Il voto dell’Onu sulla moratoria delle esecuzioni capitali è stato provvisorio a metà novembre e si spera che diventi definitivo a metà dicembre. Il mio entusiasmo quando ne parliamo in casa è condiviso dai figli che però raccontano con simpatia del motto che hanno scelto per la loro protesta i sostenitori della pena di morte, “Nessuno tocchi Abele”: “Dai papà, è una bella trovata come rovesciamento di Nessuno tocchi Caino!” Riconosco l’efficacia del contropiede verbale ma non attenuo la mia contentezza per il fatto che l’Italia e l’Unione europea siano state in prima linea nella campagna per quel voto. Tanto che mi avventuro anch’io in un contropiede propagandistico: “Occhio alle firme: Nessuno tocchi Caino l’ha detto il Signore, mentre Nessuno tocchi Abele è il motto di Forza Nuova”.
Nessuno tocchi Caino e Abele
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Per carità di Dio, la pena di morte è una vergogna istituzionalizzata del nostro tempo, dovremmo ribellarci e gridare fino a finire la voce.
Sono orgogliosissimo della battaglia dell’Italia, felicissimo per il voto ONU, e spero si vada sempre più convintamente nella direzione intrapresa.
Avrei anche voluto aderire a Nessuno tocchi Caino ma sono sempre stato frenato dal loro pedigree radicaleggiante. Lo stesso collegamento con Amnesty International e con le loro posizioni filo-abortiste mi ha inibito un pò.
Ma è una battaglia a cui credo molto, e che trovo più urgente di tantissime altre.
Sarà per il mio antiradicalismo radicale,
sarà perchè c’è di mezzo Amnesy (non è un errore di stampa),
sono contrario alla pena di morte,
ma,
non me ne voglia il padrone di casa,
non me ne voglia il grande Francesco73,
al contro-contropiede
mi viene da commentare:
“siamo forse noi i custodi di Forza Nuova?”
Volenti o nolenti lo siamo:
… il Signore mi disse: 17″Ezechiele, ti farò diventare una sentinella per avvertire il popolo d’Israele. Quando sentirai le mie parole, le riferirai agli Israeliti. 18Se io dico che un uomo malvagio per il suo comportamento deve morire, tu hai il compito di avvertirlo perché cambi vita e si salvi. Altrimenti quest’uomo morirà per le sue colpe, ma per me tu sarai responsabile della sua morte. 19Invece, se tu l’avverti ed egli non rinunzia ai suoi errori e al suo comportamento, morirà per le sue colpe, ma tu avrai salvato la tua vita. 20″Se un uomo giusto smette di agire bene e commette il male, io lo ostacolerò. Egli morirà per i suoi peccati se tu non lo avverti del pericolo. Io non terrò conto del bene che ha fatto, ma per me tu sarai responsabile della sua morte. 21Invece, se tu l’avverti di non peccare ed egli rinunzia a commettere il male, vivrà per i tuoi avvertimenti e tu avrai salvato la tua vita”.
Io penso che la pena di morte sia espressione di arroganza ottusa, dato che si tratta di applicare una punizione assoluta e senza riscatto a fronte di una responsabilità per forza di cose relativa (io dico molto relativa ma questo è un altro discorso).
Mi chiedo come facciano tanti cristiani ad essere contrari alla pena di morte e a credere nell’esistenza dell’Inferno.
Leopoldo
Si, è vero: nessuno deve arrogarsi il diritto di uccidere, la morte di una essere umano non può essere in alcun modo giustificata a prescindere dalle colpe…
Ma è altrettanto vero che troppe volte, e troppi “Caini” affilano le loro armi contro vittime innocenti! Allora, se è vero che esiste accanto alla giustizia Divina anche quella umana mi chiedo dove sia questa giustizia umana, perché di fatto, non c’è.
Non so se state seguendo il caso del giovane Rom il quale, ubriaco, alla guida della vettura, ha falcidiato e ucciso 4 ragazzi di età compresa tra i 16 e 21 anni: anziché chiuderlo in cella e gettare la chiave è stato assoldato per pubblicizzare una famosa marca di orologi. E’ un mito! E di questi esempi ce ne son a bizzeffe!
Mi chiedo e vi chiedo: se ci fossero stati vostri figli, i nostri figli, come avreste reagito?
Nessuno tocchi Caino, è vero: ma chi protegge Abele da Caino?
Il fatto è che se c’è bisogno di dire “nessuno tocchi” vale logicamente solo per Caino.
Chi, infatti, potrebbe legittimare il fatto di toccare Abele?
Si tratta di due cose che stanno su un ordine diverso.
Si può toccare Abele solo violando la legge e il senso comune della giustizia e del rispetto.
Si tocca Caino, invece, con la forza della legge, e proprio per fare giustizia e per ristabilire l’ordine violato.
Ecco perchè trovo gli argomenti di Clodine, ma anche il titolo del post di Luigi, certamente fondati e importanti.
Ma – lo dico con rispetto – un pò intempestivi.
Perchè la domanda è fondamentale, e sta all’origine: si può toccare (uccidere) Caino in nome della giustizia, qualunque cosa abbia fatto?
Per me no, mai.
E da questo punto di vista la discussione sul fatto che Caino non debba comunque delinquere impunemente (e tantomeno farsi scritturare per la tv)viene dopo.
Il “contro Caino” può nascere da molte cause: la prima è lo sconforto per la mancanza di giustizia, che necessariamente agisce da catalizzatore della voglia di vendetta.
E allora bisogna dire chiaramente che il no alla pena di morte – che è “no” a uno Stato che abbia il diritto di uccidere – non significa noncuranza per l’impunità e tantomeno connivenza o giustificazionismo con i carnefici.
A Leopoldo: l’Inferno è una morte eterna, una vita-in-morte (per dirla con Coleridge) che ci si dà da soli. ll paragone in vita per l’Inferno non è la pena di morte, è il suicidio.
Piccola postilla. Il recente posizionamento “abortista” di Amnesty, che è sicuramente una brutta notizia, non può far dimenticare le tantissime battaglie giuste che Amnesty combatte in tutto il mondo. Non beatifico l’associazione, ma mi sembra francamente una delle più serie e imparziali, che non guarda in faccia a Stati piccoli e grandi né a regimi di destra o di sinistra. Se però mi sbaglio, indicatemi perché.
Luigi, perché nel catechismo della chiesa cattolica non c’è chiarezza sulla pena capitale? Sai bene che l’articolo che la riguarda non la esclude definitivamente.
Capisco che è un po’ fuori tema, tuttavia il paragone fra suicidio e inferno è un aggiustamento dovuto al fatto che riesce difficile conciliare amore infinito e punizione eterna (attenzione, non discuto la convinzione di Luca). Da sempre la Chiesa ha parlato dell’Inferno come castigo.
D’altronde, libero arbitrio e responsabilità sono, secondo me, finzioni che ci siamo dati per poter vivere insieme e giustificare, appunto, le umane punizioni necessarie a una civile convivenza. Non c’è azione che compiamo che non dipenda da ciò che siamo in un dato tempo e contesto, e ciò che siamo non dipende certamente da una libera scelta.
E sia chiaro, ché già me lo aspetto, che tale idea della vita non è un comodo alibi per il disimpegno, dato che è esattamente il contrario.
Siccome poi mi piace ragionare anche nell’ottica di chi crede, se avessi la fede penserei che la salvezza ci è dato trovarla attraverso lo strumento del nostro corpo e quindi nell’interezza del nostro essere in rapporto col prossimo, da qui l’impossibilità di riscattarci una volta morti.
Leopoldo
A parte che la “pena” paragonabile a quella dell’Inferno (anche nell’immagine tradizionale, o addirittura dantesca) non è la pena di morte ma l’ergastolo: è noto l’accostamento dei gironi di Dante a un grande lager… A paragonare la punizione eterna alla pena di morte è invece chi sostiene che le anime dei “peccatori” (per intenderci) scompaiano come annullate… posizione sicuramente del tutto estranea alla tradizione e al magistero, e forse anche alla fede cattolica in quanto tale.
Il “determinismo” o il “non determinismo” sono posizioni fondamentalmente filosofiche . Il determinismo sembrerebbe in apparenza più razionale, ma c’è sempre il paradosso per cui, una volta consapevole dei fattori che mi obbligano a una scelta, posso farne un’altra.
L’ultimo paragrafo dell’intervento di Leopoldo è molto bello e – casomai sostituendo “persona” a “corpo”, ma non certo per sostenere dualismi platonicheggianti – pienamente condivisibile da parte di uno che ha fede o che prega di averla.
A psico. Per me c’è chiarezza – ovvero: mi accontento della chiarezza che c’è e considero il paragrafo 2267 del Catechismo uno dei grandi doni di Giovanni Paolo: “L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani. Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana. Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56]”. E’ un testo che tiene conto del passato quando la pena di morte era praticata da tutti gli stati e giustificata da tutte le Chiese, non esclude la possibilità che si diano necessità estreme nel presente, indica per il futuro l’obiettivo del pieno superamento di quelle necessità. Io sono per un catechismo che in materia morale sociale e statuale affermi di meno e non di più e per una Chiesa che dia indicazioni valoriali e non precetti giuridici, lasciando il giusto spazio applicativo all’opera dei cristiani.
A Leopoldo e Luca. Non ci sono paragoni in vita per l’inferno: l’inferno è un mistero che accettiamo nella fede, mentre la pena di morte e il suicidio sono fatti della vita. Quando si dice mistero si intende che non abbiamo parole nostre per dirlo, oltre a quelle che ci sono state rivelate.
Luigi
Non mi sono spiegato. L’analogia fra Inferno e pena di morte la trovo nel fatto che entrambi sono assoluti e senza ritorno.
Leopoldo
Il collegamento tra pena di morte e inferno lo capisco fino a un certo punto: chi è destinato al secondo, infatti, semmai lo decreta il Dio Giudice, non certo l’uomo.
E si tratta appunto di un mistero di fede, non certo di qualcosa che sta nella nostra disponibilità concreta.
La pena di morte, invce, è appunto qualcosa di molto nostro, molto umano, molto tecnicamente congegnato: e in tal senso c’è qualcosa di doppiamente orrido in tutta la fredda asetticità con cui si disquisisce sulle tecniche per dare la morte. Se sia meglio l’iniezione letale, la sedia elettrica, il gas o altri simili strumenti.
Mi si accapona la pelle.
Quanto al paragrafo 2267 del catechismo, spero di non incorrere nella scomunica se dico che non mi piace e che lo trovo debole.
Mentre rispetto all’insegnamento tradizionale della Chiesa, affermo che sono proprio felice che gli uomini imparino a comprendere il Vangelo sempre meglio.
E che quindi il modo in cui autocomprendiamo la nostra fede cambia con la nostra stessa crescita ed evoluzione.
Da questo punto di vista, spero che presto tale paragrafo sia riscritto in senso totalmente negazionista.
Sono sostanzialmente d’accordo con Francesco.
Per provare a interpretare meglio il paragrafo del catechismo, segnalo questo articolo di Messori, nella quale viene citato anche Romano Amerio.
http://www.storialibera.it/attualita/giustizia_e_legge/pena_di_morte/articolo.php?id=887&titolo=Pena%20di%20morte
Il testo del catechismo sarà anche debole, ma mi sembra che non lasci alcuno spazio ai sostenitori della pena di morte nelle presenti condizioni.
Appunto, Luca, concordo con te, è debole proprio per la mancanza di coraggio nel dire che quell’insegnamento è del tutto superato.
Si potrebbe dire: ma la Chiesa pensa alle tribù aborigene, dove magari la pena di morte è uno strumento indispensabile.
Ma è il testo stesso che pare escludere una simile ipotesi.
Quindi è la formulazione che è mi pare un tantino fiacca.
L’Italia sta vincendo la sua grande battaglia di civiltà per la moratoria della pena di morte, non è importante chi la pota avanti purchè vada avanti e salvi l’Uomo sia esso Caino.
Ma vi chiedo allora di sostenere un’altra grande battaglia di civiltà la “Moratoria internazionale per la pena di aborto”, questa è una battaglia molto più difficile ma vale la pena di combatterla.
Se volete potere aderire a questo link: http://www.fratelloembrione.it.
Salvare degli assassini è possibile perchè non deve esserlo per gli innocenti.
Grazie dell’esauriente spiegazione, Luigi. Ma mi chiedo che significato ha per un catechismo tenere conto del passato e cioè di quando, come di ci tu, la pena capitale era negli ordinamenti di tutti i paesi e di tutte le chiese. Mi chiedo cioè perché oggi non si esclude completamente il ricorso alla pena di morte nel catechismo della religione cattolica. Eppure la fede cattolica si fonda su un libro che riporta anche un semplice comandamento di due parole: ‘Non uccidere”.
E’ proprio della Chiesa cattolica tenere sempre conto del passato e raccordare a esso le nuove formulazioni: i “mea culpa” di papa Wojtyla e il recupero del vecchio messale di papa Ratzinger rispondono ambedue a questa necessità. Io sono grato di tale materna memoria. Induce a un passo lento, ma evita le avventure e le smemoratezze. Il recupero della radicalità del “non uccidere” – come anche quello della bontà del corpo e della sessualità – viene così a richiedere tempi lunghi o lunghissimi, ma non ne è impedito. Luigi
Psico, credo che l’Antico Testamento da solo non aiuti la messa al bando della pena di morte, anzi la legittimi.
Infatti il “non uccidere” di Esodo 20, 13 è immediatamente chiarito da Esodo 20, 12-17 e 23-25. Quel non uccidere si riferisce ad un innocente.
“Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà messo a morte. Però per colui che non ha teso insidia, ma che Dio gli ha fatto incontrare, io ti fisserò un luogo dove potrà rifugiarsi. Ma, quando un uomo attenta al suo prossimo per ucciderlo con inganno, allora lo strapperai anche dal mio altare, perché sia messo a morte.
Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte.
Colui che rapisce un uomo e lo vende, se lo si trova ancora in mano a lui, sarà messo a morte.
Colui che maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte”.
“Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido”.
La radicalità del non uccidere semmai è frutto dei “vi è stato detto…ma io vi dico” del discorso della montagna e del lungo cammino della Chiesa nella loro comprensione.
Il paragrafo 2267 del CCC mi sembra che applichi lo stesso principio della guerra difensiva, dicendo però che oggi non ci sono (fortunamente) i presupposti per attuarlo.
W le moratorie (pena di morte e aborto).
io credo nel valore vita e l’aborto è cosa terribile, per tutte le persone coinvolte. Ma abbinare pena di morte e aborto mi sembra un po’ inappropriato, anche fosse perchè la pena di morte è atto strettamente “istituzionale”, l’aborto è prevalentemente “personale”.
Ciò è dimostrato anche dal medesimo Magistero: chiarissimo (e duro)sull’aborto; più aperto sulla pena di morte.
E non che la cosa mi rallegri…
Io aborro la pena di morte, e sul rapporto tra pena di morte e aborto sto con il Magistero ( e con il Woitila scrittore, che lo definiva uno sterminio legale al pari di quelli dei regimi nazisti e comunisti, e con Madre Teresa, che lo chiamava “il più grande distruttore della pace nel mondo”).
Luigi ha scritto:
“Occhio alle firme: Nessuno tocchi Caino l’ha detto il Signore, mentre
Nessuno tocchi Abele è il motto di Forza Nuova”.
Ma come è che tutti stanno uscendo fuori topic?
Si ripete:
GENESI:
“Nessuno tocchi Caino”
Il redattore del Genesi lo aveva scritto per un motivo preciso
focalizzando sulla figura di Caino che aveva commesso un orrendo delitto
il primo delitto dell’umanità.
Per chi ha familiarità con il brano, lo chiamerebbe eziologico,
cioè vuole dare una spiegazione del male-omicidio,
da parte di chi sta raccontando….
Ora
Se Luigi mi richiama a una stranissima contraddizione,
che in questi giorni tappezza Roma,
la città per eccellenza del cristianesimo,
in cui una denominazione politica
ha trasfigurato un COMANDO di D-o (lo scrivo all’ebraica)
il quale comando recita in quel contesto preciso e a motivazione precisa:
“nessuno tocchi Caino”
ebbene
una connotazione politica estrema
ha trasfigurato l’ordine del Signore Onnipotente
recitando:
“nessuno tocchi Abele”.
Orbene,
Questa espressione il Signore Onnipotente
NON LO HA MAI AFFERMATO.
fantastico!
e allora perchè tutti stanno uscendo fuori topic (tema)?
Terrore di confrontarsi con la Parola di Dio,
anche quando ci dice qualcosa che non vorremmo mai ci dicesse?
Questo è un esempio straordinario di come
un po’ tutti siamo capaci di piegare il Magistero della PAROLA!
Non farle dire quello che sta affermando,
Probabilmente Il Signore nel momento che metteva in bocca al sacro redattore quelle parole,
si è confuso Caino con Abele!
Ma abele era già morto!
Quindi parlava proprio di CAINO.
O forse Il Signore aveva le idee confuse?????????
Grazie Matteo! In effetti nella convesazione con i miei figli era proprio su quel rovesciamento politico del detto biblico che io attiravo l’attenzione. Lo facevo con una battuta, ma il fine era serio. Luigi
Abele il giusto ha trionfato sul Golgota.
E sul Golgota quello stesso Cristo – verus Abel – è morto anche per Caino.
siamo daccapo a 12….
in questi giorni tappezza Roma,
la città per eccellenza del cristianesimo,
in cui una denominazione politica
ha trasfigurato un COMANDO del Signore
il quale comando recita in quel contesto preciso e a motivazione precisa:
“nessuno tocchi Caino”
ebbene
una connotazione politica estrema
ha trasfigurato l’ordine del Signore Onnipotente
recitando:
“nessuno tocchi Abele”.
“nessuno tocchi Abele”.
il Signore Onnipotente
NON LO HA MAI AFFERMATO.
Perchè si sente l’esigenza di
stravolgere un comando del Signore?
Anche io credo che accostare pena di morte e aborto sia inappropriato.
Si tratta di due problemi diversissimi, e soprattutto il secondo è uno degli aspetti tragici di una più larga e diffusa mentalità, che ha delle ricadute generali in tantissime altre cose.
Si capisce quindi la durezza e la determinazione del Magistero.
Inoltre, anche nel merito, è chiaro che il Magistero si sofferma sul concetto di vita “innocente”, che con l’aborto viene soppressa.
E occorre riconoscere che c’è una differenza tra vita innocente e non.
Ciò detto, però, io mi auguro che la Chiesa incrementi la sua riflessione sulla pena capitale, e si impegni di più, con voce più alta, con più iniziativa e maggiore convinzione, nella lotta contro le esecuzioni.
Sarebbe una bellissima testimonianza profetica, in un tempo in cui se ne sente tanto bisogno.
Il cristianesimo, infatti, deve preoccuparsi più della profezia che della giustizia umana.
Eppure è proprio da quell’accostamento “improprio” che il genio missionario del papa polacco ha cavato il coraggio di innovare nell’insegnamento sulla pena di morte: innovazione difficile, perchè i papi non solo l’avevano costantemente legittimata – fino a Paolo VI escluso che la fece togliere dalle leggi vaticane e iniziò la prassi degli interventi contro le singole esecuzioni – ma anche abbondantemente praticata fino alla settimana precedente la “breccia” di Porta Pia. Per la genesi dell’innovazione wojtyliana, vedi l’enciclica “Evangelium vitae” (1995). Il ragionamento che muove il papa – davvero evangelico – è questo: i cristiani sono oggi chiamati a dare una testimonianza pieamente credibile del “non uccidere” e devono dunque muoversi a difesa di ogni vita umana, compresa quella dell’omicida: appunto, “nessuno tocchi Caino”. Io sono affascinato da quel ragionare evangelico e sufficientemente contento del passo compiuto. Ora mi pare decisivo che esso sia recepito dall’intera comunità cattolica. Vedo più importante la recezione che una possibile affermazione più decisamente negazionista. Ma nella sostanza, Francesco, concordo con te. Luigi
Grazia ancora, Luigi..
Io continuo incredulo!
Attraverso una formazione politica,
si sta instillando il pensiero che
il Signore ha posto sotto tutela Abele e non,
ripeto, non, Caino che aveva ucciso il proprio fratello.
Ma il pensiero di Abele (ormai ucciso) da difendere,
perché,
sta diventando il pensiero primario a dispetto della stessa BIBBIA?
Mi posso porre la domanda?
Perché JHWH ha voluto porre un segno speciale di vita per un assassino
affinché nessuno lo uccidesse?
Una volta ucciso, Abele, il sacro redattore del Genesi, non si pone il problema di ABELE,
ma su ispirazione divina
si pone il problema della vita che rimane intoccabile di Caino.
Qui’ non è questioni di paragoni tra pena di morte e aborto,
perché cosi’
non stiamo affatto nel pensiero del sacro redattore
la questione fondamentale
e’ che il sacro redattore del Genesi su ispirazione divina
dice che JHWH lascia un segno su Caino
perché nessuno lo uccida.
Caino si è macchiato del sangue di suo fratello,
porta il peso della colpa,
ma non perde la sua dignità di persona,
non perde l’immagine di Dio.
E chi osasse ucciderlo per punire il suo misfatto,
pretendendo di ristabilire la giustizia per questa via,
“subirà la vendetta sette volte”,
in altri termini, si renderà colpevole di un peccato molto più grave”.
Per favore, si provi a cercare di rimanere nel solco della Parola di Dio,
e di quello che ci sta dicendo realmente
e non far dire secondo i propri schemi mentali-morali.
La Bibbia, ha già un suo schema,
attende di essere letta……….
Se il Genesi focalizza su CAINO,
perchè
tu bravo cristiano…..
stai rimuovendo questa focalizzazione
e la sostituisci con altro…????…..
e….
oltre il fratricidio che sempre fantasticamente mi colpisce
il Genesi
cosa
e quanto
sta dicendo
su CAINO?
… infatti, Luigi, l’ispirazione di fondo di Giovanni Paolo II (la difesa del valore della vita tout court) deve ancora trovare piena applicazione in diversi territori… su cui noi cristiani sembriamo camminare in modo meno deciso di quel che avviene per l’aborto.
ps. caro matteo… a proposito di segni e di Parola, mi è venuta in mente la lettera Tau (credo) imposta sulla fronte dei “giusti” nell’Apocalisse (la Rivelazione)… credo… In ogni caso, “non toccare Caino” è anche uno di quei “preziosi consigli” (banalizzo) che può solo un Dio-Padre che si preoccupa della nostra salvezza, oltre che di quella di Caino: chi riesce a precepire l’importanza di non toccare Caino, sta imparando a conoscere Dio.
O.T.
Marx Vescovo di Monaco e Frisinga!
Abbiate pazienza, ma io insisto: nell’Antico Testamento, dopo la Genesi, in Esodo 20 e Deuteronomio 19 il Signore stabilisce “pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente” logica che sta proprio alla base dell’applicazione della pena di morte. Secondo me è solo con il Vangelo, in Cristo, che avviene il superamento di quella logica.
Anche se, proprio nell’Evangelium Vitae Giovanni Paolo II dice che “il comandamento «non uccidere» ha valore assoluto quando si riferisce alla persona innocente” e quindi è come se dicesse che non lo ha quando quando si riferisce al colpevole.
La sottolineatura di “innocente” è presente più volte nell’Enciclica.
“La scelta deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre cattiva dal punto di vista morale ”
“Nel diritto alla vita, ogni essere umano innocente è assolutamente uguale a tutti gli altri”.
Piaccia o non piaccia, nell’Evangelium Vitae, il rifiuto della pena di morte non è assoluto, ma è giustificato dall’ “organizzazione sempre più efficace del sistema penale”.
Quindi è come se dicesse: La pena di morte in sè non è contraria al Vangelo, ma nella sostanza è inapplicabile e va abolita.
Può essere debole come presa di posizione, ma è chiarissima. Non possiamo far dire a Giovanni Paolo II cose diverse da quelle che ha detto.
Sì, concordo con Fabrizio.
La lettera dei testi mi pare chiarifichi bene anche le mens che li hanno ispirati e redatti.
insomma
GENESI capitolo 4
ma fateme capi’
ma chi se l’è inventato?
Quarcuno che s’è fatto na canna?
famo a capisse…….
La parola CAINO
fa un male boia,
nessuno ne vuole sentire parlare…
si ma
mecttemoce pure evangelium vitae e tutti i documenti de tutti li papi
ma sta genesi
sto redattore
quanno parlava de Caino a che diamine stava a pensa’
forse se stava a fa le prime canne de la sacra storia della salvezza.
Annamo bene!!!!
insomma
ESODO capitolo 20
ma feme en po capìe
ma chi i se l’è ‘nventà ?
Quarcun i se fato en canon?
Capimose ben…
Matteo, continuo dopo l’intermezzo dialettale:
Se quelli di Forza Nuova, “rimanendo nel solco della Parola di Dio”, avessero usato lo slogan “PAGHERAI VITA PER VITA”, che il Signore Onniponte ha parimenti solennemente stabilito, cosa gli avresti risposto?
Io gli direi di riferirsi al Vangelo. Giovanni Paolo II dice che forse neanche con quello si esclude la pena di morte.
Questo non ha impedito a Giovanni Paolo II di essere un fiero oppositore della pena di morte, ma non in nome della sua illiceità di fronte a Dio, ma della sua mancanza di giustificazione pratica nel mondo moderno (grazie a Dio).
#
Francesco73 scrive,
30 Novembre 2007 @ 12:36
O.T.
Marx Vescovo di Monaco e Frisinga!
Sì, Marx da Treviri (!)
Persone avvedute dovrebbero leggere con attenzione il cap. 4 della Genesi. Se così fosse, si accorgerebbero della passione con cui Dio in persona perora la causa di Abele presso Caino. “Non toccare Abele!” è l’appassionato e argomentato appello di Dio a Caino. E avrebbe di che pensare al fatto che Dio fallisce nello scopo di difendere la sua creazione. Perciò Dio condanna Caino. Quindi il vero motto che si dovrebbe onestamente trarre dal 4 cap. della Genesi è:
“NESSUNO DIVENTI CAINO!”
Sono esterrefatto dalla commistione tra politica ed esegesi esibita in questo post.
In quanto all’appendice del racconto, al quale tutti si riferiscono esclusivamente nei discorsi, non è difficile trovare un insegnamento contro le vendette private e le infinite faide.
La giustizia è riservata alla legge, cioè a Dio.
“Dio è giustizia e crea giustizia. È questa la nostra consolazione e la nostra speranza. Ma nella sua giustizia è insieme anche grazia. Questo lo sappiamo volgendo lo sguardo sul Cristo crocifisso e risorto. Ambedue – giustizia
e grazia – devono essere viste nel loro giusto collegamento interiore. La grazia non esclude la giustizia. Non cambia il torto in diritto. Non è una spugna che cancella tutto così che quanto s’è fatto sulla terra finisca per avere sempre lo stesso valore. … I malvagi alla fine, nel banchetto eterno, non siederanno indistintamente a tavola accanto alle vittime, come se nulla fosse stato.”
dall’Enciclica “Spe salvi”
Beh, immaginiamo non Forza Nuova a re-inventare, con i se e con i ma, la Parola di Dio, ma, una immaginaria Livia Turco che, anzichè con Pane Amore e Sanità, tappezzasse vie, giornali e stazioni con un’altra (vera=) citazione dalla Genesi:
16 Alla donna disse:
«Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà».
Sto redattore
quanno parlava de dolore a che diamine stava a pensa’?
Al fatto che il cesareo (o l’epidurale) non c’era ancora?
(
Genesi 4
1 Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». 2 Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». 8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». 10 Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». 13 Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». 15 Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
17 Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. 18 A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. 19 Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l’altra chiamata Zilla. 20 Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. 21 Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. 22 Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
23 Lamech disse alle mogli:
«Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l’orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24 Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette».
25 Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l’ha ucciso».
26 Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.
Un tocco di ecumenismo: Nessuno diventi Caino!
da “Catholic News Service”
London (Nov-28-2007)
A book bound in the skin of an executed Jesuit priest was to be auctioned in England.
The macabre, 17th-century book tells the story of the 1605 Gunpowder Plot and is covered in the hide of Father Henry Garnet.
The priest, at the time the head of the Jesuits in England, was executed May 3, 1606, outside St. Paul’s Cathedral in London for his alleged role in a Catholic plot to detonate 36 barrels of gunpowder beneath the British Parliament, an act that would have killed the Protestant King James I and other government leaders.
The book, “A True and Perfect Relation of the Whole Proceedings Against the Late Most Barbarous Traitors, Garnet a Jesuit and His Confederates,” contains accounts of speeches and evidence from the trials. It measures about 6 inches by 4 inches, comes in a wooden box and will be auctioned Dec. 2 by Wilkinson’s Auctioneers in Doncaster, England.
…
It was common for the skins of executed criminals to be used to cover books about their lives, a process called anthropodermic binding.
“These things exist in history and they exist in museums as well,” Wilkinson said. “This one has caught people’s interest because they don’t appear on the market very often.”
Riguardo alla questione Bibbia, Magistero e pena di morte c’è una cosa che non capisco, e chiedo aiuto.
Vado a tentoni, da dilettante. Se sbaglio, mi corrigerete.
Nelll’Antico Testamento non ci sono dubbi: la pena di morte è addirittura obbligatoria per determinati reati.
A fronte di 4, 14-15 troviamo Genesi 9,6 “Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo”, Esodo 20, 1-25, tutto il Deutoronomio e chissà quanti altri passi.
Visto l’AT nel suo complesso, per cercare una continuità tra Genesi 4 e tutto il resto a me sembra che si possa dire che Genesi 4 si riferisca al divieto della giustizia privata, ma dal momento in cui il Signore istituisce un ordinamento sociale e giuridico la pena istituzionalizzata per l’omicida (e non solo per lui) è la morte.
Nel nuovo Testamento la questione si fa un più complessa. Il Magistero della Chiesa fino ad oggi ha ritenuto che nel NT non sia esclusa la liceità della pena di morte, e io mi fido, ma mi rimane un dubbio.
In effetti in Atti 5, 1-11 viene praticata e in Romani 13, 3-4 viene ammessa.
Anche l’episodio di Gesù in croce narrato da Luca viene considerato un avvallo di questa tesi, perché il ladrone che afferma «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male» non viene contraddetto da Gesù.
Questa interpretazione potrebbe sembrare un po’ forzata, ma neanche più di tanto se è vero che l’autore del Vangelo di Luca è lo stesso autore degli Atti.
C’è però un episodio del Vangelo di Giovanni che non ho trovato tra i testi di riferimento di questa questione.
Giovanni 8, 3-11
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna èstata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più».
In questo caso quello che dice Gesù sembra chiaro: la pena di morte sarà pure lecita (infatti non contraddice Mosè), ma nessuno può applicarla.
Da come lo capisco io, è lì che la pena di morte viene abolita.
Siccome è bene leggere la Bibbia da soli ma non si può interpretarla soggettivamente, la domanda che faccio a chi ha studiato più di me è questa: in che modo il Magistero ha tenuto conto di questo passo?
Sono contrario alla pena di morte e sono lieto del percorso storico della Chiesa in direzione di una sua sua esclusione. Ma non concordo con la lettura un po’ unilaterale proposta da Matteo. Se Dio si preoccupa di Caino, ancor più si preoccupa di Abele e degli innocenti. E anche noi oggi, oltre a combattere la pena di morte, dovremmo pretendere una maggiore tutela nei confronti delle vittime innocenti. Troppo spesso chi ha ucciso lo ritroviamo libero (magari per uccidere ancora) dopo una condanna a pochi anni di carcere; mentre non c’è la dovuta attenzione alle sofferenze spirituali (e talora anche materiali) delle famiglie delle vittime. Dovremmo anzitutto sentirci tutti “custodi di Abele” (e questo è scritto chiaramente nella Genesi).
Aggiungo che a mio avviso può coerentemente battersi contro la pena di morte solo chi si batte con un impegno almeno uguale (se non maggiore) contro l’uccisione e l’oppressione degli innocenti, delle vittime. La grande sfida è combattere il male senza uccidere, ma senza rassegnarsi a convivere con il male compiuto da Caino: se paradossalmente l’unico modo per difendere le vittime fosse uccidere Caino, questo sarebbe un male minore rispetto alla connivenza con Caino. Lo stesso discorso vale nei confronti della “guerra giusta”: un grande uomo di pace, Gandhi, teorizzatore di una resistenza non violenta, osservò giustamente che di fronte all’alternativa secca tra la rassegnazione,la passività nei confronti dell’ingiustizia e l’uso della violenza preferirebbe rischiare nella seconda direzione (infatti non boicottò la guerra degli inglesi contri i Tedeschi). Quanto all’inferno, si tratta di una possibilità limite che ci ricorda l’abisso dell’orrore in cui l’uomo può cadere: ma, come disse un teologo non sospetto di eterodossia (Balthasar), potrebbe anche essere vuoto.
von Balthasar è un grande, ma forse NON per “quella” tesi teologica …
Nella Spe Salvi, Il Papa sembrerebbe dirci che, vuoto o vuotino l’inferno, il purgatorio (ovvero ogni ‘stato intermedio’ sensu lato) è…stracolmo!
Sul Purgatorio, ahimé, credo che Syriacus abbia ragione…
Von Balthasar mi è caro – per l’aiuto a credere – più di me stesso e quella sua tesi più d’ogni altra, ma essa va formulata correttamente secondo le sue parole, che non indicavano un “inferno vuoto” (questa fu una semplificazione giornalistica che con tremore vidi nascere – essendo presente alla conferenza stampa che ne occasionò il lancio mediatico: in occasione del premio “Paolo VI”, giugno 1984), ma “la possibilità di sperare che tutti si salvino”. Chi volesse vedere le fonti: “Sperare per tutti. Breve discorso sull’inferno. Apocatastasi” Jaca Book 1997. “Sperare per tutti” è del 1995 e fu scritto proprio per rispondere alle polemiche seguite alla precedente pubblicazione “Breve discorso sull’inferno”. “Speranza per gli altri” è anche un concetto ritornante più volte nella “Spe salvi” (in particolare paragrafo 48). Mai però di dice “per tutti” – insomma “per molti” ma non “per tutti”, come sarà detto del “sangue” di Cristo una volta realizzata la correzione chiesta da papa Benedetto. Luigi
“Sperare per tutti” è anche il blog di Christian Albini che qualche volta ci ha fatto visita – colgo l’occasione per salutarlo1 Luigi
Luigi, grazie della precisazione: in effetti, leggendo l’enciclica, a un certo punto mi son detto: “Me qui il papa sta mica cestinando il famoso ‘inferno vuoto’, regalandoci però -in cambio- una sorta di ‘apocatastasi (rivista e corretta) per (quasi) tutti”? Insomma: l’inferno brutto brutto per i supercattivi, il paradiso bello bello per i superbuoni, e…in mezzo il fuoco purificante dell’Amore, che ci fa soffrire sì, ma ‘sui generis’…
Dell’illogicità di salvare Caino mentre si nega ad Abele il diritto di nascere:
http://www.segnideitempi.net/2006/modules.php?name=News&file=article&sid=6443
Che nessuno tocchi Caino lo disse Dio perchè la Sua legge non era stata ancora datta all’uomo, ma ciò non vuol dire che Dio avrebbe permesso a caino di toccare abele all’infinito! L’abuso d’ironia nell’interpretazione di quel comandamento di Dio, è una chiara dimostrazione di mancanza di coerenza ed una mancanza di rispetto di Dio e della Sua volontà!
Abele