“Per una parrocchia il cambiamento dell’uscita missionaria è una grande trasformazione. Si tratta di uscire non soltanto dai confini di una pratica e di un ambiente, ma innanzitutto da un linguaggio, da una mentalità, da un metodo. Passare dal modello di Chiesa costituita della tradizione europea al modello della comunità missionaria. Da una Chiesa che segna i confini e rimpiange la vecchia società a matrice cristiana, a una comunità che cerca ogni via per farsi lievito in una società che non è più a dominante cristiana”: è un passaggio della conferenza che ho tenuto l’altro ieri a Mombretto di Mediglia, bassa milanese: La Chiesa in uscita di Papa Francesco nella realtà quotidiana di una parrocchia.
Ma una parrocchia che uscita farà?
48 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
A Mombretto di Mediglia ero ospite del parroco Mario Zaninelli, cultore di Thomas Merton: ne ho avuto due testi in omaggio letti un poco in treno, soprattutto quello intitolato “Thomas Merton. Il sapore della libertà”. Mia confusione realizzando che Merton non l’ho mai letto davvero, neanche “La montagna dalle sette balze”. Buona cena all’Isoletta di San Martino Olearo, ottima conversazione nella sala dell’oratorio. A Mombretto attendono per il 31 maggio il cardinale Scola che consacrerà la chiesa parrocchiale. Approfitto per mandare un saluto a don Mario, ad Antonio Arrigoni che ha condotto l’incontro e – tramite loro – all’arcivescovo.
mi piace l’idea dei gruppi di partecipazione. So di una parrocchia che aveva un club del libro con pizza inclusa che ha avuto un buon successo. I libri non erano libri cattolici, ma libri di autori molto conosciuti. Il mio parroco precedente ha organizzato per varie estati camminate in montagna aperte a tutti e ben pubblicizzate.
Tra le iniziative straordinarie per giovani magari dei viaggi che includano luoghi come Taizé, ma non solo Taizé e basta.
Accattoli, lei se ne va in giro per l’Italia per conferenze e io sono a Roma almeno fino a fine giugno (nella speranza che sia fino a “giugno” del … 2027 ). Di questo passo non ci incontreremo mai…
Detto questo al tema del post: molte cose che dice lei nel link le pensavo e penso pure io, ma credo rimarranno nel limbo dei pii desideri…
In realtà, detto apertamente, al 90% del clero (vescovi e preti) di papa Francesco e della enciclica EG “nun glie ne può frega’ di meno” e nè idem della parrocchia.
Gli interessi sono: lo status quo loro personale e i soldi. Il resto, il resto è contorno, giusto perchè non hanno di meglio da fare nella vita.
Sono cinico, drastico e pure malpensante, ma è così. E le pecore prendono -e hanno, cosa assodata- la stessa puzza del pastore.
L’avevo già letta stamattina tra le tue conferenze
e ne ho sentito grande gioia.
Mentre altri stanno correndo di parrocchia in parrocchie a conferenziare
che devono essere fortilizi
tu inviti a fare della Parrocchia degli spazi
di tempo e di movimento,
delle occasioni da Samaritano che si sporca dell’impurità….
il Gesù che crea le occasioni per incontrare e lasciarsi incontrare
dagli impuri di questa terra…..
Non pensavo che la mettevi in un post,
Io me lo ero già copiato in word
e stampato per leggermelo con più calma….
Temo che la metafora della “chiesa in uscita”, come diverse altre della retorica bergogliana (compresa quella olfattiva testé citata dall’Umiltà), in effetti significhi ormai ben poco. “In uscita” da dove? Ormai non c’è rimasto più nulla da cui uscire (e se non è proprio così adesso, lo sarà tra poco). Se il problema fosse solo quello, saremmo a buon punto.
Ma ce n’è un altro, di problemi, ben più drammatico: ok, usciti siamo usciti, anche perché ormai la casa non ce l’abbiamo più, ma come faremo (faranno: i posteri) a vivere da cristiani in un mondo totalmente non cristiano, anzi anticristiano? (Altro che «non più a dominante cristiana», come elegantemente scrivi tu, Luigi, forse in gara per l’Oscar dell’eufemismo).
@Luigi Franti,
mi permetta di rilevare che andrebbe quanto meno compresa lo sostanza dell’essere cristiani, o anti cristiani.
Mi pare non ci sia molta chiarezza attorno a questo punto fondamentale e le discussioni di questo pianerottolo ne sono la prova.
Una vecchia canzone dei Genesis si cantava “dobbiamo entrare per uscire” ed è forse vero anche “per uscire dobbiamo entrare”.
Ma in questa babele si fa fatica non solo a vedere le porte, ma soprattutto a distinguere il dentro dal fuori.
“In realtà, detto apertamente, al 90% del clero (vescovi e preti) di papa Francesco e della enciclica EG “nun glie ne può frega’ di meno” e nè idem della parrocchia.2
Il Papa si rivolgeva anche ai laici si è parlato per mesi del clericalismo e dopo ci si aspetta che facciano tutto i preti??
Troppo comodo.
La nostra parrocchia per quanto sgarrupata è abbastanza in uscita però invidio il ristorante e i convegni e i libri, noi queste cose nisba.
Ad esempio segreteria parrocchiale do quasi per certo che non l’abbiamo, sul “si programma la visione di un film” non c’è né televisione né altro per vedere anche solo i filmini della gita.
Però in Ascoli con mio marito avevamo organizzato un cineforum per il gruppo cresima che aveva all’epoca, usavamo la nostra di televisione, ogni volta portandola in parrocchia e riportandola a casa.
sara
la pizza la ordinavano e la mangiavano in parrocchia non andavano al ristorante 🙂
Però in Ascoli con mio marito avevamo organizzato un cineforum per il gruppo cresima che aveva all’epoca, usavamo la nostra di televisione, ogni volta portandola in parrocchia e riportandola a casa.
complimenti 🙂 🙂
Approfitto per salutare Sara conosciuta in un blog e ritrovata in questo. (Te) Lo dico per poter dire che, diciamo, ho nozione della tuo “andamento” da commentatrice, nella maggior parte perspicace nell’andare al nocciolo dei post, idem intelligente nelle interpretazioni logiche, spesso audace nelle conclusioni, capace di forti prese di posizioni ma anche di momenti di “lascio correre”; cosi come capace di passare dal pacato corretto alla frasetta e parolina incisiva; cosi come di lievi fasi altalenanti tra ci sono e ci faccio la “rompiballe”. Nel complesso però sempre quasi ottima -fase link-mania e “politica” a parte.
Insomma Sara, mi passi dagli ottimi spunti dell’altro thread (“Oggi il mio parroco ha celebrato in viola”) a sta sparata da 2 meno meno del 23 aprile 2015 @ 19:13. E che ca…spita!
Giusto per dirti, Accattoli nell’articolo linkato parla di Messe in orari più consoni e svariati e più tempo dedicato alle Confessioni, cosi come di passare per le case per le benedizioni e dove si incontra non credenti di dare una spruzzatina col Vangelo invece che con l’Acqua Santa.
Lo facciama noi laici? Tieniti al tema.
Al sunto: se ti interessava attirare la mia attenzione non c’era bisogno di scrivere ste fregnacce in pubblico, ma bastava farti dare la mia email da Accattoli, cosi certe cose me le leggo io in privato.
Saluti.
Bentornato!!
Nel testo si parlava di cose da volontariato laicale non di clero (a parte il dire messa).
Un parrocchiano che conosce la sua parrocchia invece di lamentarsi degli orari va a fare il volontario per rispondere alle chiamate dei lontani e lontanissimi va bene messa così?
Anche se il modello segreteria è più da curia romana che da quartiere periferico-
Grazie per il bentornato.
Cmq a parte il resto di cui abbiamo dibattuto nel mio commento mi interessava solo dire che:
1) a papa Francesco non se lo inc.. cioè non gli frega quasi niente a nessuno
2) paradossalmente avviene il contrario di ciò che auspica papa Francesco, e cioè che invece che i pastori pigliare “l’odore delle pecore”, sono le pecore che pigliano il “puzzo” dei pastori (che in larga parte sono “cattivi” pastori, incapaci di pascere anche se stessi…).
Questo invece pure lo dico ora: mi frulla per la testa che papa Francesco sia convinto di essere il papa della Profezia di Fatima (insiste sul “pontificato breve”, sul tema martirio, ha fatto svariate consacrazioni ecc). Credo che questa sua convinzione lo induca a decisioni e comportamenti che possono “sembrare” poco incisivi. Lui pensa -e certamente a ragione- che quello shock risolleverà il “Credo” del Popolo di Dio.
Saluti. Ci sentiremo brevemente e raramente in seguito, ho troppi impegni ultimamente.
Nella profezia si parla di “vescovo” vestito di bianco e non in modo specifico di papa, per me il vescovo in questione era Romero.
Ubi, non te la prendere con la fase link mania di Sara, quasi sempre i suoi link sono ottimi.
Luigi parlava di Messe e confessioni, ma anche di molte attività che possono e dovrebbero svolgere i laici.Ci sono laici che si sono clericalizzati,ma ci sono anche tante persone che fanno volontariato in parrocchia in modo laico.
Forse il senso di “Parrocchia in uscita” o uscire dalla parrocchia, riguarda più e non soltanto la struttura, ma l’uscire da quella parrocchia ben impiantata nella nostra testa e nello stile di vita, molto autoreferenziale e poco profetico.
La parabola del buon Pastore di domenica prossima, ci pone difronte ad un discernimento e cioè credere nel Dio che piace a noi o credere e seguire seguire il Dio del buon Pastore a cui assomigliare per praticare un’autentica autoevangelizzazione che non sente più il problema dell'”uscita” ma seguendo l’esempio del Buon Pastore ne rende testimonianza.
Secondo me più che una parrocchia in uscita quella di Luigi è una parrocchia molto ben strutturata.
Da noi mancano i catechisti per le prime e quest’anno il nostro sacerdote ha dovuto chiudere una classe, figurarsi il cortile dei gentili.
Già riuscire a organizzare bene le attività per i ragazzi è grasso che cola ma non per chissà quali chiusure proprio per carenza di persone di soldi e di tutto.
Da noi avere Polito e Weltroni è una cosa che può nascere a livello di comune o di diocesi non a livello di parrocchia per un fatto non di paura del laicismo ma di numeri.
La caritas e l’unitalsi in compenso da noi sono ben presenti.
picchio
due “perle” insieme sono veramente troppo.
D’accordo che tu sei per il relativismo, ma sostenere che sia Romero il “vescovo vestito di bianco” mi sembra veramente troppo.
L’abito talare bianco è stato indossato da migliaia di sacerdoti e vescovi e chissà quanti di loro sono “caduti” come Romero…
A questo punto sarei curioso di sapere chi era per te il “discepolo” che Gesù amava.
Cose dell’altro mondo.
La seconda perla è quella del volontariato in parrocchia “in modo laico”, che certamente sarà il tuo, ma che a me sembra un ossimoro. Cosa fanno questi volontari: litigano con i preti? agiscono indipendentemente dalle indicazioni del parroco o della diocesi? si “autogestiscono” (ecco il veleno del ’68)? okkupano le strutture parrocchiali (la parrocchia è mia e la gestisco io, cloro al clero)?
Nella mia esperienza di volontariato parrocchiale ho trovato molte cose e certamente alcune di questo erano e sono imperfette e migliorabili, ma non ho mai percepito che si potesse essere presenti in parrocchia senza cercare una comunione con le persone, i volontari, le associazioni presenti e naturalmente insieme al parroco, ai sacerdoti, ai religiosi.
Spiletti
Evita di commentare le cose che non capisci.
Somo molti i vescovi uccisi COME Romero? Ci slno stati solo tre vescovi uccisi mentre celebravano messa e nessuno di loro ucciso perché si era fatto voce dei senza voce.
Ho usato in modo laico, ovviamente dato il discorso che si stava svolgendo, nel senso letterale del termine non sel senso di laicismo. I laici vono continuare a fare i laici e non clericalizzarsi.
Risparmiaci le tue farneticazioni anticomuniste.
L’anticomunismo scatta quando leggo certe asserzioni.
Continua pure, vado a prendere i lupini.
Bravo mangiateli mentre ti leggi il dizionario.
Quando dicevo che ormai non c”è quasi più niente da cui “uscire” per andare incontro al mondo (pardon, alle “periferie”), mi riferivo a situazioni come questa:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-prete-si-confessa-una-volta-lanno-i-fedeli-non-piu-12455.htm
Mi si dirà che in Italia le cose stanno diversamente, e in parte è vero. Ma solo in parte, e solo per un po’.
ciao a tutti. Leggendo le riflessioni belle di Luigi, pensando alla mia comunità parrocchiale (poi magari a parte racconto a Luigi dove abito e chi conosciamo in comune), mi sono sentito già “oltre”. Nel senso che questa zona di profonda periferia (e siamo già nel lessico bergogliano) dove sta la mia parrocchia precorre di molto i fenomeni più macroscopici della immigrazione, della secolarizzazione, della frammentazione sociale, della perdita di ruolo e di spessore della trama della comunità cristiana sul territorio: quei fenomeni che – secondo me inutilmente – cerchiamo di contrastare agendo sulla apertura della Chiesa o sugli orari delle Messe o sulla diffusione degli inviti… Vi risparmio la casistica che mi sono annotato seguendo la lista dei punti di Luigi. Io sto pensando che il domani ce lo dobbiamo inventare, e che probabilmente i fatti ci riporteranno presto ad una “forma communitatis” basilare, attorno alla preghiera comune di un gruppo riunito per semplice aggregazione spontanea fra battezzati, per scelta esistenziale. I criteri della appartenenza storica, della strutturazione gerarchica (prete-centrica), della struttura amministrativa cui si risultava “iscritti ai registri”… non esistono più già oggi. In molti casi stiamo già tenendo in piedi qualcosa che non esiste più, strutture storiche, che nei secoli si sono aggiunte sulla quella amatissima culla della fede, fino a dare all’idea che la parrocchia possa essere solo l’istituzione di radicamento sociale che 500 anni di societas cristiana ci hanno lasciato. E al suo posto? Secondo me i fatti ci porteranno – fra pochissimi anni ormai – ad una comunità costruita 1) su una liturgia che scandisce tutta la giornata in più momenti (compatibili ovvio per gente che sgobba), e non si accontenta di riunire i credenti tre quarti d’ora alla settimana per un evento abituale; 2) sulla condivisione operosa verso il vicino e le sue necessità (che sarà quasi solo di diversa religione, cultura ed etnia) che esprima una carità meno di assistenza e per nulla di “istituzione” ma molto più di condivisione e di convivenza; 3) su un tessuto di relazioni di prossimità di lavoro di convivenza di incontri e di condivisione, in cui testimoniare il Vangelo in mille modi reali, paritetici, certo non più imponendo gli orari della lezione di dottrina. Una comunità “magra”, non obesa di decine di gruppi e settori per età e per interessi e per simpatie, non più un centro sociale di serate di riunioni e parole… La nostra diocesi fra 10 anni avrà solo un quarto dei presbiteri attuali. Basterebbe questo, per incoraggiare qualche riflessione coraggiosa. un abbraccio.
Grazie Angelone.
Che bello che ci sono persone nuove.
Angelone benvenuto, belle riflessioni.Condivido molto l’analisi della situazione attuale. Per quanto riguarda le previsioni il punto uno mi pare difficile anche se sarebbe una cosa molto bella, il punto due è veramente un andare controccorrente nella situazione attuale, speriamo che ci sia maggior apertura di cuore in un futuro ormai prossimo. Il tre lo vedo più possibile e già oggi parzialmente in atto.
ancora benvenuto
Quanto calore!
Timeo Danaos et dona ferentes.
“In molti casi stiamo già tenendo in piedi qualcosa che non esiste più, strutture storiche, che nei secoli si sono aggiunte sulla quella amatissima culla della fede, fino a dare all’idea che la parrocchia possa essere solo l’istituzione di radicamento sociale che 500 anni di societas cristiana ci hanno lasciato. ”
Ragazzi però passiamo dal volontario fisso in segreteria al disprezzare gli sforzi di chi si da da fare per tenere in piedi quello che c’è.
Io non so se le cose andranno come prevede Angelone: certo è possibile. Quello che credo di sapere è che sarà durissima. Non tanto per noi vecchi, che in fondo dobbiamo soprattutto prepararci a morire e, per far quello, vivere in un mondo ostile potrebbe persino essere di aiuto … ma per tutti gli altri.
Quanti di quei pochi cristiani, rari nantes in gurgite vasto, ce la faranno a non affogare? Quanti si assimileranno agli “altri”, penseranno e agiranno come tutti perché è così difficile andare controcorrente? (Già adesso … e del resto, anche qui …). E quanti, invece, per sopravvivere, saranno tentati di marcare così forte la differenza identitaria da diventare, giocoforza, settari? (Sociologicamente, è quello che di solito succede alle minoranze …).
Già adesso, quanto è dura per una famiglia cristiana far crescere i figli come Dio comanda, cioè al contrario di come fanno tutti? E ancora si può contare su qualche brandello di società cristiana (quel che ne resta, si capisce). E quando non resterà più niente?
In qualche modo si farà, certo. Dio non farà mancare la grazia, prenderà un giovane su mille, gli toccherà il cuore e quello, forse, gli si consacrerà, contro tutto e contro tutti; prenderà un ragazzo e una ragazza, su duemila, e quelli oseranno la cosa assurda, inconcepibile: si sposeranno.
E tutti gli altri?
Io non riesco a non avercela con tutti quei coglioni che in questi decenni trascorsi hanno inveito e demolito la “chiesa costantiniana”, come dicono loro. Con tutti i suoi difetti (e ne aveva millanta) la “societas christiana” era infinitamente meglio di quel che abbiamo adesso e soprattutto di quel che avremo domani. Forse sarebbe finita comunque, chi lo sa, ma dare una mano dall’interno alla sua demolizione è stato un crimine imperdonabile.
si cerca di dare un colpo alla botte ed uno al cerchio Sara 😉
Io faccio la volontaria al doposcuola dell’oratorio e quindi non disprezzo nessuno e collaboro a tenere in piedi quello che c’è, ma certe strutture dovranno cambiare in futuro.
Forse dipende un po’ dal territorio spesso ci sono esigenze diverse da quartiere e quartiere, le parrocchie in fondo sono più flessibili di quanto possa sembrare.
Caro Luigi Franti per quel poco che valga , e con molta discrezione, ti vorrei far arrivare la mia amicizia e la mia comprensione la mia totale condivisioe . Tutto quello che tu dici è vero ed è saggio, Tu sei un saggio. Ma quanti ti ascoltano?
!
Anche io la penso come Franti su questo.
l’unica uscita ormai può essere solo post -moderna o stile Tarantino, cioè la storia di padre Graziano. Questo padre graziano amatissino d tutto il quRTIERE DOVREBBE ESSERE IL PROSSIMO INTERPRETE DI UN FILMA DI tARANTINO.:
cHI NON Conoscee non comprnede la storia di padre Graniano non comprende il cattoicesimo di oggi
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/guerrina_piscaglia_padre_graziano_sesso_ragazza_foto/notizie/1216110.shtml
Caro Luigi Franti, posso per una volta , lasciarami andare?
AIUTO; AIUTO, sono impigiliato sto affogando SOS
discepolo
Cattolicesimo di oggi ? diciamo cattolicesimo di sempre. Credi che storie di questo tipo non ci siano state nei secoli passati? e’ vero che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Ha ragione Franti; c’è stata una distruzione dall’interno; basta pensare all’UCIIM!
In quanto alle parrocchie in uscita, i neocatecumenali fanno queste uscite, facendo missioni nelle piazze. Credo che si stiano svolgendo ora, la domenica pomeriggio. Si procede in gruppo portando la croce, si presentano testimonianze, si canta, si leggono passi della scrittura. In qualche caso vi sono anche confessori che impartiscono il sacramento a chi lo richiede. Vedete intanto di aiutare queste iniziative, è una forma di annuncio che andrebbe incoraggiata.
Una bella notizia: un mussulmano sceglie di morire coi cristiani.
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/il-mussulmano-scelto-di-morire.aspx
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/04/vaticano-isis-parolin-il-papa-chiede-di.html?m=1
Ha ragione Frantic‘e‘ (stata. una distruzionecdall‘interno lo dice. qnche lavogferessoresa Antonella Lignani.. E allora SoS potrei essere difesa,qualcuno puodifendermi da squadrecdi Komintern da funzionari aggressivovo di partito che risponfono al nome in codice di Picchio.. per favore aiuto Sos
@antonella
Fa piacere leggere certe notizie con fatti di enorme generosità e di cristianesimo vissuto, mentre qui mi pare che prevalga il disfattismo.
Guardiamo a questi segni e ai tanti testimoni veri del nostro tempo anziché limitarci a piangere sui cocci del cattolicesimo che fu ed evocare scenari disastrosi
Mettiamoci il cuore in pace una buona volta…
Leggere tanta desolazione fa quasi venire il buon umore.
Alla faccia della beata speranza e della fede nel Risorto.
Per alcuni pare che tutto sia già scritto e definito.
Ma allora già che ci siamo facciamo una bella sessione di roulette russa e buonanotte ai suonatori.
Eppoi caro Angelone, scusami ma la tua pur verosimile analisi socio-pastorale è in sintesi una fotocopia delle tante fritte e rifritte negli ultimi vent’anni del “ruinato” tutto convegni e congressi di cui rimangono tonnellate di relazioni della gerarchia “governativa” di prelati e laici sviolinanti alla corte del reuccio mai sazi di carrierismo e potere.
Anni di vuoto, di nulla se non di grandi assemblee ed eventi partecipati da folle osannanti. Con la compiacenza della stampa di atei devoti, chiamati perfino nelle cattedrali a impartire lectio divina ed altre diavolerie con il beneplacido della gerarchia che le promuoveva.
Ci siamo fatti fregare tutti lasciandoci contaminare dal virus del “padre di se stesso” dal delirio di grandezza e da quella idea di chiesa trionfante che ancora oggi sprizza rigurgiti qua e la.
Ma Cristo vince malgrado noi.
Penso che papa Francesco avesse presente la seconda lettera a Timoteo (4, 2):
2 praedica verbum, insta opportune, importune, argue, increpa, obsecra in omni longanimitate et doctrina.
Discepolo
tu sei la causa dei tuoi mali e dovresti difenderti da te stessa: smetti di leggere solo i siti che linki ogni tanto e vedrai che c’è nella Chiesa del bene e del male ora come nei secoli passati.
Non posso fare a meno di concordare con Fides a proposito del “disfattismo”, e con Nino sul “buon umore” che certi interventi catrastofisti possono generare.
Per quanto mi riguarda, più che provare buon umore, provo grande sconcerto. Ma anche fastidio, come quello che si prova di fronte ad un muro invalicabile che impedisce di accedere ad un mondo dove l’aria è più pura.
Una cosa è evidente più delle altre: questi cattolici sempre lamentosi e funerei, che vedono nel passato l’età dell’oro e lo rimpiangono addebitando al presente ogni sorta di guai, sono persone che mal si adeguano ai cambiamenti che in ogni ambito della vita arrivano da sé e senza colpa di nessuno. Neanche li sfiora il pensiero che da quando mondo è mondo, niente resta come prima. NIENTE !
Non è la fede a mancare. Cambiano i modi di esprimere la fede. E sono più autentici perché basati su comportamenti concreti, più rispondenti ai caratteri del mondo attuale.
Ed è logico che sia così, perché la vita opera grandi trasformazioni, e lo fa anche nel campo religioso.
Chi non comprende questa verità dimostra di essere–senza offesa per nessuno– una sorta di dinosauro sopravvissuto fino ai nostri giorni.
Questi cambiamenti, peraltro sempre lentissimi nell’Istituzione ecclesiale , hanno interessato però anche la Chiesa, che infatti c’è sempre, non è scomparsa dalla faccia della terra. E se ancora c’è, vuol dire che è stata recepita l’esigenza dei cambiamenti, altrimenti sarebbe morta da quel dì per asfissia.
Molte regole derivate dal modo di vita del passato, da culture ancestrali, oggi non valgono più e perciò sarebbe il caso di riflettere seriamente se non sia necessario cambiarle.
Gesù stesso infatti operò dei cambiamenti rispetto alle leggi imposte dalle usanze del passato. E additò come opportuno il leggere ( cioè capire) i segni dei tempi. Che invece molti, ecclesiastici e laici, si ostinano a non voler né leggere né capire, perché convinti di onorare il Signore con le molte preghiere, con rigide regole e con prediche moralistiche che non hanno risonanza nei cuori dei fedeli. Le ascolti e dopo breve tempo le dimentichi.
Nei cambiamenti o addirittura nelle trasformazioni possono esserci degli elementi negativi, non c’è dubbio, ma bisogna avere gli occhi bene aperti anche sulle molteplici positività.
Oggi è il momento di relazionarsi a Dio soprattutto mettendo al centro dell’attenzione il prossimo, qualunque prossimo, soprattutto quello più affaticato e diseredato in molti sensi. Perché il mondo è pieno di casi pietosi che tali resterebbero se solo ci si accontentasse di andare in chiesa a pregare un Dio che chiede agli uomini di buona volontà di farsi prossimi, in concreto, ai loro fratelli. Per questo sono proliferati i movimenti di solidarietà e le associazioni di volontariato di ogni genere. Anche questo modo di agire è PREGHIERA assai gradita a Dio.
Possibile che non si riesca a capirlo? Eppure nei Vangeli il centro del messaggio del Cristo è proprio questo.
Intanto però le cose si muovono, cambiano. Cambiano piano, da dentro, con piccoli segni che non vogliamo/possiamo vedere. E cambiano non nel senso della distruzione, ma dell’evoluzione.
La società cristiana è finita per ragioni molto complesse: mi perdoni, Franti, i poveri c… che da dentro hanno lavorato per demolire la chiesa costantiniana non avrebbero potuto nulla, se i cristiani che la componevano fossero stati per la maggioranza persone di fede e non solo di religione.
Discepolo, vorrei tanto poterti porgere il giubbetto di salvataggio, ma siamo fisicamente lontane. Ti dedico una canzone
https://www.youtube.com/watch?v=zlG8HUPyPTY
Che meraviglia… Grazie Nico.
ciao cari tutti, che bello vedere quanto è vario il blog di Luigi (e la Chiesa). Così tanto per conoscersi, io a dir la verità sono lontanissimo dal “disprezzare gli sforzi di chi si da da fare per tenere in piedi quello che c’è”: la “chiesa costantiniana” (se parliamo tutti della stessa cosa) non rientra nel discorso del “tenere in piedi”, perchè semplicemente non c’è più (per fortuna). Vale anche per la “societas christiana” e per “quella” parrocchia che le si adattava. Quindi le previsioni a ruota libera erano all’insegna dell’ottimismo per quel che avremo domani (dalla Xsa universale alla parrocchia): più piccolo, più vicino al Vangelo.