Mia lectio alla Ramon Lullo su Francesco e i media

“Io non credo che quelli di Papa Francesco, che semplifica il linguaggio della comunicazione ecclesiastica e lo riconduce al Vangelo, siano errori comunicativi, come si usa dire: egli conosce l’apparato delle distinzioni che si sono accumulate nei secoli e la loro utilità in sede accademica, ma ritiene di doverne uscirne per parlare una lingua nuova, di annuncio diretto, da uomo a uomo, che non resti prigioniera del filtro culturale che lo farebbe arrivare al destinatario – quell’annuncio – come elemento di scuola e di erudizione”: è un passaggio della lectio che ho tenuto stamane all’Università Ramon Lullo di Barcelona su La Chiesa e la comunicazione al tempo di Papa Francesco..

67 Comments

  1. Sara1

    Secondo me parla così perchè è il suo stile e il suo modo di essere.
    In Luce del mondo Benedetto raccontò di aver sbagliato a impostare il discorso di Ratsbona con un taglio accademico come era solito fare prima: un Papa non è un professore e non ne aveva tenuto sufficientemente conto.
    Così potremmo dire che un Papa non è un prete di strada e qualche malinteso magari capita se esageri nel farlo.
    Però non è che a quasi 80 anni puoi cambiare di punto in bianco.

    14 Febbraio, 2015 - 17:02
  2. picchio

    “Le critiche di alcuni intellettuali al linguaggio di un Papa amato dal popolo non devono sorprendere. Esse vanno innanzitutto intese come critiche all’intera proposta riformatrice di Francesco.”

    Hai centrato perfettamente il problema, Luigi.

    14 Febbraio, 2015 - 22:36
  3. picchio

    Non so come parlasse prima di essere papa, probabilmente nello stesso modo in cui lo fa ora, mi è capitato di leggere degli scritti fatti dall’alora cardinale, rivolti ad un pubblico particolare ( vescovi che partecipavano ad un suo ritiro) ed erano scritti in un linguaggio diverso. Quando parla a tutti vuole privilegiare l’annuncio diretto, e infatti è comprensibile da chiunque, anche da un’analfabeta cristiano.

    14 Febbraio, 2015 - 22:45
  4. giorgio

    …E disse loro : andate e predicate il mio vangelo a tutte le creature…

    Che importa “la tecnica” ? L’importante che il messaggio venga proposto a tutti coloro che lo vogliono ascoltare e che non rimanga chiuso in un fortino. Ogni messaggero poi utilizzera’ il “suo stile” adeguato al tempo e al luogo.

    14 Febbraio, 2015 - 23:05
  5. Sara1

    “Non so come parlasse prima di essere papa, probabilmente nello stesso modo in cui lo fa ora”

    Da quello che ho letto io è così. (ogni tanto in qualche discorso ufficiale qualcuno mi pare ci metta mano, ad esempio in occasione del viaggio al parlamento europeo il discorso era molto ampio, articolato e “competente”).

    14 Febbraio, 2015 - 23:57
  6. roberto 55

    Complimenti per la “lectio magistralis”, Luigi !
    Non è che domani vai a vedere la partita al “Nou Camp” ? No, eh -))))))))))))) ?Buona domenica a tutti !

    Roberto 55

    15 Febbraio, 2015 - 0:58
  7. Sara1

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/11/27/0894/01926.html

    Lo ha detto benissimo qui.
    Non vuole annunciare il Vangelo fregandosene della cultura (cultura non è’ solo erudizione) ma imparare dalle nuove culture metropolitane per meglio inculturare il Vangelo.
    È non sono sfumature anche i fondamentalisti usano i media per veicolare il loro messaggio pur disprezzando i valori che la cultura che i media rappresentano.
    Cioè non è uno scontro tra cultura e non cultura ma il passaggio da una cultura ad un’altra.

    15 Febbraio, 2015 - 10:07
  8. Sara1

    Cultura dei media, avevo scritto bene e ho corretto sbagliato.

    15 Febbraio, 2015 - 10:09
  9. picchio

    Cioè non è uno scontro tra cultura e non cultura ma il passaggio da una cultura ad un’altra.

    cosa giusta, bella e difficile che non tutti capiscono o condividono.

    15 Febbraio, 2015 - 10:32
  10. picchio

    ciao roberto,
    mi ricordi i miei allievi. Della visita di istruzione a Barcellona quello che gli aveva colpiti di più era assistere all’allenamento del Barca al Camp Nou 🙂 🙂

    15 Febbraio, 2015 - 10:35
  11. roberto 55

    Come li capisco, Picchio -))))))))))))))) !!!!!!!!!!!!
    Ma, piuttosto, “Camp Nou” o “Nou Camp” ? “This is the question” !
    Un caro saluto a tutti !

    Roberto 55

    15 Febbraio, 2015 - 11:18
  12. picchio

    Dall’omelia di oggi:
    Per Gesu? cio? che conta, soprattutto, e? raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno!
    Gesu? non ha paura di questo tipo di scandalo! Egli non pensa alle persone chiuse che si scandalizzano addirittura per una guarigione, che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purita? ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento (cfr Gv 10).
    Sono due logiche di pensiero e di fede: la paura di perdere i salvati e il desiderio di salvare i perduti. Anche oggi accade, a volte, di trovarci nell’incrocio di queste due logiche: quella dei dottori della legge, ossia emarginare il pericolo allontanando la persona contagiata, e la logica di Dio che, con la sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l’esclusione in annuncio.
    Queste due logiche percorrono tutta la storia della Chiesa…..

    mi è piaciuta molto. E mi sembra chiarissimo.

    15 Febbraio, 2015 - 11:51
  13. Luigi Franti

    Qui un signore argentino, che dice di conoscere bene le cose, il quale mi sembra che sostenga, fra l’altro, che un problema di Bergoglio è che di cultura ne ha davvero poca:
    https://sarmaticusblog.wordpress.com/2015/02/10/t-246-guest-post-the-real-jorge-bergoglio/
    Non so chi sia e quanto sia degno di fede questo tale, però non è il primo che, dall’Argentina, fa trapelare un punto di vista assai diverso da quello “obbligatorio” qui tra noi (o meglio, tra voi).
    (Comunque, a scanso di equivoci, resta pacifico che si può fare il papa anche essendo poco colti).

    15 Febbraio, 2015 - 11:55
  14. picchio

    Wow! Che sorpresa! Jack Tollers, vicino agli iper tradizionalisti esprime un giudizio negativo su Bergoglio. Ti faccio trapelare un’altra notizia Franti: l’acqua se la scaldi bolle.

    15 Febbraio, 2015 - 12:37
  15. Sara1

    Se per colto intendiamo intellettuale secondo me ci sono più affinità tra Kung (o Kasper) e Ratzinger che tra Kung e Bergoglio.
    Bergoglio è semplicemente frutto di una cultura diversa meno europea e meno filosofica, più fluida e più popolare.

    E’ una sfida non priva di rischi (l’antintellettualismo può diventare molto conservatore è l’unica critica che mi sento di fare)

    15 Febbraio, 2015 - 12:47
  16. giorgio

    ….mandare in confusione i buoni cristiani, ovvero il cattolico medio….

    Il cattolico, anzi meglio ancora “il cristiano” non dovrebbe avere “aggettivi”.

    Con buona pace dei gufi che vorrebbero un papa a loro immagine e somiglianza.
    Si facciano pure una loro religione, non ci sono preclusioni.

    15 Febbraio, 2015 - 13:20
  17. discepolo

    No caro Giorgio siete VOI che vi fate una nuova religione : non rivoltiamo la frittata.
    Siete voi, caro Giorgio, con Bergoglio in testa che volete le “novità” la “rivoluzione” della Chiesa, l’adeguamento al mondo moderno ecc.
    siete voi che volete il cambiamento a 180 gradi, quasi che fino a Bergoglio la chiesa cattolica o non esistesse o fosse tutta composta da farabutti. Tutti i santi precedenti a Beroglio per voi è come non esistessero
    siete voi che vi siete creati una nuova chiesa, una papolatria assurda che mai si era vista prima. Il Vitello d’oro dei nostri tempi è papa Bergoglio.
    lasciamo a VOi l’adorazione del Vitello d’oro. Non siamo noi , che rimaniamo fedeli al Magistero perenne, ai papi precedenti a TUTTI i Concili e non solo al Vaticano II , che ci dobbiamo fare una nuova religione.
    Noi seguiamo la tradizione apostolica interrotta per 2000 secoli.
    Siete VOi caro Giorgio che vi siete fatti una nuova religione e buon pro vi faccia., ma non spacciatela per favore come quella cattolica! la nuova religione non ha nulla di cattolico. Molto di massonico, sincretistico, molto di NUOVO ORDINE UNIVERSALE tanto è vero che piace ai media laici e massonicie.
    non siamo noi tradizionalisti caro Giorgio ad esserci staccati dalle radici:da Cristo e dal suo vero messaggio siete voi!
    Il vostro idolo e TOTEM, l’Uomo dell’anno di TIME, vi sta portando lontano dai sentieri della verità.
    seguitelo pure. Ma chi rimane nei sentieri della verità non lo segue.Rimane nella Una santa cattolica ed apostolica ecclesia.

    15 Febbraio, 2015 - 14:18
  18. discepolo

    Io non voglio un papa a mia immagine e somiglianza.
    ma non voglio neppure un papa a immagine e somiglianza del “mondo” o dell’uomo dell’anno della rivista massonica TIME
    Nella mia vita ho avuto tanti papi Paolo VI,Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. >Figure diverse come carattere, personalità, modo di esprimersi.
    Eppure mai la simpatia o antipatia personale mi ha fatto dubitare che fossero il Papa. Davanti a Bergoglio mi sento come se il posto di mio padre fosse stato usurpato da un buffone.

    15 Febbraio, 2015 - 14:28
  19. picchio

    Discepolo
    il papa eretico, massone , sincretista e buffone…..
    E tu, e i tuoi accoliti dei siti iper conservatori, naturalmente gli unici rimasti nei sentieri della verità e nella Chiesa cattolica.
    Non si sa se fai più ridere o piangere.

    15 Febbraio, 2015 - 14:54
  20. Sara1

    Se guardi la prima pagina del Corriere di oggi, tra Ucraina, Libia, Danimarca, viene da piangere.

    Come disse Benedetto nel suo libro intervista: sono la fine del vecchio e l’inizio del nuovo, si spostano i confini, mutano gli scenari, i grandi cambiamenti richiedono sempre un prezzo alto da pagare.

    I tradizionalisti dovrebbero fare come i 5stelle: scongelarsi e dare una mano.

    15 Febbraio, 2015 - 15:02
  21. picchio

    I tradizionalisti dovrebbero fare come i 5stelle: scongelarsi e dare una mano.

    mi sembra impossibile. Ieri Faggioli scriveva : “La blogosfera cattolica, la rete,
    che ha creato dei sistemi chiusi, favorisce il rafforzamento di opinioni già consolidate” e infatti i tradizionalisti dicono e ripetono ad nauseam come fa discepolo le stesse trite considerazioni se poi aggiungi che si credono i soli giusti…

    15 Febbraio, 2015 - 15:24
  22. Gianrinaldo

    Per restare nell’argomento proposto dal nostro padrone di casa. Mi permetto di osservare che, per fare un esempio recentissimo, anche l’odierna omelia circa i lebbrosi guariti, da quanto deduco, forse erroneamente, dall’intervento di Picchio delle 11.51, si presta a essere interpretata anche erroneamente, portando cioè acqua al proprio mulino. Le parole del Papa, premetto, sono ineccepibili da qualunque punto di vista e (ci mancherebbe…) in perfetta linea con Vangelo.
    “Per Gesu? cio? che conta, soprattutto, e? raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno!
    Gesu? non ha paura di questo tipo di scandalo! Egli non pensa alle persone chiuse che si ……scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purita? ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento (cfr Gv 10).”
    Tutto sacrosanto.
    Ma non può essere interpretato SOLO come una “apertura” ai peccatori, “integrazione” loro nella Chiesa. Gesù (e lo si dimentica spesso…) PRIMA GUARISCE, e SU RICHIESTA DEL LEBBROSO (e di tutti gli altri malati che incontra).: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».
    Non sono un esegeta, ma ho sempre sentito che lebbra = peccato ecc.
    E in tutto il Vangelo l’incontro con Gesù converte: così Zaccheo (sfruttatore e attaccato ai soldi, “guarisce” e dà la metà dei beni ai poveri), l’adultera (va’ e non peccare più) invece il giovane ricco NON segue Gesù perché “aveva molti beni” ed evidentemente ci era molto attaccato….
    Quindi ricapitolando, per tornare alla comunicazione del Papa, mi sembra che non c’è peggior sordo di chi non vuol capire e gira tutto a vantaggio del suo orticello. Per non parlare poi del fatidico “chi sono io per giudicare”, che quantomeno è carente nella sua espressione: non si tratta di giudicare nel senso di condannare (il peccatore) ma di giudicare (rettamente) il peccato per quello che è. O ce ne freghiamo del Vangelo? O la “conversione” non è richiesta più? Certo che pecchiamo ogni giorno. M bisogna sapere cosa (per il Vangelo e la Chiesa) è peccato. E non quello che ci fa comodo. E poi grazie a Dio c’è la confessione e la guida spirituale.

    15 Febbraio, 2015 - 20:31
  23. FABRICIANUS

    🙂 🙂

    15 Febbraio, 2015 - 21:53
  24. FABRICIANUS

    Concordo con giorgio delle 16.43

    15 Febbraio, 2015 - 21:54
  25. FABRICIANUS

    Chiedo scusa per le risate di prima, ma certe arrampicate sugli specchi e fritti misti mi provocano tali reazioni.

    15 Febbraio, 2015 - 21:55
  26. picchio

    Cari nuovi Cardinali, questa e? la logica di Gesu?, questa e? la strada della Chiesa: non solo accogliere e integrare, con coraggio evangelico, quelli che bussano alla nostra porta, ma andare a cercare, senza pregiudizi e senza paura, i lontani manifestando loro gratuitamente cio? che noi abbiamo gratuitamente ricevuto.

    15 Febbraio, 2015 - 21:59
  27. picchio

    ciao fabri

    15 Febbraio, 2015 - 22:00
  28. picchio

    beato te che ridi fabri, a me le tirate dei fratelli maggiori annoiano soltanto 🙂 🙂

    15 Febbraio, 2015 - 22:25
  29. Lorenzo Cuffini

    Scusate, ma non lo sappiamo a memoria che cosa è il peccato?
    Lo sappiamo arcibene, strabene, benissimo.
    Specie, questo è notevole, il PECCATO DEGLI ALTRI: di questo, cavolo, ci sembra che non si parli mai abbastanza, non si sottolinei mai abbastanza, non si strafulmini mai abbastanza….
    Si dedicasse, personalmente, un miliardesimo del tempo che si dedica alla ossesssione( sissì, con tre sss) per il peccato, alla misericordia e- soprattutto- a spezzarsi e a consumarsi a pezzi per gli altri , vedi che al peccatazzo gli si taglierebbe un po’ d’erba sotto ai piedi, e si penserebbe un poco di più a quello per cui Gesù ci ha piazzato gli occhi addosso e scelto e spedito….

    15 Febbraio, 2015 - 22:37
  30. FABRICIANUS

    Ciao picchio un abbraccio.

    E un abbraccio anche a Lorenzo

    15 Febbraio, 2015 - 22:41
  31. Lorenzo Cuffini

    …. e tra parentesi, della storia dell’adultera è riportato il va e non peccare più, ma NON la fedina certificata della signora da quel momento in avanti….
    O si crede che pof! l’incontro con Cristo ti esenti da male & peccato ?! ma perfa.
    Idem con patate nella storia del figlio minore: sarà restato giudiziosamente a casa (con quel fracassapalle di maggiore) in sempiterno….e chi lo sa?
    Quante storie su sto noiosissimo e straingigantito peccato.
    Abbiamo la medicina: usiamola senza tante menate, e bon.

    15 Febbraio, 2015 - 22:43
  32. Lorenzo Cuffini

    Ciao Fabri….un pensierino a Monza.

    15 Febbraio, 2015 - 22:44
  33. Gianrinaldo

    Dalle scomposte reazionii sembra di capire che si e’ toccato qualche.nervo scoperto

    15 Febbraio, 2015 - 23:01
  34. picchio

    molti anni fa ho letto un bel libro: “vivere riconciliati” del Canossiano Amedeo Cencini, molti gli spunti interessanti. Tra le altre cose mi colpì l’affermazione che all’interno di una comunità di un ordine religioso è più dannoso, e distruttore della comunità, il religioso ” fratello maggiore” rispetto al religioso ” figliol prodigo” che ne ha combinate di tutti i colori. Non stento a crederlo.

    15 Febbraio, 2015 - 23:06
  35. Gianrinaldo

    Ma si sa qui scrivono molti cattolci “adulti” e maturi, forse tanto maturi che…. Solo loro sono in grado di capire e interpretare il Papa e non solo. anche il Vangelo !

    15 Febbraio, 2015 - 23:08
  36. picchio

    Questo atteggiamento da fratello maggiore è anche evidente nella vicenda di monsignor Ricca, spesso citata da Magister, Discepolo e tanti altri conservatori. In sintesi come osa il papa tenere vicino a se un prete gay che ha dato pubblico scandalo?
    Ma 1) può essere che quello che dicono i giornali non sia vero
    caso 2) è tutto verissimo, ma in questo caso il papa sarà certo più informato sul pentimento e ravvedimento del monsignore rispetto a Magister, Discepolo e compagnia bella. Ma pare che per loro questo non possa sussistere :peccatore una volta peccatore per sempre.

    15 Febbraio, 2015 - 23:14
  37. Lorenzo Cuffini

    Il Papa, veramente, a me pare che lo si comprenda benissimo tutti quanti.
    E non vedo un micron di scostamento né dalla Chiesa, né dal Vangelo.
    Cosa lapalissiana.

    15 Febbraio, 2015 - 23:18
  38. picchio

    Gianrinaldo come dice il papa “Gesu? rivoluziona e scuote con forza quella mentalita? chiusa nella paura e autolimitata dai pregiudizi”, sembra il tuo ritratto, lasciati scuotere.

    15 Febbraio, 2015 - 23:20
  39. Sara1

    A dire il vero anche molti tradizionalisti sono ex fratelli minori convertiti (tipo born again americani) non è che ci siano sempre schemi in cui far rientrare tutto.
    Poi vale il solito detto condannare il peccato (e mi pare che Francesco lo faccia abbondantemente) e non il peccatore.
    E comprendere meglio il senso del peccato non facendone solo una questione di morale spicciola.

    15 Febbraio, 2015 - 23:24
  40. picchio

    Poi vale il solito detto condannare il peccato (e mi pare che Francesco lo faccia abbondantemente) e non il peccatore.

    A sentire qualcuno sembra che invece non lo faccia mai 🙂

    15 Febbraio, 2015 - 23:26
  41. Gianrinaldo

    Guardi che l’avevo già detto io…e non ho mai detto – pensato che Papa Francesco dicesse il contrario, anzi…. c’è qualcuno però che pensa che il peccatore (e ci sono anche io nel mazzo ovvio…) NON abbia la necessità/bisogno di pentirsi-confessare il peccato, desiderare di convertirsi OGNI giorno…cioè cambiare concretamente vita-indirizzo…ma possa restare nel suo brodo felice e contento…e anche benedetto. Non mi pare che lo dice il Vangelo e neanche Papa Francesco. Quello che continuo a ripetere è (per essere in tema) che quanto dice il PAPA viene continuamente falsato/interpretato a proprio piacimento, per giustificare le proprie idee, anche aiutati da molti cardinali…

    15 Febbraio, 2015 - 23:55
  42. Gianrinaldo

    e che palle questa insistenza sul “fratello maggiore”, sempre rompiballe e invidioso… ricordo solo che il cosiddetto figliol prodigo ha fatto il passo di alzarsi dal suo letame e andare verso il padre, che lo aspettava a braccia aperte, neanche pensando di meritare il perdono. Questa è conversione. Ma…scusate, forse questa insistenza sul Vangelo risulta ostica a qualcuno che si erge a interprete della parola di Dio e del Papa. Il quale, mi risulta, parla continuamente del Vangelo, nelle sue omelie, e lo attualizza molto bene.

    15 Febbraio, 2015 - 23:59
  43. Sara1

    Cambiare vita e indirizzo si, non per sparare ogni di contro il prossimo ma per aprirsi di più.

    I comandamenti vanno interpretati secondo il comandamento dell’amore e così i peccati e la conversione.

    16 Febbraio, 2015 - 0:04
  44. Lorenzo Cuffini

    Bene, siamo d’accordo.
    Visto che il papa parla continuamente del Vangelo nelle sue omelie ( e di che d’altro dovrebbe parlare?) e lo attualizza molto bene ( e che altro dovrebbe fare?), ci si fermi a questo.

    16 Febbraio, 2015 - 0:09
  45. Lorenzo Cuffini

    Per lamentele sul fratello maggiore, bisognerebbe poi rivolgersi direttamente allo Sceneggiatore della storia. Se il fine era solo quello- bello edificante- del traviato caduto nel letame e tornato a Canossa sotto i morsi della fame, e lì accolto a braccia aperte dal buon Babbo, a che pro infilarci dentro la figurina del maggiore, facendolo per giunta non accogliente e babbo-style, ma astioso e rompiballe?!
    🙂

    16 Febbraio, 2015 - 0:17
  46. picchio

    lorenzo Cuffini

    🙂 🙂 🙂

    16 Febbraio, 2015 - 8:36
  47. Sara1

    Secondo me non spetta a noi sapere se siamo il fratello minore o maggiore (si può esserlo a fasi alterne nella vita) dovremmo guardare ai peccati nostri, che non mancano mai, ed è essere indulgenti con quelli altrui.
    Mi pare evidente che per Francesco il peccato più grave è quello della chiusura del cuore (che sia verso chi ci sta vicino o verso chi ci sta lontano è uguale) e non smette mai di richiamarci alla conversione contro la chiusura del peccato.
    Se poi i media interpretano male pace all’anima.

    16 Febbraio, 2015 - 8:50
  48. Eugenio Spiletti

    Quoto gli interventi di Gianrinaldo, che naturalmente trovano la solita accoglienza misericordiosa dai soliti misericordiosi bloggers…

    16 Febbraio, 2015 - 8:50
  49. Gianrinaldo

    Ringrazio Eugenio per la solidarietà.
    Mi sembra che le astiose censure siano come sparare fuori dal bersaglio. Non ho detto né pensato che l’incontro con Cristo abbia effetti eterni, nel senso che ci si converte “per sempre”. La conversione, mi hanno insegnato (in Chiesa, non da altre parti) si cerca, si chiede, si desidera, giorno per giorno, perché ogni giorni si cade, si pecca ecc. Per q

    16 Febbraio, 2015 - 11:13
  50. Sara1

    Il discorso sul lebroso di Francesco comunque non era facile, il fatto che non usi termini “dotti” non rende più semplice il significato teologico delle sue parole.

    L’unica cosa che continua a non piacermi è l’insistenza negativa sui dottori della legge, perchè si è fatto tanto per riscoprire le comuni radici ebraiche questa accentuazione (la grazia di Cristo contro la legge degli ebrei) non posso non sentirla come un passo indietro.

    http://www.repubblica.it/cultura/2014/03/07/news/di_segni_a_scalfari-80405458/

    16 Febbraio, 2015 - 11:13
  51. Gianrinaldo

    Ringrazio Eugenio per la solidarietà.
    Mi sembra che le astiose censure siano come sparare fuori dal bersaglio. Non ho detto né pensato che l’incontro con Cristo abbia effetti eterni, nel senso che ci si converte “per sempre”. La conversione, mi hanno insegnato (in Chiesa, non da altre parti) si cerca, si chiede, si desidera, giorno per giorno, perché ogni giorno si cade, si pecca ecc. Per questo, ho scritto, c’è per fortuna la confessione e la guida spirituale. Il problema che qualcuno forse non ha afferrato, è che non si può dire, ad esempio, ho l’amante, non intendo cambiare vita, oppure: tengo la contabilità in nero per frodare le tasse, non ci penso a cambiare, e me ne frego, ho “diritto” alla comunione, sono “a prescindere” un bravo cristiano ecc.. E neanche dire: sono gay, vivo col mio compagno/a, non ci penso nemmeno a cambiare vita, MA la Chiesa mi deve accettare e non mettere lingua, ma anzi deve benedire il mio “matrimonio”.
    Questo NON vuol dire che se i soggetti precedenti li vedo in Chiesa li prendo a calci e dico vade retro Satana. Ma avrei semmai il dovere di accoglierli fraternamente, dicendo loro però che sono fuori al disegno di Dio, che stanno sbagliando e invitandoli a cambiare vita, indirizzandoli ad un buon prete per la confessione ecc. Mi sembra che “amare i peccatori e odiare il peccato” significhi questo. O no?

    16 Febbraio, 2015 - 11:43
  52. Lorenzo Cuffini

    Per quanto riguarda me personalmente, no.

    16 Febbraio, 2015 - 11:49
  53. Sara1

    1) non mi pare che Francesco abbia mai legittimato l’adulterio
    2) se parliamo di amante mi viene in mente Osea dove il rapporto tra Dio e Israele viene raffigurato proprio attraverso l’immagine dell’amante tradito che sempre perdona.

    (Il cammino di conversione può avere le sue cadute a questo si allude)

    16 Febbraio, 2015 - 11:51
  54. picchio

    NO

    16 Febbraio, 2015 - 11:51
  55. Gianrinaldo

    Quoto Sara delle 08.50. E’ vero: siamo a fasi alterne fratelli minori (quando desideriamo convertirci) e fratelli maggiori (quando pensiamo di essere nel giusto sempre e comunque). Ed è pure vero che dobbiamo guardare prima al travo che abbiamo nell’occhio e poi togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello.
    E bene fa il PAPA a richiamare i duri di cuore, chiusi verso i fratelli.
    Ma non mi pare che amare i fratelli voglia dire: resta nel tuo brodo (peccato).

    16 Febbraio, 2015 - 11:59
  56. Sara1

    Se con questo intende che uno sposato e apostissimo si mette dall’alto a dire sei nel peccato a tizio e caio mi pare che non lo pensavano nemmeno i predecessori di Francesco.

    Se invece si intende fare un pezzo di strada insieme con chi è in difficoltà..

    16 Febbraio, 2015 - 12:15
  57. picchio

    Sara

    ti straquoto 🙂 🙂

    16 Febbraio, 2015 - 12:24
  58. Gianrinaldo

    E dagliela con la fissa che chi corregge fraternamente lo fa per forza dall’alto, senza misericordia e in fondo godendoci ! Ripeto che, se abbiamo coscienza di essere TUTTI peccatori (..chi è senza peccato scagli la prima pietra…), allora la correzione è davvero fraterna e misericordiosa, perché siamo/siamo stati nelle stesse condizioni. Io personalmente sono grato alla Chiesa che un tempo, attraverso delle persone concrete, mi ha corretto e indirizzato. Se conosci il peccato, ed hai sperimentato che il peccato ti porta alla morte (e non parlo solo di quella nell’aldilà) allora veramente provi amore e compassione per il peccatore. E’ vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire….

    16 Febbraio, 2015 - 12:58
  59. Sara1

    Metto questo e poi basta:

    “Che cosa mi manca? A tutti quelli che Gesù ama tanto perché danno tanto agli altri io domando: voi lasciate che gli altri vi diano di quell’altra ricchezza che voi non avete? I sadducei, i dottori della legge dell’epoca di Gesù davano molto al popolo, davano la legge, insegnavano, ma non hanno mai lasciato che il popolo desse loro qualcosa. E’ dovuto venire Gesù per lasciarsi commuovere dal popolo. Quanti giovani come voi che sono qui sanno dare però non sono altrettanto capaci di ricevere!

    «Una cosa sola ti manca». Questo è ciò che ci manca: imparare a mendicare da quelli a cui diamo. Questo non è facile da capire: imparare a mendicare. Imparare a ricevere dall’umiltà di quelli che aiutiamo. Imparare ad essere evangelizzati dai poveri. Le persone che aiutiamo, poveri, malati, orfani, hanno molto da darci. Mi faccio mendicante e chiedo anche questo? Oppure sono autosufficiente e so soltanto dare? Voi che vivete dando sempre e credete che non avete bisogno di niente, sapete che siete veramente poveri? Sapete che avete una grande povertà e bisogno di ricevere? Ti lasci aiutare dai poveri, dai malati e da quelli che aiuti? Questo è ciò che aiuta a maturare i giovani impegnati come Rikki nel lavoro di dare agli altri: imparare a tendere la mano a partire dalla propria miseria.

    Ci sono alcuni punti che avevo preparato. Il primo, che già ho detto, imparare ad amare e a lasciarsi amare. ”

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/january/documents/papa-francesco_20150118_srilanka-filippine-incontro-giovani.html

    In questo è molto francescano perchè sposa una povertà non solo esteriore ma anche interiore, povero di certezze, di sapere, di compiacimento.

    Non è affatto una via facile (per me poi…)

    16 Febbraio, 2015 - 13:06
  60. Lorenzo Cuffini

    Anche io,Gianrinaldo, devo tutto alla Chiesa che, senza tante menate e senza nessuno sconto e indoramento di pillola, ma anche senza filippiche, senza pipponi e senza agitar spauracchi infernali, si è fatta carico di me e della mia carcassa e mi ha accompagnato, e atteso,e abbracciato,e perdonato,e accolto, e ri accolto e riaccolto ancora….e , naturalmente, continua a farlo.
    Mai sentita, in anni di cammino, una, dicasi una, parola di condanna.
    Mai.
    E Francesco il papa , e la sua (?! , ma quale)” chiesa liquida”, erano ancora ben ben ben lontani da venire.

    16 Febbraio, 2015 - 13:11
  61. Gianrinaldo

    Una volta tanto concordo in toto con Lorenzo. Ma chi ha mai parlato di “condanne” e “spauracchi infernali” ?
    Credo che il cristiano – la Chiesa – NON debba condannare nessuno (e mi sembra che Papa Francesco lo abbia appena ripetuto). Ma chiamare con misericordia alla conversione, questo sì: (“che dobbiamo fare? – convertitevi e credete al vangelo”)
    Allora se ho esperienza diretta e personale che il peccato fa morire, se incontro un fratello che sta in questa situazione, che devo fare ? Lasciarlo nel suo letame o con amore mostrargli la strada ?

    16 Febbraio, 2015 - 13:22
  62. picchio

    “Lasciarlo nel suo letame”.. già la terminologia usata la dice lunga.

    16 Febbraio, 2015 - 13:41
  63. Gianrinaldo

    Beh…forse è in po’ dura, ma come la vuoi chiamare? E poi mi riferivo prima alla parabola del figliol prodigo / padre misericordioso, dove c’è questa significativa immagine !

    16 Febbraio, 2015 - 14:00
  64. Sara1

    Il peccato è una rottura, uno strappo che indurisce il cuore e fa vivere male, se comincio a voler aiutare gli altri pensando siano nel letame comincio male.

    “Mai sentita, in anni di cammino, una, dicasi una, parola di condanna.”

    Nemmeno io sinceramente, debolezze umane hai voglia (bisticci, gelosie e tutto quello che vuoi) ma condanne mai.

    16 Febbraio, 2015 - 14:11

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