“Mi sento una figlia musulmana di Papa Francesco”: lo dice a Vaticaninsider Shahrazad Houshmand, teologa iraniana, membro della Consulta femminile nata nel giugno del 2015 presso il Consiglio della Cultura. Nei commenti le parole di Shahrazad e alcune battute di musulmani “milanesi” pubblicate il 6 marzo dal Corsera a modo di saluto per l’andata del Papa a Milano, che sarà domani. Nonché una calda parola del cardinale Scola su Francesco.
“Mi sento una figlia musulmana di Papa Francesco”
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Shahrazad Houshmand. Come è percepito Papa Francesco dalle donne musulmane? «Papa Francesco è stimato e amato dai musulmani, non solo dalle donne, perché la sua parola è attentissima alla sofferenza dell’altro e alla vita dell’altro, chiunque egli sia. Non guarda il volto dell’altro solo perché cristiano o cattolico, guarda alla sofferenza del mondo, non dice solo “i cristiani sono perseguitati” ma parla della sofferenza dell’essere umano, ed è questo che lo fa amare molto dai musulmani, comprese le donne musulmane, compresa me che mi sento una figlia musulmana di Papa Francesco».
http://www.lastampa.it/2017/03/07/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/la-teologa-iraniana-in-vaticano-il-mondo-ha-bisogno-di-perdono-x4h3i2Xb3Flwic1nk8TgxO/pagina.html
Ghanim Larbi. Sono un papà di religione musulmana, detenuto nella casa circondariale di San Vittore. Sto scontando la mia condanna per colpa della mia tossicodipendenza. Quel che non vedo giusto è che la giustizia colpisce purtroppo non solo chi ha sbagliato, come me, ma anche i suoi affetti familiari. Così per un mio errore i miei due bambini non possono più vedermi. Ti chiedo una preghiera per potere riavvicinarmi a loro. Mi affido a te perché sei il Papa del popolo e della famiglia unita. Grazie.
http://milano.corriere.it/cronaca/cards/lettere-papa/mustapha-sekouri.shtml – Ivi anche le dichiarazioni riportate ai tre commenti che seguono.
Moutabbid Abdelkbir. Carissimo Papa, mi trovo detenuto nel reparto dei tossicodipendenti di San Vittore chiamato La Nave. Sono qui per pagare il mio debito con la giustizia, ma allo stesso modo per riuscire a curare la mia patologia della sostanza. Le chiedo di fare una preghiera per darmi la forza di portare a termine la mia situazione[…]. Anche se sono musulmano, una parte di me crede in lei.
Moutabbid Abdelkbir. Carissimo Papa, mi trovo detenuto nel reparto dei tossicodipendenti di San Vittore chiamato La Nave. Sono qui per pagare il mio debito con la giustizia, ma allo stesso modo per riuscire a curare la mia patologia della sostanza. Le chiedo di fare una preghiera per darmi la forza di portare a termine la mia situazione, per un benessere mio e di mia sorella che è in attesa della mia prima nipotina: vorrei godermela fuori da queste mura visto tutto il sacrificio che fa ogni settimana per venirmi a trovare. Anche se sono musulmano, una parte di me crede in lei.
Mustapha Sekouri. Abbiamo fedi differenti. Ma tu caro Francesco quando preghi per i carcerati non fai distinzioni di sesso, di razza, soprattutto di religione. Così mi sento accolto anch’io nelle tue preghiere e se potessi chiederti qualcosa sarebbe un regalo bellissimo sentirti fare una preghiera al cielo per noi fratelli musulmani detenuti nelle carceri italiane, lontani da casa e dai nostri affetti […]. Grazie Francesco da un fratello musulmano.
Scola su Francesco al Corsera. Il “Corriere della Sera” di ieri, 23 marzo, aveva un testo del cardinale Scola sulla visita del Papa a Milano, intitolato «Segue lo stile di Gesù, ecco perché è tanto amato». Al commento seguente ne riporto un brano. Qui il link al testo intero:
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_marzo_22/scola-segue-stile-gesu-ecco-perche-tanto-amato-46c2df48-0f40-11e7-b19a-5283fae0a63e.shtml
Pedagogia e stile di Gesù. Il Successore di Pietro venuto «dalla fine del mondo» pratica personalmente la cultura dell’incontro. Per questo ha autorevolezza e suscita simpatia anche tra chi non crede. Partendo dagli ultimi e dagli esclusi il Papa ripropone con forza a tutti noi la pedagogia e lo stile di Gesù. Questi, privilegiando i bisognosi, gli scartati e gli ammalati accompagnava donne e uomini ad amare tutti. Gesti, esempi di vita, cultura di popolo e insegnamento: ripensando ai quattro anni di pontificato di papa Francesco questi mi appaiono gli elementi costitutivi della sua azione e del suo magistero. È necessario seguirli integralmente, nella loro unità e nelle loro reciproche implicazioni. Sono convinto che trascurarne qualcuno porti inesorabilmente a una riduzione ideologica della sua persona e del suo ministero.
Colpo allo stomaco. Ad altre parole impegnative di Scola su Francesco “colpo allo stomaco” avevo dedicato un post il 19 marzo:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/scola-su-francesco-come-salutare-colpo-allo-stomaco/
La carità supera ogni barriera ideologica, ogni pregiudizio, ogni discussione.
La carità semplicemente “ama” e, in quanto tale, come tale è amata.
Qualcuno, non ricordo bene chi, ha detto:” Dio non è cattolico”.
E più vero non potrebbe essere.
Ha detto giustamente la teologa iraniana: “deve esserci pace tra le religioni per arrivare alla pace tra le nazioni».
Infatti, molte guerre hanno attraversato la storia degli uomini a causa della religione; il che è una contraddizione in termini.
Quando una religione rivendica il privilegio di essere l’unica depositaria della Verità, innesca una catena di odio e ritorsioni reciproche che disconoscono la sostanza dell’ unico Dio e alimentano il vento delle divisioni dilaganti.
Dio sta al di sopra delle religioni.
Ha detto il musulmano Mustapha Sekouri:” tu caro Francesco quando preghi per i carcerati non fai distinzioni di sesso, di razza, soprattutto di religione. Così mi sento accolto anch’io nelle tue preghiere”.
Anche le parole della teologa Shahrazad Houshmand colgono la grandezza di papa Francesco: “la sua parola è attentissima alla sofferenza dell’altro e alla vita dell’altro, chiunque egli sia. Non guarda il volto dell’altro solo perché cristiano o cattolico, guarda alla sofferenza del mondo, non dice solo “i cristiani sono perseguitati” ma parla della sofferenza dell’essere umano”.
In questo senso sono condivisibili le parole del card. Scola: “… il Papa ripropone con forza a tutti noi la pedagogia e lo stile di Gesù. Questi, privilegiando i bisognosi, gli scartati e gli ammalati accompagnava donne e uomini ad amare tutti.”
Davvero tanti sono gli insegnamenti che giungono a tutti noi da Francesco. Sta a noi vederli e accoglierli con animo sgombro da sciocchi pregiudizi.
Questi li semina il Divisore.
dal Corriere della Sera ed. Milano, venerdì 24 marzo2017:
“Oggi scattano le misure di sicurezza. A Monza il Parco verrà pressochè sigillato…Ieri pomeriggio a cento metri dal palco è caduto un albero: una cinquantenne è rimasta ferita.Nel centro della città, ieri mattina sono comparse sui muri alcune scritte contro il Papa , subito cancellate. ..”
Non prendetevela con me: riporto le notizie!
Gli arùspici avrebbero tratto dalla caduta dell’albero e dal ferimento della cinquantenne presagi negativi, ma i presagi non esistono più, esistono solo i fatti.
Sarebbe interessante , per par condicio, come si usava dire una volta, ascoltare le testimonianze e cosa pensano di papa Francesco e dei cristiani, ANCHE i detenuti musulmani radicalizzati e simpatizzanti dell’ISIS. Sì , perchè sembra proprio, così ci dicono i fatti , che la maggior parte dei terroristi islamici si radicalizzi in carcere e lì cominci a covare odio verso l’Occidente crociato.
O forse voi preferite credere che il florilegio di buoni sentimenti proposto da Luigi rappresenti l’intero campione dei i carcerati di Milano? io direi che rappresenta una piccola minoranza accuratamente scelta, come un tempo le Dame di San Vincenzo sceglievano i poveri “presentabili” e non quelli brutti sporchi e aggressivi .quando veniva il Vescovo.
il giorno che vedrò un vescovo, un prete andare in mezzo ai veri “cattivi”, con vero rischio della propria vita e senza telecamere al seguito, diventerò credente come voi. per ora sono scettica.
Cosa c’entra la caduta dell’albero con la visita di papa Francesco? Cosa c’entra la caduta nel 2014 della croce (con morte di un ragazzo) realizzata nel 1998 in occasione della visita a Brescia di Giovanni Paolo II, con Giovanni Paolo II stesso? Suvvia, siamo seri.
Riportale, Venturi (ti dispiace discepolo se ti chiamo Venturi, a me hanno sempre chiamata Leo, perfino i nipotini mi chiamano “nonna Leo”) diecvo: mi piace ci sia un testimone oculare, un cronista pronto a raccontare dal vivo ciò che accade! Io feci lo stessi in occasione del family day dello scorso anno. Credo sia un modo per partecipare attivamente ad un evento importante che riguarda da vicino ogni cattolico impegnato…
“Un giorno un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova:
«Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge?
Che cosa vi leggi?».
Costui rispose:
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù:
«Hai risposto bene;
fa’ questo e vivrai».
Un po’ come un professore dicesse allo studente, hai risposto bene ma arrivi appena alla sufficienza. Questo per dire che, si parla tanto di Carità, ma la questa non ha nulla a che vedere con l’amore profano. Con un generico sentimento dai i rivoli infiniti spesso inquinati da egoismo, gelosia, morbosità, attaccamento umano, ma anche desiderio di bene, ma un bene mercenario, o con finalità narcisistiche tese ad appagare il proprio ego.
La Carità è Dio stesso,Egli la riflette come in uno specchio ai veri adoratori ,a quelli che dalla Parola di Dio (dall’obbedienza alla Parola di Dio) passano ai fatti. E non sempre, anzi, quasi mai, le due cose coincidono…
“Cosa c’entra la caduta dell’albero con la visita di papa Francesco? …”
C’entra come i cavoli a merenda.
Ogni pretesto, anche il più scemo, è buono per cercare di screditare un Papa che non piace.
Quanta ignoranza, Dio buono!
“Non prendetevela con me: riporto le notizie!”
Brava!
E perché riporta solo questo genere di notizie?
Che cosa crede di ottenere?
“Questo per dire che, si parla tanto di Carità, ma la questa non ha nulla a che vedere con l’amore profano”
Quale “amore profano”? Il bene che si fa al prossimo non ha niente di profano, proviene dalla Carità di Dio, che a lei piaccia o non piaccia.
Dov’è carità e amore, lì c’è Dio, recita un inno di chiesa. E non si fa nessuna divisione fra credenti e non-credenti, fra cristiani e non-cristiani.
Ma la logica che fine ha fatto?
Purtoppo la nostra logica non coincide con quella di Dio.
Se imparassimo a ragionare con la logica di Dio, e parlo anche per me considerando il malumore che mi mette addosso la provocazione altrui, la tentazione, che viene dal maligno, di restituire pan per focaccia, faremmo un’opera meritoria a noi stessi innanzitutto. Questa è una Grazia per la quale pregare incessantemente, ed è quello che intendo fare da oggi in avanti. Che il Signore allontani da me ogni tentazione: brandirò la croce/medaglia di San Benedetto affinché mi assista in questa umana battaglia, perché il veleno lo beva lo stesso tentatore e coloro dal quyale il veleno proviene.
detto ciò:
La carità non è un generico amore, ma è una Virtù , una VIrtù teologale che procede dalla fede e,proprio come si dice della fede che non la si può rivendicare anche volendo, non la si può instillare umanamente così la Carità : puoi essere dentro la Chiesa, cibarti di milioni di Eucaristie e non possere né l’una né l’altra. ( E qui vale il santo precetto “non chi dice Signore, Signore, entrerà, ma chi fa la Volontà del Padre mio”)
n proposito mi sovviene l’aneddoto che sempre mi raccontava quella suora di cui spesso parlo in questo blog- figlia spirituale di San Padre Pio essendo stata da questi battezzata- di una signora dell’alta borghesia romana benefattrice di svariate opere, tra le quali un’orfanotrofio, assidua all’ Eucaristia, allontanata da Padre Pio istantanemanete, senza possibilità di replica!
La Carità non è possesso umano, ma è dono di Dio, che procede dalla fede. Dio solo ha il potere di elargire sia l’una che l’altra.
Infatti , dice l’Apostolo nel suo famoso brano tratto dal tredicesimo capitolo della Prima lettera ai Corinzi (13,1-13) :
Se avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
E ancora:
“Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.”
Non credo occorra aggiungere altro.
Ora,siccome si è soliti crogiolarsi in vani ragionamenti sulla fede adulta perdendosi in categorie umana prive di sale. A chi sostiene che la Carità e un generico Amore siano la stessa cosa, rifletta e ricerchi. Evidentemente, quella fede ritenuta “adulta” tanto adulta NOn è vede ancora tutto ” come in uno specchio, in modo oscuro” . Ma quando sarà divenuta adulta, quella fede, vedrà “faccia a faccia”
Che Dio ci aiuti e ci preservi dalla tentazione affinché anche noi possiamo conoscere perfettamente Colui che ci ha creati, come altrettanto perfettamente siamo conosciuti.
P.S
Ulteriore riflessione a margine:
la fede precede (non procede) la Carità rispetto alle “teologali”, ma non è ancora condizione sufficiente….
La carità è una virtù infusa per l’appunto, è l’amore di amicizia tra l’uomo e Dio nel piano soprannaturale …ripeto : nel piano soprannaturale/ Metafisico. Una sfera che supera l’umana intelligenza. E’ una virtù immessa,” insufflata” oserei dire, nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo, e non un generico “amore”…per quanto totalizzante…
E non si fa nessuna divisione fra credenti e non-credenti, fra cristiani e non-cristiani ?
falso!
Solo amando Lui, noi sentiamo di amare veracemente e pienamente noi stessi (ama il prossimo tuo…)
Solo portando la sua immagine nella nostra natura elevata siamo in grado, logicamente, di ricopiarne i tratti nella nostra vita, qutidiana, morale…
Solo Gesù il Signore e il Padre sono una cosa sola , noi , in assenza assoluta di conformità alla Sua Volontà e a quella del Padre non siamo che vasi di argilla, pieni di crepe…
Lei è esclusivista ed escludente, signora, e non mi meraviglio. Ma già questo è fuori dalla carità.
La Carità non è di pertinenza dei soli cristiani.
Dio è il Padre di tutti gli uomini;la sua essenza è l’ Amore ,che ugualmente si riversa su tutti gli uomini a qualunque religione appartengano.
L’ amore comprende la carità, senza distinzione di credo religioso.
Già assai prima di Cristo certi documenti egiziani testimoniavano la Carità in modo pressoché identico alle parole evangeliche di Gesù.
La sua religiosità ha insita la limitatezza di una teologia chiusa e pedante che è stata superata da parecchio tempo.
Apra i suoi orizzonti mentali.
La bellezza di sei commenti, quelli dalle ore 7,30 alle ore 9,36 che si prefiggono di smaterializzare la carità, sospingendola esclusivamente nel mondo soprannaturale/metafisico.
Che razza di baggianata sarebbe?
Intanto che si brandisce la croce/medaglia di san Benedetto ( 🙂 🙂 🙂 ) con maggior giovamento si potrebbe consultare, chessò, la “Deus Caritas est”, e , se proprio si vuole suggerire una meditazione sull’argomento, proporre quella direttamente.
Per chi volesse:
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est.html
Clodine, con tutto il rispetto, mi sembri una “LeoPedia” fredda, scostante… Non ti offendere, ma parole come “E non si fa nessuna divisione fra credenti e non-credenti, fra cristiani e non-cristiani? falso!” sembra quello che il Papa a Milano ha appena definito una “ideologia”. Difatti nel Vangelo leggo:
“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui TUTTE LE GENTI” che dividerà tra “capre” e “capri”, ma non in base a quello in cui hanno creduto, ma in base a quello che hanno fatto o non fatto agli affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati.
Avrai da protestare tu quando dirà alle disorientate capre: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”?. E lo dirà senza fare nessuna domanda di catechismo? Ma quel “RE” secondo te avrà studiato teologia?
Secondo te un tipo come il Dottor Albert Schweitzer (1875–1965), medico, filantropo, biblista, pastore e missionario luterano, non essendo stato cristiano-cattolico, il RE lo dovrebbe annoverare tra i capri e condannarlo?
Buon giorno, Clodine… 🙂
Ad ogni modo certamente la frase di S. Paolo:
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla.
indica che la “carità” è molto di più del filantropismo e del “volémose ben”.
Io, pur essendo totalmente a digiuno di teologia, mi permetto di interpretarla così:
Non basta “fare” la carità; è necessario “essere” la carità.
Ed “essere” la carità significa far morire l’uomo vecchio che è in noi per diventare nuovi e riconoscibili: in chi ci legge, ci incontra, troverà in noi la pazienza, la benignità, senza invidia, né superbia, né ira; ma anche, perché no, il compiacimento della verità rivelata.
Il Dottor Albert Schweitzer, caro Giuseppe, è stato un grande testimone di amore per il prossimo, per gli ultimi, ma anche lui, come tutti, sarà sottoposto al giudizio di Dio più che a quello degli uomini.
“…sembra quello che il Papa a Milano ha appena definito una “ideologia”.
Infatti, Giuseppe, è proprio una ideologia, tale e quale a quella dei fondamentalisti islamici, che interpretano a modo loro le parole di Maometto.
Chi si affida a certa teologia ( vecchia e superata), la incorniciano e la mettono sul ripiano più alto dello scaffale, senza nessun aggancio col reale. Vorrebbero un mondo conformato al proprio pensiero che fa riferimento agli schemi chiusi di quella teologia messa sullo scaffale. Ogni tanto la rispolverano per farla apparire bella e nuova, mentre i tarli la rodono e loro non se ne accorgono.
Dimenticano che Gesù con le sue semplici parole sta molto più in alto di quei teologi che vorrebbero relegarlo in una nuvola isolata, lassù fuori del mondo. Se Dio fosse chiuso e dispotico come certi lo pensano e lo vogliono, saremmo tutti dei poveri disgraziati.
Gesù si è incarnato per dare soffio vitale al mondo i cui gli uomini vivono.
Non è stato Gesù stesso a dire le parole ” CHI NON È CONTRO DI ME, È CON ME”?
Forse che si riferiva solo a quelli che sarebbero stati i suoi seguaci?
Niente affatto. Il suo era un messaggio universale, rivolto a tutti gli uomini di buona volontà che sono sparsi per il mondo intero e senza etichette religiose.
A Luigi Mortari Fides
Caro Luigi, che sia Dio a giudicare il Dottor Albert Schweitzer, e non Clodine e chi come lei, mi riempie di gioia… 🙂
Proprio quattro minuti fa, quando il Papa era appena uscito dal Carcere di S. Vittore, ho sentito in televisione la testimonianza di una volontaria che presta servizio nel carcere e che ha raccontato quanto ha detto un detenuto: “Io sono ateo, agnostico, ma a Papa Francesco credo…”
Io mi sono commosso…
Buon pomeriggio, Luigi.
“Non basta “fare” la carità; è necessario “essere” la carità.”
….
Il Dottor Albert Schweitzer, caro Giuseppe, è stato un grande testimone di amore per il prossimo, per gli ultimi, ma anche lui, come tutti, sarà sottoposto al giudizio di Dio più che a quello degli uomini.”
Lei, sig. Mortari, sottintende, mi pare, che A.Schweitzer, pur essendo stato un grande testimone di amore per il prossimo, non “fosse” la carità. E dunque ” sarà sottoposto al giudizio di Dio più che a quello degli uomini.”
La pecca di A.S. sarebbe il non essere stato di religione cristiana. O sbaglio?
Bene. Io so per certo che la Carità non è necessariamente a firma cristiana, e so anche che chi è un testimone della carità è, egli stesso, carità. E non ci vuol molto per capirlo.
Se poi mi viene messo davanti l’esempio ( grandioso) di Schweitzer, non ho il minimo dubbio che egli fosse la Carità fatta persona.
Sul giudizio di Dio, non potrei dire evidentemente.
Su di lei, invece, direi–con tutto il rispetto– che dovrebbe aggiornare anche lei le sue conoscenze in fatto di Vangelo e di teologia, se le interessasse. Scoprirebbe delle cose assai interessanti.
Un caro saluto a tutti, nel momento in cui tutte le campane delle Chiese della mia città (Monza) suonano a festa per accogliere papa Francesco.
Lei, sig. Mortari, sottintende, mi pare…
Lei sottintende molto male.
Se ho qualcosa da esprimere lo dico apertamente, senza sottintesi.
Se ho sottinteso molto male, pazienza.
E comunque, non sottintendo per niente che lei si schiera sempre con chi è retrogrado.
Io non mi schiero, le sia chiaro una volta per tutte.
E non ho nulla da condividere con i retrogradi.
Impari a leggere i commenti evitando i pregiudizi.
Mio padre era un passetto avanti , Giuseppe,rispetto al detenuto, essendo anch’egli ateo e mangiapreti alla fine è stato folgorato dalla figura di San Padre Pio, almeno ha creduto in un Santo, e non in un uomo, con tutto il rispetto per il Papa.
Giuseppe se avessi letto, ti saresti accorto che non ho associato la “Carità” alll’essere cattolico, ma essendo un dono Teologico, è prerogativa del cristiano.. Ora, Albert Schweitzer è stato un uomo meraviglioso, grande filantropo che ha lasciato moglie e figlia al loro destino per aiutare il prossimo e seguire, ma anche per seguire la sua passione : la musica. Lui non era cattolico, ma Luterano.
Quando si parla di Dio, delle realtà di Dio, così difficili da comprende, è la Rivelazione a venirci in aiuto. Ogni concetto relativo alla Rivelazine è di ordine necessariamente teologico non potrebbe essere altrimenti, non ideologico, ma teologico.
Posto che la Carità, essendo il più eminente dei carismi, è una virtù TEOLOGALE immessa,” insufflata”, nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo, e posto che, a motivo di ciò, in quel cuore umano viene come trapiantato il cuore di Cristo (l’uomo nuovo di cui parlava Fidesm che ringrazio profondamente) è necessario comprendere che non è una forza aliena,o un qualche spirito d’angelo o di demone a realizzare questo “intervento” chirurgico. Ma lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo, vedi Giuseppe è fondamentale comprendere questo, non proviene in modo diretto da Dio, ma da Dio a Cristo e da Cristo agli Apostoli il giorno di Pentecoste. Questa è la grande novità del Nuovo Testamento rispetto all’Antico e in contrapposizione al desiderio di Mosè: “Volesse Dio dare a tutti il suo Spirito!” (Numeri 11:29).
Per successione Apostolica, continuità dunque, lo Spirito Santo si propaga nella Chiesa attraverso il Battesimo, e gli altri sacramenti . Dunque anche la Carità , Virtù teologale per eccellenza essendo dono di Cristo, nello Spirito, e di conseguenza è anche dono specifico della Chiesa. Verrà infusa, come fiammella destinata ad incendiare il cuore di coloro che Dio sceglie in piena libertà, e da questi incendiare il mondo …
A suffragare ciò, prendo giusto a prestito, la pericope sopra citata ” CHI NON È CONTRO DI NOI (non contro di me, ma contro di NOI, il soggetto sono gli Apostoli) , È CON NOI, (non con me!) ”, che ricalca perfettamente le cose fin qui dette . Si tratta di Marco 9:38. Pericope evangelica attualissima che va meditata profondamente nel suo significato intrinseco e riguarda la collegialità ecclesiale e dottrinale.
“Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”. Ma Gesù disse: “Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa”.
In questo contesto Gesù non accenna alla Carità, intesa come virtù teologale, ma parla delle OPERE DI MISRICIRDIA CORPORALE, che è altro dalla Carità.
parla di “Un bicchiere d’acqua NEL MIO NOME perchè SIETE DI CRISTO”. Non parla così, tanto per…sa quello che dice…e non dice che NON fa la differenza se si è dalla parte di ” Baal ” -che potremmo identificare con una qualsiasi religone- e da quella dei Cananei ; al contrario: condizione necessaria è “essere di Cristo”
Inoltre non parla di acquisizione o di una possibile salvazione eterna sic et simpliciter in virtù delle opere di misericordia. Ma che non perderà la sua ricompensa.
Un’ultima cosa, Giuseppe,poi mi taccio.
San Tommaso d’Aquino trattò il tema della “Carità” lungamente, in ben 27 “questioni” e noi pretendiamo di risolverlo in quattro battute.
Questo da il polso di quanto sia complessa questa Virtù che vuol dire, in modo esplicito, amare Dio per sé stesso e più di noi stessi,più di tutti i suoi doni e al di sopra di tutto e in secondo luogo,amiamo noi stessi e il prossimo per amore di Dio, perchè è amato da Dio e perché è chiamato, come noi, a glorificarlo.
In sintesi, si tratta (da quanto umilmente tento di comprendere) di un effetto prodotto sulla Volontà -di colui o colei al quale Dio la voglia riversare- della stessa Carità increata che per prima ci ha amato. L’amore del quale è creatore, vivificatore,rigeneratore Dio stesso. Comprendi di cosa stiamo parlando? Certamente le opere di misericordia corporale e spirituale rifletteranno, come le sfaccettature di un diamante puro, questo immenso dono…incommensurabile, straordinario….
E come disse Fides, si tratta di “essere” la carità.
San Francesco d’Assisi…ad esempio..
“Impari a leggere i commenti evitando i pregiudizi.”
I pregiudizi sono tutti suoi e lo ha dimostrato quasi sempre, anche in modo maleducato.
E comunque, per quel che me ne importa, buon pro le faccia.
Mi e’ venuta voglia di ascoltare i commenti all’ Inno alla Carità di don Fabio Rosini, fatti alla radio vaticana e disponibili in audio sul web. Sono stati fatti in varie puntate. Mi ci vorrà un po’ di tempo
Io ho questi. Sono quelli che intendi tu, Andrew?
https://www.youtube.com/watch?v=K4rFoWes3RU
https://www.youtube.com/watch?v=q3byhoashOw
https://www.youtube.com/watch?v=gt01dIIdMj0
Tramite Google inserendo “‘amore senza fine. Catechesi di don Fabio Rosini sull’Inno alla carità” entri direttamente nel sito della radio vaticana e ti trovi le 7 puntate in audio della scorsa quaresima. Non so se siano le stesse tue. Può darsi di si. Dovrei ascoltarle tutte…
“A suffragare ciò, prendo giusto a prestito, la pericope sopra citata ” CHI NON È CONTRO DI NOI (non contro di me, ma contro di NOI, il soggetto sono gli Apostoli) , È CON NOI, (non con me!) ”, che ricalca perfettamente le cose fin qui dette .”
Forse avrebbe fatto meglio a non prendere in prestito la suddetta pericope. Perché a spaccare il capello in quattro generalmente non si fa bella figura.
È vero, Marco dice ” contro di noi” e poi ” con noi”; Matteo e Luca dicono “Chi non è con me è contro di me” che è più escludente.
Ma se si prescinde dal contesto in cui sono inserite le diverse espressioni, ogni discorso va a farsi benedire.
Per non farla troppo lunga, Marco parla al plurale, che però ha la STESSA VALENZA del singolare.
Gesù infatti vuol dire che chiunque si ADOPERI PER IL BENE è dalla loro parte ( Gesù e i discepoli), anche se non è della loro cerchia.
Matteo e Luca sono più intransigenti perché volevano riferirsi ad altra situazione.
Gli evangelisti si rivolgevano ad ascoltatori diversi, e con finalità diverse. Per cui anche i vangeli presentano delle differenze non di poco conto. Quali furono le parole vere, storiche, di Gesù?
Nessuno può dirlo, non avendo Egli scritto niente di niente. E non essendo state le sue parole registrate, ovviamente.
Quando la signora Claudia Leo con la sua solita sicurezza dice:” Pericope evangelica attualissima che va meditata profondamente nel suo significato intrinseco e riguarda la collegialità ecclesiale e dottrinale”, sta facendo una sua personale esegesi evangelica che però contrasta, guarda caso, con l’esegesi di chi interpreta le parole riportate da Marco in modo del tutto diverso.
Infatti, sono molti-moltissimi quelli che le interpretano nel senso che, mentre i discepoli volevano che le sue parole fossero riservate solo al popolo di Israele, Gesù invece allargava l’orizzonte al Regno di Dio che include l’ umanità intera.
Chiunque non combatta Gesù, si pone di fatto al suo fianco.
E siccome Gesù vuol diffondere nel mondo l’Amore, che è anche Carità, chi la carità la pratica pur non essendo cristiano, è al fianco di Gesù anche se inconsapevolmente.
Piaccia o no alla signora Claudia e agli esegeti della sua linea, che si ostinano a parlare di NOI indicando la “collegialità ecclesiale e dottrinale”.
Mi dispiace tanto per loro, ma non è così.
Ma quanti teologi frequentano il blog di Luigi!!!!
Stiamo ai fatti e non perdiamoci in sterili diatribe circa la corretta interpretazione del contenuto della carità né sulle persone che l’hanno seriamente attuata ( Albert Schweitzer si o no).
San Paolo che a questa virtù (?) ha dedicato un inno ( Corinzi 13, 1 e segg.) la definisce prima in negativo ( vv.1-3 ) e quindi ne elenca le caratteristiche:
“La carità è magnanima, è benigna la carità, non è invidiosa, non si vanta la carità, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta…..”( vv 4-7). Come si vede non è facile comprendere rapidamente e compiutamente un comportamento comunque centrale della fede cristiana che può essere rivolto e compreso anche da credenti di altre religioni e, perché no, da chi proclamandosi non credente non si rende conto di poter essere credente …… a sua insaputa.
Ognuno si faccia un esame di coscienza, me compreso ovviamente, la smetta di formulare giudizi sulle persone nella consapevolezza che per il raggiungimento ( non certo della perfezione) di un minimo di coerenza di vita cristiana non basta neanche tutto il periodo della nostra esistenza terrena.
Grazie comunque degli stimoli forniti alla discussione e alla riflessione
Bravo Vilardi!
“Albert Schweitzer è stato un uomo meraviglioso, grande filantropo che ha lasciato moglie e figlia al loro destino per aiutare il prossimo e seguire, ma anche per seguire la sua passione : la musica. Lui non era cattolico, ma Luterano.”
Hai capito? Lui era, sì, “un uomo meraviglioso, grande filantropo” ma era luterano. Il che significa che per lui niente salvezza.
Perché la salvezza c’è solo per i cristiani cattolici, anche quei “sedicenti cristiani cattolici” di cui ha parlato di pomeriggio Moni Ovadia seguendo la visita del Papa a Milano.
Chiaro no? Solo ai cattolici è riservata la salvezza, solo a loro.
Gli altri possono solo sognarsela.
Beata ignoranza!
“Ma quanti teologi frequentano il blog di Luigi!!!!”
Gentile Vilardi, qua non si tratta di essere teologi; si tratta di approfondire certe questioni se interessano ( a me interessano parecchio), senza lasciarsi prendere per il naso da chi crede di saperla lunga.
E poi, mica c’è solo san Paolo a parlare di carità!
Clodine, scusa, non ti capisco. Ma come si fa ad “essere” la carità?…
Io, per quel pochissimo che so, so che S. Giovanni ha scritto che “Deus caritas est, et qui manet in caritate in Deo manet, et Deus in eo”. Se è Dio l’Amore, come fa ad esserlo l’uomo? Tutt’al più, chi rimane nell’amore rimane in Dio, e Dio in lui. Ma non è amore, perché sarebbe Dio… Ti sembra possibile? Per me non è possibile nemmeno per S. Francesco, che tu citi. Io sono stato 9 anni allievo dei Francescani, ma mai ho sentito dire da loro che Francesco è carità. La regole di Francesco così comincia: “Regula et vita minorum fratrum haec est: scìlicet sanctum evangelium Dimini nostri Jusu Christi observare, vivendo in oboedientia, sine proprio et in castitate”. Questo S. Francesco ha fatto, ha cercato di vivere la carità-amore, ma non è stato l’Amore. E’ stato definito “Alter Christus”, ma per dire che lui ha cercato di vivere come Cristo nel modo più perfetto possibile, anche se non tutti condividono questa interpretazione.
Io, per quel misero che sono, sarei felicissimo anche solo di rimanere in Dio e che Dio rimanga in me… E, se non ti offendi, lo auguro anche a te… 🙂
Buona notte a te e a tutti…
Chiedo scusa, errata còrrigo:
“sanctum evangelium Domini nostri Jusu Christi”…
Ma sai, Giuseppe, è molto gratificante riportare frasi fatte e incollate nella memoria, o magari copiate, senza pensarci troppo. Perché mai perdere tempo a esercitare il proprio comprendonio?
Come li avresti classificati tu gli studenti che avessero imparato a memoria certe nozioni senza elaborarle con la propria intelligenza?
Ecco, molti cattolici sono fatti così. Si accontentano di imparare a memoria certe nozioni e vi si adagiano senza cercare di capire. Il peggio è quando cercano di convincere gli altri alla loro presunta verità mai messa in discussione.
E molti purtroppo ci cascano.
Il grande Martini parlava di credenti pensanti e credenti non- pensanti.
E se ci fai caso, i credenti non-pensanti non amano Martini.
Giornata straordinaria, comunque.
Buona notte.
Roberto Caligaris
Sarei tentato, Giuseppe, di spiegarti il significato di quell'”essere la carità”, frase che ho scritto e che Clodine ha ripreso.
Ma non certo in un clima in cui si accusa di essere dei non-pensanti.
Per cui di fronte a tanta arroganza mi ritiro in silenzio.
Buona domenica.
Buona domenica anche a te, Luigi… Tieni presente che i miei ragionamenti sono quelli di un ignorante di teologia, anche se li faccio con gusto e buona fede. Per fare una metafora scherzosa, e me un “tartufo” piace cercarlo e trovarlo, 🙂 piuttosto che trovarmelo tra le mani messoci da altri… 🙂
Confido nella tua comprensione per questa mia digressione… micologica 🙂
Ri-buona domenica a te e a tutti…
Grazie fides, amico mio.
Io invece, a margine di questo confronto -escludendo le critiche sterili di chi altro non sa fare- ringrazio sentitamente chi ha partecipato anche solo leggendo, in silenzio.
Vorrei, alla luce del Vangelo di oggi, pregare il Signor, “l’inviato”, il solo che ci conduce alla fonte dove scaturisce l’acqua viva della Parola, di illuminare le nostre menti: quelle dei cristiani, dell’umanità, della società . Di farci uscire dal buio di un sepolcro dove non filtra LUCE.
Non giace forse nelle tenebre chi non distingue l’errore dalla Verità? Chi crede che ” due uomini voglion mettere su famiglia, possono benissimo farlo: che vivano come moglie e marito, ma certo,facciano figli scegliendosi l’ utero che non hanno da una povera “crista”. E non è nelle tenebra più oscura chi non vede la crudeltà dell’aborto, l’uccisione di vite umane distrutte, finite nello sciacquone. Una società dove l’apparire conta più dell’essere. In cui si pratica la selezione della specie escludendo in germe tutto quanto è “Down” o non sia in linea con l’ ideale di perfezione, salute, bellezza, efficienza!
Una società, un’umanità che pratica tutto questo e dice di “VEDERE”, mi sento di rispondere con le parole stesse del Risorto:
“Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane..” Gv 9,1-41
Giuseppe, tu non credi che Cristo sia Dio? Ecco il nuovo Arianesimo: l’antica eresia , ancora viva e dura a morire.
Non credi che Gesù, entrando nel mistero della Croce ci rivela, anzi , assume, lo stesso volto di Dio? Allora non credi che Gesù Cristo sia della stessa sostanza del Padre!
Sta scritto “IO e il Padre siamo una cosa sola”. E ancora:
“«Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono “.
Si. siamo chiamati alla perfezione – come diceva giustamente Vilardi, quello è il nostro compito:la perfezione. Un cammino lento, impervio, da percorrere tra le tenebre di questo mondo ma è un traguardo e un imperativo. Diventare un “Alter Christus”. Essere la “Carità” significa mostrare il volto stesso di Dio, in Gesù Cristo.
Sostituiamo la parola Carità, con Gesù:
Gesù è paziente, è benigno Gesù; non è invidioso la Gesù, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Gesù non avrà mai fine
Gesù. purifica la nostra immagine di Dio. Impasta quella terra intrisa del tuo sangue e mettila, ti prego, sui nostri occhi … facci uscire dalle tenebre dell’errore, tu che sei Via, Verità e Vita…
Buona domenica a tutti
Buona domenica a Fides, Giuseppe e tutti coloro che si sentono in cammino vero la Pasqua!
Nelle poche frasi scritte a volte la sintesi, la mancanza del volto amico o dei toni usati a voce portano ai fraintendimenti. L’arroganza non mi piace, credo che qui tutti parlino partendo da se stessi e dalle proprie esperienze, che vanno rispettate nella loro diversità. Nessuno ha verità in tasca, perché c’è un’unica Verità che capiremo intera solo alla fine della nostra vita. Lo dico da cattolica, e non me ne vergogno. Ci credo da sempre, e non per questo ho smesso di pensare, anzi, non faccio altro tutto il giorno e anche la notte ?
Penso che ognuno di noi possa dare un bel contributo alla maggiore comprensione di come vivere cristianamente, con la consapevolezza che non c’è un’unica strada. La suora che non esce mai dal convento ma vive ogni giorno con il suo primo pensiero rivolto agli altri vive nella carità quanto o più di chi ogni giorno corre da un povero all’altro a portare il cibo. Esistono tante persone caritatevoli, ma “vivere nella carità” significa davvero aprire i nostri occhi sulle esigenze degli altri, in maniera nuova, con lo stesso sguardo di Gesù e con il suo Amore che ci guida passo passo.
Mi auguro Fides di aver correttamente interpretato il tuo pensiero, altrimenti correggimi pure così posso arricchirmi di altre visioni sulla carità, che si può vivere davvero in molti modi!
Grazie a tutti e ancora buona domenica
Elisa Ferrari
Buona Domenica, Elisa, anche a te…
E’ vero, scrivendo ci possono essere dei fraintendimenti, come quello più sopra, dove Clodine sembra che mi dia dell’ariano… Ma può darsi che io abbia capito male, come potrebbe aver capito male lei, se è arrivata a questa conclusione, leggendomi in quelle poche volte che scrivo in questo blog. Ma ariano davvero non sono. Per me Cristo è Dio, e il fatto che sia anche uomo è la più bella manifestazione, secondo me, della sua Divinità, del suo essere Amore… Se poi sono in continua ricerca è perché Dio, in quanto tale, non è conoscibile del tutto da nessuno… Almeno io non ho questa pretesa, anche perché non ho studiato teologia, pur avendo fatto altri studi…
Mi piace che anche tu non smetti mai di pensare… Pur non conoscendoti di persona, questa tua propensione al pensiero continuo mi ti fa simpatica…
Grazie a te…
🙂 🙂 🙂
Eccecredo che ci sia chi ringrazia “sentitamente chi ha partecipato anche solo leggendo, in silenzio.”
Io invece spero ardentemente che, questi partecipanti legittimamente mutangheri ( che sono una autentica folla ), i nostri commenti, i miei in perimis, li saltino a piè pari, di un balzo solo.
Li invito invece CALDAMENTE a non perdersi manco un post di Luigi, e ogni suo commento ” esplicativo”, specie nei numerosissimi citati virgolettati.
Il resto, a meno che il partecipe silente non voglia farsi due ghignate , via.
Senza rimpianto.
“in perimis” è dolcemente eufonico ed evocativo, ma banalmente è un refuso per in primis
🙂
Desidero ringraziare Elisa 74 per il suo contributo edificante, che condivido.
A me, come ad Elisa e a ciascuno di noi,suppongo, ha sempre interrogato la natura profonda della “Carità”. Ho chiesto, mendicato, cercato, bussato alla porta di anime particolarmente “sottili” affinché potessero spiegarmi quel tredicesimo capitolo della Prima lettera ai Corinzi (13,1-13) . Un testo all’apparenza semplice eppure difficile, complicato, complesso.
E tutti, anime profetiche, anime belle, mi han detto che la Carità è perfetta aderenza alla Volontà di Dio, ai comandamenti che se osservati allora, ci permettono di passare ad un livello superiore. Si prenda in mano il discorso della montagna e ciascuno esamini su di esso, sé stesso, parola per parola, precetto per precetto, comando per comando.
Cristo è della stessa sostanza del Padre, e se alla speranza corrisponde il dono del “timore” filiale che ci distoglie dall’irrilevanza e dalla presunzione , automaticamente si dischiude la porta dell’incomprensibile e si entra nella Verità di fede: la Carità appunto. Divina bontà conosciuta soprannaturalmente . Un dinamismo, l’unico, che permette a ciascuno, secondo le proprie possibilità di vivere la Carità in base al volere di Dio, certi che per vie e strade diverse, saremo sempre il “seme di Dio”, in Cristo: Alfa e Omega centro e cuore della Carità!
Giuseppe, non credo tu sia ariano, come altrettanto non credo tu pensi di me le cose dici .
Sappi che l’arianesimo non è mai uscito dalla scena del mondo. E’ una tentazione antica, presente e di grande attualità!
Spogliare Cristo della sua Divinità per renderlo un pagliaccio nelle nostre mani, è gioco facile per chi, con crtreri estranei alla Teologia, vorrebbe sbarazzarsi dei dogmi : colonne fonfamentali per la fede e la Divina Rivelazione.Una nuova teologia, in sostanza, sostituirebbe quella “vera”, usando — secondo il vezzo heideggeriano — il trattino “teo-logia”…
Per me, criterio di base della teologia è che il dogma esprime infallibilmente la verità rivelata: unica garanzia data ai fedeli per conoscere con assoluta certezza che cosa Dio ha realmente detto agli uomini per la loro salvezza .
“Ma non certo in un clima in cui si accusa di essere dei non-pensanti.
Per cui di fronte a tanta arroganza mi ritiro in silenzio”
Oh guarda! compare il vittimismo di comodo. Mancano solo le lacrime.
Da quando in qua esprimere un’opinione è “un’accusa”?
Il card. Martini forse accusava? Era “arrogante” forse? Assolutamente no.
Disse: «Io chiedevo non se siete credenti o non credenti, ma se siete pensanti o non pensanti. L’importante è che impariate a inquietarvi. Se credenti, a inquietarvi della vostra fede. Se non credenti, a inquietarvi della vostra non credenza. Solo allora saranno veramente fondate».
Bergoglio ieri ha detto parole analoghe anche se diverse: “Dobbiamo piuttosto temere una fede senza sfide, una fede che si ritiene completa, tutta completa: non ho bisogno di altre cose, tutto fatto. Questa fede è tanto annacquata che non serve. Questo dobbiamo temere. E si ritiene completa come se tutto fosse stato detto e realizzato. Le sfide ci aiutano a far sì che la nostra fede non diventi ideologica. Ci sono i pericoli delle ideologie, sempre. Le ideologie crescono, germogliano e crescono quando uno crede di avere la fede completa, e diventa ideologia.”
Bisogna sempre interrogarsi sulla propria fede. Anche perché il percorso della fede è lungo quanto quello della vita.
Invece qualcuno qui esibisce la propria fede come uno stendardo da piantare su una vetta già raggiunta. Questa è presunzione bella e buona. Anzi, è proprio “ideologia”.
Cara Clodine, come ha scritto Elisa a volte è inevitabile il fraintendimento, proprio perché è difficile indovinare il tono delle parole che si leggono e di più ancora perché è impossibile guardarci in faccia mentre scriviamo. Come ho scritto altre volte, io non sempre condivido quello che affermi, ma lo rispetto e rispetto te, e ti voglio bene come a una mia sorella in Cristo…
Buona domenica…
” Nessuno ha verità in tasca, perché c’è un’unica Verità che capiremo intera solo alla fine della nostra vita.”
Infatti è così. Eppure c’è chi sembra averla in tasca la Verità, perché scambia per Verità proposizioni teologiche assunte come indiscutibili e sbandierate ad ogni apertura di bocca per dare sigillo alla propria indiscussa fede e fare lezioncine a chi della fede ha ben altro concetto.
Cara Victoria, io molto, ma molto più modestamente, o forse ridicolmente, ho scritto che a me piace cercare e trovare i “tartufi”, per dire che a me piace arricchire la mia fede… Ma mi fermo, per non decadere in qualche banalità.
Buona domenica anche a te… Posso dirti che voglio bene anche a te come mia sorella in Cristo?… 🙂
Qui non ci conosciamo nessuno, almeno io, ma chi davanti chi più indietro mi sembra che siamo tutti sullo stesso sentiero. Sbaglio, o intravedi anche tu che c’è Qualcuno che ci aspetta a braccia aperte?… 🙂
esatto : “ha ben altro concetto” !
anche io ti voglio bene Giuseppe, te ne voglio davvero tanto.
Vado a passeggio godendo di questo tiepido e profumato pomeriggio di primavera.
Un caro saluto
“Posso dirti che voglio bene anche a te come mia sorella in Cristo?…”
Certo che puoi dirmelo, Giuseppe, ed io ricambio di cuore.
La mia fede è esattamente come la tua.
Non ho Verità in tasca, non posso averla ovviamente. La ricerco sempre senza stancarmi, pur sapendo che qui non ci sarà mai un punto fermo.
Ricordo che una volta un religioso carmelitano mi disse che la sua era Speranza più che certezza.
Non a tutti è data la certezza, e anche chi ha certezza, a volte la sente traballare. È nell’ordine delle cose. Ed è allora che si cerca ancora di più.
Sant’Agostino: “Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”.
La voce di Dio risuona nella coscienza e ci parla di amore, di bene e di giustizia.
È soprattutto nell’intimo di noi stessi che troviamo Dio, non nelle formule fuori di noi.
Sì, mi sento molto vicino a te, Victoria…
Ciao…