Obama: sono cristiano ma so che cosa sia l’islam

Sono cristiano, ma mio padre era originario di una famiglia del Kenya della quale hanno fatto parte generazioni intere di musulmani. Da bambino ho trascorso svariati anni in Indonesia, e ascoltavo al sorgere del Sole e al calare delle tenebre la chiamata dell’azaan. Quando ero ragazzo, ho prestato servizio nelle comunità di Chicago presso le quali molti trovavano dignità e pace nella loro fede musulmana. Ho studiato Storia e ho imparato quanto la civiltà sia debitrice nei confronti dell’Islam”: così ha parlato Barack Obama al Cairo l’altro ieri e le sue parole hanno rinnovato in me l’esultanza con cui avevo accolto la sua elezione (vedi post del 5 novembre 2008: “Obama come segno dei giorni che viviamo”). Per dare concretezza al sentimento che esprimo, riporto nei primi commenti a questo post i passaggi del suo discorso che più ho apprezzato. [Segue nei primi sei commenti]

29 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Un nuovo inizio con i musulmani. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] Fino a quando i nostri rapporti saranno definiti dalle nostre differenze, daremo maggior potere a coloro che perseguono l’odio invece della pace, coloro che si adoperano per lo scontro invece che per la collaborazione che potrebbe aiutare tutti i nostri popoli a ottenere giustizia e a raggiungere il benessere. Adesso occorre porre fine a questo circolo vizioso di sospetti e discordia. Io sono qui oggi per cercare di dare il via a un nuovo inizio tra gli Stati Uniti e i musulmani di tutto il mondo; l’inizio di un rapporto che si basi sull’interesse reciproco e sul mutuo rispetto; un rapporto che si basi su una verità precisa, ovvero che America e Islam non si escludono a vicenda, non devono necessariamente essere in competizione tra loro.

    6 Giugno, 2009 - 17:42
  2. Luigi Accattoli

    Vincere i reciproci stereotipi. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] Ritengo che rientri negli obblighi e nelle mie responsabilità di presidente degli Stati Uniti lottare contro qualsiasi stereotipo negativo dell’Islam, ovunque esso possa affiorare. Ma questo medesimo principio deve applicarsi alla percezione dell’America da parte dei musulmani. Proprio come i musulmani non ricadono in un approssimativo e grossolano stereotipo, così l’America non corrisponde a quell’approssimativo e grossolano stereotipo di un impero interessato al suo solo tornaconto.

    6 Giugno, 2009 - 17:42
  3. Luigi Accattoli

    Il diritto delle donne al velo. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] Il sogno della realizzazione personale non si è concretizzato per tutti in America, ma quel sogno, quella promessa, è tuttora valido per chiunque approdi alle nostre sponde, e ciò vale anche per quasi sette milioni di musulmani americani che oggi nel nostro Paese godono di istruzione e stipendi più alti della media. E ancora: la libertà in America è tutt’uno con la libertà di professare la propria religione. Ecco perché in ogni Stato americano c’è almeno una moschea, e complessivamente se ne contano oltre 1.200 all’interno dei nostri confini. Ecco perché il governo degli Stati Uniti si è rivolto ai tribunali per tutelare il diritto delle donne e delle giovani ragazze a indossare l’hijab e a punire coloro che vorrebbero impedirglielo. Non c’è dubbio alcuno, pertanto: l’Islam è parte integrante dell’America.

    6 Giugno, 2009 - 17:42
  4. Luigi Accattoli

    Insostenibile sofferenza dei palestinesi. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] La seconda più importante causa di tensione della quale dobbiamo discutere è la situazione tra israeliani, palestinesi e mondo arabo. Sono ben noti i solidi rapporti che legano Israele e Stati Uniti. Si tratta di un vincolo infrangibile, che ha radici in legami culturali che risalgono indietro nel tempo, nel riconoscimento che l’aspirazione a una patria ebraica è legittimo e ha anch’esso radici in una storia tragica, innegabile (…) Nel mondo il popolo ebraico è stato perseguitato per secoli e l’antisemitismo in Europa è culminato nell’Olocausto, uno sterminio senza precedenti (…) Confutare questa realtà è immotivato, da ignoranti, alimenta l’odio. Minacciare Israele di distruzione – o ripetere vili stereotipi sugli ebrei – è profondamente sbagliato, e serve soltanto a evocare nella mente degli israeliani il ricordo più doloroso della loro Storia, precludendo la pace che il popolo di quella regione merita. D’altra parte è innegabile che il popolo palestinese – formato da cristiani e musulmani – ha sofferto anch’esso nel tentativo di avere una propria patria. Da oltre 60 anni affronta tutto ciò che di doloroso è connesso all’essere sfollati (…) Sia dunque chiara una cosa: la situazione per il popolo palestinese è insostenibile. L’America non volterà le spalle alla legittima aspirazione del popolo palestinese alla dignità, alle pari opportunità, a uno Stato proprio.

    6 Giugno, 2009 - 17:43
  5. Luigi Accattoli

    Fondamentale la libertà religiosa. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] Il quinto argomento del quale dobbiamo occuparci tutti insieme è la libertà religiosa. L’Islam ha una fiera tradizione di tolleranza: lo vediamo nella storia dell’Andalusia e di Cordoba durante l’Inquisizione. Con i miei stessi occhi da bambino in Indonesia ho visto che i cristiani erano liberi di professare la loro fede in un Paese a stragrande maggioranza musulmana. Questo è lo spirito che ci serve oggi. I popoli di ogni Paese devono essere liberi di scegliere e praticare la loro fede sulla sola base delle loro convinzioni personali, la loro predisposizione mentale, la loro anima, il loro cuore. Questa tolleranza è essenziale perché la religione possa prosperare, ma purtroppo essa è minacciata in molteplici modi. Tra alcuni musulmani predomina un’inquietante tendenza a misurare la propria fede in misura proporzionale al rigetto delle altre. La ricchezza della diversità religiosa deve essere invece sostenuta, che si tratti dei maroniti in Libano o dei copti in Egitto. La libertà di religione è fondamentale per la capacità dei popoli di convivere.

    6 Giugno, 2009 - 17:43
  6. Luigi Accattoli

    Diritto delle donne all’istruzione. [Dal discorso di Barack Obama, vedi il post] Il sesto problema di cui vorrei che ci occupassimo insieme sono i diritti delle donne. So che si discute molto di questo e respingo l’opinione di chi in Occidente crede che se una donna sceglie di coprirsi la testa e i capelli è in qualche modo “meno uguale”. So però che negare l’istruzione alle donne equivale sicuramente a privare le donne di uguaglianza. E non è certo una coincidenza che i Paesi nei quali le donne possono studiare e sono istruite hanno maggiori probabilità di essere prosperi.

    6 Giugno, 2009 - 17:44
  7. Nino

    Luigi,
    bene hai fatto a richiamare l’attenzione sul discorso di Obama e sui sei punti in particolare.
    Su ognuno dei quali si potrebbero scrivere pagine e pagine di riflessioni.

    Non entro nel particolare di questo discorso alto e assai inconsueto non solo per un presidente USA ma anche per altri leader di paesi non meno importanti del teatro mondiale .

    Ma non voglio straparlare, per me il suo discorso non rappresenta né una sorpresa né una novità.

    L’ho seguito per tutta la sua campagna elettorale soprattutto sulle tv americane e li avevo capito via via con chi avremmo avuto a che fare.

    Se ne sono accorti in ritardo i suoi avversari politici diretti e i leader di alcuni paesi incluso il nostro.

    Sono un Obamista convinto e proprio ieri sera al telefono ad un mio caro amico Newyorkese, repubblicano da sempre ma giorno per giorno in controtendenza, ho detto della fortuna insperata che gli è capitata in una fase storica di così grande crisi economica e di valori, aggiungendo che piacerebbe anche a me avere un presidente come Obama.

    Abbiamo a che fare con una persona sobria che parla con il cuore ai cuori.
    Che non confonde il ruolo istituzionale e le responsabilità che comporta con le frivolezze mondane e la vanità dei parvenu.

    L’abbiamo visto proprio oggi, lasciando il vanesio Sarkozy con un palmo di naso.

    Lui Obama se ne va a cena con sua moglie e le sue figlie, non ci sta a cenette simil intime.
    Aria pura, finalmente.

    6 Giugno, 2009 - 19:23
  8. Leonardo

    Temo che quella di Obama sia quasi tutta fuffa, forse pericolosa (speriamo bene!).
    Un esempio: si consideri – al di là della vacua sonorità del fraseggio – un brano come questo:

    «L’Islam ha una fiera tradizione di tolleranza: » [ah sì? Va bene lisciare il pubblico, ma questa è grossa] «lo vediamo nella storia dell’Andalusia e di Cordoba durante l’Inquisizione» [sempre il solito (unico?) esempio, e si noti la vigliaccheria di quel “durante l’inquisizione”. Che ne sa lui (o i suoi ghost writers) dell’inquisizione?]. «Con i miei stessi occhi da bambino in Indonesia ho visto che i cristiani erano liberi di professare la loro fede in un Paese a stragrande maggioranza musulmana» [ma pensa come sono buoni … ci lasciano vivere! Qui il suo servilismo è addirittura sgradevole]. «Questo è lo spirito che ci serve oggi. I popoli di ogni Paese devono essere liberi di scegliere e praticare la loro fede sulla sola base delle loro convinzioni personali, la loro predisposizione mentale, la loro anima, il loro cuore» [e fa finta di ignorare che il problema non è tanto la libertà dei popoli, ma quella degli individui di professare la religione che vogliono, anche se difforme da quella del popolo a cui appartengono. Ponga il problema del diritto di cambiare religione, se vuol fare un discorso serio] .

    7 Giugno, 2009 - 0:16
  9. Nino

    IL TOUR OPERATOR

    Peregrinatio Ad Petri Sedem

    A CONCLUSIONE DEL CICLO “ CROCIATE” CHE OLTRE ALLA IX COMPRENDE LE ALTRE NON MENO EROICHE A DIFESA DELLA FEDE
    Crociata alessandrina
    Crociata contro gli Albigesi
    Crociata contro i Forlivesi
    Crociata contro Federico II
    Crociate del Nord
    Crociata Hussita
    Reconquista
    Crociata di Papa Pio II
    Crociata dei fanciulli
    Crociata dei pastori

    E’ LIETA DI ANNUNCIARE L’ORGANIZZAZIONE DELLA X E ULTIMA CROCIATA CHE SI SVOLGERA’ ENTRO IL 2009.
    LE PRE ISCRIZIONI E LE ULTERIORI INFORMAZIONI A RIGUARDO POSSONO ESSERE RICHIESTE AL CAPO CROCIATA LEONARDO
    ( promotore e portavoce unico per i “viaggi speciali” ).

    7 Giugno, 2009 - 10:23
  10. Leonardo

    L’aspetto positivo (e l’unico di sostanza, se alle parole seguiranno i fatti) della linea di Obama mi pare che sia l’intenzione di far capire agli israeliani che gli Usa non sono disposti ad appoggiarli sempre e comunque, ad esempio sulla politica degli insediamenti nei territori palestinesi.

    7 Giugno, 2009 - 10:24
  11. Leonardo

    Il mio messaggio e quello del faceto Nino si sono incorciati. Sul suo senso dell’umorismo non ho nulla da obiettare, perché lo trovo inesistente. Però vorrei fargli osservare che una delle nefandezze della neolingua che tutti siamo più o meno costretti a parlare è stata quella di aver insozzato la parola “crociata”, la cui semantica nella sua purezza dovrebbe commuoverci, e invece ce la siamo fatti strappare, come tante altre parole cristiane.

    Quando sono gli altri a dettarci, senza che ce ne accorgiamo, il senso delle nostre parole vuol dire che siamo fottuti.
    Come diceva il mio amato Céline: “ci si crede inculati di un centimetro: lo si è già di parecchi metri”.

    (non mi ricordo se ne abbiamo già parlato: Ignigo, almeno, ama Céline?)

    7 Giugno, 2009 - 10:32
  12. Caro Leonardo, vorrei farti osservare che la semantica della parola crociata, la cui “purezza” francamente non mi commuove affatto, non è oggetto di scontro ideologico, ma di accertamento e indagine storica. Lo slittamento semantico tra gli “ideali crociati” delle prime esperienze in Terra Santa banditi da Bernardo di Clairvaux, da cui oggi comunque ci separa una incommensurabile distanza storica, e le crociate del XII secolo mosse da interessi particolaristici e strumentali (ricorderai quella contro gli Albigesi, di cui si tramanda il celebre episodio nel quale a Béziers il condottiero chiese al legato pontificio come distinguere i fedeli dagli eretici, ricevendo in risposta da Arnaud Amaury, abate di Citieaux la seguente efferatezza: “Uccideteli tutti, Dio saprà riconoscere i suoi”), è una vicenda tutta interna al cristianesimo occidentale. Non certo una maldicenza dell’illuminismo.
    Saluti.

    7 Giugno, 2009 - 12:31
  13. Sempre sul piano della mera indagine storica, è da discutere a lungo la questione se la crociata, in quanto slancio ideale tipico del medioevo, sia un prodotto originale del cristianesimo o se non nasca dal confronto/scontro con civiltà diverse, come quella dell’Islam. Io propendo per quest’ultima ipotesi.
    Per non addossare però tutte le responsabilità all’Islam, vorrei anche fare osservare che a spianare nei secoli VII e VIII la strada all’espansione araba fu l’intolleranza cristiana nei confronti del monofisismo e del nestorianesimo e il regime comunque oppressivo che i regni cristiani esprimevano, per cui molti cristiani preferivano di gran lunga la dominazione araba alle persecuzioni di cui erano fatti oggetto sotto il dominio cristiano di Costantinopoli. Né la tolleranza verso le altre espressioni si esprimeva solo nel sultanato di Cordoba o nell’emirato Siciliano. La coesistenza pacifica dei credenti di altre religioni rivelate, dietro pagamento di una tassa patrimoniale piuttosto bassa, si attesta sin dagli esordi musulmani, addirittura con Maometto (ve ne sono tracce nel Corano) e si generalizza in tutte le dominazioni, praticamente sino agli Ottomani. Ciò è anche alla base della particolare floridezza economica che quegli stati conobbero, imparagonabile alle coesistenti società cristiane. Vedi che le tesi di Obama un qualche fondamento storico lo hanno. Certo, con l’affermazione del principio di democrazia tutto cambia. Ma questa è un’altra storia. Una storia recente, che data dal 1789…

    7 Giugno, 2009 - 12:49
  14. Infine, a suggello, un versetto del Salmo 119, che dedico a Leonardo:

    “Io sono per la pace, ma quando ne parlo,
    essi vogliono la guerra.”

    7 Giugno, 2009 - 12:58
  15. raffaele.savigni

    Sulle crociate invito a leggere (per evitare affermazioni semplicistiche in un senso o nell’altro) gli studi di Cardini e di Gabrieli; sulla reconquista, quelli di Alessandro Vanoli. Come ha osservato a più riprese Cardini, Le Crociate non vanno né esaltate acriticamente né demonizzate: vanno comprese storicamente. I “torti” non stanno mai da una parte sola. Certamente i musulmani del IX-XII secolo erano più tolleranti di molti musulmani di oggi: forse Obama voleva dire proprio questo (anche se con una imprecisione storica, dato che l’emirato di Cordoba nonm era “contemporaneo” dell’Inquisizione ma precedente, e produsse comunque i suoi martiri). Ma quest “tolleranza” non va sopravvalutata: nel decimo secolo un “eretico” musulmano fu crocefisso (ne parla nei suoi scritti L. Massignon, un cristiano amico degli arabi); lo stesso fece il Saladino ai suoi tempi.Per entrambe le culture medievali, quella cristiana e quella islamica, chi rinnegava la propria fede non poteva essere tollerato, mentre si poteva tollerare (in una situazione di evidente inferiorità giuridica) chi era nato in un’altra religione e rimaneva in essa.
    Il vero progresso è riconoscere la libertà di cambiare religiose (come afferma la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, non sottoscritta dall’Arabia saudita) e comprendere che la vera “crociata” è quella interiore: la lotta contro i vizi del proprio io (il termine arabo “jyad”, che significa anche “guerra santa”, ha come significato originario “sforzo morale”, mi dicono gli arabisti; e anche nella tradizione spirituale cristiana è tradizionale il motivo della “battaglia spirituale”).

    7 Giugno, 2009 - 14:15
  16. Infatti non sono né per la demonizzazione né per l’esaltazione. Premettevo che per me le crociate sono soprattutto un oggetto di indagine storica, in risposta a Leonardo che sembrava invece alonarle di gloria e valore cristiano. Quanto all’idea di tolleranza, sappiamo che essa si afferma in Europa nel XVII secolo, non in diretto collegamento con le forze vive della teologia cattolica e del governo ecclesiastico (che anzi durerà a lungo in un’ostinata chiusura agli ideali democratici, che da allora in poi avrebbero cominciato a correre l’Europa e poi l’America). Parlare di tolleranza nel medioevo rischia perciò di essere un grossolano errore di retrospettiva storica. Ma tutti gli storici concordano sulla maggiore indulgenza che le diverse (anzi: diversissime) dominazioni musulmane che si sono succedute dal VII al XIII secolo hanno espresso nei confronti dei propri sudditi cristiani, che non di rado riuscivano a inserirsi tra i quadri dirigenti.

    7 Giugno, 2009 - 14:26
  17. roberto 55

    Bello, sì anche per me, il discorso del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
    Io non sono, Nino, ed a differenza di te, “obamiano” della prima ora: ai tempi delle “primarie” democratiche, avevo lungamente “tifato” (per qual che vale il mio “tifo”, cioè nulla) per Hillary Clinton; poi, però, e come ricorderanno gli amici del “pianerottolo”, sono stato ovviamente contento (per quel che vale la mia contentezza: appunto, nulla) dell’elezione di Barack Obama e mi pare che questi suoi primi passi siano convincenti.
    Su di un aspetto – è l’unico, magari, ma la mia innata propensione a cavilare, puntualizzare e sottilizzare mi porta a precisarlo – concordo, peraltro, con Leonardo, e, cioè, quando Leo osserva – per me, correttamente – il mutato atteggiamento dell’Amministrazione statunitense verso il nuovo governo israeliano e, anche di conseguenza, verso il conflitto israelo-palestinese.

    Cambiando completamente discorso, Luigi, sei stato grande pure oggi quando, nella trasmissione “A Sua immagine”, hai commentato, con poche parole ed in pochi minuti, le importanti frasi pronunciate dal Papa nell'”Angelus” odierno.
    Proverei a cercare – ma non ci capisco abbastanza per trovarlo – un collegamento tra le odierne affermazioni del Pontefice (sulla presenza dell'”Amore” nel “genoma” umano”) con alcuni passaggi della “lectio magistralis” svolta dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger all’Università di Parma, se non erro nel 1990, quando, pressapoco, disse che “la razionalità scientifica ha dei limiti ………………e quindi va ricompresa in una ragionevolezza più grande ………. aperta alla trascendenza” e “la fede non cresce a partire dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande”.
    C’entra qualcosa ?
    Se sì, bene: se no, perdonatemi.

    Buona domenica pomeriggio a tutti (qui non si capisce se sia bello o brutto: di tanto in tanto spunta il sole, poi se ne va e le nuvole tornano a minacciare pioggia) !

    Roberto 55

    P.S.: vi siete ricordati d’andare a votare ?

    7 Giugno, 2009 - 14:27
  18. Piccola e pignolissima precisazione. Ho sbagliato nel commento precedente a definire la dominazione araba di Cordoba “sultanato”, che non fu mai (non so da dove mi sia uscito, evidentemente un lapsus). Ma ha sbagliato a quel che mi consta anche Raffaele a definire Cordoba “Emirato”. Tale essa fu nel primo periodo della dominazione, poi evolvette in Califfato autonomo di dinastia Omayyade da Baghdad, il cui califfo era invece di dinastia Abbasside.

    7 Giugno, 2009 - 14:39
  19. Leonardo

    Se è per questo, carino, di robina ne hai sbagliata parecchia: rileggiti per esempio questa frase: «l’intolleranza cristiana nei confronti del monofisismo e del nestorianesimo» … solo che per educazione si faceva finta di niente …

    7 Giugno, 2009 - 15:02
  20. Leonardo, quando si dice guardare la verdurina in mezzo ai denti…ti perdi nei dettagli e trascuri le cose un pochino più preoccupanti che sei venuto dicendo…. Comunque, mio animoso: dov’è l’errore? Nel VII secolo erano ancora consistenti le minoranze monofisite e nestoriane nell’Impero Romano d’Oriente, tanto in Africa del Nord quanto in Asia (in Iran e Iraq soprattutto), e costoro non se la passavano affatto bene. Se non fecero ponti d’oro all’espansione araba – che li lasciava liberi di credere che il Figlio di Dio avesse una, due, tre nature o nessuna affatto, sussistenti in una persona o in una folla, a patto del versamento di una tassa – poco ci mancò. Gli ieratici imperatori d’Oriente dovevano invece essere fatti di una bruttissima pasta in materia di propaganda fidei, preoccupantemente simile a quella dei contemporanei e miei correligionari che ancora oggi usano del cristianesimo come instrumentum regni…

    7 Giugno, 2009 - 15:44
  21. Nino

    Beh ripensandoci bene effettivamente la purezza semantica della parola “crociata”, mi commuove fino alle lacrime.

    Vogliamo poi mettere la stupidità e l’ignavia con cui NOI CRISTIANI ci siamo fatti strappare tante altre belle parole CRISTIANE come “auto da fè”, “santa inquisizione”, “marrano” ecc.?

    Eppoi, suvvia chi sarà mai questo abbronzantissimo Obama che si permette di sputtanare perfino il grande Sarkozy sul diritto delle donne al velo.

    La Santanchè, il Caimano e i suoi seguaci della X MAS saranno andati su tutte le furie.
    Alla fin fine è solo il presidente di uno staterello. Si starà mica montando la testa?

    Sicuramente il Caimano l’avrà chiamato al telefono per tirargli le orecchie come merita e poi, da quel grande statista che è, gli avrà dato qualche ottimo consiglio.

    Diciamolo francamente tutta la stampa mondiale e i commentatori politici del pianeta che hanno rilevato l’importanza e l’alto profilo del discorso-programma all’università del Cairo non capiscono un beneamato tubo.
    Eh Leo?

    7 Giugno, 2009 - 16:25
  22. Leonardo

    Non saprei dire: si può vedere solo l’inizio dell’articolo (per il resto credo che dovrei pagare, cosa che non mi sogno neppure di fare) e quindi non posso davvero giudicare se sia più interessante, meno interessante o altrettanto interessante dell’altro. La battuta sull’autore, che presumo volesse essere sarcastica, mi è ugualmente incomprensibile (forse perché non vedo niente di male ad essere radiati dall’albo dei giornalisti: peggio esservi iscritti).

    7 Giugno, 2009 - 20:48
  23. Gerry

    Dato che si è parlato del concetto di tolleranza, vorrei ricordare che in Occidente il vero padre del moderno concetto di tolleranza, soprattutto in campo religioso (data la temperie storica del suo tempo, quello della Riforma, particolarmente per quanto attiene ai rapporti tra i cristiani) è stato il grandissimo Erasmo da Rotterdam. Non è fondamentale, ma è morto cattolico, nonostante le molte lusinghe che gli vennero da Lutero.
    Lo dico perchè, tra le tante cose che ha scritto, Antonio Finazzi indica che il concetto di tolleranza “si afferma in Europa nel XVII secolo”, probabilmente riferendosi alla pace di Westfalia del 1648 (e ancor prima l’editto di Nantes di Enrico IV, nel 1598). In sé è corretto, ma occorre ricordarne le radici! Forse è una mia eccessiva sensibilità, ma mi sembra che il cattolicesimo venga un po’ troppo visto come un elemento frenante della modernità (del buono che c’è nella modernità) a causa della sua esigenza di preservare la fede. So bene che la storia, anche quella della Chiesa (e figuriamoci quella degli stati “cristiani”!), è piena di errori e di miserie, ma evitiamo di credere a tutte le “leggende nere” che ci riguardano (compresa questa di una asserita maggior intolleranza), soprattutto ricordiamoci che in ogni tempo, anche il più buio, il vero metro di valutazione per un cristiano è sempre il Vangelo. Come dimostra la “follia” di San Francesco pellegrino in Oriente per incontrare il sultano, nipote di Saladino, e cercare di metter fine alle guerra fra cristiani e musulmani. Con il permesso del legato pontificio.

    7 Giugno, 2009 - 21:04
  24. Caro Gerry, vorrei brevemente precisare la mia posizione. Perdonami sommarietà di espressione e giudizio, ma vado un pochino di fretta. Non mi riconosco nella figura di pensiero che mi attribuisci. Sono, come te, del tutto convinto che il cristianesimo è la scaturigine profonda dell’umanesimo moderno e di ciò che vi ha di positivo. Credo però che non serva arroccarsi a difesa della propria storia, mostrandosi più realisti del re. Ricorderai il fondamentale atto giubilare di Giovanni Paolo II, col quale implorava il perdono per le pagine più oscure della storia della Chiesa. Ecco, credo che non solo il cristianesimo, ma tutte le tradizioni della terra siano oggi chiamate a una “purificazione della memoria”, a una rilettura critica e umile della propria vicenda storica. Per noi credenti, ciò equivale a riconoscere un dato di verità fondamentale: non abbiamo il nostro fondamento in noi stessi, ma lo riceviamo dall’alto e dall’altro: Tanto più, come la liturgia da secoli ci abilita a fare, possiamo tenere congiunta la nostra professione di fede e la nostra confessione dei peccati.
    Un caro saluto.

    8 Giugno, 2009 - 11:21
  25. il vaticanista Luigi Accattoli che nel suo blog si dichiara contento “perchè un giovane uomo nero entra alla Casa Bianca e lo vedo come un segno dei giorni che viviamo” (sic).

    E quando sarà eletto il primo presidente con i capelli rossi e le lentiggini che faremo?
    __________________
    Dignare me laudare te, Virgo sacrata.
    Da mihi virtutem contra hostes tuos!

    Da:
    http://totustuus.name/showthread.php?t=1847

    8 Giugno, 2009 - 14:38
  26. Giovanni Mandis

    Quindi secondo il cristiano-abortista Obama nei paesi islamici c’è libertà religiosa? le donne sono libere di non indossare sacchi coprenti dalla testa ai piedi?son libere di andare a scuola? di andare a fare tante altre cose?
    Io ad Obama preferisco la Santa Inquisizione che almeno ci metteva la faccia per difendere la Verità a differenza di questo signore che si fa scrivere i discorsi pieni zeppi di frasi ad effetto storicamente false da gente palesemente ignorante (a meno che l’ignorante non sia egli stesso… non so cosa è peggio).
    Dovrebbe farsi un mesetto di ferie a Rotterdam altro che discorsi fasulli in Egitto..

    Signor Finazzi il Cristianesimo non è una “tradizione” qualsiasi tra quelle “della terra” è la Rivelazione definitiva di Dio agli uomini tramite Gesù Cristo Suo Unigenito Figlio, Verbo Eterno consustanziale al Padre, che ha preso su di Sè le colpe degli uomini.
    Le “scuse” di Giovanni Paolo II non riguardano la Chiesa, ma singoli cristiani (laddove le responsabilità siano realmente accertate, non le accuse infondate delle innumerevoli leggende nere). Le “altre” tradizioni terrene non hanno alcuna intenzione di purificare la loro memoria…

    8 Giugno, 2009 - 15:06
  27. Gerry

    @ matteo
    Suvvia, nei blog (tutti) trovi tutto e il contrario di tutto: sono andato al link che hai postato e, dopo un paio di post c’è quest’altro, molto diverso:
    ==============================
    “Personalmente, ritengo molto importante il fatto che sia un uomo di colore, e non lo si puo` paragonare ad una persona con i “capelli rossi e le lentiggini”. Gli uomini di colore sono sempre stati trattati da inferiori in America, sin dagli inizi. La costituzione stessa ne parla come uomini inferiori e con meno diritti degli uomini bianchi. (E lo stesso vale per le donne, ma questo e` un altro discorso). Anche se le leggi sono cambiate, c’e` pur sempre un senso d’inferiorita` che pervade la cultura, in cui, sotto sotto, la maggioranza degli uomini di colore si sente trattata da inferiore (e spesso e` trattata da inferiore). Da qui l’importanza dell’elezione di una persona di colore alla Casa Bianca. Per gli uomini di colore e` un passo di una importanza incredibile, che noi fatichiamo a capire. Conoscendo di persona varie persone di colore, vi posso assicurare che l’entusiasmo e` giustificato.

    Questo, ovviamente, a prescindere dalle opinioni politiche del candidato, le quali mi preoccupano non poco.”
    ===========================
    Il mondo è bello perché è vario… (o avariato, come diceva – mi pare – Totò).

    8 Giugno, 2009 - 16:06

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