Mia festa per Donatello Brunelleschi Michelangelo

Venerdì andrò a Firenze, nel Battistero di San Giovanni, per l’ostensione dei tre crocifissi di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo. Vivo con felicità questi giorni di attesa. Come se andassi a Firenze per la prima volta.

41 Comments

  1. luca73

    Buon soggiorno caro Luigi!
    Immagino la tua emozione davanti a questi capolavori. Aspetto un racconto dettagliato delle tue emozioni.

    5 Novembre, 2012 - 12:24
  2. Luigi Accattoli

    E qui – dalle VITE del Vasari – è la leggenda dei due Cristi fatti a gara da Donato e Filippo:

    Avvenne che Donato in que’ giorni aveva finito un Crocifisso di legno, il qual fu posto in S. Croce di Fiorenza sotto la storia del fanciullo che risucita S. Francesco, dipinto da Taddeo Gaddi; del quale Crocifisso pigliandone Donato parere con Filippo, gli rispose che egli aveva messo un contadino in croce, onde ne nacque il detto di: “Togli del legno, e fanne uno tu”, come largamente si ragiona nella vita di Donato. Per il che Filippo, il quale ancor che fusse provocato a ira, mai si adirava per cosa che li fusse detta, stette cheto molti mesi, tanto ch’e’ condusse di legno un Crocifisso della medesima grandezza, di tal bontà e sí con arte, disegno e diligenza lavorato, che nel mandar Donato a casa innanzi a lui, quasi ad inganno (perché non sapeva che Filippo avessi fatto tale opera) un grembiule che egli aveva pieno di uova e di cose per desinarle insieme, gli cascò mentre lo guardava uscito di sé per la maraviglia e per la ingegnosa et artifiziosa maniera che aveva usato Filippo nelle gambe, nel torso e nelle braccia di detta figura, disposta et unita talmente insieme, che Donato, oltra il chiamarsi vinto, lo predicava per miracolo. La qual opera è oggi posta in Santa Maria Novella, fra la cappella de gli Strozzi e de’ Bardi da Vernia, lodata ancora da i moderni per il medesimo infinitamente.

    5 Novembre, 2012 - 16:31
  3. Luigi Accattoli

    Del crocifisso fatto dal giovanissimo Michele Agnolo di Lodovico Simon Buonarroti il Vasari dice pochissimo:

    Fece il Crocifisso di legno, ch’è in Santo Spirito di Fiorenza, posto ancora sopra il mezzo tondo dello altar maggiore.

    5 Novembre, 2012 - 16:45
  4. Pensa, Luigi, la leggenda dei due Cristi l’avevo sentita raccontare dalla mia maestra alle elementari.
    Fino a stasera non sapevo di dove l’avesse presa, e ricordavo a malapena che si trattasse di Donatello e Brunelleschi. Ma ti ringrazio tanto per questo recupero d’infanzia e dell’incanto antico di sentir raccontare cose che non avevo mai visto e mai immaginavo di poter vedere…

    5 Novembre, 2012 - 17:43
  5. Gioab

    Hai visto Luigi ? Nessuno è uguale all’altro, Brunelleschi lo raffigura con “perizoma, Michelangelo lo raffigura nudo (che sconcezza) Donatello con uno straccio ( più pudico) vestito da contadino, e da notare, tutti lo fanno con la ferita al costato a destra.
    E’ un falso, il cuore è orientato a sinistra e solo da lì poteva uscire sangue e acqua. Solo la rottura del cuore o di un grosso vaso sanguigno avrebbe potuto far sì che il sangue si riversasse nella cavità toracica o nel pericardio. E più vicino da sinistra che non da destra. E la sindone lo dimostra. Ha la ferita a sinistra. Tutti falsi.

    Inoltre, hai visto, tutti lo raffigurano con i capelli lunghi. Ma non era possibile –” Non vi insegna la natura stessa che se l’uomo ha i capelli lunghi, è un disonore per lui,… , se qualcuno sembra disputare per qualche altra usanza, noi non ne abbiamo nessun’altra, né l’hanno le chiese [congregazioni] di Dio.” ( 1 Cor. 11.14) – Quindi la domanda è :” Perché mai lo hanno raffigurato come un uomo “disonorato”? Non andrebbe adorato un disonorato NO ? Quindi tutto concorre a dimostrare il falso.

    Dice il sig. Verdon : ”La croce e’ un segno religioso ma anche culturale, che dal IV secolo ad oggi si offre come simbolo di solidarieta’ umana, di liberta’ interiore, di sacrificio a favore di altri”, ha ricordato mons. Verdon. “ Ma lo sapevano anche i vescovi del Ruanda ?

    E per essere “culturale” non lo trovi abbastanza impreciso ? Capelli lunghi, ferita al posto sbagliato, senza menzionare il fatto che non si sa nemmeno se “la trave di legno” che è stato aiutato a portare è una sola e due. Verticale + orizzontale o solo verticale.
    Ancora, si può notare che anche la mozione introduttiva non è condivisibile. Dice: “la Croce è sacramento della misericordia di Dio Padre, è memoriale dell’amore di Cristo, è strumento con cui Cristo ha posto il fondamento dell’unità del genere umano nell’unico popolo di Dio, è segno della croce che ogni discepolo deve far sua per andare dietro Gesù” ( Mozione introduttiva della liturgia) – Ma che miseriricordia, di quel tipo di misericordia ne farei volentieri a meno. Lo ha pure pregato dicendo: “Passi da me questo calice” Più crudeltà che misericordia no ?

    Non pensi invece che la croce sia il simbolo di Satana, cioè, il simbolo per non dimenticare ciò che Satana fa a quelli che non gli ubbidiscono ? Come accade a quelli che non arrivano alla seconda settimana. Sono messi in croce anche loro da quelli che lo servono, perché sono avidi come lo fu Satana.

    Altro che cultura, “ti faccio vedere ciò che ti faccio” se non mi fai un atto di adorazione. Mi sembra più questo il senso. E Dio non interviene in nessun caso. E non credi che “omaggiare” il simbolo del terrore di Satana sia da stolti ? Qui ce lo vogliono far passare come simbolo dell’amore. Non pensi che ne avrebbe fatto volentieri a meno ?
    “e come sono afflitto finché non sia finito!” – Così disse, “Come sono afflitto…” ( Lc12.50)

    5 Novembre, 2012 - 19:19
  6. Leopoldo

    ahahah, Gioab Gioab, citi Paolo per confermare le tue affermazioni sui capelli lunghi di Gesù e dimentichi che lo stesso Paolo ha messo al centro della sua teologia la Croce, e non certo come simobolo di Satana. Hai le idee un po’ confuse, di’ la verità. E smettila con queste sciocchezze sulle sconcezze di Michelangelo & C., se no comincerò a credere che il bagno, al mare o in vasca, te lo fai con il pigiama. Cià.

    5 Novembre, 2012 - 19:42
  7. Leopoldo

    Ancora una cosa Gioab, che dovremmo tutti considerare al di là del nostro amato pianerottolo. Si possono anche negare i presupposti di un sistema di pensiero, se vuoi di una fede, ma non può essere quella negazione lo strumento per confutare le conseguenze che ne derivano. Sarebbe come dire che io non credo in Dio e per ciò stesso considero tutti i discorsi che si fanno qua sopra, compresi i tuoi, come improponibili. Delle due l’una, o cerco di entrare nell’ottica dei miei interlocutori, almeno sul piano logico, o diventa perfettamente inutile discuterci. Ora, il tuo ragionamento sulla “crudeltà di Dio” non tiene conto del fatto che per Santa Romana Chiesa e per coloro che ne fanno parte, Gesù Cristo e Dio si identificano. Se proprio vuoi dare corpo e sostanza alla tua blasfemia (così verranno considerate le tue parole, lo sai no?), prova a dimostrare che Dio è stato crudele per essersi sacrificato in nome della salvezza dell’umanità. Sarebbe molto più interessante, non ti pare? Come fai tu non c’è gusto.

    5 Novembre, 2012 - 20:04
  8. Gioab

    @ Leopoldo
    Confesso che trovo del tutto logiche e consequenziali le sue affermazioni, quasi quasi mi converto verrebbe da dire, ma come ho spesso documentato sono su una sponda diversa dalla sua e vedo da una prospettiva divera. Ho sempre sostenuto che la trinità è un invenzione e che Gesù è “un figlio dell’uomo” che si è fatto portavoce di Dio adempiendo alla promessa di Dio che avrebbe mandato qualcuno a schiacciare la testa al serpente.

    “Fu dunque per loro che divenne un Salvatore. Durante tutta la loro angustia fu angustioso per lui. E il suo proprio messaggero personale li salvò.” ( Isa 63.8-9)
    “Ecco, io mando il mio messaggero, ed egli deve preparare la via davanti a me.” ( Mal 3.1)
    “Sì, vi dico, e assai più che un profeta. Questi è colui del quale è scritto: ‘Ecco, io stesso mando il mio messaggero davanti alla tua faccia, il quale preparerà la tua via davanti a te!’” ( Mt 11.9-11)

    Non mi sembra difficile concludere che Gesù è il messaggero che viene ad annunciare l’ira di Dio e il ripristino del suo dominio.
    La sua affermazione : “lo stesso Paolo ha messo al centro della sua teologia la Croce, e non certo come simbolo di Satana.” E’ corretta. Dice infatti Paolo, “La parola della croce infatti è “stoltezza” […] per noi, è potenza di Dio.[…] Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con “la stoltezza” della predicazione….”( 1Corinzi 1,18-25 CEI)

    La predicazione della croce [o palo di tortura] è “stoltezza” perché da un punto di vista umano, nessun padre lascerebbe soffrire e morire il figlio ma farebbe qualunque cosa per salvarlo. Quindi chi non agisse per salvarlo sarebbe giudicato “stolto”. Questo è il senso e predicando questa “paziente sopportazione/tolleranza” di Dio che ha accettato anche la sofferenza di un suo figlio, è giudicato “stoltezza”, ma non viene considerato che tollerando temporaneamente quest’ingiustizia, Dio ha lasciato tempo a chi lo desidera per capire e modificarsi lasciando anche sufficiente corda a chi non lo capisce per impiccarsi da solo e sia giustamente spazzato via alla Sua venuta.

    Paolo lo spiega meglio di me : “Poiché siccome, nella sapienza di Dio, il mondo per mezzo della propria sapienza non ha conosciuto Dio, Dio ha ritenuto bene di salvare quelli che credono per mezzo della stoltezza di ciò che viene predicato.”(1 Cor 1.21)
    Ma tutto ciò non annulla ciò che ho detto, cioè che la croce è stato il mezzo con il quale Satana ha fatto soffrire e morire Gesù in quanto non si sottomise alle sue lusinghe. La “stoltezza” della croce sta nell’idea della tolleranza del Padre, non nel fatto che la croce è il simbolo della tortura e morte del Messia. Ideato e perpetrato dai servi di Satana. Per questo non dobbiamo abbracciare la croce perché non è il simbolo della salvezza, ma è il simbolo della morte e della tortura. E’ la paziente sopportazione il simbolo della salvezza del Padre e del Figlio. Mica possiamo divertirci a fare i sadici masochisti ad imitazione perché il Vangelo dice che “fece questo una volta per sempre quando offrì se stesso … offerto una volta per sempre per portare i peccati di molti; e la seconda volta apparirà indipendentemente dal peccato” ( Ebr 7.27; 9.28)

    Ipoteticamente, lei metterebbe in casa in bella mostra o al collo, il coltello, o la pistola che ha ucciso suo padre ?

    “Si possono anche negare i presupposti di un sistema di pensiero, se vuoi di una fede, ma non può essere quella negazione lo strumento per confutare le conseguenze che ne derivano. Sarebbe come dire che io non credo in Dio e per ciò stesso considero tutti i discorsi che si fanno qua sopra, compresi i tuoi, come improponibili. Delle due l’una, o cerco di entrare nell’ottica dei miei interlocutori, almeno sul piano logico, o diventa perfettamente inutile discuterci.” Ho riconosciuto che c’è una logica e lo confermo, ma ho anche spiegato un diverso punto di vista, che non è improponibile, magari non piace ma è un’ottica diversa. Anche documentata. Però non è obbligato ad accettarla.
    Se Dio avesse sacrificato sé stesso, non sarebbe stato crudele bensì masochista.( Chi si compiace di procurarsi maltrattamenti) ma Gesù disse che era afflitto…. E poi Dio non può finire.

    Adesso vado a fare il bagno in pigiama. Non ho mai provato, ma è divertente come rincorrere le farfalle in sogno ?

    5 Novembre, 2012 - 22:13
  9. fiorenza

    Poi ti scrivo una mail per chiederti a che ora sarai lì. Mi piacerebbe tanto incontrarti in Battistero, che è “casa mia”. Se c’ è un posto nel mondo in cui appena entrata mi viene da pensare: “finalmente a casa!”, è quello.
    I tre Crocifissi, visti insieme, l’uno accanto all’altro per la prima volta, tolgono quasi il respiro…
    Però, Luigi, vedrai, hanno messo 70 ulivi tutto intorno al “mio bel San Giovanni”! Ma che idea assurda, quella di far pensare al monte degli ulivi con questi mezzucci! Certo sempre meglio del prato con cui tappezzarono la piazza due anni fa, ma ti devo dire che quel labirinto di vasi bianchi con dentro queste povere piante, che lì mi pare che soffrano, io lo toglierei subito (forse devo ancora abituarmici). Mi è sempre venuto da girarci intorno, al Battistero (mai -proprio mai, nemmeno quando avevo molta fretta- ho attraversato piazza Duomo senza indugiare in questo lento giro rituale) e niente mi pareva meglio dello spazio vuoto intorno a quel piccolo ottagono bianco che sta lì, nel cuore, nel centro del mondo.

    5 Novembre, 2012 - 22:13
  10. fiorenza

    Leopoldo, Nikita Mikhalkov è uno dei pochi registi che mi piacciono.

    5 Novembre, 2012 - 22:21
  11. luca73

    L’ho detto anche un’altra volta, in questo blog scorgo sovente un aggancio, più o meno consapevole, alla via pulchritudinis, di cui tanto parla BXVI.
    La via della bellezza ci conduce a cogliere il Tutto nel frammento, l’Infinito nel finito, Dio nella storia dell’umanità.
    Sinceri complimenti, Luigi! Io non posso essere a Firenze, ma grazie ai tuoi commenti e a quelli degli amici, sarà come se avessi i Tre Crocifissi davanti agli occhi!

    6 Novembre, 2012 - 8:02
  12. Clodine

    l’artista più grande non può suonare su delle corde rotte, il soffio del vento resta impotente di fronte alla barca che non ha albero, che ha vele ripiegate, il più puro dei ghiacciai non potrebbe generare un fiume magnifico se nel fondo del suo letto è disteso il sudiciume… e Dio-Amore non può nulla se l’uomo libero non si presenta ritto in piedi, con la mente rivolta verso l’alto, artigiano laborioso della propria vita, produttore di bellezza. Una bellezza che incastona come gemma preziosa sul piombo di un mondo alla deriva, un quadro di mirabile fattura dentro una cornice di terra e fango.

    6 Novembre, 2012 - 8:31
  13. Leonardo

    Avrei però un’obiezione. Perché tre crocifissi? Mi pare che l’opera d’arte, quando è tale, abbia intrinsecamente una sua pretesa di assolutezza, come dire, un po’ “monoteistica”: non avrai altro dio fuori di me. Nel senso che chiede di essere totalmente ed esclusivamente guardata, come se fosse l’unica. Al modo in cui Simone Weil diceva che ogni religione è l’unica vera.
    Per questo aborro le mostre e malsopporto i musei.
    Se andassi al battistero, come farei? Dividerei il mio cuore per tre?

    (Mi direte: ma come? E i confronti, la ricostruzione dei nessi storico-artistici, il dialogo che si instaura tra le sculture e l’ambiente ecc. ecc.? Ma quella è tutta roba per gli studiosi di storia dell’arte, non per noi poveretti)

    6 Novembre, 2012 - 8:33
  14. Luigi Accattoli

    Leonardo aborro le mostre e malsopporto i musei: che cosa non si farebbe per una frase sonante.

    6 Novembre, 2012 - 9:47
  15. Io ho ricevuto un autentico colpo allo stomaco la prima volta che ho visto questo crocifisso, di Annigoni, che si trova al Santo, a Padova
    http://www.basilicadelsanto.org/gfx/visita/croc.jpg
    L’immagine non rende affatto l’idea, l’opera è di una grandezza imponente e la sofferenza che trasmette davvero autentica. Questo il commento dal sito della basilica:
    “La Crocifissione (1983). – Le proporzioni, lo stacco e il risalto conferito dalla finta parete con cui è raffigurato il Crocifisso suscitano un’immediata forte reazione. Lo sguardo segue trepidante le gambe inarcate e lacere di sangue di Cristo. Il petto è stirato in giù e l’addome rigonfio, come avviene in questi condannati. Le braccia sono crudamente stirate e tutto il corpo sembra crollare. Il volto è uno strazio. Intorno l’atmosfera umida e plumbea è solcata da un lampo: unico segno, tale da non disperdere l’attenzione, dell’eco della natura. In alto, nel mezzo, una luce scarlatta, di amore e di sangue, rivela il senso ed esalta la sofferenza sacrificale di Cristo, che sembra sussurrare: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

    Io penso che le diverse immagini (i tre crocifissi di Firenze, questo, il crocifisso di san Damiano, gli infiniti altri) non facciano che aiutarci a cogliere ogni volta una sfumatura nuova del mistero, per farcene immergere sempre di più…

    6 Novembre, 2012 - 10:49
  16. Ogni tanto nello scorrere capita all’occhio qualche riga di Gioab,
    e mi dico
    cheppalleeee !!!

    e poi…. mi dico…

    “è la libertà bellezza”

    🙂

    6 Novembre, 2012 - 12:24
  17. Gioab

    @ nico
    “non facciano che aiutarci a cogliere ogni volta una sfumatura nuova del mistero, per farcene immergere sempre di più…”

    Faccia attenzione, a furia di immergersi magari poi affoga perchè non respira più. Come le braccia del condannato a furia di sollevarle andrà a finire che al posto della croce rimarrà un palo.

    6 Novembre, 2012 - 13:10
  18. Stephanus

    Felice viaggio e sereno soggiorno, dr. Luigi! Beato lei che li vedrà insieme i 3 Cristi, quasi una vivente riproduzione degli altri 3 condannati: ricordo le parole del patriarca Bartolomeo Iper la via Crucis al Colosseo del 1994: “Gesù, ciascuno di noi è insieme il malfattore che bestemmia e il malfattore che crede. Signore, io ho fede, soccorri la mia mancanza di fede. Sono inchiodato alla morte, null’altro mi resta che gridare: “Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo regno”.
    OT – Per quantio riguarda l’arte, li ho contemplati nelle loro 3 sedi, a febbraio scorso, con mio nipote Jacopo…durante l’annuale nostro pellegrinaggio artistico e religioso. Mi emozionò soprattutto, per la sua collocazione, per l’ora quasi notturna e il buio e la pace circostante, quello di Michelangelo in S. Spirito.

    6 Novembre, 2012 - 14:50
  19. Leonardo

    Luigi, mi fa piacere che la frase sonante ti sia piaciuta, però io l’avevo detta semplicemente perché per me è proprio così.
    Non vado quasi mai a vedere una mostra (è vero che a dicembre dovrò fare un’eccezione per portare mia moglie a vedere quella di Vermeer alle scuderie del Quirinale; ma in questo caso si tratta di amore coniugale, l’arte c’entra poco), e se posso evito anche i musei perché sono faticosissimi.
    Se proprio devo andarci, cerco di scegliere una cosa sola e guardo quella. Per tutto il resto c’è mastercard: cioè i cataloghi, i siti internet, i documentari, i racconti di chi ci è andato …

    6 Novembre, 2012 - 15:00
  20. Marilisa

    “Gesù, ciascuno di noi è insieme il malfattore che bestemmia e il malfattore che crede. Signore, io ho fede, soccorri la mia mancanza di fede. Sono inchiodato alla morte, null’altro mi resta che gridare: “Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo regno”.

    Parole molto belle perché più vere non potrebbero essere.
    Nella preghiera autentica si incontrano religione e vita. E la realtà concreta in cui si vive, entra nella dimensione divina.
    Il nostro rapporto con Dio nella preghiera è più vero se trova rispondenza nei fatti e nelle siuazioni della nostra vita, se coinvolgiamo Dio in ogni vicenda della nostra esistenza.
    La preghiera “astratta” rivolta ad un Dio separato da noi e confinato in un devozionismo fine a se stesso non è, a mio parere, vera preghiera.

    6 Novembre, 2012 - 15:42
  21. Gioab

    A proposito di icone e crocifissi,

    “Il quinto Concilio di Costantinopoli […] (741-775), in linea con la politica iconoclasta del padre Leone III, …condannò il culto delle immagini, ritenendo che esso non fosse solo idolatria, ma vera e propria eresia.” – Wikipedia

    Anche se l’iconoclastia provocò la distruzione di opere d’arte religiose, secondo lo storico Hauser, grazie a questa eresia, si produsse quell’effetto stimolante della produzione, che era ormai caduta in un meccanico e monotono formalismo. Grazie all’iconoclastia, l’arte si svincolò da temi religiosi e riscoprì l’ellenismo artistico, rappresentando le scene di vita quotidiana

    L’effetto dell’iconoclastia bizantina sull’arte religiosa fu duplice: da un lato, il danneggiamento (quando non distruzione) di un grande numero di raffigurazioni sacre, dall’altro, un chiarimento del significato dell’icona, che non è un racconto biblico, ma è una manifestazione pittorica di una riflessione teologica.

    Costantino V sfruttò l’iconoclastia per combattere lo strapotere dei monaci che, da un lato, facevano mercato delle icone, rafforzando in tal modo la loro condizione economica e la loro influenza politica all’interno dell’Impero, e, dall’altro, suggestionavano le folle….

    6 Novembre, 2012 - 18:17
  22. Clodine

    Io non andrò a vedere Vermeer, anche se lo amo molto…amo quei rossi strepitosi detti di “garanza” – un materiale usato già dai romani il quale veniva estratto dalla Rubia Tinctorum e che l’artista riproduce unitamente da una lacca che lo accentua mirabilmente- non ci vado caro Leonardo perché del Vermeer espongono pochissimo. Mi sembra 5 o 6 opere, e neppure le più rappresentative, a fronte di una quarantina [come poca fu la produzione,a dire il vero, dell’olandese] rimaste , dicevo, gelosamente protette nei vari musei e custodite come “la rosa al naso”! e siccome non mi appassiona granché la scuola fiamminga [eccetto Rembtant e Rubens dei quali neppure l’ombra] per protesta….non ci vado!

    6 Novembre, 2012 - 20:59
  23. Clodine

    Rembrant…mi son mangiata mezzo nome!!

    6 Novembre, 2012 - 21:00
  24. Leonardo

    Ancora uno sforzo e ci sei … Rembrandt!

    In effetti la cosa migliore sarebbe stare a casa, ma ormai gliel’ho promesso: povera donna, non la porto mai da nessuna parte! Così almeno per un paio d’anni potrò sempre rispondere: “ma se siamo stati a Roma anche l’altro giorno!”
    Comunque, nel paio di giorni che staremo lì, la porto anche a san Clemente e a Santa Sabina.

    6 Novembre, 2012 - 23:03
  25. Marilisa

    A proposito di icone e crocifissi…

    Gioab, quali conseguenze può produrre la follia umana. Pensi un po’: la distruzione di opere d’arte religiose.
    E intanto oggi, se non c’è un vero e proprio culto delle immagini, non ne siamo molto lontani.
    Si nota soprattutto quando si va in luoghi di particolare significato religioso, che infatti sono meta di pellegrinaggi.
    La vendita di oggetti religiosi, immagini o altro, che raffigurano madonne e santi varî , o che devono ricordarli, è d’obbligo. E, a mio parere, eccessiva.
    Ricordo che anni fa nella chiesa in cui mi trovavo per la messa, e dove si celebrava, per l’intera giornata, la festa in onore della Madonna della Mercede, il prete che doveva celebrare, infastidito dal chiacchiericcio intorno ad un tavolino dove c’erano molte immagini grandi e piccole che venivano acquistate sotto forma di “offerte”, disse testualmente e ironicamente:”si ponga fine al commercio”. Una frase molto significativa.
    Non potei fare a meno di sorridere.
    Ma le critiche sono sempre lecite? Forse no se si pensa che gli uomini hanno bisogno di “vedere”. Affidarsi solo all’immaginazione non li ripaga, non basta evidentemente.
    E allora anche le piccole immagini, per non parlare delle opere d’arte di ogni tempo, che naturalmente meritano un discorso a parte, sono importanti se si attribuisce loro la funzione di rafforzare la fede di chi in questi oggetti vede il sacro. Sperando però che non si tratti di superstizione. Voglio dire che per molti religiosità e superstizione non hanno confini ben definiti.
    Altra cosa è venderli per puro scopo commerciale, per una speculazione che con la sacralità non ha niente a che fare.
    Ma a questo punto si entra nel campo della “coscienza” individuale. E solo Dio vi ha accesso.

    6 Novembre, 2012 - 23:16
  26. Marilisa

    “In effetti la cosa migliore sarebbe stare a casa…”

    Però!…lei deve essere un bel pantofolaio!
    Senza offesa.

    6 Novembre, 2012 - 23:25
  27. Clodine

    Leonardo, vuoi che non mi sfuggiva la “d” !?…eh….chiedi troppo!

    7 Novembre, 2012 - 11:12
  28. Clodine

    Già che se sei a Roma, e in vena di basiliche paleocristiane, perchè non fai una capatina anche a Santa Maria in Cosmedin, situata , tra l’altro, in un luogo pregno di energie…”foro Boario” , circo Massimo…

    7 Novembre, 2012 - 11:19
  29. Gioab

    @ Marilisa
    “se si pensa che gli uomini hanno bisogno di “vedere”. Affidarsi solo all’immaginazione non li ripaga, non basta evidentemente.”

    A questo proposito, è rimasto scritto un episodio: “ In quel particolare tempo sorse non poco disturbo riguardo alla Via. Poiché un certo uomo di nome Demetrio, argentiere, facendo tempietti d’argento di Artemide forniva agli artefici non poco guadagno; e radunò questi e coloro che lavoravano a tali cose e disse: “Uomini, voi sapete bene che da questo commercio abbiamo la nostra prosperità. E vedete e udite come non solo a Efeso ma in quasi tutto [il distretto del]l’Asia questo Paolo ha persuaso una considerevole folla e l’ha volta a un’altra opinione, dicendo che quelli che sono fatti da mani non sono dèi. Inoltre, esiste il pericolo non solo che questa nostra occupazione cada in discredito, ma anche che il tempio della grande dea Artemide sia stimato come nulla e perfino la magnificenza di colei che l’intero [distretto dell’]Asia e la terra abitata adorano sia ridotta a nulla”. Udito ciò e divenuti pieni d’ira, gli uomini gridavano, dicendo: “Grande è l’Artemide degli efesini!” […] e per circa due ore gridarono: “Grande è l’Artemide degli efesini!” ( Atti 19.23-41)

    Come si può notare ci sono sempre posizioni conflittuali tra chi crede di avere un bisogno, e tra chi quel bisogno ce l’ha davvero perché ci guadagna e prospera. Rimane il fatto che “quelli che son fatti con mani non sono dei” Quindi non rimane che chiedersi perché mail il Fattore dell’uomo abbia fatto scrivere disposizioni così contrastanti a quello che lei chiama un “bisogno dell’uomo di vedere” Forse Lui non lo sa o si sarà dimenticato. Magari avrà un motivo sconosciuto ai più chissà !

    Secondo me si è arrabbiato con gli artisti che lo raffigurano sempre diverso da com’è in realtà e allora li ha condannati a morire di fame per incapacità professionale. Può essere ? Cmq la storia è vecchia, comincia da Mosè e io nella coscienza individuale non posso entrarci, non so dov’è la porta d’ingresso e non ho la chiave.

    Però, la sua generosa tolleranza è del tutto comprensibile, e non tiene conto che Dio non predispone in modo miracoloso il nostro cuore, né ci dà uno spirito volenteroso. Siamo noi che dobbiamo sforzarci di acquistare accurata conoscenza della sua Parola, scritta per essere una guida, e riflettere mettendo i nostri pensieri in armonia con i suoi senza far prevalere i nostri “bisogni” che troppo spesso sono dannosi.
    “All’uomo terreno appartengono le disposizioni del cuore”, (Proverbi 16:1) Il cuore dell’uomo terreno può ideare la sua via, ma è Jehovah stesso che dirige i suoi passi.” ( Prov 16.9)
    E Davide che lo sapeva pregò: “Crea in me anche un cuore puro, o Dio, e metti dentro di me uno spirito nuovo, saldo. Rendimi l’esultanza della salvezza da te, e voglia tu sostenermi pure con uno spirito volenteroso”. (Salmo 51:10, 12)
    Dal momento che abbiamo così tanti “bisogni” potremmo essere tentati di seguire un appagamento – come lo chiama – spinti dalla disposizione del cuore. Per questo l’avvertimento è “Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è difficile da correggere”, (Geremia 17:9)

    Se “religiosità e superstizione” non hanno confini ben definiti, non può nemmeno dire quando si sconfina, quindi perché non evitare il pericolo e non ricordare : “Ma rifiutavano di prestare attenzione, e mostravano una spalla ostinata, e resero i loro orecchi troppo insensibili per udire. E resero il loro cuore come una pietra di smeriglio per astenersi dall’ubbidire alla legge e alle parole che Jehovah degli eserciti mandò mediante il suo spirito, per mezzo dei profeti precedenti; così che venne grande indignazione da parte di Jehovah degli eserciti”.” ( Zac 7.11-12)

    A proposito di “bisogni” secondo me dovrebbe dirlo a Giacomo, quando lo vedrà. Gli dica che ha scritto una sciocchezza: “ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte.” ( Gc 1.14-15) Dato che ciascuno ha i suoi bisogni e non sa rinunciare.
    Stia bene

    7 Novembre, 2012 - 11:35
  30. Marilisa

    “ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte.” ( Gc 1.14-15)

    Intanto spero di vederlo il più tardi possibile, Gioab, e poi “Giacomo” si riferiva a un altro tipo di desiderio.
    Se lei non sa questo, ma ne dubito,la sua zucchetta è infarcita di scemenze.
    Stia bene anche lei.

    7 Novembre, 2012 - 13:18
  31. Gioab

    “Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; 15 poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand’è consumato, produce la morte.” ( Giac 1.14-15 CEI)

    “La concupiscenza è un termine che possiede diverse sfumature a seconda degli ambiti in cui viene utilizzato. Un primo significato è quello che indica la condizione umana di brama, desiderio, rivolta in particolare ai piaceri sessuali.” – Wikipedia “A seconda degli ambiti in cui viene utilizzato” non significa che ci sia solo un ambito o sbaglio ? Lei ha il pensiero fisso a un “desiderio ” fisso ?

    Dopo un primo c’è un secondo, un terzo, un quarto un quinto….
    Poi, dopo, viene il brillocco, poi il visone, ( ma non di schiaffi) poi il “pied’a terre”, poi la mercedes, poi…. poi…. poi !.

    7 Novembre, 2012 - 15:26

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