Nella festa dell’Immacolata il Papa piange per l’Ucraina
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Luigi Accattoli
Preghiera del Papa – prima parte
Madre nostra Immacolata,
oggi il popolo romano si stringe intorno a te.
I fiori deposti ai tuoi piedi
da tante realtà cittadine
esprimono l’amore e la devozione per te,
che vegli su tutti noi.
E tu vedi e accogli anche
quei fiori invisibili che sono tante invocazioni,
tante suppliche silenziose, a volte soffocate,
nascoste ma non per te, che sei Madre.
Dopo due anni nei quali sono venuto
a renderti omaggio da solo sul far del giorno,
oggi ritorno a te insieme alla gente,
la gente di questa Chiesa, la gente di questa Città.
E ti porto i ringraziamenti e le suppliche
di tutti i tuoi figli, vicini e lontani.
Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta,
vedi le cose della terra molto meglio di noi;
ma come Madre ascolti le nostre invocazioni
per presentarle al tuo Figlio,
al suo Cuore pieno di misericordia.
Prima di tutto ti porto l’amore filiale
di innumerevoli uomini e donne, non solo cristiani,
che nutrono per te la più grande riconoscenza
per la tua bellezza tutta grazia e umiltà:
perché in mezzo a tante nubi oscure
tu sei segno di speranza e di consolazione.
Ti porto i sorrisi dei bambini,
che imparano il tuo nome davanti a una tua immagine,
in braccio alle mamme e alle nonne,
e cominciano a conoscere
che hanno anche una Mamma in Cielo.
E quando, nella vita, capita che quei sorrisi
lasciano il posto alle lacrime,
com’è importante averti conosciuta,
avere avuto in dono la tua maternità!
Ti porto la gratitudine degli anziani e dei vecchi:
un grazie che fa tutt’uno con la loro vita,
tessuto di ricordi, di gioie e di dolori,
di traguardi che loro sanno bene
di aver raggiunto con il tuo aiuto,
tenendo la loro mano nella tua.
Madre, ti porto le preoccupazioni delle famiglie,
dei padri e delle madri che spesso fanno fatica
a far quadrare i bilanci di casa,
e affrontano giorno per giorno
piccole e grandi sfide per andare avanti.
In particolare ti affido le giovani coppie,
perché guardando a te e a San Giuseppe
vadano incontro alla vita con coraggio
confidando nella Provvidenza di Dio.
Ti porto i sogni e le ansie dei giovani,
aperti al futuro ma frenati da una cultura
ricca di cose e povera di valori,
satura di informazioni e carente nell’educare,
suadente nell’illudere e spietata nel deludere.
Ti raccomando specialmente i ragazzi
che più hanno risentito della pandemia,
perché piano piano riprendano
a scuotere e spiegare le loro ali
e ritrovino il gusto di volare in alto.
8 Dicembre, 2022 - 22:32
Luigi Accattoli
Preghiera del Papa – seconda parte
Vergine Immacolata, avrei voluto oggi
portarti il ringraziamento del popolo ucraino
per la pace che da tempo chiediamo al Signore.
Invece devo ancora presentarti la supplica
dei bambini, degli anziani,
dei padri e delle madri, dei giovani
di quella terra martoriata, che soffre tanto.
Ma in realtà noi tutti sappiamo
che tu sei con loro e con tutti i sofferenti,
così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio.
Grazie, Madre nostra!
Guardando a te, che sei senza peccato,
possiamo continuare a credere e sperare
che sull’odio vinca l’amore,
sulla menzogna vinca la verità,
sull’offesa vinca il perdono,
sulla guerra vinca la pace. Così sia!
8 Dicembre, 2022 - 22:34
Luigi Accattoli
Voce di pianto. Francesco si è interrotto dopo la terza riga del testo che ho riportato qui sopra, nel secondo commento. Ha fatto una lunga pausa durante la quale si è sentito qualche suo forte sospiro davanti al microfono e poi ha ripreso con voce incrinata dalla commozione. Lo ringrazio per questa commozione che è anche mia.
8 Dicembre, 2022 - 22:39
roberto 55
M’inserisco, con il permesso del nostro “padrone di casa”, per inviare allo stesso Luigi i più cari auguri di buon compleanno.
Roberto Caligaris
Preghiera del Papa – prima parte
Madre nostra Immacolata,
oggi il popolo romano si stringe intorno a te.
I fiori deposti ai tuoi piedi
da tante realtà cittadine
esprimono l’amore e la devozione per te,
che vegli su tutti noi.
E tu vedi e accogli anche
quei fiori invisibili che sono tante invocazioni,
tante suppliche silenziose, a volte soffocate,
nascoste ma non per te, che sei Madre.
Dopo due anni nei quali sono venuto
a renderti omaggio da solo sul far del giorno,
oggi ritorno a te insieme alla gente,
la gente di questa Chiesa, la gente di questa Città.
E ti porto i ringraziamenti e le suppliche
di tutti i tuoi figli, vicini e lontani.
Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta,
vedi le cose della terra molto meglio di noi;
ma come Madre ascolti le nostre invocazioni
per presentarle al tuo Figlio,
al suo Cuore pieno di misericordia.
Prima di tutto ti porto l’amore filiale
di innumerevoli uomini e donne, non solo cristiani,
che nutrono per te la più grande riconoscenza
per la tua bellezza tutta grazia e umiltà:
perché in mezzo a tante nubi oscure
tu sei segno di speranza e di consolazione.
Ti porto i sorrisi dei bambini,
che imparano il tuo nome davanti a una tua immagine,
in braccio alle mamme e alle nonne,
e cominciano a conoscere
che hanno anche una Mamma in Cielo.
E quando, nella vita, capita che quei sorrisi
lasciano il posto alle lacrime,
com’è importante averti conosciuta,
avere avuto in dono la tua maternità!
Ti porto la gratitudine degli anziani e dei vecchi:
un grazie che fa tutt’uno con la loro vita,
tessuto di ricordi, di gioie e di dolori,
di traguardi che loro sanno bene
di aver raggiunto con il tuo aiuto,
tenendo la loro mano nella tua.
Madre, ti porto le preoccupazioni delle famiglie,
dei padri e delle madri che spesso fanno fatica
a far quadrare i bilanci di casa,
e affrontano giorno per giorno
piccole e grandi sfide per andare avanti.
In particolare ti affido le giovani coppie,
perché guardando a te e a San Giuseppe
vadano incontro alla vita con coraggio
confidando nella Provvidenza di Dio.
Ti porto i sogni e le ansie dei giovani,
aperti al futuro ma frenati da una cultura
ricca di cose e povera di valori,
satura di informazioni e carente nell’educare,
suadente nell’illudere e spietata nel deludere.
Ti raccomando specialmente i ragazzi
che più hanno risentito della pandemia,
perché piano piano riprendano
a scuotere e spiegare le loro ali
e ritrovino il gusto di volare in alto.
Preghiera del Papa – seconda parte
Vergine Immacolata, avrei voluto oggi
portarti il ringraziamento del popolo ucraino
per la pace che da tempo chiediamo al Signore.
Invece devo ancora presentarti la supplica
dei bambini, degli anziani,
dei padri e delle madri, dei giovani
di quella terra martoriata, che soffre tanto.
Ma in realtà noi tutti sappiamo
che tu sei con loro e con tutti i sofferenti,
così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio.
Grazie, Madre nostra!
Guardando a te, che sei senza peccato,
possiamo continuare a credere e sperare
che sull’odio vinca l’amore,
sulla menzogna vinca la verità,
sull’offesa vinca il perdono,
sulla guerra vinca la pace. Così sia!
Voce di pianto. Francesco si è interrotto dopo la terza riga del testo che ho riportato qui sopra, nel secondo commento. Ha fatto una lunga pausa durante la quale si è sentito qualche suo forte sospiro davanti al microfono e poi ha ripreso con voce incrinata dalla commozione. Lo ringrazio per questa commozione che è anche mia.
M’inserisco, con il permesso del nostro “padrone di casa”, per inviare allo stesso Luigi i più cari auguri di buon compleanno.
Roberto Caligaris
Tanti cari auguri!
Grazie degli auguri: entro nell’anno ottantesimo… so che è un passo azzardato… ma non avevo alternative… o almeno così mi è sembrato…