Stamane Ciro Fusco e io abbiamo presentato il nostro libretto sulle parabole di Papa Francesco alla Confraternita dei Macellai di Roma che aprivano l’anno sociale nella Chiesa di Santa Maria della Quercia in Piazza della Quercia, che è davanti a Palazzo Spada. Per sapere che sia quel libretto vai alla pagina “Antologia delle pubblicazioni” che è elencata per quinta sotto la mia foto e clicca sul primo titolo. Se sei un macellaro vai qui sotto ai primi commenti.
Mie proposte spericolate ai Macellari di Roma
21 Comments
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Storie per macellari. Ho per voi due piccole storie o parabole. Per voi confratelli “macellari”, come si direbbe alla romana.
Una è di Papa Bergoglio che da bambino voleva fare il macellaio. E un’altra è di un macellaro romano entrato nella storia dei santi di questa città, in quanto offrì alloggio a San Benedetto Giuseppe Labre quand’era in fin di vita. Il Labre è uno dei santi romani più importanti dell’epoca moderna. Morì nella casa del macellaro, a via degli Zingari, che ora è traformata in memorial del Santo e si può visitare.
Bergoglio da bambino sognava di fare il macellaio. Francesco ha dato più volte quella risposta a bambini che gli chiedevano che cosa da piccolo volesse diventare. Questa è la risposta più articolata, data alla bambina polacca Basia, otto anni, riportata a pagina 67 del volume Rizzoli “L’amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini (2016): “Alla tua età io volevo fare il macellaio. Non ti stupire adesso! Quando avevo la tua età, andavo con mia nonna al mercato e avevo notato un macellaio che mi stava simpatico. Era grande e grosso e aveva un lungo grembiule con una grande tasca davanti. Quando mia nonna pagava, lui metteva le mani nella grande tasca. Era pieno di soldi e dava il resto alla nonna. Tutto questo mi colpiva e io volevo essere come lui. E’ buffo ma devo confessarti questa cosa”.
Il macellaro che ospitò il Labre morente. C’è un macellaro nella storia dei santi di Roma e si chiama Francesco Zuccarelli. Ha un “negozio di macellaro” a via dei Serpenti: ospita nella sua casa Benedetto Giuseppe Labre il 16 aprile 1783.
Era il mercoledì della settimana santa. Il santo pellegrino e senza casa era restato a lungo in preghiera, come da sua abitudine, nella chiesa della Madonna dei Monti [nella quale ora è sepolto], davanti all’icona di “Nostra Signora dei Monti” che lì è venerata. Uscendo dalla chiesa cadde sui gradini, sfinito dalle penitenze. Francesco che lo conosceva gli offrì di ospitarlo a casa e il Santo accettò.
Aiutato dai figli Pier Paolo e Anna il macellaro porta Benedetto Giuseppe a casa sua, in via dei Serpenti 2, che oggi è trasformata in Museo.
Invitate Francesco. Potreste chiedere un’udienza al Papa, o invitarlo qui da voi, con il buon argomento che da piccolo voleva fare il macellaio. E potreste anche ricordargli che un macellaro ospitò in morte Benedetto Giuseppe Labre, il santo dei poveri
Se volete io potrei tornare da voi e raccontarvi nei dettagli la vicenda del santo Labre ospite degli Zuccarelli: il figlio Pier Paolo che aiuta il papà a portare il morente in casa, la figlia Anna che prepara il proprio letto per offrirlo al poverello, la moglie che si spaventa d’avere in casa un vagabondo che magari in casa sua morirà e nientemeno che sul letto della figlia: “Mio marito si prende tutti li gatti a pelare”. Le mamme romane della seconda metà del Settecento erano un sacco sensitive. Nella “Positio” [Istruttoria] della causa di canonizzazione [volume che riporta gli interrogatori dei testimoni] vi sono le deposizioni narrative degli Zuccarelli [i tre che ho nominato, più l’altro figlio Fortunato, che aveva anche lui “negozio di macellaro” alla Suburra] e ne risulta una bella storia.
Storia di un Santo che non conoscevo. Grazie Luigi.
Idem dei macellari romani.
Buona giornata in memoria liturgica della Madonna del Rosario.
Fabrizio buongiorno. Se tornerai a farti vedere a Roma volentieri ti accompagnerò alla tomba di San Benedetto Giuseppe Labre e alla casa del macellaro Zuccarelli dove morì. Per ora ti devi accontentare di questa mia rievocazione, dove ho segnalato l’attualità di questo santo:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/benedetto-giuseppe-labre-una-santita-donata-dallo-spirito-attualissima-oggi/
Quanto al tornare a Roma: chi tra i miei visitatori vive lontano non si lasci impressionare dalla cattiva immagine della città che domina i media e il dibattito politico. C’è il dissesto stradale e quello delle scale mobili, la monnezza di sempre per le strade e forse qualcosa di più, l’imperizia degli amministratori e le mafie dei dipendenti, la maleducazione di noi romani che incentiva quella dei turisti, ma niente paura: sono mali già segnalati da Giovenale e Marziale e da tutti i cronisti degli Anni Santi. Abbiamo anticorpi così. Io, per dire, ci vivo bene. Devi badare a dove metti i piedi, ma la luce di questo ottobre ripaga tutto. Vieni Fabrizio.
Caro Luigi, sono in Toscana da mia figlia.
Ti chiedo scusa se vado fuori tema, ma il link che indico qui sotto me l’ha mandato per email un amico, io non sono in FB. Il link mostra un esempio significativo dell’AMMAZZONICAMENTO della nostra chiesa:
https://www.facebook.com/1802056951/posts/10211341204964830/?sfnsn=mo&s=100000410975387&w=y
La traduzione del commento su FB è questa:
“”Balliamo tutta la notte. Fantastico vedere i cambiamenti a Roma.”
Papa Francesco è contento di questo cambiamento? Per me è un obbrobrio!!!
Perciò non sono contento! Tu sei contento?… E i tuoi visitatori?…
Un caro saluto dalla Toscana a te e a tutti
Luigi ciao! Grazie di cuore del Tuo invito.
Spero di poter venire presto a Roma.
Buon proseguimento di giornata.
Fabrizio
E grazie anche del Tuo link inerente la storia di San Benedetto Giuseppe Labre.
Il povero Labre in fondo era un barbone, si dice che avesse il suo giaciglio nel quarantatreesimo arco del Colosseo -e dire che il bisnonno di mia madre aveva bottega da ciabattino nel 32 arco, verso Labicana, per intenderci, quasi un vicino di casa insomma- una figura, quella del nostro Santo, molto simile a San Francesco per scelta di vita :” da ricco che era si fece povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. 2 Colossesi 8,9..
Caro Giuseppe, il sinodo sull’Amazzonia, per dirla con il Cardinale Gerhard Ludwig Müller che boccia l’Instrumentum Laboris del Sinodo per l’Amazzonia, non è che un protesto per cambiare la Chiesa e il fatto che si faccia a Roma vuole significare proprio questo.
Ti mando il video il cui messaggio,fedelmente tradotto, vocalmente, condivido totalmente.
https://youtu.be/_Kx40JTbojA
chiedo venia, volevo dire “pretesto”
Carissima Clodine, grazie per la tua attenzione nei miei riguardi.
Anch’io condivido totalmente il messaggio.
La nostra VERA Fede di cristiani cattolici deve essere conservata nonostante quello che accade nella chiesa. E’ il mio impegno di vero credente, anche se imperfetto personalmente.
Ma guarda cosa succede in Italia, per la precisione ad Avellino. Suore e frati ballano nel duomo. Gesù Cristo l’hanno cacciato fuori, come fanno, infatti a pensare a Lui e ballare? Tu che ne dici?
https://youmedia.fanpage.it/video/aa/XMq3luSwUu7-Mh9M
Caro Luigi, tu da padrone di casa ovviamente puoi togliere senz’altro questo link.
Sei un uomo di fede e di preghiera caro Giuseppe, come potrei non prestarti attenzione. Condivido le tue riflessioni: Gesù l’hanno cacciato fuori dalle scuole agli ospedali, dalle campagne alle fabbriche, dalle case e anche dalla Chiesa e purtroppo, come disse qualcuno: ” L’estromissione del Creatore determina un deragliamento universale della ragione”.
Del Cardinal Biffi risuona, oggi,alla viglia del Sinodo sull’Amazzonia, la sua voce più forte che mai in questa profetica riflessione: «Ogni messaggio ecologico che non metta al primo posto la difesa della vita umana (sempre sacra e intangibile in ogni momento del suo sviluppo) e delle leggi che naturalmente presiedono alla trasmissione della vita è un messaggio ecologico acefalo, in grave sospetto di essere organico e funzionale a quelle ideologie disumane che magari cambiano le denominazioni e le bandiere, ma, al di fuori della confessione cristiana non finiscono mai di imperversare».
Carissima Clodine, hai saputo cosa ha scritto oggi Eugenio Scalfari sul giornale La Repubblica a proposito di Papa Francesco? Spero con tutto il cuore che non sia vero, mi aspetto però una denuncia per diffamazione contro Papa Francesco da parte del Vaticano. Difatti Scalfari riporta virgolettata una frase di Papa Francesco riferita alle frasi dette da Gesù nell’orto del Getsemani e sulla croce. Il Papa avrebbe detto: «Sono la prova provata che Gesù di Nazareth una volta diventato uomo, sia pure un uomo di eccezionali virtù, non era affatto un Dio».
Mi aspetto con tutto il cuore da parte del Vaticano una denuncia per diffamazione contro Papa Francesco.
Ciao, Clodine.
Giuseppe, su Scalfari il portavoce vaticano ha fatto nel primo pomeriggio di oggi questa dichiarazione:
Come già affermato in altre occasioni, le parole che il dottor Eugenio Scalfari attribuisce tra virgolette al Santo Padre durante i colloqui con lui avuti non possono essere considerate come un resoconto fedele di quanto effettivamente detto, ma rappresentano piuttosto una personale e libera interpretazione di ciò che ha ascoltato, come appare del tutto evidente da quanto scritto oggi in merito alla divinità di Gesù Cristo.
https://ilsismografo.blogspot.com/2019/10/vaticano-comunicato-della-sala-stampa_9.html
Caro e stimato Luigi,
sono davvero contento della precisazione vaticana che mi hai cortesemente segnalata nella tua mail.
“Deus conservet Papam Franciscum et beatum faciat eum in terra, non obstante Eugenium Scalfari!!!.
Grazie, Luigi! Una bella notte a te e a tutti! E anche a Papa Francesco!!!
Giuseppe
Quando ero giovane avevo una avversione per i gesuiti dovuta al fatto che il loro parlare non era maimchiaro al punto che i loro interlocutori potevano interpretare le loro parole come una conferma del proprio pensiero.
Forse è per questo che Scalfari parla cosi? Sta esprimendo il suo , dimScalfari, pensiero, ma lo fa perché così ha capito dalle parole del Papa.
In altre parole Scalfari non “mente” quando scrive quello che scrive, solo lui ha capito così. Chissà come mai…..
Caro confratello cristiano Beppe, la nostra quasi omonimia ci accomuna anche nella sostanza del nostro pensiero. Non essendo Scalfari un bamboccio, ma un professionista di valore giornalistico temo che abbia voluto scrivere la “sostanza” del ragionamento borgogliano. Papa Francesco pur essendo la Guida universale della chiesa cattolica non parla quasi mai ex cathedra, esprime solo opinioni improvvisate spesso in diretta Tv.
Io da cristiano credente spero con tutto il cuore che Scalfari abbia sbagliato. Secondo te, non sarebbe stata meglio una denuncia anti-Scalfari per diffamazione anti-Bergoglio. Così sotto l’esame della magistratura sarebbe venuta a galla la verità. Io prego in ginocchio Gesù che Papa Francesco, il quale a volte non si inginocchia davanti all’Eucarestia, sia davvero un convinto credente nella divinità nell’uomo Yeshùa. Questo è il nome ebraico di Gesù.
Un affettuoso saluto da confratello cristiano. Pax tibi necnon mihi!!!
Siano lodati Gesù e Maria, la nostra carissima Madre Celeste. Anche lei all’inizio ebbe dei dubbi, ma poi desiderò che in Lei si compisse la volontà di Dio. E nacque l’UOMODIO, che ancora è presente nell’Eucarestia. E perciò bisogna inginocchiarsi davanti a LUI… Un bel saluto, caro Beppe, a te, allo stimato Luigi e a tutti
Caro qusi omonimo.
, c’è comunque da fare una osservazione non da poco.
La conpresenza in Gesu’ delle nature umana e divina è un “mistero” cioè cosa che non si può “spiegare” a parole. Se si cerca di voler ” capire ” è inevitabile che si incorra in malintesi. Chissà quali sono state le reali parole usate da Bergoglio e chissà in quale contesto. Certo che Scalfari ha “capito male” e, forse, il papa non si è espresso con suffiente chiarezza – fatto salvo il fatto che un “mistero” non si può “spiegare” in una amabile conversazione di fronte al caminetto.
Caro Beppe, intelligente osservazione la tua. Complimenti!…
Comunque c’è da sottolineare il fatto apprezzabile che Papa Francesco chiede sempre di pregare per lui. Ciò che io nel mio piccolo faccio ogni mattina.
Caro Beppe, ancora un bel saluto. Grazie per la tua attenzione nei miei confronti.