Il vescovo Luigi Maverna (1920-1998) è acceso dentro dalla chiamata evangelica, sempre raccomanda che “nulla venga anteposto a Cristo” e vorrebbe passare le sue giornate gridando “o Dio, Dio mio, Dio del mio cuore”. Questo grido domina la prima parte del Testamento, scritta 26 anni prima della morte. E invece deve fare il vescovo ausiliare a La Spezia (1965), poi il vescovo a Chiavari (1971), subito dopo l’assistente nazionale dell’Azione Cattolica (1972) e a seguire il segretario generale della Cei (1976), infine l’arcivescovo a Ferrara (1982). Deve decidere nomine, trattare affari, far quadrare bilanci, occuparsi del Concordato, fare dichiarazioni ai media, incontrare il papa: e non è quello che vorrebbe. Un giorno riprende in mano il Testamento che aveva già abbozzato e nel Testamento lo scrive, lui sempre obbediente e timorato, quel pensiero ribelle in nome del Vangelo: che le strutture ecclesiastiche sono sì necessarie, ma non bisogna ingannarsi “quasi che la Chiesa sia lì”, perché lei non è nelle grandi cose, ma in quella piccolissima e immensa di cercare Cristo e di stare con i fratelli “riuniti” nel nome di Cristo. Ed è così che dal vescovo più timido tra quanti sono arrivati al vertice della Chiesa italiana nel secolo scorso ci è venuto – dopo la morte – il messaggio più radicale: esso fino a oggi non è stato colto se non dai suoi pochi amici e forse non poteva essere colto. Ma chi l’ha colto lo deve riproporre. Chiudo l’annata del blog con la sua riproposta: vedi l’intero testo al capitolo 8 CELEBRAZIONE ECCLESIALE DELLA PROPRIA MORTE della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.
Maverna: “La Chiesa non è nelle grandi cose”
25 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Strutture che sono una forma ma non la sostanza.
Auguro a tutti un buon fine anno, e faccio a tutti gli auguri per un felice anno nuovo provvido di quanto ognuno di voi desidera nel suo cuore.
Un augurio speciale a tutti coloro che come me lavorano oggi e domani, specie nei turni serali e notturni, impegnati al servizio della collettività.
E mi raccomando, niente botti. Basta il rumore del tappo dello spumante (rigorosamente italiano).
http://www.youtube.com/watch?v=PhLY2vhM0lI
PS “Fuochi e crediti finiscono tutti in….. fumo”
Luigi, e ora chi glielo dice a LORO che la Chiesa “non è lì”?
Che bel regalo Luigi!
sono contenta di sapere che , qualche volta, ho pensato come un vescovo e che cerco, sempre,il mio Signore nelle cose più piccole.Quante volte ho provato a dire queste cose! per esempio nelle mie famose,affettuose dispute con Mandis!
Un abbraccio a tutti e gli auguri più sinceri per un Anno Nuovo colmo di serenità … anche e soprattutto agli “assenti” : Sump,Mandis,lazzaro………
Belle queste celebrazioni ecclesiali ricomprese in fatti di Vangelo.
Ho letto anche le parole di Donato Bianchi, che conobbi – anche se di sfuggita – nell’ultimo periodo della sua vita. Ricordo bene l’attenzione di Urbino e della cronaca locale alla malattia di questo vescovo, vissuta “in pubblico”, con le notizie che arrivavano dall’ospedale di Bologna (mi pare).
Ed è vero quello che dice Luigi: la testimonianza offerta da questi uomini chiamati a presiedere e a governare, che per tutti, soprattutto in provincia, rivestono i panni dell’autorità tra le autorità, e che nel momento della sofferenza e del distacco trovano parole e gesti fortissimi, che valgono spesso più di cento omelie, mille visite pastorali, cinquanta sinodi.
Il Vangelo si incarna soprattutto così, nella potenza di questo rovesciamento.
Auguri affettuosi a tutti!
Buon anno a Luigi ed a tutti gli amici del “pianerottolo” (i “presenti”, gli – apparentemente – “assenti” e coloro che sappiamo essere sempre e comunque con noi) !
Ora scappo, sennò tardo ad arrivare alla Chiesa Parrocchiale del mio paese per il “Te Deum” di fine anno (e Don Antonio mi mette “dietro la lavagna” ..).
A risentirci nel 2010 !
Roberto 55
Tornato da una visita a parenti nel milanese, metto qui alcune risposte a commenti dei visitatori degli ultimi quattro giorni.
A Roberto55 e Nino, a proposito della lettera di Edith Stein a Pio XI e se la Mit Brennender Sorge possa essere intesa “anche” come risposta alla lettera di Edith. Direi di no. La lettera è del 1933, al primo affacciarsi della persecuzione nazista degli ebrei: è un grido d’aiuto nel dramma. L’enciclica è del 1937 ed è una denuncia di principio e in generale del sistema pedagogico razzista messo in atto dal nazismo: non ha il carattere di un intervento nell’emergenza della questione ebraica che non viene nominata. La stessa Edth in uno scritto del 1938 ritiene che il papa non abbia inteso la sua invocazione. Ho indagato le circostanze della lettera della Stein in un testo intitolato “Edith Stein. Una lettera che riconcilia le memorie” che si può leggere nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto.
Ringrazio Principessa che segnala la notizia di cronaca “mamma dona rene” e sollecito tutti a fare lo stesso: quando trovate “fatti di Vangelo” nel senso che sapete, fatemi un fischio.
Ringrazio i visitatori che mi hanno fatto gli auguri, che tutti ricambio e raddoppio.
Fiorenza che dice di Marina Corradi “mi commuove sempre”: io tifavo per Marina direttore di AVVENIRE.
Grazie, Luigi, per la risposta sulla lettera di Edith Stein ed il suo rapporto (o, meglio, “non – rapporto”) con l’enciclica “Mit brennender sorge”: a questo punto, mi arrendo.
Ancora, buon anno a tutti dallo splendido silenzio mattutino del mio paese (unico “rumore”, il suono delle campane della mia Chiesa parrocchiale che alle 8 hanno “chiamato” la prima Funzione della giornata) !
Roberto 55
Di nuovo auguri a tutti di un buon 2010 dalla piovigginosa Firenze che stamattina è “spettrale”. Colpa forse degli eccessi di stanotte. Tra poco vado a messa e poi vi faccio sapere sulle “presenze”.
A proposito…… mi sorge un dubbio… ma non è che oggi è il 32 Dicembre???
http://www.youtube.com/watch?v=lL9IYqKQw9I&feature=related
Buon anno a tutti! (se il riferimento al nuovo anno vuol dire qualcosa, dopo la visione del link suggerito da Ubi humilitas) 🙂
A Luigi, e a tutti voi, carissimi amici e carissime amiche del pianerottolo, i miei più cari Auguri di Buon Anno, per un felice 2010!!!
F.
Un pensiero a tutti.
Ieri abbiamo cantato – alla buona – il TeDeum in parrocchia:
Con il cappellano della Costa d’Avorio che somiglia a Mike Tyson, il sacerdote indonesiano – gentilissimo – venuto a sostituire il parroco che è in pellegrinaggio in Terrasanta, il seminarista nigeriano, il neo-parrocchiano indiano, il futuro diacono professore di geologia con la moglie, la famiglia che ha adottato come quarta figlia una bimba down.
E fuori dalla chiesa, prima di entrare, avevamo dato gli orari delle messe ad un altro indiano, che era appena sceso dal motorino con ancora indosso la divisa della ditta di pulizie per cui lavora.
Buon anno.
Agli auguri di Buon Anno aggiungo gli auguri di… BUON DECENNIO A TUTTI!
Alla messa di questa mattina delle 11,30 c’era un buon numero di presenze.
Anziani, ragazzi, bambini, una coppia con un bimbo di 6 mesi, una mamma con un bambino piccolo uguale.
E’ stato bello per me guardare i volti di tutti. I volti degli uomini che costituiscono il popolo di Dio. Popolo silenzioso che c’è, è vivo e vegeto, sobrio, presente.
Che incarna gioia e dolore, attese, speranze e certezze.
Il volto di una umanità su cui risplende il sorriso di Dio e la Sua benedizione.
Il volto di un popolo che proclama “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
A U G U R I !
roberto 55 scrive,
27 dicembre 2009 @ 20:38
Caro Roberto,
su quanto avevo riferito su Edith Stein, non ti ho risposto per evitare polemiche da “fuoco amico”. Ringrazio Luigi per averlo fatto e soprattutto per per la sensibilità e la sollecitudine dell’intervento, su un argomento tristemente amaro che però nessuno, e in particolare chi si professa cattolico, può e deve ignorare o minimizzare così come ha voluto fare Francesco73, che saluto con affetto, rivedendo la sua posizione.
Chiedo scusa agli amici del blog, ma sulla questione ebraica sono intransigente distinguendo la storia e le radici di questo popolo, che porto da sempre con me nella lettura del cammino di fede, e la politica dei governi dello stato d’Israele che invece non condivido.
Ottimo 2010 a tutti gli amici
Credo, Nino, che sull’importanza dell’argomento e sull’impossibilità di “minimizzarlo” non possiamo che concordare.
Preso, poi, atto, da parte mia, della spiegazione fornitami in merito da Luigi, penso, Nino, ci trovi, forse, ancora discordi la valutazione (per te, se ho ben inteso, più “severa”, e per me più “positiva”) sull’atteggiamento dei Papi Pio XI e Pio XII verso l’ebraismo: peraltro, l’estrema sensibilità che nutriamo verso la “questione ebraica” e la fervente (non mi vergogno affatto d’usare quest’aggettivo) aspettativa circa la prossima visita del Pontefice alla Sinagoga rappresentano, Nino, due rilevanti punti d’incontro delle nostre posizioni.
Buona serata a tutti !
Roberto 55
P.S.: a proposito del nostro Papa, non è che, per caso, i vari TG1, TG2 e TG5 stanno mettendo la sordina al “passaggio” della sua Omelia odierna riguardante la presenza di alunni di varie etnie nelle scuole italiane ?
Buon 2010 a tutti.
Dedico all’Ubi di “Strutture che sono una forma ma non la sostanza”, queste considerazioni di un tale.
“La Chiesa non va vista solo nel suo aspetto istituzionale, identificandola per giunta con la gerarchia, cioè con i preti, i vescovi e il Papa. Essa è composta da tutti coloro che credono in Gesù Cristo Figlio di Dio, attendono la sua venuta definitiva, lo amano e si comportano col prossimo come con Gesù stesso. Fanno parte o sono chiamati a far parte della Chiesa anche tutti gli altri uomini.
Una tale società esiste nella storia e quindi ha anche bisogno di una struttura visibile. Perciò esiste nella Chiesa anche l’aspetto istituzionale, la cui configurazione però è primigenia solo in pochi punti. Per il resto è sottoposta alla legge dell’adattamento e del cambio, con risultati più o meno felici, come appare chiaramente dalla storia della Chiesa. Ma di tutte le istituzioni di questo mondo essa è tra quelle che sono durate più a lungo e che hanno mostrato nei secoli una capacità grande di rinnovamento”.
Ciao lycopodium e auguri per il nuovo anno.
Si certo che quello che dice il papa è giusto.
Ma manco io sbagliavo.
Ho scritto “una forma” e che quindi prevede variabili, non “la forma” che prevede un assoluto.
E “una forma” si riallaccia benissimo a “la cui configurazione però è primigenia solo in pochi punti”.
Poi quella “una forma” è “è sottoposta alla legge dell’adattamento e del cambio”.
Se avessi detto “la forma”, avrei negato come fanno alcuni oggi quella possibilità “dell’adattamento e del cambio”.
Possibilità che il Papa stesso dalle sue parole non nega, come non si è mai negata la Chiesa stessa nel corso dei secoli.
Possibilità che l’uomo che crede che lo Spirito Santo guidi la Chiesa, non potrà mai negare.
Il resto va da se.
PS Adattamento e cambio della “forma” della “struttura visibile” intendo e intendevo precedentemente io, escludendo quello dottrinale, su cui non ho non voglio e non posso avere voce in capitolo.
Ubi caro: quel “tale” riportato da Lycopodium non è il papa ma il cardinale Martini dell’ultima rubrica sul Corsera apparsa domenica. Immagino che il sottile Lycopodium non volesse contestare ma confermare la tua idea con le parole del cardinale. Su questo però attendo conferma dal medesimo Lycopodium: a volte non indovino l’intenzione dei visitatori. E così l’induco a mettere in chiaro l’implicito: operazione alla quale egli vivamente rilutta.
E’ tra le persone più colte che frequentano il pianerottolo ma se mi chiedi a quale scopo, passando di qua a tarda sera, eviti di mettere il nome di Martini in calce a un suo testo, ti dirò che non lo so. Suppongo sia una finezza da prendere o lasciare. Io amo la ridondanza citatoria, che è un gioco retorico. Altri preferiscono mascondere per gioco le tracce.
Prima ipotesi interpretatoria sul Martini detto e non detto. Se uno entra nel pianerottolo e dice Martini ad alta voce produce del chiasso: alcuni si alzano in piedi e annuiscono mentre altri fanno rumori con i piedi e con la bocca, i facinorosi si azzuffano. Se uno evoca Martini senza dirlo si differenzia di netto dalla comune e forse mira a procurarsi il divertimento aggiuntivo di vedere chi abbocca all’esca.
Seconda ipotesi interpretatoria sul Martini detto e non detto. Se uno evoca Martini senza dirlo può godersi lo spettacolo delle attribuzioni: chi l’indovina a colpo sicuro (e vedi il seguito delle mosse e dei rumori descritti alla prima ipotesi), chi lo scambia con il papa (scambio sapido per sette motivi et ultra), chi per un dilettante negatore del dogma (e anche qui c’è sale e pepe).
Buon giorno.
Parole del papa o del cardinale Martini, ritengo, per lo meno per me, che sono parole corrette e che mi trovano in sintonia. Oltre tutto la mia risposta era proprio per chiarire il mio pensiero, senza vis polemica.
Per quanto riguarda la cultura di Lycopodium, concordo pienamente signor Luigi. Ho avuto ed ho modo di apprezzarla su tanti blog. Sopra tutto ho sempre apprezzato e apprezzo il suo modo di relazionarsi con gli altri.
Sempre in tema, si pone sempre sull’oggetto della discussione, mai sulla persona.
Il tema che lo appassiona è la Liturgia, con un occhio particolare alle “traduzioni”. Segue il blog di Augè, il Cantuale e tanti altri.
Insomma ne ho una “conoscenza virtuale”.
Detto questo, mi resta da dire che apprezzo il valore dei contenuti e non ho pregiudizi verso nessuno.
In parole povere, non sono martiniano, ne ratzingeriano, ne pingopalliniano (forse Lycopodium volevi sapere questo???).
Sono uno che spera di credere. E che a tempo perso dice la sue (spesso fesserie) sui blog. Non sono “incasellabile”.
Un saluto, devo uscire a fare la spesa altrimenti niente pranzo.
Mamma mia, che caos!