Trappisti di Tibhirine: “Des hommes et des dieux”

Esce oggi nelle sale italiane il film Des hommes et des dieux – titolo tradotto con Uomini di Dio – che narra il martirio dei sette monaci trappisti dell’Atlante, in Algeria, rapiti e assassinati da fondamentalisti islamici (ma le inchieste sulla strage sono state riaperte e ci sono tesi contrastanti) nel 1996. Con quest’opera il regista Xavier Beauvois ha ottenuto grande paluso di pubblico e di critica a Cannes. Invito i visitatori a vederlo per poi discuterne. Segnalo la raccomandazione che ne fa sulla rivista Il Regno Henri Teissier che era arcivescovo di Algeri al tempo della strage e che mi è caro per la mite e viva umanità che trasmette anche nelle conferenze stampa che non sono quasi mai momenti di vera comunicazione. «Il film ha suscitato in me profonda meraviglia» dice Teissier perché è «una scelta nata da dei professionisti del cinema, senza committenza da parte della Chiesa o di un’istituzione cristiana. In più è arrivato a Cannes per i normali canali della produzione cinematografica. Ha ottenuto il premio speciale della giuria e, sulla scia di questo, il premio del Ministero per l’istruzione, oltre al premio della giuria ecumenica». [Segue nel primo commento]

32 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] “Il silenzio attento – dice ancora Teissier – con cui più di un milione di spettatori francesi ha seguito «ogni spettacolo prova che c’è un pubblico oggi capace d’accogliere il messaggio di una comunità monastica quando essa si pone drammatiche domande di coscienza, come quella se accettare, per fedeltà alla propria vocazione umana e religiosa, di rischiare la propria vita. Vorrei quindi esprimere la mia riconoscenza a tutti coloro che hanno realizzato questo capolavoro. Mai la vocazione della nostra Chiesa a vivere un incontro umano e spirituale con fratelli e le sorelle algerini e musulmani (…) è stata così apertamente manifestata (…) al di là della nostra piccola cerchia di cristiani d’Algeria. È un dono di Dio (e degli autori e degli attori) che capita opportunamente, proprio nel momento in cui alcuni vogliono far credere che non è possibile un futuro comune tra credenti di diverse religioni».

    22 Ottobre, 2010 - 15:43
  2. Des hommes et des dieux
    Ho seguito l’uscita del film in Francia, ne ho letto gli articoli di commenti a partire da La Croix.

    Des hommes et des dieux

    “Je l’ai dit: Vous êtes des dieux, des fils du Très-Haut, vous tous !
    Pourtant, vous mourrez comme des hommes, comme les princes, tous, vous tomberez !” (Psaume 81, 6-7)

    Questo è l’intento del regista nella titolazione originaria mutuando il titolo dal salmo.

    Perché la Lucky Red non ha mantenuto il titolo originario?

    Il film ha ricevuto :
    il gran premio del festival di Cannes,
    il premio della giuria ecumenica,
    il premio dell’educazione nazionale (in Francia).

    Il premio più grande è stato il passaparola, che ha portato milioni di francesi ad andare a vedere due ore e mezza di questo film.

    La Lucky Red è stata distributrice anche di film:
    Il Divo (Giulio Andreotti)
    Fratellanza Brotherhood (mondo naziskin)
    La marcia dei penguini (docu-film)
    Reinas (nuovi matrimoni in epoca Zapatero)
    L’orchestra di Piazza Vittorio (affresco su una realtà romana)

    23 Ottobre, 2010 - 9:20
  3. discepolo

    OT ( ma non troppo, anzi chiosa al film che andrò il prima possibile a vedere)
    Grande scandalo al Sinodo per il medio Oriente !!!. Un arcivescovo cristiano , l’arcivescovo di Antiochia , Raboula Antoine Beyluoni, osa dire queste poco “politically correct “parole :
    “il Corano ordina di imporre l’Islam anche con la forza. I paesi arabi sono fondati sulla Sharia e i musulmani hanno il diritto di giudicare i cristiani e di UCCIDERLI”
    Questo si chiama parlar chiaro! del resto la vicenda narrata nel film non ne è che una testimonianza!
    se volete approfondire andate al blog di Raffaella.
    Mc

    23 Ottobre, 2010 - 10:08
  4. discepolo

    su “Repubblica” è scritto che quando l’arcivescovo ha detto queste parole un “gelo” è calato sul Sinodo.
    la paura di una nuova Ratisbona? che diranno i musulmani ‘ si offenderanno???
    il portavoce della comunità musulmana italiana ha subito affermato che la voce del ‘arcivescovo ” è una voce isolata e che invece continua lil dialogo cattolico- musulmana in chiave anti- Israeliana.
    certo, il nemico di entrambi è Israele, il grande “cattivo”…!!!!
    peccato che nessun ebreo ( dai tempi di gesù certo)abbia mai ucciso un cristiano per motivi religiosi !!!!. provate a immaginarvi una vicenda come quella del film dei trappisti uccisi …. dagli ebrei???

    23 Ottobre, 2010 - 11:07
  5. Di getto stavo scrivendo parole offensive per aver letto espressioni di grande incomprensione.

    Qualcuno/a vuole pensare (senza aver visto) che il film descriva la violenza degli islamici.
    Ciascun papista si crei le sue paure gratuitamente,
    ma non sconvolga la realtà dei fatti.

    I monaci vivono una grandissima esperienza di cammino di comunione con i fratelli islamici tra cui vivono.
    Prima di loro vengono uccisi altri islamici che non vengono ritenuti ortodossi… dai guerriglieri fondamentalisti che già prima del 1996 stavano massacrando già da un abbondante decennio prima di tutto e soprattutto fratelli islamici non fondamentalisti.

    Memoria corta per i papisti fondamentalisti che si accorgeranno dei fondamentalisti nell’islam solo quando crollano le Torri Gemelle. Accidenti che attenzione!!!!!

    Ci si legga lo stupendo diario di fr. Christophe (Il soffio del dono ed. Messaggero Padova).

    Ma ancora,
    chi ciaccola,
    si è letto, riletto, meditato, il testamento di Fr. Christian che sta lucidamente attendendo il martirio assieme ai suoi confratelli mentre stanno amando i fratelli islamici?

    «Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria,
    vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia
    si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese.
    […]
    Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse
    di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità,
    e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.
    […]
    Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre,
    per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede,
    totalmente illuminati dalla gloria del Cristo,
    frutti della sua passione,
    investiti del dono dello Spirito,
    la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza,
    giocando con le differenze.
    […]
    E anche a te,
    amico dell’ultimo minuto […] Ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!».

    Io mi vergogno di mettere in un calderone a bollire nell’olio bollente gli islamici,
    sapendo che c’è chi ha dato la vita per loro, amandoli fino in fondo,

    Io mi vergogno che senza informarsi, si voglia stravolgere il dono della loro vita.

    Io mi vergogno che questo film visto e cercato da milioni di persone, diretto da chi non si ritiene credente, nel modo a noi comune,
    venga fatto già oggetto di letture pregiudiziali e ideologiche, senza ancora averlo visto.

    Io mi vergogno.

    23 Ottobre, 2010 - 12:01
  6. Syriacus

    ” V. Cooperazione e dialogo con i nostri concittadini musulmani

    9. Siamo uniti dalla fede in un Dio unico e dal comandamento che dice: fa il bene ed evita il male. Le parole del Concilio Vaticano II sul rapporto con le religioni pongono le basi delle relazioni tra la Chiesa Cattolica e i musulmani: «La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano il Dio uno, vivente […] misericordioso e onnipotente, che ha parlato agli uomini» (Nostra aetate 3).

    Diciamo ai nostri concittadini musulmani: siamo fratelli e Dio ci vuole insieme, uniti nella fede in Dio e nel duplice comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Insieme noi costruiremo le nostre società civili sulla cittadinanza, sulla libertà religiosa e sulla libertà di coscienza. Insieme noi lavoreremo per promuovere la giustizia, la pace, i diritti dell’uomo, i valori della vita e della famiglia. La nostra responsabilità è comune nella costruzione delle nostre patrie. Noi vogliamo offrire all’Oriente e all’Occidente un modello di convivenza tra le differenti religioni e di collaborazione positiva tra diverse civiltà, per il bene delle nostre patrie e quello di tutta l’umanità.

    Dalla comparsa dell’islam nel VII secolo fino ad oggi, abbiamo vissuto insieme e abbiamo collaborato alla creazione della nostra civiltà comune. È capitato nel passato, come capita ancor’oggi, qualche squilibrio nei nostri rapporti. Attraverso il dialogo noi dobbiamo eliminare ogni squilibrio o malinteso. Il Papa Benedetto XVI ci dice che il nostro dialogo non può essere una realtà passeggera. È piuttosto una necessità vitale da cui dipende il nostro avvenire (cf. Discorso ai rappresentanti delle comunità musulmane a Colonia, 20.08.2005). È nostro dovere, dunque, educare i credenti al dialogo inter-religioso, all’accettazione del pluralismo, al rispetto e alla stima reciproca.

    VI. La nostra partecipazione alla vita pubblica: appelli ai governi e ai responsabili pubblici dei nostri paesi
    10. Apprezziamo gli sforzi che dispiegate per il bene comune e il servizio delle nostre società. Vi accompagniamo con le nostre preghiere e domandiamo a Dio di guidare i vostri passi. Ci rivolgiamo a voi a riguardo dell’importanza dell’uguaglianza tra i cittadini. I cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. È naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione.

    Vi chiediamo di raddoppiare gli sforzi che dispiegate per stabilire una pace giusta e duratura in tutta la regione e per arrestare la corsa agli armamenti. È questo che condurrà alla sicurezza e alla prosperità economica, arresterà l’emorragia dell’emigrazione che svuota i nostri paesi delle loro forze vive. La pace è un dono prezioso che Dio ha affidato agli uomini e sono gli « operatori di pace[che]saranno chiamati figli di Dio » (Mt 5, 9).

    VII. Appello alla comunità internazionale

    11. I cittadini dei paesi del Medio Oriente interpellano la comunità internazionale, in particolare l’O.N.U., perché essa lavori sinceramente ad una soluzione di pace giusta e definitiva nella regione, e questo attraverso l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e attraverso l’adozione delle misure giuridiche necessarie per mettere fine all’Occupazione dei differenti territori arabi.

    Il popolo palestinese potrà così avere una patria indipendente e sovrana e vivervi nella dignità e nella stabilità. Lo Stato d’Israele potrà godere della pace e della sicurezza all’interno delle frontiere internazionalmente riconosciute. La Città Santa di Gerusalemme potrà trovare lo statuto giusto che rispetterà il suo carattere particolare, la sua santità, il suo patrimonio religioso per ciascuna delle tre religioni ebraica, cristiana e musulmana. Noi speriamo che la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice sogno.

    L’Iraq potrà mettere fine alle conseguenze della guerra assassina e ristabilire la sicurezza che proteggerà tutti i suoi cittadini con tutte le loro componenti sociali, religiose e nazionali.

    Il Libano potrà godere della sua sovranità su tutto il territorio, fortificare l’unità nazionale e continuare la vocazione a essere il modello della convivenza tra cristiani e musulmani, attraverso il dialogo delle culture e delle religioni e la promozione delle libertà pubbliche.

    Noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, l’anticristianesimo e l’islamofobia e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero.

    Conclusione: continuare a testimoniare la vita divina che ci è apparsa nella persona di Gesù ”

    http://www.zenit.org/article-24242?l=italian

    23 Ottobre, 2010 - 12:25
  7. Nino

    Prima di lasciar correre parole ispirate dalla pancia suggerisco di leggere queste:

    Dal testamento del Priore, Fr. Christian
    «Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese. […] Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito. […] Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria del Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze. […] E anche a te, amico dell’ultimo minuto […] Ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!».
    —–
    Lettera di una mamma algerina musulmana al vescovo di Algeri dopo l’uccisione dei sette monaci

    «Riposino in pace, a casa loro, in Algeria»
    Dopo la tragedia e il sacrificio vissuto da voi e da noi, dopo le lacrime e il messaggio di vita, di onore e di tolleranza trasmesso a voi e a noi dai nostri fratelli monaci, ho deciso di leggere il testamento di Christian, ad alta voce e con profonda commozione, ai miei figli perché ho sentito che era destinato a tutti e a tutte.

    Volevo dire loro il messaggio di amore per Dio e per gli uomini. La solidarietà umana e l’amore dell’altro è un itinerario che va fino al sacrificio, fino al riposo eterno, fino in fondo.

    Io e i miei figli siamo molto toccati da una così grande umiltà, un così grande cuore, dalla pace dell’anima e dal perdono. Il testamento di Christian è molto più di un messaggio: è come un sole che ci è trasmesso, ha l’inestimabile valore del sangue versato.

    Nostro compito è quello di continuare il cammino di pace, di amore di Dio e dell’uomo nelle sue differenze. Nostro compito è innaffiare i semi affidatici dai nostri fratelli monaci affinché i fiori crescano un po’ ovunque, belli nella loro varietà di colori e profumi.

    La chiesa cristiana con la sua presenza tra noi continui a costruire con noi l’Algeria della libertà delle fedi e delle differenze, l’universale e l’umanità. Sarà un bel mazzo di fiori per noi e una grande opportunità per tutti e per tutte. Grazie alla chiesa di essere presente in mezzo a noi oggi. Grazie a ciascuno e a ciascuna.

    Grazie a voi monaci per il vostro grande cuore: continui a battere per noi, sempre presente, sempre tra noi…E ora riposino tutti in pace, a casa loro, in
    Algeria. (lettera firmata. 01.06.96)

    Ed ecco il testo completo del testamento
    http://www.dimensionesperanza.it/aree/spiritualita/item/2712-il-testamento-spirituale-frere-christian-de-cherge-.html

    23 Ottobre, 2010 - 12:45
  8. discepolo

    Ultime notizie !!!! Sensazionale !!! NON esiste la Terra promessa!!!!.
    Questo il messaggio caritatevolmente rivolto agli ebrei , per togliergli le ultime illusioni, da parte dei cristiani, alla fine del Sinodo per il Medio oriente.
    vedi :

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=2834&ID_sezione=&sezione=

    Insomma: cari fratelli maggiori basta rompere le palle da millenni con stà storia del popolo eletto! E’ una bufala!!!!

    23 Ottobre, 2010 - 19:34
  9. discepolo

    per riassumere le posizioni del Sinodo del Medio Oriente, non proprio perfettamente equilibrate:
    – molto, mooolto indulgenti coi musulmani
    -molto ,mooolto duri con gli israeliani
    Tutti d’accordo? nessun dissenso? bene , aggiudicato..!!!!
    non resta che mettersi d’accordo con l’Iran per l’eliminazione definitiva di Israele, il “corpo estraneo”…….

    23 Ottobre, 2010 - 20:02
  10. Nino

    E’ di pochi giorni fa la notizia apparsa fugacemente secondo cui USA e Israele
    stavano approntando un attacco congiunto all’Iran con l’obiettivo di distruggere le basi nucleari.
    ——–

    Sul film, che vedrò, mi pare che l’aspetto più rilevante e significativo sia che in un paese fortemente laico come la Francia privati cittadini cineasti, senza alcuno scambio con la chiesa cattolica, abbiano realizzato questo importante progetto di valore e portata ecumenica su di un fatto di martirio.
    Un segno dello Spirito Santo.

    A differenza dei nostrani melensi e prostrati cinematografari di fiction addolcite e da strapaese a partire dalla serie Don Matteo che tanto impegna i beoti telespettatori su racconti in chiave di religiosità postmoderna e posticcia.

    23 Ottobre, 2010 - 20:20
  11. Syriacus

    Cinque mesi fa:

    “La Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nuclearie (Tnp) venerdì sera a New York aveva concluso i lavori con una dichiarazione finale che ripropone l’idea di un Medio Oriente senza armi atomiche. Sabato Israele ha chiarito che non parteciperà e non accetterà di essere sottoposto a ispezioni. Lo afferma in un comunicato ufficiale Nir Hefetz, consigliere per la stampa del premier Benyamin Netanyahu. La risoluzione del Tnp «è sbagliata alla base, e intrisa di ipocrisia» ha aggiunto Hefetz. La risoluzione del Tnp, secondo Hefetz, «ignora la realtà del Medio Oriente e le minacce vere che da esso giungono per il mondo intero. Quella risoluzione si concentra invece su Israele, unico Stato al mondo su cui incomba una minaccia di distruzione. Al contrario l’Iran, che viola pubblicamente il Tnp e dichiara apertamente di voler cancellare Israele dalla faccia della terra, non viene menzionato nella risoluzione». ”

    http://www.corriere.it/esteri/10_maggio_29/israele-trattato-nucleare_785c5330-6b5b-11df-9ae5-00144f02aabe.shtml

    24 Ottobre, 2010 - 1:50
  12. Syriacus

    Un mese fa :

    “The members of the UN’s nuclear agency have narrowly rejected an Arab-backed resolution calling on Israel to join a global treaty limiting nuclear arms.

    At the International Atomic Energy Agency (IAEA) annual conference, 51 nations voted against the resolution, 46 for, while 23 abstained.

    The US had urged a vote against, saying it could undermine a conference on a nuclear-free Middle East in 2012.

    Israel is widely thought to have nuclear arms but has not confirmed so.”

    http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-11407589

    24 Ottobre, 2010 - 1:51
  13. Scusate l’intromissione ma, che cavolo c’entra tutto quello che state postando con la bellezza delle parole proposte da Luigi e il significato profondissimo che esiste dietro a questo film? dietro ad ogni parola,ogni scena,ogni dialogo che sembrano voler “chiamare” ciascuno di noi ad impegnarsi ?
    Ho l’impressione che ogni tanto vi lasciate andare un po’ troppo nella autocelebrazione delle vostre convinzioni personali e dimenticate che vivete insieme ad altri 5 miliardi di persone. In più, almeno andate a vedere il film prima!
    Per una volta non si parlava di politica, di contrapposizione, di odio. Per una volta che si evidenziava che esistono anche uomini che sanno credere, che sanno vivere, che sanno costruire là dove sembrerebbe impossibile.Per una volta, la lezione di amore e di dialogo e di avvicinamento è stata impartita da un regista che non ha nulla a che fare con la Chiesa.
    E noi che facciamo?
    Di tutto per parlare non di quel che il padrone di casa propone, ma di quello che ci piace evidenziare, delle nostre idee, di quello che ci aggrada.
    Lo trovo scorretto e del tutto fuori luogo.
    Grazie per avermi letto e …continuate pure! Tanto ormai!……..

    24 Ottobre, 2010 - 4:10
  14. discepolo

    chi pensa che discutere dei problemi del Medio Oriente, del Sinodo, dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso ebrei e mussulmani NON C’ENTRI PROPRIO NULLA col tema proposto da LUigi , cioè il film sui Padri trappisti uccisi dai fondamentalisti musulmani, denota uno strano ragionare “a compartimenti stagni”.
    Per me , ma forse sbaglio, il film sui Padri trappisti non è (solo) un film su un episodio di violenza ma ci interroga su tanti problemi che viviamo noi ancora , noi i vivi… i martiri , non sono solo dei bei personaggi di un un bel film, e non credo che Luigi abbia proposto il tema per fare della critica cinematografica o estetica.
    i martiri di cui parla il film siamo noi o potremmo essere noi .. così come gli assassini siamo noi o potremmo essere noi…
    Se uno non capisce che il film sui trappisti parla di noi, di tutti noi, allora certo troverà scorretti e fuori luogo i miei interventi. Chiedo scusa a Luigi, se pensa che non ho parlato di “Quello che voleva il padrone di casa”.

    24 Ottobre, 2010 - 9:33
  15. Marcello

    Grazie Nino, per aver citato quel testo straordinario di fronte al quale ci dobbiamo tutti inchinare (il testamento spirituale di Padre Christian).

    Invito discepolo, le cui preoccupazioni sono comprensibili e ben argomentate (ma da me non condivise), a leggere una delle parti di questa stessa lettera:

    “Conosco il disprezzo di cui sono circondati tutti gli algerini insieme.
    Conosco anche la caricature dell’Islam che incoraggiano un certo islamismo. È troppo facile mettere a posto la coscienza identificando il cammino religioso dell’ Islam con l’integralismo degli estremisti.
    Per me l’Algeria e l’Islam sono un’altra cosa: sono come il corpo e l’anima.
    Ho già parlato chiaramente credo, a destra e a sinistra di ciò che ho ricevuto dall’Islam e dall’Algeria: vi ho ritrovato molto spesso il chiaro filo conduttore del vangelo imparato sulle braccia di mia madre, che è stata la mia prima chiesa, proprio qui in Algeria.
    La mia morte sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno così facilmente trattato da ingenuo o da idealista: “Lo dica adesso quello che ne pensa!”.
    Ma costoro devono sapere che alla fin fine io sarò stato liberato dalla curiosità più lancinante che mi porto dentro: affondare il mio sguardo in quello del Padre per vedere i suoi figli dell’Islam come lui li vede: tutti illuminati della gloria di Cristo, anche loro frutto della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà di ristabilire la comunione e la somiglianza giocando con le differenze.
    Di questa mia vita perduta, totalmente mia e totalmente loro, io ringrazio Dio che sembra l’abbia voluta tutta intera proprio per questa GIOIA,contrariamente a tutto e malgrado tutto.”

    24 Ottobre, 2010 - 10:18
  16. Le sterili critiche estetiche o cinematografiche non sono mai state parte dell’agire di Luigi.La sua proposta, a mia modestissima opinione, intendeva spronarci sia alla visione del film che agli interrogativi che ne possono scaturire nel nostro animo. Il mio intervento è esattamente consueguenza dell’essermi ritrovata in un silenzio attonito e generale durante la visione del film, del fatto che UN REGISTA !!, e non un prete! – una suora! – una persona di Chiesa qualsiasi!,sia riuscito a entrarmi dentro attraverso ciò che ha raccontato per immagini!, e di riconoscermi, lettera per lettera, nelle parole espresse dall’Arcivescovo Henri Teissier circa il messaggio di questa comunità monastica che è “straripato” dallo schermo.Un capolavoro come questo sa fare tanto quanto anni di dialogo costruttivo e di buona volontà da tutte le parti.E non parla solo DI noi, ma molto di più parla A noi.
    Il profondo significato del film – oltre a quello evidente – dovrebbe risiedere proprio nella applicazione personale della lezione di coerenza, amore e fede dei monaci nella vita quotidiana, (magari a cominciare da un blog), dove non se ne può più di arroganza, di attacchi, di prevaricazioni, di intolleranza, di odio e di differenze che ci allontanano sempre di più.Che ci piaccia o meno, siamo tutti interconnessi l’uno all’altro e non sarà mai troppo presto quando impareremo a riconoscerlo e ad agire di conseguenza. Meglio parole e parole come spade che silenzio e indifferenza o, peggio, violenza sconsiderata.

    E un grazie a Nino e a Marcello per la proposizione della lettera di P.Christian

    24 Ottobre, 2010 - 13:42
  17. Nino

    Accanto al testamento spirituale del P. Christian ho volutamente riportato la lettera di quella madre mussulmana che mi ha colpito e commosso proprio perchè, leggendolo ai figli, ha dato senso a quel testamento realizzando una condivisione umana che non ha reso vano quel martirio, anzi l’ha incarnato in quella madre e nei suoi figli.

    Non so se il finale del film narrerà anche fatti e segni successivi ispirati da quell’evento, bello sarebbe ritrovarci quella lettera.

    24 Ottobre, 2010 - 14:28
  18. giosal

    Non conosco il film, ma ho vissuto alcuni antefatti e seguito gli eventi che hanno portato alla crudele guerra civile algerina – più di duecentomila morti – dentro cui si colloca anche l’assassinio dei padri trappisti.
    E spererei che la mia limitata testimonianza servisse a meglio comprendere anche la tragica vicenda dei padri.

    A fine anni settanta, lavorai a lungo in Algeria, dalle zone di costa a quelle montuose della Kabilia, fino alle aree più interne.
    Dovunque provai l’impressione di vivere in una delle nostre regioni del sud dell’epoca, per la povertà diffusa e per il senso di ospitalità che i locali ci mostrarono sempre: sia da parte delle popolazioni di costa; sia da quelle interne; sia da parte dei Kabili dell’Atlante, una popolazione montanara, fiera e orgogliosa di una propria identità rispetto al resto del paese.
    A Orano un mio amico, alla domenica, serviva la messa del prete locale; né mai la messa suscitò conflitti di sorta.

    Allora i giovani algerini erano animati da grandi speranze, perché tutti vedevano nel mito del petrolio un futuro migliore. E manifestavano il desiderio di comunicare con gli altri giovani, italiani compresi.
    Ma varie ragioni – i prezzi del petrolio che cominciarono a ristagnare, i progetti troppo faraonici, una corruzione serpeggiante anche tra funzionari delle istituzioni – fecero sì che le speranze via via scemassero, fino a suscitare le prime manifestazioni di violenza.
    Comunque le cose più tragiche presero piede negli anni successivi, anche a seguito della prima guerra del Golfo: il FIS, il Fronte estremista islamico, a fine ’91 ebbe la maggioranza relativa alle prime elezioni politiche algerine che, per tale ragione, furono annullate dal governo allora in carica. Il FIS fu dichiarato illegale e disciolto.

    Ma il FIS si era diffuso nell’intero paese. E da allora iniziarono gli assassinii di massa, con attentati e assalti a interi villaggi, con massacri di donne e bambini secondo la norma del “chi non è con me è contro di me”, e fu sparso il terrore tra l’intera popolazione.

    Un grande prezzo pagarono i giornalisti liberi, soprattutto le donne, ree due volte: per voler rivendicare parità di diritti con l’uomo e per schierarsi contro il movimento fondamentalista.

    Nei primi anni duemila, a seguito della politica detta “di riconciliazione” del governo, la guerra si è molto attenuata, ma mai cessata.

    Il 1996, lo stesso anno dell’assassinio dei padri trappisti, fu forse il periodo di maggior virulenza del massacro.

    Riporto tali poche righe a descrivere come una delirante ferocia abbia insanguinato quella che, per lo spirito che vi incontrai, sentii già come una mia seconda terra.

    Strano e ancora misterioso, questo Islam. O strane e misteriose quelle persone che nel suo nome producono efferati delitti di massa (non sono le uniche a produrli), come se la vita non costasse nulla. E a pagarne le conseguenze sono, soprattutto, altri islamici, rei di avere una concezione mite del credo religioso.
    E quella volta hanno pagato anche i sette padri trappisti, rei di credere nella fratellanza.

    Con ciò, condivido pienamente il punto di vista di Principessa (“ogni parola, ogni scena, ogni dialogo sembrano voler chiamare ciascuno di noi ad impegnarsi”) e di Nino, che vede una condivisione umana nella lettura del testamento di Christian fatta dalla madre ai propri figli.
    Un caro saluto a tutti

    24 Ottobre, 2010 - 16:58
  19. Syriacus

    Chiedo scusa a tutti, per qualunque cosa li abbia offesi, urtati, scocciati, annoiati..

    Comunque, oggi a pranzo da mia madre le ho chiesto dove avesse comprato la pasta fresca, e mi ha risposto che è andata al solito minimarket dove va ormai abitualmente, gestito da tre intraprendenti e instancabili fratelli (due maschi e una ragazza) maghrebini poco più che teenager.
    “Oggi *** era molto triste”, mi ha detto, “perché dei rapinatori (forse romeni o albanesi) gli hanno rubato l’incasso di due giorni mentre si era assentato per delle consegne a domicilio; la sorella era sola, e l’altro fratello che rientrava al negozio li ha visti, e i ladri l’hanno minacciato brandendo due bottiglie rotte di birra… C’è stato un pò di contrasto, e si è rotto il labbro.”

    Accaduto in un tranquillo quartiere assolutamente residenziale.

    Non sto a parlare di Medio Oriente con mia madre settantenne, la maggior parte del tempo. Chiedo venia. (Di Algeria invece parlo spesso e volentieri con colleghi che vi si recano spesso e ci si spostano mediante estenuanti staffette di mezzi sotto scorta per centinaia di kilometri, ché di ammazzamenti ce ne sono già stati parecchi.. ; potrebbe fra l’altro capitarmi di andarci fra non molto..)

    Andrò a vedere il film (che mi piace immaginare come una sorta di “Grande Silenzio” con meno silenzio , e più enfasi sulla condivisione fraterna.)

    Saluti. E ancora, miserere mei.

    24 Ottobre, 2010 - 19:12
  20. Marcello

    Conto di vedere il film venerdì pomeriggio (mi sono accordato con mia moglie e con i nonni che ci terranno le bambine).
    Per ora ho ricevuto una entusiastica “risonanza” da un mio amico gesuita esperto di cinema che lo ha visto in Francia.
    Sono rimasto colpito nel sentire i miei colleghi “ateacci” molto molto interessati e “commossi” dal tema del film.
    Sono rimasto colpito dal fatto che dei trappisti abbiano potuto smuovere la curiosità e -spesso- il cuore degli scanzonati francesi e di molti non credenti (credo che non creda lo stesso regista)… e in questo mi ritrovo nelle parole di mons. Henri Teissier.
    Davvero il sangue dei martiri fa miracoli. Davvero chi ama il proprio nemico fa miracoli. Davvero chi segue il Vangelo fa miracoli.

    24 Ottobre, 2010 - 19:39
  21. Luigi Accattoli

    da Gianluca Bernardini ricevo un commento al film UOMINI DI DIO apparso nel nuovo sito Acec – di cui è direttore – nel quale si possono leggere altri approfondimenti:

    “Non c’è opposizione”. Così nel 1994, due anni prima della triste vicenda dei sette monaci trucidati in Algeria, il priore padre Christian diceva all’abate generale e amico dom Bernardo Olivera di fronte alla sua affermazione: “L’ordine non ha bisogno di martiri, ma di monaci”. Già perché si può essere martiri e monaci, ma solo in forza di una “scelta”. Quella “scelta” che ti fa restare in una terra che non è tua, ti fa guardare gli uomini che la abitano con gli occhi del cuore e che ti spinge ad amare la tua vocazione perché prima di tutto senti che “così” ha amato Dio. Il film di Beauvois “Uomini di Dio”, presentato e premiato a Cannes, nonché candidato all’Oscar per la Francia, parla propriamente di questa “scelta”.

    Una scelta che, fin dalle prime immagini, descrive la propria ragionevolezza nelle poche parole e nei molti sguardi. Sguardi che s’incrociano e sorridono, che emanano serenità e passione, sguardi rivolti all’Infinito, che si perdono nella eloquente melodia del canto che si fa preghiera o nell’orizzonte di una natura che ti rimanda al suo Creatore. Un racconto squisitamente amorevole che sa accompagnare lo spettatore dentro la storia di questa comunità che, di fronte al rischio della vita, si trova innanzi la decisione più dura della propria esistenza: restare o partire. Ovvero: “rimanere” fino alla fine oppure, come afferma qualcuno, “andarsene” e quindi fuggire? E’ questo il dilemma che ritorna più volte nel film e che fa comprendere non solo “la singolarità dell’ora”, ma tutto il peso che comporta qualsiasi risposta. Perché ne vale non soltanto la salvezza della propria pelle, ma soprattutto quella dell’anima e quindi del cuore. Lo si percepisce nel volto di ciascuno dei monaci, magistralmente interpretati, che sanno dare espressione anche al non detto, più di qualsiasi altra efficace parola.

    Paura e coraggio, preoccupazione e determinazione, sofferenza e pace interiore sono gli ingredienti che si mescolano lungo la narrazione fino ad arrivare alla lirica e struggente scena “dell’ultima cena”, che di fronte alla drammaticità dell’evento (ben sottolineata dalla musica tratta da Il lago dei cigni di Cajkovskij) sa comunicare con singolare delicatezza tutto il valore di un vita che si dona e si consuma. Proprio lì si gioca la capacità empatica dello spettatore, che tra le lacrime e la gioia intravede chiaramente ciò che si può fare in nome dell’amore, in quella sorta di rendimento di grazie. Un grazie che risuona a chiare lettere nel testamento spirituale di padre Christian, contemplato nel silenzio delle ultime drammatiche sequenze del loro AD-DIO.

    25 Ottobre, 2010 - 8:18
  22. raffaele.savigni

    Concordo con Principessa. Di fronte all’altissima testimonianza spirituale di un martire dovremmo anzitutto pregare ed inginocchiarci. Mi sembra una caduta di stile tanto l’atteggiamento di chi usa una vicenda tragica (e le parole sofferte di un presule libanese che ha visto il martirio del suo popolo ed è quindi inevitabilmente un po’ “parziale”) per criminalizzare l’intero Islam, quanto quello di chi tende a “criminalizzare” chiunque osi denunciare certe spinte fondamentaliste (che sono presenti un po’ in tutte le religioni, ma mi sembrano più forti nell’Islam che nel cristianesimo).

    25 Ottobre, 2010 - 17:46
  23. roberto 55

    D’accordo con Principessa e con Raffaele: il tema era il film (che, tra l’altro, non so neanche quanti di noi hanno già visto: io ancora no).
    Va bè.

    A domani.

    Roberto 55

    27 Ottobre, 2010 - 21:22
  24. Marcello

    Ho visto il film oggi pomeriggio, con mia moglie.
    Abbiamo lasciato le nostre due figlie dai nonni e siamo andati.
    Sapevamo che si saremmo emozionati ed è accaduto.
    Il nostro pensiero correva inevitabilmente e continuamente al ricordo di don Andrea Santoro, nostro parroco per molti anni e poi padre spirituale ed amico.

    Ringraziamo il Signore per aver avuto il privilegio di conoscerlo e per i tanti santi che ci mette continuamente accanto, attraverso la conoscenza diretta, ma anche attraverso i libri e il cinema.

    29 Ottobre, 2010 - 20:38
  25. giorgio

    Un buon film che fa meditare; come spesso accade i registi laici riescono a proporre dei soggetti religiosi molto meglio di tanti agiografi che si cimentano con film televisivi. Bene poi ha fatto Beauvois a non evidenziare gli aspetti problematici della vicenda finale del martirio, ancora oggi in attesa di una fedele ricostruzione; aspettiamo – come giustamente ha scritto un religioso – di sapere “chi perdonare”. Intanto da parte sua la Chiesa potrebbe accelerare i processi di beatificazione dei caduti martiri cristiani in Algeria.

    31 Ottobre, 2010 - 13:21

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