Spero di non dovermene mai andare ma se così succederà voglio dirvi che mi mancherete tutti. Mi siete rimasti dentro. Benny: scritta che ho letto venerdì 4 maggio su una porta in legno di via Rusconi a Pavia, angolo via Cavallotti. Per una scritta che svolgeva un sentimento opposto, letta a Formia il novembre scorso, vedi il post Voi siete la feccia della comunità.
Mi siete rimasti dentro
8 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
“Un buon pensiero che capitiamo a leggere, una frase altrui che ci colpisce, li riportiamo volentieri nel nostro diario”, frase tratta da “affinità elettive ” di Goethe, un romanzo bellissimo che di tanto in tanto mi rivado a sbirciare …sono una romanticona fondamentalmente..
In fondo, anche questi due sentimenti completamente avulsi, agli antipodi, il primo di grande empatia, di completa vicinanza a persone di cui si è apprezzata la presenza. L’altro di disprezzo, un out senza sé e senza ma, rientrano in quella misteriosa attrazione che lega le persone in base ad una alchimia di elementi chimici per cui alcune sostanze si legano a scapito di altre….è il mistero dell’amore, dei sentimenti, dell’odio, dell’antipatia, senza riuscire a superare questo limite…
Il mistero anche delle nostre paure, del nostro istinto …purtroppo! Come diceva Platone, non siamo che ombre, tutto è circoscritto nella caverna della nostra piccola esistenza. Si è bloccati a fissare un muro che si erge davanti a noi, un muro che si teme di abbattere per timore di trovare, al di la, i mostri, il lupo divoratore con le fauci aperte pronto a mangiarci. Invero….i mostri sono dentro di noi , più che fuori…
La Storia non si è fermata a Platone!!! Il Vangelo non lo nomina nemmeno, mi pare! Perché vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto!!! Ma Gesù Cristo non ci interessa proprio ??? Sappiate che in altri splendidi siti come Questo, si parla di preghiera, di Amore, di Gioia!!! Di missione per la Nuova Evangelizzazione!!!
Buona giornata ” pianerottolo”.
Ma c’è molto da imparare da Platone, in primis imparare a conoscere noi stessi, altrimenti, di noi stessi, non potremmo avere misericordia e non potremmo neppure amarci e non amandoci saremo sempre persone arcigne, aride, incapaci di provare empatia e amore per le altrui miserie. Se non sappiamo neppure esaminare le nostre, di miserie…e riconoscerle.
Buona giornata Pietro Abate
Boh, a me pare che da Gesù Cristo si impara ad essere dei realisti, ottimisti realisti, ma realisti.
Non è un sogno, Gesù Cristo, edulcorato come piace a noi e che – sotto lo schiacciasassi della vita – finirebbe in un’inevitabile disperazione o – peggio ancora – disperazione.
Qui si prega – magari lanciando insulti – ma si prega, qui ci sono cuori vivi e palpitanti che ammettono di essere tristi e non cadono nel tranello terribile del “se non sei gioioso, non sei cristiano”.
Mi paiono falsi quei siti/blog dove tutto è roseo e bello, o meglio mi paiono una “dose” di droga per continuare a vivere le nostre giornate e non a sopravvivere.
Gesù Cristo interessa, interessa eccome e spesso la passione che ci si mette per difenderLo è proprio questo interesse che è diventato vitale ed infuso nell’intimo.
Credo che troppo spesso di Gesù Cristo prendiamo solo Dio tralasciando l’uomo eppure è proprio nell’Uomo che Dio si nasconde per rivelarSi e rivelare – prima di tutto – l’uomo a sé stesso.
In questo blog vive e palpita il famosissimo “I care” con tutte le defezioni umane, ma esiste ed è visibile.
Errata:
finirebbe in un’inevitabile disperazione o – peggio ancora – disperazione
corrige:
finirebbe in un’inevitabile disperazione o – peggio ancora – rassegnazione
Scusate
Grande Marta!
Quella frase mi intistrisce assai, mi fa troppo il cuore cupo.
Il motivo è che per me quello “andare” è interpretato come “andare [via da questo mondo]”.
Ci sono circostanze e persone che è davvero duro doversene “andare via”.
Su certe cose soffro davvero, troppo.
Anch’io ho avuto la stessa impressione, Ubi.