“Meglio bionda che Brunetta”: un consiglio di famiglia (figli e figlie, genero, fidanzate e fidanzati) ha scelto questo come lo slogan più riuscito delle manifestazioni del 17, del 25 e del 30 ottobre.
Meglio bionda che Brunetta
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Non posso che concordare, Luigi, e ciò sia per la simpatia (tendente a zero, come si dice di certi concetti di matematica) che nutro verso il Ministro (!) Brunetta, e sia – e soprattutto – perchè 26 anni or sono ho sposato una bionda (appunto, l’attuale mia moglie).
Dunque, approvo e sottoscrivo lo slogan e la vostra scelta.
Scherzi a parte, buona domenica e buona festività dei defunti a tutti !
Roberto 55
Troppo delicato, Luigi: a uno che dichiara di aver rinunciato a concorrere per il Nobel (!!!) per aver preferito la politica (intervista a La Stampa, 21/6/2008, tra le altre) si addice di più l’azzeccata definizione “Energumeno tascabile”.
Oh per carità, Luigi, non dar retta a Mattlar: le battutacce sulla statura, sull’età, sulla moralità personale, sull’obesità, sull’omosessualità attiva e passiva lasciamole ai “fascisti”, ai comici in crisi e alle buddiste di “buona” famiglia. Lieve la satira, lieve… Il tuo post è assolutamente perfetto.
Dedicato alla (più o meno) bionda ministra Gelmini: brano da un canto rituale di nozze proveniente dalle campagne del Bergamasco:
«Tutti quei passi che tu mi fai far,
cara biondina, cara biondina,
tutti quei passi che tu mi fai far,
cara biondina, me li devi pagar…»
Dedicati al bruno ministro Brunetta: stornelli provenienti dalle campagne del Ternano:
«So’ stato alla montagna alla Sibilla
dove la neve non si strugge mai.
E là ho trovato la caval morella:
non è domata e non si fa domare.
Ma si j’arìvo a mette briglia e sella
le serenate gliele fo pagare.»
Coraggio, sumpuntura!!!
La satira lieve non esiste! Si può discutere quando la satira sfocia nell’offesa gratuita e questo è frequentemente il caso della Guzzanti che non mi sento di difendere. Ma oggetto della satira è proprio quello di esagerare un po’ i caratteri di una persona, che siano i capelli biondi o la statura mi sembra la stessa cosa. Non è il contenuto a mio avviso, ma il modo in cui lo si fa, che deve essere proporzionato a come il satirato si propone…
Le tue dediche sono belle, ma il genere mi più che versi satirici mi sembrano odi.
Diritto di satira, ovviamente, va difeso e poi se è vera satira ridendo castigat mores ha bisogno di una morale di riferimento: senza satira, senza cultura implicitamente o esplicitamente condivisa nemmeno si può ridere.
Detto questo voglio aggiungere che.
Ho votato – senza la minima traccia di entusiasmo – Veltroni.
Prima avevo sempre votato UdC.
Silvio non mi piace per nulla e sul suo governo ho delle perplessità.
Però io della riforma Gelmini non cambierei una virgola, la approvo al 100% e se possibile di più. Non c’è nulla, dico nulla, nulla nulla di ideologico o sbagliato nella riforma scolastica Gelmini e concordo con il più giovane docente ordinario di tutta Italia (38enne in forza all’Università di Bologna) che ha detto che è giusto scendere in piazza ma per festeggiare la riforma scolastica.
E’ allucinante come il presunto movimento dei contestatori sia privo di una reale idea comune e si autoconvochi su voci, si dice tutti esasperati e deliranti.
Ho 34 anni e insegno da 10 credo di avere una idea sufficientemente chiara del problema: allucinante la gran parte del personale ATA (spesso c’è uno o due bidelli per piano, dove ne basterebbe uno che lavora). Allucinanti molti insegnanti (non parliamo vi prego di quelli di religione che nella maggior parte dei casi fanno venire da piangere). Non parliamo di maestre che correggono in dialetto i compiti di Italiano (conservo fotocopie di questo accaduto più volte in elementare statale della centralissima Milano). Non parliamo delle baronie universitarie – che la riforma bloccherebbe introducendo principi di merito scientifico e culturale – degli sprechi di facoltà deliranti come “benessere del cane e del gatto”(corso di laurea attivato a Bari). Non parliamo del presunto significato di un voto come “buono” oppure “scarso”: è più formativo e rispettoso delle persone 6 o 4 e questo chiunque ami la scuola deve riconoscerlo al di fuori delle ideologie buoniste e post sessantottine. Non parliamo poi di quanto sia opportuno e necessario il voto di condotta, seppur modificato: la sufficienza sarà 6, come nelle materie, quindi cade il genere letterario del 7 in condotta … – il voto responsabilizza, tutto il resto sono parole, deliri di chi non vuole studiare, di chi non vuole passare per la porta stretta. Noi cristiani dovremmo essere i primi testimoni dell’impegno quotidiano, anche scolastico. Pertanto io anche se rido delle gustose imitazioni legittime e salutari, dico con serenità e convinzione: Gelmini, avanti così. E tutti gli altri in classe a studiare.
Ignigo, insegni religione per caso?
Non mi pare importante, Mattlar, sapere la materia insegnata da Ignigo74: io, invece, ringrazio Ignigo per il suo intervento.
Avevo, Ignigo, capito – forse perchè avevi già avuto occasione di precisarlo – che operi nel mondo della scuola e, quindi, m’interessava conoscere la tua opinione sul Decreto-Gelmini, che hai spiegato – mi sembra – con chiarezza e passione.
Coltivo solo un dubbio – più “di metodo” che sul “merito” – riguardante la tua posizione: mi riesce, cioè, difficile pensare che tutti gli studenti, insegnanti, ricercatori e personale vario operante nel mondo della scuola, e che, in queste settimane hanno così massicciamente manifestato contro la Ministro Gelmini (a torto od a ragione, non lo so), siano animati dalla sola voglia di non studiare; non sarà, Ignigo, che, forse, e più semplicemente, non la pensano (magari, chissà !, sbagliando) come te ?
Circa la satira, invece, concordo con Mattlar: e, poi, e per dirla tutta, il Ministro (!) Brunetta non merita che gli si riservi alcuna “lievità”.
Anche questa domenica (dedicata al ricordo dei defunti) sta sfumando lentamente: buona domenica sera a tutti voi !
Roberto 55
caro Roberto,
sei proprio sicuro che siano così tanti gli insegnanti che hanno scioperato?
A me non risulta. Ciao.
Per Luigi: ecco il filmato che non hai visto.
Un caro saluto.
http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=tuttiivideo&vxClipId=2524_aed0ae68-a8f0-11dd-b538-00144f02aabc&vxBitrate=300
Carissimi Roberto e Mattlar,
permettetemi un paio di osservazioni un po’ seriose, del cui tono chiedo scusa in anticipo.
1. Sulla satira. Non ho niente contro la satira feroce e il sarcasmo violento, quando i destinatari lo meritano. Ma siete sicuri che i ministri (senza punto esclamativo) Gelmini e Brunetta, fautori di una parziale razionalizzazione, che fra l’altro incontra l’approvazione più o meno esplicita di solidi e raziocinanti riformisti di centro-sinistra, siano fra questi? Si fa presto a disegnare pistole e sbeffeggiare la bassa statura; poi, come è capitato, si chiede scusa. Non è più semplice rispettare la dignità di un avversario politico che è, vi piaccia o no, quanto di meglio il centro-destra sia in grado di offrire oggi? Non mi piace chi – dopo aver bofonchiato di scarpe risuolate e di calci nel sedere – considera De Gasperi uomo di stato benemerito e lungimirante; e dopo aver farneticato sul fanfascismo e satireggiato il “nano maledetto”, chiede scusa a Fanfani in punto di morte acclamandolo come grande statista. Non mi piace chi considera padre della patria Indro Montanelli dopo avergli dato del “porco fascista” per trent’anni. Non mi piace chi ha inventato di sana pianta accuse vergognose contro Giovanni Leone, rimangiandosi tutto più di vent’anni dopo e restituendo in extremis un onore politico e personale violentato e travolto. E non dico niente di Bettino Craxi perché è ancora un po’ prestino (?).
2. Più in generale: ma cari amici di centro-sinistra, dopo l’esito disastroso della scorsa legislatura volete tornare al governo sì o no? E se lo volete, che ne direste di ridacchiare un po’ meno, mandare decisamente a quel paese grillini, darifò, sabne guzz, dipietrini e microflores (che riempiono le piazze e svuotano le urne) e prepararvi invece a fare i conti con i tre o quattro milioni di elettori che vi voterebbero volentieri, quando ve la piantaste di inseguire col fiatone e le labbra protese i pigri, i corporativi, i fannulloni, i finti malati, i fàmose ‘na canna, i bulletti, i noquesto e i noquello, i rompiscatole, e i rompiregole, e i siamotuttidelinquenti (che tanto non vi votano e non vi voteranno mai? Facciamo che affidiamo i disadattati ai servizi sociali, ai preti coraggiosi e alla misericordia del Signore? e ci mettiamo a fare politica sul serio?
Rileggendo: ho inserito fra i disadattati dei non meglio identificati “grillini”. A scanso di equivoci, il riferimento è ai seguaci di Beppe Grillo, non al rispettabilissimo parlamentare attento ai diritti degli omosessuali.
@ Ignigo74 e dopo aver letto l’ultimo di SUMP, forse rispondo anche a lui.
Avvertenza per SUMP il post salta un pò quà e là sii comprensivo guarda alla sostanza.
Grazie, caro ignigo per la tua brillante tesi sul più gigantesco abbaglio di studenti e famiglie italiane sulla più tempestiva, esaustiva e brillante RIFORMA scolastica degli ultimi 50 anni.
Grazie a te ho finalmente le idee chiare.
Caro Professore ora vediamo se ho imparato la tua dotta lectio magistralis.
Dunque qualche milione di persone invasate si sono mobilitate da qualche settimana e lo sono tutt’ora per un’abbaglio, per essere state addomesticate e indottrinate da una forte e pressante operazione mediatica di ex bolscevichi e perditempo attraverso i loro possenti mezzi di propaganda e mediatici a loro disposizione praticamente senza limiti e di risorse.
Questi sporchi sobillatori facinorosi dominano la controinformazione mentre il capo del governo, i suoi ministri, e gli accoliti affluenti soccombono inermi e senza possibilità di poter illustrare e sostenere con altrettanta forza mediatica la loro GRANDE E IMMANE RIFORMA.
Tra i pilastri di questa MEGA RIFORMA, per fermarsi alle elementari e per sommi capi:
– il ripristino del grembiule e il fiocco,
– il voto in condotta
– il maestro unico, anzi no Prevalente.
Immagino la gioia e la motivazione dei maestri che nelle presentazioni ufficiali ai genitori degli alunni diranno: piacere io sono il maestro prevalente.
Gli obiettivi strategici sarebbero
-ottimizzazione delle risorse, della qualità delle prestazioni degli insegnanti e dei servizi,
– ripristino della disciplina con due potenti e decisivi provvedimenti originali e di successo: il grembiule e il voto in condotta.
Dopo di che nella III elementare di una scuola pubblica di 400 alunni, frequentata dalla figlia di miei conoscenti, la preside ha chiesto alle famiglie un contributo 10 euro per la carta igienica e 5 euro per i materiali di consumo (gessetti e spolverini per la lavagna) per l’anno scolastico.
Totale 6.000 euro. Il papà si è presentato a scuola gli ha fatto marameo comunicando che la carta igienica e i gessetti li avrebbe forniti direttamente lui alla figlia.
DEL GREMBIULE.
All’epoca delle mie elementari e per un periodo di tempo successivo, il grembiule era la risposta alla miseria e alla povertà. Molti miei coetanei vestivano gli stessi due poveri stracci e indossavano le stesse scarpe bucate e rattoppate per i 5 anni di elementari.
Ma forse qui si vogliono coprire i capi firmati? O aprire nuove linee di grembiuli firmati? Geniale.
DEL VOTO IN CONDOTTA
Deterrente al bullismo.
La mia generazione ha vissuto con il voto in condotta e i pochi, rari esaltati che mi sono capitati durante tutti gli anni di scuola fino alle superiori se ne STRAFREGAVANO del voto in condotta. Li bocciavano ma le famiglie disgregate o assenti tali erano e tali rimanevano e anche peggio e i figli abbandonavano la scuola.
DEL MAESTRO PREVALENTE
Non ho commenti aspetto di vedere i risultati.
Ora ti dico quello che ho capito e vedo io.
Siamo in una crisi totale: economica, sociale e soprattutto etica.
Mentre scrivo il telegiornale ricorda l’assembramento di qualche giorno fa a Roma; 6 mila persone in fila dalle 4 del mattino davanti a Trony per comprare articoli in offerta. Feriti, vetrine e suppellettili sfondate, gente che si prendeva a pugni e gomitate per arrivare ai tornelli (vedi Brunetta esperto in materia), gente svenuta, autoambulanze e polizia. Il TG1 dice che oggi a Londra si è riprodotta la stessa scena.
Un venerabile di ritorno e un ex adepto al volante, un progetto di 20 anni fa da realizzare.
Forse se vai a leggerti quel progetto l’orizzonte ti apparirà più chiaro.
Ovvero per fare Bingo! E prendersi tutto il cucuzzaro, come diciamo a Roma, servono una legge adattata per maggioranze parlamentari bulgare non corrispondenti ai voti presi, e poche mosse populistiche : un po’ di buoni pasto, qualche buono bebè, qualche revisionismo storico sul tipo di uno scherzo che feci qualche anno fa a Livorno ad un passante al quale chiesi dove si trovava via dei fascisti vittime degli ebrei, anziché il contrario ( a Livorno c’è una strada intitolata via Ebrei vittime del nazismo). Qualche tostissima misura di sicurezza contro i sovvertitori dello stato democratico, specie sugli inermi e i disgraziati. Un po’ di scuola, un po’ di università. La ricerca no per carità. Tornelli si! Infatti l’assenteismo si è ridotto del 70%. Vedremo a fine anno quanto saprà cresciuta la produttività dell’azienda Stato.
I baroni?
In Italia 145 mila avvocati e 35 mila praticanti; in Francia 5 mila in tutto DOM TOM incluso.
Circa 500 mila leggi e leggine contro le 15 mila dei francesi.
E poi la giustizia fa schifo e i magistrati sono disturbati mentali?
Ma le leggi chi le fà?
130 mila commercialisti, 5 mila notai per diritto di discendenza da padre/madre a figlio; 500 mila politici dai municipi al parlamento. E potrei continuare alla noia. La FIAT è da salvare, le banche pure, anche la Mediolanum che ha il 75% del risparmio dei privati investito in titoli della Lehman brothers, ovvero carta straccia. Se chiami un taxi per pagarlo ti serve un conto in banca, se provi a liberalizzare le licenze si blocca una città.
Misure in vista su questi ridicoli e anacronistici privilegi? Qualche intervento per tracciare il pagamento di una prestazione o di un servizio a fronte di fattura per combattere l’evasione?
Ma tu sei un esperto di scuola. Allora occhio ignigo perché se la tua è una pubblica stai rischiando di brutto, diventeranno fondazioni e private, e finirai per strada; ti potrai salvare solo se la tua materia è religione, in questo caso ti nomina il vescovo e lo Stato continuerà a pagare. Si sa, i costi benefici dell’azienda istruzione nel caso dell’insegnamento della religione in scuole pubbliche non possono essere misurati come neppure la produttività dell’insegnante. Vai alla grande.
Ti voglio bene.
Grazie Nino,
pensavo di essere l’unico ad aver capito male!!!!!
Ma questo è il momento che chi ha la pancia piena
potrà dire che tutto va bene madama la marchesa.
Dalle immagini della stampa vedo ritratti sempre i Brunetta/Berlusconi sempre sorridenti,
come tutti gli italiani, in questo momento!!!!!
Caro Nino,
ho espresso la mia opinione sul decreto Gelmini il 26 ottobre alle 16:07, nell’ambito del post dal titolo “La seminatrice esce a seminare”. Eviterò di riprendere quelle argomentazioni.
Il “genere” letterario dell’invettiva è nobilissimo ma, per me, poco produttivo. Faccio solo osservare che – senza alcun trionfalismo – io mi son limitato a parlare di “parziale tentativo di razionalizzazione”, in piena sintonia con le posizioni più volte espresse, ad esempio, dall’ex ministro Berlinguer e dal presidente Napolitano.
Se vuoi, aggiungo che una riforma complessiva della scuola è riuscito a farla solo Giovanni Gentile più di ottant’anni fa. Gli ultimi a provarci (approdati a proposte paradossalmente molto simili fra loro) sono stati Luigi Berlinguer e Letizia Moratti: massacrati in piazza da insegnanti conservatori e bloccati infine, con le buone o con le cattive, da governi (a mio parere) malaccorti.
Con stima e netto dissenso. Ciao.
“Non c’è nulla, dico nulla, nulla nulla di ideologico o sbagliato nella riforma scolastica Gelmini”.
Sai come si lavora nella ricerca in una fondazione privata? Io ho lavorato cinque anni in un noto istituto nazionale che si occupa di cd “ricerca sociale” e ho maturato alcune considerazioni. Procederò però pertanto facendoti due soli esempi, senza teorizzare troppo. Si tratta di due casi realmente capitatimi in cui le ricerche sono manovrate con vera nonchalance (sp?) a seconda del committente o della convenienza.
1) Ricerca sulla occupazione nella regione X. Stima dell’andamento della occupazione. Se la calcoli dal 2005 ad oggi hai una percentuale. Se vuoi che la percentuale sia meno negativa o più positiva, perché il committente è la Regione X… basta chiedere che sia calcolata dal 2001. E voilà: il gioco è fatto.
2) Ricerca sui giovani. Poiché alla domanda come ti consideri, dal pto di vista della sessualità hanno risposto 10 omo; 60 etero; 30 non voglio rispondere…. proposta dell’ufficio stampa, per guadagnare qualche prima pagina: “scriviamo 60 etero e 40 omo”!!!
Questi sono due esempi (le cifre e le date sono assolutamente casuali, perché grazie a Dio non lavoro più per questa fondazione e non mi occupo più di queste cose). Quanto basta per farmi temere alcune cose: che le cd baronie cambieranno semplicemente le loro modalità; e soprattutto per la libertà dei ricercatori, che – sebbene ve ne siano alcuni stravaganti e assurdi (che peraltro non ho mai conosciuto di persona, pur frequentando assiduamente l’ambiente della ricerca universitaria) mi lascia più tranquillo.
Per il resto, sul 7 in condotta, il grembiule, nulla da dire. Sono inezie. Bandierine che non possono seriamente turbare i sogni di nessuno.
Per il resto, (visto che il posto nella fondazione lo avevo perso per incompatibilità… ) da altri cinque anni lavoro come funzionario di un ministero e ti posso assicurare che la mia selezione (spero anche quella di Ignigo… ma in certi casi la materia insegnata conta!) è avvenuta con criteri rigorosi e selettivi basati sul merito, dopo aver a lungo studiato, faticato e sudato. Di questo sono fiero e sono fiero anche di lavorare per lo stato perché avverto quanto la mia funzione sia importante. Se vuoi possiamo anche aprire il capitolo del rapporto: mie funzioni/stipendio; rischi che corro/stipendio; competenze/stipendio. Possiamo aprire un capitolo per ogni termine di paragone, se vuoi. E questo vale per tanti dipendenti pubblici. Benvenga l’abbattimento dei poteri dei sindacati e delle corporazioni, ma – cari amici di Brunetta – la supponenza e la tracotanza stanno creando molti malcontenti… e chi non è contento non lavora più bene. Brunetta si sente Zorro e la Gelmini Lady di ferro… con gli altri poi però la Gelmini nel suo esame da avvocato a Catanzaro ha fatto la furbetta (io per esempio l’ho fatto a Roma… buono, molto buono… alla terza); e Brunetta il furbetto al Parlamento europeo… Che vuoi fare? Rimettere a posto certe cose va benissimo. Ma la maschera di zorro se la possono levare!
Per il resto, su De gasperi, Montanelli possiamo parlare… non ho anche in questo caso particolari antipatie o simpatie da difendere. Non voglio immaginare cosa Sump voglia dire di Craxi ma se è di questi giorni lo sdoganamento di Gelli, lo prego di risparmiarci…
Caro SUMP,
avevo letto il tuo post del 26 ottobre alle 16:07
che non ho commentato perché , anche se scritto con una forzata neutralità manteneva un tenore e una posizione che ho apprezzato. Mentre, sullo stesso argomento non ho apprezzato né i toni né le motivazioni, addotte da ignigo.
Quello che dici nel post del 2 Novembre 2008 @ 21:02, parla di altro e cioè di politica.
Allora avendolo letto velocemente mentre stavo per inoltrare il mio a ignigo, ho aggiunto una postilla per te che vedo hai ignorato.
Nel senso che il mio commento al post di ignigo conteneva anche una parte significativa di commenti prettamente politici con cui volevo spiegare il backstage delle pseudo riforme Gelmini-Brunetta ed altri e che in parte potevano rispondere al tuo.
Dici “Il “genere” letterario dell’invettiva è nobilissimo ma, per me, poco produttivo”.
Condivido questa affermazione quindi non capisco a cosa ti riferisci.
In ogni caso visto che glissi sui commenti alle tue opinioni/posizioni politiche, dammi un segno perché io possa capire se non le gradisci o non t’interessano, così da evitarmi inutili perdite di tempo.
Per il resto posso dirti che in parte condivido alcune delle tue conclusioni che tu orienti ironicamente su personaggi e caratteri se vuoi anche patetici ma POTERE ZERO mentre io le focalizzo senza alcuna ironia nelle centinaia di corporazioni e nei loro privilegi che hanno POTERE REALE.
Ad maiora.
Invece io a Brunetta darei fiducia, l’amministrazione pubblica italiana è spesso inefficiente e costosa, e la riprova l’ho avuta ieri mattina nelle Marche, mentre cercavo di avere al telefono informazioni per una visita ospedaliera.
Scortesia, approssimazione, lentezza, sbuffi, linea lasciata cadere appositamente.
Visto che la cosa serviva a mia nonna che ha 83 anni, mi chiedo come si sarebbero comportati con lei.
Inoltre, trovo una vergogna l’assenteismo: qui non si tratta nemmeno di riformare alcunchè, si tratta semplicemente di ristabilire la legalità, dal momento che assentarsi per finta malattia è solo una truffa.
Sembrerà l’uovo di Colombo, ma prima dell’Energumeno Tascabile nessuno aveva provveduta a cominciare.
Di questo dobbiamo ringraziarlo, atrochè meglio bionda…
@ Francesco73
Caro Francesco,
quello che tu racconti è storia vecchia.
E tutti, dico tutti, cittadini politici, amministratori pubblici conoscono alla perfezione il problema.
La cosa non riguarda solo lo standard di servizio della sanità ma tutta la PA (Pubblica Amministrazione) . Negli anni 90’ il sen. Bassanini varò una riforma che prese il suo nome http://www.parlamento.it/leggi/97127l.htm. Di li a poco cadde quel governo e di fatto cadde la riforma e la copertura finanziaria prese altre strade.
Brunetta non si è inventato nulla e la gran parte delle cose che grida e pubblicizza sono e vengono da quella riforma.
Il problema, vedi, è il populismo fine a se stesso, il fumo, con cui tenta di vendere ai beoti robetta come il tornello. Nessun sistema funziona se chi deve farlo funzionare non è motivato o lo subisce per legge, né un servizio pubblico può utilizzare i principi e gli stilemi economici e di bilancio di un’azienda privata addirittura organizzandosi per il profitto. Puoi mettere i tornelli che vuoi.
Il servizio pubblico deve garantire livelli di servizio noti perfino in Turchia, applicati e misurati.
Solo che i politici annullandosi a vicenda nella spartizione del potere hanno organizzato le cose in modo tale che chi deve controllare è anche il prestatore d’opera. E che ad esempio per mantenere in vita trombati e/o amici hanno legiferato che ai posti dell’alta dirigenza di una ASL o di un Presidio sanitario il diritto di precedenza spetta a un ex parlamentare o ex assessore comunale. Provinciale, regionale.
Brunetta ad esempio ha a sua disposizione da quella legge Bassanini strumenti come la “firma digitale”, “il documento elettronico”, “la posta elettronica certificata” che consentirebbero ai cittadini di colloquiare e scambiare via internet documenti personali e quant’altro con valore legale. Di archiviare documenti digitali legalmente validi con risparmi di circa 8 miliardi di euro l’anno. L’uso ad esempio della sola posta elettronica certificata tra pubbliche amministrazioni e tra cittadini e pubbliche amministrazione consentirebbe ulteriori risparmi annui dell’ordine di 3 miliardi di euro, oltre alla semplificazione e allo snellimento delle procedure e dei processi e del loro controllo a vantaggio di tutta la comunità e in tempo reale.
L’Italia è stata la prima al mondo a dotarsi di questi strumenti avanzati di informatica giuridica e la prima al mondo a creare cattedre universitarie di informatica giuridica, grazie a Bassanini alla sua legge.
Sulla sanità
Dal 1998 esistono e sono utilizzabili gratuitamente software specializzati nei sistemi informatici nella sanità come gli strumenti di benchmark sanitario che archiviando a livello nazionale tutti i listini aggiornati di tutte le aziende farmaceutiche e sanitarie segnalano il miglior prezzo sul mercato per tipo di prodotto (bende, aghi, sonde, ferri e apparati per sale chirurgiche, e tutte le migliaia di prodotti).
Basta inserire le voci personalizzandole per quel bando e il sistema automaticamente predispone i capitolati di appalto e di fornitura con base d’asta sul prezzo migliore.
Da decine di anni nelle gare pubbliche, in sanità come in altri settori della PA, lo stesso fornitore si presenta in gare diverse con lo stesso prodotto e le stesse quantità ma a prezzi diversi superiori perfino del 40%. Ecco a cosa serve il benchmark, a non farsi infinocchiare.
Se questo sistema fosse adottato e diffuso a livello nazionale il risparmio medio sarebbe dell’ordine del 15-20% di tutto l’ammontare di qualche miliardo di euro in materiali, presidi, farmaci e servizi nella sola sanità. (un paio di finanziarie)
Ecco cosa non fa né si sogna di fare il grande nobel mancato. Altro che tornelli.
Ma come nell’era delle autostrade elettroniche, del wi fi, del bluetooth, dell’hot spot, del lavoro a distanza e perfino della telemedicina per abbattere i costi della mobilità e dei megagalattici e inutili uffici statali, il genio vuole la gente immobile e tornellata? Ma va’, Pensasse a una seria riforma sul sistema del lavoro pubblico, adottando gli strumenti che ha sotto il naso da anni, il genio.
Ti saluto.
Caro Nino,
è difficile parlare di politica con un uragano. Soffia, t’investe, cambia direzione, ti spara tre, cinque, ventisette fulmini uno più “suggestivo” dell’altro; tu provi a pararne uno e ti pizzicano contemporaneamente tutti gli altri: è una “lotta” contro il gigante Briareo dalle cento braccia. Il bello è che di cento sollecitazioni ne condividi pienamente una buona metà e parzialmente un’altra trentina…
Oltre tutto, le condizioni del confronto sono tali che uno a volte legge gl’interventi dell’altro solo il giorno dopo (quando va bene), e non sempre ha a disposizione il tempo necessario per articolare una risposta meditata, e magari – nel tentativo di spiegare il dissenso su un punto – dimentica di segnalare la sintonia su dieci altri.
Tutta questa premessa serve a rispondere ai tuoi dubbi a proposito del mio “glissare”: anch’io preferirei una chiacchierata di tre ore a quattr’occhi, piuttosto che un “concerto a distanza per contagocce e due tastiere”: ma un blog è questo, gl’impegni questi sono, e ci vuol pazienza.
Nella prossima “puntata”, comunque, un paio di argomenti specifici riesco forse a sfiorarli.
(Segue)
Una differenza molto evidente fra noi riguarda il giudizio sulla situazione generale. La tua posizione sulla crisi politica, economica ed etica che attanaglia l’epoca nostra mi sembra un po’ catastrofista. Certo, ognuno ha esperienze e punto di vista tutti suoi, ma a me non sembra di ravvisare condizioni molto diverse da quelle che ho incontrato nelle varie fasi della mia esistenza, a partire dagli anni quaranta del secolo scorso; anzi! A rischio di incorrere nelle invettive di Matteo, mi azzarderei a dire che il Tevere, scorrendo, ne ha viste di peggio. Non ho mai condiviso il pessimismo diffuso fra molti miei colleghi insegnanti, secondo i quali di anno in anno risulta evidente la decadenza del sapere e la pessima china su cui precipita la consapevolezza e la maturità di studenti e genitori. Non ho tempo di argomentare, ma a me sembra che l’andamento sia ad andirivieni, non a precipizio.
L’altra differenza riguarda l’individuazione dei nostri avversari e dei nostri alleati. Gelli è solo l’improponibile simbolo della massoneria perdente, che i vincitori ci hanno dato da sbranare perché divenuto ormai impresentabile. I massoni vincenti non si limitano alla farsa di Odeon TV, sono ricchi e potenti, pubblicano libri e giornali, scelgono e depongono i dirigenti del PD, farneticano di “tessere n. 1”, trovano (nelle TV nazionali, altro che Odeon!, e nell’editoria di serie A, anche di proprietà Berlusconi!) alleati e complici per sproloquiare amenità e idiozie su Gesù e sulla Chiesa… Sono loro i nemici più pericolosi, il pericolo del “pensiero unico” è lì che si annida, non certo fra leghisti e associati (che il pensiero, unico o no, non sanno nemmeno dove stia di casa).
Avrei molte altre cose da dire, ma come si fa? Permettimi solo di commentare il tuo post delle 17:15 di oggi, indirizzato a Francesco. Sono d’accordo su tutto quello che dici. Ma mi chiedo: perché gli illuminati leader di centro-sinistra hanno lasciato cadere il bendidìo proposto da Bassanini? perché si sono ben guardati dal trovargli un posto da ministro (su più di cento “eccellenze”), nel 2006? Non ti viene il dubbio che lo spazio per le sparate brunettiane sia stato brillantemente preparato da qualcuno che oggi strilla in piazza dopo aver taciuto al ministero?
@ Nino
occorre essere un pò meno tecnicistici, caro Nino
se ci sono mille ottime riforme del passato ma non sono state applicate, mi pare difficile prendersela con Brunetta
se lui potrà e saprà utilizzare quegli strumenti lo giudicheremo a tempo e luogo, e mi pare un pò prestino, visto che è in carica da qualche mese
ad oggi mi pare che la campagna contro l’assenteismo abbia prodotto già dei risultati, se è vero che anche qualche amministrazione romana ha recuperato tale margine per un buon 30%
trovi normale che quel 30% si desse alle assenze facili?
anche io talvolta non mi sento motivato in ufficio, e penso che molte cose la mia azienda potrebbe farle meglio
ma, come diciamo qui nell’Urbe, a lavora’ ce vado, non è che me faccio fa’ er certificato medico
mi diverte quando si attacca Brunetta accusandolo di “vendere fumo”;
l’assenteismo sarebbe fumo?
e mi viene da sorridere quando lo si accusa di cercare il consenso dell’opinione pubblica
che altro dovrebbe fare un politico, se non esprimere dei significati, tradurli in atti, misurare su questo un consenso informato e ragionato?
pensi che un tentativo di mettere a posto le cose nella PA si faccia in un cenacolo di professoroni che escogitano le soluzioni più avveniristiche, senza preoccuparsi di combattere contro la malpractice della furbizia, dei doppi lavori, dell’approfittamento?
c’è sempre un certo “benaltrismo” italico in agguato, per cui se uno fa una cosa subito si dice che “ben altri” sarebbero i provvedimenti da prendere
qui si tratta di cominciare col semplice e col poco: mandare la gente a lavorare, a onore e giustizia di quelli che il proprio dovere lo fanno (e sono tanti, ovvio, anche nella PA)
il resto verrà a poco a poco, e noi dovremo essere giudici esigenti
io poi Brunetta non l’ho manco votato, quindi non parlo per questioni di parrocchia
Caro SUMP
Provo a rispondere sinteticamente per argomenti alle tue osservazioni.
Su “Una differenza molto evidente fra noi riguarda il giudizio sulla situazione generale”
Il catastrofismo non è la mia cifra. Purtroppo quello che sostengo deriva dal mio punto di osservazione vicino a fonti e ambienti cosiddetti “stategico-decisionali”.
Il pessimismo o il catastrofismo possono essere o psicopatologie individuali o atteggiamenti strumentali di chi non avendo vie di uscita rispetto ad una situazione data, teme il cambiamento non lo sa gestire, preferisce restare conformista e li si consola. Parola d’ordine “tanto peggio tanto meglio”.
Non soffro di psicopatologie ansiogene e ho abbondanti soluzioni e se del caso ampie vie di fuga.
Purtroppo parlo della realtà delle cose che conosco e di FATTI che non hanno bisogno di aggettivazioni, sono così : nudi e crudi. In una sua canzone Jannacci dice “ ci vuole orecchio” ; io dico che la virtù dei tempi moderni è captare i segnali deboli per poter decifrare velocemente prima di altri l’andatura del vento orientando di conseguenza le vele.
Su “L’altra differenza riguarda l’individuazione dei nostri avversari e dei nostri alleati”
L’argomento è assai delicato e preferirei glissare ma per rispetto provo a dire qualcosa, il minimo, ti dovrai accontentare.
Provo a dirla così. Sono fiero del mio paese, di esservi nato, di averlo servito al meglio di come ho potuto e di come posso. Non vedo nel mio prossimo un avversario o un alleato, lo vedo simile a me con gli stessi potenziali caratteri di cittadino consapevole dei propri diritti e dei propri doveri che gioca al meglio nella stessa squadra pur nella diversità delle idee per un obiettivo di comune interesse.
Questo è l’individuo, singolarmente un santo. Poi avviene che ama fare le merendine in compagnia e così la “squadra” che è più forte di lui lo cambia.
E’ la squadra che fà, disfà e determina la differenza di passo rispetto alla tendenza dei singoli verso un comune obiettivo. Vi sono i partiti e i partiti dentro i partiti ignoti e trasversali, questi ultimi decidono.
Su “Ma mi chiedo: perché gli illuminati leader di centro-sinistra hanno lasciato cadere il bendidìo proposto da Bassanini?”
La legge fu emanata poco prima della caduta del 1 governo Prodi (maggio 96-ottobre 98) fortemente voluta e sponsorizzata da Prodi sarebbe entrata a regime nel 2000 quando cadde il governo D’Alema 2 (ottobre 98-dic- 99) a cui subentrò il D’Amato 2 (aprile 2000-giugno 2001). In sintesi 4 governi di centri sinistra dal maggio 98 a giugno 2001. Forte crisi politica determinata dalla fine della bicamerale e dai noti attacchi scandalistici a quei governi (Telekom Serbia- Mitrokin ed altri) Risultati di elezioni di enti locali ed europa non favorevoli alla coalizione di governo e conseguenti dimissioni di D’Alema. In ogni caso le leggi più importanti sulla semplificazione della PA entrarono in vigore.
Quindi il Berlusconi 2 ( giugno 2001-aprile 2005). Lucio Stanca ex Vice President della IBM EMEA (Europe-Middle East e Africa) si insedia alla funzione pubblica e all’innovazione tecnologica eredita coperture finanziarie di fatto intonse, manda a casa il dirigente generale non allineato e per 5 anni si fa apprezzare per presenzialismo, oggi è il consigliere di Brunetta.
Sul suo operato passato e presente consentimi un deciso no comment.
Adm.
@ Francesco73 scrive,
3 Novembre 2008 @ 20:01
Scusami Francesco se vado dritto alla questione senza troppi preamboli.
Dopo la sequela di fatti che a malavoglia ho descritto tu ritorni al recupro del 30% di assenteismo, bene vedremo se il dato ufficiale sulla produttività a fine maggio 2008 sarà aumentata del 30% rispetto al 2008.
Io trovo normale nulla, figurati non ho mai timbrato cartellini,mai girato tornelli in 41 dicasi 41 anni di lavoro nel privato, cambiato 6-7 aziende di quelle megagalattiche, lavorato mediamente 12 ore al giorno in Italia e all’estero; sempre in debito di ferie e con un assenteismo di circa 3 settimane per malattia in 41 anni.
Provo a dirtela così: tu vedi la pagliuzza io segnalo la trave.
Ti saluto.
@Francesco
errata corrige: bene vedremo se il dato ufficiale sulla produttività a fine maggio 2009 sarà aumentata del 30% rispetto al 2008.
Leggo a fine giornata il gran dibattito e ringrazio per quanto imparo, soprattutto da Nino, ma da tutti. Se ce ne fosse bisogno giuro che la mia battuta di partenza era solo un gioco: davvero quello sul “meglio bionda che Brunetta” era lo slogan più apprezzato in casa mia, dove tutti, a turno e anche insieme, avevamo partecipato a quelle manifestazioni. A noi piacciono le scritte (qui nel blog ne sapete qualcosa) e gli slogan, e ci appassioniamo a essi anche solo per il gioco di parole: due delle figlie studiano lingue e linguistica. A me personalmente Brunetta è simpatico e se riesce a mettere in riga non dico il 30 per cento ma solo l’un per cento dei dipendenti pubblici, gli batto le mani.
Eccomi !
Devo una risposta all’amico Sump.
Per la verità, caro Sump, il mio intervento di ieri – ore 19.38, era molto più “minimale”: intendevo solo affermare che la satira (e non l’insolenza gratuita, certo) o è libera (anche nei toni) o non è, ed unico giudice ne è il pubblico, ed il “Ministro (!) Brunetta” non merita sconti in questo senso.
Poiché, però, non voglio sottrarmi al sempre gradito confronto con le tue idee, raccolgo volentieri la tua “sfida” e ti rispondo: scoprirai – forse, non senza tua sorpresa – che mentre dissento da qualche tuo pensiero concordo su qualche altro tuo spunto.
Il “Ministro (!) Brunetta”, intanto: è, in un certo senso, delle mie parti (è veneziano) e, non che lo conosca (non ci terrei particolarmente), ma ho avuto occasione di seguirne le “gesta” locali (anni or sono, tentò anche, ed invano, di diventare Sindaco di Venezia) e di maturare nei suoi confronti – a diffeenza di Luigi – sufficiente antipatia e non-stima che mi portano a ritenerlo inadatto al ruolo (di qui, la mia – ritengo, innocua – ironia del “punto esclamativo” dopo il sostantivo “Ministro”); magari, mi sbaglierò, e quando vedrò che la Pubblica Amministrazione italiana sarà, grazie a lui, migliorata, sarò prontissimo a cambiare opinione ma, per ora, la penso così.
Tra l’altro, vedo che nelle sue anche più recenti apparizioni televisive non ha perso, anzi !, quell’urtante, irritante aggressività verso l’interlocutore/intervistatore, che, evidentemente, è più forte di lui: anche per questo, ho scritto che non merita alcuna “lievità”.
Più in generale, Sump, credo che vada tracciata una distinzione tra la satira ed il linguaggio della lotta politica: la satira (ripeto, non l’offesa, non l’insolenza, ma la satira) o, ripeto ancora, è libera (nei suoi toni, nei suoi obiettivi, nei luoghi dove si esplicita, nelle sue finalità, etc.) oppure non è, e solo il pubblico, in quanto tale, la può giudicare; la satira è, per sua natura, irriverente ed irrispettosa, la satira è sberleffo, pernacchia, irrisione: sennò, che satirà è ?
Altro, tutt’altro, è il linguaggio che deve contraddistinguere la battaglia politica, che, per aspra che sia, deve sempre presupporre il rispetto verso l’avversario, per acerrimo che sia.
Tu, Sump, citi le offese ad Alcide De Gasperi: io ricordo anche (e lo ricorderai pure tu) che, in quegli anni difficili e turbolenti, all’avversario di Alcide De Gasperi, a Palmiro Togliatti, uno studente catanese (Antonio Pallante) addirittura sparò e lo ridusse in fin di vita.
Tu, Sump, citi le insolenze rivolte a Fanfani e Leone: io ricordo anche (e lo ricorderai pure tu) le urla, i fischi, le invettive che accolsero, nella primavera del 1984, al Congresso del PSI, l’arrivo di Enrico Berlinguer; tre mesi dopo, ai suoi funerali, i capi di quel partito (Craxi, Martelli, Signorile) ebbero il pessimo gusto di porsi in prima fila.
A proposito di Craxi, amico Sump: forse varrebbe la pena di rammentare che Craxi collezionò dai Tribunali della Repubblica Italiana condanne per anni ed anni di reclusione (a proposito di “certezza della pena” ……) di cui non scontò neppure mezza giornata perchè, invece d’affrontare i vari giudizi penali, preferì scapparsene ad Hammamet; pace all’anima sua per aver concluso i suoi giorni in amara e penosa solitudine, ma di qui a riabilitarlo ……..
Non mi appartiene l’espressione (“porco fascista”) che tu hai rammentato essere stata riservata ad Indro Montanelli: peraltro, ed anche questo lo rammenterai, Montanelli subì offese non minori quando, dopo il 1994, rifiutò di seguire il suo vecchio editore Silvio Berlusconi nell’avventura politica e gli fu incredibilmente scatenata la canea di accuse d’essersi (lui !) “venduto ai comunisti”.
La tua domanda agli “amici del centrosinistra” (“Che ne direste di ….. mandare decisamente a quel paese grillini, darifò, sabne guzz, dipietrini e microflores – che riempiono le piazze e svuotano le urne – e prepararvi invece a fare i conti con i tre o quattro milioni di elettori che vi voterebbero volentieri, quando ve la piantaste di inseguire col fiatone e le labbra protese i pigri, i corporativi, i fannulloni, i finti malati, i fàmose ‘na canna, i bulletti, i noquesto e i noquello, i rompiscatole, e i rompiregole, e i siamotuttidelinquenti, che tanto non vi votano e non vi voteranno mai ?”) è, per me, del tutto legittima e pertinente: siccome, ti confesso, non ci capisco abbastanza, lascio volentieri la soluzione del problema a Walter Veltroni ed al suo gruppo dirigente e piuttosto, ti rispondo con un’altra domanda.
Noi oggi siamo governati da un Presidente del Consiglio che non perde giorno ed occasione per rovesciare addosso alla metà del paese che si ostina a non votarlo ogni sorta di astioso livore (basta leggere i giornali: il culmine, per ora, lo toccò – chi non lo ricorda ? – in occasione della campagna elettorale del 2006, con l’urlo rabbioso di “Coglioni” gridato agli elettori dell’Unione), da un Ministro che ha invitato a “mettere nel cesso” la bandiera italiana, da un altro Ministro che, una sera, è andato in televisione ad insolentire i musulmani (col risultato che a Tripoli sono scoppiati incidenti, con morti e feriti), e chi più ne ha più ne metta.
Se, allora, è certamente giusto, nell’interesse – soprattutto – della democrazia repubblicana, invitare l’opposizione a mettersi seriamente al lavoro politico per prepararsi un domani (se il popolo italiano lo vorrà) ad assumere la direzione politica del paese, non sarebbe del pari giusto rivolgere all’attuale governo – nell’interesse degli italiani, sia di quelli che l’hanno votato che di quelli che hanno vitato per l’attuale opposizione – analogo invito a piantarla con sondaggi e barzellette ed a concentrarsi, piuttosto, nell’attività di governo, ossia di gestione e soluzione dei problemi dell’Italia d’oggi ?
Ti ringrazio sin d’ora, Sump, della pazienza che adopererai per leggermi: se i miei pensieri ti riusciranno noiosi, confusi od ostili, mi perdonerai.
Ti abbraccio forte, caro amico Sump.
Buona notte a tutti.
Roberto 55
@ Nino
🙂
perdonami, ma mi viene da sorridere
come fai a misurare l’elementare criterio di giustizia per cui chi ha un contratto di lavoro lo deve rispettare senza assentarsi per finte malattie con la produttività?
quello è un altro fondamentale parametro, certo, ma che c’entra col fatto che a lavorare bisogna andarci, se si sta in salute??
Nino, a me pare molto semplicemente che Brunetta e la sua varipinta maggioranza te stanno antipatici; è legittimo, ma spero che questo non ti porti a sottovalutare i fondamentali, e cioè che l’assenteismo ingiustificato è una truffa e va combattuta come tale, senza alcun bisogno di riforme e senza ammucchiare argomenti che sono importanti ma non stanno in piedi senza fare una decisa pulizia dei comportamenti e degli andazzi appunto da truffatori.
Qui bisogna stabilire le cose elementari, capisci? Se sei un dipendente pubblico, devi anda’ a lavora’, e farlo al meglio. C’è chi ti controlla, chi ti chiede conto e ci sono i tuoi colleghi che si comportano in modo onesto che ti possono additare e biasimare sapendo che c’è un clima che sta dalla parte loro, e non da quella dell’indifferenza e dell’impunità.
Tutto questo non mi pare nè di destra nè di sinistra, mi pare semplicemente elementare rispetto del vivere assieme.
Male che ci troviamo a discuterne nel 2008, semmai.
@ Francesco
Giornata piovosa e “uggiosa” come dice Battisti in una nota canzone.
Devo saltare la bici, ho un po’ di tempo e ti rispondo, pur sapendo di annoiare i molti bloggers con cui mi scuso e che invito a ignorare questo ping-pong un tantino paranoico.
Ma ho un figlio dell’età di Francesco “de coccio” (affettuosamente) come lui che si avvita nel dettaglio, che è proprio quello su cui puntano i manovratori per distrarti dal grosso.
Ti ingaggiano sulla macchinetta taglia burro ma tu non hai nemmeno il latte per produrlo mentre sotto gli occhi ti passano partite di giro che sfilano le risorse dai servizi di pubblica utilità (sanità, istruzione, ricerca, infrastrutture) trasferendoli sulla difesa e le cosiddette missioni umanitarie con tanto di Tornato e Leopard, o se và bene svendono i gioielli di famiglia, cartolarizzano per fare cassa, accontentando così i grandi immobiliaristi, ex pecorai, loro sponsor elettorali che li comprano a 5 e li rivendono a 20 gonfiando il mercato per cui 50 mq in zona semi periferica a Roma costano 300 mila euro. Se invece sei un ente pubblico e metti all’asta la sede dell’Istituto o dell’ente X l’immobiliarista amico, nel rispetto di accordi di “cartello” o di gentleman agreement (sic) tra sponsor, lo compra a 5 lo affitta per 20 anni allo stesso ente che in 20 anni paga in canoni 30-40 volte l’equivalente di quanto ha ricavato dalla vendita all’asta di quell’immobile che però non possiede più.
Oppure ed anche, avendo una quantità di strapotenti mezzi tecnologici e internet, oggi a costi vicino allo zero, per risolvere il problema dell’assenteismo nella PA ricorre al tornello, stornello, ritornello, marcondirondirondello.
Francesco, l’assenteismo si risolve con il licenziamento del soggetto applicando semplicemente le leggi del diritto civile e del lavoro, e se non ci sono la maggioranza bulgara le fà, come ha fatto per i lodi ad personam ed altre note amenità o porcherie per stare al grande statista Calderoli. Punto.
Ma veniamo al vero problema che deve affrontare la PA.
Si chiama ESUBERI e deriva, oltrechè dalle assunzioni clientelari, dalla massiccia introduzione dei sistemi informatici che da oltre 20 anni hanno cambiato l’organizzazione e la struttura del lavoro, prima nel mondo poi da noi. Fatto 100 l’impiego del tempo di lavoro, 80 era dedicato a produrre, gestire e archiviare la CARTA stoccandola in poderosi magazzini talvolta più grandi delle stesse sedi che la producevano. Una catena di vagoni e vagoncini di camminatori o uscieri che spostavano roba da una stanza all’altra e da un tavolo all’altro a vita. Niente internet, scarsa diffusione della telefonia interna ed esterna, automazione (hw e sw ) costosa e scarsamente user friendly o a prova di idiota come si dice nel gergo. Solo chi aveva risorse economiche solide e poteva investire, come le banche e il sistema bancario. Che infatti tra il 1998 e il 2005 ha mandato a casa decine di migliaia di persone e continua tutt’ora a farlo accompagnando le misure con massicce dosi di crash program o “tagli” senza investire 1 euro in formazione e ricerca, ma nell’electronic bank o banca on line di cui oggi si serve il 35% della clientela bancaria riducendo ulteriormente i costi di gestione e i processi interni all’organizzazione, massimizzando gli utili.
Basta fare il raffronto tra la struttura e la quantità di persone che gestivano una media agenzia o una banca fino agli anni 70-80’ con oggi.
La Bassanini del 1997 “Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo” che sarà integrata nei due anni seguenti con la definizione degli strumenti (firma digitale, archiviazione elettronica, posta certificata, e-procurement ecc) e che doveva entrare a regime nell’esercizio 2000-2005 aveva messo a disposizione strumenti e risorse per un’atterraggio morbido con due obiettivi, uno palese, eliminare totalmente la CARTA, valore dell’operazione in risparmi 8-9 miliardi di euro, anno. L’altro implicito e conseguente: la razionalizzazione e l’ottimizzazione nell’impiego del personale anche attraverso soluzioni di mobilità nelle PAC (Centrale) e nelle PAL (Locale) e tra queste, e che liberandosi della carta potevano essere impiegate in altre strutture pubbliche sottodimenzionate.
Francesco, non devo nè pretendo di convincerti di nulla è la storia della politica e dell’ industria, pardon pseudo politica e pseudo industria di questo paese, che per ingozzare e ingrassare senza ritegno quattro Tronchetti o Ricucci d’accatto ha lasciato collassare consapevolmente il sistema pubblico, come ha fatto con Alitalia e tra un po’ farà con Finmare, depauperandolo e prosciugandolo al fondo. Ora siamo alla resa dei conti e la sommatoria dell’ignavia politica, del “nun c’è più trippa pe’ gatti” e della sovrabbondanza di tecnologie risolutrici, obbliga a prendere l’unica decisione possibile che non è il tornello, marcondirondirondello, con cui il nostro tenta di fare le prove generali per un atterraggio morbido che alla fine porta solo a una drastica, tosta e ineludibile riduzione di personale. The genius lo farà? Stando al chi se ne frega lanciato alla CGIL parrebbe di si. Vedremo nei prossimi lunghi 5 anni.
Qui mi corre un dubbio. Ma tra i punti del piano Rinascita non c’era anche l’abbattimento della struttura pubblica e del sistema della solidarietà sociale?
Con questo considero chiuso l’argomento.
DELLE AMENITA’
Stamani.
Striscione sulla cancellata di villa Paganini di fronte a Villa Torlonia, per i non romani:
“TAGLIA TAGLIA
LA SCUOLA RAGLIA.”
Temo che Nino sia in pensione e quindi abbia troppo tempo libero …
Come “troppo”, Leonardo? Vorresti forse dire che non ti piacciono le articolesse? E come fai, allora, con Barbara Spinelli?
Per punirti, te ne scarico una adesso che ti farà tremare vene e polsi. (E che Dio benedica sempre tutti, ma specialmente i bloggeristi col senso dell’umorismo).
Olà, Roberto!
Mi piace pensare a te come a una specie di “frate cercatore” del nostro “convento”: in giro a sgobbare tutto il giorno, co sta pioggia e co sto vento, e finalmente a tarda sera riesci a venire a scaldarti un po’ intorno al fuoco e a raccontare quello che t’è capitato, e lasciare messaggi e richieste. Sei una delle persone con cui mi trovo meglio a “dialogare” (ma – permettimi la divagazione – mi mancano non poco certi interlocutori, e soprattutto certe interlocutrici, che certo mancano anche a te).
Ed ora a noi due.
1. Sulla persona del ministro Brunetta, vedo che ne sai più di me. Ma l’istinto mi porta più sulle posizioni di Luigi e Francesco: vedremo i risultati. (A Nino: anche a me piaceva di più Bassanini: ma chi l’ha accantonato, nel 2006?).
2. Sulla satira. Che debba essere libera è un assioma, sono tutti d’accordo: forse persino un po’ troppo, secondo i miei gusti. Il buonsenso mi suggerisce: vuoi satireggiare? bravo, sei libero di farlo; ma di pagarne anche il giusto prezzo. Esempio: Sabna Guzz vuole il diritto di insultare e calunniare a man salva? Bene, fatto salvo il codice penale, faccia pure; ma non pretenda poi, per favore, anche i compensi miliardari della TV pubblica! Il suo “Ottavo nano” lo vada a proporre a teatro, o al cinema (possibilmente senza oneri per lo Stato), o in piazza, o nelle stazioni della metropolitana; e tanti auguri a lei, ai diavoloni omosex che le piacciono tanto e a tutti i soka gakkai. Oppure: fai “satira” (in realtà solo un ignobile, travagliato e strapagato comizio elettorale alla Rai-TV, senza contraddittorio, districandoti fra cacca e cioccolato?): prenditi le tue responsabilità: hai combattuto sporco, hai perso, vattene senza aspettare che ti caccino. Questi, invece, dopo averla fatta palesemente fuori del vaso hanno l’aria di chi si è conquistato una sinecura: nessuno mi tocchi, sennò vuol dire che è contro la libertà di satira!
(Segue)
(Seguito)
3. De Gasperi-Togliatti. A me pare che fra le scarpe risuolate del leader comunista e l’attentato di Pallante la differenza sia marcatissima: le parole di Togliatti sono il frutto di una lucida strategia elettorale (in una con le accuse di tradimento, di Italia venduta agli americani, di mani sporche di sangue, di governo della fame e della guerra, di legge-truffa, eccetera eccetera); e infatti milioni di elettori si riconobbero in quelle scarpe e in quelle pedate. Nessun democratico, invece, cristiano o meno, nemmeno per un istante si riconobbe nel colpo di testa di uno squilibrato criminale, estraneo ad ogni aggancio politico.
4. Enrico Berlinguer e il PSI. Quando il segretario del PCI si prese i fischi di un’assemblea congressuale, forse è il caso di ricordare che egli parlava abitualmente dei socialisti come di una “mutazione genetica”, il cui programma non aveva più nulla di sinistra, i cui dirigenti erano veri e propri malfattori e banditi; in tutte le feste dell’Unità si serviva la “Trippa alla Bettino” e si giocava al gioco del porcellino, ribattezzato Craxi. Il programma del PSI di allora corrisponde oggi largamente (Fassino dixit) ai programmi attuali del centro-sinistra…
(Segue)
(Seguito e fine)
5. Su Craxi, le sue vicissitudini giudiziarie e la sua morte. Taccio, dal momento che non sono passati i canonici 25 anni che mediamente occorrono a una certa sinistra per rivalutare le sue vittime (l’elenco sarebbe lungo, molto lungo). Tempo al tempo. Ma certe prese di posizione recenti, di Fassino e D’Alema, somigliano molto a un abbozzo di riposizionamento. Del resto, il moralismo volenteroso e di corto respiro non è appannaggio solo dei comunisti (e dei loro epigoni ex, post, olim, quondam): Gaetano Salvemini, che era uomo d’ingegno e persona seria, definiva Giolitti “ministro della malavita”. Bene, prova a fare una ricerca su quello che si dice, oggi, di Giolitti, sui libri di storia anche “sinistroidi”.
6. Appello da rivolgere all’attuale governo. Da parte mia? E a che titolo? Non ho mai votato (né intendo votare) per i partiti che lo compongono. Gli appelli si rivolgono agli amici: con gli avversari s’ingaggiano lotte politiche, con l’obiettivo di sconfiggerli elettoralmente e sostituirli al governo del Paese. E’ in questo senso che, mi pare, il ritardo del centro-sinistra è preoccupante: la ripresa delle forze sconfitte alle elezioni – che io auspico, e alla quale spero di poter dare, nel mio piccolo, una mano – mi sembra poco incisiva, confusa, stentata e (se ci capiamo) ancora troppo travagliata.
Ti ricambio l’abbraccio.
@ Leonardo
Caro Leonardo,
sarai mica invidioso?
Ti do una dritta. Se non sei in pensione con il cervello, e hai una importante storia professionale puoi continuare a fare cose ottimamente remunerate, seduto comodamente davanti a un pc, in compagnia di un buon bicchiere.
E’ il telelavoro bellezza!
Eppure avevo consigliato di ignorare il post che pare ti abbia infastidito.
Buona fortuna, caro Leonardo.
«e hai un’importante storia professionale»
Ma come parla quest’uomo?
(I post li ho effettivamente ignorati, nel senso che non li ho letti, ma siccome ho un’importante storia professorale mi è bastato il colpo d’occhio)
Nino,
checché ne dica Leonardo, la tua articolessa delle 15:46 mi ha fatto capire un sacco di cose.
Te ne ringrazio.
“Ma come parla quest’uomo?”
Ma come parla, le parole sono importanti!
firmato: Leopalombellarossanardo
Bravo targum55, hai riconosciuto l’allusione. Vinci una bambolina.
(Però, a ripensarci, è un po’ degradante citare Moretti. Mi scuso)
Caro Sump,
mi fai, davvero !, morire dalle risate !
Quest’immagine del “frate cercatore” è addirittura impagabile (anche se, per me, assolutamente immeritata: sono un semplice, prosaico dirigente d’azienda): ma come t’è venuta in mente ? Complimenti sinceri !
Anche per me, comunque, è un piacere il dialogo con te, e, perciò, ti rispondo in sintesi ed “al volo”.
– su Renato Brunetta: non resta – che dirti ? – che attenderlo alla prova dei fatti; non ne nutro fiducia ma, se dovessi constatare d’essermi sbagliato, sarò lieto di ricredermi.
– sull’attentato a Palmiro Togliatti: Antonio Pallante non era un folle isolato; era stato iscritto al Partito Liberale, da cui era uscito qualche mese prima di compiere l’attentato, per, poi, avvicinarsi alla destra missina; il suo gesto era, piuttosto, il frutto, per quanto (e per fortuna) estremo e “patologico”, di un clima politico tesissimo ed esasperato in cui l’avversario era dipinto quale nemico da combattere senza (o quasi) esclusione di colpi.
– su Enrico Berlinguer: io, sinceramente, non ricordo abbia mai parlato, con riguardo ad alcun avversario politico, di “malfattori” o di “banditi”; erano espressioni – ne converrai – che non gli appartenevano. Criticò, certo, e con durezza – riconosco – impietosa, la linea politica di Craxi per la sua radicale discontinuità con le precedenti tradizioni del Partito Socialista e pose, del tutto inascoltato, il problema della “questione morale” nella politica italiana: solo qualche anno dopo la sua morte, i fatti (parlo delle indagini giudiziarie di “Mani pulite”) gli avrebbero restituito ragione e giustizia.
– sullo stato di salute (se così può dirsi) dell’opposizione: concordo con te.
Qui, però, amico Sump, mi fermo: ho l’impressione che questo nostro (per me, gratificante) botta-e-risposta stia togliendo spazio e fiato agli altri amici del “pianerottolo” e penso, perciò, se anche tu sei d’accordo, che sia opportuno concluderlo .
Un abbraccio a te, un caro saluto a tutti !
Roberto 55