Come dicevo nei commenti al post di ieri, sono in Sicilia, ad Augusta, dove nel carcere di Brucoli oggi in mattinata è avvenuta la premiazione del Premio Castelli [io sono il presidente della giuria] che quest’anno aveva come tema “Il cuore ha sete di perdono”; e dove oggi pomeriggio si è fatto un convegno su “La libertà del perdono”. Tra i relatori c’erano quattro parenti di persone uccise: Giovanni Bachelet, Maria Falcone, Caterina Chinnici, Angelica Musy. Ero felice di stare allo stesso tavolo. Nei commenti riporto loro parole vere.
Maria Giovanni Caterina Angelica e la grazia del perdono
13 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Giovanni Bachelet. Il mio intervento è intitolato “Se consideri le colpe”. E’ un riferimento al Salmo 129: “Se consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere?” Il mio perdono agli uccisori di papà prescinde dal loro atteggiamento: è a priori, viene dal fatto che io sono stato perdonato e voglio essere perdonato. Questo non toglie, come ho sempre detto, che la giustizia umana debba fare il suo corso. Ma per quello che vale, il mio atteggiamento verso gli uccisori non è di rivincita, o di attesa di vendetta. Io sono un peccatore e mi rapporto ad altri peccatori senza mettere in conto il torto subito, ma guardando alla comune condizione di bisognosi del perdono”.
Maria Falcone. Ho messo a motto delle mie parole: “Perdonare non è dimenticare”. Io non li ho mai odiati gli uccisori di Giovanni, ma questo non è perdono e dal non odio al perdono credo vi sia molta distanza. Pur essendo cresciuta in una famiglia religiosa, pur ritenendomi cristiana, e attribuisco a questa formazione la mancanza in me di sentimenti di odio, io sono sempre stata convinta che quei mafiosi li avrei potuti perdonare solo se avessero chiesto perdono: ma non l’hanno fatto, e dunque che senso aveva perdonare chi non riconosceva la colpa? L’avessero chiesto, li avrei certamente perdonati e dico questa mia disponibilità con le parole di Papa Francesco: chi sono io per giudicare? E se non posso giudicare, devo perdonare.
Caterina Chinnici. Sono figlia di un magistrato ucciso e sono io stessa un magistrato, perciò il mio titolo è “Tra giustizia e coscienza”. Ho impiegato trent’anni per maturare il mio perdono. Ritengo un dono l’esserci riuscita. E’ stato un cammino arduo e storto. Mi ha molto aiutato la fede della mamma, subito pronta a perdonare. Negli anni la sua fede ha lavorato in me. Trovo che l’aver perdonato mi ha permesso di uscire dal risentimento, di guardare con occhio limpido gli offensori. Occorre un grande lavoro con se stessi per rinnovare ogni giorno la decisione del perdono. Condivido l’idea di Giovanni Bachelet: il mio perdono è unilaterale, previo, incondizionato. E’ un atto indipendente da richieste, o dal corso della giustizia.
Angelica Musy. “Nel perdono trovo la spinta per rialzarmi” è il mio titolo. Non ho avuto richieste di perdono, non le attendo. Credo che sia stata la tanta preghiera ad aiutarmi. A lungo ho desiderato di conoscere l’uccisore, vogliosa di sentire le sue parole su quell’atto così ingiusto di uccidere un uomo come Alberto, un uomo buono, positivo, padre di quattro bambine. Ma ora non attendo più quelle parole né altre. Il desiderio di riconciliazione io e le mie figlie l’abbiamo riversato nell’opera che abbiamo avviato costituendo un fondo per dare “borse lavoro” a ex detenuti: credo che sia questo il modo migliore di onorare la memoria di Alberto. Se posso aiutare un detenuto a trovare la forza di togliersi da situazioni così critiche, questo sarà un segno di speranza anche per me, per le mie figlie, per tutti.
Parole tutte bellissime: su tutte, le più belle, secondo me, sono quelle di Caterina Chinnici.
Buon sabato a tutti !
Roberto Caligaris
“Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più”
OSCAR WILDE
“Dio mi perdonerà. E’ il suo mestiere”
Heinrich Heine
Scusate le frasi che ho postato che magari suonano ironiche ed irriverenti, ma mi chiedo dove è finita la leggerezza, l’ironia, su questo blog?
una cappa plumbea, convenzionale , politicamente corretta è calata sul blog di Accattoli?
E’ vero che dopo la defezione di Leonardo ( il più fine umorista) e del suo
emulo Luigi Franti, c’è poco da stare allegri.
ma anche il vostro ” modello”, papa Francesco ogni tanto si lascia andare a una bella risata dopo una (modesta secondo me ) barzelletta del suo collega Welby.
Sai quale è la differenza fra un liturgista e un terrorista?
col terrorista puoi trattare…
e i due si sono scompisciati . ah, ah, ah
http://video.repubblica.it/vaticano/vaticano-papa-francesco-ride-alla-barzelletta-dell-arcivescovo-di-canterbury/254442/254655?ref=fbpr
Effettivamente, Maria ” Cassandra” Cristina, è la stessa domanda che mi faccio quando leggo i tuoi commenti: dove è finita la leggerezza, l’ironia, su questo blog?
🙂
Menomale che ci pensano alcuni buontemponi vescovi Usa a farci fare quattro sganasciate con il loro franco appoggio a quel bel tipino ucciuccisentoodordicristianucci Trump…..
🙂 🙂 🙂
Se è per questo, amico Lorenzo, qui c’era il Cardinale Ruini che sosteneva Berlusconi ………….
Buona domenica a tutti !
Roberto Caligaris
Vero, vero Roberto.
E non fu una storiella improvvisata….ma una lunga “storia” di anni,
Fino alla” liquidazione” , brutale e definitiva.
La Chiesa italiana , quando si mette, è capace di schiettissimi ragionamenti di lobby, al limite del cinico…..
Niente di cui scandalizzarsi, beninteso.
( però. oggettivamente, Trump lo trovo decisamente “oltre” rispetto al Berlusca nostrano, di cui peraltro mi pare un emulo)
No, e chi si scandalizza più, Lorenzo, alla nostra età ? Solo, questo sì, paghiamo anche noi, che di questa Chiesa siamo parte (indegnissima, almeno per quel che mi riguarda), le conseguenze di tali sciagurati “tatticismi” (o “ragionamenti da lobby”, come dici tu).
CIAO !
Roberto Caligaris