“Noi teologi” dice il papa parlando alla Commissione teologica internazionale venerdì 6, durante la celebrazione mattutina nella cappella Redemptoris Mater: “In questo contesto mi viene in mente una bellissima parola della Prima Lettera di San Pietro, nel primo capitolo, versetto 22. In latino suona così: Castificantes animas nostras in oboedentia veritatis. L’obbedienza alla verità dovrebbe “castificare” la nostra anima, e così guidare alla retta parola e alla retta azione. In altri termini, parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinioni comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell’anima. La “castità” a cui allude l’apostolo Pietro è non sottomettersi a questi standard, non cercare gli applausi, ma cercare l’obbedienza alla verità. E penso che questa sia la virtù fondamentale del teologo, questa disciplina anche dura dell’obbedienza alla verità che ci fa collaboratori della verità, bocca della verità, perché non parliamo noi in questo fiume di parole di oggi, ma realmente purificati e resi casti dall’obbedienza alla verità, la verità parli in noi. E possiamo così essere veramente portatori della verità”. E’ un testo parlato, riprodotto dalla Sala stampa vaticana nella sua viva imprecisione linguistica, che ci dà meglio di quelli scritti il sentire spontaneo del papa. Vi sono dentro elementi importanti: i concetti di obbedienza alla verità e di dittatura dell’opinione comune, quello di collaboratori della verità, che era il suo motto episcopale e che è il titolo di un suo volume antologico, pubblicato in Italia dalla San Paolo. Ma io lo segnalo qui perchè con esso – come con il resto dell’omelia, tutta interessante – Benedetto XVI parla da teologo ai teologi. E io considero bella e nuova questa libertà rivendicata dal papa di essere se stesso: vedi il post Se sia bene che il papa faccia teologia, del 13 settembre.
“Noi teologi” dice Ratzinger
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Grazie Accattoli,per avere riportato una parte dell’omelia del Papa.E’ da venerdi che me la leggo e rileggo.Penso che sia un testo fondamentale per capire il Ratzinger teologo e il Ratzinger Papa.
Discutevamo tempo fa sull’opportunità per il Pontefice di rimanere un teologo.Non so ancora dare una risposta.Aspetto il viaggio in Turchia per esprimere il mio parere compiuto.
L’omelia mi piace moltissimo soprattutto laddove,senza giri di parole o inutili fronzoli,tratta della “prostituzione del teologo” che cede alla dittatura dell’opinione comune dimenticando l’obbedienza alla verità.
Qui Ratzinger,passatemi l’espressione,è più San Paolo che San Pietro.
San Paolo, nella lettera ai Romani, così scriveva: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto??? (Rm 12, 2).
Siamo sicuri che il Papa parlasse solo ai teologi?Io non limito l’omelia ad una cerchia di persone,la estendo a tutto il popolo cristiano.
Il Papa secondo me non si riferiva solo ai colleghi teologi,ma anche agli intellettuali,ai medici,agli avvocati,ai meccanici,agli idraulici,ai falegnami,ai giornalisti,ai professori,ai presentatori,ai netturbini…a tutti!!!
Tutti siamo chiamati a “non prostituirci” per avere gli applausi,a non conformarci al pensiero altrui per comodità,per opportunismo,per egoismo.
Tutti indistintamente dobbiamo farci collaboratori della verità,tutti dobbiamo essere “casti” alla maniera dell’apostolo Pietro.
Se leggiamo bene l’omelia,comprendiamo che essa è rivolta a tutti e non solo alla nobile categoria dei teologi.
Ribadisco:voglio un mondo di bene a Papa Benedetto e lo ringrazio.
Saluti MG
L’intuizione esegetica sul testo latino di 1 Pt 1,22 è davvero una perla preziosa, e anche a me piace molto questa libertà del papa nell’essere se stesso. Purché non si dimentichi che il teologo Ratzinger è diventato papa Benedetto XVI. Sono già in troppi, nella chiesa, quelli che liquidano ciò che dice con il pretesto che parla da teologo (un teologo fra i tanti, e nemmeno dei migliori come lascia intendere qualcuno, ad esempio quel «Paolo Farinella, prete» di cui ho letto giorni fa in rete un commento abbastanza risibile al discorso di Ratisbona, o come sembra pensare quel p.Michel che non ha trovato di meglio che attaccare Benedetto XVi su Al Jazeera perché prima di fare i discorsi non se li fa correggere da lui!).
Le sue parole sulla castità del pensiero che obbedisce solo alla Verità sono tanto più belle perché vengono da uno che pratica sul serio questa virtù.
Papa Benedetto sa adattare il suo linguaggio alle persone che lo ascoltano. Che egli parli a dei teologi,sacerdoti, uomini politici, ,responsabili dell`economia o di organizzazioni caritative o a noi “semplici” fedeli, sempre il suo linguaggio si adatterà per arrivare alle orecchie di chi lo ascolta.
È un suo grande dono.
Normale dunque che parlando a dei teologi sia il teologo in lui che parla.
Anche se,come Maria-Grazia, reputo che questa magnifica, profonda omelia-meditazione,possa e debba essere letta da tutti, ma specialmente da preti e religiosi e futuri preti e religiosi.
Ma posso permettermi di dire che questo continuo parlare del nostro Papa teologo comincia a infastidirmi.
Egli lo è , è pure un sommo teologo, come anche un grande conoscitore della filosofia , della storia , un grande umanista .
Ma oggi Joseph Ratzinger è il nostro Papa ,un Papa che grazie a Dio è anche un grande teologo ( e con i tempi che corrono ce n`è un gran bisogno ).
Benedetto XVi è il Pastore della nostra Chiesa che conduce grazie a tutti i suoi doni ,in maniera forte e mite.
E se poi , come lo ha detto alla televisione tedesca, può riservarsi uno spazio per fare qualcosa di suo, più personale , ne sono felice per lui ! Luisa
Il Papa e il teologo…..vorrei qui riportare le parole vive di Benedetto XVI:
“….Io sono stato già sezionato diverse volte: il professore del primo periodo e quello del periodo intermedio, il primo Cardinale e quello successivo. Adesso si aggiunge un altro sezionamento. Naturalmente le circostanze e la situazione e anche gli uomini influiscono, perché si rivestono responsabilità diverse. Ma – diciamo così – la mia personalità fondamentale e anche la mia visione fondamentale sono cresciute, ma in tutto ciò che è essenziale sono rimaste identiche. Sono contento se ora vengono percepiti anche aspetti che prima non venivano così notati.”
Benedetto XVI e il Ratzinger teologo sono la splendida faccia della stessa medaglia lo ha detto chiaramente Lui le circostanze, le situazioni, gli uomini, le responsabilita’ diverse, influiscono..ma e’ importantissimo e fondamentale a mio avviso che la Sua personalita’ fondamentale, la Sua visione fondamentale, siano rimaste identiche.
L’omelia dell’altro giorno e’ magistrale, bellissima. vorrei soffermarmi su un altro stralcio molto illuminante sul ” sentire spontaneo del papa “:
“…….Silenzio e contemplazione – caratteristica di san Bruno – servono per poter trovare nella dispersione di ogni giorno questa profonda, continua, unione con Dio. Silenzio e contemplazione: la bella vocazione del teologo è parlare. Questa è la sua missione: nella loquacità del nostro tempo, e di altri tempi, nell’inflazione delle parole, rendere presenti le parole essenziali. Nelle parole rendere presente la Parola, la Parola che viene da Dio, la Parola che è Dio.
Ma come potremmo, essendo parte di questo mondo con tutte le sue parole, rendere presente la Parola nelle parole, se non mediante un processo di purificazione del nostro pensare, che soprattutto deve essere anche un processo di purificazione delle nostre parole? Come potremmo aprire il mondo, e prima noi stessi, alla Parola senza entrare nel silenzio di Dio, dal quale procede la sua Parola? Per la purificazione delle nostre parole, e quindi per la purificazione delle parole del mondo, abbiamo bisogno di quel silenzio che diventa contemplazione, che ci fa entrare nel silenzio di Dio e così arrivare al punto dove nasce la Parola, la Parola redentrice.” sempre citando Benedetto XVI, ben ci si puo’ riagganmciare al concetto di queste splendidaomelia con le sua oramai strafamose parole di Regensburg:
” Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole: “In principio era il ?????”…. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione. Giovanni con ciò ci ha donato la parola conclusiva sul concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi. In principio era il logos, e il logos è Dio, ci dice l’evangelista.” e ce lo ribadisce
E la cosa bellissima e’ che Ratzinger quando parla poi agisce…. in altre parole se puo ‘ sembnrare il teologo a parlare poi e’ sempre e comunque il papa che agisce, e’ lui il primo a mettere in pratica cio’ che da sempre predica..
…….e ce lo ribadisce dicevo ma non ho finito perche’ appoggiando il telifonino ho evidentemente anche inviato il messaggio……. ce lo ribadisce volevo dirvi Benedetto XVI quando appunto in questa omelia ci dice: ” …E il nostro parlare e pensare dovrebbe solo servire perché possa essere ascoltato, possa trovare spazio nel mondo, il parlare di Dio, la Parola di Dio. E così, di nuovo, ci troviamo invitati a questo cammino della rinuncia a parole nostre; a questo cammino della purificazione, perché le nostre parole siano solo strumento mediante il quale Dio possa parlare, e così Dio sia realmente non oggetto, ma soggetto della teologia.”
Ribadendo ancora una volta quella centralita’ la sola che, mai si stanca di ribadire, spetta a Dio, e’ di Dio!!!
Scuasandomi per l’incompletezza e alcuni errori che dovevo ma non ho potuto correggere…vi saluto caramente e mi firmo visto che nemmeno questo avevo fatto…..
Francesca
Cari amici,ora ho la risposta:il Papa non può più fare il teologo,per il suo bene.
Non so se avete letto i giornali di oggi ma si parla di correzione del discorso di Ratisbona con titoli del tipo “Il Papa corregge il discorso”,”Il Papa si corregge”.
Questo è il risultato di una campagna mediatica intensa e senza precedenti,durata un mese.Ci tengo a precisare che il Papa non ha corretto il discorso,ma l’ha integrato e ha aggiunto le note,come aveva preannunciato subito dopo la lectio.
Si vuole presentare un Ratzinger debole che ritratta la sua posizione,ma non è vero.Si è limitato a spiegare meglio il suo discorso perchè tanti non sono stati in grado di capirlo.
Cari signori,non è il Papa che deve correggersi,siete voi che non avete compreso il suo discorso per cui Ratzinger,da bravo professore,ha dovuto rispiegare i concetti.
Ormai ho perso le speranze.So che se voglio capire il Papa non posso affidarmi ai giornali.Un vero peccato,una perdita per tutti.Sia chiara una cosa:quando in un lontano fututo,speriamo il più in là possibile,il Papa non ci sarà più non sopporterò le lacrime di coccodrillo di qualcuno.
Saluti MG
Cara Maria-Grazia quella che tu citi non è informazione ma desinformazione !
E di perle ( si fa per dire…) di questo genere ne troviamo tutti i giorni sui giornali.
Informazione orientata incurante dell`oggettività, della verità , troppo condizionata dal desiderio ottuso di dipingere Benedetto XVI sotto una cattiva luce , da noi si dice ” instruire à charge ” e non temere questi spiriti desinformatori non perderanno un`occasione per esercitare la loro arte ( anche qui si fa per dire ).
Allora , come te l`ho già scritto, io, il più sovente, mi limito a leggere quei giornali che so onesti, mi evito così arrabbiature inutili !
I desinformatori sono così prevedibili da diventare risibili !
Devo però ammettere che quando cado su un `informazione varamente falsa ,mi succede di scrivere al giornale, all`angolo dei lettori, è la mia sola libertà, mi è offerta, ne faccio uso.
Ma non temere non saranno certo i mass-media a impedire Benedetto XVI di essere se stesso !
Il nostro Papa ha speso tutta la sua vita al servizio della Verità, non saranno certo queste persone che la parola verità devono averla messa da parte ,fra le cose oramai inutili, a influenzare la sua libertà di pensiero.
Cari saluti, Luisa
Gentili bloggers,
è la prima volta che scrivo ma sono settimane che leggo questo blog.
Ringrazio il Dott. Accattoli per avere creato questo spazio virtuale dove si può discutere liberamente.
Al Dott. Accattoli chiedo solo una cosa per poi tornare al silenzio di semplice lettrice.
Perchè i giornalisti ce l’hanno tanto con Papa Razinger?
Non mi risponda che non è vero perchè non ho mai visto un Papa essere maltrattato dalla stampa come Ratzinger.
Nemmeno il compianto Papa Pio XII è stato tanto avversato in vita.
Chiedo a lei Dott. Accattoli ma anche a tutti i suoi colleghi che leggono questo blog perché detestate tanto Ratzinger.
Già da cardinale era osteggiato dalla stampa ma ora si esagera.
A volte mi sembra che sia maltrattato perché alla fine è anziato e non avrà un pontificato lungo.
A volte penso che la tensione sia così forte da spingere il Papa a mandare tutti a quel tal paese.
Vorrei una risposta da Accattoli, Zavattaro, Brunelli, Tornielli, De Carli, Marina Ricci, Marco Politi e tutti gli altri.
Voglio solo una risposta sincera e tornare nell’anonimato di lettrice.
Per come sono fatta io è già un miracolo essere riuscita a scrivere un messaggio in un blog.
Grazie a quelli che risponderanno.
Complimenti a tutti quelli che scrivono qui.
Valentina
Cara Valentina, è stata bravissima a scrivere ma ora non torni al suo silenzio, continui a dialogare. Non so se i colleghi che lei nomina vorranno intervenire, ma per quanto mi riguarda certo che rispondo! Per me, ovviamente. Io non ce l’ho con papa Ratzinger! Non lo maltratto, non lo avverso, non lo detesto, non lo osteggio: e così ho reagito a tutti i sinonimi da lei usati. Se ne vuole una riprova, legga tutti i post che gli ho dedicato in questo blog e mi indichi dove lo maltratto. Oppure legga – nella “pagina collaborazione a riviste”, elencata sotto la mia foto – l’articolo sulla sua elezione, pubblicato dalla rivista Il Regno. O – magari – quello che ho pubblicato oggi sul Corriere della Sera a pagina 20. O quello del 16 ottobre dell’anno scorso, intitolato “Folla da Ratzinger, il doppio di Wojtyla. Alle udienze 410 mila persone in 5 mesi. Con Giovanni Paolo II erano state meno di 200 mila”. Con quel pezzo credo di essere stato il primo a segnalare il fenomeno folla. Insomma, non provo neanche a sostenere che quell’accanimento che lei dice non vi sia, tanto sento che non la convincerei, come non ho convinto altri visitatori quando il blog era più giovane e io meno esperto dell’aria frizzante che tira in questi nuovi media. Ma almeno spero di riuscire a dimosttrare che “io” non lo detesto ecc. Parlo solo per me. Di nuovo, benvenuta nel blog! Luigi
Mi permetto di dire qualche cosa sulle parole di Valentina.
Non è questione di “avercela” con il Papa. Il punto è che dopo un lungo pontificato come quello wojtyliano, importante dal punto di vista mediatico (mai si era visto un Papa così a suo agio sotto i riflettori), è venuto un Papa che mediatico non è e non gli interessa. Un raffinato e sottile intellettuale che spesso parla con un tono alto perché è un ex professore. Wojtyla era il filosofo, la meditazione; Ratzinger è l’analisi, lo sviscerare a fondo il problema fino alla radice.
Ora, il fatto è che il papa tedesco non è mediatico. E il grande circo che fu allestito – credo specialmente quando Wojtyla cominciò a stare male, diciamo dalla metà degli anni ’90 – sul Giovanni Paolo II show, non ha saputo digerire la massima riservatezza portata dal nuovo Pontefice. Ecco perché da qui nasce – a mio avviso, ma la cosa non mi riguarda almeno credo – un certo risentimento nei confronti di Ratzinger. Che ha tolto il cannello da una botte, quella del gossip vaticano, prima moooolto gettonata.
C’è poi, secondo me, un altro fatto. Ratzinger – essendo uno che va al sodo – spesso dice con forza delle cose che negli anni del Giovanni Paolo II show erano passate un po’ in sordina a causa delle precarie condizioni di salute di Wojtyla. Ha ribadito divieti e principi – condivisibili o meno – cari al predecessore, ma lo ha fatto con i suoi modi, senza spettacolarizzazione. E questo, a certe testate – ricordate sempre il Lupus in Pagina di Gianni Gennari – ha dato fastidio.
Negli anni ’80 un giornalista americano scrisse di Giovanni Paolo II: “Vanno a sentire il cantante, non la canzone”. Ecco, nel caso di Ratzinger a qualcuno non piace nemmeno il cantante. Proprio perché cantante non ha mai voluto essere.
Che ve ne pare?
Caro Tonizzo , temo che tu abbia visto giusto ! Ma è poi così importante che il Papa sia mediatico ?
È dare ai mass-media un potere che io rifiuto di dare loro.
Ho ancora degli occhi, delle orecchie ,un intelletto ,una coscienza che mi permettono di farmi la mia propria opinione. E se purtroppo una grande massa inconsciente si lascia influenzare…vorrà dire che continueremo, ma come una minoranza attiva ,responsabile e cosciente.
Di ,Tonizzo , saltando dal “gallo all`asino” come si dice da noi, ho letto il tuo articolo in Affari italiani su Gesù paragonato a Superman….stentavo a credere quello che stavo leggendo. Propositi tenuti su Civiltà cattolica da un padre gesuita, dunque debitamente letti e approvati in Vaticano.
Lo sa questo padre che Superman è considerato un`”icona” dalla comunità gay americana ? Gli argomenti per affermarlo sono leggermente differenti….ma altrettanto convincenti….si fa per dire !
Ho ritrovato quella triste sensazione di vedere Gesù venduto come una saponetta,
preferisco non appesantirmi perchè sento salire la rabbia… comunque complimenti per il tuo humour ! Luisa
Tonizzo,hai assolutamente ragione!!!
A me personalmente non interessa un fico secco che il Papa sia mediatico o meno.Chiedo però che i giornalisti lo seguano con la stessa professionalità con cui correvano dietro a Wojtyla.
A loro il cantante non piace?A me sì invece.
Mi piace anche perchè la canzone è espressa con chiarezza senza tanti giri di parole per sembrare a tutti i costi simpatico.
Cara Valentina,spero che da oggi non ti limiterai a leggere ma vorrai anche scrivere.Condivido il tuo pensiero e la tua denuncia dell’astio che spesso,troppo spesso,circonda Papa Ratzinger.
Sul fatto poi che Benedetto sia un Papa scomodo non credo ci siano dubbi:va dritto al sodo e senza ipocrisie.Ovvio che vada a pestare i piedi di tante persone.
Tonizzo ci ha dato una possibile spiegazione dell’atteggiamento dei media,spiegazione che io condivido.
Il nostro Accattoli ha espresso il suo pensiero.Ora tocca anche a te.
Caro Tonizzo,lanci sempre delle simpatiche provocazioni come quella di Superman!
Su “affari” si trovano sempre più notizie e chicche completamente ignorate dagli altri media.
Per esempio questa:
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/fedeliportoghesi0910.html
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/comunicato0910.html
E’ una notizia che non ho trovato altrove e ti ringrazio per la segnalazione.
Ciò non toglie che trovi il tutto assolutamente sgradevole e poco edificante sia per i “portoghesi” che per il postulatore che non ha trovato di meglio da fare che comunicare pubblicamente il suo disappunto.
Non bastava una mail agli iscritti?
Saluti MG
Prima di tutto, cara Luisa, buonasera e bentrovata. Grazie per l’attenzione alle piccole cose che faccio ogni giorno.
Veniamo a noi: è così importante che il Papa sia mediatico? Beh – e qui credo che Luigi possa essere maestro di tutti noi – dopo Wojtyla sicuramente la Chiesa ha avuto una capacità di utilizzare i mass media che i suoi predecessori non hanno avuto. Pio XII, ad esempio, riteneva la Tv un mezzo da guitti, tant’è vero che la prima Messa andata in onda sulla Rai il 10 gennaio del 1954 fu preceduta da un avviso: “Si ricorda ai fedeli che questa trasmissione non sostituisce né assolve il precetto domenicale”. Giovanni XXIII e Paolo VI parlavano ancora utilizzando il “noi” (certo è che l’omelia di papa Montini in Laterano per Aldo Moro resterà nelle coscienze di tutti quelli che la seguirono in diretta, e a me – nato nel 1980 – tuttora lascia una profonda impressione, specialmente nel guardare gli occhi celesti di Paolo VI sulla sedia gestatoria che non sanno da che parte voltarsi, severi e fermi).
Con Karol Wojtyla le cose sono cambiate. Il Papa parla e dice “io”, usa la Tv e ha il senso dei tempi scenici (non per niente era stato un bravo attore e – pare – un dignitoso ballerino di fox trot prima di entrare in seminario), lancia messaggi e si serve dei mezzi mediatici senza problemi. Se poi aggiungi che questo è durato per quasi 28 anni, penso non sia difficile capire come il mondo dei media abbia anche abusato, quando Giovanni Paolo II non è più stato in grado di usare come forse avrebbe voluto, della figura del Papa.
Ora, è innegabile che dopo il Papa polacco la Chiesa abbia ereditato un “potere mediatico”, così mi piace chiamarlo, formidabile. Ha Tv, radio, giornali, e interviene sui maggiori circuiti di informazione. La domanda che mi pongo da quando ho iniziato a occuparmi di queste cose in modo intensivo, è sempre questa: fino a quando e in che modo potrà servirsene?
Il papato di Benedetto XVI è stata la risposta, e ogni giorno la vedo: il Papa non mediatico se ne serve in modo più distaccato e solo quando serve, senza esagerare. Così va bene, e intervengono i suoi collaboratori più stretti quando ce n’è bisogno. Posso dirlo? Era ora, visto che parlando con qualche amico ai tempi dell’ultimo Wojtyla, mi disse: “Questi monsignori e cardinali parlano di loro e del Papa, ma raramente di Gesù”. Ora vedi che parlano più di Gesù che di altre cose.
Luisa, credo però che non bisogna aver paura dei media, è solo questione di saperli usare. La Chiesa ha imparato la lezione – ma credete davvero che la sua saggezza millenaria poteva metterla in imbarazzo davanti a tutto questo? – e cercherà di affinarla nel tempo. Don Fortunato Di Noto, che va a caccia di pedofili su Internet e che mi onoro di conoscere, è l’esempio del coraggio davanti ai “segni dei tempi” che il Vaticano II ci ha felicemente insegnato. Questa grande esplosione di Luce che è stata il Concilio ci illumina lungo la strada, per cui sapremo come rispondere a tutte le sfide che troveremo nel nostro percorso.
Su questo la domanda per te, Luigi e tutti gli amici del blog resta la stessa: che ne pensate?
Passiamo a Gesù e Superman. Il buon padre gesuita (mi fanno troppa simpatia, scusate ma ho un debole per la Compagnia di Gesù, mio zio da seminarista a Reggio Calabria studiò da loro, un mio caro amico prete in una Casa argentina, ho per loro un rispetto profondissimo), geniale come solo i Gesuiti sanno essere, ha fatto un altro intelligente paragone figlio dei “segni dei tempi”. E se tu rileggi il mio pezzo, trovi anche quello che ha detto, e cioè che “la salvezza di Gesù è ovviamente diversa da quella di Superman”. Quindi credo che padre Zito abbia ben presente la distinzione tra Gesù e Superman. Però ha colto un concetto – anche questo figlio del Vaticano II – fondamentale: “Se ti piace l’idea di salvezza che presenta Superman, prova ad avvicinarti a quella che ti offre Gesù”. Ecco, è quel “la Grazia agisce per vie misteriose” che i padri conciliari, negli speranzosi anni Sessanta vollero ricordare al mondo.
Un abbraccio.
Maria Grazia, le notizie sui “portoghesi” sono in un comunicato che mi ha spedito padre Slawomir Oder. Ed era un comunicato, non una nota riservata.
Il problema è che non sempre su un giornale possono trovare spazio certe cose, mentre il Web è illimitato. E’ come se io potessi ogni giorno riempire una station wagon, magari sulla carta per il Vaticano il “bagagliaio” è grande quanto quello di una 600. E lì non ci vanno tante cose oltre la “spesa” di tutti i giorni, se mi passate il paragone…
Debbo anche dire che il mio direttore, Angelo Maria Perrino, mi permette queste cose – a patto, ovviamente che mi documenti e me ne assuma le responsabilità – perché anche lui ha studiato in scuole cattoliche e quindi riesce a seguirmi quando propongo qualche chicca di quelle che tu hai voluto riportare.
Tenuto sempre presente che mi devi una mail per l’invito a cena :-).
E comunque penso che monsignor Oder abbia fatto bene. Tutti a gridare “santo subito” in piazza va bene, e non mollare almeno dieci euro deve passare sotto silenzio?
Anzi, già che ci sono: al più presto faccio pure io un’offerta.
Non che l`argomento sia importante ma siccome mi piace essere il più possibile oggettiva, e che sono curiosa, sono andata su Google e mi sono resa conto che il confronto fra Superman e Gesù non data di oggi ,ho trovato ben 188.000 riferenze !
Non lo sapevo .Non sono un`ammiratrice dell`eroe rosso e blu.
Resto comunque stupita che Civiltà cattolica contribuisca a nutrire e confortare questa interpretazione di Superman.
Conoscendo poi la qualità di Civiltà cattolica immagino che lo studio è stato fatto, molto , molto seriamente ! Luisa
L’analisi di Tonizzo è perfetta. Il problema comunque non riguarda solo i giornalisti ma coinvolge anche i personaggi dello spettacolo. Dovunque, leggo esternazioni di attori, cantanti presentatori e anche” preti televisivi “che definiscono l’attuale Papa più conservatore e meno simpatico, magari perchè meno disinvolto nell’indossare i cappelli (ho sentito anche questa). La simpatia è un sentimento personale, non si può discutere. Affermare però che Ratzinger è più conservatore di Wojtyla in tema di dottrina significa non conoscere nessuno dei due e parlare tanto per avere consensi, cavalcando l’onda corrente. Si rinfacciano senza appello a Papa Ratzinger, in appena un anno di pontificato, le mancate aperture dottrinali che si sono perdonate a Papa Wojtyla per 26 anni. Addiruttura il suo essere teologo viene considerata una colpa. Come a Regensburg: “ah se non avesse voluto fare il teologo…non sarebbe successo nullla!”. Come se il suo ruolo dovesse essere in fondo quello del pastore remissivo che ascolta in silenzio mentre i “fratelli musulmani” parlano (strano dialogo). E poi, troppo spirituale, troppo liturgica, troppo salvifica la sua Chiesa! (sempre detta da un prete). Su la 7 circola un’imitazione di Crozza intrisa di una cattiveria che non è stata riservata nemmeno a Bush. Sicuramente a nessun muftì o ayatollah. Ma quel tipo di satira sarebbe sicuramente meno divertente, soprattutto per chi la pratica. Si ridicolizza un uomo, che per molti è un simbolo, dando per certo un suo presunto passato, solo perchè non se ne condividono idee e pricipi morali che ritiene non negoziabili e questo mi sembra indegno di una cultura che si definisce tollerante. Soprattutto mentre gli piovono addosso minacce da tutte le parti. Come quando si imitava la Fallaci non risparmiandole il riferimento al cancro. Questa non è satira, è sciacallaggio.
Papa Ratzinger parla in “ tono alto “ perche’ e’ un ex professore………………
un po’ come a dire che il suo parlare sia difficile da capire, da recepire e quindi impossibile da condividere e anche da accettare, al contrario il suo modo di parlare chiaro, semplice, il suo modo di andare subito al nocciolo della questione senza tante mediazioni per addolcire il discorso, il suo modo diretto di affronmtare le varie situazioni, penso sia proprio questa la sua forza e il principale motivo per cui in tantissimi accorrono ad ascoltarlo. Il teologo, l’ex professore, l’intellettuale non e’ rimasto freddamente in cattedra a criticare a denunciare, a bandire, a vietare, al contrario ha capito in che situazione stanno la maggior parte dei fedeli e senza tanti giri di parole si e’ rimboccato le maniche e prendendoli tutti per mano ha rincominciato daccapo diventando anche un comune e semplice catechista illustrando e spiegando, insegnando e chiarendo dall’inizio, quelle che sono, e che per tutti dovrebbero essere, le basi, pazientemente sta tentando di colmare le lacune che alcuni hanno e instancabilmente insegna a chi niente sa.
In un anno e mezzo ha ribadito si i principi morali, i famosi principi non negoziabili, ma di divieti non credo abbia mai parlato, anzi ha ribadito in piu’ di un’occasione ad esempio che i dieci comandamenti non sono una lista di no.
D’accordo Ratzinger non e’ assolutamente ne’ vuole essere un Papa mediatico semplicemente perche’ cio’ non fa parte della sua mentalita’, non rientra, ne’ e’ mai rientrato, nei suoi schemi, abbiamo un Papa che in varie occasioni ha denunciato e anche criticato la “ messa- show “ auspicando un ritorno a quel rigore che permetta quella serena concentrazione liturgica troppo spesso distrurbata dalle varie rappresentazioni che facevano della chiesa, in alcune occasioni, piu’ un palcoscenico che un luogo di culto. Abbiamo un Papa che finalmente parla di Gesu’ e lo rimette in quella posizione centrale che gli spetta e che da sempre e sempre dovrebbe avere ma che ultimamente sempre meno aveva.Dopo il Papa mediatico, dopo il filosofo, dopo l mediatore, ecco il teologo, l’ex professore, colui che si analizza alla radice il problema, ma che sa come presentare questa sua analisi profonda, dettagliata e precisa e lo fa in una maniera tale che cattura sempre l’attenzione e le menti dei fedeli, Benedetto XVI sa come porgersi alla gente, come far capire cio’ che c’e’ di errato, sa come far accettare i rimedi e i dovuti cambiamenti, sa infine dare sempre un risvolto e un’ appilcazione attuali alle sue catechesi, alle sue parole, perche’ sa come collimare unire e mischiare perfettamente parole e episodi di anni e anni fa con il mondo attuale, sa come trasferire nel mondo di oggi quelle che sono le parole le situazioni che, seppur vecchie di anni, risultano sempre attuali e ben inrersecabili con l’oggi, sa infine sempre inserire nelle sue particolari “lezioni??? elementi che spingono alla riflessione su quelle che sono le esigenze ed i bisogni attuali, ecco prche’ le sue catechesi, i suoi Angelus, e le sue celebrazioni liturgiche, sone sempre affollatissimi, ecco perche’ dopo averlo ascoltato la gente torna e torna sempre per ascoltarlo ancora.
Ogni epoca ha il suo Papa e l’epoca attuale ha un disperato bisogno di questo professore perche’ deve imparare o rimparare tante cose, deve scoprire e riscoprire i principi basilari e fondamentali che per alcuni sono caduti sotto una gran polvere e che vanno ripuliti riscoperti e in alcuni casi anche imparati di sana pianta.
Certo agli occhi di qualcuno questo Papa puo’ sembrare scomodo, le sue denunce e le sue parole possono disturbare così come puo’ dare fastidio la sua non medialita’, ma Benedetto XVI non rifiuta questa medialita’ la usa e soprattutto la sa dosare in modo che il suo sia il giusto utilizzo al momento opportuno e non diventi mai un abuso, gli abusi si sa da sempre fanno solo male……
Tornando al giornalista americano degli anni ’80….. personalmente io amo sia il cantante che la canzone e mai mi stanco ne’ di ascoltare il suo splendido repertorio ne’ di vederlo cantare…….!!!!!!!!!!!!!!
Saluti a tutti Francesca
Francesca, se il Papa avesse usato un tono un pelo meno alto rispetto a quello della citazione di Manuele II paleologo, forse qualche ignorante non avrebbe trovato un appiglio per strumentalizzare il suo discorso. Detto questo, per il resto, vedo che condividi la mia analisi. E te ne ringrazio.
Sai Tonizzo non ho paura dei media ,mi innervosiscono !
Per essere più precisa ciò che temo è la loro influenza sull`opinione ,la loro capacità di scatenare movimenti sragionevoli, di creare nei lettori l`illusione di essere informati ,quando invece sono disinformati.
Quel loro bisogno di mantenere un livello di emozioni forti sempre altissimo , incuranti del clima di angoscia sempre più palpabile nella gente . Un`emozione scaccia l`altra , appena il livello emozionale si abbassa …..hop troviamo in fretta un`altra notizia sensazionale e via dicendo.
E qui sono uscita dall`argomento riguardante il trattamento riservato dalla stampa a Papa Benedetto, ho già detto che condivido la tua analisi.
Di Tonizzo, posso farti un complimento ?
Ammiro, sapendo che hai 26 anni (mi sbaglio?) ,la tua maturità, le tue conoscenze , le tue analisi , con le quali si può o no essere d`accordo, ma che sempre sono acute, motivate, originali… con quel zesto di humour che ti contraddistingue ! Spero che metterai sempre il tuo talento più che evidente al servizio della Verità !
Cari saluti, Luisa
Sì, Luisa, ho 26 anni e faccio questo mestiere da un anno e mezzo. E ricevere un complimento mi mette sempre in imbarazzo.
Però ti ringrazio per aver premiato la mia onestà intellettuale. Io cerco di dire quello che penso. Forse un pregio. O un difetto, a seconda dei casi.
Un giorno vi racconterò di quando facevo la spola nei giorni di sciopero con una Vespa 50 del 1986. O di quando mi comprai la Dedra. Piccole cose, quelle che appartengono ad una vita. E che sanno di speranza. La più bella virtù di questa religione, secondo me.
La speranza è questo: sapere che la sconfitta può esistere e poterla accettare. E nello stesso tempo dire una parola, “domani”, che ti fa battere il cuore e vivere più forte di prima.
Buona serata a tutti.
I complimenti, piuttosto, facciamoli al padrone di casa e i vari Zavattaro & C. che intervengono su questo blog. A me ancora la bocca puzza di latte. E byte.
Carissimo Tonizzo, condivido in pieno le tue analisi ma non sono altrettanto d’accordo col tuo punto di vista sul discorso di Regensburg, gli ignoranti, hai detto bene tu, hanno strumentalizzato il discorso di Benedetto perche’ la maggior parte di loro non lo ha nemmeno letto quel discorso, nessuno ha provveduto a fornirlo, a spiegarlo, a cercare di capirlo, quando anche ad altissimi livelli si ammette che non lo so e’ letto e ci si e’ lasciati guidare da alcune estrapolazioni scelte ad arte col solo intendo di travisare, di distorcere l’originale, converrai con me che e’ fin troppo facile arrivare a mettere in bocca e nella testa del Papa cio’ che torna piu’ comodo e opportuno per i propri scopi. Non e’ Benedetto XVI a mio avviso che ha porto il fianco fornendo un appiglio, posso essere d’accordo che l’argomento poteva essere scomodo, difficile ma penso che non sia giusto evitare certi argomenti perche’ ritenuti difficili o suscettibili al punto da divenire pericolosi, Benedetto ha solo affrontato una riflessione se non puo’ essere nemmeno piu’ libero di riflettere su cio’ che ritiene piu’ opportuno……
Prima di criticare, pretendere scuse inutili e fuori luogo, prima di alzare un polverone arrivando a minacce, a incitare le folle a una sorta di guerra santa moderna, a diffondere vignette offensive e a suscitare manifestazioni di piazza al limite della rivoluzione …. , prima si legge bene, si riflete solo dopo se lo si ritiene ancora opportuno si arriva a una critica sana, si chiede un chiarimento dei punti ritenuti sbagliati o offensivi o oscuri, ma sempre nel rispetto reciproco, sempre all’interno di un dialogo non si puo’ pretendere di dialogare dettanto sempre le regole e gli schemi entro cui il dialogo va bene con la minaccia che se si esula e si esce fuori da certi paletti chissa’ che succede…. questo non e’ dialogo.Lo ripeto Benedetto non ha porto nesun fianco ne’ a mio aviso ha offerto nessun appiglio per far si che il suo discorso fosse strumentalizzato, l’ignoranza della gente a tutti i livelli e’ spesso la responsabile anche quando la si strumentalizza ad arte come in questo caso, col solo intento di cercare comunque quell’appiglio utile per scatenare cio’ che si ha in animo di scatenare comunque e sempre.
Saluti Francesca
Francesca, il discorso sull’ignoranza è troppo lungo, per cui ti rimando qui http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/crociata0916.html
e vedrai che forse ci spiegheremo meglio.
Caro Tonizzo,vedo che le amiche ti riempiono di complimenti e ciò mi ingelosisce alquanto eehehehehe
A parte gli scherzi(aspetto il menù)mi complimento anch’io con te per la maturità che dimostri nonostante la giovane età.
Ciò che apprezzo di più in una persona è la volontà di imparare,di approfondire e di spiegare.
Ringrazio il Dottor Accattoli che ci offre questo spazio per approfondire le tematiche più insidiose e più difficili da comprendere.
Non aggiungo nulla a ciò che è stato scritto sul rapporto fra i media e il Papa.Vorrei solo rimarcare il fatto che anche ieri si è creata confusione:molti hanno parlato di un ritorno alla messa in latino,quasi che da domani tutti si debba riprendere in mano il Castiglioni-Mariotti e tradurre la liturgia.Mi sarebbe piaciuto un approfondimento con un punto ben fermo:non si tratta di un ritorno al passato ma di affiancare la vecchia liturgia a quella nuova.
Va bene semplificare ma c’è un limite a tutto.
Saluti MG
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Risotto alla milanese
Fiorentina con patate fritte
dolce.
Basta?
Tonizzo ti ringrazio molto ho letto e devo ammettere che avevi ragione ora finalmente ci siamo spiegati meglio!!!!!
Saluti Francesca
La fiorentina,Tonizzo?Gnornò Gnornò!!!Faccina sgnignazzante,come si fa?
Oggi su “Avvenire” un bel pezzo sullo stile comunicativo di Papa Benedetto e sul concetto,spesso malinteso,di dialogo:
http://www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_cn_avvenire.c_leggi_articolo?id=689901&id_pubblicazione=33
Sandro Magister lancia invece una provocazione sulla liturgia:
http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=88063
Saluti MG
Dimenticavo un piccolo moto di orgoglio:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=125456&PRINT=S
Sono particolarmente felice del fatto che,nonostante tutto,i fedeli si stringano intorno al Papa.Mi pare una cosa importante e significativa.
……….e che orgoglio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Leggere queste cose fa un bene immenso!!!!!!!!!!!!!!
Effetto Ratzinger davvero un bell’effetto!!!!!!!!!!!!!!!!
Francesca
Maria Grazia, non mi fare la schizzinosa sulla fiorentina, per cortesia.
Scegli tu il secondo, ok?
La faccina si fa mettendo assieme due punti trattino e parentesi chiusa senza spazi.
Venendo all’argomento liturgia, vorrei dire qualcosa. Sennò poi Luigi apre un’agenzia matrimoniale per fedeli soli. Già c’è quella di Milingo per i preti sposati… 🙂
Penso che sulle celebrazioni si possa trovare il giusto mezzo. Le messe beat dei primi anni Settanta forse erano troppo alla Jesus Christ Superstar, non so quanti di voi ricorderanno i Francis Boys, che era un gruppo di francescani con batteria, contrabbasso e chitarre elettriche che celebravano le lodi del Signore un po’ alla Hendrix. O Padre Cionfoli, anche se la cosa poi è andata in un altro modo…
Cmq, in effetti ci sono stati degli eccessi. Ora, non voglio sembrare mia nonna che quando vede certe cose in chiesa puntualmente chiede: “e chi sìmu, ‘a chiazza?” (E che siamo, in piazza?), però certi abusi della liturgia vanno evitati.
Sono d’accordo con monsignor Marini quando dice che bisogna sempre lasciare una parte della celebrazione alla discrezione e l’inventiva del celebrante, ma senza esagerare. Altrimenti non è più una Messa, ma uno show. E un Dio che ama parlare nel silenzio forse di show ne avrebbe poco bisogno.
Credo nel “volta il sasso e lì mi troverai”, credo nel “chiudi a chiave la porta della tua stanza e recita: Padre nostro…”, i migliori discorsi con Dio ce li siamo fatti senza parlare, alla sicula: con una taliàta, con uno sguardo. Troppi tamburi avrebbero assordato la conversazione.
D’altronde, siete mai riusciti a parlare con qualcuno in discoteca? Ecco, e qua è la stessa cosa, per quanto l’esempio sia banale. Ma l’essenziale è capirsi.
Un appluso a Tonizzo!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cio’ che sta davvero a cuore da sempre a Ratzinger e’ che la liturgia torni a parlare.
Da cardinale nel libro “Il sale della terra” aveva detto: “Purtroppo da noi c’è una tolleranza quasi illimitata per le modifiche spettacolari e avventurose, mentre praticamente non ce n’è per l’antica liturgia. Così siamo sicuramente su una strada sbagliata, personalmente ritengo che si dovrebbe essere più generosi nel consentire l’antico rito a coloro che lo desiderano. Non si vede proprio che cosa debba esserci di pericoloso o inaccettabile. Una comunità mette in questione se stessa, quando considera improvvisamente proibito quello che fino a poco tempo prima le appariva sacro e quando ne fa sentire riprovevole il desiderio. Perché le si dovrebbe credere ancora? Non vieterà forse domani, ciò che oggi prescrive? “.
Francesca
Tonizzo sto pensando al secondo 🙂
Tornando al discorso sul Papa e i media,mi interesserebbe sapere la vostra opinione sulla telecronaca che questa mattina Raiuno ha “regalato” a Papa Ratzinger.Davvero un bel regalo,non c’è che dire…
Una bella differenza con gli inchini riservati al predecessore di Benedetto.
Sono stanca di lottare per un minimo di obiettività,ormai ho perso ogni speranza di un trattamento equo fra Pontefici.Mi dispiace solo che Raiuno si permetta di insinuare nei telespettatori l’idea che un Papa sia buono e l’altro cattivo.
Addirittura il corrispondente della CNN ha detto che manca il binomio Ratzinger-Wojtyla cioè il binomio cattivo-buono.
Bel servizio giornalistico,grazie!
Che delusione…
MG
ps il commento negativo non si estende al dottor Navarro e a Fabio Zavattaro che sono stati,per quanto possibile,obiettivi.