Mauro Bartoli: “La famiglia mi ha dato la forza di non abbandonarmi alla morte”

Mauro Bartoli, 72 anni, di Arezzo, titolare di un’agenzia di pratiche auto, tra dicembre e gennaio è stato venti giorni in coma farmacologico per la polmonite da Covid. Ricoverato il 27 dicembre, è tornato a casa il 30 gennaio. Ha raccontato il suo duello con la morte alla Repubblica del 21 aprile. Nei commenti alcuni passaggi della sua confessione.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ho ricordato all’improvviso il mio codice fiscale. “Dei giorni della terapia intensiva non ricordo proprio niente. Ma adesso ho voglia di vivere e non ho più paura di morire, il Covid me l’ha cavata da dosso. Quando mi sono risvegliato dal coma ero fuori di testa, completamente disorientato. La fatica di sopportare il casco era tanta che mi portava a ribellarmi alle cure. Sono stato seguito da una psicologa che mi ha fatto capire che mano a mano i tasselli sarebbero turnati tutti al loro posto. Anche il mio compagno di stanza, Mario, faceva il tifo per me. Un giorno ho ricordato all’improvviso il mio codice fiscale e sono stato felicissimo”.

    23 Aprile, 2021 - 23:10
  2. Luigi Accattoli

    Soprattutto le due nipotine. “Per tornare a casa mi sono creato degli obiettivi. Rivedere le mie nipotine, poter andare al gabinetto da solo e non essere di peso a nessuno. Ho due figli meravigliosi, Mirco e Andrea. Mia moglie Rita è un’insegnante in pensione mi è sempre stata accanto. Ho una nuora eccezionale e soprattutto le mie due nipotine sono state motivo di lotta da parte mia. Dovevo con tutto me stesso tornare a casa da loro. La mia famiglia mi ha dato la forza di non abbandonarmi alla morte. C’ero quasi arrivato. Mia moglie scriveva su un foglio ogni giorno lo stato della mia salute, con gli aggiornamenti che le arrivavano tutti i giorni dalla terapia intensiva. Leggendolo mi sono reso conto di quanto ho tenuto duro. Sa quanti affarini sentivo in terapia intensiva? Quei suoni di macchinari ripetuti all’infinito… tititititi… che poi si fermavano all’improvviso. Ricordo gli incubi, terribili, che mi hanno perseguitato per giorni. Questa malattia è tremenda, mi ha devastato. Vorrei che la mia storia servisse per far capire a tutti di indossare la mascherina. E vorrei fare forza a chi è in ospedale a combattere contro il Covid”.

    23 Aprile, 2021 - 23:12

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