito. Mi scuso se mi è scappata, ma certamente per l’atteggiamento – non per le persone – e l’idea che la valutazione della “cattolicità” di una persona si debba fare sull’appartenenza ad un credo politico o ad un determinato schieramento, non posso far altro che usare magari un sinonimo, ma il senso è quello.
Alla fine gira e rigira la “malattia” di molti è quella: la politica, e se non sei della loro parte ti vorrebbero “scomunicato”.
Questo è un orrore. La Chiesa ha pubblicato un sussidio riguardo agli orientamenti che dovrebbe avere un cattolico nelle sue scelte politiche, ma pochi lo hanno letto, e tanti vogliono fagli dire ciò che NON dice.
Per quel che riguarda la varietà ti ringrazio che me lo rammenti, ricordo che S. Francesco, che oggi festeggiamo, amava così tanto la “varietà così come l’ha voluta il Creatore, che non permetteva ai suoi frati di ripulire totalmente le erbacce dall’orto ma di lasciarne ai margini, per rispetto della varieta voluta dal Creatore.
Ovviamente l’ultimo intervento di Marilisa conferma quanto scrivevo a proposito della tolleranza a senso unico dei soliti “eroi”…
cvd
“2. Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
3. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.”
Tratto dal Discorso del Santo Padre Giovanni XXIII
Giovedì, 11 ottobre 1962
Apertura solenne del Concilio Vaticano II
Leggendo molti commenti a questo post di Luigi non ho potuto far a meno di notare come sono vere e soprattutto attuali queste parole!
C’è qualcosa che non funziona. Io penso che i bordi della strada che gli uomini percorrono alla ricerca di senso non possano mai coincidere perfettamente, perché l’unico senso che possono trovare è quello della propria vita, non quello della vita degli altri. E’ ben vero che Gesù ha detto io sono la Via ma è altrettanto vero che l’incontro con lui – che è il centro della vostra religione – non può non essere diverso per ciascuno. Mi chiedo quale arroganza sconfinata ci consente (mi ci metto in mezzo anch’io) di giudicare – e sta scritto “non giudicare” – il sentire altrui rispetto a ciò che è “invisibile agli occhi”, per citare Antoine de Saint-Exupéry (che non amo, in verità). Cascuno segua la sua strada, con la consapevolezza che è solo la sua. Pensate veramente che se esistesse un Dio attribuirebbe tutta questa importanza al materiale di cui sono fatte le croci, d’oro o di legno, alle messe in latino o in italiano e a tutto il resto di cui noi poveri uomini abbiamo bisogno in quanto uomini? Ciò che conta è che ciascuno faccia “esperieza di Dio” incontrandolo e, se ci riesce, faccia gli altri partecipi della gioia di tale incontro. E’ questa gioia la fiaccola da non nascondere sotto il moggio e da mettere sul candeliere, non i castelli di parole che paiono costruiti più per convencere se stessi che gli altri.
Federico B., io sono tollerante, tu (voi) no.
Tu sei pieno di rabbia, e neanche riesci a dissimularla, per chi ha un’altra idea di Chiesa. Che non è, non può essere, quella incollata all’ immobilismo di chi auspica che il tempo si fermi.
La Chiesa del Vaticano II, a cui io e molti come me aderiscono, non è “senza dogmi, sentimentale e vaga , buonista e socialista “.
Chi dice questo non sa di cosa parla, ed è un mistificatore. Anzi, è in malafede.
E tu che molto spesso fai eco a queste parole lo sei, in malafede.
Ti piaccia o no, è una grave colpa.
Non ti chiedo più di ragionare; non ne sei capace.
Aveva ragione papa Giovanni XXIII a parlare di profeti di sventura.
@ Leopoldo
UN applauso alla sensibilità di Leopoldo (4 ottobre 2012 @ 20:24)
“e a tutto il resto di cui noi poveri uomini abbiamo bisogno in quanto uomini?
Però non è proprio vero che ne abbiamo bisogno….. forse alcuni. Ma non tutti !
@ Alexandros
“Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori;”
Tratto dal Discorso del Santo Padre Giovanni XXIII
Giovedì, 11 ottobre 1962
Apertura solenne del Concilio Vaticano II”
E pensare che ancora non era scoppiato il bubbone della pedofilia. I bambini rubati in Spagnea e in Canadà, i Corvi, il Vaticano Spa, il caso Viganò, Il caso Esterman, il caso Marcincus e il caso Manuela Orlandi, L’oro degli ebrei, il caso Stepinac, e via salmodiando.
Chissà se avrebbe detto le stesse cose sapendo ciò che è successo …….. Certo. Come si dice, “ogni scarrafone è bello a mamma sua” mica si può dire che s’è ammalato.
Lei si metterebbe a sedere sotto un cupolone con le crepe ?
@ Alexandros
Curiosità…. Ma lei lo legge “Vatican Insider ” qualche volta ?
“Cile, un vescovo sotto inchiesta per abusi di minori “
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/pedofilia-paedophilly-pederastia-cile-chile-18671/
Ha visto che Loreto porta sorprese ?
Invitante la programmazione televisiva, ma inesplorato il COME affrontare questo anniversario.
Il clichè rischia di diventare il solito: “prima era così, dopo in un altro modo” e sul clichè si litigano le ermeneutiche.
Questo è davvero il COME più legittimo per un fedele?
Partire e limitarsi ai cambiamenti, anche epocali, rende capaci di leggere e vivere le “permanenze”?
Ecco perché, ad esempio, è così difficile per troppi capire e accettare il papa attuale, quando parla di “riforma nella continuità”…
Sembra quasi ci sia “un passato che non vuol passare”
(che sia il pre-concilio, il Concilio o l’immediato post-concilio)
o un futuro che non vuol venire…
Non si dimentica così quel Presente da cui non si dovrebbe prescindere?
Facilisissimo che il “prima era così, dopo in un altro modo” venga poi ideologicamente ricalcato sul presente.
“L’oggi di oggi” diventa sempre, continuamente, ossessivamente, “il prima di allora”…
e si resta nell’attesa, frustrata e frustrante, di altri “cambiamenti epocali”,
e poi altri ancora, e altri ancora…
festeggiamo gli anniversari, maricordiamo anche che,
in realtà, l’unica Chiesa che ha legittimità a chiamarsi tale, non è quella “rivolta al Passato”, o “al Futuro”,
ma la Chiesa “di” Cristo e “rivolta a Cristo”.
Il nostro non è il Dio che è stato o il Dio che sarà,
ma il Dio che È, che Era e che VIENE.
Senza passati o futuri a continuare ad imprigionarci.
Festeggiamo gli anniversari, ma ricordiamo pure che
“Il diavolo probabilmente”
http://www.youtube.com/watch?v=tLmbyE0MX6s
Grazie Luigi, molto molto bello (anche la musica).
Ho appena finito di guardare in TV il servizio sui 50 anni del CV II. Che commozione rivivere quei giorni, risentire quella voce! Quante speranze, allora.
Buona notte.
Carissimi, non ho tempo di leggere tutti gli interventi. Ho visto, almeno in parte, la trasmissione di RAI3, ma mi è sfuggito l’intervento del giovane Ratziger. C’è qualuno che mi possa dare un link utile per recuperare questa intervista?
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/ Il sito della storia siamo noi è questo.
Non so se lo rifanno domani mattina.
Grazie, Sara, sono riuscita a trovare il brano che mi interessava ed ho visto un Ratzinger indubbiamente giovane (anche se già arcivescovo) ed indubbiamente molto compiaciuto. Lo preferisco oggi, sempre sereno, ma forse più saggio.
Bene Antonella, tra l’altro le avevo dato il link sbagliato avendo confuso La storia siamo noi (che ho visto diverse volte) con La grande storia.
Pasticciona che sono.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-85821fac-0ae1-46b9-b274-c369b30e208d.html
Ottimo reportage, asettico, piano, pulito, distaccato, quasi all’inglese.
Nel senso che gli inglesi, pur con aplomb e distacco non avrebbero remore a tracciare, dopo mezzo secolo, approfonditi , asettici, distaccati bilanci e valutazioni anche dure ma imparziali sui risultati di eventi di così vasta portata rispetto agli obiettivi e alle attese.
Forse il risultato-bilancio è volutamente criptico tutto all’interno del discorso alla luna con cui è iniziata quella meravigliosa “avventura” e che conclude il reportage.
criptico tutto all’interno
criptico è tutto all’interno
Debbo prendere ancora prendere il caffè, chiedo scusa, non considerate l’ultima l’errata corrige di cui sopra.
Ho trovato molto interessante il documentario di ieri sera, in particolare gli interventi del Card. Comastri e la testimonianza dei fedeli all’uscita della prima messa in italiano.
Sono d’accordo con Lycopodium in tutto quanto ha scritto.
@Marilisa,
rassegnati: la tua intolleranza e incapacità a confrontarti è evidente. Non puoi offendere il prossimo solo perchè non la pensa (fortunatamente) come te! E’ chiaro che la Chiesa del concilio Vaticano II non è solo quello di cui parlava Discepolo, altrimenti non potrebbe essere, come invece è, la mia Chiesa. Ma in qualche modo esiste anche quel tipo di Chiesa, che è stato permesso da una certa interpretazione del Concilio. La malafede è di chi come te preferisce non vedere i problemi che ci sono e preferiscono offendere chi non può proprio evitare di vederli. Stai serena: nessuno tocca le “conquiste radiose” del CVII, ma è giusto riflettere sempre sulla volontà di Dio e sulla fedeltà a Dio della sua Chiesa.
PS: mi sto veramente stancando di essere continuamente insultato, se puoi, in futuro evita certe espressioni (che io non uso nei tuoi confronti). Sfoga la tua aggressività in altri modi, fai una passeggiata ogni tanto…
…consiglierei una dozzina di giretti attorno al palazzo…
e non solo alla signora…E’ un esercizio assai salutare per l’equilibrio fisico……Idem a certi personaggi friccicarelli che di tanto in tanto, forse per sbollire le loro frustrazioni, amano lanciare pietre così, perché siamo antipatici -almeno la sottoscritta, sa di esserlo a molti– con una certa cattiveria, gratuitamente.. stesso salutare esercizio. Non credi Fede??
Mi è piaciuta la puntata della ” Grande Storia” sul concilio. Mi ha emozionato leggere il nome del dott. Luigi Accattoli all’inizio del lungometraggio il quale, devo dire, ho trovato ben fatto e interessante nel suo insieme. Mi sono piaciuti molto i montaggi, le sequenze, l’impostazione assai dettagliata dei vari momenti, la voce del narratore. Lo stesso circa le musiche e le interviste -commovente e al contempo interessante la proposta del defunto Card. Martini sulla necessità di indire un concilio ogni ventennio onde approfondire problemi morali importanti relativi non alla Chiesa nel suo complesso ma a temi specifici quali etica e bioetica…e altri…
Mi è parso, tuttavia, un tantino unilaterale e riduttivo parlare solo di meriti, del concilio…sappiamo che la storia non andò poi così bene. Il discorso sul dialogo con le Chiese protestanti ad esempio, a tutt’oggi è ad uno stato di stallo: pochi passi avanti, ed alcuni indietro. Anche sulla Liturgia, che dire…basterebbe leggere attentamente il commento del papa per avere un’idea circa la continuità con il passato..”e in fedeltà con la bi millenaria tradizione della Chiesa” – parole che espresse all’indomani della sua elezione a Pontefice- Ecco, avrei voluto ascoltare anche voci autorevoli di chi al Concilio crede, ha creduto, e malgrado ciò, ha rilevato falle e difficoltà oggettive nella prassi…
Un saluto caro a Fede, Lyco…e un grazie a Luigi di cui vado fiera !
Vai a farti un giro, Federico B.
Tu mi hai stancato davvero col tuo piagnisteo vittimista quando ti dicono la verità che ti duole.
Non riportare le cretinate che tanto ti piacciono quando vuoi difendere il tuo tipo di religiosità insulsa e sorpassata, accusando con enorme stupidità gli altri di seguire una religione “senza dogmi, sentimentale e vaga , buonista e socialista “. Una panzana grande come il mondo.
Sempre, poi, con la nota politica (socialista!) fra i piedi.
La Chiesa non ha bisogno di politica.
Vai a farti un giro. È il meno che ti possa dire.
E finiscimela con quel tuo “stai serena” che ogni tanto mi propini e che ci azzecca come i cavoli a merenda.
“Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
Basterebbe che ascoltassi questa parola di oggi del Vangelo per andarci un po’ piu’ cauto nel rifiuto e nel disprezzo ( e la parola non è affatto esagerata, basta limitarsi a leggere qualche commento a questo post, senza ficcare il naso in 50 anni di polemiche furenti) verso il Vaticano II. Sul quale posso esprimere qualsiasi opinione, ovviamente. Ma senza perdere di vista la realtà delle cose.Che è questa, mi piaccia o no. Il Concilio ( ogni concilio) è la voce della Chiesa, è l’espressione piu’ alta del magistero, e rimanda e custodisce, anche quando decide di riformare o controriformare, la Tradizione. Il Concilio è Papa, Cardinali, Vescovi, religiosi, teologi e popolo di Dio riuniti insieme liberamente ( e, se sono credente, sotto l’azione dello Spirito,nella fretta!) per riflettere e decidere sulla vita della Chiesa stessa.
Il Concilio non è un manipolo di dissidenti, o una setta di invasati.
Il Concilio è la Chiesa.
Disprezzare quello che viene dal Concilio, significa disprezzare la Chiesa, e siccome la Chiesa è Cristo, è disprezzare Cristo, e Dio che lo ha mandato.
Meglio che lo tenga ben presente.
D’altra parte, è altrettanto vero che quel versetto mi mette in guardia anche dal rifiuto violento e da analogo disprezzo nei confronti dei ” detrattori” del Concilio, che poi magari sono solo critici, o magari solo nostalgici del “bel tempo che fu”. I documenti del Concilio sono lì, pronti ancora oggi a parlare da soli e a sostenere ogni discussione in merito. Perché non posso lasciar parlare loro, con la forza e lo splendore di quello che c’è scritto dentro, senza passare immediatamente a tacciare di cose tremende chi non li condivide? Negare la legittimità all’altro è cosa pessima sempre, incomprensibile tra fratelli.
Il Concilio è un dato di fatto , una pietra miliare che i Padri Conciliari hanno piantato nella storia.
Il parere del singolo Cardinale di turno, del teologo piu’ o meno alla moda, del giornalista che ci mette mano, del bloggarolo che ci parla sopra, sono rispettabilissimi ma restano quel che sono. Pareri personali, e basta.
Quanto ai problemi indicati da Discepolo, mi pare che siano problemi legati ai tempi,e alle evoluzioni storiche e sociali, non al Concilio: e comunque devono mettermi addosso il pepe di chiedermi: se è così, mo’, IO CHE FACCIO?! Perché poi, il pallino della questione, resta sempre in mano a me.
Certo che se mi limito alle lamentazioni, ai rimpianti e alle recriminazioni, di stada ne faccio poca.
Quanto a quello che dice Clodine, lo stallo sul dialogo con le Chiese Protestanti non è una ” responsabilità” del Concilio, quanto di noi che viviamo e facciamo la Chiesa adesso, e dei protestanti di adesso. Io, di questo problema, mi faccio carico ? Le difficoltà oggettive nella prassi sono inevitabili, e ben venga la discussione su come affrontarle. Ma il fatto che esistano difficoltà nella realizzazione di un principio non significa che sia da gettare il principio stesso: se no il cristianesimo non sarebbe qui dopo 2000 anni di storia.
@Clodine,
qualcuno dovrebbe dedicarsi proprio alla corsa campestre o addirittura una bella maratona. Allora sì!
Condivido riga per riga il tuo commento alla puntata di ieri della Grande Storia.
Un abbraccio
@Marilisa,
i tuoi ultimi due/tre commenti dimostrano che non sei serena. Purtroppo te la prendi con me e non posso che replicare, educatamente.
Non piango e non piangerò (ti assicuro che la mia autostima non ne risentirà), ma termini come ridicolo, repellente, di dura cervice, lefebvriano, intollerante, pieno di rabbia, mistificatore, colpevole di malafede, incapace di ragionare (e quindi stupido o ottuso), vittimista, persona di enorme stupidità e di religiosità insulsa e sorpassata a cui piacciono cretinate, bugiardo e profeta di sventura,… (sono solo gli ultimi tre commenti: non avrai un po’, dico un pochino, ecceduto?) sono e restano espressione di una obiettiva maleducazione e di un’inaccettabile volgarità, oltre che di una chiara difficoltà a confrontarsi e a dialogare. Tu useresti il termine “intolleranza”.
Se proprio non vuoi scusarti, almeno non replicare ulteriormente.
Sì, mi è piaciuto proprio l’intervento del cardinale Comastri. In quanto alla proposta del cardinale Martini, vorrei dire che non abbiamo un Concilio ogni 20 anni, ma abbiamo, su temi determinati, dei Sinodi piuttosto ravvicinati tra loro nel tempo.
“Ignoscere et dimittere” altro insegnamento buono di Papa Roncalli.
Antonella, è vero, anche il sinodo è un strumento di confronto e verifica ma ha un valore consultivo le cui conclusione vengono sottoposte all’approvazione del papa e molti mesi dopo la conclusione dello stesso. Sicché i temi ,portati all’ attenzione del pontefice dall’episcopato, perdono strada facendo la loro “urgenza” pastorale.
E’ un sistema, alla fine, farraginoso, ad esempio: i delegati episcopali, – spesso espressione del ceto dominante- non sempre interpretano le esigenze reali, avvertite dal popolo di Dio. Non per cattiva volontà,o incapacità, e di là delle intenzioni, stentano ad entrare nelle realtà delle Chiese locali. Alla fine, questa tanto auspicata collegialità così entusiasticamente annunciata dalla Lumen Gentium si riduce ad una mera tavola rotonda, una sorta di oratoria collettiva più dispersiva che altro con discussioni articolate…Insomma: non si sono mai visti risultati apprezzabili dai sinodi; tra l’altro gli atti prodotti, che dovrebbero incarnarsi nelle realtà diocesane, restano quasi sempre sulla carta.
E poi.. [non importa se mi si insulterà ancora…se attirerò l’ira di certuni…non importa..] ma vorrei dire a lorenzo, riguardo al tema del dialogo ecumenico, che questo [l’ecumenismo] non fu, all’interno del concilio, una inizativa della Chiesa Cattolica la qual , per sua natura gode già di per sé della Universalità. Semmai questo confronto, o dialogo, con le confessioni protestanti fu una iniziativa voluta insistentemente dalle stesse chiese separate che si presentarono tutte compatte dentro al Vaticano in occasione del CVII.
Chiese riunite già dal 1948 e formanti il “Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC o WCC: World Council of Churches”.
Fu questa istanza a desiderare aprire un dialogo onde allineare la Cattolica a loro, in modo tale che questa – La Cattolica Romana- non potesse in alcun modo vantare egemonia sulle altre. Livellare la Chiesa cattolica alle chiese che da essa si separarono, questo il progetto. Come se un figlio dicesse a colei che lo ha partorito: “tu non sei mia madre ma mia sorella”…”. Se ti ho partorito, se sei uscito da me, come posso esserti sorella?” Se vuoi crederci credilo pure, ma sarò sempre colei che ti ha partorito…non c’è niente da fare” ..risponde la Chiesa Cattolica nel suo incedere bimillenario.
La grande suggestione di un progetto unitario ha coinvolto profondamente l’universo cristiano, è fuor di dubbio. La Chiesa fece proprio il disegno proposto dall’ecumenismo, è vero…quasi fosse una sua invenzione…assecondata dall’euforia e dalla supina condiscendenza – e ignoranza – dei mass media e non solo….
Questo è il motivo per il quale il dialogo si è fermato, caro Lorenzo, o al massimo è ruotato attorno alle solite “tavole rotonde”, discussioni e dibattiti senza mai arrivare a un bel niente. Perché del niente si parla: quale ecumenismo? Non è possibile postulare una base egualitaria tra le varie chiese, perché Roma continuerà- così come da promessa dello stesso Signore- ad essere la sola Chiesa . Le altre sono semplicemente “comunità ecclesiali”. Tutto qui…
Questo non significa snobbare il dialogo, il quale sempre è auspicabile e diventa un’occasione, una sfida del nostro tempo che dobbiamo anche cogliere, senza però mai dimenticare la franchezza circa ciò che unisce e ciò che ci divide. E ciò che ci divide, sul piano dottrinale, non è cosuccia di poco conto. Io non potrei rinunciare per nessuna cosa la mondo,ad esempio, a NON considerare la Vergine Maria cooredentrice del piano di salvezza…tanto per dirne una…
Quindi, Clo, tu sei ancora più avanti del concilio: Maria come coredentrice non è, attualmente, un dogma della Chiesa cattolica.
Cara Clodine,
lo dico con un sorriso.Mi pari assai piu’ papista non del Papa, ma di cinque Papi.Tutti molto diversi da loro, non solo per indole e per sensibilità, ma anche per impostazione e per formazione. Ma tutti sostanzialmente concordi nel proseguire sulla strada dell’ecumenismo. Credo che nessuno di loro ( e, a dirti la verità, nessuno proprio) abbia dimenticato la franchezza su cio’ che ci unisce e cio’ che ci divide.Ma credo che sia determinante ancora oggi il principio di Papa Giovanni in base a cui bisogna partire e puntare su quello che ci unisce. Mentre un’impostazione come la tua ribalta la questione e parte dal marchio DOC e dalla questione egemonica…Nessuno ha mai detto che le cosucce dottrinali che separano sia di poco conto. Probabilmente alcune non saranno mai risolte.Questo non significa che si possa e si debba lavorare ( ut unum sint) perché ci si senta e si viva da fratelli in Cristo. Fratelli a pieno titolo e in pieno riconoscimento reciproco, anche se separati. Secoli di storia e di teologia non si cancellano avviando un dialogo, ok. Ma lo Spirito ha bisogno dei nostri gesti e dei nostri slanci per metterci del suo.
ooops, “non si possa lavorare”….
Lo so che non è un dogma…non devi dirmelo tu..cara Nico
Conosco a memoria i dogmi ..tutti….se vuoi te li elenco
Per questo, dico, Lorenzo, che il dialogo è sempre auspicabile e arricchente, ci mancherebbe.
Purché non si tocchi né l’identità né il Credo Niceno, men che meno i fondamentali che la Chiesa, ed io con lei, professo con fede, i quali non possono essere fagocitati, né sacrificati sull’altare del “volemose bene”…
Avevo frainteso, mi pareva che tu ritenessi questo attributo di Maria Santissima una realtà indiscutibile.
Che facciano loro, le chiese separate, un passo avanti, così come la Chiesa cattolica fece con la confessione ebraica, avendo l’umiltà di chiamare “fratelli maggiori” gli ebrei. Ma sembra che il minuetto non consenta ulteriori passi oltre quelli, che da 50 anni, siamo abituati ad osservare: sempre gli stessi…uno avanti e 5 indietro..eppoi due laterali e tre obliqui…ma non si va oltre il perimetro…
eh..ma tu fraintendi spesso…cara nico…quasi mi ci sono abituata!!!
Ma il dialogo, e molto piu’ del dialogo, la fraternità, non implica che ci sia rinuncia di identità . Da nessuna delle due parti. Se no si ha assimilazione, omologazione,” conversione” (?!) forzata. Nessuno vuole che tu abiuri, ma nemmeno tu puoi aspettarti l’abiura della controparte. Nessuno deve fagocitare nessuno, e quanto ai sacrificati, ce ne sono stati un numero mostruoso dalle due parti, nei secoli passati. L’altare del volemose bene invece io lo metterei proprio al centro, come luogo e momento di incontro, di preghiera comune, di Padre “nostro”, cioè di tutti e due.
Il Credo Niceno sta lì, fermo e splendido per noi, elemento di separazione per i protestanti: va bene. Ma il Padre nostro, è roba di tutti, no?
Federico B., tu non replichi educatamente; tu, sotto una falsa parvenza di educazione, attacchi, e vorresti che altri lasciassero passare le tue insolenze.
Con me il gioco non funziona. Dovresti saperlo.
Inoltre mi preme precisare che la mia non è “aggressività”, qualunque cosa ne pensiate tu e qualcun altro, ma è “indignazione” per le fole e per le castronerie che ogni tanto mi tocca di sentire e che non è possibile far passare sotto silenzio.
L’ indignazione giusta è lecita, anzi doverosa.
Impara il vero significato dei termini prima di usarli.
Io uso quelli che sono appropriati per quel che voglio esprimere, e che tu leggi sempre come “offensivi”. Hai la coda di paglia evidentemente ( offensivo anche questo? Lo penso e lo dico! ).
Maleducazione, volgarità, intolleranza te li rimando volentieri, di certo non appartengono a me, ma a qualcun altro a cui tu sei molto vicino.
Chiudo qui questa inutile discussione, ma non aspettarti che io taccia di fronte a certe affermazioni provocatorie e fuorvianti, frutto di ragionamenti a senso unico e senza un minimo di obiettività.
Chi ragiona come te non mi piace, l’ho detto sempre.
@Marilisa,
nemmeno a me piace come ragioni tu e quello che scrivi, ma non ho mai usato espressioni volgari e intenzionalmente offensive come invece fai abitualmente tu con me.
L’indignazione non ha bisogno di termini come quelli che ho elencato qui sopra.
Ripeto, sarebbe opportuno (evangelico? cristiano? educato?) scusarsi, ma perlomeno non andare oltre.
Stammi bene.
Si’ si’ Clodine!
Ti si fraintende benissimo! Piu’ o meno spesso!
“Parlare a sproposito: ecco la via più sicura per rendere tutto insulso.”..e tu ..reverendo Mabu, parli talmente a sproposito che ,lascia che te lo dica, in quanto a insulsaggine [insulso + cattivo] sei un vero campione …
L’ignorante parla a vanvera, l’intelligente al momento opportuno, il saggio se interpellato, il fesso … sempre …così…giusto per rompere le scatole…senza un motivo preciso….
@ lorenzo
“Quanto a quello che dice Clodine, lo stallo sul dialogo con le Chiese Protestanti non è una ” responsabilità” del Concilio, quanto di noi che viviamo e facciamo la Chiesa adesso, e dei protestanti di adesso. Io, di questo problema, mi faccio carico ? Le difficoltà oggettive nella prassi sono inevitabili, e ben venga la discussione su come affrontarle”
Distinto lorenzo, non ho capito come si è arrivati all’argomento, ma tanto per dire anch’io la mia sul suo equilibrato post. Ammetto che lei ha ragione in punta di principio, infatti, se ciascun uomo, a prescindere dal credo imposto dalla latitudine e dalla tradizione della famiglia in cui è nato, si facesse carico di vivere personalmente i principi insegnati dal vangelo dopo averli esaminati, non incontrerebbe tutte le difficoltà e le diatribe che caratterizzano le divisioni attuali.
In fondo il testo è scritto per tutti e tutti possono rendersi edotti. Il problema, secondo me, nasce quando qualcuno pretendendo di leggere quel testo, che fino a poco prima disprezzava, asserisce di essere l’unico in grado di comprenderlo mentre lui stesso lo definisce misterioso, e asserisce di essere l’unico che può infallibilmente spiegarlo, auto-ingannandosi, e auto-investendosi di un autorità che nessuno può attribuirsi.
Proprio per questo il Testo avvertiva : “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero.” ( 1 Cor. 1-10) perché già sapeva che “l’uomo avrebbe dominato l’uomo a suo danno” ( Eccl 8.9)
Ora quel tempo è finito. E’ iniziata un’altra era. Peccato che pochi se ne sono accorti. Nella sua sapienza il Testo già li avvertiva : “come mai vi rivolgete di nuovo alle deboli e meschine cose elementari e volete nuovamente essere loro schiavi? Voi osservate scrupolosamente giorni e mesi e stagioni e anni. Temo per voi, che in qualche modo io mi sia affaticato senza scopo riguardo a voi.” ( Gal 4.9-11)
Lo disse anche Steve Jobbs “non vi fate abbindolare dai dogmi” siate voi stessi: “stay foolish stay hungry” siate affamati e un po’ matti. Invece c’è sempre chi preferisce la solita sbobba ormai ammuffita pretendendo pure di farla mangiare agli altri. Che deserto !
Stia bene
Da questi primi commenti di alcuni, direi i soliti, si confermano appieno i consueti papisti governativi che più non si puo.
Di quelli che si bevono in un colpo l’affossamento delle indicazioni tradotte in documenti ufficiali della stragrande maggioranza dei padri conciliari che erano per una chiesa profetica in un cammino di testimonianza evangelica solidale e vicina agli ultimi e che si proponeva di spendersi senza riserve per la giustizia sociale e l’abbattimento delle barriere dogmatiche che si frapponevano e continuano a frapporsi in primis con i fratelli cristiani ortodossi e protestanti.
Che abbattesse l’infelice e paradossale l’ossimoro “Unità dei cristiani”.
In quel reportage, non una parola sull’affossamento degli studi sulla teologia della liberazione in tutte le università cattoliche.
Archiviata come la grande scuola teologico-filosofica tedesca a partire dal papato Wojtiliano e definitivamente sepolta dal suo attuale successore.
Bella prova !
Questo 50esimo anniversario sarà un anno in cui il confronto tra i minimalisti e negazionisti del CVII , oggi la maggioranza dei cosiddetti cattolici occidentali, e i sostenitori infaticabili di quella formidabile epifania conciliare pur in minoranza faranno la loro parte senza tentennamenti.
Ma ci rendiamo conto di quanto è mutata la realtà in questi 50 anni? Molto più che in passato in 5 secoli. Oggi siamo (penso) in gradi recuperare la tradizione senza rinunciare al futuro.
A proposito di Maria……
“MARIA CORREDENTRICE – Una risposta a 7 obiezioni comuni – Dott Mark Miravalle – IMPRIMATUR – Ernesto Cardinal Corripio Ahmada – Città del Messico – Primo maggio 2001”
Prima obiezione – Chiamare Maria «Corredentrice» significa metterla al¬lo stesso livello di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, facendo di lei quasi una quarta persona della Trinità, una dea o una quasi dea-divina, il che è una bestemmia all’orecchio di o¬gni vero Cristiano.
Seconda obiezione – Chiamare la Beata Vergine Maria «Corredentrice» va contro un corretto ecumenismo Cristiano, perché <b<porta divi¬sione tra cattolici ed altri cattolici.
Terza obiezione – Chiamare la Madre di Gesù «Corredentrice» o il suo ulteriore ruolo di «Mediatrice» implica un ruolo di media¬zione fatto da altri oltre che da Gesù Cristo, ma il Vangelo dichiara chiaramente, in Timoteo 2,5 che: «vi è un solo Dio e un unico mediatore tra Dio e l’umanità, “l’uomo Gesù Cristo “», e quindi,<b< nessuna creatura può giustamente essere mediatrice.
Quarta obiezione – Dare a Maria l’appellativo di “Corredentrice”, o dire che tutti i cristiani in genere sono «corredentori» è far partecipe in modo attivo nella Redenzione una creatura umana. Tale attività è divina o, in modo più specifico, è un’attività «te¬andrica» compiuta solo da Gesù Cristo nelle sue due natu¬re, divina e umana, e quindi tale affermazioni sono proibite dalla cristianità. Una tale cosa aprirebbe le porte al paga¬nesimo, poiché ammetterebbe una persona umana, Maria, partecipe di una azione redentiva che solo Gesù Cristo può compiere.
Quinta obiezione – L’idea di Maria come Corredentrice e l’insegnamento della Corredenzione Mariana è una pia credenza, è una de¬vozione mantenuta da alcuni cattolici, ma non è un inse¬gnamento dottrinale della Chiesa Cattolica. Si trova sola¬mente in alcuni testi papali e non è ufficialmente insegnato dal Magistero, e nemmeno è presente dottrinalmente negli insegnamenti del Concilio Vaticano II.
Sesta obiezione -“Ad un livello teologico più speculativo, sembra che Maria non possa partecipare all’acquisizione delle grazie di redenzione (o “redenzione oggettiva’) come Corredentrice quando lei stessa ha avuto bisogno di essere redenta. Se lei ha cooperato alla redenzione oggettiva, è perché senza di lei, la redenzione oggettiva non è stata compiuta. Ma se la redenzione oggettiva non è, infatti, stata compiuta, allora, lei stessa non può trarne beneficio personalmente. Questo sarebbe come dire e accettare che al momento stesso che la redenzione oggettiva sta per essere compiuta è anche già stata compiuta, il che sarebbe una contraddizione”.
Settima obiezione – Siamo d’accordo che Maria Corredentrice e la sua corrispondente dottrina di corredenzione è legittima, però non vi sono ragioni sostanziali o frutti tali da giustificare, ai nostri tempi, una definizione papale e, infatti, simile definizione sarebbe causa di serie divisioni nella Chiesa stessa.
http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/maria%20corredentrice.htm
Non mi spaventa affatto, né tantomeno mi stupisce, che il dialogo ecumenico proceda a rilento e con difficoltà. Basta guardare con quanta immensa fatica proceda, in casa nostra, un dialogo degno di questo nome su un tema, come è quello del Concilio, vecchio di 50 anni!!!
Mi permetto di dire che il problema non sta nel Concilio, che i suoi cinquanta non li dimostra affatto; ma in noi che continuiamo a leggerlo con categorie vecchie di cinquant’anni, molte delle quali sono obsolete a tal punto che i ragazzi non capirebbero nemmeno di cosa si stia parlando.
Con tutta quell’immensità di roba che ci capita intorno e che richiede la nostra personale testimonianza di Cristo ogni giorno ( nostro unico compito di cristiani), abbiamo intenzione di continuare con le nostre beghe e diatribe da comari per i prossimi 50?!
Mi è piaciuto molto, Luigi, il programma sul Vaticano II.
A parte la “costruzione” ottimamente equilibrata delle parti–quella documentaristica e quella dei commenti– nella cornice della presentazione di p. Lombardi ( più che mai misurato nelle spiegazioni), ho trovato del tutto pertinenti e aderenti alla realtà i contenuti di riferimento agli intenti del Concilio e all’applicazione delle innovazioni aspettate da tantissimi fedeli.
Anche le parole di quasi tutti gli intervistati nel lontano 1965, subito dopo le prime novità, erano a favore dei cambiamenti. E questo è significativo.
Solo per questo dettaglio i detrattori, a mio avviso, dovrebbero ritirarsi in buon ordine.
Sono stata contenta, anzi felice, di aver trovato conferma, in tanti passaggi, ai miei convincimenti espressi più volte nel tuo blog.
Incominciando dall’esigenza del ringiovanimento della Chiesa, del vento nuovo, dell’apertura della Chiesa alla realtà del mondo.
“Il Concilio ci ha preparato a vivere il mondo globale da cristiani non inerti”. Chi potrebbe obiettare?
Se ne fossero consapevoli, i tradizionalisti chiusi alle novità come se fossero lo sterco del diavolo, aprirebbero forse( dico “forse”) la mente e comprenderebbero la reale grandezza del CVII .
Altri spunti interessanti, odiati dai tradizionalisti ottusi : la libertà religiosa, il dialogo con le altre confessioni cristiane e con le religioni non cristiane ( prima di tutto con quella ebraica), la verità che deve essere seguita con libertà di coscienza, il ritorno alle origini nella lingua della liturgia parlata dai diversi popoli, la necessità che tutti i cristiani abbiano un contatto continuo con la Scrittura, la collegialità episcopale etc…
Tutto ciò era lettera morta prima del Vaticano II, non esisteva.
Oggi è una realtà che deve perfezionarsi nel tempo, perché Dio “agisce nel tempo e manda avanti la Storia dell’uomo”.
L’energia dello Spirito Santo è sempre all’opera.
Stupenda intuizione di chi indisse il CVII e che molti, nella loro mediocre fissità, non riescono a cogliere e ad accettare.
C’è ancora molto da fare, il percorso fin qui non è stato del tutto lineare, ma è verissimo che “cinquant’anni sono un tempo lungo nella vita dell’uomo ma breve nella vita millenaria della Chiesa”.
Luigi, non posso che ringraziarti per aver collaborato alla preparazione di un programma molto interessante e ricco di spunti di riflessione per gli uomini di buona volontà.
“Oggi siamo (penso) in gradi recuperare la tradizione senza rinunciare al futuro.”
Antonella, “rinnovamento nella continuità”: questo concetto lo si deve tener presente sempre, mi pare.
Qualcuno nel programma di ieri ha detto giustamente : riforma non significa “rottura”; tradizione significa “tramandare”.
Il Concilio non si proponeva di “rompere” con la tradizione.
Ma in questo “trasmettere” di generazione in generazione non si può fare a meno del rinnovamento, perché l’uomo e la Chiesa in cammino hanno sempre a che fare con il “nuovo” e non possono fingere di non vederlo.
Il Concilio si proponeva di portare nella Chiesa una ventata d’aria fresca, e lo ha fatto in un intreccio fra rinnovamento e tradizione.
Dunque, non c’è bisogno di “recuperare una tradizione” che in realtà non è mai venuta meno.
Mi sono spiegata?
“Fisichella: “Tra i cristiani troppo analfabetismo religioso” “
“«Quello che noi oggi certamente verifichiamo – afferma – è un profondo analfabetismo che tocca anche i contenuti basilari della fede. Accompagnato anche dalla incapacità a saper dare delle ragioni del perchè si è cristiani»…..”
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/fede-faith-fe-18689/
Se posso abbozzare una risposta: – perché così si può fare un po’ d’ammuina a p.Lompabardi o al papa, si può mostrare disprezzo agli infedeli, insultare gli atei, e rimbrottare con un paio di parolacce chi ti mostra che il Vangelo non è come il Catechismo che si impara e si dimentica, ma è il codice stradale del cristiano. C’è sempre chi non vuole pagare la multa, e neanche farsi dire che si doveva fermare allo stop.
Tutto molto cattolico. Fisichella si lamenta, ma non sente la responsabilità di non esser stato un buon insegnante. E’ sempre colpa degli altri !
“Continua a insegnare queste cose e a dare queste esortazioni. Se qualcuno insegna altra dottrina e non approva le sane parole, quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è conforme alla santa devozione, è gonfio [d’orgoglio], e non capisce nulla, ma è mentalmente malato” ( 1Tim 6.2-4-5)
Lunga vita ai padri del Concilio: 69 sono ancora tra noi
Città del Vaticano, 5 ott. (TMNews) – Sono 69 i padri del Concilio vaticano II (1962-1965) ancora vivi. Tre di loro – Joseph Oliver Bowers, José de Jesus Garcia Ayala, Gery-Jacques-Charles Leuliet – hanno 102 anni. 43 hanno novant’anni o più. Gli italiani che parteciparono alla grande assemblea che aggiornò la dottrina della Chiesa cattolica sono Fiorenzo Angelini, Luigi Bettazzi, Giovanni Canestri, Savino Bernardo Maria Cazzaro Bertollo, Felice Leonardo, Salvatore Nicolosi. Il più giovane è il cardinale Francis Arinze. Dodici di loro hanno confermato la loro presenza alla messa che il Papa celebrerà l’11 ottobre per il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio, nonché avvio dell’anno della fede: Arinze, Fernandes de Araujo, Ramalho de Alarcon Santiago, Ramousse, Dupont, Leonardo, Bettazzi, Sahagun de la Parra, Capucci, Dosseh-Anyron, McNaughton, Caceres. (TMNews)
Scola: “Il Concilio un provvidenziale balzo innanzi”
«Il Vaticano II è stato una tappa singolare e decisiva dell’avanzare della Chiesa lungo la storia, un provvidenziale balzo innanzi»: così il cardinale Angelo Scola l’altro ieri al convegno su «Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri conciliari», alla Lateranense. Scola insiste sulla parola riforma come chiave per l’interpretazione dell’evento: http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/scola-concilio-vaticano-ii-br-un-provvidenziale-balzo-in-avanti-1.65098
Non sono un po’ in zona Cesarini questi interventi ufficiali in difesa del concilio?
Altroché!
« … in un mondo aggressivo e che cerca la propria via senza bussola e senza stella polare, gli stessi cristiani si interrogano sulla propria identità. Ebbene, sarà la Tradizione a farla loro scoprire. La Tradizione infatti è quella presenza delle radici antiche e della loro linfa, nel presente, in potenza di futuro. La Tradizione è quel fluire della sorgente nel fiume, che lo fa scorrere in avanti».
Yves Congar
Ma di questa Tradizione , intesa come trasmissione di tutta la realtà umana [Teologia della Tradiione di Yves Congar-il più autorevole tra i padri conciliari] sulle cui riflessioni tanta parte della Dei Verbum si ispirò , è rimasto ben pochino, si è persa per via. Di fatto nel postconcilio, vediamo una rottura sistematica con la Tradizione così efficacemente difesa dallo stesso. Ora, se questo è stato possibile evidentemente qualche teoria erronea deve essere intervenuta. Che il Vaticano II sia stato “diretto” in
gran parte da teologi eterodossi o neomodernisti, la cui “nuova
teologia” era stata condannata dal magistero tradizionale (e ultimamente
da Pio XII nell’Humani generis, 12 agosto 1950) è cosa nota…. temo che il neomodernismo conciliare, dopo aver divorato se stesso, finirà col partorire il post-modernismo postconciliare generando l’ ateismo teologico….di cui Mancuso non è un modesto esponente….
http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html
Tardiva rispetto al diffondersi dell’anticonciliarismo.
tardiva ma profetica..
Luigi, complimenti per il documentario sul Concilio. L ‘ho seguito con grande interesse e anche don Francesco. L’ho pubblicizzato anche a qualche collega non cristiano. Uno di loro mi ha detto di averlo registrato; ti farò sapere cosa ne pensa se lo vedrà (il problema però è la lingua). Interessante la notazione sulla parola “riforma”…. E’ disponibile solo in italiano o anche in altre lingue? Grazie. M.
“A proposito dell’indole pastorale del Concilio, di cui ci si appresta a commemorare i cinquant’anni dall’apertura dei lavori, il porporato ha sottolineato che «rappresenta il novum del Vaticano II, se intesa nella sua pienezza che va dall’evento al corpus dottrinale. I suoi benefici effetti sono già ben visibili nella storia della Chiesa»”
Intendo difesa difesa anche del post concilio e dei suoi effetti.
Non difesa di quel concilio che si sta costruendo in determinati ambienti in contrasto all’esperienza di questi decenni”.
Mi sembra arrivi tardi ma magari sbaglio.
La Tradizione non è certo venuta meno, ma in molti ci hanno provato a farlo, tentando di costruire un cristianesimo ogm.
E credono, i più, che la Tradizione sia “ciò che il passato porge al presente”. Con questa premessa, si sentono autorizzati ad aggiornarla, questa tradizione. Ma essa è, invece, “ciò che l’eterno porge al temporale”.
Ho appena visto il magnifico pezzo da te, caro Luigi, curato sul Vaticano II. Mi ha emozionato e dato tanto da pensare.
Che il Signore doni sempre al mondo cattolico uomini preparati ed intelligenti, come te e gli altri autori della trasmissione ed i commentatori e i Padri Conciliari.
Con stima e riconoscenza.
Luca
LETTERA ENCICLICA – HUMANI GENERIS…”
Conclusione:
“Cerchiamo con ogni sforzo e con passione di concorrere al progresso delle scienze che insegnano; ma si guardino anche dall’oltrepassare i confini da Noi stabiliti per la difesa della fede e della dottrina cattolica. Alle nuove questioni, che la cultura moderna e il progresso hanno fatto diventare di attualità, diano l’apporto delle loro accuratissime ricerche, ma con la conveniente prudenza e cautela; infine, non abbiano a credere, per un falso “irenismo”*, che si possa ottenere un felice ritorno nel seno della Chiesa dei dissidenti e degli erranti, se non si insegna a tutti, sinceramente, tutta la verità in vigore nella Chiesa, senza alcuna corruzione e senza alcuna diminuzione.”
Breve considerazione solo sulla conclusione:
Se la chiesa vuole concorrere al progresso della scienza, come può farlo limitando la scienza stessa nelle sue scoperte ? Non si potrà mai sapere se ciò che la scienza scoprirà sarà utilizzato per scopi benefici o dannosi, quindi non è la scoperta in sé ad essere utile o dannosa, ma l’uso che di essa verrà fatto. Quindi a che servono i paletti “da Noi stabiliti ?” se non a limitare la scienza ?
Come può la scienza effettuare ricerche e fare scoperte con “prudenza e cautela “ se nessuno ancora sa quali saranno le scoperte che potranno essere fatte ? E che uso se ne potrà fare ? E chi misura la prudenza e la cautela ? Con che cosa possono essere comparate per avere una misura ? Solo dalla convenienza religiosa della dottrina cattolica ? Come dire che tutti gli scienzati sono dei pazzi irresponsabili spinti da motivi di odio verso la chiesa.
E cos’è il falso irenismo ? Se non quello del CVII che voleva circuire la FPSSX pur di farla tornare nel seno della chiesa ?
* “L’irenismo è un movimento sorto in seno alla Chiesa cattolica, che auspica il ritorno ad essa delle chiese separate e, più in generale, il dialogo, in particolar modo con la Chiesa ortodossa. Premesse di questa corrente sono già ravvisabili nel periodo della Riforma protestante. A partire dal 1926, la sensibilità irenica si è andata concretizzando nella pubblicazione, da parte dei monaci benedettini di Amay-sur-Meuse a Liegi, della rivista Irenikon.” Wikipedia
http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html
“Gli insegnanti degli Istituti ecclesiastici sappiano che essi non possono esercitare con tranquilla coscienza l’ufficio di insegnare che è stato loro affidato, se non accettano religiosamente le norme che abbiamo stabilite e non le osservano esattamente nell’insegnamento delle loro materie. Quella doverosa venerazione ed obbedienza che nel loro assiduo lavoro devono professare verso il Magistero della Chiesa le infondano anche nella mente e nell’anima dei loro scolari.”
Come dire : Devi insegnare quello che ti dico io ! Bella libertà. d’insegnamento. Del Tutto evangelica.
E la “doverosa venerazione e obbedienza “ Non è idolatrica schiavitù ? Non l’ha richiesta nemmeno Dio ad Adamo !
caro lycopodium , inultile girarci intorno con le parole, inutile seconso me cercare di attenuare la portata storica “drammatica” del Concilio Vaticano II
cercando di edulcorare la sua dirompente 2modernità2 Certo si può come ratzinger cercar di slavare “capra e cavoli2 cioè senza rinnegare la Tradizione accettare il Concilio vedendolo ed inquadrandolo nel “solco 2 della Tradizione. questa è l’unica stra da possibili, che con la sua intelligenza , l’attuale Pontefice cerca di percorrere. le altre due strade, cioè da una parte quella di non accettare il Concilio ( vedi FSSPX) dall’altra quella di rinnegare la Tradizione precedente il Concilio Vaticano II sono due strade che portano all’autodistruzione della Chiesa.
Lo sforzio che fa questo Papa secondo me non è sentito da molti nella sua
tesa e drammatica “camminata sul filo del rasoio”
camminare sul filo del rasoi è difficile, si può cadere da una parte o dall’altra.
questo papa è un equilibrista. chi gli sta intorno e la maggior parte dei cattolici invece non sono ne’ sottilmente angosciatii, ne’ intimamente in crisi, ma ottusamente e superficialmente o da una parte o dall’altra.
L’ importanza “drammatica” ed epocale del Concilo era molto più sentita nei primi anni dopo di esso. Adesso tutto si è “stemperato” in una vulgata agiografica che preferisce sorvolare sui problemi e sui punti fondamentali in discussione, per insistere invece sugli stereotipi, in modo da far dimenticare le cose spiacevoli e problematiche ed incensare quelle gradite.
HENRI DE LUBAC , uno dei “padri” del Concilio, ne “la Chiesa nella crisi attuale” ,1971 ,poteva ancora dire, :
“\Che derisione, ancora, ohimè troppo frequente, nella pretesa ostentata di applicare arditamente i principi enunciati dal Concilio per il “rinnovamento” della vita religiosa, mentre la si contraddice! E’ proprio qui che le DEVASTAZIONI della crisi si rivelano al tempo stesso più gravi e più significative..Che miserabili realtà, che abbandoni di ogni genere, quali degradazioni che arrivano in certi casi fino alla perversione, si nascondono allora sotto la bandiera del “profetismo” o delle “esigenze della verità” sotto la menzogna della parola “rinnovamento”. ( ed Paoline pag. 39-49)
insomma ad un Henri de Lubac era ancora concesso parlare di “DEVASTAZIONI” E “DEGRADAZIONI” seguite al Concilio. Si era nel 1971.
oggi chiunque pronunciasse queste stesse parole sarebbe ipso facto
arruolato nelle file di Levfreve! Eppure Henri de Lubac non era un conservatore ne’ un tradizionalista!!!
ma oggi ormai non si può più discutere “criticamente” delle conseguenze e delle male interpretazioni del Concilio. Il Concilio è stato sottratto ad ogni critica storica, ad ogni analisi spassionata, ed è entrato nel campo della leggenda e dell’agiografia.
E chi oggi vuol criticarlo lo può fare solo a suo rischio e pericolo!!!!
Invece secondo me si dovrebbe far presente a tutto il popolo cattolico e anche ai giovani quanto di drammatico avvenne in quel concilio.
insomma la storia del Concilio secondo me non dovrebbe essere in tonalità neutra e tranquilla di Do maggiore , ma nella sofferta DO minore o addirittura nella tonalità tempestosa Do diesis minore.
e io avrei anche molte altre cosine da aggiungere…a quanto testé detto da discepolo ma..
ora devo uscire..a presto!
@discepolo
Dopo aver letto le tue analisi, vorrei dire che io appartengo evidentemente alla maggior parte dei cattolici: non sono infatti né sottilmente angosciato, né intimamente in crisi.Di piu’: non vedo assolutamente i motivi per esserlo.
Io sono contento, banalmente felice di essere cattolico: anche se ho ben chiara la fortuna, o se vogliamo parlar difficile, la grazia, che ho avuto nell’esserlo. Non ho alcun merito, voglio dire, ma un misterioso dono di cui dovrò certamente render conto, agli uomini prima e a Cristo dopo.
Vedo che ci sono problemi. Anche di un certo peso. Anche di una certa gravità. Ogni epoca, anzi, ogni singola generazione ha avuto i suoi, Noi abbiamo questi. Certo nuovi ed epocali, perchè tutto è nuovo ed epocale nel pezzo di vita che ci è toccato: la nostra generazione ha visto piu’ cambiamenti ripsetto a tutte quelle che l’hanno preceduta. Ma per quanti siano i problemi, restano problemi.I problemi della Chiesa sono fatti per essere messi nelle mani di Gesù Cristo e per darsi da fare fino in fondo per cercare di lavorarci al meglio.Non vedo nessuna apocalisse dietro l’angolo, non vedo nessun rischio di autodistruzione della Chiesa.
La Chiesa è Gesù Cristo: la Chiesa è giovane e viva e presente anche tra i problemi, germoglia nuovi butti nelle difficoltà, fiorisce nel sangue e nel martirio. Dovrei perdere il sonno perché le Chiese qui da noi si svuotano? E perché mai? Forse se io fossi piu’ credibile come faccia di Gesù Cristo, qualche persona di piu’ mi seguirebbe in chiesa. Se in chiesa siamo sempre i soliti quattro gatti, la colpa è nostra, mica del Papa o dei seminari vuoti.
Si vuotano i seminari? I tempi sono questi. Io ci vedo lo zampino della Provvidenza che presto obbligherà noi laici a muoverci una buona volta e a prenderci le responsabilità che ci spettano, invece di aspettarci sempre la pappa pronta, e poi storcere pure il naso assai schizzinosi.
Mi riporto, con l’effetto di una bella boccata di aria fresca,di quelle da respirare a pieni polmoni, le parole di papa Roncalli all’apertura del Concilio, , dedicate ai pessimisti ad oltranza. A me sembrano scritte stamattina.
“Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa.”
Grazie Discepolo,
per aver ricordato quel libro di H. de Lubac,
che non ho mai potuto leggere,
perché quando ho saputo che c’era, già da allora era (stato reso?) introvabile.
Ogni tanto non farci mancare qualche citazione.
Forse questo commento andava qui:
Vorrei dire, vorrei dire…
però semplicemente, semplificando al massimo, dando una netta rasoiata, riesco solo a dire (o copincollare):
Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli.
Dobbiamo guardare a lui, c’è poco da fare.