“Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo. Siamo arrivati ad un momento in cui si stanno demolendo delle barriere ed è ora che avvenga anche per palestinesi ed israeliani. Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è inossidabile, ma lo status quo è insostenibile. Una pace duratura è sinonimo di due Stati separati. Bisogna quindi negoziare sulle questioni chiave. Serve una Palestina aperta e un Israele sicuro. La linea di confine deve essere quella del 1967. I palestinesi devono avere uno stato sovrano. Bisogna evitare il terrorismo. Quindi le iniziative militari dovranno portare ad un Paese progressivamente demilitarizzato. Poi dovremo affrontare il futuro di Gerusalemme e quello dei profughi palestinesi. Dobbiamo quindi iniziare con i negoziati su sicurezza di Israele e formazione di uno Stato palestinese. Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse“. – Così oggi Barack Obama ai diplomatici americani. Aspettavo queste parole dal 1967.
Obama: i confini del 1967 tra Israele e Palestina
35 Comments
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OBAMA?
UN GRANDE!!!!
L’anno scorso sono stato in Terrasanta ed ho avuto modo di toccare, domandare, informarmi e riflettere sulla situazione..
Vi dico che a noi semplici spettatori di queste ormai decennali tensioni, fuori dal loro vissuto, non possiamo minimamente comprendere nella loro ampliezza le ragioni dell’uno e dell’altro.
Personalissima opinione è che arrivati a questo punto paradossalmente la soluzione migliore sarebbe quella più difficile: creare un’unico paese israelo-palestinese. Ma credo che nessuno lo voglia…
Un unico stato israelo-palestinese? Assurdo!Popoli troppo diversi e antitetici.Si scannerebbero fra loro ancor più di quanto già stanno facendo.È giusto che ci siano due Stati dove ogni popolo abbia la propria sovranità.Tutto sta a definirne i confini,questo è il vero problema di difficile soluzione.Sulla linea di confine del ’67 ci sono già opposizioni nette dall’una e dall’altra parte.
Piena condivisione sul fatto che gli Usa facciano tutto il possibile per “andare oltre l’attuale empasse”.Speriamo che sia davvero così,senza indugi e ripensamenti.
hai ragione spuntocattolico, i confini dividono e le divisioni (quelle matematiche) rischiano sempre di avere un resto, per non parlare dei decimali. Lo sforzo non è a questo punto trovare il giusto confine, (rischio continuo di sconfinamento) ma toglierlo e provare l’intuizione dell’ “insieme”. che differenza c’è nelle preposizioni -tra e con-?
Due precisazioni.
1. Piuttosto che “due stati”, l’ideale sarebbe auspicare “due democrazie” (le uniche che possono garantire le minoranze).
2. Quando si chiede di tornare ai confini del 1967, è bene ricordare che -a quella data- i territori palestinesi erano occupati da Egitto e Giordania.
Detto questo, fa piacere sentire che quei confini sono accettati dall’ANP, mentre spiace molto sentire che il governo e molti in Israele sono contrari (o almeno scettici).
Hamas si lamenta, ma per ora non è un interlocutore.
Forse ancora non vi è chiaro che non c’è stato più nazionalista dell’attuale Israele! Cosa? Tornare alle risoluzioni del 67!?? Aspettatevi una bella pernacchia!
Andatevi a leggere il “popolo dell’esilio”, dell’ebreo Moni Ovadia, e ve ne renderete conto!
«Io sono un uomo della diaspora” esordisce, e ammonisce Israele -” ma per evitare che il luogo del ritrovarti diventi un idolo, anche nella tua casa devi mantenere lo spirito della diaspora – come nasce lo Stato di Israele e cosa sta diventando? Cos’era il sionismo e dove ha portato gli ebrei? Come può coniugarsi la tradizione ebraica con l’oppressione di un altro popolo? aggiune:” Se si persegue la strada del nazionalismo e della rivendicazione dei diritti di sangue sulla terra, si rimuove un aspetto fondamentale dell’ebraismo: che la terra promessa o donata è del Signore […] Quella terra non ti è stata donata perché tu diventassi un fanatico nazionalista, ma anzi, proprio affinché tu dimostrassi che l’unico modo per costruire la pace è essere un popolo che sa vivere sulla sua terra da straniero fra gli stranieri».
…e qui mi taccio…
@mamma
grazie infinite per la comprensione…
@Marilisa
Credimi, non c’è più possibilità di dividere i confini tra palestinesi ed ebrei.. ormai tutto è confusionario, mischiato. Non c’è modo di dividere ad esempio Gerusalemme (men che meno il centro storico)…
“Assurdo!Popoli troppo diversi e antitetici.Si scannerebbero fra loro ancor più di quanto già stanno facendo”
Ti faccio un esempio di ciò che ti dico: Haifa. E’ una città (laica) in cui convivono tra di loro popoli di etnie diverse (ebrei,mussulmani, cristiani).
Il problema vero non è la popolazione ma i vari movimenti integralisti (e non) che vivono sulle spalle della gente comune…
infatti: il problema è il confine politico, non quello umano! Certo occorre un gran lavoro per depoliticizzare il pensiero della gente palestino-israeliana
il problema è che lo stato d’Israele deve smetterla di usare la tragedia della Shoah come clava per assoggettare i popoli arabi confinanti: a nessun popolo piace essere estromesso dalla propria patria…o ritrovarsi gli insediamenti israeliani sul proprio territorio tanto da sconfinare e costringere i residenti a rifugiarsi in campi profughi che sono lagher! Le piacerebbe a lei, mamma, se qualcuno un giorno venisse, munito di ruspe, ela buttasse fuori da casa sua!??…Il problema è più grave assai di quello che pensa, cara mamma…
@Clodine
In effetti se riflettiamo ognuno potrebbe rivendicare terre possedute dai suoi avi: gli antichi romani, egiziani, persiani…
Ormai però la frittata è stata fatta (in primis dagli americani).. non si può più nemmeno al rovescio dire agli ebrei ormai insediati da 40 anni di andarsene…
E qui ripeto.. perchè non un’unico paese per tutti?? Perchè negli stessi Stati Uniti non convivono ebrei e mussulmani insieme??
Il migliore e maggiore impedimento alla realizzazione della pace è lo stesso Obama, che da buon appartenente alla Chiesa Unita di Cristo, dovrebbe sapere che dal punto di vista di Dio, come espresso nel Vangelo, l’Israele naturale, quello che discende dal patto di Abraamo tramite Giacobbe al quale era stata data la terra “promessa”, si è trasformato in un “Nuovo Patto” con un Israele Spirituale, come spiegato dall’apostolo Paolo. (Romani 9.6) L’eredita quindi non è più il possesso di quella terra bensì un diverso luogo migliore ( Galati 3.18; Colossesi 3.24)
Partendo da questo antefatto ci si può chiedere se gli odierni israeliani debbano essere ancora così intimamente legati ad una terra che non è più l’eredità promessa e sebbene dal punto di vista umano è comprensibile avere amore per la terra, specialmente in quella dove si nasce, quella non è né l’unica, né di loro proprietà, ma erano e sono “residenti temporanei “ ( Ebrei 11.13) perché la terra Dio l’aveva data precedentemente ad altri popoli che furono spodestati per la loro malvagità.
“Non dire nel tuo cuore, quando Geova tuo Dio li avrà respinti d’innanzi a te: ‘Per la mia propria giustizia Geova mi ha introdotto a prendere possesso di questo paese’, mentre è per la malvagità di queste nazioni che Geova le caccia d’innanzi a te. Non per la tua giustizia né per la rettitudine del tuo cuore entri a prendere possesso del loro paese; infatti, è per la malvagità di queste nazioni che Geova tuo Dio le caccia d’innanzi a te, ( Deut. 9.4-5)
Le alternative possibili non possono essere che: – 1. accettare di convivere con tutti coloro che sono nati e vivono stabilmente in quella terra, mettendo sempre in pratica i consigli che Dio aveva dato loro circa il modo di trattare il “residente forestiero che vive dentro le tue mura” ( Esodo 12.48) – 2. traslocare in altro e più amichevole località abbandonando quella terra dimostrando altruismo e benignità e confidando nell’aiuto che solo Dio può “dare o togliere.”
Ma poiché hanno dimenticato la legge che dicono doveva essere la loro guida, “legata sulla fonte e sulla gola” che diceva: <i< “Bada, e devi ubbidire a tutte queste parole che ti comando, affinché vada bene a te e ai tuoi figli dopo di te a tempo indefinito, perché farai ciò che è bene e retto agli occhi di Geova tuo Dio.” – Non c’è alcuna speranza che le cose possano risolversi in modo positivo e utile per tutti a motivo dell’arroganza e della prepotenza dimostrati e basati sulla protezione che essi hanno nell’alleato forte nel quale hanno imparato a confidare dimenticando che in Altro dovevano confidare.
E nel suo discorso di ieri, lo stesso Obama ha dichiarato che sarà sempre il migliore alleato e protettore dello Stato di Israele contraddicendo anche in parte quello che aveva indirizzato ad altri regimi dittatoriali.
Per quale motivo quindi gli Israeliani dovrebbero sentirsi spinti a fare modificazioni e/o concessioni se sono spalleggiati e sostenuti con tanta determinazione ? E’ solo retorica, chiacchiere inutili, speranze senza speranza. Se non capiscono che “chi prende la spada perirà di spada,” non hanno alternativa lo ha dichiarato Gesù senza giri di parole: “Non sarà affatto lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. ( Matteo 24.2)
L’avvertimento era: “Bada” – “Non dire: ‘Per la mia propria giustizia Geova mi ha introdotto a prendere possesso di questo paese’, mentre è per la malvagità di queste nazioni che Geova le caccia d’innanzi a te. Non per la tua giustizia né per la rettitudine del tuo cuore entri a prendere possesso del loro paese; infatti, è per la malvagità di queste nazioni che Geova tuo Dio le caccia d’innanzi a te, ( Deut. 9.4-5)
Se ora la stessa malvagità ha preso a dimorare e si manifesta anche dall’altra parte,” Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto?” ( Genesi 18.25) Restituendola a chi l’aveva prima ?
..si ricordi, che i veri ebrei, quelli che vivono da secoli in Gerusalemme, stanzili, non dell’esodo – e sono i più estremisti tra gli abitanti del quartiere ebraico di Gerusalemme- non approvano affatto lo stato di israele anzi lo percepiscono nemico, quasi un abominio, tanto che si rifiutano persino di parlare ebraico,per non profanare la sacra lingua in discorsi triviali e dunque parlano inglese. Alcuni arrivano a dire che la Shoah sia stata una punizione divina a causa dei tentativi dei sionisti di creare uno Stato secolare. Sono voci isolate, d’accordo: ma quanto inquietanti? Ma anche i moderati considerano lo Stato di Israele in mano a impostori e peccatori; Ci sono poi i partiti confessionali ebraici: lo Shas (sefardita) e, soprattutto, l’Unione della Torah (ashkenazita) che sono infilate nel governo e sono terribili, simili alle squadracce nere i cui adepti in cambio di sostegno [sovvenzioni ecc] dal governo di turno in carica sono spostate su posizioni di estrema destra, pro-coloni e anti-arabe, e usano il bastone anche con i cristiani…Altro che terre rivendicate…qui abbiamo a che fare con quelcosa di cui neppure immaginiamo la gravità…
@Gioab
A parte che nutro seri dubbi sull’aspetto religioso di Obama tanto che non mi sentirei di metter la mano sul fuoco sul suo “buon appartenente alla Chiesa Unita di Cristo”, mi trovo d’accordo con te sul fatto che c’è una “strana” coincidenza sul fatto che dopo Gesù, quella terra (men che meno per gli ebrei) sia stata di divisione e contrasti.
L’appoggio degli USA è inevitabile (qualunque presidente ci possa essere) visto che le lobby là sono tutte piene di emigranti ebrei…
Quella terra, caro spuntocattolico, è stata di divisione e contrasti ben prima di Gesù.
Le guerre per insediarvisi (1200 a.C.), le guerre per mantenerla, le invasioni assira (circa 722 a.C.), babilonese (circa 587 a.C), greca (333 a.C.), romana (63 a.C.) e varie altre guerre guerriglie e battaglie nel frattempo, tutte motivate dalla collocazione geografica del luogo, in cui si incrociavano le tre grandi vie di comunicazione tra oriente ed occidente, danno un colore molto meno religioso e molto più terreno al sangue che è stato versato.
Così anche oggi: possiamo rivestire di religione tutto ciò che vogliamo, alla base delle guerre, l’ho già detto e lo ribadisco, spunta sempre la coda appuntita di Mammona.
È logico che quando si parla di due Stati,si deve parlare di due “democrazie”.Ma mi sembra assurdo,arrivati allo stato attuale delle cose,che si possa pensare ad un unico Stato;troppe divisioni,troppe guerre si sono verificate dalla proclamazione dello Stato di Israele,nel 1948.È inutile sognare,meglio guardare in faccia la realtà.Anch’io sono stata in Israele e ho visto convivere,apparentemente in pace, arabi,israeliani e cristiani.Ma si tratta di tregue effimere.Da molti anni covano rancori tra arabi musulmani e israeliani,e infatti basta poco per far scoppiare l’ostilità.Molte sono le cause di una tale conflittualità e ci sono torti e ragioni attribuibili a tutt’e due le parti.Bisognerebbe conoscerne bene la storia,senza giudicare a priori,per sentito dire.Certo è che anche alcuni Paesi occidentali hanno le loro responsabilità,avendo guardato ad Israele come ad un “pezzo” di occidente inserito nel Medio Oriente e a cui appoggiarsi.E un altro fattore deve essere preso in considerazione: Israele è ben dotato e organizzato militarmente(aiutato da Germania e Stati Uniti),civilmente evoluto,si è espanso,dal 1967,su territori confinanti(Sinai,Cisgiordania, striscia di Gaza-oggi in mano ad Hamas) che non lascerebbe mai più.È tutto proteso a difendersi con le unghie e con i denti dall’odio e dalla aggressività di tutti quei palestinesi,e dei loro figli, che furono costretti a lasciare le terre in cui erano insediati quando vi giunsero gradualmente gli ebrei dalla Russia e dalle altre parti del mondo dove vivevano a seguito della famigerata diaspora “storica” e della dispersione per la persecuzione nazista(che triste destino!),per riprendersi le terre d’origine.In quelle terre vivono due tragedie di uguale drammaticità:quella di un popolo che ha uno Stato riconosciuto da tutti e che deve continuamente guardarsi dal pericolo,sempre incombente,di attentati terroristici e quella di un altro popolo-i palestinesi-ancora senza Stato,in buona parte disperso fra i Paesi arabi confinanti(si parla,infatti,di un’altra diaspora) e che vede Israele come una spina nel fianco.Stando così le cose,vi sembra possibile parlare seraficamente di pace nel nome di una-in questo caso- retorica “umanità”?
@nico
Certo, hai pienamente ragione!!
@Marilisa
Ti rispondo come rispose una volta GPII durante un’udienza in cui venivano proposti dubbi del genere: “..ma tutto può cambiare, basta che noi lo vogliamo!”.
Tu pensi che creando 2 stati possano cessare di colpo tutti i conflitti??
Io non credo proprio… il pretendere i territori ormai è diventato per entrambi motivo d’orgoglio e di rivalsa verso l’altro.
Bisogna avere il coraggio di disarmarsi alla pace, l’unica via proficua, percorribile.. e questo non lo dico per buonismo ma proprio perchè credo fermamente in ciò
La pace bisogna farla “in foro interno”. Per averla sappiamo a chi rivolgerci…
E l’unica “guerra”, da farsi assolutamente, è quella contro se stessi, per vincere la propria volonta (che molto spesso o sempre, è ispirata dal “nemico degli uomini”) che si oppone alle ragioni della pace…
Condivido Nico (come sempre…), aggiungendo che gli estremismi combattivi sono sempre ispirati da “mammona” e dalla sete di potere e di gloria nel senso tutto “(dis)umano”.
Un saluto a tutti.
Marilisa, perché dici che è logico parlare di “due democrazie”?
In verità non lo fa nessuno. Parlano tutti di “due stati”.
@ spuntocattolico
Ma no,non sono sicura che creando due Stati,i conflitti automaticamente cesseranno.Realisticamente,come si può pensare che due popoli che si sono odiati per anni,possano smettere di colpo questo sentimento così tenacemente coltivato? Ma verosimilmente si dovrebbero creare le premesse per una seppur graduale pacificazione.Ma cosa vuoi che vogliano i palestinesi?Vogliono,prima di tutto,uno Stato in cui essere sovrani e in virtù del quale non debbano dipendere da Israele,colpevole-secondo loro e a parere di molti altri-di averli cacciati da un territorio dove erano insediati e dove coloro che preferirono restare,furono spogliati di molti diritti a beneficio dei nuovi arrivati.Ti sembra assurdo tutto ciò?Ti sembra giusto?
“Pace” è una bellissima parola,ma non usiamola con faciloneria,stiamo con i piedi per terra,per favore.La pace a parole la vogliono tutti,ma non si crea dal nulla;essa si basa sulla giustizia.Dove non c’è giustizia è difficile che ci sia la pace.Lo vediamo a tutti i livelli,perfino in famiglia.Tu pensi che quei popoli non vogliano la pace?Io ritengo che,nonostante tutto,la desidererebbero con tutte le loro forze;il difficile è rimuovere gli ostacoli che la impediscono.Èd è qui che si deve agire.Sono del tutto condivisibili le parole di Obama: “una pace duratura è sinonimo di due Stati separati.Bisogna quindi negoziare sulle questioni chiave.Serve una Palestina aperta e un Israele sicuro”. Ma vedi bene che quando ha aggiunto “La linea di confine deve essere quella del 1967” gli israeliani hanno visto in questa frase il primo grande ostacolo,non volendo rinunciare ai territori conquistati nella guerra(per loro vittoriosa)di quell’anno.Quando,Spunto cattolico,citi G.P.II “..ma tutto può cambiare, basta che noi lo vogliamo!” non fai i conti con una imprenscindibile realtà:che volere la pace non è così semplice;significa percorrere un cammino lungo e faticoso,eliminare le pietre d’inciampo,volerla da parte di tutti rimovendo innanzi tutto l’orgoglio.Molti,invece,non la vogliono realmente e talvolta accade che chi si adopera per la pace,venga eliminato brutalmente.Fu il caso del Presidente egiziano Sadat nel lontano 1981,dopo Camp David.
@ Marcello
Si parla di “due Stati” in generale,senza determinarne la configurazione istituzionale e politica. Del resto,Israele è già uno Stato democratico;se-come spero-prima o poi dovesse essere istituito uno Stato palestinese,mi auguro che sia a regime repubblicano democratico,aggiungo “autentico”(non di facciata).Voglio dire che nella mia mente è connaturata (“logico”dal mio punto di vista)l’idea di uno Stato democratico,dove a detenere il potere sia il popolo nei suoi rappresentanti e nel quale ci sia una legge fondamentale(costituzione)come punto di riferimento a cui tutti,governanti compresi,devono attenersi,e in cui si tenga conto della volontà del popolo,preventivamente consultato,quando si prendono decisioni per il bene del Paese.
I tempi mi sembrano maturi per questo tipo di governo,soprattutto dopo le rivolte nel nord Africa e in Siria.
@Marilisa
Posso permettermi di dire che la pace non si fa con la giustizia ma con l’amore?? Infatti è proprio da questo termine aleatorio “giustizia” che sono nate tutte le guerre che ci sono in giro… ognuno si sente giusto già adesso..
Invece io penso che creando canali di amicizia, incontro di culture e conoscenza dell’altro si possano intessere i pezzi del mosaico che porterà alla lunga alla tanto sospirata pace.
@Spuntocattolico
Non sono d’accordo.Tutte le guerre che ci sono in giro sono nate non in nome della giustizia,ma a causa della prevaricazione,cioè del voler avere la supremazia sugli altri che dovrebbero stare sottomessi;a causa di interessi economici(possesso o controllo di territori ricchi di materie prime,oggi petrolio soprattutto;per l’imposizione di una ideologia,ritenuta la migliore,sull’altra.Altro che giustizia!Direi l’esatto contrario.Prova a parlare di “amore” a tutti costoro.L’amore vuole che gli altri siano considerati “fratelli”,non esseri inferiori;che ognuno sia padrone in casa sua;non appropriarsi di ciò che appartiene ad altri;rispettare il dialogo,cioè il confronto fra opinioni diverse,proprio come ora stiamo facendo io e te.Non ti rendi conto che amore e giustizia in un certo senso collimano?Lo stesso papa Benedetto XVI ha detto “essere umani vuol dire essere generosi,volere la giustizia,la prudenza,la saggezza…”.E la vera umanità,se ci fai caso,è amore.Quando dici: “Invece io penso che creando canali di amicizia,incontro di culture e conoscenza dell’altro si possano intessere i pezzi del mosaico che porterà alla lunga alla tanto sospirata pace”,non ti posso certo dar torto,ma,a ben vedere,è necessario distinguere: non in tutte le circostanze è possibile procedere così.Devi ammetterlo.Riflettici!Del resto,quando Baruk Obama si fa carico di mediare fra Israele e palestinesi dicendo che è ora che le barriere fra loro vengano abbattute e che si deve creare uno Stato palestinese,non si sta proponendo forse come uomo di pace e di giustizia?
Peccato veniale:ho dimenticato sulla tastiera la parentesi tonda di chiusura.
Altra non piccola imprecisione:Baruk anziché Barack.
Ho la testa fra le nuvole.
non preoccuparti Marilisa, scrivi molto bene, cosa dovrei dire io che ne combino di ogni???… se dovessi mettere nel conto tutti i refusi, le dimenticanze…povera me!!! Sarebbe la fine!! ; ))
“la pace non si fa con la giustizia ma con l’amore”
Non dimenticare che se nella seconda guerra mondiale non ci fossero state i bombardamenti e lo sbarco di truppe americane (non particolarmente amanti dei nemici!!!!) oggi tutti noi, caro spuntocattolico andremmo in giro con la svastica e il problema di israele non si porrebbe perchè gli ebrei sarebbero già stati tutti sterminati.
MC
e vorrei anche che ricordaste tutti (la memoria storica è molto labile) che nella guerra del 1967
Israele fu aggredito da tre stati, Egitto , Siria e Giordania che come una tenaglia tentarono di sopraffarlo per ANNIENTARLO. Addirittura la Giordania aveva tentato di deviare il fiume Giordano per prendere Israele per “sete”.
Nessuno si ricorda più della guerra dei 6 giorni ma fu una riedizione di
Davide e Golia. un piccolissimo stato accerchiato da potenti nemici che volevano la sua definitiva scomparsa .. che vinse!
onore al merito! e forse la mano di Dio….forse Dio non vuole che Israele scompaia???
MC
..piccolissimo stato – cuscinetto della grande America!
per carità eh, è giusto che esista anche lo stato di Israele: tutti hanno diritto ad una patria, tutti hanno diritto all’acqua e a vivere con dignità TUTTI!
MA TUTTI PERO’…EH….
@ discepolo
Spiacente, non condivido la sua affermazione “la pace si fa con l’amore non con la giustizia”
Per amore di discussione, credo che la Giustizia sia la sola in grado di bilanciare i diritti e i doveri degli un e degli altri e metterli in pari.
Anche L’Amore potrebbe essere le forza che spinge a fare la pace ma l’amore ha bisogno di tempo per funzionare, affinché si possa imparare ad amare, e non riuscirebbe a mettere in pari i diritti e i doveri degli uni e degli altri in un tempo ristretto. Potrebbe accadere che da una parte o dall’altra rimangano dei “resti” con dei ripensamenti che senza Giustizia potrebbero venire rivendicati prima che l’Amore sia divenuto la forza unificante.
Sebbene l’Amore è la forza più grande, ed è la sola che permette di legare per lungo tempo, per superare le divergenze è necessaria una forza che necessiti di minor tempo, che sia operativa in breve. Pertanto potrebbe non esserci tempo sufficiente per raggiungere un giusto accordo di pace con amore mentre un accordo giusto potrebbe funzionare anche senza amore all’inizio. L’amore non è innamoramento.
Ma sai che hai ragione Geob! vedi che quando sei concreto ti leggo!?
Grazie,Clodine,per l’incoraggiamento.
Il popolo ebraico,”il popolo eletto”,dai tempi dell’imperatore Tito(circa 2000 anni fa)e con la distruzione del Tempio di Gerusalemme,ha dovuto disperdersi un po’ dappertutto nel mondo;e in seguito,in tempi più recenti,con la persecuzione nazista indetta da quel pazzoide di Hithler,nel nome di una stupida razza pura suggeritagli da una ignoranza senza pari,e seguito a ruota dall’alleato,pazzo anche lui,Mussolini,ha subito una nuova diaspora in vari paesi del mondo.Gli Ebrei dispersi nel mondo avevano il miraggio della Palestina come la “terra promessa”.Quando i primi,sotto la spinta del movimento sionista,giunsero in quella terra alla fine dell’Ottocento,pensarono che non avrebbero avuto particolari problemi con gli abitanti del luogo,i palestinesi appunto.Dapprima una politica prudente,poi la dura decisione da parte di Israele di cacciarli oltre il Giordano.Gli inizi delle ostilità.A questo punto tutta una serie di ritorsioni e di aggressioni reciproche che hanno innescato una permanente situazione di tensione e di rivendicazioni.Guerre ripetute con esiti alterni.Si tratta di vicende complesse di cui non tutti sono al corrente.Ciò che balza agli occhi è che Israele è un paese democratico e isolato in mezzo a paesi arabi che lo vedono diverso anche perché occidentalizzato e progredito sotto molti punti di vista.Ma entrambe le parti sono stanche di guerra,ogni soluzione è bloccata dalla reciproca diffidenza-giustificabile-determinata da molti anni di ricorso alla forza da entrambe le parti.Per questo ho parlato di ragioni e di torti di entrambe le parti.
Israele,la cui popolazione è attivissima, è sempre in allarme.Quando si va in quel Paese si deve passare al vaglio di vari controlli da parte dei militari israeliani,assillati come sono dal fatto che il nemico possa essere dappertutto e che nelle valigie dei passeggeri siano nascoste armi.Io stessa ho avuto una spiacevole esperienza in tal senso:una perquisizione(a causa di alcune piccole bottiglie piene di sabbia rossa del cosiddetto Tesoro-stupenda costruzione antichissima- comprate a Petra,sospettate,al tatto,di essere bombe)che mi aveva fatto perdere le staffe.All’anima della prudenza!
Ricordi a parte,va comunque ribadito che la soluzione più ragionevole e giusta agli occhi di tutti e secondo logica,almeno come punto di partenza per arrivare,anche se gradualmente alla pace,è la definizione,una volta per tutti,di una patria sacrosanta per i palestinesi.È già molto che Obama ne abbia parlato con decisione davanti al mondo.Sarebbe un miracolo se riuscisse in questo disegno.Certo,è necessaria la convinta disponibilità delle due parti,senza violazione di clausole,a cui-lo sappiamo-gli estremisti sono sempre tentati.
Ringrazio Clodine per l’approvazione. Finalmente !
Scusate, ma allora secondo voi Gesù ha sbagliato mestiere? Non ci ha forse insegnato, Lui in prima persona, che dobbiamo amare i nostri nemici? Che è morto per noi perdonandoci?
SE LUI DOVESSE USARE LA GIUSTIZIA, E NON L’AMORE, CON NOI CHI SI SALVEREBBE?