Mi dipingi il sole

“Mi dipingi il sole anke se nn c’è”: scritta su un marciapiede di via Volsinio davanti alla scuola media Esopo – a Roma. Segnalata da mia figlia Agnese.

54 Comments

  1. oh.. ma quel “ch” e quella “o” je facevano proprio fatica!
    Vedi? Anche questo lo dobbiamo ai cellulari…

    8 Maggio, 2008 - 11:51
  2. non sono un fan del genere, ma nel trailer dell’ultimo film con De Sica c’era una scena in cui lui, legge a un amico un sms della sua “donna” con su un testo tipo: “TVTTBPC” e simili. E gli chiede: “Ma che significa?”
    E l’amico: “Significa che te le cerchi troppo giovani”.

    8 Maggio, 2008 - 11:54
  3. Bruno

    Ora che ho quarantasei anni certe scritte che si leggono sui muri mi fanno proprio tenerezza (ora sicuramente qualcuno scivera’ che imbrattare i muri e’ da incivili ecc. ecc. ecc.).
    Alle medie inferiori ebbi un compagno di banco precursore della scrittura semplificata. Con l’esuberanza dei 13 anni fece il tema di italiano sostituendo al per, piu’ e meno i simboli x,+ e -. La professoressa si rifiuto di leggerlo e gli diede 2.

    8 Maggio, 2008 - 14:31
  4. mi pare sia un verso di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti

    8 Maggio, 2008 - 14:35
  5. domenica 18 porto mia moglie al concerto di Jovanotti…
    fulmini e saette del blog, sono pronto!

    8 Maggio, 2008 - 14:47
  6. Clodine

    L’ultima di Jovanotti mi fa piangere per quanto è bella..credo sia una delle più belle canzoni in assoluto..

    Ma ti porta anche Miriuccia, e Teresa e Pietro?

    8 Maggio, 2008 - 14:59
  7. e no…;) i figli al loro posto (coi nonni)… questo è spazio riservato a mamma e papà… se no, con tutta la fatica di questo periodo, addio coppia, addio famiglia, addio… opus est!

    8 Maggio, 2008 - 15:28
  8. FABRICIANUS

    Che bello deve essere il concerto di Jovanotti! Mitico Moralista

    Hai ragione, Clodine, l’ultima di Jovanotti è davvero stupenda!!!

    http://it.youtube.com/watch?v=FSea1YPxK1c

    Chiedo a te Clodine e a tutti voi amici del pianerottolo: Che cosa ne pensate dell’espressione utilizzata da Jovanotti: A TE CHE SEI, SOSTANZA DEI GIORNI MIEI….In particolare sul termine sostanza cosa mi dite?

    Saluto tutti caramente,
    Un abbraccio,
    F.

    8 Maggio, 2008 - 17:45
  9. Sumpontcura

    Caro Maioba,
    tocca a me, stavolta, sfidarti in filologia canzonettara. “Mi dipingi di sole anche se non c’è” è – credo – una citazione da “Inventi”, una vecchia canzone di Renato Zero, dal medesimo riciclata di recente per un duetto con Giorgia.
    Vediamo, adesso, di scoprire se il moralista, Clodine e Fabricianus – oltre che jovanottofili – sono anche tardosorcini in incognito!

    8 Maggio, 2008 - 20:03
  10. Sumpontcura

    Su you tube è possibile trovare un paio di filmati del brano. Alcuni però sostengono che la partner femminile del duetto non è Giorgia ma Tosca. Qui occorre una competenza filologica superiore alla mia.

    8 Maggio, 2008 - 20:10
  11. Clodine

    Caro F.
    Penso che questo testo di Jovanotti riprenda un po’ quel post di qualche tempo addietro quando commentammo sul valore dell’amiciza e dell’amore. L’amicizia è quel sacramento primigenio, ancestrale, che scaturisce nel momento stesso in cui la donna viene estrapolata dal fianco dell’uomo. Ecco,secondo me ogni uomo che raggiunge una certo livello di perfezione interiore vede nella donna la sua stessa sostanza essa è “carne della propria carne e osso delle proprie ossa”. La sua stessa sostanza dunque, e in ultima istanza “sostanza di Colui che ci ha creati a propria immagine esomiglianza”

    Le forze della natura si concentrano in te
    Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
    Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
    A te che sei l’unica amica
    Che io posso avere…
    a te che hai reso la mia vita bella da morire,
    che riesci a render la fatica un’ immenso piacere,
    a te che sei il mio grande amore
    ed il mio amore grande…
    che hai dato senso al tempo senza misurarlo…
    a te che sei,
    semplicemente sei,
    sostanza dei giorni miei,
    sostanza dei sogni miei

    Buonanotte!

    8 Maggio, 2008 - 21:20
  12. Luigi Accattoli

    Clodine come canzonettaro non valgo niente ma la tua interpretazione mi piace.

    8 Maggio, 2008 - 21:27
  13. Clodine

    Un bacio !!

    8 Maggio, 2008 - 21:29
  14. Sumpontcura

    Bello il tuo commento, Clodine!
    Ti regalo un flash di Piero Ciampi (la canzone è “Mia moglie”):
    “Tu
    precipitasti
    nella mia anima;
    ricordo
    che io ti chiesi:
    Ma tu chi sei?
    E tu
    mi rispondesti:
    Non hai capito?
    – tu mi rispondesti: –
    Io sono te”.

    8 Maggio, 2008 - 21:57
  15. Clodine

    Bella !!! meriti un bacio anche tu Sump.

    8 Maggio, 2008 - 22:02
  16. FABRICIANUS

    X Clodine: Molto Bella la tua interpretazione, anch’io avevo pensato che sostanza potesse in qualche modo riportare a Dio.

    X Sump: Belle le parole di Piero Ciampi. Su Renato Zero non ti so rispondere, lo ascolto, ma non sono molto sorcino.

    Luigi, gentilmente, mi e ci dia una interpretazione della frase A TE CHE SEI, SOSTANZA DEI GIORNI MIEI…Grazie.

    Maioba e moralista e altri….aspetto vostro commento esegetico.

    Buonanotte a tutti!
    F.

    8 Maggio, 2008 - 23:04
  17. Clodine

    un bacio anche a te Fabricianus…quanti baci….mamma mia!!

    Chiedo indulgenza al moralista!

    9 Maggio, 2008 - 8:26
  18. per inciso, “A te” è la canzone che ha accompagnato tutti i viaggi preparto e postparto per la nascita di Miriam. Io e mia moglie ce la siamo dedicati.

    Per me “A TE CHE SEI, SOSTANZA DEI GIORNI MIEI”, significa:

    1) quel che significa letteralmente 🙂
    2) che mia moglie, sono chiamata a risceglierla ogni minuto di ogni giorno
    3) che lei “substat” ogni scelta della mia vita (il Signore mi perdoni!)… in Cristo
    4) che il matrimonio, è la terra cui sempre ritornare e fare base in tutti i momenti “critici” (belli e brutti) della vita; è la realtà in cui sono chiamato a scoprire (e, eventualmente, riscoprire) fino in fondo il mio essere “figlio nel Figlio”. Non un’altra. Non più.

    Ho esagerato?

    p.s. Clodine, stai diventando un po’ troppo disinibita… come la mettiamo poi con la paura per gli sconosciuti e gli psicotici sull’autobus 😉

    9 Maggio, 2008 - 9:02
  19. Luigi Accattoli

    A te che sei la sostanza, vale a dire la parte portante dei miei giorni, della mia vita. A te che sei la mia vita. Vita mia.

    9 Maggio, 2008 - 9:19
  20. Sump… questo è un colpo basso a un sorcino come me…
    Hai perfettamente ragione!
    Inventi è una delle canzoni più belle del mitico Renato… ma ce ne sono tante altre…
    Come ho fatto a confonderlo?
    Jovanotti faceva solo una misera “somiglianza “: in “Sono un ragazzo fortunato”. Diceva: “Sei bella come il sole, a me mi fai impazzire”…
    Comunque concordo sulla sua ultima: è davvero bella.
    Grazie Sump per la correzione doverosa

    9 Maggio, 2008 - 13:53
  21. A proposito di amori ho pubblicato sul mio blog una stupenda poesia di Margherita Guidacci, dedicandola a tutti coloro che si amano:

    TRASFORMAZIONE (da Inno alla gioia)
    Amada en el Amado transformada
    San Juan de la Cruz

    Ho pianto con i tuoi occhi e pregato con le tue labbra.
    Il mio cuore batte nel tuo. Penso i tuoi pensieri,
    sogno i tuoi sogni. Né spazio né tempo
    possono separarci. Non lo potrà la morte.

    Sono vani tutti i confini quando l’amore
    li confonde. E quel che mi annulla mi dilata:
    goccia in mare o favilla in un gran fuoco,
    mai mi sono sentita tanto esistere
    come ora – perduta in quest’unione.

    9 Maggio, 2008 - 13:56
  22. FABRICIANUS

    Grazie a tutti coloro che hanno esaudito la mia richiesta di commento alla frase della canzone di Jovanotti.

    Grazie a Luigi, Clodine, Moralista, Maioba, Sump.

    Un caro saluto,
    F.

    9 Maggio, 2008 - 17:28
  23. Iginio

    se anche la frase fosse bella, il modo in cui e’ scritta e il posto dov’e’ scritta (un marciapiede!) sciupano ogni bellezza.
    Dott. Accattoli, scusi la domanda che forse suonera’ un po’ sessantottescamente provocatoria, ma a un certo punto i moralisti se le cercano: ma perche’ non esercita i suoi buoni sentimenti anche in zone di Roma come Torpignattara, il Quadraro, Corviale, Acilia, Ostia Ponente… Una volta le segnalai Via degli Angeli… Perche’ non va in giro anche da quelle parti, o meglio ancora non manda i figli a scuola da quelle parti, invece di mandarli a via Volsinio o al Santa Maria? Non e’ anche lei tanto Buono, democratico e contrario alle discriminazioni?
    Io in una di quelle parti ci sono nato, ci sono andato a scuola e ci vivo. Il mio parere glielo diro’ dopo che lei mi avra’ detto il suo. Se invece non vorra’ rispondere, significhera’ che ho colto nel segno.

    9 Maggio, 2008 - 20:19
  24. tento anch’io di fare il “moralista”: se anche la cosa fosse bella (Dio che si fa incontro all’uomo), il modo in cui l’ha fatto (mandandoci un semplice uomo) e il posto ha voluto dimostrarlo al massimo (appeso a una croce) sciupano ogni bellezza…
    Forse abbiamo troppa paura dell’umanità, dello sporco, del marciapiedi, del graffittaro, del ragazzo con dieci piercing…
    Io penso che anche a Torpignattara, al Quadraro, ad Ostia Ponente ci sia chi ama, chi soffre e chi spera, anche nella sua povertà e sempclicità (conosco certe persone di Torbellamonaca che ti fanno davvero pensare: Cristo si è fermato un chilometro prima…).
    Eppure anche là c’è gente che esprime i suoi sentimenti con uno spray sui muri della scuola elementare…

    9 Maggio, 2008 - 21:06
  25. Errata, corrige: “il posto IN CUI ha voluto dimostrarlo al massimo”

    9 Maggio, 2008 - 21:07
  26. Iginio

    Abbia pazienza: leggo nel suo blog che lei e’ parroco in un paese della Sardegna, dunque si goda la sua terra e lasci i giudizi sui quartieri e sobborghi romani a chi ci vive e li conosce davvero.
    Quanto al resto: se le da’ fastidio la teologia della bellezza, se la prenda con Von Balthasar, Dostojevskij e qualcun altro, non con me.
    Il Figlio di Dio (che per inciso era anche Dio, non solo uomo… magari ricordiamolo, ogni tanto, che Gesu’ non era solo un moralista chiacchierone venuto a fondare una setta o un partito) non era un uomo semplicemente, era un uomo con la pienezza dell’umanita’, dunque proesumibilmente anche molto bello nel senso banale del termine. L’esperienza del dolore la attraversiamo tutti, e Gesu’ Cristo, l’Uomo-Dio, l’ha condivisa con noi, dandole valore redentivo: ecco in che cosa risiede la bellezza. Una bellezza trasfigurata, che certo non si coglie nei quartieri delle grandi citta’ dove l’unica cosa che si impara e’ farsi gli affari propri (leciti e illeciti) e non rompere le scatole, se non al “debole” di turno, che spesso e’ “debole” solo perche’ e’ una persona mite e gentile, sfottuta da preti che gli dicono: “Meglio un asino vivo di un dottore morto”.

    9 Maggio, 2008 - 21:30
  27. gentile Iginio.
    Il “semplice uomo” era un modo per dire che “pur essendo Dio spogliò se stesso assumendo la condizione di uomo, di servo”.
    Non volevo togliere nulla alla divinità di Gesù…
    In ogni caso io non “me la prendo” con nessuno, ne con lei né con Balthasar, né con Dostoevskij. Ho risposto a Iginio, perché Urs e Fedor non hanno scritto nulla su questo blog… semplicemente…
    Io comunque modestamente da teologo par mio (e qui una grassa e grossa risata) penso che Gesù non abbia dato un valore redentivo a un bel niente.
    Ha vissuto nel pieno del vortice dell’insensatezza. Fino in fondo ha bevuto il calice. Non ha detto: mo’ gli do valore redentivo così è più bello e più dolce…
    sarebbe un bel pensiero devoto, ma forse non poi così corretto…
    Mi tolga una curiosità: l’esperienza della persona “debole solo perchè mite e gentile” è la sua?
    e comunque io ho vissuto quattro anni a Roma, per cui penso di essermi fatto un’idea e di poter dire due parole in merito… così tanto per gradire…

    9 Maggio, 2008 - 22:08
  28. Luigi Accattoli

    Iginio ma certo che le rispondo anche se – in verità – non ho capito bene la domanda. L’ho già salutata, contento del suo rientro tra noi, in risposta a un suo commento sotto il post della gabbiana che ho letto per primo. Le rispondo da Verona, dove sono per una conferenza, sono collegato con il telefonino e dunque ho poco tempo e movimenti lenti. Io mando i figli a scuola nel centro perchè in centro abito. Ed esercito le mie osservazioni soprattutto in zona centrale perchè anche in centro lavoro. Ma in ciò non vedo una scelta di campo e questo stesso blog attesta che esercito i miei buoni sentimenti (uso la sua espressione, forse ironica, e spero che siano davvero tali) ovunque mi trovi a incontrare uomini e donne: nella campagna marchigiana dove sono nato e dove i miei fratelli fanno ancora i contadini come dappertutto. Ora mi dica la sua perchè davvero temo di non aver colto lo spirito della domanda. Ma mi creda, sono contentissimo di ritrovarla!

    9 Maggio, 2008 - 22:23
  29. Clodine

    Vi avevo lasciati con la bella poesia di Maioba con il quale volevo complimentarmi e dirle:” BElla BElla BEllabellabella!” e vi ritrovo a parlare dell’ “angustia” periferia e perché il dotto Luigi sta qui anziché lì o lì anziché qui…vorrei chiedere a Igino dov’è il discrimine, e perché la periferia dovrebbe essere per forza angusta e abitata da zombi brutti sporchi e cattivi? Ma chi l’ha detto. In tutte le città del globo esistono le zone centrali e quelle periferiche e non è affatto scontato che vivere nella prima sia migliore che nell’altra sotto tutti i punti di vista! Chi l’ha detto!?

    Abito a metà strada, diciamo a cerniera tra il centro storico e la periferia, vivo le due realtà e non vedo le due così tragicamente opposte come lei sembra descrivere colpevolizzando chi al centro, per scelta o necessità, ci vive…

    E ancora di più, mi dispiace tantissimo che fa apparire la periferia, generalizzando, come fosse ” i misteri di Parigi” facendo arrivare un messaggio distorto…

    Ma le chiedo Igino, ha mai avuto contatti con la periferia? ed è mai entrato nelle case della gente che vive in abitazioni di edilizia pubblica? ha mai contattato giovani che vivono fuori dal centro storico???…Io si…le assicuro che tutto questo scandalo non c’è. Ci saranno anche sacche di povertà: quelle non dipendono dal vivere in periferia ma da situazioni contingenti. Sicuramente, ci saranno anche situazioni di abbandono esistenziale, ma anche queste possono dipendere da molteplici fattori, e non solo in periferia, anzi!.

    E lei che discrimina Igino! Si ricordi che il massacro del Circeo furono i cosiddetti “pariolini” a farlo…i ragazzi dell’alta borghesia,.non il ragazzotto di Torre Spaccata o del Quadraro.

    10 Maggio, 2008 - 5:44
  30. Clodine

    E poi..rileggendo il suo post, mi si rizzano i capelli in testa e le dico caro Igino:” perché pensa che i ragazzi di periferia sia tutti ottusi senza istruzione, che al massimo cui posso arrivare a è fare..ehmm vediamo ” il meccanico” forse, e se la testa lo accompagna altrimenti…nemmeno quello…

    Ma -come direbbe il grande Totò- ” MA MI FACCIA IL PIACERE..(anzi mi facci) …MI FACCI !!!

    10 Maggio, 2008 - 5:50
  31. Clodine

    errata corrige.” volevo dirgli” a Maioba, il quale è uomo, anche se prete sempre uomo è..

    E volevo aggiungere -dopo di che mi taccio- che la bellezza trasfigurata di cui parla igino si coglie dove c’è amore, dove la vita assume senso nel momento in cui ti sfida, dove l’orgoglio e la dignità ti fanno alzare la testa e guardare al sole che sorge, alla pioggia che cade; e il sole sorge ogni giorno sul mondo e la pioggia cade per tutti : brutti e belli buoni e cattivi..per tutti ad ogni latitudine!

    Ed esiste dove la bellezza si fa speranza: sorgente di forza per vivere in un altro modo, e non seguire i valori di una società fondata sul desiderio di possesso sulla competizione sull’apparire, ma realizzando pienamente se stessi, prerogativa che non dipende dall’ubicazione…dal luogo..ma dal cuore.

    10 Maggio, 2008 - 6:14
  32. Luigi Accattoli

    Clodine grazie del “dotto” che mi regali. Ma forse Iginio voleva dire altro.

    10 Maggio, 2008 - 14:44
  33. Clodine

    ..probabilmente, dott. Luigi…lo spero!
    Forse non ho capito il senso del messaggio di Iginio, che cosa in realtà volesse dire (!) chiedo scusa ad Iginio se ho male interpretato il suo pensiero e dico a lui che nel post delle 5,50 era solo una battuta quella di Totò…non volevo mancare di rispetto, se ho dato questa impressione me ne scuso di nuovo.
    L’intervento di Iginio tuttavia mi è sembrato contraddittorio, in un certo senso anche ingiusto. Ad un certo punto del suo intervento esalta la bellezza definendola “redentiva”, comparandola al Cristo stesso nelle due nature “umano-divina” ..poi il discorso si diluisce, e prende le distanze da tutto ciò che in qualche misura si allontana dal suo ideale di perfezione quasi che Cristo si fosse fermato a San Lorenzo fuori le mura.

    Allo stesso modo,probabilmente, non ho compreso il riferimento all'”asino” e al “dottore”: in genere è un modo di dire questo che viene applicato quando una persona fa fatica a raggiungere un traguardo scolastico, allora si dice che è meglio un asino vivo ad un dottore morto. Che poi siano addirittura i preti a dire questa frase, sinceramente questa cosa mi lascia perplessa, anche se non ho motivo di dubitare delle sue parole; può essere che sia così, ovviamente….e mi scuso al posto di quei preti stolti e mancanti in carità…

    Vorrei dire a Iginio che egli è importantissimo agli occhi di Dio, ognuno di noi lo è : unico e irripetibile. Venuti al mondo nel luogo e tempo stabiliti dal Signore per realizzare appieno il progetto per cui siamo stati chiamati alla vita in questo mondo…

    Con l’ auspicio a sperare sempre contro ogni speranza saluto Iginio con affetto fraterno

    10 Maggio, 2008 - 17:49
  34. Iginio

    Come al solito, ogni volta che entro in un blog e lascio un commento, trovo poi risposte che in realta’ rispondono a tutt’altro, e questo mi amareggia molto, perche’ contraddice la mia fiducia nella razionalita’ umana. Ecco perche’ lo faccio assai raramente.
    Se parlo di certe realta’, urbane in senso tecnico ma non in senso metaforico, e’ perche’ evidentemente le conosco bene, essendoci vissuto per piu’ di trent’anni e vivendoci tuttora. Non credo che basti vivere di passaggio a Roma quattro anni, magari in qualche bel collegio ecclesiastico dall’inconfondibile architettura anni Sessanta (ossia brutta ma tanto “moderna” e dunque tanto pietosa, come tutte le cose che nel secolo scorso sembravano moderne all’inizio e oggi fanno un effetto patetico) per dire di conoscere Roma.
    Se poi un sacerdote mi dice che Gesu’ non ha dato un valore redentivo a un bel niente… Beh, che vuole che le dica, immagino che se le dicessi che ha sbagliato mestiere si offenderebbe, dunque mi limito a dire che allora tanto varrebbe spararsi subito. Magari potevano dirlo a san Francesco e a Padre Pio, cosi’ si risparmiavano le stimmate. Forse dovremmo chiarire allora che cosa significa che san Francesco e’ un “alter Christus”, ma immagino che mi verra’ risposto che il latino non serve a nessuno e che san Francesco e’ simpatico perche’ parlava con gli uccellini e faceva la marcia della pace. Meglio ancora, potevano evitare di chiamare Gesu’ “il Redentore”, dato che non abbiamo nulla da cui essere redenti (=liberati, per chi non lo sapesse) perche’ siamo tutti dei gran fichissimi e la vita e’ un divertimento. Forse dovremmo conferire a Gesu’ la tessera ad honorem numero uno di qualche partito, cosi’ lo attualizziamo meglio… Mah… Non mi stupisco che la gente lasci la Chiesa, se si trova davanti un Gesu’ di plastica e non il “Dio con noi”.

    11 Maggio, 2008 - 18:34
  35. Iginio

    chiedo scusa, preciso: “Redimere” vuol dire “riscattare da servitu'”.
    Boh, forse Gesu’ era fondatore di un sindacato…

    11 Maggio, 2008 - 18:37
  36. Luigi Accattoli

    Bene Iginio, ora mi dica che cosa intendeva esortandomi alle periferie. Sono interessato.

    11 Maggio, 2008 - 18:55
  37. Iginio mi pare di fare la tua stessa esperienza che citi all’inizio, quella di perdere fiducia nella razionalità umana…
    Io ho detto anche (basta rileggere) che Gesù “Ha vissuto nel pieno del vortice dell’insensatezza. Fino in fondo ha bevuto il calice. Non ha detto: mo’ gli do valore redentivo così è più bello e più dolce…”.
    Non mi sembra di aver edulcorato la sua passioen redentrice.
    Ma non è dando un valore diverso a una cosa che non ce l’ha che egli ci ha salvato. Per intenderci: la sofferenza, la violenza, il disprezzo, il tradimento, la morte… hanno valore negativo. Gesù non gliene ha dato un positivo (non è andato col sorriso al patibolo!).
    Ha affrontato tutto, ci è passato attraverso rimanendo Figlio, accettando tutto questo senza rinnegare il padfre ma buttandosi con tutta la fiducia che in quel momento gli era possibile nelle sue braccia. E questo passaggio (Pasqua) è stato ripreso dalla parte del Padre come amore puro, come abbandono filiale, come perseveranza fedele, che han fatto sì che persino la morte ne rimanesse allibita e dovesse riconsegnare la sua preda.
    Se questo lei lo chiama “dare un valore diverso”, allora siamo d’accordo. Basta intendersi.
    Caro Iginio non mi va di fare il superbo esibendo medaglie di conoscenza di situazioni e di partecipazione alla vita di persone e comunità disastrose.
    Si deve fidare sulla parola, come io mi fido dei suoi trent’anni di esperienza.
    Tutto qua.
    Tutte le altre cose che fa finta di dedurre dal mio post, non mi appartengono.
    Con stima

    11 Maggio, 2008 - 20:09
  38. Iginio

    …e allora, se il Padre Lo ha accettato cosi’, presumibilmente la via della Croce tocchera’ a tutti i cristiani e, a meno di non credere che Dio sia sadico, ha valore redentivo.
    Piccola nota ermeneutica: Io non “faccio finta” di dedurre niente. Fa finta chi e’ in malafede, e io non lo sono, altrimenti sarei piu’ furbo ed eviterei di mettermi a discutere. (per inciso: so bene che la malafede e’ diffusa anche negli ambienti ecclesiastici, e questo forse spiegherebbe la sua prontezza nell’imputarmela – un ingenuo non pensa alla malafede quando ha a che fare con gli altri – ma questo non autorizza un sacerdote a offendere un laico non appena si rende conto che e’ preparato almeno quanto lui. Non bastano quattro anni a Roma per emettere verdetti sul prossimo). Quando leggo, deduco da quello che ho capito e avanzo ipotesi. Se poi chi parla non si rende conto delle possibili conseguenze di quello che dice, forse io lo aiuto a rendersene conto e a rimeditare.
    Suggerisco – e concludo – per l’ennesima volta la lettura del libro di M. Fforde “Desocializzazione. La crisi della postmodernita””, ed. Cantagalli, Siena 2005.

    11 Maggio, 2008 - 20:29
  39. Iginio

    tra l’altro, francamente non ho capito. Prima sono stato rimproverato perche’ ho osato dire che il modo e il posto in cui era scritta la frase sciupavano la bellezza, e dicendo questo io avrei implicitamente detto che anche il modo in cui Dio ci ha donato il Figlio sciupava la bellezza (chi e’ che “fa finta” di dedurre? Siamo sicuri che sia io? E’ facile attribuire agli altri i difetti propri…). Poi mi e’ stato detto che il modo in cui Gesu’ e ‘ morto era insensato e dunque brutto. Ma insomma: questa bellezza c’e’ o non c’e’?!? E magari un po’ di attenzione a non contraddirsi non sarebbe inopportuna…

    11 Maggio, 2008 - 20:40
  40. Luigi Accattoli

    Vedo che la teologia, la liturgia, la storia e la politica ecclesiastica attirano “qui” più attenzione di qualsiasi altro argomento. Ma attendo ancora con fiducia una parola di Iginio sulle periferie. Era stata promessa. Da studente abitavo in via Algranati, tra la Tiburtina e Pietralata, all’altezza della De Paoli e un poco conosco quel mondo. Attendo con qualche aspettativa.

    11 Maggio, 2008 - 23:17
  41. temo di “far venire una carie” (cioè, risulterò zuccheroso) a Iginio… ma visto che a monte credo di essere stato citato (o almeno il mio alter ego e le sue significanze) vi comunico quanto segue:

    – non ho capito il problema di Iginio. Comunque se Jovanotti non piace, capisco. Non piaceva nemmeno a me. Ma quando scopri insieme a tua moglie il senso di certe cose, anche le canzoni diventano più belle di quello che forse sono.

    – io ho conosciuto mia moglie a Centocelle, mentre lavoravo (beh, diciamo che ci ho provato) con i “ragazzi di strada”… e diciamo che un’ideuzza sulle periferie ce l’ho… qui una volta ho anche parlato di uno di quei ragazzi che tanto mi hanno insegnato. Ex cathedra vitae. Lo dico senza retorica. (un abbraccio a Mirko…)

    – ieri c’è stato il battesimo di Miriam. Si sono riuniti a S. Alfonso in via Merulana (dove sono poco avvezzi a battesimi) tanti amici e tante storie diverse. è stato molto bello. In qualche modo c’era anche questo “pianerottolo”. Anche qui, lo dico davvero senza retorica.

    – … e, infine, confermo: la cancellata di S. Maria Maggiore (ieri era a pochi passi da dove ci siamo riuniti) è veramente orribile. E deprimente… altrochè “Dio con noi”…

    Grazie
    Simone (fieramente “moralista”)

    12 Maggio, 2008 - 9:06
  42. Clodine

    Congratulazioni Moralista, e benvenuta Miriam tra noi…il battesimo è il sacrento più bello, il più grande, il più importante! Bella Miriam, metti la foto sul tuo blog, la voglio vedere.

    E poi volevo dirti che sono tanto felice per te, per il tuo matrimonio, per l’amore e il rispetto che vi portare tu e Luisa: coltivalo sempre l’amore, basta poco ogni giorno, ma tutti i giorni..l’amore va coltivato sempre! ..anche se qualche volta capiterà che non riesci a trovare l’esatto colore del calzino o lo troverai bucato (è un classico), soprassiedi, e imapara a remmedartelo da solo. Noi donne odiamo rammendare i calzini!

    Riguardo a Igino..(?) boh!…io non lho capito!..

    12 Maggio, 2008 - 10:35
  43. Preferisco non continuare la polemica che mi pare diventi vieppiù infruttuosa…
    Cmq prima ancora che tra un sacerdote e un laico era tra cristiani. Se ti ho offeso mi spiace..
    Non è mia pretesa esaurire l’esperienza in quattro anni di permanenza a Roma, ci mancherebbe. Mi inchino alla sua esperienza sul campo e anche dietro i banchi di scuola visto che dice di avere la mia stessa preparazione (non sapendo quale, potrebbe essere un’offesa per lei… se fossi un ignorante per esempio?)…
    saludus

    12 Maggio, 2008 - 13:53
  44. Clodine

    Maioba, succede a volte che non riusciamo a capirci, anche se parliamo la stessa lingua, spesso, non ci si comprende, i motivi possono essere tanti.
    Ognugo di noi ha la sua “forma mentis” ( che mente appunto, a volte, e non ci si accorge) per cui quello che a me risulta ovvio può essere complesso e “rigido” per l’altro. Quante volte Ignigo74 ha detto di me che sono strana, incomprensibile. Eppure a me sembrava di essere stata limpida e chiara come l’acqua, convinta che il mio pensiero non fosse astruso, anzi, comprensibile e chiaro, mentre veniva percepito in maniera inesatta. Restandoci male ovviamente. E’ così, siamo fatti così!

    Poi ci sono persone più affini, anche qui in questo blog, con le quali si instaura subito un rapporto di famigliarità, un feeling, una complicità, per cui basta un guizzo, una battuta e si entra in sintonia più che non altri.

    Ma non facciamocene un cruccio. Caro maioba, il bello di questo spazio è proprio la conoscenza, anche se virtuale, e il rispetto. Uno spazio dove per quanto ci si scontri e ci si confronti si condividono le esperienze gli uni degli altri,si offrono spunti di riflessione che sono utilissime, ci si interroga. E senza accorgercene si cresce in umanità spiritualità e perché no, anche in cultura- scambianodoci reciproche conoscenze- e quella non è mai troppa! . Il che non è poco!

    con affetto

    12 Maggio, 2008 - 15:54
  45. Iginio

    Per “moralista”: non alludevo a lei, alludevo a chi fa il maestro agli altri senza mettersi in gioco.
    Per il dottor Accattoli: scusi, ma lei mi ha scritto che era molto impegnato per lavoro, e io ho l’ho lasciata lavorare, senza bombardarla di commenti! Inoltre mi sembrava in realta’ di essere stato abbastanza chiaro. Ad ogni modo, quello che volevo dire era questo: e’ facile esprimere sentimenti elevati quando si vive in ambienti socialmente elevati; meno facile quando si vive in ambienti come quelli di certe zone di Roma, che lei dovrebbe provare a frequentare. Non esiste solo il centro o via Anapo (che non e’ al centro, ma e’ in ogni caso in una bella zona) e non esistono solo le scuole private (che certe parti politiche sedicenti “democratiche” considerano come il fumo negli occhi…. ahi ahi ahi, come la mettiamo?) ma esistono anche le scuole medie statali, frequentate magari da qualche ragazzetto pregiudicato o che compie furtarelli. In ambienti simili, esprimere sentimenti “teneri, delicati” come quelli che si compiace di esprimere lei, conduce semplicemente al disastro: si viene considerati come una via di mezzo tra un marziano e un rompiscatole, un “c*******” tanto per capirci, o magari si e’ oggetto d’invidia, con le conseguenze facilmente intuibili. Anche chi dovrebbe opporsi a tutto questo, come insegnanti o sacerdoti, alla fine diventa connivente, gli sembra normale, ovvero cerca di mimetizzarsi e tratta male chi invece vive sulla base di qualcos’altro piu’ elevato, da cui la battuta cretina “meglio un asino vivo di un dottore morto” che mi sono sentito rivolgere dal mio parroco anni fa. In poche parole: i buoni sentimenti che lei e gli altri che intervengono qui vi compiacete di esprimere occorre testimoniarli non solo nei “rapporti di complicita’”, ma anche nei contesti difficili, dove pero’ magari c’e’ chi e’ giovane ma non ama il rock ne’ i tatuaggi ne’ i programmi televisivi con le donnette discinte e le battutacce cretine, e per questo viene considerato alla stregua di un handicappato e non trova nessuno che lo accetti. Non cerchiamo solo il “disagio sociale”: cominciamo a fornire modelli positivi, lasciando perdere il paternalismo assistenzialista. Uno che fuma spinelli, va a p********, scorrazza col motorino smarmittato, ascolta roba da discoteca a tutto volume non e’ un “caso di disagio”: e’ uno che vive intruppato in mode cretine. Non lo aiutiamo con le prediche. Lo aiutiamo mostrandogli che nella vita esiste qualcosa di piu’ importante.
    Per inciso: guardi dottor Accattoli che non e’ obbligatorio mandare i figli a scuola a due passi da casa. Provi a iscriverli, che so, alla scuola media statale Ludovico Pavoni, a mandarli a scuola dai salesiani se preferisce le “scuole private”…

    12 Maggio, 2008 - 19:03
  46. Iginio

    Mi correggo: era via Volsinio! Ma il discorso non cambia.

    12 Maggio, 2008 - 19:03
  47. Luigi Accattoli

    Iginio continuo a non afferrare bene il suo concetto e non riesco a immaginare che idea si sia fatto della mia vita e dei miei sentimenti “elevati, teneri, delicati”, che non mi sembrano complimenti ma questo non conta. Ho già accennato che da studente abitavo al Tiburtino – dove allora non c’erano neanche i semafori – e non mi pare che i miei sentimenti fossero diversi da quelli che mi ispira il centro. Considero l’Esquilino – dove abito – un quartiere malfamato: non diffamato, ma proprio “malfamato”. Ho cresciuto i figli tutti e cinque nelle scuole pubbliche in un luogo dove sono fittissimi – più che in ogni altro quartiere – lo spaccio di droga, la prostituzione e l’insediamento degli stranieri. Sulla via di Santa Maria Maggiore dove abito abbiamo visto negli anni le ragazze nostrane, le polacche, le albanesi, le romene, le ucraine e infine le nigeriane. Una ogni venti metri quasi a ogni ora del giorno. Una volta un’albanese denunciò il protettore e quello l’accoltellò all’uscita dal carcere proprio sul marciapiede davanti a casa mia. Considero quella ragazza una martire della dignità della donna. Una volta – come giornalista – ho raccontato la storia di una compagna di scuola di una mia figlia che non si era presentata il giorno di avvio dell’esame di quinta elementare perchè figlia di una prostituta romena costretta proprio in quei giorni a nascondersi dal protettore – ed ebbe salvo l’esame perchè le maestre di religione e di inglese andarono a cercarla in motorino tra le altre prostitute che le cacciavano dicendo: “E’ pericoloso, ci sono gli uomini”. Iginio, se non lo conosce venga a vedere che mondo è l’Esquilino. E magari provi a ronzare attorno alla mensa Caritas del Colle Oppio all’ora dei pasti. Ebbene, che penso quando vedo quella sfilata di prostitute tornando a casa la sera? Guardo con ammirazione all’industria umana che guida anche le creature più inermi a guadagnarsi un pane nella selva oscura e penso che mi precederanno nel Regno.

    12 Maggio, 2008 - 20:39
  48. Luigi Accattoli

    Iginio ho un’idea: venga a trovarmi a Palazzo Bonaparte e poi io vengo alla Ludovico Pavoni, se lei insegna lì, o dove mi dirà. Credo che con gli ultimi commenti i nostri sentimenti si siano avvicinati. Possiamo provare a mescolarli.

    13 Maggio, 2008 - 7:12
  49. Clodine

    Posso venire anch’io a Palazzo Bonaparte? Giuro che me ne starò in un angolo a gustarmi il mondo sottostante. Starò zitta e cheta come uno dei pulcini che facevano i primi passi sulle tegole.. me ne starò li, in silenzio, imbambolata dalla luce.

    13 Maggio, 2008 - 8:09
  50. Luigi Accattoli

    Ho già detto che è meglio uno per volta. Fino a oggi sono venuti Tonizzo, Carlo Melina, Ciro Fusco e Marta Paola. Ma se combini con Iginio, venite pure in due.

    13 Maggio, 2008 - 8:28
  51. grazie signor Luigi.
    Anch’io ho vissuto all’Esquilino, e frequentavo la parte di piazza Vittorio… e un po’ più in là via Marsala…
    Se non è malfamata quella zona, ditemi voi quale lo è!
    E anche le scuole statali in quetso quartiere non sono mica diverse da quelle di periferia quanto a droga, delinquenza, bullismo, etc…
    Anch’io non riesco a capire il risentimento di Iginio. O forse sì, ma poi interpreto male e mi prendo una filippica.
    Meglio che ce lo spieghi lui.

    13 Maggio, 2008 - 8:40
  52. Iginio

    Dott. Accattoli, grazie per la risposta. Ovviamente conosco benissimo l’Esquilino, dato che ci passo ogni volta che vado in centro. Non capisco pero’ perche’ tutti sembrino dare per scontato che sia cosi’ degradato. Una volta era tutt’altro: non e’ che l’abbia deciso il Fato, che sia un quartiere degradato. Proprio per questo non comprendo affatto il suo commento seguente:
    Guardo con ammirazione all’industria umana che guida anche le creature più inermi a guadagnarsi un pane nella selva oscura e penso che mi precederanno nel Regno
    Non ci vedo proprio niente di celestiale in tutto questo cui lei si riferisce. Ci vedo solo il trionfo del menefreghismo umano, dell’abbrutimento e della “desocializzazione” che tante volte ho nominato.
    Forse, invece di parlare di “trionfo della dignita’ della donna”, che e’ un tipico ragionamento intellettualistico/ideologico privo di agganci con la realta’, provi a dire in giro nel suo quartiere che andare con le prostitute e’ sbagliato. Ne ricavera’ pernacchie, accuse di bigottismo e cosi’ via, a paradossale dimostrazione che ha cominciato fare qualcosa di concreto per rimediare alla situazione.
    Provi ad andare nelle scuole / senza dire di essere un giornalista importante / a dire che c’e’ gente per cui la cultura e’ importante e bella perche’ apre alla realta’ e alla bellezza del mondo e a vivere una vita degna. Ne ricavera’ risate, borbottii degli insegnanti che diranno , ma almeno avra’ reso un servizio non solo alla verita’ ma a tutti coloro che non vogliono vivere in un mondo di degrado assistito.

    13 Maggio, 2008 - 14:52
  53. Luigi Accattoli

    Iginio non ho scritto “trionfo della dignità della donna”, ma “martire della dignità della donna” perchè ritengo che la ribellione di quella ragazza al racket fosse un moto di dignità. Nel volume “Nuovi martiri” (San Paolo 2000) ho un capitolo intitolato “Martiri della dignità della donna”, che è un concetto da me elaborato, in cui riporto cinque storie esemplari. Poco prima lei mi sospetta di visioni celestiali – ho l’impressione che mi veda come un sognatore di fiabe – per un mio ragionamento sul destino delle prostitute. “Nella selva oscura” voleva dire “nello smarrimento del peccato” (Dante) e l’idea che le prostitute ci precederanno veniva dal Vangelo ed era applicata alle “ragazze di strada” della periferia di Alessandria in una storia dei padri del deserto. Lei mi dice “provi provi” e le dirò che qualche prova l’ho fatta, qua e là. Venga a trovarmi e qualche cosa ci sarà più chiara.

    13 Maggio, 2008 - 15:38
  54. comunque l’Esquilino nacque già al tempo dei Romani come un quartiere degradato: era il luogo dove venivano spedite prostitute e malati (come oggi)… se interessa ho scritto qualche mese fa anche un pezzettino sull’Esquilino oggi (che ha attinto anche da una ricerca recente della Cattolica di Milano e della Caritas sulle “nuove periferie”).

    14 Maggio, 2008 - 8:47

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