Chiamato a un convegno genovese su don Gianni Baget Bozzo nel decennale della morte (8 maggio 2009) ho trattato della sua “”vocazione orbitante a esplorare l’altra faccia del pianeta” e in coda – riflettendo sulle eredità che ha lasciato – ho indicato come una delle principali “la difesa degli omosessuali”. Nel primo commento riporto il contesto nel quale ho formulato questo riconoscimento e nel secondo invito i visitatori ad aiutarmi in una ricerca che sto conducendo in vista di un articolo per “il Regno”.
Mia ricerca su Baget Bozzo e l’omosessualità
7 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Difendeva gli omosessuali. Non dimentico i meriti di don Gianni, che a dieci anni dalla morte ci appaiono forse più chiari. L’intelligenza, il lavoro assiduo, la capacità di linguaggio, il coraggio di esporsi. L’attitudine a parlare di Dio nella lingua dell’epoca. L’insistenza sul “dono” dei profeti e sulla necessità di riscattarlo nei confronti del sacerdozio: la sua passione per Savonarola non è mai venuta meno. La denuncia del peso che il magistero ha posto sulla sessualità. La rivendicazione della libertà di scelta politica per i cattolici, in anni a essa ostili. La difesa degli omosessuali: il volume “La Chiesa e la cultura radicale” (Queriniana 1978) aveva già un capitolo sulla “condizione omosessuale”. Da allora e per trent’anni la sua sarà una delle pochissime voci cristiane che in Italia diranno parole nuove su questo arduo argomento.
Qui si può leggere l’intera mia relazione: http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/baget-bozzo-o-della-vocazione-orbitante-a-esplorare-laltra-faccia-del-pianeta/
Doppia mia domanda. Come dico nel testo che ho riportato al commento precedente – quart’ultimo paragrafo della mia relazione – considero la riflessione che don Gianni veniva proponendo sull’omosessualità come uno degli elementi di maggiore attualità sua a dieci anni dalla morte, stante anche quanto nel frattempo è arrivato su quel fronte: mi pare tra l’altro che Papa Francesco stia parlando come don Gianni aveva auspicato. La domanda di aiuto che rivolgo ai visitatori è doppia: se qualcuno possa indicarmi testi di don Gianni in materia (io conosco il capitolo che citavo nella relazione e le varie interviste che diede nel giugno-luglio del 2000 a seguito delle dichiarazioni sul gay pride), o testi di altri su questo aspetto della sua produzione. Mi interessa quello che don Gianni diceva del problema “omosessualità e Chiesa”, o anche omosessualità in generale. Non vado in cerca del suo vissuto e delle voci sulle sue inclinazioni. Io di questo argomento con don Gianni non avevo mai parlato. Ai commenti seguenti riporto alcune sue affermazioni sull’argomento contenute nel volume citato e in una delle tante interviste.
Condizione omosessuale. Baget Bozzo così introduce il capitolo “La condizione omosessuale” del volume intitolato “La Chiesa e la cultura radicale” (Queriniana 1978): La nuova condizione della cultura e della società conduce a una riconsiderazione della condizione omosessuale. “Persona humana”, la dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede [del 29 dicembre 1975], riconosce il carattere non volontario di una condizione omosessuale, e distingue perciò tale condizione dalla sodomia. Ciò apre la strada a una nuova problematica. Come esempi della nuova problematica, Baget Bozzo riporta – senza ulteriore commento – un testo del teologo Domenico Capone pubblicato dall’Osservatore Romano del 29 gennaio 1976 e un altro di un gruppo di teologi moralisti americani contenuto in un volume intitolato “Human Sexuality” pubblicato dalla Paulist Press di New York nel 1977. Il secondo di questi testi – che Baget Bozzo valuta come “abbastanza omogeneo” al primo – invita a vedere “come un bene positivo” l’amicizia stabile tra omosessuali e tratta con favore della possibilità per omosessuali conviventi di “accedere alla Penitenza e all’Eucarestia”.
Fare i conti con il problema. Intervista di Baget Bozzo al “Corriere della Sera” del 4 luglio 2000: «La società è cambiata, la Chiesa deve fare i conti con il problema […]. Il problema è dottrinario, sociale, politico… La Chiesa deve affrontarlo, deve imboccare una strada nuova. Anche perché il diritto civile all’identità sessuale esiste e non si può negare […]. Nessuno parla più di sodomia, al limite si accenna alla “condizione sregolata”. Negli ultimi vent’anni le cose, lentamente, sono cambiate. La Chiesa dovrebbe andare avanti. L’ omosessualità non è una malattia, non è una colpa. Non lo dico solo io, lo dice pure la medicina. È una condizione naturale, che comincia dalla nascita. Non c’ è scelta. E se non c’ è scelta non può esserci condanna. Le censure ai preti e alle suore che si occupano del tema appaiono eccessive».
La creazione dell’essere umano assume nel primo racconto della creazione una rilevanza tutta particolare. La grandiosa presentazione che la Bibbia fa della creazione dell’essere umano, pone dei punti fermi nell’antropologia biblica, cioè divina:
– L’essere umano maschio (“ish” in ebraico) e l’essere umano femmina (“ishàh” sempre in ebraico) sono su un piano di parità.
– Ambedue sono a immagine e somiglianza di Dio.
– Ambedue sono sessuati, quindi complementari e relativi l’uno all’altra.
– La donna entra nel disegno divino sullo stesso piano dell’uomo. Quest’armonia perfetta riceve la benedizione divina: “Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra’” (Gn 1:28). Il commento divino finale fu che tutto ciò “era molto buono” (Gn 1:31). Nella gerarchia biblica iniziale, l’uomo e la donna, insieme, erano a capo dell’intera Terra: “Rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra” (Gn 1:28). Si tratta di assoluta parità. L’essere umano è uno: “Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li [“lo”, nel testo ebraico: “otò”)] creò maschio e femmina” (Gn 1:27).
Ovviamente non è farina del mio sacco. Però io mi permetto di aggiungere che è vero che Dio fece tutto buono e bello. Ma come mai succede che nascono bambini cechi, storpi, ecc.? Secondo me queste eccezioni fanno parte della finitezza dell’essere umano e non rappresentano la sua normalità, e perciò quei bambini vanno aiutati con tutto il cuore, poverini! Così se qualcuno nasce con tendenze omosessuali, bisogna rispettarlo, ma non si può dire che l’omosessualità è la normalità dell’essere umano. Però mi rifiuto di entrare nella casistica morale e pratica della chiesa.
Buona giornata a maschi, femmine ed anche omosessuali. Io sono sposato ed ho una figlia. E sono felice!… Sulla bellezza della donna ho scritto anche una poesia, “Cantico della creatura” che, se ricordo bene, molto tempo fa ho messo in questo blog.
Caro Luigi, di Don Gianni so niente…
Caro Giuseppe di Melchiorre
Sottoscrivo quello che hai detto.
La Chiesa fino ad oggi si è espressa con molto equilibrio affermando che la cause di un orientamento sessuale non conforme al disegno divino sono ancora molto incerte – è possibile che in qualcuno siano presenti fin dalla nascita come in altri insorgano successivamente a causa di esperienze vissute . Sia quel che sia la causa, l’insegnamento morale e sempre stato univoco : gli atti omosessuali sono intrinsecamente contrari alla “via della vita” rivelata dal Signore ( = peccati ).
Il dibattito che c’è oggi sul tema della omosessualità è parte del dibattito più grande : esistono o non esistono atti “intrinsecamente” contrari alla “via della vita” (= Legge)?
Ha la Chiesa il dovere e la autorità per definirli o tutto deve essere rimadato alla “coscienza” personale?
Caro Beppe, è sempre un piacere la nostra sintonia…
Quanto alla omosessualità, io conosco un sacerdote che stimo molto. Il quale sacerdote è molto preoccupato per un movimento filoomesessuale che esiste in ambito clericale. Mi ha detto che i sacerdoti come lui, che invece sono contrari, sono denunciati ai vescovi… Preghiamo per questi sacerdoti!
Caro Beppe, mi fermo qui e ti saluto affettuosamente…