Tra le tristezze cicliche dei telegiornali quella che mi fa più triste è la monnezza a Napoli. Forse perchè è quella che intendo di meno. O perchè amo Napoli – dove sono stato per quattro mesi da soldato – come una mia patria. Che angoscia ogni volta che vedo quelle muraglie di sacchetti per le vie. Leggo in Goethe, Viaggio in Italia (BUR 1991, p. 341): “A Napoli un numero rilevantissimo di persone, quasi tutti straccioni, sono occupati a trasportare sugli asini la spazzatura fuori della città”. Era il 1787, erano quasi tutti straccioni e la faccenda funzionava. Perchè oggi no, perchè?
Napoli Goethe la monnezza e l’angoscia
10 Comments
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Ma Luigi, che “Cristo si è fermato ad Eboli” lo scrisse Carlo Levi nel lontano 44, ma la frase di una traordinaria attualità! Non è un mistero per nessuno la realtà della camorra che si frappone impedendo ogni possibile soluzione all’emergenza rifiuti; la monnezza è un businnes, quando mai si farebbero “escludere” da un giro miliardario di quelle proporzioni! Poveri Napoletani, e sono brava gente: vittime di uno stato latitante che ha sempre volutamente staccato la spina con i problemi del meridione! Problemi rintracciabile subito dopo l’unità d’Italia, ma non atavici, perché, rammentino gli amici leghisti che fino al 1200 il sud era la parte più ricca e civile [con influssi bizantini e arabi] e che Amalfi fu la prima tra tutte le repubbliche, per non parlare della letteratura e la scuola poetica alla corte di Federico, fino al 1300, quando i vassalli presero il potere facendo retrocedere di secoli quelle regioni. Ed ora ci sono i nuovi vassalli: deputati e senatori che non servono il loro Paese, ma il loro signore, il loro benefattore. L’Italia è un sistema vassallatico-democratico con i relativi ” servi della gleba” come nel Medio Evo: Stesso rapporto di tipo personale tra “Vassallo” e “beneficiario”, stessi “contrattini” privati tra due persone, il vassallo e il signore, dove in cambio della propria fedeltà e del servizio, si riceve protezione dal signore. Tale il sistema feudale prevedeva l’immunità, il privilegio di non subire- nei confini della signoria feudale controlli da parte dell’autorità pubblica” – quale l’attuale sistema vassallatico democratico italiano, anche nel privilegio dell’immunità parlamentare. Nulla di nuovo sotto il cielo! Purtroppo….
TRA LE TRISTEZZE CICLICHE DEI TELEGIORNALI, QUELLE CHE MI FANNO PIU’ TRISTE SONO… LE TRISTEZZE CICLICHE DEI TELEGIORNALI. BUON ANNO
Essendo napoletana, mi sento chiamata in causa, ancor di più ora che vivo lontano e che posso fare una differenza tra i vari comportamenti.
Al tuo perchè,Luigi, si potrebbe semplicemente rispondere che nel ‘700 c’era più senso di comunità di quanto ne sia presente oggi. Vedi, Clo, è facile scaricare le responsabilità sullo Stato latitante e sui cittadini lasciati soli. Certo! sarà anche così, ma a me a scuola hanno insegnato che lo Stato non è un’entità astratta ma siamo tutti quanti noi. E allora, torno a dire per l’ennesima volta anche se su argomenti diversi, tutto comincia da noi. Dal non buttare la carta a terra fino a non tacere sui malavitosi che hanno ormai preso il sopravvento delle nostre vite. Ci sono milioni di persone oneste, coraggiose, che ogni giorno combattono la propria battaglia personale. Ma non basta ancora, non basta a riprenderci quel senso di comunità che era presente nel ‘700, quella dignità che ci hanno tolta con sparatorie e soprusi, quel senso di civiltà che faticosamente – nascosto – resiste ancora ma non so per quanto. Nel momento in cui smetteremo di guardare dall’altra parte “perchè a me che me ne importa, io voglio campare tranquillo”, allora avremo fatto il primo passo per liberarci dalla monnezza, quella vera nel senso di rifiuti e quella metaforica nel senso di arroganza prevaricatrice che ancora gestisce il vivere quotidiano dei napoletani. Ma non perchè siano forti i camorristi, ma perchè sono deboli ed omertosi i napoletani che hanno smarrito ciò che li ha sempre resi grandi agli occhi del mondo.
E poi, quando un napoletano è all’estero o in un’altra città si comporta benissimo rispettando ambiente e regole circostanti. Ma si può essere più scemi e non farlo a casa propria? ci ho sbattuto la testa per 30 anni e poi ho detto basta e ci ho messo un oceano di mezzo…..e lo so, la sconfitta è la mia!
Ciao Princess.
Certo, dette da te certe cose…non posso che condividerle, anche perche’ le pensavo da un po’ di tempo. Dando per scontato che le cause sono molteplici, nel senso che sia la politica, sia la malavita, sia l’atteggiamento culturale, sia il senso o meno di comunita’ c’entrano…qual’e’ la vera -o almeno la principale- causa di questa situazione?
La mia opinione e’ che e’ soprattutto un fatto culturale, di visione della vita, della comunita’ e delle relazioni. (E sia chiaro che non escludo anche le altre ragioni, presenti in minore percentuali).
Ciao carissima Princess
io non sono d’accordo con te,credo che i cittadini napoletani siano povere vittime di un circolo vizzioso, un cerchio che si è andato sempre più stringendo fino a stritolare l’intero sud che brucia in roghi di immondizia da Napoli a Cagliari! Cosa sono quegli ecomostri, quelle balle le quali,se ammonticchiate superano il Monte Bianco se non i rifiuti dell’intero stivale, come una grande pattumiera! Il problema va ricercato a monte, non a valle, è troppo facile prendersela con il cittadino, poveraccio, che oltre tutto ha versato nelle tasche dello stato 780 milioni di euro all’anno, in emolumenti, consulenze, affitti degli immobili: circa 8 miliardi di euro in 10 anni, quasi una finanziaria. Tutti hanno perso, ma qualcuno ha guadagnato, e parecchio. Nel 2009 le ecomafie hanno fatturato oltre 20 miliardi di euro: un quarto dell’intero fatturato della criminalità organizzata.
E allora, perché dare addosso al cittadino il quale, cosa dove fare: tentare la differenziata!? Ma se non c’è un organismo preposto alla raccolta, cosa deve fare un cittadino? Si mettono i rifiuti in un sacchetto, che dovrebbe finire in una discarica, la discarica si riempie, viene chiusa o sequestrata per versamenti di materiali tossici, i camion si fermano, si cerca l’ennesima discarica, la popolazione protesta, la spazzatura resta a terra e bruciata.
Ricordiamoci tutti, che al tempo dei Borboni, Napoli era fantastica, pulita, e, vi sembrerà fantascienza ma, la raccolta dei rifiuti era “differenziata”, incredibile ma vero; così recita un editto di Ferdinando II: “Gli abitanti devono tenere pulita la strada davanti alla casa usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni e di separarne tutt’i frantumi di cristallo o di vetro che si troveranno riponendoli in un cumulo a parte”. Editto rispettato in pieno, ce lo attestano le opere d’arte dell’epoca, nonché documenti storici custoditi negli archivi. No! Non ci sto! E’ troppo comodo prendersela con la povera gente..
OT – Date un’occhiata se potete al video appello dei genitori di Yara.
Grazie a Dio, ci sono ancora persone normali a questo mondo, anche in tragedie di questo genere.
Per capirne di più sui mali del nostro mezzogiorno basta avere fegato e voglia di leggersi la Relazione sulla Camorra approvata dalla Commissione Antimafia il 21 dicembre 1993. Tra l’altro pubblicata da Laterza.
L’industria della monnezza a Napoli e provincia inizia con lo “sbarco” di Luky Luciano ( Frank tre dita ) estradato in Italia cone indesiderato nel 1946.
Film di Rosi del 1973
Preceduto dall’altro “mani sulla città” del 1963.
A a quasi mezzo secolo di distanza mi pare che non solo sia cabiato un fico secco.
Per esperienza personale ho assistito più volte tra gli anni 90 e fine 2000 alle sedute del comune, della provincia e della regione Campania.
Mai assistito a nulla di più deprimente, e mi fermo qui.
Come accade quasi sempre, carissima sorellina Clo, diciamo le stesse cose con parole e concetti diversi. Anche se, per averci vissuto i primi 30 anni della mia vita, so per certo come vanno le cose e mi permetto dissentire da alcune tue considerazioni.
Come dicevo in precedenza, i napoletani – e il sud in generale, se è per questo – hanno dimostrato già nel ‘700 e fino a inizio secolo scorso che è tutta una questione di VOLONTA’ e di ORGOGLIO, personale e comunitario che, quando era presente, otteneva grandi risultati in ogni sfera umana. Da qualche parte, nel corso dei secoli, si è rotta la comprensione che gente e Stato siano la stessa cosa e abbiamo consegnato nelle mani dei potenti – legali o illegali non cambia nulla, sono tutti di cartone ma fanno tutti gli stessi danni – le nostre vite e soprattutto il futuro dei nostri figli. Questa io la chiamo sconfitta, mancanza di intelligenza, convenienza, sfruttamento del momento favorevole (leggi soldi,lavoro,permessi,servizi), scambi più o meno legali. Lasciati pregare, Clo, io non me la prendo con la povera gente, anzi!!, elogio il coraggio e la tenacia di quanti fanno più del necessario per combattere questa situazione; ma non basta ancora e non basterà finchè tutti- ma proprio TUTTI – non ci scrolleremo di dosso questo giogo che NOI abbiamo accettato, visto che quando le cose non ci piacciono siamo anche capaci di iniziare rivoluzioni e di mandare re e regine in fuga.
Al telegiornale hanno appena letto il comunicato che chiede di non utilizzare i fuochi d’artificio proibiti e di aiutare la situazione rifiuti senza accumularne di ulteriori finchè non si sia eseguita una raccolta… ne parliamo il 1 Gennaio e vedremo se ho ragione o torto in quel che affermo… e non sai, Clo, quanto vorrei sbagliarmi!…
Un abbraccio
Cosa diceve Totò? “Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira, si figuri: prendo tre caffè alla volta per risparmiare due mance”
…Quello che dici è tutto vero [io li conosco i napoletani, ci sono stata a contatto per anni, è un popolo di una simpatia unica, dal cuore grande] però non è facile attuare una rivoluzione, contro lo stato i napoletani hanno dato dimostrazione di orgoglio, di coraggio, marciando compatti, dimostrando. Ma contro la camorra… Ma..ti sembra facile mettersii contro quel mostro di nome “criminalità organizzata”? Ma quelli t’accireno ammiezzo a piazza! Io avrei paura, e che la campania sia il far west della camorra che dissangua…e immiserisce il territorio è una reltà: non c’è lavoro, non c’è niente, c’è solo monnezza. Le condizioni in cui versa Napoli sono disperate, e me ne dispiaccio troppo…e sembra che la soluzione non sia neppure dietro l’angolo. Poi, ueh…sull’ostinazione d’appicciare i fuochi d’artificio, devo darti ragione: sono irriducibili!
ah, dimenticavo: ti abbraccio forte forte…principessa…cara!