Dice un vescovo di Curia: “Non dia importanza alle vesti e all’Appartamento, piano piano lo convinceranno”. Un dirigente di banca che abita sopra di me: “Vuole la Chiesa povera ma la Chiesa non può essere povera”. Già il 31 marzo Sergio Romano sul “Corriere della Sera” prevedeva che “dopo avere resistito per qualche tempo Papa Francesco dovrà piegarsi pazientemente allo sfarzo e alla solennità della sua carica” perché la Chiesa “non può rinunciare alla maestà del papato”. Io mi auguro invece che Bergoglio “resti Francesco e Jorge Mario” come ho scritto in un articolo per la rivista “Il Regno” che l’ha pubblicato con il titolo Immagini di un Papa nuovo. Francesco dei poveri e della misericordia.
Mi auguro che Bergoglio resti Francesco e Jorge Mario
142 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
A proposito di povertà ieri leggevo questo:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/papa-pope-el-papa-castel-gandolfo-25435/
Sarà che negli ultimi anni abbiamo fatto 3 giorni di viaggio, sarà che quest’anno speravamo in qualche cosa in più mi chiedevo: anche una vacanza è mondanità e lusso?
Pensavo a Giovanni Paolo II che non credo amasse lo sfarzo ma che vedevamo in montagna o sugli sci, più che mondanità ci sentivi il gusto per la vita.
Per il resto negli ultimi anni di Benedetto qualcuno aveva esagerato. (vedi ermellini e cappe magne).
Sulla vacanza a Castello ho dunque sbagliato, avendo scritto qui otto giorni addietro, in risposta a una domanda di Luca73: “Per quello che so io Papa Francesco andrà a Castel Gandolfo”. A parte la difficoltà di sempre a sapere ciò che non è ancora affermato, con questo Papa ce n’è un’altra: di distinguere la sua intenzione da quella di chi ti parla. A motivo della macchina curiale impegnata a fargli indossare la maestà del papato, alla quale accennavo nel post.
Un bellissimo articolo, un augurio e una speranza che condivido in pieno. Grazie.
Oggi è la festa del Sacro Cuore e la giornata per la santificazione dei sacerdoti.
Preghiamo per i nostri sacerdoti, ricordando le parole del Santo Curato d’Ars:
“Vi sono alcuni che hanno l’abitudine di parlare male dei sacerdoti, ve ne sono che li disprezzano. Fate attenzione, figlioli: poiché sono i rappresentanti di Dio, tutto ciò che dite ricade su di Dio stesso. Fareste molto meglio a pregare per loro. Ve ne sono che non pregano mai per i loro pastori: ciò è molto ingrato. II sacerdote, prega sempre per voi, quando offre il divin Sacrificio, quando tiene Nostro Signore fra le sue mani.
Vedete quanto è nel vostro interesse pregare il Buon Dio per i sacerdoti: più saranno santi, più vi otterranno grazie.
Bisogna pregare, soprattutto all’epoca delle ordinazioni, affinché il Buon Dio ci dia dei buoni sacerdoti. Quando sono santi, quanto bene possono fare! Ma, buoni o cattivi che siano, non ditene mai del male. Colui che disprezzate sarà forse colui che vi assolverà all’ora della morte. Voi direte: «Ma è un uomo come un altro …» Certamente! (…) Ma è al suo ministero che bisogna guardare. Il Buon Dio ha messo nelle loro mani tutti i meriti della sua morte e della sua passione per distribuirceli, come un re rimette nelle mani del suo ambasciatore un tesoro perché lo distribuisca come meglio crede…”
“Andate a confessarvi dalla Madonna o da un angelo? Vi assolveranno? No. Vi daranno il Corpo e il Sangue di Nostro Signore ? No. La Madonna non può far discendere il suo divin Figlio nell’Ostia. Anche se aveste vicino duecento angeli, non potrebbero assolvervi. Un sacerdote, può farlo; può dirvi «Andate in pace, io vi perdono..Oh, che il sacerdote è qualcosa di grande!”.
Splendido articolo, grazie Luigi.
Io spero solo che la comunicativa splendida di Bergoglio e la sua lezione sulla sobrietà non si presti a troppi consensi equivoci.
Poichè trovavo eccessivo l’antichismo liturgico e d’immagine del pontificato precedente, non vorrei ora la reazione eguale e contraria.
Penso che la funzione del Papato sia quella paradossale, di una maestà che si abbassa, e si mette al servizio di quelli che non hanno voce.
Ma il paradosso funziona se la maestà, almeno un pochino, resta tale.
E soprattutto spero che l’equilibrio del papa non sia tradotto in periferia in maniera squilibrata, come spesso accade a destra e a sinistra: sì alla semplicità evangelica, quindi, non alla sciatteria e allo squallore di certi spazi cattolici.
Aggiungo che da un punto di vista dell’immagine papale, Giovanni Paolo II sapeva trovare un buon equilibrio, perchè mixava con perfetta disinvoltura simpatia e appropriatezza, scioltezza e insieme regalità, vicinanza affettuosa e gesti “magni”.
Penso che in questo sia un ottimo modello e auguro a Francesco di potercisi, almeno in parte, ispirare.
Condivido quello che dice Francesco73 e mi sembra che l’articolo di Luigi metta implicitamente e con molta saggezza in evidenza proprio questo. Non si tratta infatti di rendere l’appartamento ponfificio un inutile pezzo da museo (come paventano alcuni), quanto di insistere in uno stile di sobrietà e non isolamento dal mondo. In altri termini, penso proprio che si debba sfatare la paura che con lo slogan “povertà della Chiesa” qualcuno voglia andare nella direzione della svendita della cappella sistina e di tanti altri tesori inestimabili che rendono la chiesa ricca…
Sui vaticini transoceanici di Gigi posso confermare anche privatamente.
Nei giorni del preconclave, stretto nella morsa di una scommessa salata con un gruppo di laicisti incalliti, gli avevo chiesto un parere e lui si espresse come con De Bortoli (si parva licet).
Non so perchè, ma mi lasciò tiepido, e infatti diedi un altro nome e persi la riffa, che però non vinse nessuno.
p.s. ma azzeccai lo scrutinio, e ci tengo a pavoneggiarmene.
LUIGIIIIIII
stai seguendo ???????????????????????
l’incontro all’ aula nervi ??????”
Sto seguendo la diretta, prendo appunti, poi scriverò. Sta facendo un vero dialogo, i bambini e i ragazzi gli fanno domande che non erano state preparate. Lui ha messo via il discorso e ha proposto di conversare e loro lo interrogano dandogli del tu: sei giocherellone come noi, hai voluto essere Papa, sei mai stato in Sicilia, se vieni ti accoglieremo bene…
“Non sono stato, non sono stato ancora. Però sulla Sicilia conosco un film bellissimo, Kaos, che è fatto su quattro racconti di Pirandello e così nel film ho potuto vedere la Sicilia, che è bella eh…”
Ora tutti insieme – il Papa e i ragazzi – leggono la preghiera di Consacrazione al Sacro Cuore. Sono gli alunni delle scuole dei Gesuiti, vengono da Roma Milano Torino Napoli Messina Palermo Scutari (Albania)… novemila… riempiono l’Aula Nervi…
Saluta il Papa Leoluca Orlando – ex alunno dei Gesuiti – con la fascia di sindaco di Palermo… gli ripeterà l’invito a visitare la Sicilia che già gli aveva fatto il bambino che narravo sopra…
Gli danno un agnello – c’è la pastorella che lo conduce – l’agnello ha un fiocco giallo al collo – non so se c’è da capire qualcosa…
“Noi cominciavamo davvero a perdere la speranza”
“con lei abbiamo ricominciato davvero a sperare”
E’ solo un giovane, l’ultima persona che dialoga senza filtro con il papa.
Guai a chi pensa di strumentalizzare la sincerità delle emozioni del cuore.
Come dopo l’amato Paolo VI pensavo che Woytjla
fosse il papa giusto
perchè
ogni papa è quello giusto misteriosamente chiamato a rispondere
alla generazione che serve.
Spero che le vedove come la raffaella la smettano con i loro pianti (ancora ultimamente!),
con le loro attese di odio verso Francesco
per pareggiare i conti di fantasiosi torti al precedente papa.
Ogni papa è dono alla sua epoca storica.
Come Francesco anche io penso che Giovanni Paolo II avesse un buon equilibrio.
Distaccato il giusto ma anche in grado di dare valore alle bellezze del mondo, dalla montagna alla cultura.
Quando eri bambino avevi gli amici e dato che ora sei Papa li vedi i tuoi amici?
Ma, io sono Papa da due mesi e mezzo. I miei amici sono a 14 ore di aereo da qui, no?, sono lontani. Ma voglio dirti una cosa: sono venuti tre, di loro, a trovarmi e a salutarmi, e li vedo, e mi scrivono, e voglio loro tanto bene. Non si può vivere senza amici: questo è importante
Tu volevi fare il Papa?
Un persona che vuole fare il Papa non vuole bene a se stesso. Dio non lo benedice… no io non ho voluto fare il Papa.
Perché hai scelto di essere gesuita?
Volevo essere missionario. Quando ero studente di filosofia ho scritto al preposito generale che era il Padre Arrupe, perchè mi mandasse in Giappone o da un’altra parte. Ma lui ha pensato bene e mi ha detto, con tanta carità: ‘Ma lei ha avuto una malattia al polmone, quello non è tanto buono per un lavoro tanto forte’, e sono rimasto a Buenos Aires. E’ stato tanto buono, il Padre Arrupe, perché non ha detto: ‘Ma, lei non è tanto santo per diventare missionario’: era buono, aveva carità, eh? E quello che mi ha dato tanta forza per diventare Gesuita è la missionarietà: andare fuori, andare alle missioni ad annunziare Gesù Cristo. Credo che questo sia proprio della nostra spiritualità, andare fuori, uscire: uscire sempre per annunziare Gesù Cristo, e non rimanere un po’ chiusi nelle nostre strutture, tante volte strutture caduche, no? E’ quello che mi ha mosso.
http://www.news.va/it/news/testo-integrale-del-discorso-del-papa-alle-scuole
http://www.news.va/it/news/lasciamoci-amare-dalla-tenerezza-di-dio-cosi-il-pa
Se il fiocco giallo è su una pecora nera, forse volevano comporre la bandiera vaticana… non ho visto il video, ma dubito che abbiano portato al Papa una pecora nera!!!!
ps ma poi che ci fa il papa con una pecora?
Avendo tanto parlato di pecore…
In quel contesto Ignaziano,
mi ha commosso molto,
il riferimento di Bergoglio,
più volte
a
“il mio padre Arrupe”.
A più di 30 anni dalla morte,
si continuano a raccogliere i frutti della carica profetica di Arrupe (e dei suoi dolori fisici e non solo).
“Perché non sei andato a vivere nell’appartamento lussuoso?”
“Per motivi psichiatrici.”
(Ok, la risposta è stata un po’ più articolata, ma questa parte mi ha tirato fuori una bella risata)
http://www.news.va/it/news/il-dialogo-del-papa-con-i-giovani-delle-scuol
http://www.news.va/it/news/il-dialogo-del-papa-con-i-giovani-delle-scuole-dei
Come mai lei, cioè tu hai rinunciato alla ricchezza, sei andato ad abitare in un piccolo appartamento lì vicino, hai preso l’autobus dei vescovi invece della grande automobile…
Non è soltanto una cosa di ricchezza. Per me è un problema di personalità. Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po’ isolato, non mi farebbe bene. Questa domanda me l’ha fatta un professore: ‘Ma perché lei non va ad abitare là?’. Io ho risposto: ‘Ma, senta, professore: per motivi psichiatrici’, eh? Perché … è la mia personalità. Anche l’appartamento, quello non è tanto lussuoso, tranquilla. Ma non posso vivere da solo, capisci? E poi, credo, che sì, i tempi ci parlano di tanta povertà, nel mondo, e questo è uno scandalo. La povertà del mondo è uno scandalo. In un mondo dove ci sono tante, tante ricchezze, tante risorse per dare da mangiare a tutti, non si può capire come ci siano tanti bambini affamati, ci siano tanti bambini senza educazione, tanti poveri. La povertà, oggi, è un grido. Tutti noi dobbiamo pensare se possiamo diventare un po’ più poveri: anche questo, tutti lo dobbiamo fare. Quindi porsi la domanda: come io posso diventare un po’ più povero per assomigliare meglio a Gesù, che era il Maestro povero? Dunque non è un problema di virtù mia personale, è soltanto che io non posso vivere da solo e il fatto di non avere tante cose e diventare un po’ più povero.
Io confesso di essere legatissima alle cose. Conservo di tutto, dallo scontrino del mio vestito preferito al calzino bucato (infatti in casa non entro). E’ che le cose per me hanno un’anima quando le prendi in mano risenti quello che gli hai lasciato dentro, appesantiscono è vero la vita, distolgono, ma bho, per me è così.
Anche ieri Francesco invitava a lasciare gli idoli, ma come si fa poi a vivere senza i propri punti di riferimento?
Son così umani e dicono così tanto di noi.
@Luigi OFF TOPIC
segnalazione di un articolo del corriere di una coppia di coniugi morti nello stesso giorno, visto che (forse l’anno scorso) te ne eri interessato….
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2013/7-giugno-2013/sposati-sessantatre-anni-muoiono-stesso-giorno-2221528470065.shtml
Lo ero anch’io Sara. Poi, nello shakeramento generale, tutto quello che non è persona ( e pure sostanza della persona, non forma) adesso non mi appassiona più per niente.Le cose ci sopravvivono , e una volta trovavo questo bello e consolante. Adesso, il fatto che restino loro a parlare di noi lo trovo perfino un po’ irritante.
Come si cambia , signora mia…..
🙂
Si, ma io in questo non voglio cambiare, è una cosa molto mia che vorrei tenere per sempre.
Insomma se uno ha passione, che ne so, per la musica e un un giorno si sveglia e non si appassiona più non è una perdita?
Anche ieri Benedetto diceva, prego e leggo e penso che i suoi libri se li sia portati dietro, i libri, le sue carte.
C’è, credo, sempre un limite all’annullamento di sé. (magari per Francesco il limite è stare in un quel grande appartamento tutto solo).
Giusto come riflessione.
Riflessione giusta.
In quello di cui parliamo, io sono cambiato perché mi è cambiata un bel po’ di roba attorno. Non perché ho voluto cambiare.
Poi, sì, è certamente una perdita. Ma se perde di valore anche la perdita,non si sente manco.
Giusto come contributo alla riflessione.
E’ un po’ la questione sottolineata da questo articolo.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201306/130607esposito.pdf
Grazie Mattlar, raccolgo sempre quelle storie. I segni dell’umano all’incontro della morte.
Ero all’udienza di stamani, la cronaca di Luigi è perfetta.
Una gioia, un vero piacere esserci stare li in compagnia di Francesco.
Un vero Padre e Pastore.
Ci dovremmo essere anche per il prossimo convegno diocesano, Nino ?
Testimonianza di una mia amica e collega medico , che ho chiamata al telefono cinque minuti fa e che era all’udienza del Papa:
Certo che questo Papa mette buon umore!!!. Dice cose molto semplici , ma si capisce che comunque è una persona di grande cultura! sono commossa !
(da specificare che la mia collega ed amica non è particolarmente religiosa anzi) Le avevo chiesto di pregare per noi, gruppo di medici con specifici problemi)
” ho pregato e credo che con la benedizione che ho avuto, di Papa Francesco
tutto si risolverà”
La siimpatia umana va bene, ma il messaggio è più impotante del messaggero. Io non mi esalto sul messaggero , ma sul MESSAGGIO.
la differenza è sottile ma importante: la simpatia verso il messaggero può generare equivoci. ci piace il messaggio o il messaggero?
Lo dica lei Discepolo, le piace il messaggio? ( o non le piace)
Sono un vecchio lettore del blog di Raffaella papale.
Irritazione generale per l’incontro odierno di Bergoglio.
Ma è da tanto che cova il malessere.
Tutto nel Link:
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/06/lappartamento-papale-e-la-poverta.html
(prima che cancellano !)
(all’amica di Raffa) Non credo che il MIO libero diritto di analisi possa essere configurato come insulto.
Anzi anzi, pensavo che la Raffa avesse già abbandonato la Chiesa invece ha pubblicato anche i messaggi di critica, perde i colpi.
In ogni caso dimostra che di Benedetto non ha mai capito una xxxxxxx. Sempre detto.
«Il Papa non parla di famiglia e molto poco di difesa della vita.
Credo che siano stati principalmente questi i punti su cui Benedetto XVI ha pestato i piedi di chi detiene potere economico, culturale e infine decisionale sulla piega che deve prendere il mondo, in tema di nascita, vita e morte.
[…]
Alla Chiesa si chiede di essere una Ong,
checché ne dica Papa Francesco.
E l’acclamazione nei confronti dei suoi proclami contro povertà e banche ne è la prova.
[…]
Il trend è che finché il papa parla di povertà, ingiustizia sociale,
va tutto bene,
è anche tema caro ai salotti culturali,
quelli che alla fine prevalgono su media e giornali,
pure la croce è concessa, visto che si parla di religione,
il demonio fa sorridere ma va bene pure quello,
ma guai a nominare verità e vie diverse da quelle dominanti da seguire,
guai a toccare le questioni etiche.
Paradossalmente
si chiede alla Chiesa di occuparsi dei tributi di Cesare
ma non di creazione o albero della conoscenza, del bene e del male.”»
(Raffaella dixit)
E meno male che questo papa parla di povertà, di ambiente, di tratta delle persone: non saranno mica solo i gay e il preservativo i problemi del mondo no? Oppure se non pronuncia la parola “aborto” allora non può fare il papa?
Ma ne parlava anche Benedetto.
Cara Sara, mi chiedi se mi piaccia il messaggio.
Certo ! se è, e nella misura in cui è, il messaggio tradizionale della Chiesa cattolica, e cioè il messaggio di Cristo , mi piace !.
Non sono una fanatica papista o una papolatra, e sinceramente non mi interessa più di tanto la personalità umana di un papa piuttosto che di un altro .
Il messaggio e la dottrina di PIO XII e di Paolo VI e di GIOVANNI XXIII e di GIOVANNI PAOLO II di BENEDETTO XVI e di FRANCESCO per me pari son ! ( tanto per parafrasare l’aria di Verdi ” Questa o quella per me pari son !) nel senso che non mi importa più di tanto la personalità umana o i gusti personali o lo stile o il carisma del Papa regnante, mi importa il messaggio cristiano PERENNE che , al di fuori delle mode , il Papa trasmette.
Se fossi nata sotto, per dire , Clemente VI, sarebbe stato lo stesso!
L’importante non è la personalità, la simpatia, umana del papa regnante , ma il messaggio di CRISTO! !Questo è perenne e soprannaturale, tutto il resto è storia anzi cronaca giornalistica!!
“Cronaca giornalistica”: ho la mente rutilante…
@Claudia,
il problema è che se il Papa non parla di aborto, subito qualcuno si sentirà autorizzato a dire che è un diritto delle donne e non la soppressione di una vita.
Similmente per il matrimonio tra un uomo e una donna.
Anche tra i cattolici.
Il Papa e la Chiesa devono indicare la strada giusta sempre e in particolare in epoche come questa, quando la tentazione del maligno fa confondere bene e male.
Questo Papa parlerà, dovrà per forza parlare prima o poi, e pronunciarsi anche sui temi etici che stanno a cuore specialmente all’uomo contemporaneo: le nozze gay.
Ma dobbiamo sempre avere ben presente e pensare che il Papa non potrà parlare a “titolo personale”,come se fosse un semplice uomo, ma dovrà , per forza di cose, parlare secondo la dottrina cattolica tradizionale, e dunque quello che decreterà farà “dottrina”. ( secondo l’infallibilità papale)
E a meno che, con un colpo di scena sensazionale, il Papa si metta contro TUTTA la dottrina cattolica tradizionale e decreti . ” i rapporti omosessuali sono normali” non potrà avvenire alcun avallo cattolico delle nozze gay. Chissà se un Papa lo farà? Chissà se nel futuro si arriverà a questo?
Non lo escluderei. anzi, mi sembra molto probabile!
la pressione dell’opinione pubblica è molto forte !
Lo so che il Papa prima o poi dovrà affrontare questi temi, ma certi pensano che debba SOLO parlare di questo, anzi a leggere certi commenti ( non qui) alcuni sembrano del tutto indifferenti alla povertà e al prossimo na solo interessati ai valori ” non negoziabili”. Penso comunque che quando ne parlerà non lo farà in tono accusatorio o di condanna.
Qui invece dei valori non negoziabili non interessa a nessuno.
Indifferenza totale.
Avremmo potuto parlarne come suggerisce Claudia, senza condanne e toni accusatori, ma si è preferito storcere il naso e disprezzare la semplificazione e la strumentalizazione dell’estrema destra.
Così il problema è risolto e la coscienza (quella che ognuno si addomestica secondo le proprie convenienze) è a posto…
Veramente io la coscienza non me la sento a posto mai.
Certo che se basta ripetere ” valori non negoziabili” come il solito mantra de noantri , indossare l’elmo, e correre sulle barricate per sentirsela a posto, chapeau.
Se però si evitasse di cadere nel trappolone mediatico facendo diventare le nozze gay LA QUESTIONE e addirittura il punto nodale del cristianesimo e dei papati, eviteremmo di far ridere i polli : Che giustamente se la ridono alla faccia nostra. Già abbiamo la Raffa che è una specie di Crozza all’incontrario, non mettiamoci pure noi….
Lorenzo,
l’unico modo per chiudere la questione è ritrovarci “senza se e senza ma” in difesa della vita e della famiglia. Finchè ci saranno distinzioni e tentativi di sminuire il problema, dovremo continuare a insistere.
E proprio tu sei uno di quelli che sliscono e tentano di rimuovere il problema.
Ma il problema c’è, è grave e non possiamo far finta di niente per non disturbare la sensibilità di certe intelligenze progressiste.
E ci si stupisce di non essere mai a posto con la coscienza?
sviliscono
discepolo usa con papa Francesco la tattica del condizionamento psicologico preventivo che usava con me mia nonna per farmi mangiare le rape.
” le mangerà, le mangerà, prima o poi le mangerà” diceva con tono fintamente bonario a mia madre,”dovra mangiarle ” per forza”, prima o poi…van bene i gusti personali, ma qui siamo in una casa, e in casa c’è una tavola, e se tutti a tavola mangiano le rape, mica vorrà non mangiarle solo lui…vorrei proprio vedere se fosse il primo in questa casa che non mangia le rape!
Mah.
( le rape io non le tocco tuttora.)
Riguardo al messaggio e al messaggero, l’affermazione ” è solo il messaggio di Cristo, perenne e soprannaturale che conta “, strappa l’applauso convinto a scena aperta. Occhio però: perché in quel messaggio di molti degli articoli ” da barricata” non si fa il minimo cenno….
Ma se lo dice anche Avvenire che il registro delle copie di fatto è un fallimento. Marino non mi piace, ma cosa può fare alla fine in un comune?
E poi perchè non fa le stesse tirate in area destra con Galan e Bondi?
Attento che non succeda come in Inghilterra e che non sia la destra a far passare quello che la spaventa tanto.
E in ogni caso, con tutta l’antipatia che mi fanno i radicali (che sono più trasversali di quanto non creda) è brutto ridurre il cristianesimo al matrimonio omosessuale, avesse mai detto una parola anche su altre questioni.
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1252291/Galan–via-alle-unioni-gay—la-sinistra-perde-un-cavallo-di-battaglia—e-il-Pdl-ascolta-i-segnali-della-Cei.html
Ma insisti pure, Federico. Mi pare che tu lo faccia con entusiasmo.E con gran giovamento per la tua coscienza.
Se poi la piantassi di fare apprezzamenti personali e di giudizio su persone che non conosci manco di striscio, sarebbe anche meglio.
Io mi ritrovo senza se e senza ma- anche se con gran fatica- solo intorno alla croce di Gesù Cristo: o ce ne facciamo carico, o non difendiamo un cappero della vita di nessuno.
Il resto è piazza, e che stia dove merita di stare.
Sara,
non ho ridotto il “cristianesimo al matrimonio omosessuale”, ma in questi mesi il dibattito verte su questo punto, le associazioni gay sono agguerritissime e la stampa laica e laicista (compresa evidentemente RAI1, come evidenziava Lorenzo) sostengono una campagna ferocissima: perchè dovrebbero tacere e ignorare la questione proprio i cattolici?
Marino è un esponente di spicco del PD a livello nazionale, da sindaco di Roma (come Renzi da sindaco di Firenze) le sue posizioni avranno maggiore eco nel Partito e nel dibattito politico nazionale: avrà consensi da vantare e la visibilità che può offrire Roma Capitale. Altro che registri comunali, qui la posto in gioco è ben altro!
Dulcis in fundo. Nella destra ci sono posizioni diverse ma i cattolici parlano, discutono, alzano la voce, cercano il confronto. E finora le loro posizioni hanno sempre prevalso. Nella sinistra i cattolici tacciono, accettano senza esitazioni le candidature più indigeste e rinunciano a difendere i propri valori. Persino il nostro padrone di casa ha votato Marino solo per fedeltà al Partito, senza obiezioni.
A proposito di Galan e Bondi, che ogni tanto ci provano (ad esempio lo scorso novembre) e ogni volta senza risultati:
http://www.eugeniaroccella.it/
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/temi-etici-si-apra-il-dibattito-nel-pdl.aspx
Nel PD e nel CentroSinistra non c’è spazio per i valori cattolici, nella disprezzatissima destra invece ci sono deputati che non esitano a prendere impegni precisi:
http://www.pdl.it/notizie/24447/mazzocchi-noi-cattolici-a-difesa-della-famiglia-naturale
E che dire dei ministri della destra nel Governo Letta?
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/cattolici-nelle-liste-un-impegno-che-continua-nel-pdl.aspx
@Sara,
un’anima laica c’è sempre stata nel PDL, ma ha sempre avuto poco peso. Nell’attuale governo è rappresentata solo dal ministro dell’Agricoltura. Tutti gli altri ministri, a cominicare dal Vice premier Alfano appartengono all’area cattolica. E’ chiaro che ci sia del malumore e che magari Libero lo condivida e lo voglia sottolineare, ma andiamoci piano.
Non c’è paragone con la carta di intenti del PD e i proclami di Bersani e Vendola durante la campagna elettorale.
Mescolare tutto e fare finta che siano tutti uguali non è corretto.
La sinistra è da anni su posizioni laiciste sull’esempio di Zapatero, la destra si è sempre opposta e ha cercato mediazioni accettabili per la sensibilità cattolica sia sul tema della fecondazione assistita che sul tema dell’eutanasia.
Stai tranquila che nella destra i cattolici non accetteranno senza discutere questo genere di proposte. Vorrei capire però perchè invece i cattolici di sinistra le accettano senza problemi.
@Lorenzo,
la fede non può essere vissuta solo nel silenzio della propria casa. Nella piazza ci dobbiamo andare per forza e nella piazza siamo chiamati a testimoniare quella fede. Rispetto la tua storia e la tua vita, di cui effettivamente conosco molto poco, ma non trovo giusto criticare e disprezzare la dimensione sociale del cattolicesimo. Per evidenziare questa mia convinzione ho ripetuto le tue stesse parole, senza esprimere giudizi sulla tua persona e sulla tua coscienza.
Non è vero che a sinistra le accettano senza problemi. (altrimenti sarebbero passate molto tempo fa queste proposte,da quanto tempo se ne parla?).
Mi fa piacere invece vedere con che velocità si stanno bondizzando nel Pdl.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/unioni-gay-campo-galan-settimana-presento-ddl-921583.html
Sara,
mi fa piacere che tu legga Libero e Il Giornale, ma dovresti aver capito che i “bondiani” sono sempre quei quattro/cinque gatti che ciclicamente ci provano e non riescono mai a prevalere.
Da quando è nato il governo Letta i due giornali da te citati (l’avessi fatto io, apriti Cielo!), Libero e Il Giornale, hanno assunto posizioni critiche verso il governo e non mi stupisce che oggi sostengano queste idee magari con il solo scopo di indebolire il governo. Escludo categoricamente che il PDL si stia “bondizzando”: sarebbe un errore strategico e tattico gravissimo e B. non lo permetterà.
Le unioni civili dei gay non sono passate solo perchè la sinistra ha perso le elezioni, altrimenti Bersani le avrebbe approvate entro un mese; in passato i Dico non vennero votati perchè l’Ulivo non aveva la maggioranza al Senato e il governo Prodi sopravviveva solo grazie alla generosità dei senatori a vita (che sui Dico ebbero qualche scrupolo di coscienza, non avendo obblighi di schieramento). L’unica timida obiezione è quella di Fioroni ma anche lui alla fine non farà storie: obtorto collo, come tutti i disciplinati cattolici di sinistra, voterà secondo gli ordini del Partito…
Io leggo tutto, anche i commenti del Giornale che da tempo mostrano come i cattolici non siano l’unica base elettorale della destra.
Per il resto non vedo perchè prendersela con Bersani quando a favore nel PDL abbiamo Carfagna, Santanchè, Bondi Galan Prestigiacomo, Capezzone, ecc, ecc.
L’ultima volta che ne abbiamo parlati era solo Bondi ricorda?
A proposito di commenti se legge questo (dal Giornale) di Totonno (a proposito ho un amico che si chiama così sarà Lui???)
“Era ora!Sapevamo tutti che era un’opportunistica finzione quella che il cdx, in blocco, bloccava ogni proposta di legge sulle unioni civili, etero e gay…c’era il problema del “voto cattolico”…ora che questo si è rivelato una farsa perchè NON ESISTE, GRAZIE A DIO, L’ELETTORATO CATTOLICO, si può parlare FINALMENTE DI DIRITTI SACROSANTI, per i quali non ci sarebbe neanche stato bisogno di perdere più di 3 minuti per fare una legge ed invece si sono spesi fiumi di parole e di inchiostro dall’86, se ricordo bene la prima proposta (e quante ne erano venute dal centrodestra e “furbamente” tenute nel cassetto…)”
Scopre facile facile che l’elettorato è diverso dal blog di Corrispondenza Romana.
Berlusconi lo sa e per i voti sa chi si venderebbe??
Notte vado a dormire.
Ma poi Sara, tu hai votato alle primarie, hai sottoscritto la carta di intenti: quello doveva essere il programma del Governo Bersani-Vendola ed era vincolante per tutti. E prevedeva le unioni civili.”Entro un mese” dal primo CdM Bersani aveva promesso la legge!
Fino all’ultimo, fino che ha continuato a credere nei famosi “otto punti” Bersani ha insistito sulle unioni omosessuali: era il suo fiore all’occhiello.
E’ stato l’accordo con il Pdl e con l’area di Scelta Civica e Udc a bloccare la proposta.
Questo è quanto è accaduto, il resto rientra nel novero delle possibilità e delle speranze di qualcuno. Ai cattolici di sinistra piacerebbe un pdl su posizioni laiciste, che consentisse loro di poter sfuggire alle responsabilità della propria afasia e ignavia, ma non sarà così. I cattolici del centro destra sono di un’altra pasta e faranno valere le proprie istanze.
Sara, le idee di totonno valgono quanto le mie e le tue. La campagna mediatica a favore del matrimonio gay è forte e seducente, ma ti assicuro che nel popolo del centrodestra c’è ancora una certa resistenza.
In ogni caso i leader politici non devono mica “inseguire” le opinioni degli elettori, ma semmai esercitare un ruolo di guida, indicando una visione politica e una prospettiva. Si cerca il consenso su una proposta presentata agli elettori, non viceversa attraverso i sondaggi sulle opinioni prevalenti.
Non so cosa deciderà B., ma seguire questa strada sarebbe un suicidio politico.
Resta poi aperta la questione della rappresentanza del voto dei cattolici, i quali ultimamente si stanno lasciando tentare dall’astensionismo proprio per l’assenza di proposte convincenti. Varrebbe la pena pensare anche a loro.
Vado a dormire dopo.
Ho votato Bersani io, non Marino, Marino ha affossato Bersani già su Marini e Rodotà, ha espresso simpatia per Renzi, quindi è un altro PD (e a me non piace infatti).
Per il resto la posizione di Bersani mi andava bene è lei che si dovrebbe lamentare a trovarsi una legge sulle unioni omosessuali che sarà approvata anche con i voti suoi. (nonostante le avessero promesso il contrario).
Non mettiamo il carro davanti ai buoi.
La legge non cè e la proposta non è ancora stata presentata da esponenti del pdl (da altri sì: PD, SEL e 5stelle).
Stai tranquilla che chi ho votato io non sosterrà una legge del genere e farà di tutto per impedirne l’approvazione. Per coerenza.
Ti ho già dimostrato che i quattro/cinque laici del PDL (sempre gli stessi nomi da anni) periodicamente sollevano la questione di un’identità più laica e liberale del PDL (e questo dimostra quanto al momento tale identità sia solidamente ancorata ai valori cattolici, come è giusto che sia per un partito che vuole rappresentare il popolo del centrodestra italiano nel PPE) senza però approdare a nulla. Non raggiungono mai il loro obiettivo. Come mai? Perchè trovano un dibattito vivo, una presenza non afasica e non insignificante di cattolici convinti (nei gruppi parlamentari come nella squadra di governo) e perchè alle fine prevale l’urgenza di dare rappresentanza all’elettorato cattolico, in contrapposizione alle posizioni laiciste del PD e dei suoi alleati storici.
Anche a Roma è così: Alemanno non appartiene alla storia del mondo cattolico ma non è impermeabile ai suoi valori e offre la sua collaborazione. A lui si contrappone un alfiere del laicismo e del relativismo.
Capisco il tuo punto di vista, ma basterà aspettare qualche settimana per rendersi conto di come stanno realmente le cose.
In ogni caso il mio voto non è stato sprecato: ha impedito la nascita del Governo Bersani-Vendola e l’elezione di Prodi a Presidente della Repubblica. Non è poco.
non c’è
Scudi Federico una domanda: ma lei pur di non avere un governo Bersani-Vendola è disposto a sostenere Berlusconi ?
finché non mette fine alla sporcizia morale della curia, per me, questo o quel papa può parlare all’infinito, vestire di stracci e cospargersi il capo di cenere …Se non caccia i crepuloni, i mercanti e i sodomiti dal tempio, se non affronta con coraggio la “bestia” che soffia dentro i palazzi tutto sarà invano.
. Perché sta scritto :”La casa mia sarà chiamata casa di preghiera; ma voi ne fate una spelonca di ladri””. Si avvicinarono a lui nel tempio ciechi e zoppi e li guarì. Ma i Gran Sacerdoti e gli Scribi, vedendo i prodigi che faceva e i fanciulli che gridavano nel tempio: “Osanna al figlio di Davide”, arsero di sdegno, e gli dissero: “Non senti quel che gridano costoro?”. Si rispose Gesù: ma voi non avete mai letto: “Per bocca dei fanciulli e dei lattanti hai preparato la lode?”. E lasciatili, uscì dalla città per recarsi a Betania, dove passò la notte”.
La notte di Benedetto XVI che osò sollevare il velo pagando duramente, di persona, le conseguenze…vale mille aurore.
Un papa innanzi a tutto è chiamato a rimuovere l’impostura perché non può esserci riforma dentro la Chiesa se non si chiamano le cose con il loro nome: ciò che è nero non diventa bianco. Gli scandali che investono la politica e la religione sono la risultante della dissoluzione morale ed etica dei suoi rappresentanti, tutti, pochi esclusi, forse nessuno! “Tra il messaggio di Gesù, la Chiesa cattolica e i politici italiani, di sinistra e di destra, che fanno la comunione di domenica, c’è più di una ipocrisia, più di una decadenza. Solo una parola di verità potrebbe infrangere i codici in decomposizione” Dichiarare “Dio è la verità” – che si tratti di denaro o santità – è più importante rispetto al dichiarare
“la Verità è Dio”.
Oggi mi sono svegliata così, arrabbiata, perché ieri, ho visto ciò che mai avrei voluto vedere…due preti gay…sfacciatamente gay…cenare in una trattoria di Trastevere tet a tet e mi hanno fatto letteralmente schifo!
Concordo in pieno, ma proprio in pieno con Clodine!
Prima ripulire, poi parlare, altrimenti, anche se dette da un Papa sono solo semplici parole.
Caro Francesco, siamo tutti affascinati dai tuoi bei discorsi… ma non sono quelli a cambiare la chiesa e il mondo!
In effetti, Elsa, il mondo lo possiamo cambiare solo noi.
E pure la Chiesa, che siamo noi, non è al di là delle nostre possibilità d’azione.
Casomai solo il papa può cambiare la curia (che non è la chiesa), ma mi pare abbia già cominciato…
“Caro Francesco, siamo tutti affascinati dai tuoi bei discorsi… ma non sono quelli a cambiare la chiesa e il mondo!”…
…mmmh….parole in odore di zolfo? …odore di relativismo…?
Federico: dovresti intervenire a rimettere le vose in ordine, please!
Oibo’, mi chiedo: sono o non sono discorsi di Papa? 🙂 😉
..rimettere le COSE in ordine…
la fede non può essere vissuta solo nel silenzio della propria casa. Nella piazza ci dobbiamo andare per forza e nella piazza siamo chiamati a testimoniare quella fede.
Grazie per la consueta lezioncina di cattolicesimo, Federico mio.
Nel silenzio della tua casa te la vivrai tu, la fede.
Se la vivi per davvero, urla da sola piu’ di quattro striscioni arraffazzonati dietro cui si nascondono per giunta vecchi nostalgici rincoglioniti e tradizionalisti che hanno la Destra con la D maiuscola per Dio, altro che Gesùà Cristo.
Vuoi andare per le piazze a fare il barricadero?
Vacci, ci mancherebbe.
però allora accetta la logica della piazza: che è quella di manifestare e poi accettare di buon grado che chi ha piu’ numeri “passi” e vinca. Tu vorresti la piazza ieratica, la piazza teocratica, quella dove si manifesta la volontà e il giudizio di Dio. Questo non solo è una farloccata che porta dritto dritto alle sconfitte che abbiamo visto ovunque, buona ultima la Francia. Ma è una visione anticristica e antievangelica.
E, nel frattempo che ti barrichi nelle tue battaglie di retrovia, fai il favore di aprire gli occhi e di occuparti di temi che ci sono e che – mi spiace- non si possono né dissolvere né tenere a bada con un colpo di aspersorio. I diritti civili dei gay sono materia che un cristiano non puo’ permettersi di ignorare, come di qualunque altra persona. Vogliamo tornare ai campi di epurazione ?
E così le problematiche di inizio e fine vita, che non possono essere affronate all’urlo di vade retro satana, per il semplice motivo che il satana che si vuol mandare retro non è affatto satana- che pure come ovunque ci si intrufola- ma è il progresso scientifico che avrà fatto cose eccelse ma ci OBBLIGA a vivere in un contesto con problemi fino ad ora mai esistiti e inimmaginabili.
Aprire gli occhi, please, e capire che quando si gargarizza ” vita dal concepimento alla sua fine naturale” non si definisce piu’ nulla di statuito oggettivamente.
La piazza va benissimo, basta che se ne accettino le regole, prima fra tutte che siamo e resteremo e lo saremo sempre di piu’ ( GRAZIE A DIO!!!) minoranza. E che imporre la nostra volontà agli altri- che giustamente dal loro punto di vista se ne fanno un baffo, pensati tu a parti rovesciate- non è Vangelo, è solo violenza.
Buone crociate.
matteo scrive,
7 giugno 2013 @ 18:31
Si, ma stavolta non ci sarò.
Non sarò a Roma in quei giorni “diocesani”
Ciao.
La cosa piu’ divertente degli ossessionati dal relativismo ( e ismi di ogni sorta collegati: laicismo, modernismo, anticlericalismo, ce n’è da sbizzarrirsi) è che nei fatti lo praticano generosamente.
l senza se e senza ma, diventano rapidamente pelosi distinguo e cavillose cautele di fronte alle espressione più autorevoli e autorizzate del venerato Magistero, nel caso lo stesso defletta dalle quattro personalissime ideuzze dei prodi defensores fidei. Allora come d’incanto la maiuscola sparisce, e vescovi, cardinali e papi stessi saltano dai piedistalli su cui fino a quel momento erano stati piazzati come tanti birilli al bowling, e prontamente declassati a opinabili e criticabili(issimi) opinionisti della fede…
A ben vedere, gratta gratta, l’unico magistero effettivo e intoccabile, l’unico depositum fidei che questi paladini riconoscono finisce per essere… quello delle loro stesse convinzioni. Sulla base di esse viene non solo fornita l’interpretazione- naturalmente l’unica autentica- dello spirito cattolico, ma anche la lettura delle parole e delle figure dei pastori. Così si verificano i casi come quello capitato al grande Benedetto, le cui parole stanno lì- per fortuna- splendenti e inecquivoche nella loro complessità e chiarezza, e che invece è stato arruolato sbrigativamente nel plotone dei tradizionalisti e dei restauratori del bel tempo antico (?): lui che, piu’ di tutti gli altri ha portato teologia e papato in territori prima inimmaginabili….
Molto, moooolto relativista, no?
Benedetto XVI non mi pare abbia fatto questi grandi cambiamenti…..si è dimesso e ha preferito lasciare l’incombenza ad un altro. Sono veramente stanca di leggere commenti degli “estimatori” di Ratzinger che non sanno fare altro che criticare Francesco facendo confronti su ogni cosa e trasformando l’affetto per un papa in un tifo da stadio ( confronti che tra l’altro fanno solo loro). Intanto la riforma della curia spetterà a lui !!
Ci sono anche gli estimatori di Bergoglio che fanno uguale con Ratzinger. Siamo praticamente stati cacciati da un blog a causa di un tipo particolarmente sensibile a questo Papa. (anzi visto che riporta i miei messaggi altrove colgo occasione per salutarlo :-)).
Però in effetti questo spiarci dai blog non è affatto carino.
Qui non si tratta di avere estimatori, si tratta di invocare un Pontefice con gli attributi, che oltre ad essere fedele sia pragmatico, forte difensore di quei principi sacrosanti di cui si ha tanto bisogno in questo mondo dove l’uomo si erge a dio. E quando l’uomo si fa Dio il cielo resta vuoto, tale il cielo dei cristiani, sempre più vuoto, senza Dio; poi che abbia la scarpetta rossa o il saio è assulatemente ininfluente…
@Claudia,
e tu per sconfiggere B. sei disposta a sostenere candidati e programmi che contrastano apertamente e fortemente con i valori più importanti del cattolicesimo?
@Lorenzo,
evidentemente non ci capiamo. Meglio non insistere.
Preciso solo che ho usato la parola “piazza” solo ed unicamente perchè l’hai usata tu. Dobbiamo essere cattolici in tutti i luoghi in cui il Signore ci chiama e anche in politica dobbiamo sforzarci ndi portare con coerenza i nostri valori.
Non possiamo cercare giustificazioni nell’inesorabilità della secolarizzazione, nel trionfo del relativismo o nella consapevolezza di essere minoranza. Dobbiamo fare la nostra parte e basta.
Non mi rassegnerò mai ai matrimoni gay e non perchè mi piacciano le barricate, ma perchè credo che di fronte alla mentalità e alle idee che circolano adesso in Italia (tutti gli -ismi di cui hai scritto) la nostra testimonianza dovrebbe mostrare una visione diversa della vita, della società e della famiglia. A questo siamo chiamati in questi nostri tempi, nel nostro Paese.
A me sembra che, alcuni in buona fede non hanno capito la “situazione” e/o non hanno gli opportuni mezzi per capirla, quindi o sottovalutano o si baloccano in posizioni che sono poche incisive, perchè per quanto già detto, a loro in fondo… ;
poi ci sono quelli che invece… sono “amici del giaguaro”…
Su certe cose non si può cianciare, la posta in gioco è grossa…
Rifiuto ovviamente le accuse di relativismo formulate da Lorenzo.
C’è un modo per uscire dal dubbio di una interpretazione parziale ed è seguire il Magistero e la Dottrina sociale della Chiesa: non un singolo prete o vescovo che potrebbe rappresentare una voce fuori dal coro, ma le parole ufficiali, motivate e spiegate alla luce delle Scritture e della tradizione apostolica (e vogliamo dirlo? alla luce dello Spirito Santo che è presente dal giorno della Pentecoste).
Può essere discrezionale la scelta ultima della lista da votare, ma sui principi non possono esserci dubbi e se ci sono dei candidati o dei programmi elettorali che su questi principi non offrono garanzie prendiamone atto e scegliamo di conseguenza.
Nel merito delle elezioni di Roma mi sopno permesso di insistere perchè il criterio suggerito era l’appartenenza a schieramenti e partiti (e Claudia ripropone l’antiberlusconismo), mentre la mia opinione è che, da cattolici, dovremmo dare maggiore peso ai nostri valori, e in particolare ai valori non negoziabili.
Non per spirito barricadero, ma per coerenza e come “alto gesto di carità” nei confronti del mondo.
Ubi, purtroppo nello scenario attuale la scelta è molto difficile e il giaguaro può ben apparire il male minore rispetto a chi disprezza i valori cristiani e vuole costruire società innaturali (genitore A e genitore B, coniuge A e coniuge B senza identità sessuali) e rimuovere i simboli stessi della nostra storia e del nostro sentire.
Non c’è niente di “civile” in queste visioni. Piuttosto si intravede lo zampino del maligno (ma tanto oggi nessuno più crede al diavolo…).
Federico, ma ch’è capit ?
Io sono perfettamente d’accordo con te! E mi sembra di essermi ben espresso: ci sta chi non ha capito o non arriva a capire; e “gli amici del giaguaro”, cioè quelli che hanno capito bene e sono “traditori”…
Cerchiamo almeno di capirci tra noi che abbiamo almeno le stesse opinioni!
Finalmente rientro da Lanciano,
e vedo il nuovo marciapiede …..
Che bello vedere tutti questi commenti !!!!!
—–
«ieri, ho visto ciò che mai avrei voluto vedere…due preti gay…sfacciatamente gay…
cenare in una trattoria di Trastevere tet a tet e mi hanno fatto letteralmente schifo! »
—–
Ma come faceva a sapere che erano froci ?????
Ce lo avevano scritto in fronte ??
Si stavano baciando ??
Si stavano strusciando ???
Si facevano piedino ??
(Sono in morbosa attesa di comprendere cosa hanno fatto praticamente in concreto
per svelare la loro schifosa sodomia!)
Matteo ma il nuovo marciapiede ti è piaciuto? Io lo trovo ben fatto, mi piace riconoscere quando una cosa è fatta bene…
Vero Luigi,
grazie per provocarmi sempre,
nella mia incapacità al bene.
Io intanto
mi sto godendo “state boni se potete”
mitico sceneggiato della mia giovinezza.
In questo momento,
prova la cappa magna portata dal santo,
vede l’opera del diavolo che lo tenta alla vanità,
va dai suoi ragazzini per farsi giudicare,
e…. giudicano…..
allora se toje la bardatura,
e i ragazzi teneri… “don Filippo s’è spretato”…..
e le musiche di Branduardi
mi bagnano il viso,
perchè,
forse un grande Dorelli che già nel 1983 mi sembrava “favolisticamente” reale
nel mio immaginario del bellissimo santo
e oggi mi fa pensare
che quanto era sogno di gioventu’…..
va camminando forse oggi tra le mie strade.
Abbiamo avuto grandissimi attori,
che senza essere degli ortodossi cattolici,
ci hanno fatto sognare santi memorabili,
attraverso interpretazioni straordinarie.
Dorelli
mi rimarrà scolpito,
per il bel Filippo Neri,
e….
il celeberrimo “aggiungi un posto a tavola”
con i grandi Panelli e Bice Valori che ricordo sorella del bravo gesuita, teologo di morale alla Gregoriana, molto somigliante alla Bice, per la parlata.
Ah! che belle opere che hanno anche segnato il nostro immaginario
tra i giovani cattolici,
che il noto canto dell’opera teatrale è entrato tra noi giovani da divenire
anche preghiera introduttiva al pranzo comunitario.
Perchè in ogni cosa sia glorificato il Signore.
Ricordo con affetto il San Filippo di Dorelli, grazie per averlo richiamato…
Forse il caro Matteo mal conosce il significato della parola “sfacciato”. In tal caso dirò la stessa cosa con sinonimi più comprensivi.
Dicasi sfacciato la persona che si comporta senza pudore né rispetto. Manifesta i propri attegiamenti in modo audace, disinvolto, insolente, impudente, presuntuoso, ardito, impavido….
Penso basti per capire….a meno che non si abbia un mal finzionamento delle sinapsi credo sia evidente. Poi, se Matteo resta in “morbosa” attesa del resto…che dire, preferisco ritirarmi di buon grado, pur restando intatto il ricordo di quei collarini schifosamente esibiti assolutamente sciokkante!
Vado. La patria mi attende per due giornate molto stressanti e faticose.
ops corrige: “atteggiamento”…la doppiezza non è mai stato il mio forte!
Brava, Clodine.
Io mi fido delle tue parole, senza bisogno di ulteriori spiegazioni che soddisfino il voyeurismo di qualcuno.
Buon lavoro a Clodine scrutatrice. Quando vado a votare saluto sempre e mi fermo a chiacchierare e – se non c’è nessuno – a fare un po’ di compagnia agli scrutatori. Quando tra essi c’erano i miei figli portavo all’ora giusta pizze e bibite. La vista di chi si impegna per tutti mi rallegra.
Clodine e Matteo vennero una volta a una mia conferenza romana, mi apparvero amiconi e fraternizzavano. Qui invece si mordono. Una riprova della mia idea che nella Rete c’è più violenza che nella realtà.
Ma io voglio bene a tutti e due e così un minimo li unisco.
E’ un poco quello che capita nelle famiglie, quando due si beccano e gli altri si ingegnano a mantenere viva la circolarità degli affetti bypassando l’ostacolo.
Molto interessante il tuo articolo, Luigi. Risale a qualche anno fa, oggi dovresti certo rincarare la dose.
Sì, è vero, c’è molta violenza verbale nei blog e spesso la si vede in molti cristiani cattolici, tanto convinti che di più non si potrebbe, che sparano a zero su chi ha idee diverse riguardo alla fede e al modo di manifestarla.
Per non parlare della politica.
Si entra in un blog e si dà la stura liberamente ai propri convincimenti senza provare, neanche minimamente, a capire le idee degli altri.
Tu la pensi diversamente, quindi sei un nemico ed io ti attacco anche ricorrendo al turpiloquio. Non per farti cambiare idea, ma solo per darti colpi virtualmente. Per dirti che mi stai sullo stomaco.
Se qualcuno candidamente prova a presentare un’ottica diversa, condivisibile o meno, fa lo stesso. È un nemico e basta: per sempre.
Se qualcuno dice parole di buon senso, ha torto ugualmente: il torto, gravissimo, di essere presuntuoso. Si pensa: ma chi crede di essere costui?
Ma che palle!! (don Abbondio nei confronti del cardinale Federigo Borromeo).
Quindi da attaccare.
Tutti dovrebbero essere allineati.Tutti omologati. Senza la libertà di pensare in modo diverso.
La domanda fondamentale è: ma senza libertà cosa sarebbe l’uomo? L’uomo è stato creato con la libertà, e tutte le volte che la si vuole conculcare, in un modo o in un altro, ci si macchia di una colpa. Inutile girarci intorno. Dovremmo riflettere tutti (TUTTI ! ) su questa colpa che si commette con tanta disinvoltura.
La verità è che moltissimi non capiscono che la dialettica è necessaria per giungere ad un punto di equilibrio, e che DEVE essere esercitata nella libertà.
E fra costoro chi non riesce ad imporre le proprie vedute ne rimane talmente frustrato che non trova di meglio che ricorrere all’insulto.
L’insulto, infatti, è l’arma dei più deboli, l’unico appiglio per soddisfare, almeno nell’immediato, il mancato raggiungimento dello scopo.
In alternativa all’ingiuria c’è il vittimismo, con il fine primario di additare un colpevole ed anche per chiudersi nel bozzolo della certezza della propria bontà d’animo allontanando da sé le proprie manchevolezze.
È una questione psicologica.
La conseguenza è una reazione a catena che inasprisce gli animi ancora di più senza niente di costruttivo.
Hai ragione, Luigi, ma solo parzialmente, quando dici che nella realtà c’è minor violenza. Ripeto: solo in parte hai ragione. Basta pensare a quel che succede in politica, sia a distanza ravvicinata ( Parlamento ) che più da lontano ( pensa al “politico” Grillo, che inveisce di continuo contro politici mai incontrati).
Io credo che la differenza non da poco, nei toni dei confronti-scontri, fra la realtà e il mondo virtuale (blog e social network) sia dovuta al fatto che in linea di massima quando ci si trova a discutere faccia a faccia, anche–a volte– non conoscendosi personalmente e per nome, le spigolosità di un discorso vengano smussate, molto spesso ma non sempre, dal capire– attraverso lo sguardo diretto negli occhi di chi sta di fronte, attraverso il tono della voce, anche attraverso una espressione facciale o addirittura tramite un silenzio– il vero significato che viene dato alle parole pronunciate, senza fraintendimenti di alcun genere.
Ci possono essere molti aggiustamenti, per il tramite di svariati dettagli, nei confronti fra le persone che si trovano di fronte. Si può anche arrivare a constatare che le posizioni non sono poi così distanti.
Nei blog questo non succede. Le acrimonie restano e magari si accentuano. Le antipatie possono diventare viscerali. Qualcuno può immaginare che l’altro, il nemico!, iperbolicamente parlando, abbia fattezze diaboliche (quali?!).
Il mondo virtuale è bello, Luigi, ma ha dei limiti invalicabili. In tutto c’è il pro e il contro.
Non vedo l’ora di leggere il prosieguo del tuo articolo, Luigi. Spero che non te ne sia dimenticato.
Allora .
Clodine prova ad essere ragionevole.
Io certamente uso parole chiaramente forti, ma anche fortemente vere,
senza ipocrisia.
Io credo che dire ad una persona che sia gay, se ha orientamento omoaffettivo,
non sia una accusa, come tu invece credi.
Chi vive a stretto contatto con il mondo clericale,
non si meraviglia di quali siano le motivazioni profonde,
per cui il mondo clericale (sacerdoti, vescovi, e…) in maggioranza (60%) OMOAFFETTIVI.
Non capisco, tu Clodine in qale realtà hai esperienza.
Allora andiamo al fatto.
D’emblée, senza farci sapere alcuna scaturigine,
affermi di aver visto due preti gay e ti hanno fatto schifo.
Io ti ho fatto una domanda SEMPLICISSIMA.
Da cosa tu puoi affermare la gaytudine dei tuoi due preti ?
– Si baciavano ?
– Si struciavano ?
– Si facevano piedino.
–
Tu per tutta risposta
Tu, Clodine,
pensi di avere il diritto di continuare a giocare con le parole….
« “sfacciato” =. Manifesta i propri attegiamenti in modo audace, disinvolto, insolente, impudente, presuntuoso, ardito, impavido…. »
Che non dice ASSOLUTAMENTE nulla di quanto avresti visto.
A noi risulta che hai visto due preti gay che ti hanno fatto schifo.
Io immagino, di quelle pubblicità alla Benetton,
in uno scenario in cui due giovani uomini in talare o clergymen,
si baciano appassionatamente.
A menocchè non si cominci a criminalizzare
due preti che stanno ad un tavolo di ristorante a parlare e scherzare.
Noi con amici spesso andiamo a Pastarito a p.zza Venezia,
lì è molto normale vedere a tavoli giovani preti,
ma anche giovane prete con ragazza.
Io immagino normali relazioni di amicizia.
Omnia munda mundis.
Clodine cerca di essere ragionevole
E se fai affermazioni per te tanto sconvolgenti,
sii pronta acchè che te ne venga chiesto di dare ragioni.
—————
Caro Luigi,
per Clodine,
posso dire che provo molto dolore,
per espressioni sempre di condanna, di giudizi sempre tranchant,
ogni giorno, ogni giorno, ogni giorno,
aliena da ogni compassione per gli uomini.
Come se la vita non l’avesse provata abbastanza,
perché a me le esperienze di sofferenza mia personale, di fragilità personale,
mi hanno messo nelle condizioni di cambiare tanto,
ho necessità di essere compassionevole verso gli altri,
e sulla mia sofferenza,
ho mutato radicalmente
il mio pensiero sulle dottrine dogmatiche teologiche.
Per me vengono prima le persone,
che reputo presenza sacramentale di Gesù,
persino più importante dell’ostia.
Ho visto quanto è facile per me stare in adorazione davanti il tabernacolo,
davanti a quell’ostia, che sta lì senza fare nulla,
al chiuso e al buio.
Ho visto la mia assurdità,
nel vedere in un’ostia,
la carne ed il sangue di Gesù,
e non vedere in un uomo,
la carne e il sangue di Gesù.
Trovo assurdo,
il panico che prende ad un prete
quando un ostia cade per terra,
manco fosse caduto un infante di 1 mese,
e il disinteresse di più di qualche prete per l’uomo fragile.
E’ terribilmente arduo, difficillimo,
stare davanti ad un altro uomo
e contemplare la presenza sacramentale di Gesù.
Vedevo che io non mi sognavo di giudicare un OSTIA,
ma spesso gli uomini MI FACEVANO SCHIFO.
Non sono cambiato tantissimo,
ma almeno,
è importante che io ne abbia coscienza.
Per me deve venire prima l’uomo,
poi la tranquilla ostia.
Ovviamente sono comprensioni,
soltanto mie,
estremamente soggettive,
da me maturate e maturantesi,
in cui sono aiutato e sostenuto,
nel mio cammino di conversione.
Marilisa sulla Rete ho poi scritto un secondo testo che cerca l’altra faccia, quella che vorrei aiutare a costruire:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=2867
“…le esperienze di sofferenza mia personale, di fragilità personale, mi hanno messo nelle condizioni di cambiare tanto, ho necessità di essere compassionevole verso gli altri, e sulla mia sofferenza, ho mutato radicalmente il mio pensiero sulle dottrine dogmatiche teologiche. Per me vengono prima le persone, che reputo presenza sacramentale di Gesù, persino più importante dell’ostia…Ho visto la mia assurdità, nel vedere in un’ostia, la carne ed il sangue di Gesù, e non vedere in un uomo, la carne e il sangue di Gesù…E’ terribilmente arduo, difficillimo, stare davanti ad un altro uomo e contemplare la presenza sacramentale di Gesù. Vedevo che io non mi sognavo di giudicare un OSTIA, ma spesso gli uomini MI FACEVANO SCHIFO. Non sono cambiato tantissimo, ma almeno, è importante che io ne abbia coscienza. Per me deve venire prima l’uomo, poi la tranquilla ostia…”
Grazie Matteo, grazie…
PS Con il tuo permesso vorrei poter leggere ai miei alunni liceali questa tua riflessione come testimonianza finale di una serie di lezioni sulla presenza dell’a/Altro – strano e straniero – in noi e commento ai brani del ‘buon samaritano’ (Lc 10) e del ‘giudizio delle genti’ (Mt 25)
Buona domenica
A Matteo e a Sergio Ventura dedico queste parole del cardinale Bergoglio che sono alla pagina 86 del volume IL NUOVO PAPA SI RACCONTA (Salani 2013, da un originale argentino intitolato El Jesuita del 2010):
“Come arcivescovo di Buenos Aires mi opposi al fatto che i ragazzi [delle scuole] partecipassero [a una manifestazione contro la legge sulla “salute riproduttiva”], ritenendo che non fosse giusto. Per me è più sacro un ragazzo che un problema legislativo“.
Risposta fuori tempo massimo a Lorenzo che mi ha detto “discepolo fa come mia nonna che diceva aspettate aspettate prima o poi la mangerà ( la minestra di rape)”!
Giustissimo, caro Lorenzo! Io sono esattamente uguale a tua nonna! 😉
nel senso che , anche come pediatra non sono della scuola di quelli “lasciate che i bambini mangino quel che vogliono£”ma della scuola “o mangi questa minestra o salti questa finestra!” 😉
però caro Lorenzo vorrei dirti che la”scuola di pensiero ” di tua nonna e mia non era (non è) dettata solo da personalità “autoritarie e repressive” come ci vogliono far credere i GURU contemporanei ma aveva la sua ragion d’essere la sua filosofia la sua “visione del mondo” non del tutto cattiva, anzi!
certo mi rendo conto che è una visione del mondo completamente opposta a quella contemporanea: Un genitore di un tempo credeva esser suo dovere educare il figlio, e nell’educarlo magari doveva qualche volta costringerlo a fare qualcosa che al figlio non “piaceva” , ma questo il padre lo faceva non per cattiveria ma per il bene” del figlio .
Se per esempio c’erano da mangiar rape , il genitore di un tempo si sentiva in dovere di insistere che il figlio mangiasse le rape, senza fare capricci..
Il genitore odierno invece, dopo aver letto Freud, Jung, Brazelton e Lacan , sa benissimo che “costringere ” il bambino a far qualcosa è sbagliato.
Risultato. il bambino mangi “ciò che vuole” e che più gli aggrada.
Peccato che per la maggioranza dei bambini “ciò che più gli aggrada” è Nutella. patatine fritte, gelati, Coca Cola” sicuramente non RAPE.
allora caro Lorenzo, non so se mi stai seguendo, la filosofia di tua nonna , che era meglio obbligare il bambino a mangiar rape perchè prima o poi le mangerà, va di pari passo colla teologia tradizionale : le leggi sono queste , i dogmi sono questi, ci si deve adeguare “o mangiar questa minestra o saltar questa finestra”. La teologia moderna invece è sorella della moderna educazione dei bambini: Vuoi mangiare la minestrina ? NOOOOO!
E allora che vuoi mangiare? Pane e nutella. OK, fa’ come ti pare!
Vuoi credere che il matrimonio è indissolubile? NOOOOOO?
OK , ebbene credi un po’ quel che ti pare.
vuoi credere che c’è un solo Battesimo , una sola via per la salvezza’ NOOOOOO? Vabbè, sei ecumenico, credi un po’ quel che ti pare…. !
Discepolo in quanto pediatra saprà che il permessivismo totale non è affatto la teoria corrente in pedagogia.
Ricordo che quando nacque mio figlio aveva avuto molto successo un libro intitolato “i no che aiutano a crescere” e la tendenza era quella, anche sui giornali da neomamme insistevano molto sul rispetto delle regole, pappa orari ecc. ecc. per i bambini.
@Matteo
“in cui sono aiutato e sostenuto,
nel mio cammino di conversione.”
—
Permettimi di aggiungere una nota al tuo pensiero che condivido in toto.
Si. Proprio così, presumere che la fede, la misericordia e la carità, siano per sempre.
Così come le idee, la vita, non sono per sempre.
Cambiano, si evolvono positivamente e viceversa.
La conversione è un’esercizio dinamico non estemporaneo da declamare nel vangelo di Marco al mercoledì santo, una tantum per annum.
E’ cosa che mette in gioco le certezze, le sicurezze, l’apparato psicologico che subdolamente ci avvicinano alla più grave delle tentazioni tanto di moda ai giorni nostri, quella di sentirci autosufficienti e “padri di noi stessi”.
Conversione e discernimento, due medicine potenti che possono guarire tanti dei nostri mali, la superficialità, l’indifferenza, la presunzione.
Mi piace qui ricordare la frase lasciata sul diario del giudice Livatino:
Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili. »
@Sergio Ventura,
capisco le sue intenzioni, ma non riporti le parole di Matteo. Specialmente ai giovani!
Rischierebbe di ottenere come unico risultato il diprezzo per l’adorazione eucaristica e per i sacramenti. L’amore per il prossimo non è alternativo alla preghiera e all’adorazione eucaristica. Madre Teresa di Calcutta, una santa dei nostri tempi, chiedeva alle sue suore di dare la vita per i poveri, ma di dedicare SEMPRE il doppio del tempo alla preghiera (e se possibile proprio all’adorazione eucaristica): pregare due ore e curare i malati per un’ora, pregare quattro ore e accudire gli orfani per due ore… Non è questione di “contabilità”, ma per amare veramente il prossimo, per sostenere la croce dei sofferenti e dei poveri, per dare la vita per gli altri occorre fare il “pieno” dell’amore del Signore e contemplare la grandezza di questo amore che ci salva.
Ai suoi alunni liceali riporti le parole di Madre Teresa, non quelle “estremamente soggettive” (come ricosce lui stesso) di Matteo.
Anche perchè l’ “uomo che viene prima dell’ostia” al 90% è quello che si vede guardando nello specchio.
I grandi santi, quelli veri, dedicavano tantissimo tempo alla preghiera e questo non li distoglieva di certo dall’amore per il prossimo. Anzi, la preghiera motivava e sosteneva la loro grande carità.
Le espressioni di Matteo invece mi sembrano solo una giustificazione all’abbandono della preghiera e dei sacramenti, senza frutto e diseducativa per i giovani.
a sergio ventura 9 giugno 2013 @ 14:04
credo che tu puoi fare quello che ritieni opportuno.
Non ho mai pensato di avere il © quando scrivo relaziolandomi con i commentatori nel condominio di Luigi.
Vedi Matteo qual’è il tuo guaio: non essere credibile, almeno, non su questo blog. Parli di assenza di giudizio, parli di misericordia e dici parole pesantissime verso la mia persona. Contraddittorio assai…fa’ pace con i neutoni…
Ma guarda, vedi, alle cose che hai osato dire di me, a quale titolo e perché, poi, lo ignoro, rispondo con le parole stesse di Gesù: ” ciascuno sarà salato col fuoco”!
Buona notte.
Buona notte, Clodine.
Dalle tue parole si capisce binissimo che mettere “prima l’uomo e poi l’ostia” (e sarebbe Dio, presente nel Santissimo Sacramento) è un modo di dire.
Quale uomo si mette per primo?
Se stessi e quelli che ci assomigliano (chi ci piace, chi la pensa come noi, chi non ci disturba, chi ci è umanamente simpatico…), non tutti e non sempre.
Prof. Ventura, ci pensi bene.
Grazie federico,
mi è di grande consolazione
essere giudicato da te.
Mi spiace che siano 4 gatti ad ascoltare i tuoi proclami,
pieni di arroganti certezze.
Solo tu predichi la verità.
Spero vivamente
che siano tante le persone che si convertano alle tue parole,
parole che forse hai occasione di far volare solo nel mare del web.
Ti auguro di fare tanto apostolato con la parrocchia, con gruppi ecclesiali,
con i giovani, per la strada,
nei circoli di partito.
Auguri
Scusa Clodine,
ma mi pare che come al solito
ti guardi bene dal rendere conto delle tue affermazioni.
Ma perchè tanta rabbia ???????
Matteo,
non ti giudico come persona, ma le parole che hai scritto.
Come tu ha spessissimo (e con pochissima carità) giudicato le mie.
Ti ho già detto quello che penso a riguardo, specie rispetto all’esempio offerto ai giovani.
L’ apostolato di un cristiano cattolico riconosce il primo posto a Dio, non ad altri: questo è l’insegnamento della Chiesa e l’esempio dei santi.
In particolare su questo blog non pretendo di “convertire” nessuno, mi limito a proporre una visione diversa dalla tua. Scusa se disturbo.
Sono perfettamente cosciente di dover rendere conto di quello che scrivo e dell’esempio che do. E tu?
Avevo notato che federico
il sabato e la domenica non commentava,
e questo per me era una gioia
che mi faceva vivere bene il riposo del Signore.
Questo fine settimana è andata male.
Tu federico non proponi,
tu cerchi di imporre,
e se non ci riesci rimani attaccato come una piattola.
Tranne 3 persone,
non mi pare che gli altri condividano la tua
apologetica d’accatto.
Matteo,
proprio perchè ha sottlineato quella cosa mi sono riproposto di farlo tutti i we.
A discapito del mio riposo settimanle e del proposito di dedicare il fine settimana alla mia famiglia.
Non cerco imporre un bel niente. Dico la mia e nulla più. Purtroppo la maggioranza dei frequentatori di questo blog non la pensa come me: vado avanti lo stesso. Vado avanti perchè credo doverosa una testimonianza di quello che credo sia vero e perchè trovo che possa essere stimolante per tutti (e quindi anche per me) un confronto tra diversi. Certo il confronto deve partire dal rispetto reciproco, anche formale, altrimenti si rischia la rissa e la rissa non mai costruttiva.
E tu ? Sei sicuro di non imporre niente? Sei sicuro di non sembrare prepotente, arrogante, aggressivo, cattivo?
Ti sembra di aver scritto parole fraterne nei miei confronti, anche adesso negli ultimi interventi?
Certamente Matteo, prima sempre e comunque l’uomo, poi l’ostia: che non è altro che ritrovare lo stesso uomo.
Se noi ci prosternassimo anche in profonda adorazione, ricercando in quell’ostia solo Dio, faremmo torto a Dio: sempre che siamo cristiani
Amici e fratelli del Dio incarnato, del Dio uomo.
La domanda è sempre quella: non inventiamo niente.
Se io non “amo” colui che posso vedere e toccare, come posso amare Dio, che non vedo e non tocco? Il sangue e la carne di Dio sono nell’uomo.
Nella sofferenza dell’uomo, specie il piu’ lontano, il piu’ diverso da me, quello che crede di meno, c’è Gesù Cristo stesso: a meno che io non creda nel Vangelo, e creda invece in qualcosa di altro.
E “prima l’uomo e poi l’ostia” anche in un altro senso: se io quell’ostia la assumo, quella fa parte di me, ma io faccio parte dell’ostia. Come diceva il mio parroco a catechismo- scandalizzando il giusto mia nonna, quella delle rape -” la Comunione funziona nei due sensi. Dio entra in me, e io entro in Lui”. La cosa da bambino mi spaventava a morte. Ora me la tengo preziosa.
O, se vogliamo dirla in altro modo: siamo tutti, noi che siamo qui, dei tabernacoli viventi. Che ci piaccia o no, che ” ne siamo degni o no”.
Proprio perchè siamo “tabernacoli viventi” sarebbe più giusti dire che troviamo Dio nell’uomo, che cerchiamo sempre e comunque Dio, che il primato è di Dio.
Ritorno alle parole di Madre Teresa di Calcutta: lei nei poveri vedeva Gesù in croce che aveva sete, Dio stesso che la chiamava attraverso la fame, la sete e le miserie materiali e spirituali dei poveri di Calcutta e del mondo.
Il primato dell’uomo non mi convince.
Quanto al “ne siamo degni o no” bisognerebbe chiedere a San Paolo (1 Cor 11, 27-29)…
Devo esercitarmi con il pag down
Bravo, ottimo modo per amare il prossimo: ignorarlo.
Non era quello di Madre Teresa, ma lei, si sa, partiva dall’Ostia, dall’adorazione eucaristica, e poi guardava l’uomo.
…quanto alla nonna, alle rape, e alla risposta di discepolo…solo una cosa.
In questo caso, le parti si rovesciano.
Quando si dice: ” questo papa prima o poi ” dovrà” per forza fare questo e quell’altro”… sarebbe come se io, gagnetto, avessi cercato di educare mia nonna.
Madre Teresa di Calcutta: “pregare due ore e curare i malati per un’ora, pregare quattro ore e accudire gli orfani per due ore… ”
E se, mentre si prega, il malato sta per morire?
E se, mentre si prega, l’orfano soffre e piange perché gli mancano le carezze della mamma o perché ha fame e sete ?
Nessuno ha detto a Federico B. che l’aiuto al prossimo è, esso stesso, “PREGHIERA”? Vera preghiera, quella davvero gradita a Dio.
Come mai nessuno ha detto questo al nostro Federico ?
“Non chi dice: Signore…Signore… entrerà nel Regno dei cieli, ma chi farà la volontà del Padre mio…” Parole di Gesù stesso, non di un santo.
E la volontà di Dio, che è Carità, è AMARE il prossimo come sé stessi, perché se non si ama il prossimo, che è sotto i nostri occhi, come si può amare Dio che non si vede?
“Il primato dell’uomo”, che “non convince” Federico, è tale proprio perché ”
troviamo Dio nell’uomo”. Solo in questo senso.
Dunque, attento, Federico B., a non contraddirti.
Scusate, rientro solo ora e mi sono perso qualcosa! Con le ultime forze provo a rispondere…
@Luigi: grazie per la dedica delle 14.19 (e chissà come risponderebbe alla domanda: “Santo Padre, un ragazzo può essere più sacro di un’ostia?”)
@Matteo (22.50): allora, opportunamente, le citerò…
@Federico Benedetti: non vorrei con tale scelta fare uno sgarbo alle sue (o, se posso, tue) considerazioni, ma mi sembra che in questo caso Matteo sia stato decisamente equilibrato, testimoniando con semplicità l’esperienza di chi mette l’amore (per l’uomo) davanti alla verità (del sacramento/dogma) in un CONTESTO dove la verità ha però sacrificato l’uomo – e confessando oltretutto che “non sono cambiato tantissimo” (parole che i ragazzi ascolteranno così da non correre il rischio di idolatrarlo…).
Circa l’adorazione eucaristica, poi, gli studenti (credenti cresimati e non credenti) non sanno proprio cosa sia, ed anzi posso parlarne loro più facilmente proprio dopo una testimonianza del genere. A loro infatti dedico sì delle parole di Madre Teresa, ma esse, sempre per capire il CONTESTO, sono le seguenti – “se mai diventerò una santa, sarò di sicuro una santa dell’oscurità. Sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce a coloro che, sulla terra, vivono nell’oscurità” (lettera del 6 Marzo 1962).
In ogni caso, avevo già tagliato la parte sull’adorazione e sul prete proprio perché nessuno studente possa capire male. Ho tagliato però anche il finale soggettivo perché, così come la citerò, la frase mi sembra calzare perfettamente con i brani biblici studiati, ossia mi sembra essere oggettivamente evangelica: nel CONTESTO di Lc 10, Gesù non sta chiedendo al sacerdote e al levita di mettere IN QUEL MOMENTO davanti ai doveri liturgici la cura per l’eretico impuro? E in quello di Mt 25, non sta dicendo che il giudizio verterà sulla cura di quei piccoli (in cui Egli è presente sacramentalmente) PRIMA ancora che sul suo riconoscimento formale?
L’analogia tra la frase (così tagliata) di Matteo e i passi evangelici può essere discussa certo, però questo era il punto: a VOLTE, in CERTI CONTESTI, in CERTE SITUAZIONI, viene prima l’amore per l’uomo sacramento del Dio di Gesù Cristo proprio perché la verità del dogma e del sacramento ti può portare, ti porta, lontano da quell’uomo e dunque da Dio…
“Essendo la santissima Eucaristia il sacramento dell’amore
e dell’unione soprannaturale che unisce tutti i ’fedeli in
un solo corpo, essa accresce in modo assolutamente particolare
la carità;
Ora, ccrescere la carità non vuol dire tollerare tutti i difetti
e tutti i vizi del prossimo. Proprio al contrario, la carità
richiede una sapiente dosatura dell’energia e della dolcezza,
allo scopo di conseguire l’autentica emendazione del
prossimo.
Dobbiamo, a questo punto, sottolineare, amati figli, per
la vostra edificazione spirituale, che è assai diffuso fra
molti cattolici un errore grossolano, consistente nella pratica
di una pseudocarità. Infatti, tali cattolici sono di una
intolleranza assoluta, o quasi, quando è in gioco la loro
persona. Non sanno perdonare, come comanda il grande
precetto del divino Maestro, quelle offese personali da cui
dobbiamo purificare la coscienza prima di avvicinarci all’altare,
come ci ordina il Salvatore (”). Al contrario, sono
di una benignità parimenti senza limiti, quando le offese
colpiscono Nostro Signore, nella sua dottrina o nella sua
morale. Conservano tutto l’odio, tutti i risentimenti, tutta
l’avversione, contro i responsabili degli oltraggi che hanno
ferito il loro amor proprio e la loro dignità personale. Convivono
invece nella più franca amicizia con gli apostati,
con quanti hanno calpestato le promesse deI proprio battesimo,
con gli eretici, con gli atei, con quanti insomma, non
riconoscendo la vera Chiesa di Cristo, non prestano il dovuto
onore alla parola di Dio. Se una simile amicizia mirasse
seriamente alla conversione di coloro che si trovano sulle
vie della condanna eterna, o fosse ordinata alla necessa-
ria convivenza sociale, potrebbe ancora giustificarsi, purché
si mantenesse nei limiti segnati da tali fini. Purtroppo,
amati figli, non è quanto succede. L‘amicizia viene alimentata
per motivi di ordine naturale, e ciò a cui meno si pensa
è il bene dell’anima, la conversione dei fuorviati”
” Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi”
I Cor- 1.10
Pio XII
Diceva il martire Giustino che l’amore può essere “comandato” perchè prima è donato”
In primis il nostro (arduo) compito è “abitare” il presente senza smarrire il nesso con le realtà “invisibili” e la trascendenza -“Sia dunque che mangiate sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio » dice l’Apostolo. In secundis è il cibarsi dell’eucaristia, semmai, che postula il vero culto a Dio e al prossimo e non il contrario. Il culto a Dio nell’esistenza umana, infatti, credo, non sia relegabile ad un momento particolare e privato, ma per sua natura tende a pervadere ogni aspetto della realtà dell’individuo…senza attribuirsi alcun merito personale, anzi, abbassandosi poiché consapevoli di essere pula al vento senza la mano di Cristo che ci sorregge…” chi si vanta, si vanti in Cristo”, o taccia.
In Dio vita e pensiero coincidono.
Nell’uomo no.
Relazione complicata, quella tra gli eventi di vita dell’uomo (bio-grafia)
e il pensiero che egli fa su Dio (teo-logia).
L’impiego di questa relazione a scopo pedagico può essere un colpo di genio, ma ahimè anche una scorciatoia o una falsa strada.
Dipende.
Come emerge da alcune testimonianze di cui sopra, c’è sempre il rischio che dall’auto-biografia si giunga in men che non si dica… all’auto-teologia.
Festeggio Lycopodium.
L’ombra sua torna ch’era dipartita.
Lyco
Ciao ben tornato.
“Come emerge da alcune testimonianze di cui sopra, c’è sempre il rischio che dall’auto-biografia si giunga in men che non si dica… all’auto-teologia.”
—–
Qualche settimana fa, una cara amica volontaria in un importante ospedale romano, recandosi al servizio in automobile viene investita da un TIR che schiaccia l’auto contro il muro di jersey, a poche centinaia di metri da quell’ospedale, in cui i soccoritori la depositano.
Lei ha ancora un po di fiato per avvisare una nostra amica, anche lei volontaria in quell’ospedale, la quale chiama immediatamente il cappellano per segnalargli il fatto.
Poi dopo un paio di ore si reca in ospedale per visitare l’amica, con lo sterno e 6 costole fratturate, una commozione cerebrale e vari traumi.
Si tratta di una signora di circa 70 anni, la quale ancora non ha ricevuto nè la visita del cappellano nè di altri volontari lì presenti quel giorno.
Alchè la volontaria in visita, si reca dal cappellano che in quel momento è nella sacrestia, chiedendogli spiegazioni sul comportamento apparentemente di indifferenza.
E lui serfaico gli risponde: lei non ha bisogno di visite, ma di cure e di preghiere.
Per le cure ci sono i medici e gli infermieri. Per le preghiere ci sei tu, va in chiesa e prega per lei.
Ringrazio Lycopodium per l’atteso intervento.
Spero che continui a dare il suo prezioso contributo alle nostre discussioni.
Ringrazio anche Clodine per le citazioni e gli spunti di riflessione.
@Sergio Ventura,
diamoci pure del tu, come naturale tra vicini di pianerottolo. Mi fa molto piacere.
L’importante è non ridurre il cattolicesimo ad assistenzialismo sociale, come vorrebbe il pensiero laicista dei nostri tempi. Non intervengo oltre perchè non voglio insegnarti il tuo mestiere, che è molto impegnativo e delicato.
Volevo solo suggerire di fare l’esempio dei santi e non quello dei peccatori.
Facci sapere poi come è andata e come hanno reagito i tuoi allievi.
@Marilisa,
solo per specificare che le suore di Madre Teresa fanno i turni per alternarsi tra perghiera e carità, contemplazione e azione.
Ma possiamo noi paragonarci a loro? Il nostro tempo è così prezioso, le nostre opere tanto importanti che il mondo non possa far a meno di noi nemmeno per il tempo di una preghiera? E non è relativismo anche questo? Con questa logica potremo fare volontariato invece della messa domenicale e mandare i nostri figli a in qualche bella ONG (meglio se laica e di sinistra, come Emergency) piuttosto che al catechismo dell’iniziazione cristiana o all’oratorio. Capirei se si dicesse “togliamo tempo a noi stessi e dedichiamoci al prossimo”, ma non togliere tempo alla preghiera a Dio. Se non capiamo che tutto viene dall’amore di Dio potremo fare solo assistenza sociale, non carità cristiana. La differenza non è da poco.
Si continua a sorvolare, come se niente fosse, sulle parole “Non chi dice Signore…Signore…entrerà nel Regno…”.
Parole di Gesù–il Figlio di Dio!– non di un santo o di un teologo.
Quando si riuscirà a capire che l’essenzialità delle parole di Gesù Cristo–in tutto il Vangelo– oltrepassa di molto pensieri di santi, studi teologici che non di rado le complicano, e presunzioni di chi dà a quelle stesse parole interpretazoni che rispecchiano la propria, personale, idea di Dio?
Di Dio Padre l’uomo può parlare quanto vuole e come vuole, ma finché vive niente di Lui saprà se non quello che Gesù, il suo Figlio, ha detto e mostrato.
La Gloria maggiore di Dio è l’uomo, il “tabernacolo vivente”. Molti cristiani non sanno accettare questo o non riescono, perché preferiscono il culto quieto, e formale, del tabernacolo con l’Ostia. E altri tipi di culto.
Per questi cristiani il ritualismo, di qualsiasi genere, occupa il primo posto. Non potrebbero farne a meno. In essi si illudono di cogliere Dio stesso.
L’Ostia sta lì a ricordarci, è vero, la presenza continua, fra noi, di Gesù; e la preghiera davanti a Lui ci fortifica o così dovrebbe essere.
Detto questo, a nulla la preghiera servirebbe se non ci fosse l’attenzione assidua all’uomo e ai suoi bisogni.
Ipotizziamo che in un dato luogo e nel medesimo momento si debba partecipare alla Messa (l’unica della giornata) e si debba assistere una persona ammalata o altro. Senza possibilità alternativa. A chi va data la preferenza?
All’ Eucaristia o a quella persona?
Spero di essermi spiegata. E mi piacerebbe avere qualche risposta.
Ipotizziamo che in un dato luogo e nel medesimo momento si debba partecipare alla Messa (l’unica della giornata) e si debba assistere una persona ammalata o altro. Senza possibilità alternativa. A chi va data la preferenza?
All’ Eucaristia o a quella persona?
Sono domande che, di solito, fanno gli adolescenti al catechismo.
E’ del tutto ovvio che la priorità va data al fratello che ha bisogno.
Mi pare che la parabola del Buon Samaritano sia sufficiente a chiarire la questione.
E questo nulla toglie all’importanza dell’eucarestia, fonte della Carità..
Per una volta siamo d’accordo, signora Elsa. Miracolo dei miracoli !!
A Marilisa, Elsa e ogni altro. Può forse essere utile una parola di Papa Benedetto pronunciata all’udienza generale del 1° ottobre 2008: “l’amore per i poveri è liturgia”. Aggiunse questa frase improvvisata al testo che stava leggendo e con il quale commenta quanto scritto da Paolo a proposito della colletta per i poveri di Gerusalemme: che cioè essa costituiva “un servizio sacro” nei confronti dei “fratelli” che si trovavano nel bisogno (2 Corinti 9, 12).
l’amore per i poveri è liturgia
La più sublime, in quanto riflette la luce del Creatore, che è Amore!
Ringrazio dei cari saluti.
Ma non so proprio se posso dire, come Sam Gamgee, “sono tornato”.
Pregherò per l’amica di Nino (e pure per il cappellano, perché ricordi sempre che – dato l’ufficio – lui “ci vuole” ed in carne ed ossa).
“l’amore per i poveri è liturgia”.
Verità perfetta.
Vedi, Luigi, come, improvvisando, si possono trovare le parole giuste, quelle che provengono dal cuore per ispirazione divina ?
Lo diciamo noi Lyco, bentornato!!
🙂
Lycopodium,
vedi che accoglienza?
Torna tra noi!
Lyco
Sam Gamgee lo dice alla fine del libro, ma sai avventure nel mezzo? Qui non sei nemmeno a pagina 218!
😉
a rileggerti presto!
Non ho letto i vari commenti, ma lo farò presto.
Mi affaccio per salutare Lykopodium.