Se avessero creduto a Maria di Magdala

Maria di Magdala (vedi post precedente) fu scelta da Gesù come prima annunciatrice della resurrezione – così raccontano Marco e Giovanni – ma non fu creduta dai discepoli ai quali era stata mandata. Secondo Matteo Gesù appare la prima volta al gruppo delle donne tra le quali era Maria e dà loro quello stesso incarico. Secondo Luca alle donne – compresa la nostra Maria – sono gli angeli a dare l’annunzio della resurrezione e il compito di trasmetterlo ai discepoli. Dunque la successione dei testimoni e degli annuziatori della Resurrezione secondo tutti e quattro i Vangeli inizia dalle donne e non da Pietro o dagli undici. Ma Pietro e gli undici non credono alle donne e Paolo quando farà – nel capitolo 15 della Prima lettera ai Corinti – un elenco documentale delle apparizioni del Risorto non nominerà nè Maria di Magdala nè le altre donne. In Matteo 28 Gesù dice alle donne: “Andate ad annunciare ai miei fratelli”. Ma Paolo poco dopo dirà: “Le donne nella Chiesa tacciano”. La parola delle donne allora non contava e non potevano testimoniare in giudizio. Se i discepoli avessero inteso tutto il significato della scelta delle donne da parte di Gesù, la storia della Chiesa avrebbe potuto essere diversa. Non dico questo in riferimento al sacerdozio femminile – che non ci sarebbe stato comunque – ma per la facoltà di parola che il Risorto aveva riconosciuto alle discepole e per la centralità dell’amore nella vita dei cristiani. – Ringrazio i visitatori per i suggerimenti che mi hanno dato con i commenti al post precedente in vista della conversazione su Maria di Magdala che ho svolto ieri con i giovani della XII prefettura della diocesi di Roma. Il testo della mia introduzione si può leggere qui

100 Comments

  1. marta09

    Non ha importanza quello che è stato “scelto” in passato, l’importante rivalutare tutto per il presente ed il futuro.

    30 Marzo, 2009 - 7:19
  2. raffaele.savigni

    “Le donne nella Chiesa tacciano”.
    Paolo non è tutto in quella frase (che qualche esegeta considera addirittura un’interpolazione posteriore): ha detto che in Cristo non c’è più uomo e donmna, schiavo e liero, ma tutti siamo una soloa cosa in Cristo Gesù. Ed ha volarizzato Priscilla ed Quila, una coppia di sposi (negli Atti degli Apostoli è menzionata al primo poso la donna).
    Inviterei poi Marta ad andare a rileggere la mia risposta ad un suo post del 26 marzo, ingiustamente polemico nei miei confronti per una battuta sulla forza fisica e l’intelligenza delle donne, che aveva tutt’altro significato, diverso da quello da lei inteso.

    30 Marzo, 2009 - 7:40
  3. ci farai leggere la tua conferenza caro Luigi? 🙂

    30 Marzo, 2009 - 8:59
  4. plpl8

    Buongiorno Luigi non mi é chiaro perché dici il sacerdozio femminile non ci sarebbe stato comunque ? Me lo puoi spiegare ? Grazie.

    30 Marzo, 2009 - 9:04
  5. Luigi Accattoli

    Maioba mentre tu facevi quella domanda io stavo inserendo il link alla conferenza, che raggiungi anche visitando la pagina “Conferenze e dibattiti” elencata sotto la mia foto.

    30 Marzo, 2009 - 10:02
  6. carissimi, a proposito delle donne nella Chiesa (ascoltate e non ascoltate), ieri in un incontro assolutamente inatteso, per presenze e situazioni, ho scoperto (faccio ammenda) la figura di Maria Valtorta (http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Valtorta) e la vicenda delle sue 1600 pagine manoscritte (senza correzioni) in cui sul letto di malattia ha “riscritto” gli ultimi 3 anni di vita di Gesù (ne sono stati tratti 16 volumi).

    Ho capito che la posizione della Chiesa negli anni è stata molto combattuta (consigliata solo a lettori esperti nella fede, poi messa all’indice, poi riabilitata)…

    Cosa se ne sa sul pianerottolo? Datemi un buon motivo, se c’è, per non comprare questi volumi (se mai li trovo)…

    30 Marzo, 2009 - 10:04
  7. Luigi Accattoli

    plpl8. Mi attengo agli insegnamenti dati da Paolo VI e Giovanni Paolo II sull’intenzione di Cristo di attribuire la funzione sacerdotale ai soli discepoli uomini. Io non sono teologo. Sto a quell’insegnamento e dico: il sacerdozio no, ma la parola sì, quella Cristo l’aveva data alle donne: “Andate e annunciate”. E insieme alla parola, il ruolo di “prime apostole”. In questo l’intenzione di Cristo è stata ricevuta solo a metà. Con Marta09 dico: guardiamo avanti.

    30 Marzo, 2009 - 10:13
  8. grazie, Luigi! Molto bello! complimenti!

    30 Marzo, 2009 - 11:05
  9. Massimo D

    Il sacerdozio no, ma la parola sì. E l’annuncio.
    Ma la missione della Chiesa è l’annuncio. La questione posta da Luigi interpella dunque il ruolo della donna nella chiesa e insieme il ruolo della chiesa nel mondo. Vorrei dire: non è che il ruolo indubbiamente subordinato che la donna ha da sempre anche nella Chiesa è in qualche modo un riflesso del fatto che la missione dell’annuncio della parola è un poco in ombra nella Chiesa?
    Sono reduce da un viaggio in Palestina. Un mio compagno di viaggio (non credente) di fronte a quanto vedeva ha osservato che la subordinazione della donna è forse il tratto comune più vistoso alle tre religioni monoteiste.

    30 Marzo, 2009 - 11:16
  10. marta09

    Raffaele, non era polemica … ancor di meno lo era nei tuoi confronti … Ma a volte è come stare sotto il faro del giudizio maschile che concede qualcosa. E’ una brutta impressione davvero.
    Insomma un discutere sulla donna mi sembra sempre un discorso come fatto sul “terzo mondo” …

    Ma avevo capito il senso delle tue parole … solo che ho sbagliato – probabilmente – nel tono delle mie.
    Càpita!!

    ciao

    30 Marzo, 2009 - 13:04
  11. Mi sembra che Luigi dica qualche cosa di più del semplice sacerdozio si o no alle donne.

    La sfida non è il sacerdozio.

    La sfida è che il primo annuncio e la prima missione di annuncio della resurrezione Gesù la fa ad una donna,
    ed una donna è all’inizio dell’Incarnazione di Dio in Gesù,
    ed una donna è all’inizio della missionarietà che forma la Chiesa.

    Il ruolo del sacerdozio nel cattolicesimo riprende la tradizione levitica formando la tipica casta maschile…

    Ma Luigi ci dice che Gesù fa molto di più.

    Ed è certamente pesante la relega a margine che il mondo cristiano, la Chiesa hanno fatto della donna.

    Per caso tutta la Chiesa di Chiese, ha perso qualche cosa per strada?

    Il fatto che Gesù dà il primo mandato di annuncio ad una donna e non ad un uomo e non viene presa in considerazione, è un segno ineluttabile dell’incapacità degli uomini anche nella Chiesa per non saper leggere il segno-presenza della donna-donna nella rivoluzionaria scelta di Gesù?

    E la rivoluzionaria scelta di Gesù, di dare la primizia fondamentale della sua opera di salvezza ad una donna, oggi dice qualche cosa a noi cattolici e alla Chiesa tutta?

    30 Marzo, 2009 - 13:23
  12. la società di fede deve essere comunista , ogni buon prete deve essere comunista , perchè Cristo propone come modello della vita della Chiesa e della società di fede , la comunità . Ma questa società comunista deve essere rigidamente una comunità ecclesiale e non naturale , lontana dal mondo e dalla società naturale , senza fraintendimenti e senza mediazioni di sorta perchè significherebbe compromesso , mafia , massoneria e confraternite economche e lobby . E i comunisti vanno messi al muro senza se e senza ma .
    La società naturale si basa sulla legge del taglione che dice : “occhio per occhio dente per dente “,che non è legge di vendetta ma di giustizia , cioè su ciò che sta alla base dei dieci comadamenti . Se uccidi, dice la legge devi essere ucciso e non perdonato ! Nella società naturale il perdono dell’autorità sarebbe considerato delinquenza e compromesso,corruzione !! La schiavitù,in tempi in cui non esistevano gli ammortizzatori sociali , come è prospettata nella legge di israele, era un istittuto di beneficienza .
    Il padrone doveva provvedere a mantenere il debitore e tutta la sua famiglia invece di essere ucciso e mandato sotto i ponti o in mezzo alla strada come avveniva nella società pagana . Dopo sette anni doveva addirittura essere liberato ! Una legge naturale tanto buona , non buonista, credimi, non la trovi nelle antiche legislazioni naturali .

    30 Marzo, 2009 - 13:23
  13. raffaele.savigni

    Marta: incidente chiuso. Ci tenevo solo a chiarire che io e Affus siamo molto diversi.
    Matteo, un’affermazione come questa “Il ruolo del sacerdozio nel cattolicesimo riprende la tradizione levitica formando la tipica casta maschile…” mi sembra riduttiva e inesatta. Il Cristianesimo reinterpreta il Levitico attraverso la lettera agli Ebrei, ma sviluppa un’idea del “sacro” ben diversa.Negli sviluppi storici si perde sempre qualcosa accentuando qualcosìaltro, ma il cattolicesimo e l’ortodossia (diversamente dal protestantesimo) hanno conservato ciò che è essenziale.Ora cerchiamo di valorizzare anche gli elementi che sono stati un po’ accantonati, ma cerchiamo di farlo in positivo, senza emettere sentenze sommarie sul passato. Nonostante certi limiti dovuti al clericalismo, al maschilismo ecc., il cattolicesimo ha saputo valorizzare la Vergine Maria, Maria di Magdala (il cui cuklo era assai diffuso nel Medioevo), caterina da Siena e tante mistiche.

    30 Marzo, 2009 - 14:31
  14. Raffaele,
    un’affermazione come questa “Il ruolo del sacerdozio nel cattolicesimo riprende la tradizione levitica formando la tipica casta maschile…”
    l’ho riportata come me l’ha ricordata il mio amico sacerdote venerdì sera a cena.

    Io sono per:
    meno ipocrisia,
    e guardare in faccia la realtà!
    altro che studio……

    Il cristianesimo reinterpreta…..
    per favore!!!

    Scopri da solo l’epoca in cui tutto il potere dai laici va in mano alla “casta clericale”,
    quando in monasteri e conventi,
    il sacerdote diventa superiore ai fratelli “conversi”….. e questi divengono subalterni e servi dei rivestiti del potere sacrale….

    Non so su quali libri di storia della Chiesa abbiamo studiato,
    certo molto diversi….

    Sapevo che prima o poi si sarebbe cominciato a parlare della Vergine Maria per chiudere la bocca…..

    Ma la vergine Maria e Maria di Magdala nella storia del cristianesimo avranno
    vite molto diverse,

    Maria troppo spesso verrà mitizzata perdendo le forme di una donna,

    Maria di Magdala è rimasta sempre donna a tutti gli effetti, mai rivestendo forme divinizzate,

    anzi confondendosi con l’intera umanità di ogni sofferenza personale di tre Marie (ricorda Accattoli) se ne fanno una……
    Anche questo simbolismo storico di confusione ha un significato metastorico.

    30 Marzo, 2009 - 15:26
  15. marta09

    E’ un bel problema … e adesso come faccio?
    Voglio dire, c’è un po’ di ragione in tutti … ma dovrei postare una cosa abnorme, ma su una cosa concordo con Raffaele
    ======================
    Ora cerchiamo di valorizzare anche gli elementi che sono stati un po’ accantonati, ma cerchiamo di farlo in positivo, senza emettere sentenze sommarie sul passato
    ======================
    che è poi quello che ha fatto Gesù, se vogliamo vedere! Sul passato si costruisce il futuro, senza di quello ogni cosa cade; ma nel passato, nel presente e nel futuro gli errori ci sono o possono essere e quindi ci si corregge evitando quell che in modo comico si dice: “non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca”.

    Per la donna è un discorso tutto da reinventare, (anche noi dentro la categoria, tranquilli) e aspetto ancora un po’, forse devo solo capire ancora un po’.

    Per ora ho solo in testa il discorsino che Dio ha fatto al serpente e alla donna dopo il P.O. … quel “porrò inimicizia tra te e la donna, tra quelli della tua stirpe e quelle della sua stirpe …” con tutto il resto. Un compito incredibile quello affidato alle donne, quasi un “chi rompe, paga” e riporta tutto a posto.

    Ciao a tutti

    30 Marzo, 2009 - 16:05
  16. lycopodium

    Strano destino quello della Maddalena! Oggi quasi divinizzata à la Dan Brown. Ma neanche tanto strano. Non voglio offendere nessuno dei presenti, ma il “culto della dea” sembra nascere nello stesso medium che non trova tanto strano pensare il sacerdozio cattolico come una retrocessione veterotestamentaria e patriarcale. O, se non nasce, in quel medium non trova sufficienti anticorpi per liberarsene; un pabulum?

    30 Marzo, 2009 - 16:26
  17. Gerry

    Credo che tutti (non solo come cristiani) dovremmo ringraziare per quello che hanno fatto i monaci nei lunghi secoli in cui sono rimasti una fiaccola accesa, consentendoci di essere oggi quello che siamo: non fu certo loro responsabilità se le città si erano spopolate, se tutta la società civile viveva una crisi profonda, a partire da quella demografica. Certo il ruolo sociale della donna, nella Chiesa e nella società (ammesso che questa distinzione potesse allora avere senso) si era ridotto rispetto a quello già esistente nel mondo greco e romano e rinvigorito dall’eguaglianza predicata, e almeno in parte vissuta, nella chiesa domestica dei primissimi secoli (ricordo Tertulliano – Alla sposa – dove chiaramente si esprime l’egual valore dei due coniugi: “quale coppia sarà mai quella di due cristiani, aggiogati da una sola speranza, da un solo desiderio, da una sola disciplina e dalla medesima condizione di servi! Tutti e due fratelli, tutti e due compagni di servizio. Nulla li separa né nello spirito né nella carne, anzi sono veramente due in una sola carne … insieme li trovi tutti e due nella Chiesa di Dio, insieme al banchetto di Dio, insieme nelle ristrettezze, nelle persecuzioni, nei momenti di sollievo” e tante altre sue espressioni che, se fossero rese vere nella pratica, cambierebbero la faccia di questo mondo). La società di un monastero non poteva allora (e non potrebbe oggi) essere “naturale”, esprimeva necessariamente una unilateralità di genere da cui non poteva che nascere un pregiudizio (magari sulla base di alcuni versetti biblici che gli amici di pianerottolo sicuramente ben conoscono e ricordano), così come la differenza di ruolo tra sacerdoti o religiosi non ordinati credo riflettesse, più o meno, l’alfabetizzazione o il suo livello. Voglio dire che le ragioni sono tante e non si può far discendere l’oggettiva riduzione del ruolo delle donne da una specie di “conventio ad excludendum”. Oggi – senza rivendicazionismi parasindacali, nei termini quindi proposti da Luigi – si tratta di recuperare il valore del messaggio originale, che è di uguaglianza e pari dignità.

    30 Marzo, 2009 - 16:50
  18. Massimo D

    Lycopodium, mi sa che è il femminile che cerca prepotentemente di prendersi il posto che gli spetta, anche nella religione. Lo fa, in un modo o nell’altro, dove trova spazio. D’altra parte, noterai che è una costante anche da parte dei vertici ecclesiastici: quando la “rivendicazione” del ruolo femminile si fa più pressante, la risposta è un’accentuazione del culto mariano, quasi a volere (perdonatemi) femminilizzare la divinità per non dover femminilizzare la struttura ecclesiale.

    30 Marzo, 2009 - 17:04
  19. ALT !
    Luigi questa sera verso le ore 18,00 ho avuto una locuzione interiore che mi ha rivelato un passo del vangelo . Luca cap. 19 , ci racconta la parabola delle mine . Un uomo di stirpe nobile partì per ricevere il tittolo di Re.
    Ma i sui cittadini gli madarono dietro un’ ambasceria a dire : “non vogliamo che costui regni su di noi ”
    Al ritorno il re disse a quei nemici che non volevano che egli governasse : “conduceteli qui e sgozzateli davati a me ” .

    Ebbene nella locuzione interiore che ho ricevuto , ho avuto la netta sensazione che quei nemici che non volevano che il re governasse fossero i COMUNISTI !

    Oddio come siamo messi male !

    30 Marzo, 2009 - 19:06
  20. Luigi Accattoli

    Veramente affus.

    30 Marzo, 2009 - 19:49
  21. Clodine

    Io credo che il problema all’interno della chiesa cattolica del non concedere i voti sacerdotali alle donne non è certo per una presa di posizione. Credo invero che sia di natura eminentemente storica. Anzi, analizzando bene le scritture non esisterebbe neppure un sacerdozio, almeno non inteso come si è evoluto nel corso dei secoli. Di fatto Gesù nella sua predicazione non fa mai uso di questo termine, né afferma che lo fossero i suoi discepoli. In questa ottica, il solo pensiero che una donna possa esserlo in virtù di una chiamata del Maestro è davvero paradossale. Soltanto dopo la morte di Gesù (Cristo-evento) il sacerdozio viene accettato e inteso quale immagine cultuale del sacrificio, e i depositari di questo culto sono i 12 Apostoli. Questo fatto è accertato e attestato già all’epoca della morte di Gesù. Fu proprio il Gesù pre-pasquale a chiamare e istituire i dodici, in una parola a “farli!”. Questo dato storico ci fa capire quanta importanza rivesta questo appellativo, e fu proprio Paolo a rendere cosciente la Chiesa del significato strettamente teologico dell’apostolato in relazione ai 12 quali “inviati” plenipotenziari del Signore: solo loro, i 12 sono è autorizzati a fondare e dirigere le chiese. E’ questo il punto nevralgico: nessuna donna è stata autorizzata dal maestro a rivestire questo ruolo primario, ma solo servizio o diaconìa per il regno!

    @ Affus …chi essere tu ??!! ????? ehmm…sei nuovo del blog?

    30 Marzo, 2009 - 20:19
  22. marta09

    @Clodine, concordo pienamente. Il “mandato” dato alle donne è diverso, se vogliamo più “raffinato e nascosto” (così nascosto che ancora oggi lo stiamo cercando). E’ l’annuncio, è l’ “andare a dire” e – magari – a dire proprio a quelli che sono apostoli a pieno titolo. 😉

    E’ una cosa delicata, ma nel Vangelo si parla sempre di donne al seguito di Gesù e degli apostoli che sostenevano con i loro beni (da cui si può intendere non solo beni economici, ma ogni tipo di bene ed anche di dono).

    Un altro fatto abbastanza insolito è che non si è mai sentito dire dagli apostoli qualche parola di “disprezzo o superiorità” a queste donne. Si respira un’aria di “collaborazione” e di rispetto reciproco con la piena e serena coscienza del “chi fa cosa” – o meglio – “chi è per chi”. Insolito perchè davvero le donne al tempo o erano spose e madri o contavano meno degli animali, donne che mai più avrebbero potuto seguire così degli uomini come invece è stato fatto.

    Le parole di Gesù a Maria “Vai a dire ai miei fratelli” credo sia proprio questa “parola da dire ai fratelli apostoli”.
    Il fatto che non sia stata ascoltata (veramente c’è la pena degli apostoli che Maria possa essere impazzita dal dolore) non ha creato in Maria un’ansia di volerlo essere, al contrario, è rimasta tranquilla. Ha visto ed ha detto, le è stato ordinato e l’ha fatto … niente di più.
    Ma il “non credere degli apostoli” a Maria è stato difeso addirittura da Gesù che ha “rincorso” per 40 giorni ogni apostolo/discepolo per convincerlo della Sua Risurrezione e per ribadire ogni insegnamento.

    E’ questa “parola alle donne” che lascia pensierosi ben sapendo che sarà sempre una parola non ascoltata.

    Non so, tutto questo ha l’aria del perfetto apostolo, che dice senza pretendere di avere ragione o di essere ascoltato; che annuncia senza forzare la libertà altrui; che osa rischiare anche la propria dignità in nome di ciò che vive e vede.

    Ma a questo punto sono io come donna che mi sto interrogando …

    A proposito, è abbastanza singolare che le letture di oggi hanno protagoniste femminili (Susanna e l’adultera).

    Mah! … 🙁

    30 Marzo, 2009 - 21:24
  23. lycopodium

    @ Massimo.
    1. Cagliari 1970. Papa Paolo 6°, davanti al santuario di NS di Bonaria, disse “non si può essere cristiani, se non si è mariani”. La tua ricostruzione diciamo che “non valorizza appieno” questa somma espressione papale.
    2. Maria riassume in sé il meglio dell’Ecclesia (madre, figlia, sposa del Signore), ogni opposizione all’autentico culto mariale diminuisce la Chiesa stessa. Così come diminuiscono l’identità della Chiesa tutte le ipotesi di lavoro che assolutizzano criteriologie aliene.
    3. È un fatto, invece, che l’allontanamento dall’autentica cristologia e dall’autentica mariologia si ripercuote sull’ecclesiologia: la Chiesa, carisma che è istituzione e istituzione che è carisma, diventa preda di un antiistituzionalismo pseudocarismatico, che non vede l’ora di farsi istituzione usurpatrice.
    4. Facilissimo allora pensare che il vero compito non sia “portare Cristo” e “portare a Cristo”, ma ritagliarsi quote-latte nella futura burocrazia ecclesiastica (a questo livello si pongono le ossessive rivendicazioni per i c.d. “viri probati”, per l’ordinazione femminile, per una nuova morale più situazionista, per un maggior diritto d’accesso ai sacramenti, per un ecumenismo al minimo comune determinatore).
    5. Evidentemente, quelle di 4., sono questioni di rango dottrinale diversissimo, ma che vanno considerate comunque periferiche rispetto al nucleo dell’identità cristiana.

    30 Marzo, 2009 - 21:45
  24. Luigi Accattoli

    Affus: le 18.00 ora legale?

    30 Marzo, 2009 - 22:48
  25. Lyco permettimi, ma quelle che elenchi non mi sembrano affatto quote latte di una burocrazia ecclesiastica.
    A me si presentano persone con nome e cognome ed indirizzo… raramente casi…
    e quando la mia testa comincia a fare un “caso” di una persona mi do’ un colpo e un pizzicotto per tornare in me stesso…

    30 Marzo, 2009 - 22:58
  26. nucleo dell’identità cristiana?

    Maria di Magdala non è cristiana,

    è una ebrea che ama profondamente Gesù, Ebreo, ma Risorto……

    una donna che non ha titoli di credibilità….

    Chi è chiamato per nome da Gesù, deve avere titoli di credibilità? o di identità?

    O forse Gesù aveva iniziato una destrutturazione, in tempi non maturi, ma che suonano come messaggio a noi oggi?

    30 Marzo, 2009 - 23:06
  27. lycopodium

    Maioba, ops!, preparami un chiletto di cenere, per quando verrò a Guspini/Canossa …
    Preciso: è certo che – dal lato del singolo fedele – la questione assume diversa connotazione; giustamente tu ti fai carico delle singole problematiche, ovviamente nell’intento di “portare Cristo” e “portare a Cristo”. Niente da eccepire in proposito,figuriamoci!
    Altro è però l’ideologizzazione del singolo caso (perdonami la deformazione da pregressi studi epidemiologici!) a fini non pastorali, ma di “lotta per la conquista”. Solo nei confronti di questa ideologizzazione mi sono esposto, non certo contro il singolo credente. Ideologizzazione che diventa anche programma politico, che si fa scudo del caso singolo.
    A scanso di equivoci, mi irrita assai anche la strumentalizzazione politico-partitico-leaderistico-mediatica (capito mi hai?) delle idee religiose ed etiche che sento mie!

    30 Marzo, 2009 - 23:21
  28. lycopodium

    Matteo, l’unica identità di cui parlavo è anche quella di cui parli tu (“Chi è chiamato per nome da Gesù”); il resto non è superfluo, ma è il sovrappiù.

    30 Marzo, 2009 - 23:25
  29. Darwin e alcune perle del suo pensiero poi attuato da Hitler

    “Noi uomini civilizzati facciamo di tutto per arrestare il processo di eliminazione; costruiamo asili per pazzi, storpi e malati; istituiamo leggi per i poveri ed i nostri medici esercitano al massimo la loro abilità per salvare la vita di chiunque all’ultimo momento. Vi è motivo per credere che la vaccinazione abbia salvato un gran numero di quelli che per la loro debole costituzione un tempo non avrebbero retta al vaiolo.

    Così i membri deboli delle società civilizzate propagano il loro genere. Nessuno di quelli che si sono dedicati all’allevamento degli animali domestici dubiterà che questo può essere altamente pericoloso per la razza umana…Dobbiamo quindi sopportare l’effetto, indubbiamente cattivo, del fatto che i deboli sopravvivano e propaghino il loro genere, ma si dovrebbe almeno arrestarne l’azione costante, impedendo ai membri più deboli e inferiori di sposarsi liberamente come i sani.” (C. Darwin, “L’origine dell’uomo”, p.628, Newton, Roma, 1994).

    “Greg e Galton hanno molto insistito sull’ostacolo più importante, esistente nei paesi civilizzati, contro l’incremento di numero degli uomini di classe superiore, cioè sul fatto che i più poveri e negligenti, che sono spesso degradati dal vizio, quasi invariabilmente si sposano per primi, mentre i prudenti e frugali, che sono generalmente virtuosi anche in altri modi, si sposano in tarda età…Ovvero, come scrive Greg: ‘L’Irlandese imprevidente, squallido, senza ambizioni, si moltiplica come i conigli; lo scozzese frugale, previdente, pieno di autorispetto… trascorre i suoi migliori anni nella lotta e nel celibato… Nell’eterna lotta per l’esistenza è la razza inferiore e meno favorita che ha prevalso ed ha prevalso non ad opera delle sue buone qualità ma dei suoi difetti” (C. Darwin, idem, p. 631).

    31 Marzo, 2009 - 6:17
  30. Ok, ho capito, non devo leggere il testo di Maria Valtorta…
    🙂

    31 Marzo, 2009 - 8:42
  31. raffaele.savigni

    “Non so su quali libri di storia della Chiesa abbiamo studiato,
    certo molto diversi….”
    Matteo, forse la mia teologia è un po’ conservatrice (almeno ai tuoi occhi), ma la storia della Chiesa credo di conoscerla abbastanza: infatti insegno storia medievale, ed ho approfondito proprio la storia delle istituzioni ecclesiastiche e dell’esegesi patristica.
    Mi sarà lecito, spero, dissentire dalle opinioni del tuo amico prete e dalle tue ipotesi di “destrutturazione” dell’identità cristiana. Non serve a nulla chiedersi se Maria di Magdala fosse “ebrea” o “cristiana”: era (come la Vergine Maria) un’ebrea che ha creduto in Cristo, quindi una “cristiana” che non ha rinnegato questo la sua radice ebraica. E Gesù era un ebreo che ha fondato il cristianesimo sulla sua Persona.
    Contrapporre “ebreo” e “cristiano” mi sembra sterile e impreciso (anche se fosse un cardinale a dirlo).

    31 Marzo, 2009 - 10:12
  32. raffaele.savigni

    Concordo con la precisazione di Lycopodium. Chi è chiamato per nome da Gesù non deve avere precedenti “titoli di credibilità”: può essere un pubblicano, una prostituta, un centurione romano, uno zelota, un pescatore, un esponente di una famiglia sacerdotale… E’ la grazia di Dio che fonda la nuova identità: “per grazia di Dio sono quello che sono”, disse Paolo.Quindi non è utile contrapporre la libertà dell’iniziativa di Dio (che non guarda ai titoli accademici o alle gerarchie sociali) all’identità (che viene dopo e si fonda sulla grazia, non sui “meriti” umani).

    31 Marzo, 2009 - 10:17
  33. Leopoldo

    Riporto un brano dell’intervento di Clodine e lo do per buono.
    “E’ questo il punto nevralgico: nessuna donna è stata autorizzata dal maestro a rivestire questo ruolo primario, ma solo servizio o diaconia per il regno!”.
    Ecco, qualcuno sa perché Gesù avrebbe fatto questa scelta? O basta semplicemente che l’abbia fatta, al di là di ogni ragione?
    Guardate, è difficile dall’esterno, se non impossibile, non legare l’esclusione delle donne dal sacerdozio ad una presunzione di superiorità dell’uomo (maschio) sulla donna. Non mi riferisco, ovviamente, all’insegnamento dei singoli, Paolo VI, Giovanni Paolo II (citati da Luigi), che troverei rozzo e semplicistico definire maschilisti, ma a tutta una tradizione che è andata, al di là delle contingenze della storia e dei suoi cambiamenti, in questa direzione.

    31 Marzo, 2009 - 10:25
  34. Jump

    Salve a tutti. E’ un po’ che sto in disparte sul pianerottolo ad ascoltare ed oggi vorrei anch’io contribuire. Il discorso legato al sacerdozio ministeriale mi ha sempre un po’ intrigato soprattutto nel tentativo di comprendere il perché non è stato affidato anche alle donne. Ho una idea che non so quanto sia ortodossa e teologicamente corretta ma ve la voglio esporre così com’è.
    Un ministro è un servo o meglio è a servizio della comunità perché ha ricevuto, e accolto, una chiamata particolare da Nostro Signore. Forse è questo il discrimine magari considerava gli uomini-maschi più tentati dal potere e gli da un ruolo che avrebbe dovuto indirizzarli verso un’attenzione maggiore alla comunità che nelle donne viene più naturale in quanto Madri.
    maioba: un saluto particolare ad un sacerdote che vive nel paese di mia madre 🙂

    31 Marzo, 2009 - 11:25
  35. raffaele.savigni

    “Ecco, qualcuno sa perché Gesù avrebbe fatto questa scelta? O basta semplicemente che l’abbia fatta, al di là di ogni ragione?
    Guardate, è difficile dall’esterno, se non impossibile, non legare l’esclusione delle donne dal sacerdozio ad una presunzione di superiorità dell’uomo (maschio) sulla donna”.
    Non sono d’accordo, Leopoldo. Seguendo la stessa logica dovremmo dire che il maschio è discriminato perché Gesù è apparso alle donne prima che agli apostoli, o perchè l’uomo non può partorire (e il Dio uomo è stato generato da una donna e non da un maschio). Se il sacerdozio ministeriale è un servizio e non un “potere”, non ha senso parlare di “superiorità” del prete rispetto ad una monaca, ad una catechista, ad una madre di famiglia (e viceversa): si tratta di carismi diversi, tutti utili, da vivere guardando sempre al primato della carità (come ci ricorda Paolo ed anche santa Teresa di Lisieux).
    Storicamente il sacerdozio maschile è stato certamente motivato anche con un richiamo discutibile a “ragioni” umane, oggi non più valide (ad es. san Tommaso diceva che la donna non può essere prete per vari motivi, tra cui il fatto che è “in statu subiectionis”: per lo stesso motivo un servo non poteva essere ordinato finché rimaneva tale).Ma al di là di questi motivi transeunti e caduchi esiste la volontà di Gesù, ed anche, direi, il simbolismo nuziale presente nella Scrittura (come ho già ricordato tempo fa, Balthasar parlava di “principio mariano” e “principio petrino”, entrambi necessari nella Chiesa).

    31 Marzo, 2009 - 11:41
  36. vabbè, mi butto e vi seguo (addio Maria Valtorta)…

    credo che in tutto ciò vada considerata la cultura del tempo di Gesù, che pure avrà avuto il suo peso… sebbene lui ne abbia rotte diverse di “tradizioni”… a partire da quella di osare parlare con una donna di dubbi costumi e per lo più samaritana (nemica e idolatra)… non si addiceva propri a un rabbì…

    L’ipotesi di Jump è interessante.

    31 Marzo, 2009 - 12:32
  37. @ Jump

    Benvenuto! Ma dai, davvero?? scrivimi in privato… adesso son curioso!!
    ciao a tutti…
    non intervengo sulla questione del sacerdozio ministeriale riservato ai soli battezzati di sesso maschile, perchè l’ultima volta è successo un mezzo finimondo… 🙂

    31 Marzo, 2009 - 12:47
  38. @ Leopoldo 31 marzo 2009 @ 10:25

    “E’ questo il punto nevralgico: nessuna donna è stata autorizzata dal maestro a rivestire questo ruolo primario, ma solo servizio o diaconia per il regno!”.
    Ecco, qualcuno sa perché Gesù avrebbe fatto questa scelta?

    Leopoldo tu sai dirmi QUANDO Gesù ha fatto QUESTA scelta, o ha fatto questo tipo di istituzione verso le donne?

    Io non l’ho trovata da nessuna parte.

    31 Marzo, 2009 - 13:30
  39. Chi è chiamato per nome da Gesù non deve avere precedenti “titoli di credibilità”.

    Ma io che vivo nel mondo e nella Chiesa Cattolica, mi accade divedere qualcosa di diverso…….
    forse devo mettermi gli occhiali?

    La mia non voule essere assolutamente polemica,
    fotografo quello che vedo,
    e quello che vedo nella realtà dei fatti non corrisponde a quello che mi dici tu, Raffaele.
    Mi fa piacere la materia del tuo insegnamento, come a me fa piacere ascoltare, leggere, ricercare.
    Io non mi accontento mai, non do mai per scontato, purtroppo…..
    sono curioso,
    amo conservare,
    ma voglio sempre capire,
    perchè ho il dono dell’intelligere, a prescindere da quanto sappia usarlo.

    31 Marzo, 2009 - 13:36
  40. ok, Moralista.
    Cedo.

    Vado al comodino del letto e prendo il libro che giace da due mesi lì, ogni tanto riprendo a leggerlo, ma vedo che faccio fatica, come se il mio animo non sente ancora il momento…..

    eppure molto tempo fa, l’autobiografia di Teresina mi aveva coinvolto tanto.

    Questo libro invece è come se mi chiedesse il momento giusto per accompagnarmi.
    Me lo presto’ l’amico Luciano che ha tutta l’opera di Maria Valtorta,

    Ah, il libro che ho sul comodino è Maria Valtorta – Autobiografia – Ed. Pisani 1981.

    Per il resto posso dirti che i volumi della Valtorta l’ho visto più di qualche volta nelle mani di qualche vecchio monaco o sacerdote.

    Il mio stesso amico, possiede l’opera della Valtorta ma ha letto solo qualche pagina, ma l’autobiografia l’aveva letta.

    Forse è un tipo di letteratura esperienziale che richiede un momento particolare della vita per leggerla.

    Per ora mi sta accanto

    Intanto in biblioteca giacciono una ventina di libri dell’ultimo anno che attendono di essere letti, che continuano ad aumentare.

    31 Marzo, 2009 - 13:55
  41. Se il sacerdozio ministeriale è un servizio e non un “potere”, non ha senso parlare di “superiorità” del prete rispetto ad una monaca.

    Se, se, se, se.

    Ma nel momento che il sacerdozio diventa “altro” rivestito di sacralità definito solo per alcuni, automaticamente, sociologicamente, psicologicamente si pone come potere sopra gli altri.

    Per favore, Raffaele continuiamo a guardare alla realtà, e non ai bei discorsi dei Padri.

    I discorsi rimangono discorsi sulla idealità.

    La realtà non sempre corrisponde alla idealità.

    Nella realtà ci sono sacerdoti che si pongono come servi,
    imitando, Gesù, in una modalità tanto tipico nella storia di una donna o madre (come scrive Jump),

    diversamente ci sono ordinati al Sacro che si sentono superiori agli uomini che dovrebbero servire e che ricercano solo di essere serviti, riveriti, onorati, ricercati, che svolazzano o nei sacri palazzi o nei palazzi del potere nei loro abiti…..

    Sei mai stato in uno di quei palazzi, dove si incontrano e tra loro si fanno battute inconsuete e che ti lascerebbero un “tantino” perplesso…. ma proprio un “tantino”…… e che mentre li senti con quelle espressioni, ci si domanda come mai parlano tanto di famiglia se…..

    Allora Raffaele, io che vivo a Roma, e ho consuetudine con la realtà terra terra, non mi faccio sviare da ipotesi di studio, mi guardo semplicemente intorno,
    distinguo sempre quello che potrebbe essere nei nostri migliori fantasmi ideali,
    e guardo invece in faccia la realtà,
    e sono grato al Signore
    per non averci fatto perfetti come angeli…..

    Lui non avrebbe avuto bisogno degli uomini….
    invece lo ha voluto…..
    e
    dalla terra terra……

    31 Marzo, 2009 - 14:11
  42. matteo, confidavo in te… intanto ho scoperto che un amico ha in soffitta, mai aperti, i 16 volumi del “suo” Vangelo… piano piano glieli prenderò…

    31 Marzo, 2009 - 15:01
  43. marta09

    A … moralista …
    …. ed il “Suo” Vangelo prenderà te!
    Li ho letti per caso “forzata” dalla mia mamma … sotto un certo aspetto mi hanno “messo in croce”.

    31 Marzo, 2009 - 15:40
  44. spiega spiega… in che senso?

    31 Marzo, 2009 - 17:15
  45. marta09

    Provare per credere … ti dovrei rispondere, ma dipende come sei tu. Io ero (e lo sono ancora un po’) scettica all’infinito, leggevo tutto con un occhio iper critico e volevo logica, confrontavo con il Vangelo … ma quando ho finito tutti i 16 volumi ho avuto quasi l’impressione di poterne scrivere altri 16 di libri (ma molto più realistici e senza effetti speciali) per tante cose non dette in quei libri e scoperte per una strana curiosità e voler capire che da quella lettura dei 16 è improvvisamente apparsa e continua a resistere nonostante le mie lotte per scrollarmela da dosso. 🙂 … Questa è stata la croce!

    Ti prego solo di non lasciarti trasportare dal “misticismo” e leggi tutto “realismo” … e la croce con annessi chiodi è pronta. Sconsiglio la lettura a chi vuole stare tranquillo … io, da allora, non lo sono più stata.
    …. e te ne accorgerai dal 1° libro che funziona così. 😉

    Non so se è davvero tutto vero o meno, io so solo gli effetti che hanno avuto su di me … ma ti devo avvisare che ho visto anche biechi effetti da falsi mistici che da quei libri si sono fatti “film” incredibili e danno altrettanto incredibili. 😀

    Ma forse sono io così che fin da giovanissima ho la tendenza a “buttare giù i castelli in aria”, ho la tendenza a rimettere tutto e sempre in discussione …

    Buona lettura! 🙂 …

    31 Marzo, 2009 - 18:22
  46. Massimo D

    Lycopodium, solo ora ho tempo di leggere e rispondere al tuo delle 21.45 di ieri.
    Forse non sono stato ben compreso. Intendevo dire che trovo sospetto che ogni volta che si pone il problema del ruolo della donna nella chiesa venga riproposta la questione del culto mariano. Come dici giustamente anche tu, Maria (la madre di Gesù) rappresenta il meglio dell’Ecclesia. In questo senso rappresenta il cristiano tout cour, NON lo specifico della donna. Quindi deviare l’attenzione sul culto mariano in risposta alla questione femminile vuol dire spostare il discorso fuori del seminato.
    Parlare di quote latte mi sembra poi un modo un po’… sprezzante di affrontare l’argomento. Mettiamola così, delle due l’una: o la gerarchia, il sacerdozio ministariale, più in generale la possibilità di partecipare all’elaborazione delle posizioni ecclesiali, sono una dimensione secondaria della chiesa, e allora è vero che l’aspirazione a farne parte è poco più di una fissazione; oppure la chiesa istituzione conta, e allora a me crea un problema enorme che metà del popolo cristiano ne sia di fatto escluso a tutti i livelli; per quanto mi riguarda il fatto che parli con voce solo maschile è uno degli elementi che più delegittima la gerarchia.

    31 Marzo, 2009 - 18:34
  47. Clodine

    @Massimo, Il dibattito, per quanto possa sembrare chiuso in realtà non lo è definitivamente, se non altro per le diatribe che ancora imperversano in campo teologico –i teologi non sono mai soddisfatti, continuano a mettere in questione certe cose, senza far molto conto di ciò che dice la Chiesa- è loro compito essere al servizio della verità [ Il Concilio Vaticano I -1869-70 ]. Sembra facile a dirsi, ma non è proprio così , spesso si arriva a conflitti, a dibattiti teologici molto serrati. Il magistero dà le direttive in materia di dottrina e di morale, è vero, ma se tali direttive non sembrano essere in armonia con la verità così come la vede il teologo si erge un muro. Il teologo sarà obbligato in coscienza a continuare a cercare la verità, e talvolta egli può non essere d’accordo e anche esprimere il suo dissenso fino a scatenare vere e proprie tempeste per un versetto della bibbia. Giusto per fare un esempio: la famosa “ teologia della schiavitù”,che considerata normale tale condizione,la legittimava perfino, fino a ridurre in tale pietoso stato le popolazioni dei territori conquistati. E’ singolare constatare come la teologia di allora la sostenesse con argomentazioni tratte dalla Bibbia e dalla Tradizione. Credo che escludere la donna dai ministeri della Chiesa sia una chiara forma di discriminazione ecclesiastica. Le ragioni teologiche addotte per giustificare l’esclusione delle donne dal sacerdozio non sono che un tentativo per giustificare lo statu quo, e che si basino su un’errata interpretazione del messaggio del Nuovo Testamente. Perciò – anche se ciò potrà sconcertare qualcuno – la discussione deve continuare, finchè la verità venga riconosciuta ed accettata nella sua interezza.

    Un saluto a tutti

    31 Marzo, 2009 - 20:14
  48. Amigoni p. Luigi

    Accattoli ci ha ricordato che il primo annuncio cristiano certificato della risurrezione (in 1 Corinti 15) dimentica le donne e Maria di Magdala in particolare; che invece recuperano gli annunci più tardivi messi per scritto, degli evangelisti.
    C’è da sperare in qualche frammento di “coccio” della zona Qumram che retrodati la testimonianza scritta delle donne; diversamente dovremo ammettere che le cose storicamente vere e belle non sono solo quelle scritte a ridosso degli anni 30 e 40, ma anche quelle più in là, quando è arrivato lo Spirito a far ricordare tutto quello che ci ha detto Gesù.
    Forse a Maria di Magdala i maschi hanno creduto così poco che ci sono voluti decenni per disseppelire la sua voce e far cantare il suo amore di lacrime per il Signore risorto. Bravo Accattoli. Grazie

    31 Marzo, 2009 - 21:54
  49. Massimo D

    Clodine, sono completamente d’accordo con te, e mi auguro che, nonostante il tentativo di tagliare ogni discussione con un pronunciamento solenne come quello di GPII, si possa alla fine arrivare al superamento di questa discriminazione.
    Mi premeva peraltro sottolineare che l’esclusione della donna dal ministero è resa ancora più pesante da una visione della chiesa centrata sul ministero (nel senso che ogni ruolo di un certo rilievo è ricoperto da preti).

    31 Marzo, 2009 - 21:56
  50. marta09

    Ecco questo post di Amigoni p.Luigi mi sta proprio bene, mi fa bene.
    Forse è solo questo il problema.
    Ma un po’ di domande: perchè le donne non vengono credute? (allora come oggi)
    Perchè vengono sempre (o quasi) diffidate, soprattutto in materia di Fede e di Chiesa? Perchè c’è una sorta di “tenere lontane le donne” da Dio o – almeno – tenerle lontane quando parlano di Dio?
    Una mezza idea io ce l’avrei … ma non credo piacerà a molti, non piace neppure a me!!! 😀

    31 Marzo, 2009 - 22:02
  51. marta09

    Esco un po’ dall’argomento
    Massino e Clodine … avete ragione da vendere ma … se parliamo di Ministero e del potere del Ministero ricoperto dai preti, mi sto chiedendo se è solo responsabilità dei preti questa specie di super-potere (perchè lo è e magari è questo “potere” che “fa gola” alle donne” … e sono un po’ cattivella ora 🙂 )

    Voglio dire la deferenza (che io chiamo squilibrata) che quasi tutti hanno davanti ad un clergyman (basta solo quello) ha dato fiato a questa idea strampalata di Ministero.
    Ieri scherzando con un amico prete che non sapeva come chiedere una cosa che gli serviva a delle persone che non conosceva ho risposto: “Dov’è il problema? Indossa il clergyman e – senza aprire bocca – avrai tutto ed anche di più” … E scoppiato a ridere e mi ha detto che è proprio la “tentazione” della Chiesa.

    Il Ministero, quello che conosciamo dal Vangelo, ha tutto un altro sapore, ha tutto un altro stile e, nel caso qualcuno se ne fosse scordato, ci sono molti ministeri! 😀

    Le donne, probabilmente, avranno un altro tipo di Ministero che ancora non si è capito bene, ma intanto cerchiamo di capire se è “gola” (di potere) questa “elevazione” della donna o se è cercare il Ministero adatto.

    Personalmente destabilizzo parecchio distinguendo tra i preti gli “uomini di chiesa” e gli “uomini di Dio”: i primi sono per sé stessi, i secondi sono per la Chiesa e … guarda caso … i secondi sono quelli che fanno di tutto per “elevare” le donne con pari dignità in diversi Ministeri che possono essere benissimo diversi da quelli maschile che – piaccia o meno – quelli sono stati indicati da Gesù e quelli sono.

    Se sono stata troppo cattiva o troppo polemica chiedo scusa a tutti e potete anche tralasciare di leggere questo commento … sono e rimango la “donna delle pulizie” del pianerottolo che ogni tanto “si monta la testa”.

    Ciao ed una bella risata 😀

    31 Marzo, 2009 - 22:53
  52. lycopodium

    Interessante e ricorrente l’uso di “chiesa” contrapposto a “Chiesa”.
    Interessante l’opera di destabilizzazione di Marta.
    Ci metterei una punticina di affettuosissimo veleno in più, parafrasando:
    “i primi sono quelli che fanno di tutto per ‘appiattire’ le donne in uno e un solo ministero, proprio quello che – piaccia o meno – per loro Gesù non ha indicato”.
    In sostanza la “chiesa” è clericale anche quando fa la progressista, la “Chiesa” segue semplicemente Gesù, il suo resto è “solo” il centuplo quaggiù e l’eternità.

    31 Marzo, 2009 - 23:20
  53. “i primi sono quelli che fanno di tutto per ‘appiattire’ le donne in uno e un solo ministero, proprio quello che – piaccia o meno – per loro Gesù NON ha indicato”.
    ——————————————————
    Mi spiace.

    Ma Gesù non ha mai ESPLICITAMENTE dato quella indicazione,
    ma quella indicazione è tratta implicitamente solo da interpretazione.

    Occorre essere attenti a ciò che il Signore ha esplicitamente indicato e non fargli affermare ciò che non ha detto.
    Grazie
    ciao a tutti

    1 Aprile, 2009 - 4:59
  54. A proposito di Maria di Magdala,
    nella sua riflessione
    Luigi supera la discussione del sacerdozio,
    e parla della rappresentatività a tutti i livelli della donna nella umanità e nella Chiesa,
    della credibilità che dà Gesù alla donna,
    e che invece la Chiesa continua a sottacere,
    come anche l’umanità.

    L’argomento è di molto più ampio respiro.

    Non capisco perchè si vada a parare sempre sul sacerdozio.

    1 Aprile, 2009 - 5:03
  55. lycopodium

    La ricerca “proprio di quelle parole” che interessano noi è fuorviante e rischia di trasmettere solo il cadavere della Parola. Meglio, molto meglio affidarsi alla continuità storica tra Gesù e la Chiesa, con tutto ciò che ne consegue.

    1 Aprile, 2009 - 5:07
  56. marta09

    Matteo, era proprio quello che intendevo …

    1 Aprile, 2009 - 7:11
  57. discepolo

    Vorrei solo richiamare la vostra attenzione su un dato di fattoche ci dovrebbe far riflettere:
    non solo nel cristianesimo cattolico e ortodosson ma anche nelle altre grandi religioni monoteiste
    (ebraismo e Islam) non ci sono sacerdoti donne,nell’induismo pure, il buddismo non ha sacerdoti, il buddismo tibetano comunque non prevede che possa esserci un Dalai Lama donna.
    per quale motivo? Non è strano e degno di riflessione?
    Non ho una risposta, e dubito che qualcuno ce l’abbia.
    certo si possono addurre spiegazioni storiche e sociologiche : il maschilismo e la società patriarcale, la discriminazione della donna e i pregiudizi , il potere degli uomini e il potere della casta sacerdotale ecc. ecc.
    Tutte cose vere ma superficiali che secondo me non toccano il nocciolo
    profondo del problema.
    per dare una risposta vera bisogna interrogarci sul senso del sacro
    e del sacerdozio come “consacrazione”
    Solo in certe religioni “primitive” , in certe forme di sciamanesimo, e naturalmente negli antichi culti della Grande Madre , nonchè nelle sette
    cristiane gnostiche c’erano sacerdoti donna.
    ecco credo che dovremo riflettere per esempio sulla gnosi cristiana
    e sul perchè le teorie gnostiche di un Dio non solo Padre ma anche Madre, di un Dio androgino , di un elemento maschile e femminile uniti insieme,
    siano state bocciate senza appello dagli antichi Padri della Chiesa e
    dichiarate eretiche.
    Quanto a Gesù mi sembra chiaro che , nonostante la grande , straordinaria
    novità del suo messaggio, nei tre vangeli sinottici Gesù non ha detto una sola
    parola che andasse contro l’ebraismo tradizionale, contro la Torah e i Profeti.
    Mi ricordo che qualcuno(qualche femminista) aveva anche protestato che Gesù avesse insegnato a pregare Dio come Padre (Padre nostro) e si rivolgesse a Lui sempre come un Padre e mai come una Madre.
    Il Dio di Gesù è certamente lo JHWH del vecchio Testamento, “il Dio
    di Abramo, il Dio di Isacco e dei profeti”.
    E lo JHWH dell’antico Testamento è di sicuro diverso dal Dio gnostico
    dal Dio dei filosofi e delle sette sincretiste del II secolo dopo Cristo.
    Io credo che il problema del sacerdozio alle donne non sia così facile
    da risolvere e tocchi proprio le “radici” della fede cristiana in quando fede
    che ha le sue basi nella storia e nella tradizione veterotestamentaria.

    1 Aprile, 2009 - 7:39
  58. Massimo D

    Discepolo, devo correggerti: nell’ebraismo ci sono rabbini donna, nella corrente cosiddetta “riformata” (una delle tre correnti di cui si compone l’ebraismo, accanto a quella “conservatrice” e quella “ortodossa”). Naturalmente, si potrebbe rispondere che l’ebraismo riformato non è “vero” ebraismo, così come dire che le chiese cristiane evangeliche (es. luterani) non sono “vero” cristianesimo, per far tornare i conti.
    L’idea di un Dio maschio è teologicamente scorretta (l’essere maschio e femmina non è proprio di Dio, ma della creatura “maschio e femmina”), e comunque la terrei distinta da quella del ministero alle donne. Fortunatamente nessuno fonda (esplicitametne) l’idea del ministero solo maschile sull’idea di un Dio maschile.
    Io non credo che esista un “nocciolo profondo del problema” che sta sotto alle spiegazioni storiche/sociologiche/culturali. Nessuno mi ha ancora persuaso che Gesù abbia inteso esplicitamente e intenzionalmente escludere le donne, e comunque siamo come al solito di fronte al problema di decifrare il messaggio universale che si cela dietro ad un linguaggio inevitabilmente “datato”, immerso in (e filtrato da) una certa cultura, quella della Palestina di 2000 anni fa.
    Sull’appiattimento delle donne in un solo ministero, di cui parla Lycopodium: ribadisco (forse per la terza volta di seguito) che probabilmente è una conseguenza dell’appiattimento della chiesa su quello stesso tipo di ministero. Anche ammettendo che la successione apostolica sia riservata ai maschi, restano innumerevoli possibilità, anche nell’ambito del sacerdozio, che possono benissimo coinvolgere le donne.
    Rilevo infine che è un po’ troppo facile rispondere alle rivendicazioni ricordando che c’è una pluralità di ministeri quando poi è uno solo quello che conta a tutti i livelli. È facile rimproverare l’eccessiva attenzione al “potere” di chi rivendica un ruolo, per chi quel ruolo ce l’ha già o può averlo. Mi sembra come il ricco che spiega al povero che i soldi non danno la felicità.

    1 Aprile, 2009 - 8:09
  59. quasi OT (ormai): grazie a marta09 per le istruzioni per l’uso sulla Valtorta. Ne faccio tesoro.

    1 Aprile, 2009 - 8:37
  60. fiorenza

    Su come, alle rivendicazioni di un ruolo nella Chiesa per le donne, risponde in genere chi “quel ruolo ce l’ha già o potrebbe averlo”, a MassimoD viene in mente “il ricco che spiega al povero che i soldi non danno la felicità”. Con quest’ultima frase Massimo ha espresso perfettamente, senza volerlo e, anzi, credendo di esprimere il contrario, il mio pensiero più meditato e, forse, anche la parte non ancora meditata del suo. Perché questa frase, che contiene un implicito accostamento tra i poveri e le donne, è proprio una di quelle rivelatrici “libere associazioni” attraverso cui il soggetto scopre la sua reale complessità. Associare le donne ai poveri: che meraviglia! Che gradito -a me- riconoscimento -anche se non del tutto cosciente- della regalità della donna! “Privilegium paupertatis” lo chiamava Santa Chiara, perfetta discepola e “pianticella” dell'”alter Christus” che non voleva, nè per sé né per i suoi frati, alcun potere e alcun ruolo e alcun privilegio e alcun posto nella gerarchia ecclesiastica.
    Che si possa fare, da parte dei ricchi, un uso perverso della frase “i soldi non danno la felicità” non toglie nulla al fatto che questa frase dica il vero. Felici, le donne, predilette -come i bambini, come i piccoli: gli anawin- e scelte dal Signore: proprio loro, finché non godranno di privilegio alcuno se non quello della “paupertas”, potranno ancora portare agli apostoli l’annuncio della Vita!
    “Se avessero creduto a Maria di Magdala”, gli apostoli e tutti i cristiani, uomini e donne, di tutti i tempi! Se avessero creduto a San Francesco! Se avessero creduto a San Serafino di Sarov! Se avessero creduto a tutti i santi, che si sono resi, quanto più possibile, imitatori della povertà delle donne!

    1 Aprile, 2009 - 13:05
  61. verrà un giorno in cui non dovremo più istruirci l’un l’altro… anche il sacerdozio è una “realtà di mezzo” (in tutti i sensi). Quando avremo il coraggio di elevare lo sguardo a Colui che hanno trafitto, capiremo tutto

    1 Aprile, 2009 - 13:31
  62. Massimo D

    Fiorenza, dovremmo tutti aspirare alla povertà, non solo le donne.
    Ero ben consapevole del significato che hai esplicitato. Ma appunto questo volevo sottolineare: l’uso strumentale di un’affermazione corretta da parte del ricco per non vedere messa in discussione la propria ricchezza. L’accento era cioè sul ricco, non sul povero.
    Ma sto al gioco e rilancio: proprio la millenaria esperienza di “povertà” (marginalizzazione, irrilevanza, ecc.) da parte delle donne costituisce uno dei motivi più forti che mi fanno pensare (da uomo) che avremmo tutti da trarre molto vantaggio da una maggiore presenza femminile nella guida della Chiesa o delle Chiese.

    1 Aprile, 2009 - 14:17
  63. tutto alla fine è girato solo sul sacerdozio,
    e sul sacerdozio come ministero sacro,
    e come sacralità/potere.

    Tutto questo nella riflessione di Luigi (Maria di Magdala/donna) non c’era.

    Ma forse non c’e gusto se non ci si schiera contro qualche cosa,

    se non si è intolleranti verso qualche cosa!!!!!!!

    1 Aprile, 2009 - 15:22
  64. lycopodium

    Maioba,
    che ne dici di quella “realtà di mezzo” che sta sempre in mezzo, e qualcuno direbbe in mezzo alle?
    E’ la scala del Paradiso o quella di Wittgenstein?

    1 Aprile, 2009 - 15:50
  65. non ho capito Lyco… 🙁

    1 Aprile, 2009 - 16:01
  66. Jump

    @matteo 1 aprile 2009 @ 15:22

    | Ma forse non c’e gusto se non ci si schiera contro qualche cosa,
    | se non si è intolleranti verso qualche cosa!!!!!!!

    Mi vado sempre più convincendo che in fondo questo sia il segno maggiore della presenza del Diavolo, inteso anche etimologicamente, tra di noi.

    Maria di Magdala non è che mette in moto proteste per non essere stata ascoltata. Si è solo donata completamente senza se e senza ma, racconta la sua esperienza sapendo che solo così porterà frutto in questo caso il correre di Pietro e Giovanni alla tomba.
    Non si tratta d fare rivendicazioni contro il potere clericale si tratta di riscoprire l’atteggiamento della Maddalena ma se volete anche di tutti i Santi che si sono susseguiti nei secoli. Anche nel buio della Fede si sono sempre fidati migliorando un po’ il mondo in cui vivevano e indicando sempre Cristo come la sorgente della loro gioia mettendo nel loro prossimo il desiderio forte di incontrarlo.
    Ma è così, oggi bisogna imporre il proprio io non si vuole più morire a se stessi. Così non si può risorgere e portare l’annuncio ai propri fratelli.

    L’appello a farsi santi, a prendere il largo è sicuramente una cosa personale ma che ha conseguenze anche intorno a noi.

    un abbraccio e scusate lo sproloquio 🙂

    1 Aprile, 2009 - 16:12
  67. lycopodium

    Maioba!
    Io parlavo di sacerdozio, sacrificio e sacramenti … realtà mediatrici ma molto ingombranti. Ovvio che, detta come l’ho detta, al liceo o al bar farebbe un diverso effetto. Pazienza … ma, come diceva il mio Péguy, “le surnaturel est lui-même charnel”.

    1 Aprile, 2009 - 16:35
  68. raffaele.savigni

    “Non si tratta d fare rivendicazioni contro il potere clericale si tratta di riscoprire l’atteggiamento della Maddalena ma se volete anche di tutti i Santi che si sono susseguiti nei secoli”.
    Condivido in pieno l’intervento di Jump.

    1 Aprile, 2009 - 16:47
  69. Ok, Lyco, avevo intuito… eppure restano realtà passeggere, mediatrici di Qualcun altro… del quale sento profonda nostalgia…

    1 Aprile, 2009 - 17:09
  70. lycopodium

    Nostalgia sì, ma non buttiamo via quella scala!

    1 Aprile, 2009 - 17:50
  71. @ Jump – 1 aprile 2009 @ 16:12

    ti ringrazio,
    ma io non mi voglio riferire affatto al sacerdozio, io vado direttamente alla fonte che è la riflessione di Luigi, che non parla di sacerdozio per la donna, ma parla di quello che di sconvolgente fa Gesù, da’ il primo mandato di annunciare ad una donna verso i suoi discepoli e apostoli, e questi non se la filano di pezza, non le credono.

    Nel Mondo cattolico, la maggioranza assoluta del lavoro nella Chiesa è svolto da donne,
    ma chi decide su di loro, chi scrive documenti che riguardano anche loro, chi fa discernimento, chi ha l’esclusiva anche sul corpo delle donne e le esclude,
    sono una minoranza di uomini.

    Dunque,
    ripeto,
    qui non si tratta di avere il sacerdozio, nel modo più assoluto.

    Cristo fa un gesto rivoluzionario, che i suoi apostoli e discepoli non colgono, e che la erede gerarchia continua a non cogliere.

    E’ tutto molto semplice.

    Non sto parlando del sesso degli angeli.

    un saluto, sicuro che mi capirai.

    1 Aprile, 2009 - 17:53
  72. lycopodium

    Sono contento che tu, Matteo, dica che non è in questione il sacerdozio ministeriale.
    A mio parere, il gesto di Cristo, umanamente parlando, non è certo a livello di biopolitica ecclesiastica o di biodiritto canonico.
    E’ qualcosa di più radicale: è il non fare del “sesso biologico” o del “gender biologico/culturale” (cioè dell’ “identità sessuata”) una forma di “obiezione di principio al rapporto con il proprio universo”.
    Se si fa obiezione di principio, si rischia di ridurre ogni relazione (compresa quella ecclesiale) a livello (perdonami, Massimo!!!!!!!) di “quote-latte” o di “robin-tax”.
    Teologicamente parlando, è il centuplo positivo della libertà (donata) dei figli di Dio.

    1 Aprile, 2009 - 19:04
  73. no,
    mi dispiace,
    non mi metto a discutere di gender, identità e varie.

    Prendo atto che parlare della donna nella Chiesa e in un “certo mondo cattolico”,
    costituisce un profondo problema a tutt’oggi,

    problema che vuole continuare ad essere taciuto alla stessa stregua di Maria di Magdala che si preferì confonderla con la prostituta.

    Se è la donna è prostituta tutto è più semplice,
    tutto è più chiaro,
    tutto è più incasellabile.

    Il tema “donna”
    non saranno gli uomini di potere
    ad affrontarlo,
    ma solo le donne.

    Auguri alle donne e che lo Spirito continui a suscitare profeti nella sua Chiesa che richiamino ad una comprensione più profonda del Vangelo e non del Codice di Diritto Canonico mai chiesto da Gesù,
    ma che da tanto sicurezza alle persone insicure.

    In parrocchia questi temi hanno rispondenze più concrete che su un blog,
    è proprio vero!

    1 Aprile, 2009 - 19:29
  74. lycopodium

    Scusa, Matteo, perchè questo comunicare tangenziale?
    Io non ho detto le cose che mi attribuisci, nè ho potere o intenzione di farle …
    Il problema non è certo il sesso o il genere, a meno che non sia milizia politica. La soluzione non è certo l’autoreferenzialità!
    “W le donne, w le belle donne, che sono le colonne dell’amor!”
    Come no …
    Ma …
    Se l’esser maschile o femminile … è “obiezione al rapporto”, meglio lo stesso trattamento metaforico dell’occhio e della mano.
    Se invece è surplus per l’istituzione del rapporto, allora è una laicale definizione della libertà/fedeltà che Cristo (Colonna e Fondamento) ci dona.
    Chi ti dice che io non stia parlando di cose concrete e vissute?

    1 Aprile, 2009 - 20:12
  75. lyco,
    non sempre io riesco a capire.

    se stavi parlando di cose concrete non lo avevo capito, e non ho bisogno di fare alcuna polemica.

    Fondamentalmente nel post, i commenti in generale, hanno parlato della donna sempre in modo strumentale al sacerdozio e al potere, che è l’unico problema che perchepiscono i maschietti quando qualcuno sembra stia sfilando qualcosa per loro troppo importante.

    Mi rendo conto che io non posso farci nulla.

    Mi rendo conto che tutto sarà affidato a voci profetiche e alle donne stesse, che se aspettano gli uomini di Chiesa….. stanno fresche… le donne.

    Parlare di donna è sempre un’attentato alla mascolinità, alla virilità.

    Sono d’accordo che le donne sono le “colonne”, ma …..
    …..purchè rimangano ferme come colonne 🙂

    Purtroppo rimane sempre la tentazione che il corpo della donna è proprietà dell’uomo.

    Anche in Italia, l’Islam un giorno ci rimetterà con pienezza in faccia questo dogma 🙂
    e saranno cavoletti amari…..

    1 Aprile, 2009 - 20:44
  76. fiorenza

    Divertente: quello che a me (me illusa!) pareva implicito in un accenno di MassimoD, e prossimo ad essere assunto nel discorso, è diventato, invece, l’esplicito di Jump. Molto divertente.
    Un’altra cosa: Jump, non sempre, almeno secondo me, lo schierarsi contro qualcosa è segno della presenza del diavolo. Discernimento!
    Per concludere: sai a che pensavo, Massimo, e che speravo stessi per pensare anche tu? Pensavo a un’espressione di Luigi nel post successivo a questo: “in mezzo alla polvere, gli occhi di luce dei bambini e delle donne”.
    Ecco, a me piace credere che questi occhi di luce siano già e siano sempre stati “alla guida della Chiesa”, e che, anzi, solo grazie a loro essa ancora sopravviva. Certo, se parlassi di questioni sociali o religiose in generale, sarei d’accordo con te -e anche con te, Matteo-
    “ma io sono un uccello e non incolparmi
    se una facile legge m’è imposta”
    (Marina Cvetaeva)

    1 Aprile, 2009 - 21:22
  77. marta09

    Uff! … E io ho perso il filo ….
    Ma insisto nel dire che:
    1) certi movimenti di protesta per il sacerdozio femminile hanno – per me -qualcosa di poco chiaro
    2) i Ministeri non si esauriscono nel Ministero Sacerdotale
    3) esiste un motivo di diffidenza alla donna … e fino a quando non affronteremo seriamente questo “problema” non ne verremo mai fuori … o quanto meno affrontare il “perchè” che esiste in ogni persona (uomo e donna che sia)
    4) ribadisco che – forse – il ministero affidato alla donna è quella della parola, ma parola di cuore, parola che impegna, parola che genera. Ma potrebbero esserci altri ministeri
    5) esiste una povertà atroce da mettere in atto: la povertà di avere ragione e di essere creduti. Questa è la povertà assoluta che dovrebbe riguardare tutti … alla donna è stata data per “default” (ma questo non significa che venga accettata)

    Ma adesso un po’ domande:
    se ognuno di noi dovesse annunciare qualche cosa ben sapendo che verrà deriso, non verrà creduto e – magari – messo al bando, annunceremmo lo stesso?

    E nel caso lo facessimo lo stesso e tutto quanto temevamo si realizzasse (derisione ecc) come reagiremmo?

    E, ancora, nel caso qualcuno ci annunciasse quel qualche cosa che provoca incredulità per per la persona che annucia, come reagiremmo? Difenderemmo il/la poveretto/a o ci adegueremmo?

    Non so, ma in Maria di Magdala ci vedo – in piccolo – lo stesso trattamento riservato a Gesù.

    E … sì Matteo, in un certo senso le colonne-donne rimangono davvero ferme come colonne, non perdono la testa (almeno quelle che io considero donne), sono (e devono esserlo) spesso i riferimenti.
    Ma ripeto e prego che non si ponga uomo e donna in contrapposizione o in opposizione perchè in questo modo non andremo da nessuna parte e staremo lì belli rigidi a farci guerra o a difenderci a vicenda.

    Possiamo, magari nel piccolo delle famiglie e delle comunità parrocchiali, iniziare a considerarci “potenza di Dio” solo se stiamo uniti ed insieme?
    Non sto dicendo una stupidata, sto dicendo una realtà.

    Ops … delirata delle 22.46!

    1 Aprile, 2009 - 21:46
  78. lycopodium

    Marta e Maria in una persona! Grazie.

    1 Aprile, 2009 - 21:59
  79. lycopodium

    Regalo per la buona notte:
    http://duquedegandia.blogspot.com/2009/02/pro-missa-bene-cantata-9.html
    “”La liturgia cristiana ha forse la sua radice nel vaso di nardo prezioso che Maria Maddalena versò sul capo e sui piedi del Redentore nella casa di Simone il Lebbroso, la sera precedente alla [Ultima] Cena.
    Sembra che il Maestro si innamorasse di quello spreco incantevole.
    Non soltanto lo oppose alteramente alla torva filantropia di Giuda che, molto tipicamente, ne reclamava il prezzo per i poveri: “Avrete sempre i poveri, ma non avrete sempre me” – parola terribile che mette in guardia l’uomo contro il pericolo delle distrazioni onorevoli: Dio non c’è sempre e non rimane a lungo e quando c’è non tollera altro pensiero, altra sollecitudine che Se stesso – ma addirittura replicò quel gesto la sera dopo, quando, precinto e inginocchiato, lavò con le Sue mani divine i piedi dei dodici Apostoli, allo stesso modo che Maddalena, scivolando tra il giaciglio e il muro, aveva lavato i Suoi. Dio, come osservò uno spirito contemplativo, si ispira volentieri a coloro che ispira.
    “E l’odore si sparse per l’intera dimora”. Il nardo di Maria Maddalena profuma l’intera liturgia cristiana, più ancora del nardo soave della Sulamita, del quale tanto si parla nelle Ore di Nostra Signora, tutte intrise di aromi e di fiori.
    Al nardo viene giusta mente comparato l’incenso, che ha il potere di disperdere l’angoscia del respiro e si leva al cospetto di Dio de manu Angeli. L’incenso è inesprimibilmente misterioso. Esso è insieme preghiera e qualcosa di più fine, più acuto della preghiera. Compone l’aroma dell’eros con quello della rinuncia, è resa di grazie ed è, come il nardo, alcunché di soavemente ferale.
    “Ella mi prepara per la mia sepoltura” disse il Salvatore con quell’accento che nessuno, intorno a Lui, penetrava.
    Nemmeno Maddalena comprese, naturalmente. Ma quando, tre giorni dopo, venne al Sepolcro con altri balsami, in cerca del corpo venerato, esso non era più là.
    Come sempre non l’utile aveva servito alla vera celebrazione ma il superfluo: non l’azione ma la liturgia dell’azione.
    La vera imbalsamazione del Corpo del Signore era già avvenuta al banchetto, e insieme anche la sola unzione regale e sacerdotale che Egli mai ricevesse su questa terra.
    E più ancora: un principio di sacramento, giacché il corpo ch’ella così preparava era già l’ “ostia pura, ostia santa, ostia immacolata” pronta all’offerta; e il suo bisogno di toccarlo, intriderlo di profumi e di lacrime, tergerlo con ciocche di capelli, fondersi in qualche modo con esso, qualcosa di molto simile a una comunione.
    Inesauribile è il gesto di Maddalena, e in realtà Cristo affermò che per sempre ci si sarebbe ricordati di esso. Ciò che lo rende inesauribile è appunto la sua gratuità: tutti i poveri della terra non potrebbero pretendere a una dramma sola di quel nardo, come tutti i poveri della terra non potrebbero pretendere a un solo grano d’incenso bruciato al cospetto di Dio con cuore ardente.
    Nel Mattutino del Grande Sabato del rito bizantino si cantano, rivolte a Giuda, queste parole: “Se sei l’amico dei poveri e ti rattristi dell’effusione di un balsamo per la consolazione di un’anima, come hai potuto vendere la luce a prezzo d’oro?”.
    La complessità del gesto di Maddalena ne fa, come abbiamo detto, qualcosa che da liturgico diviene in qualche modo sacramentale.”
    (Cristina Campo, Sotto falso nome, Milano, Adelphi, 1998)”

    1 Aprile, 2009 - 22:58
  80. marta09

    Lyco … questo Ministero del profumo di Maria è sempre stato quello che più mi ha attirato, anche come “essere così”.
    E’ uno strano apostolato questo del “profumo”, ma di certo ri-dona vita perchè è respiro di bellezza.
    … E l’umanità ha tanto bisogno di profumo di Dio o anche solo di “profumo di vita”

    1 Aprile, 2009 - 23:05
  81. fiorenza

    E come ti spieghi tu, Lycopodium, il fatto che Cristina Campo (altro “falso nome”) abbia firmato questo testo (davvero un bel regalo per la buonanotte) con un nome maschile (Bernardo Trevisano)?

    1 Aprile, 2009 - 23:28
  82. ….. se Maria di Magdala avesse versato quel profumo di nardo avreste ragione……………………….

    Ma perchè tendiamo così facilmente ad unire Marie e non Marie in quella unica grande Maria di Magdala.

    Mah!

    Comincia a diventarmi un mistero insolubile!

    Ecco perchè Dan Bown ha trovato terreno fertile, perchè la prima confusione la facciamo in casa……

    Dan Bown porta la nominata, ma non mi sembra che siamo migliori in quanto a chiarezza….
    Buona notte.

    1 Aprile, 2009 - 23:38
  83. marta09

    Matteo … ma perchè no?
    E così bello “unire tutte le Marie” … e renderle tutte luminose nella luce di Gesù!
    Perchè non unirle?

    2 Aprile, 2009 - 0:00
  84. lycopodium

    Su vezzo degli pseudonimi della Guerrini, non saprei dire esattamente. Forse è una prova sulla propria carne, sul proprio nome, di quella “sprezzatura” di cui parlava in un capitolo de “Il flauto e il tappeto”. Perdonatemi l’usum delphini, ma io potrei vederci un caso particolare di quella “non obiezione al rapporto” di cui parlavo ieri.
    n.b. Il testo era linkato solo per il suo valore di prosa poetica e di lettura teologico-spirituale della pagina evangelica. La questione delle 3 Marie è d’altra dimensione, di tecnologia esegetica (che, in tutta onestà, più che mostrare le autoevidenze del certamente storico, talora sembra esercizio meramente autoptico sul sacro testo).

    2 Aprile, 2009 - 6:25
  85. Massimo D

    Lycopodium, possiamo veramente mettere in opposizione o in alternativa i poveri e la lode al Signore? È cioè possibile una lode che non si traduca in impegno? Esiste un volto di Dio da contemplare che non è nel volto dell’altro, dell’orfano e la vedova, del diseredato?
    Il brano di Maria e l’olio profumato mi interpella e mi inquieta. Anche io avrei pensato che vendere l’olio prezioso per fare del bene sarebbe stata la scelta più giusta ed evangelica.

    2 Aprile, 2009 - 9:39
  86. fiorenza

    Ancora su Maria Maddalena, il seguito del testo donatoci da Lycpodium questa notte:
    “Ma si potrebbe ricordare, prima ancora del suo gesto, quello non meno ineffabile, anche se più semplice, dei saggissimi Magi. I quali, partiti alla ricerca di un fanciullo bisognoso di tutto, non gli recarono latte né panni ma le insegne della Sua triplice dignità di Profeta, di Sacerdote e di Re. Così mostrando che neppure Dio stesso, quando si mostri a noi perfettamente povero, ci dispensa dalla celebrazione simbolica della Sua gloria, quale è rappresentata dalla liturgia; e che questa, pur nel suo incessante attuarsi, rimane per eccellenza un’operazione contemplativa. Di una delicatezza e di una gravità che rendono, più che rischiosa, mortale ogni arbitraria modificazione”

    2 Aprile, 2009 - 12:05
  87. Massimo D

    Dubito che i Magi si aspettassero di trovare un bambino bisognoso. Dal racconto evangelico (e dalla reazione suscitata in Erode) direi che si aspettavano un re.

    2 Aprile, 2009 - 12:11
  88. fiorenza

    Grazie, Lycopodium, per la tua risposta “imperdonabilmente perfetta”

    2 Aprile, 2009 - 12:19
  89. nicol

    Alla richiesta del fariseo su quale fosse il comandamento più importante Gesù risponde con due comandamenti (l’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo).
    Ora il fariseo non era tipo da accontentarsi di risposte inesatte e invece si accontentò: mi viene il sospetto che le due cose siano una sola!
    Sui doni dei magi: metterei la discussione insieme a quella sul sacerdozio femminile. Ma cosa volete che capissero i magi, uonini ricchi, di quel che poteva servire ad un bambino povero? Gli hanno portato quel che sembrava corretto, fossero state donne forse avrebbero aggiunto qualcosa di utile. 🙂
    Naturalmente scherzo! Direi solo di ricordarci che i doni hanno un valore simbolico e che le cose utili erano state portate, prima e senza tanto rumore dai pastori.
    I magi fanno gli intellettuali: non ricevono l’annunzio perchè si sforzano di capire da soli quel che possono , quei segni che rinoscono nella natura come provenienti da Dio (con onestà immagino, infatti arrivano fino a Gesù), arrivano in ritardo sulla Storia, e per poco non combinano un guaio dicendo ad Erode dove stava il bambino!
    Guardate però che l’oro era la moneta corrente, quindi andava bene anche per comprare coperte e cibo…

    2 Aprile, 2009 - 21:18
  90. lycopodium

    Caro Massimo,
    ho cercato disperatamente fra i miei troppi interventi dove avrei peccato di scarsa sensibilità sociale.
    Invano.
    E, allora, tanto per chiarire, chiarisco che io, di “pancia” e di “testa”, sto sempre con gli “ultimi”, chiunque e dovunque siano.
    Quella tua inquietudine va temperata con l’amara (non scandalistica!) considerazione che, magari, chi è stato tanto a discutere di carisma e potere, certo ha passato qualche grattacapo, ma poi ne avuto audience e copyright, come anche un futuro se non da favola, almeno non da favela.
    Pazienza.
    Linkando il tema del contendere, la rottura dell’alabastro e il dispendio del profumo sono figure sacrificali, preludono e preannunciano l’Olocausto del Figlio, mentre la logica accumulativo-caimanica dell’economo degli apostoli prefigura il tradimento.
    Il genio latino per queste due figure ha, grosso modo, una parola: “trado … tradere”.
    Tradizione e tradimento: parole vicine, realtà lontane, anche se spesso velenosamente identificate.
    Qui,nella pagina evangelica, si sfidano.
    Prodigioso duello: la vera Tradizione contro il paradigma del tradimento.
    Consegnare Sè a Dio in favore altrui, consegnare altri agli uomini in proprio favore.
    L’esito è noto, come i testimoni.

    2 Aprile, 2009 - 22:23
  91. fiorenza

    Ho riletto tutti gli interventi: come entrare in un labirinto. Ma, con il filo di Maria Maddalena ( “Consegnare Sé a Dio in favore altrui”, infrangere il vaso di alabastro, consegnarsi-svuotarsi-arrendersi totalmente, comprendere il senso delle parole “Ti rendiamo grazie per la Tua gloria immensa”), non ci si perde.

    3 Aprile, 2009 - 10:00
  92. discepolo

    Massimo ha detto “Il brano di Maria e dell’olio profumato mi interpella
    e mi inquieta”. ecco io credo che sono proprio questi brani della
    Sacra Scrittura che ci ” interpellano e inquietano” i più importanti per ciascuno di noi e queli che ci riguardano profondamente. Ciascuno di noi ha i suoi.
    Perchè son quelli che ci mettono in discussione, ci costringono a chiederci
    ma io cosa avrei fatto?e quindi , in ultima analisi, chi sono io?
    come quello di Socrate, anche lo stile del maestro Gesù è più un porre domande che dare risposte. E’ lo stile della “levatrice”
    La risposta deve nascere dal cuore del discepolo .Se ci fate caso a quasi tutti i suoi interlocutori Gesù chiede ma tu che vuoi che io faccia? oppure, ma tu chi dici che io sia?
    Qualcuno , credo Thomas Merton, ha detto che la lettura della Bibbia
    può essere persino irritante per chi va in cerca di risposte facili.

    3 Aprile, 2009 - 12:23
  93. fiorenza

    Sui “brani della Sacra Scrittura che ci interpellano e ci inquietano”, Discepolo, c’è una pagina di Bernanos che mi torna spesso in mente:
    “Insomma, ho riflettuto molto sulla vocazione. Siamo chiamati tutti, sia, ma non alla medesima maniera. E per semplificare le cose, comincio col cercare di rimettere ognuno di noi al suo vero posto, nel Vangelo. Oh, certo, questo ci ringiovanisce di duemila anni, e con ciò? Il tempo è nulla per il buon Dio, il suo sguardo vi passa attraverso. Mi dico che assai prima della nostra nascita -per parlare il linguaggio umano- Nostro Signore ci ha incontrati da qualche parte, a Betlemme, a Nazareth, sulle strade della Galilea, che ne so? Un giorno tra i giorni i suoi occhi si sono fissati su di noi e secondo il luogo, l’ora, la congiuntura, la nostra vocazione ha preso il suo carattere particolare.”
    (dal “Diario di un curato di campagna”)

    3 Aprile, 2009 - 22:06
  94. fiorenza

    Con Bernanos, un altro mio compagno di viaggio è Pasternàk. E ho addirittura l’idea che tutto “Il dottor Zivago” sia una meditazione sulla figura della Maddalena:
    “Due versi lo tormentavano: “Lieti di sfiorarlo” E “Bisogna destarsi”
    “Lieti di sfiorarlo”, l’inferno e la disgregazione e la decomposizione e la morte, e nondimeno, insieme a loro, “liete di sfiorarlo” anche la primavera e Maddalena e la vita, E “bisogna destarsi”. Bisogna destarsi e alzarsi. Risorgere.”

    3 Aprile, 2009 - 22:20
  95. fiorenza

    E poi ci sono, sempre di Pasternàk, questi versi:
    “la mia vita, arrivata all’orlo,
    come un vaso d’alabastro
    infrango davanti a te.”
    E questi:
    “…
    in disparte da tutto il tramestio
    io lavo con l’unguento dell’anfora
    i tuoi purissimi piedi.

    Ma trascorreranno tre giorni tali
    e apriranno un così grande vuoto,
    che in questo terribile frattempo
    avrò raggiunto la massima pienezza
    per il momento della resurrezione.”

    3 Aprile, 2009 - 22:32
  96. fiorenza

    Bisogna, infine, decidersi, e cercare di dirlo un pò più chiaramente, il proprio pensiero sul tema che ci appassiona e su cui si è avuta la debolezza di cominciare a parlare. Questo tema, per me, è quello della povertà. Ed è (ancora per me) indissolubilmente legato al tema del profumo prezioso che, tradizionalmente, io associo a Maria Maddalena. E’ da quando ho letto il titolo di questo post “Se avessero creduto a Maria di Magdala” che mi chiedo: “lo dico? non lo dico?” Ho scelto di accennarlo soltanto. Ho sperato che lo dicesse qualcun altro. Ci ho girato intorno. Ma, evidentemente, questo tema “mi interpella e mi inquieta” tanto che, come vedete, purtroppo torno a parlarne. Vi prometto che, poi, tacerò il più a lungo possibile. Citando Bernanos, stanotte, ho pensato che potrei dirlo con le sue straordinarie parole. Che vi trascriverò poi con calma e, a dir la verità, con molta gioia.
    Intanto, buona Settimana Santa a tutti.

    4 Aprile, 2009 - 9:30
  97. fiorenza

    Allora, Bernanos, sempre nel “Diario…”, fa dire al curato di Torcy:
    “Bisognerebbe riflettere molto, prima di parlare della povertà ai ricchi. Altrimenti ci renderemmo indegni di insegnarla ai poveri…Sì, ai poveri. E’ anzitutto a loro che il buon Dio ci invia. E per annunciare che cosa? La povertà. Certo, s’aspettavano tutt’altro. Aspettavano la fine della loro miseria: ed ecco Dio, che prende la povertà per mano e che dice loro. “Riconoscete la vostra Regina, giuratele obbedienza e fedeltà” Quale colpo! Questa, credi pure, è, tutto sommato, la storia del popolo ebreo col suo Regno terrestre. Il popolo dei poveri, come l’altro, è un popolo errante tra le nazioni, alla ricerca delle sue speranze carnali, un popolo deluso, deluso fino alle ossa…Tuttavia l’ordine è in ciò, non c’è mezzo di sfuggirne….
    Ma c’è l’esperienza dell’ingiustizia…Tu non lo sai che cos’è l’ingiustizia. Lo saprai… Soprattutto, non stare a credere che la farai indietreggiare fissandola negliocchi come un domatore! Non sfuggiresti al suo fascino, alla sua vertigine. Non guardarla che quel tanto che occore, e non guardarla mai senza pregare…Evidentemente, Nostro Signore parla con tenerezza ai suoi poveri; ma…annuncia loro la povertà. . .
    …la Chiesa è sola -tu m’intendi- sola, assolutamente sola, a conservare l’onore della povertà. Oh! i nostri nemici hanno la bella parte. “Vi saranno sempre dei poveri tra voi”, non è, lo penserai, una frase da demagogo. E’ la Parola, e noi l’abbiamo ricevuta… E’ la parola più triste dell’Evangelo, la più carica di tristezza. Prima di tutto, è rivolta a Giuda. Giuda! L’evangelista ci riferisce che teneva i conti e che la sua contabilità non era pulitissima…
    Dopo tutto, se l’affare fosse andato bene, Giuda avrebbe probabilmente sovvenzionato dei sanatori, degli ospedali, delle biblioteche o dei laboratori. Avrai osservato che già s’interessava al problema del pauperismo, come un milionario qualsiasi. “Ci saranno sempre dei poveri tra voi” risponde Nostro Signore, “ma io non sarò sempre con voi”. Il che significa:
    “Non lasciar suonare invano l’ora della misericordia. Tu farai meglio a restituire immediatamente il denaro che m’hai rubato, invece di montare la testa dei miei apostoli con le tue speculazioni immaginarie sui fondi di profumeria e sui tuoi progetti di opere sociali. Per di più, credi di lusingare così il mio conosciutissimo gusto per i senzatetto; e sbagli completamente. Io non amo i miei poveri come le vecchie inglesi amano i gatti sperduti, o o i tori delle corride. Son abitudini da ricchi, codeste. Io amo la povertà d’un amore profondo, riflessivo, lucido, -da uguale a uguale- come una sposa dal fianco fecondo e fedele. L’ho coronata con le mie proprie mani…Così, oggi tu ti adiri contro questa donna che ha irrorato i miei piedi con un nardo pagato carissimo, come se i miei poveri non dovessero mai profittare dell’industria dei profumieri. Sei proprio di quella razza di persone che, avendo dato due soldi a un vagabondo, si scandalizzano di non vederlo precipitarsi sull’istante dal fornaio a riempirsi di pane raffermo che il commerciante, d’altronde, gli venderebbe come fane fresco. Al suo posto, andrebbero anche loro dal mercante di vino… Ci saranno sempre dei poveri, tra voi, per questa ragione: che vi saranno sempre dei ricchi, coiè degli uomini avidi e duri, i quali cercano meno il possesso che la potenza… Guardatevi piuttosto nella povertà come in uno specchio, poiché essa è l’immagine della vostra fondamentale delusione…é il vuoto dei vostri cuori, delle vostre mani. L’ho messa così in alto, l’ho sposata, incoronata, solo perché conosco la vostra malizia….la vostra legge tiene i suoi conti in regola, e il debole non può dare altro che la propria pelle” .”
    E “il curato di campagna” annota, nel suo diario:
    “La sua grossa mano tremava sul mio braccio; e le lacrime, che credevo di scorgere nei suoi occhi, sembravano esservi continuamente divorate da quello sguardo ch’era sempre fisso sul mio.”

    4 Aprile, 2009 - 10:51
  98. discepolo

    Fiorenza
    fra le parole di Bernanos quelle che mi colpiscono sono “sei di quella razza di persone che avendo dato due soldi a un vagabondo , si scandalizzano di non vederlo precipitarsi dal fornaio…” grandissima intuizione psicologica!
    noi (benestanti e benpensanti, un tempo si diceva “borghesi”)non sopportiamo che la nostra “elemosina” venga spesa dal povero in alcool o droga o prostitute o cose non “necessarie”.
    Noi vorremmo che i poveri avessero le cose
    “necessarie” . Ma nessuno più dei poveri ha proprio bisogno delle
    cose superflue! nessuno più del povero sa quale felicità ti da’ spendere
    i pochi forse ultimi soldi in qualcosa di bello, di simbolico, di inutile, di frivolo…. come un un vaso di profumo.
    Forse è questo che intendeva Dostoevskij quando ha detto “la bellezza
    salverà il mondo”, la bellezza ,non l’utilità e neppure il buon senso.

    4 Aprile, 2009 - 14:33
  99. roberto 55

    Eccomi presente, e tornato a casa, dopo aver passato quasi tutta la settimana – ahimè !, per lavoro – tra Roma e Milano.
    Provo a rimettermi “in pari” con le discussioni del “pianerottolo”.

    Bel tema, questo sull'”altra metà del cielo” (complimenti Luigi: a proposito, ho stampato il tuo intervento e stanotte – sì, stanotte – lo leggerò), e bel dibattito !
    Mi ritrovo con l’osservazione di Moralista (di martedì 31 – ore 12.32), quando rileva il condizionamento della cultura del tempo di Gesù.
    Circa, poi, il riferimento, che ricorre in tanti interventi degli amici, sulla figura di Maria, io credo sia inevitabile, non solo (e non tanto) perchè il culto mariano è parte integrante – secondo l’affermazione di Paolo VI ricordata da Lycopodium – della nostra fede ma anche perchè penso che, appunto, il suo culto – mi pare che concetto simile, ovviamente espresso molto meglio, lo esponesse Papa Giovanni Paolo II, forse nella “Mulieris dignitatem” – è fonte d’atteggiamento di rispetto e considerazione verso la natura femminile, e la sua figura sia ispiratrice – un vero “motore di ricerca”, direbbero i “navigatori” d’Internet – di quel “genio femminile” di cui proprio Papa Giovani Paolo II parlò in quell’enciclica.

    Un caro saluto a tutti.

    Roberto 55

    4 Aprile, 2009 - 22:06

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