“Si può e si deve respingere la tentazione di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia”: l’ha detto stamane il Papa parlando alla Federazione italiana degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Nel primo commento metto il contesto di questa affermazione e nel secondo un mio commento.
No del Papa al suicidio assistito e all’eutanasia
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Rispetto assoluto della vita. E’ importante che il medico non perda di vista la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e la sua fragilità […]. Con questo atteggiamento si può e si deve respingere la tentazione – indotta anche da mutamenti legislativi – di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia. Si tratta di strade sbrigative di fronte a scelte che non sono, come potrebbero sembrare, espressione di libertà della persona, quando includono lo scarto del malato come possibilità, o falsa compassione di fronte alla richiesta di essere aiutati ad anticipare la morte. Come afferma la Nuova Carta per gli Operatori Sanitari: «Non esiste un diritto a disporre arbitrariamente della propria vita, per cui nessun medico può farsi tutore esecutivo di un diritto inesistente» (n. 169). San Giovanni Paolo II osserva che la responsabilità degli operatori sanitari «è oggi enormemente accresciuta e trova la sua ispirazione più profonda e il suo sostegno più forte proprio nell’intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come già riconosceva l’antico e sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo il quale ad ogni medico è chiesto di impegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e della sua sacralità» (Enc. Evangelium vitae, 89).
Prendere nota. Invito i visitatori a prendere nota di queste parole papali, che mi riempiono di gratitudine. Il rispetto assoluto della vita caratterizza la vocazione cristiana. Non è affatto vero che Francesco su questa frontiera della vita smentisca o contraddica i predecessori. E’ vero piuttosto che i suoi critici invece d’ascoltarne l’insegnamento passano al setaccio le sue parole per poterlo accusare e quando non lo possono accusare tacciono. Le occasioni in cui Francesco riafferma la dottrina consolidata in materia di aborto, vita nascente, eutanasia sono frequenti.
Per quel che sento io le critiche non sono tanto alle parole del Papa, chiarissime in merito ad aborto, fine vita, gender ecc quanto alle posizioni assunte dsugli stessi argomenti da personalità da lui chiamate a compiti importanti nonché alle sponsorizzazioni offerte a personalità e a partiti politici che professano visioni opposte.
Certo che non vengono criticate le parole più salde nel senso della tradizione: poniamo quelle di ieri. Ma non se ne tiene conto e si afferma in generale che Francesco smentisce, contraddice, tradisce l’insegnamento dei predecessori. E il tradimento partirebbe proprio dall’abbandono della predicazione a difesa della vita.
Rif. 21 settembre ore 8.29 – Ipocritismo curiale
Da sempre si dice che, in ambienti curiali o imprenditoriali, per non potere criticare il capo si criticano i collaboratori. Il capo è “mal consigliato”, “tenuto all’oscuro”, “condizionato dall’agenda e dai filtri dei subalterni”.
Chi ha mandato Montini a Milano? Non Pio XII, ma i curiali gelosi del sostituto e impauriti dalla possibilità che fosse il prossimo papa. Gli stessi che han brigato con Pio XII perchè non fosse cardinale nè prima nè dopo l’arrivo a Milano.
Chi la voluto la famigerata “Pacem in terris”? Non papa Giovanni, ma Capovilla e quello che poi ha redatto il copione (Pavan). E meno male che non c’era ancora la Thunberg a suggerire la Laudato sii’ al papa.
Il cercare di tenere fuori la persona del Papa dalle polemiche , a me non pare “ipocritismo curiale” ( peculiarità peraltro molto diffusa ) quanto “senso della Chiesa” data la particolare poszione che il Papa riveste nella Chiesa Cattolica.
Rif. 23 settembre orte 10.46 – Catholicam et apostolicam
Il sano pensiero cattolico è unanime nel considerare “la particolare posizione che il Papa riveste nella Chiesa cattolica”. Placet.