La nuova rotta della speranza, in particolare per chi viene via dal Congo, è questa: Kinshasa-Teheran (via Dubai). Da Teheran queste persone vengono portate con un autobus vicino al confine iraniano e poi, come sempre, attraverso le montagne, in Turchia. Van è la prima città grande dopo il confine. Chi ha ancora soldi (perché spesso vengono derubati durante il viaggio attraverso le montagne), prosegue fino a Istanbul e oltre, chi non ne ha più, rimane a Van. Pochi giorni fa’ Costanza, essendo nella lista dei traduttori, è stata chiamata dalla polizia per tradurre dal francese al turco l’interrogatorio di cinque congolesi: una mamma con tre bambini di 10 anni, 4 anni, 11 mesi e con loro un amico di famiglia. Arrestati poco dopo l’arrivo a Van, sfiniti per aver camminato sulle montagne dodici ore, la maggior parte di notte. Terrorizzati all’idea che li potessero rimandare in Congo. L’uomo che è arrivato con quella donna e i bambini non sapeva nemmeno di essere in Turchia. – E’ un brano di una lettera datata “Van settembre 2012” della famiglia Ugolini che i visitatori del blog già conoscono. Nel primo commento un altro brano della stessa lettera.
Neri in fuga sulle montagne tra Iran e Turchia
9 Comments
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Continua la lettera della famiglia Ugolini di cui nel post:
A noi queste cose possono sembrare impossibili, ma non lo sono affatto. Per giorni infatti queste persone, questa umanità, si trova spostata come un pacco, senza sapere niente, senza poter chiedere niente, con persone che parlano lingue a loro sconosciute. La paura di non farcela a reggere il ritmo di marcia quando devi camminare sulle montagne, di notte, al buio più totale per sfuggire i controlli sulle rotte di confine. Quante persone abbiamo conosciuto che non sanno più nulla di una figlia, di un figlio, del marito, della moglie, scomparsi nell’attraversamento delle montagne! Ancora una volta il contatto con questa umanità, i loro racconti, ma soprattutto loro stessi, ci ha dilatato il cuore a quel Qualcuno che emoziona sempre quando senti che ti si avvicina, come in questo caso, nella persona che hai accanto e che ti guarda pensando che tu sei, in quel momento, la sua speranza.
“spesso vengono derubati durante il viaggio… L’uomo che è arrivato con quella donna e i bambini non sapeva nemmeno di essere in Turchia… Per giorni infatti queste persone, questa umanità, si trova spostata come un pacco, senza sapere niente, senza poter chiedere niente, con persone che parlano lingue a loro sconosciute…”
Vedi che succede quando uno è ignorante e si affida ad una guida ? Finisce che non sa nemmeno dove va e viene derubato senza poterci far niente e senza nemmeno accorgersene.
E’ Il compito delle religioni che dicendo che ti guidano, ti vendono la speranza della terra promessa, senza dirti che devi camminare una vita in mezzo a montagne di guai e difficoltà. E quando pensi di essere arrivato ti rimandano indietro. E quando decidi che vuoi farla finita ti dicono pure che non si può.
Ma che bella addormentata/o nel bosco !
Ma quello là deve sempre sparare cazzate ?
Un caro saluto a tutti, e, se gli altri amici del “pianerottolo” me lo permettono, in particolare alla bentornata Fiorenza !
Roberto 55
Anche il “dinamismo”di comunione che anima questa famiglia così straordinaria, coraggiosa, è opera dello Spirito Santo il quale ha messo nel cuore di Roberto,e le altre, l’ansia di “unità”con il genere umano, con l’altro, il lontano – che è, poi, la stessa ansia di ‘apostolicità, universalità della Chiesa- La Turchia, poi, non dimentichiamo, è anch’essa Terra Santa: Aleppo, Damasco sono città sante dove si svilupparono i primi nuclei di cristiani. Dispiace constatare [chiedo scusa se apro chisa] come in tutto il medio oriente -Israele compreso- le comunità cattoliche si stiano estinguendo e quelle che sopravvivono si adagino ad un dialogo stringente con le comunità protestanti autoctone fino a fondersi in esse a detrimento delle radici culturali cattoliche. Stesso avviene in Palestina [motivo per il quale non mi stupii del pensiero “aperto” del compianto cardinal Martini] in cui le comunità cattoliche perdono lentamente la loro specificità fagocitate da quelle protestanti più numerose. Unità non significa uniformità, significa essere d’ accordo sull’ essenziale, essere d’ accordo sul Kerigma, ma non uniformità. E’ ‘importante che i nostri amici Ugolini mantengano l’ identità cattolica in mezzo ai popoli e ai loro idiomi; perché, anche se in pochi si è sempre una porzione di Chiesa…
@ roberto55
A proposito di cazzate, le è mai capitato di ascoltare musica rap in sacrestia ?
Mai capitato che ad un certo punto si presenta il vescovo e dice:
– Senta .. vada per la messa beat, vada per la chitarra al posto dell’ostia, vada per la musica alta in sacrestia ma addirittura arrivare al momento della comunione gridando: “El merenderoooo!!!” ?
Oh, grazie del saluto, Roberto. E’ bello che almeno il sabato tu possa ritornare da noi!
Grazie, Fiorenza: troppo buona.
Tanto più straordinaria la coraggiosa testimonianza evangelica della famiglia Ugolini sol che si consideri – qui il tema proposto da Clodine mi sembra davvero importante – la progressiva riduzione ai minimi termini della presenza cristiana in Terra Santa (Anatolia compresa: hai ragione, Clo), anche – inutile nasconderlo – a cagione della difficoltà d’affermazione, pure in quei luoghi, di quell’elementare principio della libertà religiosa, di cui – non dimentiamocelo – l’anno prossimo (con la ricorrenza dell'”Editto di MIlano” dell’Imperatore Costantino) ricorrerà il 1700° anniversario.
Buona domenica.
Roberto 55
Stavolta Luigi ci propone due eventi: la famiglia di poveri disgraziati che tentano di uscire dal Congo, e la testimonianza della famiglia Ugolini.
A me non sembra, purtroppo, una gran novità o cosa “impossibile” l’avventura di disgraziati che tentano di spostarsi dal loro paese per la sopravvivenza, basta aprire qualunque giornale e si trovano citati molti casi simili vicino casa nostra, a Lampedusa, quasi quotidianamente.
Trovo anche molto significativo che si consideri “davvero importante la progressiva riduzione ai minimi termini della presenza cristiana in Terra Santa”.
Questo seconda considerazione può, ovviamente, ricondursi ad una analoga e ben più grave riduzione della “presenza cristiana”, o meglio cattolica, nei paesi più potenti, per potenti intendo i paesi che per peso politico, potenza finanziaria eccetera hanno un grande e diretto potere sui paesi poveri, dai quali partono queste disgraziate avventure.
Ed è cosa risaputa, non serve fare facili esempi, che questo potere viene quasi sempre esercitato nell’interesse dei paesi potenti, quelli, appunto, nei quali la scristianizzazione è evidente; la troviamo anche da noi. E’ noto che gli interessi perseguiti da questi paesi non sono proprio quelli dei paesi poveri.
Ma sono loro, i potenti, che corrompono, diseducano i paesi poveri, ne sostengono i governi e così via.
Credo tutti abbiano capito, ormai, il tema per li quale mi batto: la nuova evangelizzazione dei paesi potenti, il far tornare un po’ di vera fede in Italia, in Europa eccetera.
Dai commenti su questo thread appare addirittura che calino i cattolici e crescano i protestanti, bel risultato. Non è una questione solo di libertà religiosa, ma soprattutto di scarsa presenza cattolica, dappertutto.
Siamo in democrazia, i governi, di fatto, agiscono come la pensa la maggioranza degli elettori, i quali, se hanno perso un’etica almeno simile a quella del Vangelo, spingono solo per i loro interessi, o meglio: per quello che credono siano i loro interessi, e così si comportano i governi
Invochiamo lo Spirito Santo tra noi, analizziamo la Pentecoste, il significato del compito assegnato alla chiesa primitiva, quello di andare e convertire tutti.
Vien voglia di un “governo tecnico”, ispirato dal nostro vero Capo, ma prendetela solo come una battuta.
Tanto per parlare della responsabilità connessa al dirsi “cristiani”, la scrittura che meglio identifica il vero compito dei cristiani, è “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. ( Mt 28.19-20)
Si può facilmente dedurre che se il compito fosse stato eseguito fedelmente, non ci sarebbe stato il bisogno di assistere oggi, dopo 2000 ani di attività, al fenomeno della migrazione di massa di interi popoli che vagano da un posto all’altro alla ricerca di condizioni di vita migliori perché il Regno di Dio avrebbe già dovuto essere una realtà. Evidentemente se tale e tanto disagio esiste nel mondo i “cristiani” di ieri e di oggi, non hanno svolto efficacemente e compiutamente il compito assegnato.
Quale sarà la conseguenza ? Mt. 24.48-51 “Ma se mai quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore tarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non si aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Là sarà il [suo] pianto e lo stridore dei [suoi] denti.”
Può sembrare una condanna troppo severa per la debole e languida coscienza moderna, ma in effetti la questione implica un quesito: E’ stato troppo esigente il Signore dello schiavo ad affidare un compito impossibile da realizzare o è stato lo schiavo che non ha eseguito le direttive del Signore come indicato ?
A me pare che la seconda ipotesi sia la più credibile dato che Lui aveva promesso di essere con loro tutti i giorni fino alla fine. Evidentemente non sono stati capaci di udire i richiami e comprendere le direttive.