Intorno a Natale ci siamo occupati a lungo – in questo blog – della vicenda di Piergiorgio Welby che forse trova oggi una serena conclusione: parole di mite dissenso e cristiana comprensione sono venute da Mina Welby in risposta al cardinale Ruini che l’altro ieri aveva spiegato con l’abituale chiarezza come il suo “no” al funerale religioso fosse stato obbligatorio, stante la dichiarata intenzione di suicidio da parte di Piergiorgio Welby. Mina nega quella volontà, afferma di considerare quella del cardinale una “decisione affrettata” e così lodevolmente conclude: «Per il modo come Piergiorgio ci ha lasciati – cioè in pace con tutti dopo una vita spesa per gli altri – sono sicura che Dio misericordioso l’abbia accolto. Vorrei chiudere questo doloroso capitolo e dire a tutti che errare è umano e credo sia giusto che anch’io come cattolica convinta non serbi rancore verso nessuno».
(Nel primo commento a questo post le parole del cardinale e quelle di Mina Welby)
A integrazione del post, riporto qui la notizia ANSA sulle parole di Ruini e la lettera di Mina Welby.
FRASCATI (ROMA), 4 SET – Il cardinale Camillo Ruini ha spiegato di non aver avuto scelta nel negare i funerali religiosi a Piergiorgio Welby. «Sono io personalmente che ho preso quella decisione – ha ricordato Ruini – per un motivo di ordine logico, dispiaceva anche a me dire no. Sapevo quanti strali mi avrebbe attirato, quanto disagio potevo creare, e soprattutto che avrei aggiunto sofferenza alle persone a lui legate: questo soprattutto mi ha addolorato però ho pensato che non c’erano scelte». In una conferenza presso la Summer School della fondazione politica Magnacarta, a Frascati, rispondendo alle domande di alcuni studenti, il cardinale Ruini ha ricordato che per la Chiesa «il suicidio è intrinsecamente negativo» ma che oggi tende a concedere il funerale religioso ai suicidi presupponendo che sia mancata «la piena avvertenza e il deliberato consenso» perchè la persona era «turbata psichicamente». «Nel caso di Welby – ha spiegato il porporato – era molto difficile, del tutto arbitrario e anche irrispettoso verso di lui dire questo». Questo perchè il paziente aveva più volte manifestato proprio il desiderio di morire. Comunque, ha spiegato il vicario del Papa per Roma, «questo non vuol dire che non possiamo pregare per lui e che non preghiamo per queste persone». «Io spero – ha aggiunto – che Dio abbia accolto Welby per sempre, ma concedere il funerale sarebbe stato come dire ‘il suicidio è ammessò».
La lettera di Mina Welby è riportata oggi dal “Corriere della Sera” a p.39. Lettera aperta a sua Eminenza cardinale Camillo Ruini. Eminenza reverendissima. che lei sia tornato a parlare della vicenda dolorosa di Welby mi fa pensare che si trova ad affrontare una profonda crisi interiore, dovuta probabilmente alle continue rimostranze da molte parti anche dell’ambiente ecclesiastico che non hanno approvato la sua decisione di non far celebrare il funerale religioso. Io voglio unicamente pensare che era stata una decisione affrettata. Purtroppo le notizie si accavallarono con le più svariate opinioni che vennero manifestate in quel perioso, e mancava la chiarezza. La richiesta di Piergiorgio fu semplicemente quella di non infierire oltre con la terapia ventilatoria che gli procurava grande sofferenza. La sua patologia, la distrofia muscolare, aveva ormai raggiunto il culmine e la ventilazione artificiale che certamente non poteva guarirlo – e questo lo aveva saputo già quando l’aveva accettata nel 1997 – ora non era nemmeno più una cura di sostegno, bensì era diventata una tortura. L’articolo 2278 del Catechismo della nostra Chiesa cattolica ci dice chiaramente: “L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”. – Segue il brano conclusivo della lettera, riportato nel post. Luigi
Ineccepibile il comportamento di Ruini, di cui ammiro il coraggio. Comprensibile quanto dice la vedova Welby, che peraltro – si noti – non nega il principio ma sostiene solo che il caso del marito non vi rientrasse. Sono ancor più convinto che i veri responsabili di quanto è successo sono i radicali, per la loro abietta strumentalizzazione della sofferenza di Welby.
Concordo con quanto dice Leonardo: in casi del genere sia il torto che la ragione vengono strumentalizzati, perché si ha poco riguardo, troppa fretta, per accertarsi di dire esattamente ciò che le persone coinvolte vogliono dire. Spinti magari anche dalla voglia di dimostrare una tesi (questo è giusto/questo è sbagliato), ciò che porta a non vedere obiettivamente, o a fregarsene di vedere obiettivamente, la verità, per dimostrare la propria tesi. La mia è una riflessione generale, ma leggo qui con piacere la lettera della vedova Welby e quella di Ruini: lontano dai riflettori e con intelligenza il dialogo c’è, quindi quando non c’è è per criminale indifferenza a fare un dialogo vero.
Che i radicali abbiano strumentalizzato tale caso è evidente.
Che si stato un suicidio, ho fortissimi dubbi, sono più propenso a pensare che sia stato un caso di accanimento terapeutico, ho molto apprezzato l’articolo del cardinale Martini sull’argomento.
Non ho soluzioni semplici, ma quello che dice il Catechismo è molto bello e concordo pienamente, solo che poi nell’applicazione i pareri sono molto discordanti.
Conosco medici che mi hanno riferito che in molti casi simili a quello di Welby ma che non avevano avuto lo stesso risalto mediatico, il paziente è stato lasciato morire in pace…..
Morire in pace, ecco questo penso che sia l’obiettivo di tutti….. pèenso che anche Welby dopo tanti anni di sofferenza abbia cercato questo.
Una cosa faccio fatica a capire, come mai se una cura non voglio che mi venga applicata, posso legittimamente farlo e nessuno si sogna di parlare di suicidio, mentre se la inizio, poi non posso più interromperla, si gioca molto su questo punto tutta la discussione….
Al di là dei “sacri princìpi”, che pure sono importanti, pongo una questione nuova. Molte anime mistiche spiegano che la sofferenza, soprattutto la sofferenza di questi notri fratelli e sorelle che vivono inchiodati sulla croce, rappresenta una fonte di benedizione per l’umanitá, per il Paese dove vivono, e che attraverso la loro sofferenza tante scjagure, meritate a causa del nostro vivere sempre più lontani da Dio e come schiavi di Satana, vengono allontanate. Un’anima mistica racconta come in Austria, negli anni cinquanta del secolo scorso, tutti i paesi posti sotto una montagna furono sepolti da una valanga di dimensioni eccezionali, tutti meno uno, perché là viveva una donna inchiodata da trent’anni ad un letto dalla malattia e che offriva la sua sofferenza al Signore. E che dire della beata Alexandrina da Costa, che con la propria sofferenza di persona inchiodata ad un letto dall’età di diciassette anni fino alla morte in età avanzata, ha salvato, con l’offerta della sua sofferenza – anche di natura mistica – il Portogallo dalla seconda guerra mondiale? Possibile che non ci siano sacerdoti capaci di spiegare, e naturalmente, vivere questo semplice fatto? Il beato Rupert Mayer, gesuita tedesco perseguitato dal nazismo, quando era giovane novello e sacerdote e visitava i mali sapeva dare questa forza di vivere ai malati anche più gravi, e diceva loro: “Offrite la vostra sofferenza sl Signore per me e per il mio ministero sacerdotale”. C’è qualcuno oggi che dice ai malati: “Offrite la vostra sofferenza per il Papa, per salvare anime che altrimenti andrebbero all’inferno, per i sacerdoti perché non cadano nel peccato e non abbandonino il proprio ministero?
Elisa, benvenuta nel blog! Ti do questo saluto da Vienna dove sono appena arrivato con l´aereo papale. Approfitto del tuo nuovo ingresso per salutare caramente tutti i visitatori. Luigi
È vero che in Austria c’è ‘freddo’ intorno al papa, come alcuni hanno detto?
Un saluto a Luigi e buona permanenza in terra Austriaca.
Sono curioso di ascoltare Benedetto XVI in questo suo viaggio europeo. Le premesse sono buone: IL riferimento al “relativismo come atteggiamento da contrastare” fatto alla partenza per Vienna, mi è molto piaciuto.
Salutando tutti gli altri bloggers, vorrei sottolineare l’importanza di questo “dialogo epistolare” tra Mina Welby e il card. Ruini.
“DIO SCRIVE DRITTO ANCHE SU RIGHE STORTE”
Piove in continuita´ da tre giorni e c`e` poca gente in giro. Ci sono timori per il pellegrinaggio di domani a Mariazell, dicono che sono possibili allagamenti e smottamenti ed e` predisposto un “piano b” per trrovare strade alternative ai pellegrini. Ma ora mi devo muovere, scusate… Luigi
IN BOCCA LA LUPO a Luigi.
Mi scuso, volevo scrivere “in bocca al lupo”, non “la”. I’m sorry.
Per Guido Villa:
Concordo anch’io che la sofferenza degli innocenti salva il mondo, e sono assolutamente contrario all’eutanasia, ma l’accanimento terapeutico è altrettanto poco dignitoso della dignità e della vita stessa dell’ammalato.
Ripeto la questione che ho posto sopra, una cura può essere rifiutata e la cosa è legittima, ma se viene accettata non può più venire tolta, questo non riesco a comprenderlo e mi piacerebbe sapere come lo capite Voi ed il Vostro parere.
Grazie.
Intervengo da Vienna: puo` certamente essere “tolta” sia a lume di ragione, sia per il Catechismo nel brano citato da Mina Welby: “L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima…”. E´ solo la nostra legge italiana che e` al momento inadeguata alle nuove risorse della medicina. Luigi
Buona sera a tutti e un grazie al dott. Accattoli per aver accolto la mia iscrizione.
Ho trovato il suo Blog attraverso la mia partecipazione nel Blog del dott. A.Tornielli.
Ho letto questi commenti e vi ringrazio per gli ulteriori approfondimenti ad una storia che ci ha fatti veramente soffrire tutti…
Non posso che ringraziare il card. Ruini per il coraggio (ma soprattutto per la testimonianza di coerenza serena) che ha avuto ben sapendo quante antipatie e critiche si sarebbe tirato addosso anche da parte di chi, purtroppo, definendosi cattolico avrebbe dovuto comprendere che non aveva altra scelta!
La vita è un bene INDISPONIBILE, può sembrare uno slogan, ma non è così, è la verità…Qui non si tratta neppure di giudicare la scelta di Welby (nessuno può giudicare il cuore dell’uomo), quanto di prendere coscienza di come lo stesso Welby sia stato strumentalizzato ed usato fino alla fine…..
Di fronte alla pessima campagna portata avanti dai Radicali sventolando come bandiera il volto di un uomo sofferente, non poteva avere come epilogo ciò che essi stessi hanno scelto per Welby: la morte!
Ora i funerali Cattolici non sono semplicemente la sepoltura dell’uomo, ma sono il rito dell’attesa della Risurrezione, in tal senso la Chiesa non può fare un Rito funebre che apre alla Vita Eterna a chi ha deciso di sostituirsi a Dio e decidere per la morte….La vita ukmana appartiene a Dio fin dal suo concepimento e fino alla sua morte naturale…
E’ ovvio che la Chiesa contemplando LA CROCIFISSIONE prima della Risurrezione e avendo detto Gesù: come ho fatto io così voglio facciate anche voi…..è ovvio che la Chiesa NON poteva accettare quel funerale.
Dice il Libro del Siracide: TI SARA’ DATO CIO’ CHE AVRAI SCELTO….non comprendo allora i sostenitori (specialmente se si dicono cattolici) del caso Welby (attenzione, dico “il caso Welby” perchè quanto a sostenerlo come Persona, lo sostenevo anch’io, ma perchè non rinunciasse alla vita!) che in definitiva avrebbero voluto dare a Welby che scelse di voler morire…. un Rito che è un inno alla vita e così giustificare il suicidio, legittimarlo, legittimare l’eutanasia…
Ci lamentiamo tanto che nella Chiesa non c’è libertà e ora che la Chiesa ha agito nel rispetto della libertà di Welby la si critica….
La signora Mina dice una frase molto importante:
” Vorrei chiudere questo doloroso capitolo e dire a tutti che errare è umano e credo sia giusto che anch’io come cattolica convinta non serbi rancore verso nessuno”
***
errare è umano….mi pare dunque di leggere una ammissione di responsabilità! Bè questo sarebbe un bel passo in avanti e di sicura riconciliazione….perchè la Chiesa non è matrigna, ma è sempre pronta a riconciliarci con Dio.
La morte di Welby è stato un disprezzo al Crocefisso(=Vita, perchè Gesù ha detto Io sono la Vita)….personalmente non credo che Welby sia stato responsabile direttamente di questo, ma indirettamente si, indirettamente perchè guidato e consigliato da persone senza scrupoli che hanno approfittato della sua malattia per tirarlo dalla loro parte, per vincere la loro battaglia IDEOLOGICA….e così oggi i signori radicali complici di quel suicidio sono vivi e se la godono, mentre Welby è sepolto e la moglie è rimasta sola!
Ma il Signore è così grande che userà quel disprezzo alla vita riconciliando Welby al suo Cuore quanto più la signora Mina e noi con lei, continueremo a Pregare per la sua anima e perchè quella testimonianza che ci ha coinvolti tutti ci aiuti a scoprire il valore e il senso della vita anzichè farci desiedrare la morte……
Le sono vicina signora Mina, sia come cattolica, sia come moglie che comprende le fatiche che ha passato. Ogni giorno la porto nella preghiera del Rosario!
Fraternamente Caterina, laica Domenicana (LD)
Benvenuta Caterina: che bello avere una frequentatrice che ricorda nel nome Caterina da Siena! Luigi
La carissima Caterina ha scritto un papiello enorme per fare affermazioni non rispoindenti ai dati di fatto.
Si prega verificare dai sacerdoti salesiani che accompagnavano Welbi,
quindi
meno fantasia
e attenersi di più alla realtà.
Ma forse questo non vale per LD Caterina63
moderatrice di Crismon e di Cattolici Romani
che fa politica e etica
coprendosi della maestà del Santo Padre Benedetto XVI
leggetevi quanto dice in questo link:
http://www.totustuus.biz/archive/index.php/t-150.html
“sulla base della Costituzione Italiana la quale, ahimè, ignora un diritto fondamentale, ossia che l’Uomo ha il diritto di essere riconosciuto FIGLIO DI DIO e questo al di là di ogni credo e di ogni appartenenza….”
“dare a Dio ciò che gli appartiene…l’Uomo appartiene a Dio al di la della sua fede in Dio stesso….o appartiene a Dio o appartiene allo Stato e a se stesso ed allora si fa dello Stato e di se stessi un dio….”
“uno Stato che si definisce DEMOCRATICO ma che negasse all’uomo IL RICONOSCIMENTO di QUELL’ESSERE FIGLIO DI DIO…. cesserebbe di essere democratico….
Infatti non sono “io” che da cattolico ti sto imponendo qualcosa…sei “tu” semmai che mi imponi la negazione al riconoscimento della mia identità obbligandomi alla “tua” che non propone nulla in cambio, non mi offre nulla, anzi, deteriora l’uomo facendolo diventare dio di se stesso e di tutto……”
Insomma se la pensi come me,
rispetti la democrazia………………
Alla faccia della fraternità