Mamma rimettilo nella pancia

In casa c’è già Pietro, tre anni, quando arriva Bernardo e la mamma tornando dall’ospedale glielo mostra con il giusto orgoglio e gli dice: “Questo è il fratellino che aspettavamo”. Pietro le grida: “Rimettilo nella pancia”. E’ una delle battute dei tre figli narrate da Marina Corradi – collega di Avvenire – nel volume Cronache familiari (Edizioni Messaggero Padova) che ho presentato domenica al Salone di Torino. Felicità di scrittura e rara capacità di dare dignità di notizia al bene: così mi sono espresso per mostrare che so il fatto mio. Nel primo commento altre battute dei due figli di Marina e della sorella Caterina arrivata terza ma con tante cose da dire.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Domande dei bambini e dei ragazzi alla mamma Marina da lei narrate nel libro Cronache familiari di cui nel post:
    – “Dormono? E quando si svegliano?” [al Cimitero Monumentale di Milano, avendo detto la mamma che i morti dormono nelle tombe].
    – “Ma le stelle mamma chi le ha fatte?
    La figlia quattordicenne alla mamma che la saluta uscendo di casa: “Non vorrai mica uscire così” [e la porta davanti all’armadio e le sceglie il vestito che “sa” lei].
    Io non sono come voi due, io sono sano di mente”: uno dei maschi a quindici anni, alla mamma che timidamente gli aveva suggerito – vedendolo “un poco in crisi” – un appuntamento con lo psicologo.

    14 Maggio, 2012 - 20:10
  2. Luigi Accattoli

    A parte la leggerezza dell’autrice – che non saprei dove trovare – quel libro mi pareva d’averlo scritto io.

    14 Maggio, 2012 - 20:11
  3. Cosa dirà il mio pronipotino di 19 mesi quando nascerà tra pochi giorni il fratellino? Vorrà che rientri nella pancia? Pietro aveva tre anni, lui ancora non ne ha due; penso che non riuscirà a fare un simile ragionamento filosofico.

    15 Maggio, 2012 - 0:27
  4. Mabuhay

    “A parte la leggerezza dell’autrice – che non saprei dove trovare – quel libro mi pareva d’averlo scritto io.”

    Caro Luigi,
    non preoccuparti che quanto a “leggerezza” vai a gonfie vele!
    Evangelica leggerezza; si’, si’…quella del giogo soave e dolce e del peso leggero! La tua leggerezza e’ seconda solo all’umilta’ che mostri nel non riconoscerla!
    Senza dubbio, in quanto a “leggerezza” sai il fatto tuo!
    Ciao.

    15 Maggio, 2012 - 9:54
  5. Marilisa

    “Io non sono come voi due, io sono sano di mente”

    Questa la trovo troppo divertente.
    Certo è che i ragazzi, giunti alla cosiddetta età critica, guardano e valutano ogni cosa, ogni persona, da una angolatura tutta loro, e vedono gli adulti come degli strani bacucchi un po’ matti e molto ridicoli.

    15 Maggio, 2012 - 13:33
  6. Luigi Accattoli

    Antonella Lignani. A due anni può capitare che la sorellina “grande” non riconosca per nulla l’ultimo arrivato. La mamma con grande gioia le dice “eccolo, è il bambino che avevo nella pancia, il tuo fratellino”. E lei che ha sentito parole simili per mesi è contagiata dalla gioia della mamma e vezzeggia in ogni modo il fratellino tant’è che i genitori si dicono: ecco, sono tutte storie il rigetto dei nuovi fratelli, questa lo adora. Ma quando si fa sera ed è ora di cenare la piccola chiede fresca come l’acqua: “Quando viene la sua mamma a prenderlo?”.

    15 Maggio, 2012 - 15:50
  7. Luigi Accattoli

    Quanto al commento precedente è capitato al collega Rodolfo Brancoli, che mi fece quel racconto quando quei fatti straordinari avvennero anni e anni orsono, nella sua felice casa.

    15 Maggio, 2012 - 15:52
  8. Clodine

    AhahahahahhhAhahahahahhh…
    Ricordo l’esclamazione di sorpresa della “grande”di mia figlia, tre anni e mezzo, preparata psicologicamente -come tutti non avendo individuato il sesso del piccolo dall’ecografia- all’arrivo di una femminuccia.
    ” Che bella fratellinaaaa!”…e con una parola aveva risolto il problema!

    15 Maggio, 2012 - 16:23
  9. Mio figlio, tre anni, alla nonna:
    “Lo sai che la mia mamma aspetta un fratellino?”
    “E se nasce una sorellina?”
    “La rimandiamo indietro da dove è venuta!”

    15 Maggio, 2012 - 16:42
  10. Clodine

    aah ah ah ah ah ahh ah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ah…oddio ..oddio..oddio…ahhhh…mamma mia che ridere! Hai visto nico: ecco fatto, ha sistemato tutto…

    15 Maggio, 2012 - 16:52
  11. Luigi Accattoli

    “Nel favellare si pecca in molti e varii modi” sentenzia Giovanni Della Casa nel capo XI del Galateo e ne ammonisce che “errano parimente coloro che altro non hanno in bocca giammai che i loro bambini: il fanciullo mio mi fece ieri sera tanto ridere”.

    15 Maggio, 2012 - 17:01
  12. Luigi Accattoli

    Ho grande affezione per il Della Casa il cui “Galateo ovvero de’ Costumi” inizia con la gloriosa parola: “Conciossiacosaché”.

    15 Maggio, 2012 - 17:03
  13. Luigi Accattoli

    Ma reputo che nello ischifare i motti dei bambini egli di molto errasse.

    15 Maggio, 2012 - 17:05
  14. Luigi Accattoli

    Spesso la parlata dei piccoli è come quella dei poeti: usano per esperimento le parole e ne cavano nuovi significati.

    15 Maggio, 2012 - 17:07
  15. Leonardo

    Sì, libro utile e terribile, dominato dall’idea che siamo tutti sotto “ricatto sociale” , come osservava Giorgio Manganelli.
    Sui bambini, non so chi abbia detto che non bisognerebbe mai parlare agli altri dei propri pargoli, perché delle due l’una: o non ne hanno o hanno i loro. In entrambi i casi, per motivi diversi, è difficile che siano interessati ai nostri.

    15 Maggio, 2012 - 17:08
  16. Gioab

    @ Leonardo
    “non so chi abbia detto che non bisognerebbe mai parlare agli altri dei propri pargoli, perché delle due l’una: o non ne hanno o hanno i loro. In entrambi i casi, per motivi diversi, è difficile che siano interessati ai nostri.”

    Complimenti per la saggezza ! Condivido.

    15 Maggio, 2012 - 17:23
  17. Molto saggio Sant’Agostino, quando voleva descrivere la sua psicologia di lattante ed osservava i bambini che vedeva. In ogni bambino ci siamo noi stessi.

    15 Maggio, 2012 - 17:56

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