Torno da Padova [vedi post dell’altro ieri] e riprendo la conduzione del blog chiedendo ai visitatori d’aiutarmi a indagare per “Il Regno” sui musulmani che si fanno cristiani anche per reazione al terrorismo islamista. Me ne hanno parlato persone che vivono in ambente musulmano in varie parti del mondo ed ecco che ne ha accennato ieri a Roma il patriarca copto cattolico di Alessandria Ibrahim Isaac Sidrak. Nel primo commento alcune parole del Patriarca, nel secondo altri riferimenti, nel terzo un’oscura minaccia.
Musulmani che si fanno cristiani a causa del terrorismo
36 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Ibrahim Isaac Sidrak patriarca copto cattolico di Alessandria ieri alla Stampa Estera di Roma: «Gli attentati a Tanta, Alessandria e Minya e l’uccisione dei 21 copti in Libia hanno spinto molti a convertirsi all’idea del Cristianesimo: ciò dimostra che in Egitto i copti non sono soltanto vittime di attacchi, ma anche strumento della missione cristiana».
http://www.lastampa.it/2017/10/06/vaticaninsider/ita/news/egitto-il-patriarca-copto-dopo-gli-attentati-tante-conversioni-al-cristianesimo-kUnYtGnqU9iNWQdMthaKON/pagina.html
Patriarcato Latino. Parole simili a quelle del Patriarca avevo letto in agosto in un articolo del sito del “Patriarcato Latino di Gerusalemme”:
http://it.lpj.org/2014/08/07/dolcemente-i-copti-degitto-si-fanno-conoscere/
Camille Eid. Più di un anno addietro ne aveva parlato “Tempi” con il collega Camille Eid:
http://www.tempi.it/perche-aumentano-nel-mondo-conversioni-islam-cristianesimo-rifugiati#.Wdk0zWi0OM8
La minaccia. Visitatori belli: intervenga chi ha informazioni concrete, segnalazioni di casi, conoscenza di persone convertite, o di testimoni, o di esperti che ne hanno trattato. Evitare ideologismi e sfoghi.
Una piccola testimanianza.
Quando a San Giovanni è stata fatta la consegna del Padre Nostro ai catecumeni che avrebbero ricevuto il Battesimo la Vegli di Pasqua, è stato raccomandato di non scattare fotografie di gruppo “per evitare possibili rappresaglie” a mussulmani che si battezzavano. I numeri li conosce certamente il servizio al catecumenato della Diocesi.
La mia impressione è che fossero cinque-sei su un totale dimuna novantina di adulti.
Qualche osservazione generale ( senza specifico riferimento al terrorismo IISIS intendo dire) era stata svolta in questo articolo:
http://www.lastampa.it/2016/02/07/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/noi-i-cristianifantasma-venuti-dallislam-MGX47Tkone9Y96KZ7KuhxN/pagina.html
Io so di cristiani che si sono convertiti all’Islam, ma mai di islamici al Cristianesimo…mah…non nutro grande fiducia sulla sincerità di tali conversioni, ammesso ci siano.. Giusto di recente provai a domandare ad un giovane di colore molto attivo all’interno di un supermercato sempre pronto ad aiutare in cambio di una mancetta, il perché di quel santo Rosario così in vista attorno al collo. Con un largo sorriso, quasi timidamente, ma molto bene, anche se a modo suo mi fece capire il motivo…ahhhh….
Dico la mia esperienza:
Quando ho abitato da bambina in Libia la mia migliore amica, Fatima, d i famiglia musulmana frequentava la mia stessa scuola dalle suore italiane.Lei mi parlo’del suo desiderio di essere cristiana, ma avevamo solo nove anni, e era solo forse un desiderio infantile. Prima che io con la mia famiglia ritornassimo definitivamente in Italia la mia amica mi disse che le sarebbe piaciuto venire a trovarmi e che voleva vedere Roma, Venezia, Firenze, le cui fotografie campeggiavano nei corridoi delle suore.Chissa’quelle immagini di San Pietro ,di San Marco, del Campanile giottesco, le avevano fatto intuire la bellezza di una religione che produce c osi’meravigliosi edifici sacri.
Non l’ho maipiu’rivista e non so cosa ne sia stato di lei.Probabilmente non e’sfuggita alla sua sorte di donna musulmana:sposata giovanissima con matrimonio combinato dai genitori, tanti figli, vita tutta passata entro le mura domestiche, vecchiaia allietata dai nipotini.Non aveva nessuna liberta’di scelta, non solo di cambiare religione, ma neppure di viaggiare e di conoscere il mondo.Eppure ogni tanto mi dico che forse un piccolo miracolo puo’essere accaduto:magari le suore l’hanno accolta nella loro comunita’, e adesso Fatima insieme a loro e’in Italia, dopo che le suore italiane furono espulse dalla Libia, durante gli anni di Gheddafi.Oppure suo padre, in un impeto di generosita’l’ha mandata a continuare gli studi in Europa.Ma ne dubito.Se fosse nata maschio,magari .
Chissà, forse per qualche via a noi sconosciuta è riuscita a realizzare quel desiderio inespresso, quel progetto nascosto, anche se realisticamente, la vedo remota come possibilità. Non che le donne islamiche siano meno tenaci, anzi, per certi aspetti sono tremende, anzi, di più;deboli con i forti e forti con i deboli.Conosco la storia di una ragazza -a me molto cara per averla vista crescere mano nella mano a mia figlia, praticamente in casa mia- la quale sposata ad un Iraniano subì dalla suocera e dalle parenti di lui le peggiori angherie.Ricordo le lacrime quando mi raccontò del suo viaggio in Iran e dell’inganno che si nascondeva a proposito della presentazione ai nonni del primogenito al quale: chiuso in una stanza con tutta la tribù, venne praticata la circoncisione a crudo…lei sentiva le urla per bambino di quasi un anno, senza poter intervenire, né osare dire “A”…
Fu un racconto agghiacciante.
Forse il suo destino era gia’racchiuso nel suo nome, Fatima.Questo nome che racchiude misteriosamente un legame fra le due religioni.
Fatima al-Zahra, Fatima La Luminosa, era la quarta ed ultima figlia di Maometto, la preferita.Sposo’ quello che divenne il primo Califfo, fondatore della corrente sciita.
Nello sperduto villaggio portoghese di nome Fatima apparve ai tre bambini la Madonna, la madre di Gesu’,Nostra Signora di Fatima.
La Madre di Gesu’e la figlia di Maometto sono misteriosamente legate al nome Fatima.
I legami del mondo spirituale sono luminosi e ultratemporali se solo avessimo gli occhi per vederli.
Ma i nostri occhi sono accecati dal mondo materiale e invece di “Vegliare e pregare”come chiese Gesu’ai discepoli nell’Orto di Getsemani, siamo sprofondati nel sonno.
Lo Spirito e’ pronto, ma la carne e’debole.
Al Santuario di Fatima intanto invece di pregare ,per la chiusura del centenario della Madonna di Fatima, il Santuario sara’ inonondato dalle luci di uno spettacolo multimediale, son et lumiere.
Invece del Santo Rosario uno spettacolo ipertecnologico
Non faccio commenti, per non essere redarguita, ma salta agli occhi la spettacolarizzazione di cio’che dovrebbe essere sul piano spirituale e diventa un “evento”tecnologico…….
Noi viviamo nel piu’completo materialismo, etsi Deus non daretur. Almeno i musulmani non hanno ancora fatto spettacolo della loro religione.
Fatima è un nome denso di significato. Molto. Se la chiamata della piccola Fatima è da Dio, niente e nessuno avrà potuto intralciare quella intenzione ,anche se in embrione, sicuramente avrà trovato realizzazione.
Questa moda di mondanizzare i Santuari per ridurli a teatrini di svago, a trasformate le Basiliche Costantiniane le quali oltre alla presenza dell’Altissimo, sono piene di preziose reliquie, opere d’arte dal valore incommensurabile in osterie è qualcosa per me d’inconcepibile.
Se solo gli occhi potessero vedere le presenze eteree che abitano gli anticvhi edifici di culto che si perdono nella notte dei tempi, se potessero vedere la luce che emanano questi luoghi catartici visitati dalla Madre di Dio e dagli spiriti celesti al seguito, ci penserebbero molto prima di profanare. La terra sulla quale sorgono Basiliche e i Santuari è terra Santa (non a caso per la religione ebraica la Terra assume un significato che va oltre,la terra è il luogo della Promessa) ogni Santuario, parlo di Fatima, ma anche Lourdes ed ogni altro luogo del mondo in cui la Madre di Dio ci fa dono della Sua visita. Ma anche Mont Saint Michel, San Gabbrilele dell’Addolorata, Monte Sant’Angelo sul Gargano, quella Terra è consacrata, anche le costruzioni seguono uno stellium che rimanda al cielo cosmico, non hanno nulla a che vedere con la fera materiale. Sono luoghi di purificazione, ma tanto, non capiscono..
Hanno molta più fede i Musulmani e gli Ebrei, su questo non si discute…
Ad avercela noi una fede così…la nostra….è acqua…
Della fede degli Ebrei etnici ho i miei dubbi.
Anche da loro la situazione è molto variegata, sia come ripartizione tra le varie correnti, sia nella adesione ai valori della corrente di appartenenza,
E, percentualmente, ho l’impressione che il numero di atei dichiarati sia maggiore che non da noi.
I mussulmani. Mediamente sono assai più religiosi di noi. Quanto però si tratti di vera “fede” o di semplice “religiosità” non saprei dire.
Sulla fede dei fratelli ebrei e musulmani sono più vicino a Beppe Zezza che a Clodine Claudia Leo. Per ragioni professionali e di location nello stabilimento balneare di Santa Marinella che ho frequentato per un ventennio, conosco molti ebrei e sono tutti secolarizzati, nel senso che non pregano, tranne tre rabbini, quattro con il Toaff che si è momentaneamente assentato. Dunque una secolarizzazione più incisiva della nostra, ma che – a differenza della nostra – non scalfisce l’appartenenza culturale alla comunità ebraica, che è vivissima in quasi tutti gli ebrei che conosco.
Per i musulmani è più complesso ma simile. Oltre un decennio addietro ho condotto un’inchiesta sui musulmani immigrati in Italia (vedi Islam. Storie italiane di buona convivenza) che consistette in 150 interviste o profili di seguaci del Profeta che si erano stabiliti tra noi e in quell’occasione feci letture e interrogai specialisti e risultò che i musulmani osservanti (nel senso di “musulmani che pregano”), tra i venuti in Italia, era allora del 5%. Dunque anche per l’islam la coesione identitaria è forte ma la fede è rara.
Ci era stato chiesto di evitare “ideologismi e sfoghi”, mi limiti solo ad alcune precisazioni strettamente necessarie.
Non c’è nessuna moda di ” mondanizzare i santuari”.
Non risulta che nessun santuario sia stato ridotto a teatrino di svago.
Chi parla di basiliche trasformate in osterie, badi a non trasformare in osteria se stesso e la sua casa, che è già una impresa.
Gli edifici di culto cattolici, poi, non sono abitati da nessuna “presenza eterea”, ma dalla presenza realissima e vivissima del Santissimo, che strabasta e straavanza .
Sulla fede di ebrei e musulmani, non entro nel discorso.
Mi soffermo al contrario sulla balzana affermazione che “la nostra”, verosimilmente la cattolica, sia ” acqua”. La mia lo è di sicuro, per esempio, ma questo non mi autorizza a trarre conclusioni generali.
Che, al contrario, sono completamente opposte.
Vedasi, senza tanti sbrodolamenti, la sezione ” Cerco fatti di Vangelo” , dove si sbatte il naso su una bella casistica di fede intensissima e vissutissima.
L’acqua la lascerei nelle bottiglie.
Il fatto vero è che l’erba del vicino, o anche del lontano, è sempre più verde.
Diversi anni fa, in un momento nel quale ero più attivo nel contesto parrocchiale, proposi che si aprisse qualche luogo di incontro per gli immigrati con l’intento di svolgere una attività di pre-evangelizzazione. Non se ne fece nulla.
Ci sono “corsi” specifici per gli appartenenti ad altre religioni , pochi o molti, che vogliono aderire al cristianesimo?
Con una realtà di “secolarizzazione” così forte tra i mussulmani come detto da Luigi Accattoli questo dovrebbe portare dei frutti di conversione.
Provo dolore al pensiero che questo non si faccia o per il timore di reazioni esasperate da parte dei fondamentalisti o perché si è persa fiducia nel potere liberante dell’incontro con il Signore e si riconosce un ‘diritto di prelazione’ alle religioni dei paesi di provenienza.
Certo la stragrande maggioranza degli ebrei moderni sono secolarizzati se non atei.Certo anche i musulmani hanno subito a c ontatto con l’Occidente una forte secolarizzazione.
Ma la differenza tra noi cristiani e gli ebrei e musulmani, e’che molti di questi semplicemente non seguono piu’la loro religione, i precetti, le feste, le cerimonie.Insomma abbandonano la religione
Noi cristiani invece VOGLIAMO CAMBIARE LA NOSTRA RELIGIONE, vogliamo cambiare i riti tradizionali, il significato tradizionale della fede, dei sacramenti,dei gesti, degli spazi sacri, vogliamo trasformare le nostre chiese in qualcosa d’altro
Da noi la secolarizzazione ha assunto il volto non solo dell’abbandono da parte dei giovani delle osservanze religiose, ma anche della volonta’soprattutto da parte della gerarchia ecclesiastica di TRASFORMARE la religione cristiana . In politica si direbbe che i preti cattolici, avendo sempre meno fedeli, vogliono “riciclarsi” come qualcosa di diverso da prima
Sperando c osi’di attirare ancora qualcuno.
Le parole dette dal vescovo Zuppi sul pranzo in San Petronio,” E’ stato fatto per rendere piu umana l’Eucarestia”non avrebbero potuto essere pronunciate da un rabbino o da un imam.Nessun imam vorrebbe “cambiare”rendere piu’umana, piu moderna una moschea, ne’alcun rabbino ortodosso sente l’esig e nza di cambiare la tradizione di cio’che avviene il Sabato per gli ebrei osservanti, per renderlo piu'”umano”
La secolarizzazione della religione cattolica, fino a punti mai visti prima, non e’tanto un abbandono della religione ma una trasformazione.
In questo senso la scelta dei responsabili del Santuario di Fatima di chiudere l’Anno Centenario delle apparizioni mariane invece che col tradizionale Rosario o con una Santa Messa Solenne, invece con lo spettacolo ipertecnologico suoni e luci, non e’soltanto una secolarizzazione ma proprio un cambiamento totale del significato di chiesa, di rito, di fede.Uno slittamento dal piano spirituale a quello esistenzial-mondano
Non vedremo mai spettacoli e pranzi in una moschea o in una sinagoga. Gli ebrei e iusulmani secolarizzati o atei si limitano a non andare piu’in moschea o in sinagoga.
E’ vero che esiste una forte secolarizzazione in tutte le fedi,compreso l’ebraismo e l’islam. sono perfettamente d’accordo.
Ma, contrariamente all’Europa che ha perduto la propria identità cristiana, non possiamo dire lo stesso per i fedeli delle religioni del libro, i quali, qualunque sia la loro provenienza in terra straniera mai rinuncerebbero alla loro identità Islamica,mai perderebbero la Tradizione tramandata dai padri, mai alle regole trasmesse, ma neppure quelli di nuova generazione trasgredirebbero, manco sotto tortura. l’Islam, poi,scisso in se stesso fa di questa forte connotazione identitaria il ventre molle di ogni fondamentalismo criminale e violento che abbiamo imparato a conoscere, purtroppo, tale è la frattura stessa tra civiltà e religione.
Circa gli Ebrei, poi, rappresentano un vero enigma. Penso a questo popolo antichissimo ( noi nella Urbe abbiamo la comunità più antica in assoluto che conserva le tradizioni come un oracolo) eppure smembrato tanto da diventare un “non popolo”, disseminato in tutte le nazioni , lingue diverse, culture diverse ma la radicalità alle fonti antichissime non si è mai spenta. Direi che è proprio il segreto del Popolo ebraico quello di mantenere vive le radici in qualunque parte del mondo si trovino ed è il tramandarsi di quegli arcani da padre in figlio, mai spezzati il segreto, il collante, la forza, la vocazione a livello profondo del popolo ebreo.
E noi cattolici? Cosa abbiamo fatto per mantenere viva la nostra identità in Europa, cosa? Niente: ci chiedono di togliere il crocifisso dalle aule e dagli ospedali, e lo togliamo, impongono la teoria del gender, e ce ne stiamo zitti. Invocano l’approvazione di leggi inique come l’eutanasia, l’aborto ed altre diavoleria e soprassediamo per politically correct.
Ma non serve neppure elencare: basterà guardare quella Babilonia che è Strasburgo per farsi i segno della Croce. Insomma, vige un tacito presupposto che anche cattolicesimo presto o tardi si omologherà trasmutando in protestantesimo liberale. La Chiesa se perde la sua Tradizione è destinata al declino.
Né l’Ebraismo nè l’Islam sono religioni basate su un Dio incarnato.
Nessun motivo di stupore.
Poi.
Se uno non ha a sufficienza una sua identità di cattolico, e ha bisogno di una serie di puntelli a cui appoggiarsi, bene: si affidi alla Chiesa, ne ha bisogno per lavorarci, su quella identità che ha perduto.
Rispondo a Beppe, che si chiede se “Ci sono “corsi” specifici per gli appartenenti ad altre religioni , pochi o molti, che vogliono aderire al cristianesimo?”.
Rispondo per la realtà che conosco io, Diocesi di Torino.
Gli appartenenti ad altre religioni, in particolare stranieri, che siano interessati ad approfondire gli elementi della nostra fede ed eventualmente a conoscerla e ad aderirvi sono seguiti e accompagnati ( se del caso poi, ” formati” ) dal Servizio Diocesano per il Catecumenato. Il quale Servizio, cosa non meno importante, organizza dei corsi di formazione specifica per parroci e operatori segnalati dalle parrocchie di ” Accompagnamento degli stranieri e dei fedeli di altre religioni: Attenzioni verso chi proviene da altre religioni o confessioni religiose: accoglienza, cultura, adattamenti.”
Per precisione, va ricordato che la Chiesa Cattolica di Roma ( a differenza di ebraismo e Islam i cattolici hanno – dovrebbe essere unico- un punto di riferimento) non ha mai :
-) né avallato, né tantomeno approvato, implicitamente o esplicitamente, la rimozione di crocefissi da aule o ospedali.
-) Non è mai “stata zitta davanti alla imposizione della teoria del gender”.
-) Non ha mai soprasseduto davanti a eutanasia o aborto.
“Noi cristiani invece VOGLIAMO CAMBIARE LA NOSTRA RELIGIONE, vogliamo cambiare i riti tradizionali, il significato tradizionale della fede, dei sacramenti,dei gesti, degli spazi sacri, vogliamo trasformare le nostre chiese in qualcosa d’altro.”
Le cose stanno ben diversamente.
Intanto, c’è da dire che quel pranzo ( nella chiesa di san Petronio) tanto criticato da certi zelanti cattolici tradizionalisti, ha avuto dei precedenti in un’età in cui non c’era lo spirito polemico dei nostri tempi. E al centro di tutto c’erano i poveri. Sempre e solo loro. Proprio come quel giorno nelle basilica di san Petronio.
Ancora non si riesce a capire che di fronte ai poveri, che vengono assimilati giustamente al Cristo stesso, ogni altra considerazione perde terreno e valore. Non capirlo è di una gravità enorme ed è ANTICRISTIANO.
In secondo luogo è del tutto falso che i cristiani vogliano cambiare la loro religione. Caso mai vogliono farla aderire maggiormente al Cristo da cui infatti la religione ha preso il nome.
La religione cristiana oggi vuole ispirarsi al Cristo con maggiore concretezza. Non bastano più le parole di Gesù pronunciate da un pulpito, che, subito dopo l’ascolto, vengono dimenticate.
Si chiede che ognuno, e la Chiesa innanzi tutto, assuma il volto del Cristo e si faccia portatore del suo messaggio. Altro che cambiare il significato tradizionale della fede!
La fede della nostra religione è la fede nel Cristo; altrimenti sarebbe una fede identica a quella di altre religioni.
Se si pensa alle parabole del Signore, si vede che in esse non si predica; i protagonisti agiscono e poco parlano.
In quella del “buon samaritano”, per esempio, si vede in azione un samaritano che, a differenza di un sacerdote e di un levita assidui frequentatori del tempio, cura le ferite di un malcapitato trovato per la strada, non si chiede chi sia, lo porta in una locanda e paga per lui.
Gesù con questa parabola dice a chiare lettere che l’azione è molto più importante del dire e del lodare. Chi si fa prossimo del proprio fratello anche senza pronunciare parola sta, in quello stesso istante, porgendo lode a Dio mettendo in atto la sua volontà.
La Chiesa oggi sta conformandosi di più, dunque, al messaggio di Gesù. Questo linguaggio, solo in parte nuovo, non vuol cambiare la religione cristiana; la vuole semmai rendere più credibile nel concreto della vita e più sostanziata del contenuto delle parole innovative ( per il suo tempo) di Gesù.
Perché, Luigi, chiami i musulmani «seguaci del Profeta»? Pensi tu che Maometto sia un vero profeta, ispirato da Dio? O addirittura “il” profeta, che porta agli uomini la rivelazione ultima e definitiva? Se non è così, non sarebbe meglio usare una denominazione meno equivoca?
Lo sanno tutti che sinonimo di Maometto e’ il profeta: dizione con cui viene indicato senza che necessariamente si “professi” nessuna di quelle perfide insinuazioni avanzate da Lugaresi.
E poi ogni termine va letto nel contesto. E il contesto mi sembra non richieda risposte ai quesiti di Lugaresi.
Vero!
“Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato”.
Prologo della Lettera agli Ebrei.
Dio ha parlato attraverso il Figlio, non esistono profeti dopo di lui, r chi non entra nel recinto…
«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
” Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13 egli è un mercenario e non gli importa delle pecore”
Capitolo 10 del Vangelo di Giovanni 1-5; 12-14
Quel “vero” è diretto all’osservazione di Leonardo Lugaresi, che condivido, ci mancherebbe!
? E chi mette in dubbio il Vangelo?
Condivido quel che ha detto Andrea Salvi.
Maometto viene considerato ” il profeta” dai musulmani. Lo sanno tutti, questo.
Gesù Cristo non è un profeta dato che è “il Figlio di Dio”. Ben più che profeta. Molto di più.
Viene considerato profeta, anche Lui, dai musulmani.
Anzi, a dire il vero, siccome molte rivelazioni contenute nel Corano riecheggiano le parole del Cristo, si pensa che Maometto, venuto dopo Gesù, le abbia prese pari pari da Lui.
Vedi un po’ quanto è complesso il discorso sulle religioni.
“E chi mette in dubbio il Vangelo?”
E chi mette in dubbio che la signora non condividesse le parole del Lugaresi Leonardo? Ci sarebbe mancato altro!
Chi avrebbe detto che, pur di benedire il tradizionalismo e il fissismo, venisse elogiata anche “la religione del Profeta (Maometto)”? E invece succede.
Cerchiamo di capirci. Non ci si può scandalizzare – o far finta di scandalizzarsi – della staticità sociale e morale delle culture ispirate all’islam (ruolo subalterno delle donne; disparità di diritti tra uomo e donna; limitazione della libertà dei contraenti nella impostazione del matrimonio; strapotere maschilista; limitazioni per le donne nell’accesso alla istruzione; forme arretrate o poco esistenti di democrazia, ecc.) e poi tessere l’elogio della “Tradizione e delle regole tramandate dai padri” nell’ambito musulmano. Il “vetus ordo” della rigidità islamica porta al “ventre armato” (altro che ventre molle) del fondamentalismo terroristico.
L’annuncio cristiano e la pratica cristiana si sono strutturati subito dall’inizio in altro modo, prendendo le distanze dal ritualismo e fissismo ebraico. Il primo cosiddetto concilio (Atti 15) a Gerusalemme, con gli apostoli, con Paolo e Barnaba e gli anziani, non affronta questioni cristologiche o sacramentarie, ma banalmente tratta di circoncisione, di norme igienico-sanitarie, di unioni illegittime, di carni offerte agli idoli, di animali soffocati. Senza questo rifiuto della tradizione ebraica, e senza il collegato incidente di Antiochia, di Paolo contro Pietro (Galati 2, 11 ss.) – tanto richiamato ultimamente anche su questo blog – il cristianesimo primitivo sarebbe rimasto, per chissà quanto, una variante dell’ebraismo, una setta come quella dei farisei e sadducei. E Porcio Festo (Atti 25, 13 ss.) avrebbe centrato per sempre il problema: “…capi e anziani dei Giudei avevano con Paolo alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo”.
Concordo con p. Amigoni, il cattolicesimo non è una religione statica e questo porta a due tipi di lamentele: c’è chi si lamenta che cambia troppo, e chi si lamenta che cambia (troppo) poco.
In pratica : c’è chi si lamenta.
🙂
Lorenzo,
c’è chi si lamenta e c’è la maggioranza (silenziosa) che cerca di stare al passo con la Chiesa senza essere lamentoni. 🙂
Verissimo, Enrico.
Menomale.