Secondo un brano coranico che trova paralleli nel midrash ebraico, il giovane Abramo, alla ricerca del dio, si volge nella notte ad adorare le stelle. Ma quando esse scompaiono al far del giorno, esclama: «Non amo ciò che tramonta». Così il cardinale Scola nell’editoriale dell’ultimo fascicolo della rivista Oasis intitolato “Religioni sul crinale tra secolarismo e ideologia“. Il cardinale cita quelle parole del Corano con riferimento alla declinante Europa che non ama più se stessa.
“Non amo ciò che tramonta” disse il giovane Abramo
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Oasis 2. In quello stesso numero di Oasis – 18° dalla fondazione – c’è un saggetto di Rémi Brague intitolato “L’ateismo al capolinea” che merita d’essere letto. “Questo ateismo ha fallito” afferma con invidiabile sicurezza lo studioso francese di filosofia medievale e araba che nel 2012 ebbe il “premio Ratzinger per la teologia”. Questo ateismo: cioè quello agnostico dell’Europa post-moderna, che pareva aver trionfato nella scienza e in politica, mostrando di poter spiegare il mondo e organizzare la società senza ricorrere all’ipotesi Dio. Ma per Brague quest’uomo che comprende se stesso come “essere supremo” si rivela “incapace di trovare le risposte” di cui ha bisogno, fino a quella più radicale sul “perché è bene che egli sia”. Domanda filosofica ma anche pratica, insiste lo studioso, essendo oggi l’umanità in grado di distruggere se stessa con il nucleare, l’inquinamento, la contraccezione.
Oasis 3. L’obiezione di Brague all’ateismo è simile a quella che Papa Benedetto dal suo silenzio ha appena mandato a Piergiorgio Odifreddi in risposta al volume “Caro Papa ti scrivo” (Mondadori 2011): “L’amore, nel Suo libro, non compare e anche sul male non c’è alcuna informazione”.
Sono passata su Oasis pochi giorni fa cercavo notizie per un libro sull’Islam. Da ragazza cercai di leggere qualche cosa del Corano e non mi ero appassionata più’ di tanto. Pensavo di riprovarci più’ in la’.
http://www.30giorni.it/articoli_id_4666_l1.htm
E’ la differente ricerca di Dio che ci distingue, e in qualche modo ci differenzia e ci separa. Ebrei, islamici: popoli itineranti, abituati a percorrere grandi spazi desertici. Mai stanziali, in un continuo moto perpetuo alla ricerca di una terra stabile dove costruire i loro altari e in lotta perenne con l’arsura e il sole cocente, abbacinante, attendono il tramonto per trovare rifugio nelle tenebre. La notte, dunque, con l’incanto della volta stellata, fin dalla notte dei tempi fu il loro unico punto di riferimento; una mappa in cui ricercare le coordinate e trovare la via del ritorno. Attesero e attendono cercando nel cielo, tra gli astri, un aldilà nell’aldiquà e il “tramonto” delle stelle annuncia l’incipiente giorno, con il ritorno all’arsura dell’anima ,in perenne continua ricerca dell’oasi. A noi ,il Cristo ha portato quell’acqua sorgiva che toglie l’arsura, il nostro sguardo non è rivolto ad ovest, verso la Mecca, ma ad est, in attesa di quell’aurora che non conosce tramonto. ..