Nella vita arrivano momenti di grande commozione:”Non posso piangere perché ho le ciglia finte”.
Non posso piangere perché ho le ciglia finte
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Nella vita arrivano momenti di grande commozione:”Non posso piangere perché ho le ciglia finte”.
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Viganò che piange per la Chiesa.
Direi piuttosto McCarrick e le altre checche.
Come aveva affermato p.Amigoni :non conosco l’esiatenza di lobby LGBTQ nella Chiesa?Ad Albano Laziale vicino Roma e’imminente il raduno dei cristiani LGBTQ(lesbiche gay bisessuali trans e queer) con il famoso padre J. Martin gesuita. P. Amigoni porrebbe farci un salto, cosi magari per conoscere la realta’e smettere di mettere la testa sotto la sabbia.
Con Valli e Tosatti al trucco e parrucco.
Scusa, Luigi, non riesco a capire la relazione tra il tuo post e i commenti che lo seguono.
Ma chi è che non riesce a piangere in qualche momento di commozione? Non sei tu?… O forse mi è sfuggita qualcosa?…
Bei saluti, comunque…
Giuseppe non sono io che non posso piangere per le ciglia finte: è una battuta udita a una festa di famiglia. L’ho riferita per l’efficacia linguistica, senza le intenzioni metaforiche con le quali è stata letta dai visitatori.
Non ci resta che piangere.
A calde lacrime.
Giuseppe di Melchiorre, la frase riportata da Luigi è di una signora che non è poi troppo addolorata, se si preoccupa di non rovinarsi le ciglia finte; come il Viganò monsignore, che non è poi tanto preoccupato della sua Chiesa, se non dorme la notte pensando a come screditarla. Con buona pace di chi ci inonda quotidianamente delle sue rigovernature.
E la checca , per dirla come Mcv, Anatrella protetto da tutti gli arcivescovi di Parigi è chiamato pure da Benedetto a far parte di una miriade di dicasteri, ne vogliam parlare?
Meglio di no, altrimenti mi vien da piangere e mi rovino le ciglia finte.
Cristina Vicquery
Caro Luigi, grazie per la tua sempre gradita attenzione…
Ti auguro di non dover mai piangere, indipendentemente dalle ciglia finte.
Cordiali saluti.
Comunque per me il discorso non è che si coprono e si coprivano i preti omosessuali ,ma il discorso è molto più ampio. Nella Chiesa la gerarchia ha sempre coperto e tollerato preti che avevano regolari rapporti sessuali, etero o omo, e non da ieri.Avete presente il film “ uccelli di rovo” ? Ambientato in Australia. Il vescovo becca il prete con l’amante e lo spedisce a 3000 km di distanza senza neanche permettergli di dirsi addio. Strappalacrime. I laici pensano che le cose funzionino così…Peccato che quello sia un film e nella realtà non avvenga nulla di tutto ciò. Il vescovo che viene a sapere che il prete ha l’amante lo invita a troncare la relazione , se questo non avviene ad agire con prudenza per non dare scandalo ai poveri fedeli..è tutto finisce la’…E questo da secoli…Un mio collega anni fa fece delle ricerche nell’archivio della Curia per la sua tesi e trovò una lettera di metà 800 scritta al Vescovo dagli abitanti di un comune di montagna che si lamentavano con lui perché il prete invece di alternare i chierichetti (che venivano pagati con un sacchetto di farina, o un pane di segale e in quei tempi d’inverno si faceva la fame.. ) faceva fare il chierichetto sempre a uno dei suoi TRE figli…E correva l’anno 1845 o giù di lì…
Quindi ste discussioni odierne mi fanno venire veramente il latte alle ginocchia
Cristina Vicquery
Spiace vedere di come si usino con nonchalance epiteti offensivi verso le persone omosessuali e che si tramandino stereotipi, magari ammiccando un sorrisetto. «Tutti siamo fragili; ma tu non devi ritenere nessuno più fragile di te», si legge ne L’imitazione di Cristo. Gioverebbe rammentarsene.
” Direi piuttosto McCarrick e le altre checche.”
Brava , la Venturi.
Il suo solito linguaggio da latrina di caserma, quando si parla di persone omosessuali.
Il bello è che si inviperisce pure, quando la chiamano per quel che è:
omofoba.
Grazie, Leopoldo, anche a te.
Io ho molta fantasia per inventarmi le cose, ma la realtà non sempre la capisco. Ognuno ha i suoi limiti, vero?…
Un’affettuosa buona notte.
L’immoralità di un popolo apparentemente religioso, ma di fatto idolatra, si riconosce anche da quello che dice, e dalle posizioni che prende.
Se si legittimano certi crimini, gravissime trasgressioni e quasi ci si schiera dalla parte dei carnefici mentre a chi trova il coraggio di parlare lo si massacra allora, qui il problema è di essenza.
All’apparenza si rende culto a Dio ma nella sostanza, si trasforma la verità in menzogna e la menzogna in verità, e così chi ha il coraggio di denunciare i crimini è dichiarato giuda, infame disonesto e disgraziato mentre chi quei crimini nella Chiesa li ha commessi, i veri diffamatori di Cristo, vengono giustificati . “Questo popolo mi onora con le labbra” , diceva Isaia nell’antichità che fu , e che si spera torni, “ma il suo cuore è lontano da me”. Eccolo il cristianesimo corrotto che si palesa nella totale ipocrisia, è qui, davanti ai nostri occhi.
Signor Russo, mi permetta: come fa a non capire che l’ epiteto non è destinato a denigrare l’omosessualità di genere, ma a colpire, anche duramente e con parole di disprezzo tutti quei Cardinali esiliati, quei presbiteri sporcaccioni.
Si fa meraviglia della parola “checca”, e da buon cristiano come credo lei sia , non si scandalizza neppure un po’ del resto? Non si scandalizza, ad esempio, di certe dichiarazioni, come quelle del cardinale Reinhard Marx chiamato da Papa Francesco per assisterlo nella RIFORMA della chiesa con le sue assurde idee sulla libertà omosessuale? Le chiedo: non la scandalizza l’enorme scandalo pedo-omosessuale perpetrato dagli uomini di Chiesa eppure, la scandalizza la parola “checca”. Non la scandalizza chi -fregandosene altamente delle vittime stuprate risarcite togliendo alla Chiesa una mole immensa di denaro e con parole false continua a negare il male insito nei rapporti sodomiti tra i presbiteri e afferma che occorra, udite udite : “guardare la coscienza dell’individuo” come se a salvarci sarà la nostra coscienza e non Dio e il suo metro di giudizio ma il nostro, e della parola “checca” si.
Si persegue un disegno satanico e nessuno si scandalizza. Ma guai a dire “checca” . Che dire: un altro viaggio grottesco nell’antropologia della Chiesa moderna.
Meglio sarebbe se restassimo muti,come Zaccaria, memori che siamo tutti sospesi… in attesa…
Siccome non ho le ciglia finta, mi capita di essere raggiunta nell’anima dalle parole di una semplice canzone,e di piangere…
https://youtu.be/jquhvdb2WMo
Clodine-Claudia Leo: “Certe dichiarazioni, come quelle del cardinale Reinhard Marx con le sue assurde idee sulla libertà omosessuale”. Sarà bene che tu indichi le parole del cardinale alle quali fai riferimento. Così la conversazione potrà, forse, risultare istruttiva, altrimenti ci perderemo nelle esclamazioni. Questo avviso è per tutti. I blog sclamanti danneggiano, quelli argomentanti aiutano.
Caro Luigi, le intenzioni dei cardinali tedeschi, i loro pensieri sul riconoscimento delle coppie omosessuali, non è certo un mistero. Apertis Verbis anche le dichiarazioni del Cardinal Reinhard Marx sull’omosessualità vanno in quella precisa direzione in perfetta sintonia con Papa Francesco si prodiga affinché la benedizione di Dio giunga copiosa sull’unione tra donna e donna, uomo e uomo. Se persegue una logica precisa: smantellare dalle fondamenta l’intera teologia morale della Chiesa Cattolica. Se vogliamo approvarlo tappandoci naso, occhi ed ogni altro orefizio (giusto per restare in tema) facciamolo, ma dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire le cose come stanno: è un insegnamento contrario al Vangelo di Cristo punto
@orifizio, pardon!
(rif commento delle 8.34 del 3 settembre)
Gentilissima signora Clodine-Claudia Leo,
«Ma io [Gesù, non io!, ndr] vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna» (Matteo 5,22).
Il fatto che ci siano altri scandali non giustifica l’offesa, così come l’aver fatto notare l’uso di un certo linguaggio non vuole dire che io mi disinteressi ad altri e non l’autorizza a trarre conclusioni affrettate.
Tra l’altro, lei continua ad accomunare pedofilia e omosessualità, il che è errato: prima di partire lancia in resta, almeno i fondamentali…
Tranquillo Roberto Russo, proprio non ci arrivano a capire che se chiamano qualcuno “checca” per “colpire con parole di disprezzo”, insultano gli omosessuali, tutti. Esattamente come dire “mongoloide” è un insulto a tutte le persone affette da sindrome di Down, o “sporco ebreo” a tutti gli ebrei. Ma si sa, nessuno è responsabile dei limiti che la vita gli ha imposto, per cui porti pazienza. Quanto al lungo elenco di cose di cui avrebbe dovuto scandalizzarsi, anche qui, non si preoccupi; se anche avesse fatto dello scandalizzarsi la sua professione, qualcuno avrebbe sempre trovato qualcosa per la quale non si è stracciato doverosamente le vesti. E’ un argomento, questo, molto in voga oggi. Infine, mi lasci dire che usare termini come checche, froci, ricchioni, sodomiti (giustamente calcinati dal Padreterno ai tempi che furono) è anche un modo suggerito dalla locale Accademia della Crusca per tutelare la nostra bella lingua dal rischio che alcuni termini scompaiano. E certamente la vita sarebbe più triste senza poter dire a chi lo merita, in tutta franchezza, che è un grande ricchione. E se è pure negro, ancora meglio.
Clodine-Claudia Leo insisto: riporta da fonte diretta le parole esatte del cardinale Reinhard Marx che secondo te contengono “assurde idee sulla libertà omosessuale”. E non dire “le intenzioni dei cardinali tedeschi” ma metti i nomi. Vediamo di capirci. Ti chiedo solo di mettere le parole e i nomi. Finchè non l’avrai fatto non pubblicherò altri tuoi commenti.
Rif. ore 9,26 – Meglio
Meglio sarebbe… (anzi: è) come Zaccaria
Rif @11:49 e risposta a Russo e Calò nonché a Luigi Accattoli
Veda Padre Amigoni, Zaccaria perse la voce per assenza di fede, il monito in primis dovrebbe riguardare voi sacerdoti.
Al Signor Russo e Calò dico che per quanto mi riguarda i gusti sessuali di chicchesia interessano un fico secco, a nessuno, qui, interessano: ciascuno si realizzi come meglio crede. Pensare che un discepolo di Cristo posta umiliare un omosessuale non è che un’alibi, una forma di ricatto morale che però non attacca capite?
Non attacca per un semplice motivo ed è il seguente: credere o NON credere nel Vangelo, obbedienza o non obbedienza alla fede. Tutto qui. Se se si ha del Vangelo la conoscenza, allora si comprende il perché la Chiesa nella trasmissione di certi valori che ha sempre invitato a guardare in una precisa direzione: Cristo, il Suo Vangelo. Ovviamente, se alcuni nella Chiesa non vogliono guardare nella direzione del Vangelo ogni discorso perde di senso: non la vedranno, non andranno in quella direzione ma ne cercheranno altre che in realtà non esistono, non è che per andare da Milano a Roma ci siano tanti percorsi, ci essere qualche scorciatoia, ma il tragitto è obbligato, è quello.
Ecco cosa dichiara Marx alla Catholic News Agency, radio dell’emittente statale bavarese: «non ci possono essere regole (in materia) come dire che la decisione, riguardo la possibilità che un’unione omosessuale riceva la benedizione della Chiesa, deve spettare -testuali- «al sacerdote o all’operatore pastorale (perché) è difficile dire obiettivamente dall’esterno che qualcuno è in uno stato di peccato mortale senza guardare la coscienza dell’individuo, senza guardare alla sua realtà, le circostanze concrete, una piena valutazione della gravità della colpa non è davvero possibile”, questo riguardo alle unioni omosessuali, badate bene.
Da quando, penso io, la riflessione teologica sul male morale è cambiata così drasticamente. Forse che , se un peccato ci attraversa e ci sovrasta, per quanto la volontà non riesca ad eliminarlo non si debba riflettere sul suo senso e le nostre responsabilità? Ma continua Marx nella sua intervista: “Non si tratta di relativismo o di fare ciascuno ciò che vuole. Ogni persona deve essere guidata all’interno della fede e ad ascoltare la voce della Chiesa, ma ci deve essere rispetto per la libera scelta”.
Rieccolo con un mano lunga e una corta.
Con queste parola, in sostanza,non viene forse espresso il concetto secondo il quale vivere secondo coscienza è così importante e desiderato a tal punto da accettare e preferire che si pensi e si agisca contrariamnete a quello che viene proposto dalla Chiesa? Certo che si. Questo è quel tipo di comunicazione errata per logica azzera, annulla, cancella con un colpo di spugna il primato della moralità e si dice che il vivere secondo coscienza è così importante e desiderato al punto da preferire l’ agire contrario a ciò che la Chiesa ha sempre proposto purché lo faccia secondo la propria personale coscienza.
Ma non dice però che saremo giudicati secondo Dio,secondo il cuore di Cristo, non secondo il nostro cuore né la nostra coscienza. Lo stesso San Paolo, dinnanzi all’esperienza bruciante delle prime comunità cristiane dovette far riconoscere che il peccato malgrado lo zelo e la fede anche all’interno della conversione resta presente con la sua forza distruttrice. Perché sta scritto “Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio”.
“La riduzione della coscienza a certezza soggettiva è allo stesso tempo «sottrazione della verità», lasciando la persona sola in mezzo a «un deserto senza strade».
Ecco le Parole vere, di un Pastore della Chiesa vero! Il Cardinale John Henry Newman aveva già denunciato questa interpretazione soggettivistica e immanentistica della coscienza nella sua famosa Lettera al Duca di Norfolk (1874):
Rif. 2 settembre 2018, ore 10:02 – LGB……che?
Non mi sono mai occupato, nè ho mai tifato nè conosciuto, in alcun modo, LGBTQ, che credo sia una associazione “riconosciuta” italiana (come l’AVIS o la Lega per la ricerca contro il…..).
Ho detto e ripeto che in Vaticano (ripeto: in Vaticano) non esiste – secondo me – una lobby gay, strutturata e organizzata per “fare pressione” non so per cosa. Ci sono state e ci sono senz’altro persone, e persone ecclesiastiche gay, che ritengo si conoscano.
Sono lieto – eventualmente – di navigare nel mare dell’ingenuità.
Clodine-Claudia Leo: “Ecco cosa dichiara Marx alla Catholic News Agency, radio dell’emittente statale bavarese”. Catholic News Agency è americana e non bavarese e fa parte del portale o galassia della destra cattolica statunitense al quale Viganò ha consegnato il memoriale: EWTN. Perchè non ci dai le parole del cardinale prese da una fonte diretta come avevo chiesto? Ne verrebbe una discussione nel rispetto delle persone e dei loro convincimenti.
“Se si legittimano certi crimini, gravissime trasgressioni e quasi ci si schiera dalla parte dei carnefici mentre a chi trova il coraggio di parlare lo si massacra allora, qui il problema è di essenza.”
Vedo.
Dire ” checca” a una persona omosessuale sarebbe “trovare il coraggio di parlare?”
Peggio il rappezzo maldestro del bucaccio che si vorrebbe rattoppare.
Non si possono giustificare i peccati per non sentirsi peccatori.
Molto più semplicemente: non si possono chiamare “checche” persone come te.