Non condivido Travaglio e Santoro ma li difendo

Non condivido Travaglio e Santoro ma li difendo da chi li vuole cacciare incolpandoli da aver sobillato il Tartaglia. Non mi garba chi semplifica per attaccare – mirando io a dipanare la complessità per aiutare l’incontro – e considero Travaglio e Santoro come l’equivalente di sinistra dei Feltri e dei Belpietro: in un post del 2 ottobre avevo esorcizzato in solido i Bravi del Cavaliere e il Commando della Santoria. Sono responsabili alla pari del surriscaldamento del dibattito e dunque se si volesse abbassare i toni chiudendo delle testate, occorrerebbe chiudere anche Libero e Il Giornale, non solo Annozero e Il Fatto quotidiano. Ma non credo che servirebbe, perchè nulla è nei media che non sia prima nella realtà. Lo scatenamento della reciproca demonizzazione è nella realtà e i media – compresi i siti on line – lo riflettono e lo divulgano, ma non c’è nesso tra una “tirata” televisiva e il tiro di un modellino del Duomo in faccia al premier. Che a quel tiro abbia contribuito Travaglio è tanto probabile quanto immaginare che vi abbiano dato mano i titoli di Feltri: come a dire che vedendo la violenza con cui il giornale della famiglia Berlusconi attacca gli oppositori, un oppositore psicolabile lancia il modellino. Sono contrario alle parole esagerate che già sono una forma di violenza e non per l’ipotetico incentivo che potrebbero dare alla violenza fisica, che è altro fenomeno.

13 Comments

  1. roberto 55

    Luigi mi permetterà – prima che sull’argomento propostoci si scateni la prevedibile buriana – un piccolo, veloce “off topic” locale: conosci, Luigi, Monsignor Gianfranco Gardin, nuovo Vescovo di Treviso ?
    Grazie anticipate per la risposta.

    Roberto 55

    18 Dicembre, 2009 - 18:16
  2. Che amarezza!
    Grazie Luigi per le parole equilibrate.

    18 Dicembre, 2009 - 20:28
  3. Luisa

    Ma non credo che servirebbe, perchè nulla è nei media che non sia prima nella realtà.

    Scusi Luigi se vado fuori tema, ma questa sua frase mi ha colpito,leggendola direttamente ho sentito il disaccordo salire in me.
    Non sono affatto sicura che le cose stiano così o almeno che si possa generalizzare.
    So che è ciò che i giornalisti amano dire: ma noi non facciamo che riflettere la realtà.
    Getto nel disordine qualche riflessione così come vengono.
    I media aiutano a costruire la realtà.
    Basta pensare alla pubblicità che condiziona i comportamenti sociali in seguito. L`influenza sociale dei media è indiscussa e indiscutibile, che la costruiscano,che la mediano, non sto qui a giudicare se questo fatto è positivo o negativo.
    I media influenzano ciò che crediamo, “façonnent” le nostre opinioni, i nostri comportamenti sono spesso orientati dai media,
    Penso alle conseguenze della propaganda in certi regimi.
    I media influenzano e talvolta dirigono i pensieri e le credenze, realtà o rappresentazione della realtà distorta a secondo dell`opinione di chi la veicola?
    Il media non diventa il messaggio?
    Poi certo entra in gioco la percezione soggettiva di ogni individuo, la sua esperienza.
    Non sono nemmeno sicura che, come lei scrive Luigi, non “c’è nesso tra una “tirata” televisiva e il tiro di un modellino del Duomo in faccia al premier.”
    Fra una tirata senza dubbio no, ma fra una serie di tirate, persistenti, continue monomaniacali, forse potrebbe esserci un nesso, e questo chiunqe sia l`autore di queste tirate mediatiche.
    Discorso molto complesso e mi scuso se mi sono soffermata su alcune frasi.

    18 Dicembre, 2009 - 20:48
  4. fiorenza

    Altro fuori tema: qui è tutto bianco di neve. Mi chiedo con terrore se avranno trovato un riparo tutti quelli che dormono per terra nei dintorni della stazione

    18 Dicembre, 2009 - 23:14
  5. Luigi Accattoli

    Luisa proviamo così: “Nulla è nei media che non sia prima in qualche modo nella realtà”. Così forse va meglio. Il riferimento era allo scatenamento della reciproca demonizzazione. Se questo fosse “solo” nei media, la chiusura in contemporanea delle quattro testate che dicevo forse aiuterebbe. Ma siccome quello scatenamento prima di essere sui media è nella realtà, chiudere giornali e trasmissioni e siti a nulla servirebbe. Lo scatenamento reale resterebbe intatto e ricostruirebbe i suoi media, come il lombrico la coda.

    19 Dicembre, 2009 - 10:34
  6. raffaele.savigni

    Concordo con le osservazioni di Luigi. Ed in oni caso la demonizzazione dell’opposiziopne (e persino di una componenmte della maggioranza governmastiva: quielòla di fini) da parte di Feltri, Belpietro ed amici non mi sembra certo meno grave di quella operata nei confronti di Berlusconi daq Santoro e Travaglio.
    Se si condanna (ed è giusto farlo) la faziosità ed il cattivo gusto bisogna farlo a 360 gradi.

    19 Dicembre, 2009 - 11:42
  7. ben

    Io sono perplesso. Feltri accusa Boffo sulla base di un dossier falso, e Travaglio accusa Berlusconi sulla base della sentenza Dell’Utri, e a leggere il blog questi sarebbero due fenomeni opposti di uguale entità e importanza. Che travaglio ecceda, sono anche d’accordo, ma che sia il corrispondente di feltri a sinistra mi sembra proprio inaccettabile. Mi sembrano anzi corrispondersi, in modo opposto, in un altro senso: tanto le invettive di feltri sono campate in aria e diffamatorie, tanto quelle di travaglio sono documentate e informative.

    Sono abbastanza sicuro che come la gente si ricorda oggi di pasolini con tanta ammirazione, come il giornalista illuminato che aveva previsto la degenerazione causata dalla tv, e che non esitava a denunciarla (anche lui un analogo di feltri?), la gente di domani si ricorderà di travaglio, che sarà citato e studiato, e tutti si chiederanno: ma com’è potuto succedere che la gente non lo ascoltava?

    19 Dicembre, 2009 - 12:43
  8. Giampaolo

    Divagazione filosofica. La frase “Nulla è nei media che non sia prima in qualche modo nella realtà” mi ricorda il celebre “nihil est in intellectus quod prius non fuerit in sensus” di tommasiana memoria (De veritate, Q2, art.3 ad XIX). Nella gnoseologia del dottore Angelico significava appunto il radicamento dell’intelletto, ovvero dell’intelligibilità, nei sensi, contro ogni deriva intellettualista o sensista.
    Applicando questo schema interpretativo alla sentenza di Luigi, si potrebbe tracciare una sorta proporzione che risulterebbe in questi termini: i media stanno all’intelletto come la realtà sta ai sensi. Il problema però è che da McLuhan in avanti è difficile non riconoscere che i media sono precisamente il sensorium, ovvero i sensi, di cui si dota la società odierna. Stanti così le cose la scansione precedente si sfuma per forza, e si delinea una circolarità tra realtà e media, così come tra senso e intelletto del resto, tale per cui l’influenza dei sensi sull’intelletto è quanto meno pari a quella dell’intelletto sugli stessi. Tesi questa peraltro sostenuta anche in ambiente neotomista, penso in particolare a padre Cornelio Fabro.
    Insomma, l’intreccio sensi intelletto, così come quello media realtà, è più complesso di quanto non paia ad un primo sguardo, infatti, così come non esistono sensi che non siano “quodammodo” intellettuali, nè intelletti a-sensibili, del pari non esistono media estranei alla realtà e in molti modi incidenti la stessa, come non esiste realtà che non sia “mediata” dalla rappresentazione che di sé vien data.
    Da tutto ciò consegue che le rappresentazioni della realtà non sono mai semplici rappresentazioni, neutre, esse sono innanzitutto parte della realtà stessa che vorrebbero rappresentare, ma ancor più, proponendosi come filtro particolare con cui guardare al reale, la rappresentazione si traforma da parte della realtà, che già è, a parte più signficativa del tutto a cui guarda, proprio perché viene accordato il primato prospettico a quella parte rispetto alle altre.
    Attenzione dunque alle rappresentazioni/media, che non saranno il mondo, come avrebbe voluto Shopenhauer, ma non sono neppure una fotografia asettica di ciò che rappresentano, esse rientrano a pieno titolo nella realtà che dipingono, e dipingendola la creano.

    Un saluto a tutti.

    19 Dicembre, 2009 - 12:49
  9. Nino

    NOTE BREVI

    Travaglio è antipatico, piace poco come tutti coloro che hanno il coraggio di raccontare i fatti, nudu e crudi.

    Lui però scrive su un quotidiano che vive di abbonamenti e non di finanziamenti pubblici.

    Quello che scrive e dice è perfino banale, infatti riporta pedissequamente fatti e dati avallati da sentenze e da atti ufficiali e pubblici.
    E’ una sorta di giornalista-notaio, perfino monotono perchè come la Gabanelli da anni dice cose dell’altro mondo senza che nulla cambi.

    Non sapendo come trascinarlo in giudizio, e quando l’hanno fatto hanno perso, lo vogliono oscurare come meglio non potrebbe fare un REGIME pseudo democratico che si nutre e vive di menzogne.

    Per il resto concordo con quanto dice Giampaolo a cui segnalo il sito: http://www.corneliofabro.org.
    La cui citazione di Padre Fabro mi ha commosso per il ricordo che di lui conservo essendo stato il mio padre spirituale.

    19 Dicembre, 2009 - 13:27
  10. Luisa

    Luisa proviamo così: “Nulla è nei media che non sia prima in qualche modo nella realtà”.

    E come potrei, Luigi, non accogliere una proposta fatta così gentilmente ?
    Da noi di dice: “qui de la poule ou de l`oeuf a commencé?” È l`uovo che viene dalla gallina o la gallina dall`uovo?
    Ogni tanto accendo la TV italiana nel tardo pomeriggio e mi trovo davanti ad un eccellente osservatorio di come si può manipolare il pubblico in quello spettacolo da osteria che sono le emissioni di Barbara d`Urso, talvolta resto scotchée davanti allo schermo e osservo “les ficelles”, le strategie, le mimiche, i diversi attori di quello scenario senza dubbio interamente prefabbricato, con poi dei personaggi che si lasciano coinvolgere in quel clima falsamente accogliente e permissivo… taluni ben contenti di avere il loro minuto di notorietà, altri prede facili di una bassa strategia che sa che, giocando sulle emozioni, il risultato dell`audience è al rendez-vous. Litigi, regolamenti di conti, violenza verbale, risse, grida, lacrime…buoni sentimenti, la mano sul cuore che garantisce la sincerità e l`assenza di premeditazione e ringrazia gli spettatori che hanno permesso quel successo….
    Penso e mi ripeto, semplificando al massimo che i media possono costruire una forma di realtà, possono amplificarla, influenzarla, strumentalizzarla.
    Qui de la poule ou de l`oeuf…lo scatenamento è prima nel pubblico o nei media? È nel pubblico e i media lo riflettono o è nei media e il pubblico lo riflette?
    Come si arriva allo scatenamento?
    Ah..a proposito…Travaglio, santo subito!

    19 Dicembre, 2009 - 13:48
  11. mattlar

    Concordo totalmente con Nino. Travaglio è uno strepitoso notaio, che rischia ogni giorno la vita, senza essere assistito da una scorta paragonabile agli attuali proclamatori di vuoto.
    E oltre che intelligente, lo trovo anche simpatico, diversamente da Santoro, che effettivamente a me pare possa apparire antipatico. Anche perché la realtà che racconta è molto più opinabile.

    19 Dicembre, 2009 - 14:34
  12. Luigi Accattoli

    Roberto55 scusami: ho dimenticato di risponderti sul nuovo vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin. Non lo conosco. So che era molto apprezzato come ministro generale dei Frati Minori Cnventuali. Del saluto alla diocesi mi sono segnato il pensiero che ha mandato “a quei cercatori di Dio che forse stentano a sentirsi di casa nella comunità cristiana”.

    20 Dicembre, 2009 - 23:50
  13. roberto 55

    Ma quali scuse, Luigi: anzi, ti ringrazio per le “dritte” che mi fornisci sul mio nuovo Vescovo (ebbene, sì: un francescano).
    Nel suo primo saluto alla Diocesi ho anche notato che s’è indirizzato a “coloro che operano nel mondo del lavoro, soprattutto quanti vivono situazioni di precarietà e di incertezza per il futuro (e dalle mie parti la crisi economica, silenziosamente, sta colpendo parcchie persone – n.d.a.), nel mondo della cultura, dell’educazione, della sanità e in altri settori importanti per la vita di tutt, …….. chi si prodiga nel volontariato, ……… i più poveri, soli, sofferenti, coloro che faticano a sperimentare accoglienza, affetto, ragioni o mezzi per vivere”.

    Buona notte !

    Roberto 55

    21 Dicembre, 2009 - 23:36

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