Sono cinque i post che ho scritto nelle ultime due settimane, nessuno fa riferimento al papa eppure ogni giorno qui si è discusso di Benedetto XVI! Per me che si parli del papa è naturale essendo io un vaticanista, ma la cosa curiosa è che ai visitatori che lasciano commenti il papa sembra interessare molto più che a me. Io posso fare gli auguri di Natale, divagare sul Pakistan e la prostituzione a Milano, sulle scritte d’amore che trovo per strada e sulla freccia dell’anno che giunge al segno, insomma su qualsiasi tema ed ecco che la conversazione viene calamitata dall’argomento che non sto trattando. – Quando tengo incontri di lettura del Vangelo in casa ogni quindici giorni, con i figli e i loro amici (si intitolano “Pizza e Vangelo”, perchè si mangia una pizza e poi si legge Luca), faccio una fatica tremenda a evitare che la conversazione scivoli sul papa. – Quando vengo chiamato per l’Italia a parlare di tanti argomenti – dai media al rapporto con i figli, alla preghiera in famiglia, alla vita di coppia, alla figura di Gesù – la domanda “ma lei che ne pensa di questo papa” non manca mai. Io – che ho scritto sei libri sul papa e il Vaticano – oso affermare che tale preminenza del papato su ogni altro argomento è la spia di un malessere. Nè vale cercare motivi contingenti: nei trentadue anni di professione, cambiando i papi e le loro stagioni, sempre ho visto la stessa ressa davanti a questa porta. Considero un buon segno che il papa attiri l’attenzione e che ci sia disputa su di lui, un segno di salute della Chiesa cattolica. Assai mi meraviglio che alcuni sembrino vivere di papa.
Ma si finisce sempre a parlare del papa!
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Non me ne voglia il prof. Savigni, se dico (quasi scherzosamente) che
“papolatra è bello”!
A completamento e chiarimento, cito un bel post di Francesco73 a casa Tornielli:
“Ho ascoltato Ferrara attentamente ieri sera, a Primo Piano, su Rai 3, in un confronto con Pannella. Temevo che Giuliano cadesse nell’equivoco più nocivo per la sua battaglia: parlare a nome del Papa o dei preti, farne una questione para-confessionale, diventare anche lui – come troppi politici, troppi, troppi, troppi – portavoce del Vaticano. E invece no, ha fatto un ragionamento splendido, declinato con gli argomenti della logica, della ragionevolezza, della cultura e della laicità. Ferrara sta onorando altamente la migliore espressione del cattolicesimo politico, che tutto è e sarebbe fuorchè una predichetta clericale. Io presento che avrà un ruolo politico di primo piano, e non più da consigliere del principe. Tempo qualche anno, vedrete”.
Una lezione di metodologia, che non deve mancare anche in chi professa amore e devozione al “dolce Cristo in terra”.
Grazie a lyco per la citazione, davvero troppo buono.
Quanto alla questione sollevata da Luigi, credo che la super-attenzione sul papa e sul papato abbia diverse motivazioni:
1) l’obiettiva unicità e rilevanza del papato come istituzione mondiale, a livello sia religioso che politico, con una peculiarità tutta sua che non ha eguali;
2) l’importanza affettivo-simbolica della figura papale presso il vasto popolo cristiano, sia tra i “papolatri” che tra i critici;
3) la gigantesca copertura mediatica, che in Italia raggiunge vette riservate credo a nessun’altra cosa;
4) il rilievo carismatico dei Papi che abbiamo conosciuto negli ultimi 30 anni: Wojtyla e Ratzinger sono due giganti della storia e del mondo, difficile prescindere da un riferimento anche inconscio alle loro persone;
5) forse anche una diminuzione delle altre figure istituzionali nella Chiesa: non so quanti siano i vescovi che – fatte le proporzioni – esprimono una stessa attrattività personale dei due pontefici citati; forse occorrerebbe cercare tra i leaders dei movimenti ecclesiali, ma è diverso, perchè loro non rappresentano l’unità della Chiesa, quanto l’una o l’altra espressione di essa;
6) il bisogno che le persone hanno di riscontrare i contenuti della fede (Vangelo, Tradizione, Dottrina, Vite di Santi, ecc.) dentro vicende umane concrete e contemporanee: cosa c’è di più visibile della biografia e delle opere di un Papa?
7) et cetera…
Quando a parlare è un politico intuiamo fondamentalmente due cose: 1) sta cercando consensi elettorali; 2) difficilmente realizzerà tutte le promesse annunciate… però almeno, rispetto ad un altro politico ne realizzerà una!
Quando a parlare è il Papa (a mio parere da Giovanni XXIII ad oggi in modo particolare) si capisce subito che nelle loro parole non c’è nessun interesse privato ma una spirituale e autentica preoccupazione: è Cristo che vuole parlare al tuo cuore!
Buona Epifania a tutti
Michelangelo
Il papa è un prezioso dito che indica il Sole. Siamo i famosi sciocchi del proverbio, che si mettono a guardare il dito? Guai se i Magi si fossero messi a adorare la stella.
Non è certo Benedetto XVI, uomo umile a voler che si guardi lui, dito simbolico!
Da sempre Benedetto XVI ci indica il Sole, Cristo. Da sempre la sua persona si cancella, mai egli si mette in avanti, Papa Benedetto vuole che il nostro sguardo, la nostra vita tutto in noi prenda radice in Cristo e verso di Lui sia teso .
Se poi il mondo fa grande attenzione a lui e al suo messaggio, ciò vuol forse dire che in questo mondo ,in perdita di valori stabili e sicuri, di riferimenti(repères), dove tutto e il contrario di tutto è lecito, dove si rifiutano persino le nozioni di bene e male, di verità, il Magistero del Papa, chiaro e forte, che ci riporta e ci ricorda i fondamenti della nostra fede è un riferimento sicuro, per chi come me,lo segue e per chi lo vuole combattere.
Lo Spirito Santo ha posto a guida della Chiesa un uomo dotato del carisma della parola, dell`insegnamento, delle immagini, io faccio fiducia allo Spirito Santo e mi dico che il mondo, non solo cattolico aveva bisogno di questo Papa non più giovane che pur con la sua mitezza scuote e non lascia nessuno indifferente.
Meglio un popolo di dita mozze … ?
Ho assistito in silenzio alla scorribanda di accuse e scuse, insulti e riappacificazioni con un certo disgusto devo dire. Dispute, polemiche a non finire, quasi una gara tra chi serve meglio il pontefice rispetto a….
Onore a Lei Luigi, al suo stare al di sopra di certe polemiche che non rendono un buon servizio al papa, anzi, lo ledono grandemente, rendendolo addiritura -suo malgrado naturalmente- addirittura scismatico, in quanto non conserva la necessaria comunione e il legame con tutto il corpo della chiesa. E’ questo che non si vuole capire, e mi stupisce vedere come persone intelligenti non riescano ad entrare in questa ottica
Il Pontefice è un teologo e nessuno più di Lui sa quanto grande e penoso sia il Suo servizio , perché mai la chiesa è per il papa ma sempre il papa per la Chiesa, questo principio è fondamentale: un servizio (non dolminio) altissimo ,
attestato dalla tradizione
Per Paolo, ad esempio, non c’era niente di più chiaro del suo potere conferitogli dal Signore stesso, eppure non l’ha mai forzato nè, trasformato in un rapporto sacrale anzi, era convinto che gli apostoli non sono “i padroni della vostra fede” ma “i collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24).
Anche a Corinto c’erano i partiti, con dei programmi, un capo a cui davano onore ma a cui negavano autorità in quanto è Cristo, il Risorto l’unica autorità! (1Cor 1,11) Noi cristiani naturalmente abbiamo Pietro come pastore da seguire il quale in primis porta la Croce di Cristo: Pietro come roccia e forza di coesione molto valida.
L’esperienza storica poi, mostra quanto delicato ed estemporaneo sia questo “potere” che si attribuisce al pontefice, di come a periodi di potenza seguirono altri di grande umiliazione -Leone Magno-Giustiniano;dopo Nicolò I la depravazione della chiesa nel medioevo;Rinascimento-riforma; Barocco-illuminismo ecc- noi cattolici siamo testimoni davanti al mondo di un messaggio e una missione: l’annuncio del Regno, ma qui si perde di vista il Signore del Regno, come si è reso evidente nel blog precedente, che non è stato per nulla edificante.
Un saluto al moralista: ciao moralista, il tempo si accorcia eh..Miriam scalcia …manca poco…mi raccomando, aiuta tua moglie…
Depravazione … viva la storia per slogan!
La storia è necessaria e di grandissimo aiuto: serve a portare a termine il compimento della chiesa nel presente.
Ma anche gli slogan servono, a fissare dei concetti che spesso sfuggono….
STORIA, non slogan.
Lei ha parlato di slogan, io ho parlato di STORIA, appunto.
Sig. Accattoli, le prometto che al nostro incontro parleremo di tutt’altro!! 🙂
Concordo con le osservazioni di Luigi: la Chiesa non è solo il papa. Anche se ci sono molte ragioni (quelle ricordate da Francesco, ed in particolare la crisi impressionante della politica ed il ruolo mediatico assegnato al papato a partire da Giovanni Paolo II: con Paolo VI era diverso) che aiutano a capire il fenomeno. Benedetto XVI mi sembra la prima vittima di questa situazione, in quanto mi sembra un uomo mite, un teologo, che si trova continuamente i riflettori puntati su di lui. Le polemiche rivelano che si è dissolto quell’apparente unanimismo che caratterizzava il pontificato di Wojtyla, più “carismatico” e meno intellettuale di Ratzinger. Ma forse non è un male che si torni a discutere di teologia e di orientamenti pastorali, con la “parresìa” tipica delle prime comunità cristiane, anche se non bisognerebbe mai dimenticare la carità.
E’ bene che tra cristiani si parli, si discuta, ci si interroghi.
Lo stile della comunione è ciò che fa la differenza rispetto ad altri dialoghi culturali o politici: la carità fraterna prevale sempre, alla fine, come il senso dell’unità della Chiesa (ed è il senso responsabile dell’unità che fa l’obbedienza, non il contrario: l’obbedienza non è un istinto, quando lo fosse io ne avrei paura).
Questa modalità dovrebbe rendere i cristiani capaci di analisi, confronti, approfondimenti più autentici e più spregiudicati di quelli di tutti gli altri.
Proprio perchè sappiamo che qualcosa di più importante, grande e decisivo ci unisce, possiamo parlarci con franchezza rispettosa e ascoltarci con apertura sincera.
Questo mi pare molto più ragionevole di tanti “ipse dixit”, che sembrano talvolta sbarrare all’inizio la strada della comunicazione intraecclesiale.
Sono stato lontano dalla mia postazione internet ultimamente e vedo che mi sono perso un paio di accese e lunghe discussioni.. che non ho avuto il tempo di leggere accuratamente.. quindi mi limito a fare a Luigi e a tutti i frequentatori del pianerottolo i migliori auguri per un sereno e fruttuoso 2008.
Sull’argomento di questo post condivido in pieno le osservazioni del padrone di casa… tempo fa avevo chiamato questo fenomeno “papologia” … confusa con la teologia e più in voga della stessa.
Ma Raffaele siamo ancora al “più carismatico” per Giovanni Paolo o “meno carismatico” quando si parla di Papa Benedetto ?
E se si parlasse di carismi diversi ?
Per fortuna che qualifica l` unanimismo che ha accompagnato il pontificato di Giovanni Paolo di “apparente”.
Il Santo Padre non è certo una vittima, sa che i riflettori sono puntati su di lui, ha chiesto al Signore di potere condurre la Chiesa con mano mite ma ferma e lo fa anche con la fermezza del suo Magistero, che non è quello di un teologo che rinchiuso fra i suoi libri, lavora solitario, ma quello consapevole e responsabile di guida spirituale della Chiesa cattolica .
La frase poi la “Chiesa non è solo il Papa” la sento e leggo spesso da coloro che vorrebbero mettere in discussione il primato petrino.
È una frase, per me, così vuota di senso, perchè è un`evidenza , non capisco l`utilità di un`affermazione del genere .
La Chiesa non è solo il Papa …ma è anche il Papa che per di più è il Pastore universale di questa Chiesa. Mi sbaglio?
A proposito di “visibilità” della Chiesa istituzionale, e quindi del papato, c’è una bella riflessione teologica (non mediatica) di Von Balthasar, che ho letto in questi giorni.
La trovate nel capitolo a lui dedicato contenuto nel libro di Renato Farina, “Maestri”, uscito da poco per la PIEMME.
Ve la consiglio.
@ prof. Savigni.
Quesito all’esperto. Se, quanto e come il medioevo sia stato depravazione.
Caro Luigi, nessuna meraviglia che l’interesse di tutti si concentri tanto sul papa. Mi pare un segno eloquente, a dispetto di chi ha creduto, fraintendendo l’ultimo concilio, che fosse cominciata nella chiesa un’eclissi del papato.
Una delle cose più straordinarie (e, umanamente parlando, pazzesche) del cristianesimo è che il fondatore non ha affidato la continuazione della sua opera ad uno scritto, ma alla comunità dei suoi seguaci. Non a una dottrina esattamente forumulata in un libro, non a un codice di leggi dettate ai discepoli, non ad un culto minuziosamente ordinato, ma ad un gruppo di uomini, alla loro fedeltà e alla loro memoria. Lo ha potuto fare prima di tutto perché, essendo Dio, poteva fare quel che gli pareva, e poi perché ha garantito la sua assistenza. Ora, sarebbe vano cercare nelle origini cristiane una forma di esercizio del primato petrino anche lontanamente simile all’idea che ne abbiamo oggi, ed è certamente vero (mi rivolgo a Clodine) che ci sono state fasi nella storia della chiesa in cui il ruolo del papato è stato molto minore, o addirittura offuscato. Però è un fatto – che io considero non casuale, ma provvidenziale – che complessivamente si può leggere, nel corso dei secoli, un progressivo rafforzarsi dell’importanza della figura del papa, processo che è diventato evidentissimo dal pontificato del beato Pio IX in poi (a proposito, come ho già detto, vorrà pur dire qualcosa che da allora in poi, ad ogni conclave i cardinali non hanno sbagliato un colpo!).
Rispetto a questa corrente, le espressioni del “complesso anti-romano”, per quanto virulente siano state e siano tuttora, vanno indietro non avanti, contraddicono, io credo, un’indicazione della storia cristiana che ha ormai un valore teologico: l’unità si fa, e si farà sempre di più, solo attorno a Pietro. E a proposito di dita e di soli, io trovo che non c’è differenza: seguire Pietro significa seguire Cristo, è il modo concreto di seguire Cristo (e non la propria testa)
Grazie Leonardo.
Rileggendo il mio post, mi sono detta: e dopotutto, anche se si guarda il dito, che male c`è, in fondo quel dito che è Pietro ci porta a Cristo.
Non avrei saputo o potuto esprimere meglio la mia idea di quanto non lo abbia fatto lei. Grazie.
@ prof. Savigni.
Scusi l’off topic, ma in “Parabola della fine e dell’inizio” l’ho citata, non ironicamente, ma condividendo totalmente le sue parole.
A parte i cenni storici che in questo contesto ho appena tratteggiato e in maniera semplificatissima, ovviamente, e unilaterale poiché sarebbe veramente impossibile approfondire.
Tuttavia mi chiedo, e vi chiedo: perché sento sempre parlare di “potere” attorno alla figura del pontefice e Mai di “servizio” ?
Come sarebbe veramente imporante per la chiesa e per il servizio di Pietro se si conformase sempre più a quell’apostolo, grande teologo, che insieme a Pietro gettò le fondamenta della fama e dell’autorità della chiesa romana e della quale figura si citano solo alcune pericopi scelte perché lo si è sempre più lasciato “fuori le mura”, proprio perché il servizio di Pietro diventasse sempre più potere!!!???
C’è da chiedersi se lo stesso Pietro si riconoscerebbe nella figura che si è fatta di lui, non solamente perché non fu affatto il “principe degli apostoli”, ma piuttosto il contrario: fin alla fine della sua vita fu l’umile pescatore, poi lo fu di uomini nella sequela del suo Signore.
Forse qualcuno di voi dimentica le promesse, a cui fanno seguito le mancanze,scritte tutt’attorno come fregio, nella chiesa di S.Pietro a Roma, in grandi lettere nere su sfondo in oro? Per evitare ogni malinteso, si dovrebbero aggiungere le frasi di contrappunto in lettere d’oro su sfondo nero.
Gregorio Magno, il grande papa che rinunciò ad ogni appellativo trionfalistico definendosi “servo dei servi di Dio” l’aveva ben capito, e se il papato avesse seguito la sua scia si sarebbe potuto eviatare il grande scontro tra oriente ed occidente: lo scisma del 1054. La figura moderna che più si avvicina a questo grande pontefice è Giovanni XXIII che in questo blog nessuno menziona: come mai?
Leonardo, se mi legge, prenda una buona respirazione,il post è lungo…ma non sono parole mie e rileggerle non è una perdita di tempo!
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
E INSEDIAMENTO SULLA CATHEDRA ROMANA
DEL VESCOVO DI ROMA
BENEDETTO XVI
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Basilica di San Giovanni in Laterano
Sabato, 7 maggio 2005
….
” Fu Pietro che espresse per primo, a nome degli apostoli, la professione di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16). Questo è il compito di tutti i Successori di Pietro: essere la guida nella professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus – “Gesù è il Signore”, come Paolo scrisse nelle sue lettere ai Romani (10, 9) e ai Corinzi (1 Cor 12, 3). Ai Corinzi, con particolare enfasi, disse: “Anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra… per noi c’è un solo Dio, il Padre…; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1 Cor 8, 5). La Cattedra di Pietro obbliga coloro che ne sono i titolari a dire – come già fece Pietro in un momento di crisi dei discepoli – quando tanti volevano andarsene: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68ss). Colui che siede sulla Cattedra di Pietro deve ricordare le parole che il Signore disse a Simon Pietro nell’ora dell’Ultima Cena: “….e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli….” (Lc 22, 32). Colui che è il titolare del ministero petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e debole – come sono fragili e deboli le sue proprie forze – costantemente bisognoso di purificazione e di conversione. Ma egli può anche avere la consapevolezza che dal Signore gli viene la forza per confermare i suoi fratelli nella fede e tenerli uniti nella confessione del Cristo crocifisso e risorto.
….
ll Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici.
…
Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo.
La Cattedra è – diciamolo ancora una volta – simbolo della potestà di insegnamento, che è una potestà di obbedienza e di servizio, affinché la Parola di Dio – la sua verità! – possa risplendere tra di noi, indicandoci la strada.
CONCORDO
discorsi che attrraggono di più
– per tutti, il sesso, la sessualità e le sue sfumature-
– per tutti i cattolici e pseudo-cattolici IL PAPA
è la tipica fissa che da tanti sento per la f*******
spesso si dice che troppi uomini hanno la mente o il cervello a forma…
e aggiungerei il gesto con le dita a rombo di una mano
ma per il papa non so come si fa
E’ interessante, più che di Cristo,
piu’ che dell’uomo e dell’umanità (a immagine di Dio fatta)
si parla del papa, papa, papa, papa,
aspetto il giorno quando ci saranno anche alcuni capaci di fare querra in nome e per il papa
in verità qualcuno si sta preparando…..
Abbiamo un solo Padre…. ma non è Benedetto…….
Comunque
è sempre un piacere vedere che parte della lunghezza dei commenti
è presa dal riportare le omelie del nostro PAPA.
Forse qualcuno ha bisogno come di fanciullino di rapportarsi con la figura paterna del Papa.
OPTIME.
Matteo, che volgare!
su blog tornielli
Syriacus Scrive: January 6th, 2008 at 2:47 pm
Ragazzi, grazie della compagnia che ci siam fatti, nel bene e nel male. Mi prendo una salutare vacanza (anche) da questo blog. Auguro a tutti fruttuose e costruttive discussioni. Arrivederci.
Stefano
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quindi il ragazzo è sulle piste da sci probabilmente
e ci voleva tanto….
Il papa non è tutto nella Chiesa (e non è indispensabile un papato “mediatico”), ma ha un suo ruolo insostibuibile, anche per un cattolico “adulto”, per cui non posso condividere le ultime battute di Matteo.Se legge l’omelia papale di oggi sull’Epifania capirà che il papa non accetterà di farsi coinvolgere in alcuna guerra.
A Lycopodium:
è ormai superato lo stereotipo dei “secoli bui” e della “depravazione” del Medioevo. Certamente tra IX e X secolo vi furono alcuni papi non esattamente santi, e legati strettamente alle fazioni dell’aristocrazia romana: alcune fonti un po’ “di parte” (come Liutprando di Cremona, vescovo) hanno sottolineato gli aspetti di corruzione, fornendo le basi per l’elaborazione del mito del “secolo di ferro” e della “pornocrazia” romana; ma non è tutta un’invenzione di storici malevoli, qualcosa di vero c’è (come avviene oggi coi preti pedofili, gli episodi scandalosi ci sono, ma vengono ingigantiti dai mass-media, che non sono disinteressati).
Luisa, quando ho detto che Benedetto XVI mi sembra meno “carismatico” (e meno mediatico) del suo predecessore non intendevo affatto esprimere un giudizio limitativo: anzi, per certi aspetti apprezzo forse di più un papa teologo. A Clodine: Giovanni XXIII è stato un grande papa santo, ma non mi sembra utile contrapporlo ad altri papi e farne una bandiera di parte (come fa ad esempio la “scuola bolognese” di Melloni: è lo stesso gioco pericoloso che fa “Petrus” quando contrappone Ratzinger ai suoi predecessori).Ogni papa, anzi ogni vescovo, ogni cristiano ha i suoi doni, che, se usati bene, sono complementari a quelli degli altri.
Conosco perfettamente la scrittura senza che lei, signora Luisa, me la rimembri.
Anche se, forse, oserei dire (non me ne voglia ) che lei è un po’ digiuna in fatto di storia della Chiesa. La continuità del primato di Pietro (Vaticano I D1824S), argomenta, si , di un primato di Pietro ad una sua continutà durevole (riporto il testo) : “tale primato” -sostiene il documento- ” fu introdotto per la salvezza eterna e la salvaguardia continua della chiesa, esso deve protrarsi nel tempo “anche” secondo le disposizioni di Cristo”. A questo punto non si citano testi scritturali, si trova però la seguente definizione:” chi quindi sostiene che San Pietro non abbia successori perpetui nella supremazia sulla chiesa universle a causa dell’introduzione da parte di Cristo stesso nostro Signore, cioè per diritto divino…sia scomunicato”. dopo di che una serie infinita di scomuniche..
In una prospettiva storica è importante che Pietro, dopo Antiochia (atti 15,7; Gal.2,11) non venga più nominato. Della fine della vita di Pietro, contrariamente a Giacomo, nel nuovo testamento nulla viene accennato. Della istituzione di un successore non venne riferito nulla. Nè Mt. 16,18 né Gv 21,15-17 né Lc 22,32 parlano direttamente di un successore di Pietro.
Questi scritti (Atti degli apostoli) sono stati composti dopo la morte di Pietro e mostrano interesse per una posizione privilegiata di Pietro rispetto a Giacomo, il quale non si sa se fosse semplicemente guida della comunità di Gerusalemme rimanendo subordinato a Pietro -guida della chiesa universle- o se Pietro venisse sostituito da Giacomo, fratello del Signore: tale ipotesi o interpretazione poggia sulla seconda parte degli Atti degli Apostoli (in particolare 12, 17 ) a Gal2,12 ..se i testi petrini si riferiscano a delle fondamenta gettate definitivamente in seguito, se l’appellativo “roccia” si debba interpretare quale inizio, nel tempo, della comunità o quale elemento fondamentale, oppure quale base di solidità per la chiesa, se il portatore delle chiavi o pastore vicario o detentore di un potere di governo…
Quanto detto non intende assolutamente mettere in discussione il Primato di Pietro -e questo concetto sia ben chiaro – anche qualora la storia e tutte le difficoltà esegetiche dovessero trovare inciampi eventuali: nessun teologo, sia esso ortodosso o protestante potrebbe mai mettere in discussione la successione apostolica del servizio di Pietro.
Però voglio dire, la storia è così vasta e complessa che, possiamo asserire tutto e il contrario di tutto per cui, credo che la ricerca in ambito teologico ed esegetico è sempre ricca di interrogativi, non si esaurisce mai, e non finirà mai.
Per cui, l’unico punto fermo, la stella polare al quale sia Il Pontefice che ognuno di noi deve far riferimento è Cristo sic et simpliciter
Non mi sembra, Clodine, averle rimembrato le Scritture che so lei conosce a memoria, ho ricordato a tutti e non solo a lei, un`omelia del nostro Papa. Nemmeno questo va bene? Anche un`omelia del Papa suscita una reazione così viva ?
Certamente io non ho la sua immensa cultura biblica e esegetica che le permette anche di contestare un`omelia del grande teologo che è Benedetto XVI.
Io sono una grande ignorante, per questo imparo molto alla scuola del nostro Papa .
leggo ora il commento del professore: grazie professor Savigni per la risposta.
Riguardo a quanto detto sopra ci tengo a sottolineare che ho osato appena, con un breve accenno, all’aspetto scrittiristico e storico (in piccolisima parte) tralasciando tutto il bagaglio tramandato dalla tradizione..che ha il suo peso, è ovvio!
Un saluto
Il Papa è di gran lunga più umile di lei
Signora Luisa, se lei leggesse, invece di dire sproloqui, si accorgerebbe che non ho affato contestato l’omelia, per nulla, non l’ho Nè esaminata, né nem che meno commentata.
Detto questo la saluto
Dall`Angelus di oggi :
….”Anche la Chiesa, pertanto, svolge per l’umanità la missione della stella. Ma qualcosa del genere si può dire di ogni cristiano, chiamato a rischiarare con la parola e la testimonianza della vita i passi dei fratelli. Quanto è importante allora che noi cristiani siamo fedeli alla nostra vocazione! Ogni autentico credente è sempre in cammino nel proprio personale itinerario di fede e, al tempo stesso, con la piccola luce che porta dentro di sé, può e deve essere di aiuto a chi si trova al suo fianco, e magari stenta a trovare la strada che conduce a Cristo.”
… ma non è che il Papa diventa l’unico modo per fare un discorso serio in un mondo vuotissimo? Se l’agenda la detta la Chiesa, non posso dire sia un male, ma se il dito punta al sole, mancano i Von Braun per arrivare al Sole, non i Ratzinger che lo indicano.
Ovvero, come ci siamo detti a un incontro io e un monsignore:
Monsignore: io faccio il teologo e indico l’obiettivo
Io: quindi sta a i laici fare i laici…. e lavorare per avvicinarvisi.
Avevo già sentito parlare degli incontri di Pizza e Vangelo, nome accattivante, e avrei voluto sempre chiederle di più. Ci può dire qualcosa? C’è qualche altro blogger che ha tentato esperimenti simili, nel condominio per esempio o tra vicini di casa? Sarei curioso di saperlo…
Capita spesso, in tanti gruppi cristiani di ripiegare su temi di politica ecclesiale oppure (peggio) di politica socio- globale o (ancora peggio) di democrazia evangelica, dimenticando totalmente l’approccio esistenziale e personale. Temi nobili e di interesse per un salotto, ma spesso assai invasivi. In una sua conferenza ho notato che lei ha smarcato molto elegantemente le domande “socio- evangeliche” affermando (cito il senso) di non essere “all’altezza” di rispondere a certe domande. Io sono molto meno capace e spesso cado nel richiamo del confronto… con esiti talvolta confliggenti, ma sempre deludenti, almeno per me.
Come fare, altrimenti?
grazie
ml
Signora Luisa, se lei ha riportato l’omelia per farmela leggere, sappia che l’ho ascoltata dal vivo, in Piazza San Pietro, col naso rivolto all’insù sotto una fitta e fredda pioggerella invernale.
Un saluto
Agli ottimi Clodine, Lycopodium e Savigni. Ecco una pagina del teologo Ratzinger (Il nuovo popolo di Dio, Queriniana 1971, p. 295ss) che incoraggia a una considerazione evangelica e libera della storia della Chiesa:
“Potremmo cercare di proseguire il nostro tema [Che significa rinnovamento nella Chiesa] ricercando il falso nella Chiesa; non le piccole deformazioni, che si inseriscono giorno per giorno la dove gli uomini ‘vecchi’ trattano il Nuovo Testamento in modo antico, ma i travisamenti più profondi: quel radicamento nel mondo chiamato oggi volentieri periodo costantiniano; lo sfasamento medievale a causa dell’identificazione tra la Chiesa e la società chiusa dell’occidente cristiano, nella quale i successori degli apostoli, cui era stato insegnato che non si sarebbero dovuti conformare alle grandezze di questo mondo, trovarono improvvisamente giusto l’essere fatti principi di questa società (…). Si dovrebbe poi prendere in esame gli integrismi originati dall’opposizione alla Riforma (…). Sia il periodo ostantiniano che al teologia imperiale del medioevo vanno infatti solo criticati perchè ridanno valore all’antica polis e alla vecchia teocrazia dell’Antico Testamento: vino vecchio viene versato in otri nuovi (…). Per rifarci ancora una volta ai travisamenti di tempi passati che gettano ombra sul nostro oggi cristiano, bisognerebbe ricordare, oltre ai fatti del medioevo e dell’antichità, anche quelli più vicini a noi, quelli che si possono perciò avvertire direttamente come travisamenti: in modo particolare, la reazione cristiana espressa nel secolo XIX e agli inizi del XX nel Sillabo di Pio IX e nel pontificato di Pio X. Certo esagerando ma non senza ragione, Harnack disse che la Chiesa ha condannato in tale modo la cultura e la scienza moderna, chiudendo loro la porta; possiamo aggiungere qui: la Chiesa si è anche preclusa la possibilità di vivere la vocazione cristiana come attuale, perchè troppo interessata e legata al passato“.
Clodine: ho passato alcune ore a cercare questo testo – che avevo in mente ma non a portata di mano – anche per venire in suo soccorso! Lei aveva scritto “depravazione” per un particolare periodo, il futuro papa a suo tempo scrisse “deformazioni” e “travisamenti” per l’insieme di quell’età.
Carissimo Accattoli, NO BUONO avrebbe detto il vecchio Andy Luotto.
Ricorda quella conferenza stampa in cui un suo collega “tirava in faccia” al Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede un suo antico scritto “critico” (forse di mariologia)?
E lui, con quel sorriso che ora conosciamo tutti, disse solo: “olim”.
Un tempo si diceva che il Papa “buono” era quello morto, oggi si spulciano gli antichi libri, che allora apparivano molto meno “progressisti” di quanto oggi sembrino: perché il mea culpa “storico” era funzionale ad nuovo risplendere della verità cattolica.
[Ed in quello stesso testo, se la memoria non mi inganna, è contenuta la prima dura critica di Ratzinger alla celerazione “versus populum”.]
Il tempo passa per tutti: in un vecchio numero dell’organo ufficiale della FUCI, una giovane promessa del giornalismo cattolico scriveva articoli “arrabbiati”.
E in quegli stessi anni un suo attuale corrispondente gli avrebbe magari dato ragione …
Per tutti c’é un “olim”, ma l’Ecclesia (carisma e istituzione) é l’OGGI ed il QUI di Cristo.
Quello sia il nostro OGGI ed il nostro QUI.
Beh, diciamo che è interessante sapere come la pensava Ratzinger nel 1969, anno in cui firmava la prefazione di quel volume poi sempre ristampato senza modifiche. Non trova?
Beh, la storia è storia: per quanto ci possano essere dei travasamenti non si può contestare che i successori del pescatore di Galilea ( Bonifacio, Gelasio e altri che ora non ricordo) si spesero per confermare le loro pretese di dominio e potenza come sovrani di questo mondo.
Come principi mondani con ricche risorse finanziarie e un esercito agguerrito. Che dire poi dello straordinario sviluppo che fu leggittimato con la falsificazione -gravida di coseguenze- della donazione di Costantino nei secoli VII/XI: o quando Nicolò I vincolò con l’anatema ogni espressione che coinvolgesse o si opponesse alle sue decisioni facendosi passare per signore della terra e non si vergognò neppure lontanamente di presentare i più mostruosi falsi della storia della chiesa -i famosi Decretali dello Pseudo Isidoro- facendoli passare per autentici con forza obbligante per la chiesa..e via discorrendo…fino ai sistemi coercitivi ehhh…ci sarebbe moltissimo da dire…di fatto, nonostante le critiche aspre di Bernardo di Clairvaux e di molti studiosi e santi, anche se con la potenza delle crociate e la latinizzazione è in quel momento storico che l’oriente si stacca definitivamente dal vescovo di Roma . Non ci si può di certo stupire se a questo dominio -che dal sec XIII ebbe il suo trionfo- terminò poco dopo in una catastrofe finale.
Per contro nessuno negherà che questo primato servì in epoca precostantiniana ad aiutare altre chiese in molti modi,senza togliere le loro caratteristiche, la loro indipendenza nella dottrina, nella liturgia. La stessa Roma nel II sec stabilì norme cattoliche in materia di fede, diritto canonico, e in seguito difese sia la tradizione che la dottrina dalle tragiche grinfie delle controversie , tra cui quella Ariana che fu terribile!
Ma c’è troppo, se ci mettiamo a scavare non finiamo più.
Del resto: è dove più brilla la luce che si fa scuro il cono d’ombra…
Grazie dott.Luigi per avermi ripresa circa quella definizione molto poco ortodossa. In effetti preferisco i termini usati dal teologo Ratzinger e dal Prof Savigni.
Un caro abbraccio
J.H. Newman:
«Avevo preso la decisione di accantonare tutte le controversie, e mi occupavo della traduzione di sant’Atanasio… Vidi chiaramente nella storia degli Ariani che gli Ariani puri erano i Protestanti, e che Roma era allora finalmente quella che è oggi. La verità poggiava non sulla via media, ma su quello che si chiamava il partito estremo…».
un’ultima cosa, per riallacciarmi a l’epilogo dello scritto di Ratzinger circa la difficoltà della chiesa perché troppo vincolata e interessata al passato, è necessario invece che porti a termine il suo compimento nel presente, come si è spesso detto in questo dibattito.
Le analisi psicologiche e storiche sono fondamentali come pure la Teologia pastorale e morale. E’ fondamentale invece che la chiesa abbia un presente e si insinui in questo presente e non vi si sotragga mai per romanticismo, conservatorismo o utopia. E’ questo il tempo in cui DEVE -è un imperativo- compiere la sua missione, ma simile ad una banderuola, sbandierata ai quattro venti se non sarà arcionato alle origini…al Vangelo, perché è lì il fondamento della sua esistenza.
Scusate…sono intervenuta di nuovo..
Però mi sfugge il senso di tutte queste rievocazioni storiche rispetto al punto su cui stavamo chiacchierando: chiedo scusa, ma ripeto testualmente quello che ho scritto in precedenza:
«sarebbe vano cercare nelle origini cristiane una forma di esercizio del primato petrino anche lontanamente simile all’idea che ne abbiamo oggi, ed è certamente vero (mi rivolgo a Clodine) che ci sono state fasi nella storia della chiesa in cui il ruolo del papato è stato molto minore, o addirittura offuscato. Però è un fatto – che io considero non casuale, ma provvidenziale – che complessivamente si può leggere, nel corso dei secoli, un progressivo rafforzarsi dell’importanza della figura del papa, processo che è diventato evidentissimo dal pontificato del beato Pio IX in poi».
In altre parole, in questa sede mi importa poco di cosa fosse il papato nei primi secoli o in età medievale: guardo a quello che è diventato progressivamente (e in modo specialmente rimarchevole negli ultimi 150 anni) riconoscendo in questa evoluzione un provvedimento divino per il bene della chiesa.
Quanto al fatto che il vangelo sia il fondamento dell’esistenza della chiesa, è giustissimo se si riferisce al contenuto del messaggio di Gesù, che coincide con la sua persona; non è affatto vero se si riferisce alla vangelo come testo scritto. La chiesa c’era quando i vangeli ancora non c’erano.
L’eresia Ariana fu la più terribile, ha detto bene Jycopodium…era il partito estremo. Ma anche quella di Marcione fu terrificante, E bisogna fare molta attenzione perché tantissime sette sorte in questi ultimi tempi ricalcano le antiche eresie talune sono imperniate di Arianesimo…
Infatti Leonardo, non hai torto: è la teologia romana così come s’è sviluppata -indirettamente fondata sulla prima epistola di Clemente, come pure altri pontefici – la dottina e la pratica romane furono favorite da fattori politici, l’influsso della chiesa di Roma nella capitale imperiale e la forza d’attrazione che ebbe dopo la caduta dell’impero (storicamente c’è un proceso lunghissimo) ..dalla riforma Gregoriana in poi si evidenzia come lo Spirito agisce all’interno di essa descrivendo il rapporto papa-chiesa come porta-cardine; famiglia-madre; costruzione e fondamento, oppure sorgente e fiume. E’ vero, la chiesa è prima dei Vangeli, ma appunto per questo la sua esistenza trova forza nella fede poiché la Sua origine è posta e costituita attraverso il grande intervento di DIO nella STORIa mediante GESU’ CRISTO Tra gli uomini e quindi in definitiva anche mediante gli uomini.
Scusate di nuovo…
lycopodium scrive, – 6 Gennaio 2008 @ 21:07
Carissimo Accattoli, NO BUONO
Il tempo passa per tutti: in un vecchio
Per tutti c’é un “olim”, ma l’Ecclesia (carisma e istituzione) é l’OGGI ed il QUI di Cristo.
Quello sia il nostro OGGI ed il nostro QUI.
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pur di arrampicarsi sugli specchi e negare l’evidenza
ci diamo agli OLIM
Olim, vai con la capricciosa!
Parlare del papa è comodo e non costa poi molta fatica, allontana opportunamente dai veri problemi del mondo.
Nulla è cambiato da Gesù in poi, si continua a vivere e a morire esattamente come sempre è stato. I castelli di teorie costruiti per dissimulare la delusione dei primi cristiani, che si aspettavano veramente che qualcuno tornasse a salvarli dalla morte – s’intendeva la morte vera non quella del peccato – non hanno cambiato la sostanza delle cose.
Per il resto, che qualcuno apprezzi Ferrara, quello che organizzava trasmissioni ignobili in cui i protagonisti (Sgarbi e D’Agostino) si prendevano a schiaffi in diretta, e Farina, lo spione che ha tradito la buona fede dei suoi lettori utilizzando la sua qualità di giornalista per passare informazioni ai servizi segreti, non mi meraviglia più di tanto.
Avanti così.
P.S. A proposito dei preti pedofili, il cui scandalo non si può ormai nascondere, i “mea culpa” della Chiesa (del papa di cui tanto si parla) arrivano sempre con un attimo di ritardo (a volte con qualche secolo di ritardo) e somigliano molto alla mitezza di un leone a cui sono stati cavati i denti e spuntate le unghie.
Per Luisa:
Per riprendere il paragone del dito e del Sole, il problema è proprio chi guarda il dito e non guarda il Sole. Certo è che non è colpa del dito.
Per tutti i cortesi lettori:
La papo-mania mi sembra un pesante virus dell’opinione pubblica, anche cattolica, ma non solo; e poco m’interessa distinguere tra papolatria e papofobia, perché la deformazione che s’introduce nel guardare il mondo ecclesiale è la stessa.
Peggio è quando questa deformazione tocca anche il mondo spirituale.
Per fare un esempio, purtroppo non fittizio: quando il centro della discussione è il cappello del papa, il problema non è se valutarlo un mirabile recupero della tradizione o una condannabile manifestazione di spreco: il problema è nel fatto stesso di dedicare più di una riga al cappello del papa!
Il papa, mediaticamente, “tira” (e qui ha senso anche il profano paragone di matteo). Ma non è detto che questo sia sempre un vantaggio o che si possa sempre convertirlo in vantaggio, anche solo a livello di comunicazione.
Per me il problema è questo, poi le dispute sul ruolo del papato e sulla storia della Chiesa, sempre interessanti, non sono dirimenti in questo senso.
Leopoldo no problem su Ferrara e i preti pedofili e il papa di cui si parla troppo. La ringrazio di aver richiamato questa compagnia ai veri problemi. Ma che nulla sia cambiato da Gesù in poi per me non è vero. Si continua a morire ma è cambiato il sentimento della vita e della morte, quello della vicinanza di Dio e quello della dignità dell’uomo. Per questo io resto cristiano e ritengo sia possibile chiamare altri a questa speranza.
Sono d`accordo con te, c`è chi guarda il dito e non il Sole, forse c`è anche chi si interessa alla persona del Papa, e non al suo messaggio, ma questo comportamento mi risulta senza dubbio più difficile con Benedetto XVI. Perchè tutto nel suo messaggio parte da Cristo e ci porta direttamente a Cristo, ci unisce a Cristo, guardando, ascoltando Benedetto XVI non puoi non guardare Cristo.
Come ha detto Cogitor più sopra: ” È Cristo che vuole parlare al tuo cuore!”
Nell’intraprendere il suo ministero il nuovo Papa sa che suo compito è di far risplendere davanti agli uomini e alle donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo.
buon anno!
Arrivo tardi e avrei qualche “moralismo” da buttare lì, ma ormai sono fuori tempo. Dico solo che condivido la naturale ovvietà e il senso del post di Luigi e, a naso, “sono di quelli” di Savigni e Clodine. Così, per schierarsi.
Invece raccolgo l’appello di mattlar e dico: w gli incontri Pizza e Vangelo (bravo Luigi… ma io sono troppo vecchio per affacciarmi qualche volta?); e condivido al blog che noi e un’altra famiglia ogni giovedì da un anno e mezzo alle 19 ascoltiamo e meditiamo il Vangelo della domenica in arrivo. Un’ora senza figli (che sono affidati ad una baby sitter), in cui preghiamo per noi, per la Chiesa, e per tutte le situazioni che i nostri occhi e orecchie hano raccolto durante la settimana. Inoltre preghiamo per le intenzioni che don Andrea Santoro ha affidato in eredità a chi lo ha conosciuto. è una cosa di cui non parliamo quasi mai… oggi mi sembrava invitante la richiesta di mattlar.
in ogni caso… tanto si va sempre a finire a parlare del Papa… mi dicono che l’omelia della Messa di ieri di Benedetto XVI su speranza e sobrietà era molto piacevolmente “moralista”….
ps. grazie Clodine per la tua continua attenzione. Aiuto mia moglie… o almeno ci provo.
Esssendo stata lontana dalla Chiesa una gran parte del pontificato di Giovanni Paolo II, mi domando se ai suoi tempi si parlava meno di lui,o se, se ne parlava in modo differente, interessandosi forse più ai suoi gesti che al suo Magistero .
Mi domando e vi domando: è il fatto che si parli del Papa che pone problema o il fatto che si parli di questo Papa, di Benedetto XVI ?
Perchè il Magistero di Papa Benedetto è la continuazione di quello di Giovanni Paolo, nessuna rottura o invenzione. Allora?
Non penso che il Magistero di Giovanni Paolo sia stato unanimamente recepito, forse i suoi gesti lo hanno oscurato. Forse .
Comunque, qui, all`estero, non passa settimana senza che su un giornale o l`altro non legga un articolo che discrediti o attacchi la Chiesa cattolica o Benedetto XVI, fatto totalmente nuovo.
Io mi dico, che il Magistero di Papa Benedetto squarcia il cielo dei nostri conformismi appiattiti dal pensiero che purtroppo si è diffuso sino a diventare dominante e veicolato da tutti i nostri media e mezzi di comunicazione.
Un tale Magistero forte e coraggioso non lascia indifferente, non può non fare discutere et tanto meglio!
In bene o in male, si discute, discutiamo e riflettiamo. Poi c`è chi si limiterà ad una reazione epidermica attaccando la persona. È inevitabile.
Per Luigi.
Vorrei sbagliarmi, ma colgo nel suo ringraziamento una punta di ironia. Ovviamente esprimo solo il mio punto di vista. Nessuno penso sia portatore della Verità e in grado di dirla una volta per tutte.
Non è un caso che alla domanda di Pilato Gesù non abbia risposto.
Chissà, forse la verità non la si può esprimere con le parole, si può solo viverla.
A Luisa: grazie del memento dell’omelia del papa alla messa di insediamento. Lì tutto è detto perfettamente.
A Luigi: spero che il tuo «no problem su Ferrara ecc.» in risposta a Leopoldo non voglia dire che condividi la sua sprezzante valutazione. A Leopoldo vorrei ricordare che con quel metro con il quale misurate sarete misurati (anzi: vi misurate da soli fin d’ora).
No Leopoldo non c’era ironia! Il mio post di apertura appunto diceva che ci sono problemi più importanti (poniamo: che cosa di nuovo abbia portato Gesù…) da affrontare che non l’interminata disputa sul papa.
Leonardo “no problem” voleva dire che non mi faccio un problema se qualcuno intorno a me afferma di non condividere Ferrara, o Farina, o l’atteggiamento del papa sui preti pedofili. Questioni secondarie sulle quali non mi sento motivato a battagliare, ci fosse anche un elemento di sprezzo che – ben sai – mai condivido. Ma il problema me lo faccio se nel mio pianerottolo si afferma che con Gesù nulla è cambiato nella storia. Qui viene posto il caso serio e a esso volevo reagire, ringraziando chi l’aveva posto.
Per Luca Grasselli: (forse l’unico con cui mi sento direttamente in sintonia sull’argomento) a cosa può ricondursi la questione se non al vuoto etico morale in cui navighiamo? In fondo ormai anche nel mondo protestante il papa è considerato la maggiore autorità morale, sia che ne si condividano le parole sia che le si osteggino.
Alessandro, penso che oggigiorno qualunque cosa sia in qualche modo portatrice di un seme di assoluto, o anche solo di non strettamente temporaneo e transeunte, susciti una curiosità smodata e un’inconfessata sete d’eterno da parte di questo mondo mediatico, vorace evocatore e trangugiatore d’effimero. Grazie per la “diretta sintonia”, anche questa oggi è merce preziosa.
Alla cara Luisa: no, il problema della “papomania” si poneva anche prima di Benedetto XVI. Semmai con questo papa la cosa è più paradossale, perché egli ne appare lontano le mille miglia: mi sembra che la fame dei media e anche la non sempre misurata devozione dei cattolici cerchino di cucirgli addosso un vestito che non è proprio il suo.
Il problema, purtroppo, è che non è vero che papa Benedetto “squarcia il cielo dei nostri conformismi appiattiti dal pensiero… dominante”, perché spesso il suo pensiero viene trasmesso e riflesso ai più solo attraverso le lenti deformanti dei media, nonché delle tre o quattro diverse “vulgate” cattoliche… a volte in corto circuito.
E allora? E allora avanti con pizza e vangelo, ragazzi.
Nel frattempo Leopoldo potrebbe rileggersi Benigni, laddove spiega, in una “pagina” mirabile delle sue spiegazioni della Divina Commedia, che cosa ci ha portato – anche da un punto di vista non strettamente confessionale – Gesù. E’ un “pezzo” che rivaleggia (non si scandalizzi Luisa) con la risposta che a un’analoga domanda dà papa Ratzinger nel suo libro su Gesù. Tanto per chiudere il cerchio, l’aveva pubblicato Korazym qualche tempo fa.
Bellissimo il pizza/vangelo party. Buon anno tanto sta ancora per cominciare.
Il collage (filologicamente corretto, mi sembra) delle parole di Benigni è qui: http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26520
Quanto al Papa, mi riferivo – con un accostamento che nessuno, spero, giudicherà irriverente – al ben noto brano di “Gesù di Nazaret” in cui afferma che Gesù «ci ha portato Dio: ora conosciamo il suo volto, ora possiamo invocarlo».
Il brano di Benigni a cui mi riferivo specificamente è la quarta citazione (il quarto corsivo) dall’inizio.
Luca, dici che non è vero che Papa Bendedetto “squarcia……”. Tu pensi che non sia vero, e mi sembra aver capito che tu vorresti che fosse vero, ma osservi che ciò che arriva alla gente non è il pensiero del Papa ma quello deformato dai media. Sono d`accordo con te che i media deformano, ultimo exploit il servizio del vaticanista del TG1 delle 13h30 . Ma non puoi negare che le parole del Pontefice sulla sacralità della vita, dal suo inizio sino alla sua fine naturale, sull`importanza della famiglia,sull`etica, arrivino ai cattolici e non cattolici, poi bisognerebbe contare sui vescovi e sacerdoti per diffonderlo e non so se da voi i preti durante l`omelia, i vescovi abbiano a cuore di dare spazio al magistero del Papa. Da noi no.
Ma io sono fiduciosa ,perchè grazie a Dio sempre più cattolici,e non solo in Italia, si informano da soli, vanno cercare le notizie direttamente alle fonti, su Internet. Forse da voi non è così, fuori dell`Italia è una necessità.
Dunque ribadisco ,e basta vedere i dibattiti, che Benedetto XVI con il suo Magistero scuote le nostre coscienze assopite sulle loro certezze .
Ci fa andare più in profondità ,interroga le nostre coscienze.
Sul Manifesto di ieri, Filippo Gentiloni, dice anche lui che basta parlare del papa. Però è proprio il magistero papale che connota la chiesa cattolica, tant’è che i suoi appartenenti vengono chiamati papisti dai protestanti. E Locke diceva che bisogna essere tolleranti con tutti meno che coi papisti….Cordiali saluti e auguri a tutti, Eufemia Budicin
Cara Luisa, il pensiero del Papa raggiunge – non foss’altro via Internet – chi vuole ascoltarlo e ha la pazienza (ampiamente ricompensata) di leggerlo, senza farsi fuorviare dalle letture devianti dei molti detrattori e da qualche non sempre disinteressato laudatore. Purtroppo non sono moltissimi.
Perchè la pazienza?
È vero che tutto oggi deve andare in fretta, meglio un titolone che mi fa credere di essere informato, piuttosto che prendere il tempo di leggere, di confrontare le idee e poi prendere il tempo della riflessione.
Non c`è più tempo.
Da noi si dice “zapper” come quando le dita non restano tranquille sul telecomando e passano da un canale all`altro. Si parla anche di civiltà “kleenex” usa e getta.
Eppure io sono fiduciosa. Quei 500.000 presenti a Loreto ai quali il Papa ha rivolto un discorso che penso abbia segnato la loro memoria, incoraggiandoli ad andare contro-corrente, ad essere critici e lucidi nella lettura dei media, a me danno fiducia. Io credo in loro e in tutti quei giovani che si attivano nel mondo intero. Sono quasi tutti giovani che animano i siti internet dedicati al Papa e alla diffusione del suoMagistero.
Signora Luisa ! Ma lei è proprio innamorata di Benedetto XVI !
E, se lo avesse visto e conosciuto da vicino come l’ho visto e conosciuto io quando era vescovo e veniva ad impartire le Cresima in una semplicissima chiesa di borgata alla periferia di Roma ?? Benedicendo e accarezzando tutti ??
Si sarebbe strappata i capelli !!?? Comunque è vero: è un uomo amabile…ed è molto fine, ed elegante nei modi…
Per Luca Grasselli..condivido quanto dice in questo blog e lo ringrazio per la segnalazione su Korazim riguardante Benigni…
Sentendo l’ennesimo commento di un telegiornale sull’amore di Sarkozy e Carla Bruni mi è venuto da pensare: in un sistema di comunicazioni sociali che privilegia il gossip (pensiamo anche a Bruno Vespa, alla sua trasmissione ed al suo ultimo libro: allora io dico, molto meglio Ferrara, anche se fazioso! almeno affronta temio più seri), è molto meglio che si parli del papa piuttosto che degli amori passeggeri dei vip e delle preferenze sessuali di qualche politico. Chiedo a Luigi (ben sapendo che non è colpa sua): se i riflettori sono sempre puntati sui grandi personaggi, non c’è una responsabilità precisa dei direttori dei grandi quotidiani, oltre che delle reti televisive?
Un prete che la conosce, Luigi (non dirò il nome per non metterlo in imbarazzo rivelando una sua confidenza) mi disse anni fa che quando lei prese servizio alla “Repubblica” propose all’allora direttore Scalfari di parlare dei temi allora molto dibattuti nel mondo cattolico; ma Scalfari le avrebbe risposto che sul giornale voleva vedere piuttosto pettegolezzi sul papa. Se l’aneddoto è vero, allora il grande giornalismo laico ha precise responsabilità: spesso è incapace di scorgere, dietro a questa o all’altra figura, i grandi nodi della vita cristiana e della teologia.
E allora, ho sbagliato: un po’ con Luigi che mi ha per davvero ringraziato, un po’ di più con chi apprezza Ferrara e Farina, perché anziché esprimere un giudizio sui Nostri (uomini pubblici sui quali non ritiro una parola di quel che ho detto) ho involontariamente attaccato chi la pensa diversamente da me, molto quando ho lasciato intendere che Gesù non abbia portato nessun cambiamento nella vita di tante persone (in realtà volevo dire che la sconfitta della morte, almeno fuori da un visione di fede, non c’è stata).
Resta vero, caro Leonardo, che io misuro le azioni degli altri con lo stesso metro con cui misuro le mie, e io non mai tradito dolosamente la mia professione e non mi sono mai compiaciuto dei ceffoni altrui.
Sarà. Non ho ragioni per dubitarne, ma per principio diffido di tutte le autocertificazioni morali.
Clodine, ma lei fa parte della Parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice?
non proprio! Ma ho dei parenti che fanno parte di quella parrocchia, ed avevano un rapporto straordinario con l’allora vescovo Ratzinger. Tuttavia proprio in più occasioni ho avuto modo di parlare con Lui, anche per il fatto che, essendo io un’animatrice -catechista per adulti di Cresima- i ragazzi dei mii gruppi (sono stata catechista per 15 anni), ricevettero più di una volta la confermazione da Lui, benché facessi parte di un’altra parrocchia.
Una volta in particolare mi colpì perché tra gli allievi avevo un Dawn molto in gamba, intelligentissimo, ed Egli si intrattenne a lungo con lui…e con me naturalmente!
Una bellissima esperienza
scusa Clodine
il Down cosa ne ha pensato?
Uao…ciò non fa altro che accrescere la mia stima (già smisurata!) nei confronti di Joseph Ratzinger…e un po’ di invidia nei suoi di confronti…in senso buono ovviamente!! 😉
In effetti stiamo assistendo ad una papolatria che affliggerebbe lo stesso pontefice, se fosse a conoscenza della vastità del fenomeno. Fenomeno tanto più grave in quanto la medesima è assimilabile ad una forma di idolatria, che secondo alcuni è il peccato dei peccati, essendo un tentativo di sostituire l’uomo a Dio.
Matteo vuol sapere cosa ne ha pensato il ragazzo Down : bhè, ti posso dire che c’è stato un dialogo fatto più che di parole di sguardi pieni d’empatia, e di dolcezza. Ha voluto sapere da lui chi l’avesse preparato a questo incontro con Gesù ,cosa pensasse lui di Gesù e del sacramento che aveva da poco celebrato.
Con voce molto modulata, e molta grazia si è intrattenuto con tutti. Devo dire che in quella parrocchia, dove spesso si recava, era molto amato.
Si, sono stata fortunata, anche con Giovanni Paolo II…anche con lui mi sono intrattenuta ed ho ricevuto pure un dono, che porto sempre con me!
Sono esperienze davvero uniche e molto edificanti.
Già…Io invece ho potuto vivere la Giornata Mondiale della Gioventù e l’Agorà dei giovani a Loreto proprio perchè ad attenderci c’era Benedetto XVI…Poi ho partecipato a una sua Udienza Generale (e in quella occasione ho visto per la prima volta Roma!)…e in occasione dei miei 18 anni lo scorso ottobre ho ricevuto la sua Benedizione Apostolica! Ogni volta che la guardo mi viene da sorridere… 🙂
cara clodine per tutti gli incontri avuti personalmente con woitila
ora dovrei essere pronto per il processo di canonizzazione!
eppure
incontravo semplicemente il mio vescovo
che intrattenendosi faceva battute normali
come un uomo normale, simpatico certo
ma molto molto normale.
Un giorno avro’ coscenza che anche i santi sono persone normali,
(in fondo già lo so con certezza)
e non fanno nulla di eccezionale se accarezzano un bimbo,
sarebbe eccezionale un ceffone,
ma fermarsi a parlare,
era il minimo che potesser fare
visto che glielo richiede il suo ministero di cristiano e sacerdote!
spero di non scandalizzarti!
E giorgioceccon dov’è finito? È fuori servizio? Mi manca un po’ la sua ruvidezza: la mistura del nostro bavardage, senza qualche correttivo, tende un po’ al giulebbe, e non voglio essere solo a fare il cattivo.
Bhè, forse abbiamo una sensibilità diversa Matteo.
quando morì papa Giovanni ero piccolissima, ho dei ricordi davvero vaghi. Mia madre mi portò ai funerali, c’era molta gente che piangeva e non sapevo neppure il perché…
Eppure ,in certi momenti ho dei flash, soprattutto quando trasmettono delle sequenza dove si risente il saluto famoso : “quando tornata a casa, fate una carezza ai vostri bambini e dite “questa è la carezza del papa”. Ebbene, mi commuovo.
Per quanto riguarda Giovanni Paolo II è sconvolgente il ricordo di lui: era già anziano, e malato, curvo..ma quegli occhi..sono impressi in modo indelebile nella mia mente. E anche di lui mi commuovo quando lo rivedo
Anche per questo Pontefice ho un grandissimo rispetto, ci vuole , forse più tempo ad assimilarlo ma,è difficile per Lui raccogliere l’eredità di G.Paolo II , tutti quegli anni di pontificato, non è cosa semplice. E poi è un temperamento schivo, riservato.
Non sono una papadipendente, tutt’altro, sono Cristodipendente quello si. Ma il Papa va rispettato e onorato sempre, ricordalo! Noi apparteniamo alla chiesa Cattolica e Apostolica, e dobbiamo sostenerla e difenderla con obbedienza filiale sempre, a costo della vita.
Vedi Matteo: devi vedere la Chiesa come una madre, se una madre s’ammala che fai? La butti, te ne liberi? O se diventa sclerotica la ripudi?
Non credo. Di mamma ce n’è una..e così è pure per la chiesa e il Pontefice.
sono bellissime esperienze Mattia, fanne tesoro…
Ti è piaciuta Roma?
E’ bello che possiamo avere qui Clodine, col suo sguardo stupendo. Sulla realtà, almeno. E il povero Sarkozy che deve accontentarsi di Carla Bruni….
Cara clodine,
quando è morto Paolo VI
io ho quasi costretto la mia famiglia a fare lutto
ed ero solo un giovane
che all’epoca comprava l’osservatore romano per leggersi i discorsi del papa,
ma per me è stato ben lungi dal diventare una figura mitologica,
è rimasto il mio papa di riferimento della mia adolescenza-giovinezza,
un uomo di spessore e coraggio capace di transitare l’Orbe e l’Italia dagli anni 50 verso gli anni 80, è stata la parte più dura della seconda metà del secolo scorso, ha preso insulti, un attentato di cui lui ha fatto in modo che non si sapesse nulla, ma solo dopo la sua morte Pasquale Macchi ha raccontato,
quanta attenzione ha avuto verso le situazioni difficili che si producevano nella Chiesa, quanta pazienza….., amici carissimi uccisi conosciuti da quando era impegnato nella FUCI,
UN PAPA DIMENTICATO MOLTO PRESTO
perchè?
stava già tirando aria alla fine degli anni 70 di quello che si chiama corsi e ricorsi storici,……l.
prima essere cristiani era da disprezzare (e io mi son sempre divertito ad essere controcorrente)
poi la ventata dagli USA, che affermava che chi non è credente non è un buon cittadino, non è credibile…..e dagli USA si espandeva a tutto il mondo occidentale
facendo la fortuna di tutte le religioni, TUTTE LE RELIGIONI,
e in quel momento…. arrivava il nuovo pontefice Giovanni Paolo II, solare, vitale, leggetevi i mass-media dei primi anni di pontificato, come veniva mal giudicato, ma la storia umana e la sua capacità di comunicare ebbero la meglio
e da qui ricomincia la fase di ascesa della figura del pontefice
si badi bene
della figura del pontefice
che trova ottima l’idea delle GMG, la fa sua, perchè è stato sempre nel mondo giovanile e impegnato profondamente nella vita di pastorale piena,
comincia ad ottenere lentamente il consenso alla fine anche dei mass-media.
Ma è la figura
che attrae,
il suo messaggio forte rimane sempre in secondo piano,
il suo messaggio viene usato per dire, accidenti, pero’….
ma tutto finisce li’,
intanto moltissimi che nel crollo delle ideologie e la nuova gioventu’,
non ha più riferimenti,
ha bisogno di identità forti,
Woitila, fornisce cio’,
diviene il mito di tanti giovani
ma
molti
vedono prima il papa
e solo in secondo momento il Cristo che indica
ma
anche molti si fermano al Papa.
I politici poi
si rendono conto di quale investimento rappresenti per loro
il fenomeno Woitila
se ne appropriano
appropriandosi così anche di parte del mondo cattolico,
qualcuno senza senno
arriva a dire che non si è cattolici se non si vota……secondo un certo schieramento…..
volendoci quasi far ritornare ai vecchi tempi degli anni 40
ma le nuove generazioni
non possono capire ….. di che parla
(in cabina Dio ti vede, Stalin no.)
ah! la memoria storica, sempre debole!
E’ di poche settimane la notizia di telefonate certe tra due grandi aziende televisive che si dovevano gestire la morte di Woitila, cercando di offuscare dati elettorali….
Ora
Con Ratzingher
si sta continuando a sfruttare la scia
mitica e politica
scoperta all’epoca di Woitila.
Ma nel Cristianesimo
abbiamo un Maestro che ha dato una indicazione chiara nei confronti del culto
della personalità
tanto a livello politico……. che religioso…..
C’è UN SOLO PADRE, UN SOLO MAESTRO
Abbiamo la SS. Trinità,
e ci basta.
Poi c’è il vescovo di roma con tutto il collegio dei vescovi che hanno la pienezza del sacerdozio.
Ma la storia grazie a Dio, continua….. (ma non per me….)
A Mattlar e ggraceffa. Per “pizza e Vangelo” può vedere in questo blog – alla pagina “Collaborazione a riviste” elencata sotto la mia foto – un testo così intitolato, di tre anni addietro. Ho grande apprezzamento di tutti i papi dell’ultimo secolo e oltre ma ho l’impressione che il grande interesse alle loro figure sia dettato più dalla passione per la politica che da quella per la figura di Gesù. Quando avverto questo sbilanciamento, nelle domande che mi vengono poste, rispondo che non sono all’altezza. Entro invece volentieri nel merito – come sanno i visitatori del blog – quando vengono poste questioni riguardanti il papa che parla di Gesù e della fede.
Sono io che ho citato per primo qui Ferrara e Farina.
Il giudizio sulle loro vite non mi interessa, e sulle vicende professionali di Farina sospendo il giudizio perchè non ci vedo chiaro (e non sono manco ciellino, ci tengo a dirlo).
Dell’Elefantino apprezzo molto alcune battaglie culturali, prima ancora che etiche. Non le condivido tutte, ma lui le sa porre e alimenta il dibattito, cosa che in Italia fanno in pochi.
Anche molti cattolici, o lanciano scomuniche o piagnucolano, e si fanno ascoltare solo da quelli già convinti.
Quindi, di atei devoti come Ferrara ce ne vorrebbe uno a ogni anglo di strada, per citare una frase degli atti giudiziari di un noto processo.
Del giornalista di Libero ho solo citato un libro dove c’è una bella intervista a Von Balthasar.
E comunque non mi dispiace come scrive.
Al Moralista. Le porte di “Pizza e Vangelo” sono aperte, ma si vorrebbe mantenere il carattere familiare allargato con cui quell’esperienza è nata. Quanto ai vostri giovedì, come è nato il riferimento a don Santoro?
A Raffaele Savigni. L’aneddoto di Scalfari che chiede pettegolezzi non è né vero né falso, perché in verità egli sul papa chiedeva tutto, l’alto e il basso. Ma è vero che non era altrettanto interessato alla vita della Chiesa. Come tutta la cultura laica tendeva a identificare papa e Chiesa. Ma aveva letto le Scritture e aveva una buona conoscenza della storia, discutere con lui era sempre istruttivo. Ho poi lavorato con Cavallari, Ostellino, Stille, Mieli, De Bortoli, Folli e di nuovo ora con Mieli e ho grande apprezzamento per la loro etica del lavoro, ma sempre e tutti hanno preferito un articolo sul cappello del papa a uno sul sinodo di Roma. – La tendenza a identificare la Chiesa con il papa mi preoccupa di più quando l’avverto condivisa dai credenti.
A Leopoldo. Lei fa bene a battere sul fatto che dopo Gesù si continua a morire. Non ho risposta.di parole. Ma ho un sentimento che provo a dire come posso: i cristiani dovrebbero impegnarsi nell’attendere e affrettare il ritorno di Cristo, che vincerà definitivamente la morte. Forse questo sentimento – che cerco di tenere desto nelle giornate – può spiegare la mia meraviglia di fronte a tanti cristiani magari riuniti per leggere il Vangelo e che non vedono l’ora di baruffare sul papa.
Il mio benvenuto a Fedoro! Invece di “papolatria” non si dovrebbe dire “papalatria”? Trattandosi del papa, da dove viene “papo”? Per esempio Luca Grasselli qui sopra ha scritto “papo-mania”, ma io direi piuttosto “papamania”. Clodine invece ha scritto “papadipendente” e io sono con lei!
per Luigi. Il riferimento a don Andrea Santoro nasce dalla nostra amicizia con lui. Molto forte e di lunga paternità spirituale con i nostri due amici; appena iniziata, un paio d’anni prima del suo assassinio, ma molto densa, per diversi motivi, la nostra.
Lui desiderava tantissimo che, nella vita quotidiana, anche a piccoli gruppi, le persone si unissero in preghiera. Tra le “intenzioni” che ha chiesto vengano sempre ricordate c’è anche quella perchè lo Spirito susciti sempre nuove vocazioni, anche di famiglie a servizio della Chiesa accanto agli ordinati e ai consacrati… è quella a cui io e Luisa teniamo di più, e che ci sembra profetica.
Se volete saperne di più: http://www.finestramedioriente.it/
Conoscere don Andrea è stato un grande dono. Come lo sono state altre figure “amiche di Cristo” nella nostra vita.
Caro moralista, anche la nostra parrocchia ha un seppure esile legame con don Santoro, legato a un pellegrinaggio fatto un paio d’anni prima del suo assassinio. Una bellissima coincidenza.
Per Luigi: penso che derivi dal fatto che in quel tipo di composti il primo elemento spesso finisce per “o”, e quindi questa terminazione “o” finisce, a torto o a ragione, per essere considerata caratteristica di questo tipo di formazioni più o meno estemporanee. In ogni caso mi hai fatto arrossire come uno scolaretto!
…E dopo le terminazioni, sbaglio anche i neretti. Giornataccia.
Quando il Signore ci fa incontrare persone del genere è come “cadere da cavallo” tipo S.Paolo sulla via di Damasco per intenderci: non si è più quelli di prima. Avviene una conversione così radicale che sconvolge. Anche se prima si era vicini alla Parola, alla Chiesa, tuttavia non la si comprende appieno se non si fa esperienza interiore di Cristo. Si può parlare a non finire del cristianesimo del Vangelo, si possono prendere chili di particole; ma se non si fa esperienza profonda di Cristo se non si graffia la vernice -sulla propria pelle talvolta- non lo si comprende! Sembra facile la conversione, ma non è così, anzi, non lo è affatto…
Sono felice delle vostre riunioni. La preghiera è fondamentale. Qualunque azione, missione, opere umanitarie ecc operanti nella chiesa esistono in virtù della preghiera senza la quale non si va da nessuna parte.
Bravo! Dio vi benedica sempre.
P.S
A febbraio sarò in Terra Santa….
x Luca… per aprire e chiudere i tag devi usare le
ps. le coincidenze tra le nostre vite si assommano 🙂
Luca ti avrò fatto arrossire, ma ti ho aggiustato i neretti!
Il prossimo febbraio sarò in Israele, è un pellegrinaggio che desideravo fare da anni e finalmente trovo l’occasione per via degli esercizi spirituale che si terrano proprio in Terra Santa.
Veramente ho un pochino di paura, le ultime notizie non promettono nulla di buono.
Dott Luigi che dice? Si corre pericolo ? Non è che torno -come direbbero in Sicilia- ” intro o cappottu e lignu “?! che tradotto vuol dire : nel cappotto di legno, cioè la cassa da morto. Con i dovuti scongiuri.
Ho riflettuto prima di scrivere questo post, avrei potuto partire sulla punta dei piedi,ma per rispetto per coloro con i quali dall`agosto 2006 ho condiviso scambi anche sovente vivi, ho deciso di dire perchè lo faccio.
Gli scambi sono effettivamente stati numerosi, interessanti, sovente profondi, o più leggeri, talvolta vivaci, ma non ho il ricordo che si sia mai scesi a considerazioni personali nel senso, sulla persona. Gli scambi erano scambi di idee si poteva non essere d`accordo, ma non si scendeva al livello dell`apprezzamento personale, anche se coperto dal velo dell`ironia, un velo troppo trasparente e leggero per nascondere la reale intenzione di chi scrive.
Da un pò di tempo in qua soffia su questo blog uno spirito con il quale non mi sento più a mio agio.
Solo su questo topic, io, “la signora Luisa”, sono stata definita poco umile, (già lo sapevo), ho detto sproloqui (non so che cosa significhi,ma cosi a naso non penso sia un complimento), di essere ignorante espresso con un”essere a digiuno….” ( già lo sapevo).
Il commento di Clodine che scrive che “sono innamorata di Benedetto XVI” e che “mi sarei strappata i capelli” è di una rara mancanza di eleganza e finezza per non dire altro, forse ha fatto ridere Clodine e taluni fra di voi…
Ho sempre detestato le etichette, osservo su questo blog, che chi segue con fedeltà e affetto Benedetto XVI e il suo Magistero, è etichettato con diversi nomignoli, papolatra, papadipendente, papista, potrei giocare a questo stupido esercizio aggiungendo, papafilo, papamaniaco, altri troveranno ancor meglio.
Forse lei Luigi, e gli altri, volete discutere sul “malessere” che rifletterebbe,questa attenzione a Benedetto XVI. Aveva avuto,Luigi, la stessa interrogazione con Giovanni Paolo ?
Io rifletterò sul malessere che sento acuto presso coloro che sembrano disturbati da questa attenzione , e che sentono il bisogno di rinchiudere le persone con delle etichette rassicuranti. Malessere che mi interroga ancor più quando si sa che Benedetto XVI e il suo Magistero sono Cristocentrici…ma non mi voglio dilungare, ho già espresso i miei sentimenti più sopra.
E non mi si venga a dire che le etichette sono per chi parla del Papa senza ascoltarne il messaggio e senza farlo seguire da una reale pratica evangelica.
Su questo blog, queste etichette, in maniera appena velata, sono state incollate anche a me.
Sono molto delusa e dispiaciuta, ma come dicevo all`inizio,non mi sento più al mio post su questo blog.Non parto perchè sono suscettibile, permalosa, senza il dovuto senso dell`umorismo, o dell`auto-derisione, questo la lascio dire a chi lo vorrà, lascio perchè non accetto il tono di certi scambi, e che le etichette che sembrano prevalere qui, mi interessano ancor meno.
Cara Luisa, sono molto, molto dispiaciuto di questa tua decisione, su cui spero tu possa riflettere ancora. Solo una parola per dirti che quello che scrivi non riflette in alcun modo il senso dei miei interventi a commento di questo post. E una per precisare che la “papa-mania”, almeno nel senso che scrivevo io, sicuramente ha riguardato Giovanni Paolo II come e più di Benedetto XVI.
No, Luisa, ti prego, non farlo! Io apprezzo moltissimo i tuoi interventi e, dietro ad essi, la persona che intravedo. Se proprio volessi mantenere la tua decisione (ma davvero ti supplico di non farlo) dimmi almeno in quale altro blog potremmo continuare a chiacchierare (quelli che si danno più peso direbbero: “a dialogare”). Io, per ora, non penso di cambiare caffé: non tutti gli avventori mi sono ugualmente simpatici, ma il gusto di essere a mia volta fastidioso vale la spesa della consumazione.
Signora Luisa. ma io stavo scherzando..!! Mi prostro davanti a Lei e le chiedo perdono se l’ho offesa.
Anche lei mi ha dato della Presuntuosa ecc…ci sono stati dei confronti ma..guardi, se lei avesse visto il mio viso si sarebbe accorta della mia totale intenzione malevola!
Guardi, resti..preferisco uscire io dal Blog se la mia presenza la disturba, veramente, se sono io la causa del suo disagio, fin d’ora mi eclisso totalmente..è uguale per me..
Stia tranquilla e continui i suoi interventi, che ritengo molto profondi, tutt’altro che superficiali. Quando le ho accennato a Benedetto XVI ero..davvero sorridente, quais divertita, se avessi solo immaginato una sua reazione così forte, mi sarei amputati i polpastrelli. No, non c’era affatto desiderio o intenzione anche minima di offenderla, può non credermi se vuole ed avrebbe tutto il diritto di farlo ma, in fede la prego di credermi.
Detto questo le dico le voglio molto bene, anche se non la conosco, che la stimo tantissimo e la porterò nel cuore e nelle mie preghiere.
Mi scuso di nuovo se l’ho offesa…stia tranquilla, resti..la prego
Un abbraccio
Per Luisa.
Forse alcune persone scrivono ai blog come se dovessero sostenere una parte in un gioco di ruolo. Trattano gli altri come se fossero anche loro delle maschere, riducibili ad etichette.
Poi ci sono le persone che scrivono mettendo in gioco se stesse, persone vere, per le quali vale la pena di collegarsi almeno quotidianamente, lieti di trovarne traccia.
E’ “vero” Luigi, ovviamente, con l’esempio di una compagnia e di un’ospitalità davvero evangeliche (se certe risse e certi esibizionismi accadessero sul mio pianerottolo, chiamerei i vigili…).
Ma una di queste persone vere è anche Lei, Signora Luisa. Come Feyneman, Mattia, Leopoldo, don 78 (i miei preferiti). Come altri che non si fanno più sentire, da più o meno tempo (ciao, Syriacus).
Vorrei dirle di non “partire”, perché quelli che la leggono sono molto più numerosi di quanti le rispondono, a volte malamente. E tra quelli che la leggono molti la ringraziano. A cominciare da me.
Adriano
Ansi, posso dirle un’altra cosa se la può far stare bene: “se lei dovesse venire a Roma le farò da guida: conosco molto bene le basiliche dal punto di vista storico e la Sistina è il mio cavallo di battaglia, la ospiterò in casa mia, e le cucinerò qualcosa di speciale”
Gentile Signora Luisa, Ella da tempo si è assunta il ruolo di Guardiana della Rivoluzione, cosa vuole: non tutti sono alla sua altezza, si rassegni. Però rilanciare accuse sugli altri non è giusto.
–volevo dire–ripeto il concetto (non mi sono espressa bene ) ” di mancanza totale di intenzione ironica o malevola”, anzi, le dico di più: parlandole della mia sperienza vissuta in quella circostanza, pensavo di avvicinarmi molto a lei, quasi che parlandone volessi in qualche modo farla partecipe di quel momento così speciale. Mi creda, su quanto ho di più caro.
Comunque, mi faccia sapere se la causa sono io, non ho alcun problema. Il dott. Accattoli, se voglio, lo posso contattare con una mail. Non è un problema per me.Le chiedo di nuovo scusa!
Saluto tutti
Luisa, e no, dai… a me dispiacerebbe se tu non commentassi più.
Credo di non essere quasi mai in sintonia con la tua percezione di certe cose, ma mi piace la tua spontaneità che mi sembra “non ideologica” ma frutto anche dell’entusiasmo di una fede, mia pare di capire, da poco ritrovata.
… forse dovremmo dare tutti il giusto peso al senso e ai contenuti di una “discussione” fatta tramite un blog… lo dico anche io che sono abbastanza convinto che la “Rete” possa essere, se usata bene come fa Luigi, uno strumento di incontro (senza ipocrisie però, o inutili “pacche sulle spalle”).
In ambito “cattolico” frequento solo il blog di Luigi. Perchè si esce dal trito commento dell’attualità per schemi e si incontrano posizioni diverse. Altrove vedo frequentatissimi i blog del vaticanista “conservatore” (di quelli “uh, quanto siamo davvero cattolici noi”) e quello del vaticanista “de sinistra” (di quelli “uh, quanto siamo alternativi e fichi noialtri…). Anche se questi sono pochissimi, non mi interessano.
A me piace e, allo stesso tempo, mi fa soffrire sentirmi rispondere per le rime. Ma serve anche questo…
Certo, la mia vanità ribolle 🙂 a leggere, per es., di non essere uno dei preferiti di adriano… ma, sopravviverò anche a questo…
Luisa (tolgo il signora, chissà che bellla ragazza sei..) sono veramente tantissimo dispiaciuta, sono..costernata!
Dai…eh…pace ? Eh …con la croce sul cuore??
Cappella Sistina..bucatini alla matriciana !!! Ehhh che ne dici : )) ?
Cara Luisa,
magari scopriro’ che è una mia coetanea
molto più entusiasta di quanto sia capace io,
so quanto è difficile accogliere le diversità altrui,
soprattutto nel sentire religioso e sociale,
ma
allora che si fa?
mi suicido perchè non riesco ad essere come gli altri?
o uccido chi non la pensa come me?
Credo che siamo grandicelli,
e la scuola umana di una capacità giornaliera
ad accettare le differenze altrui non finisce mai,
e me ne accorgo io per me,
che soffro persino dinanzi a quelle che a me appaiono
incapacità alla memoria storica o chiusure mentali,
ma sono mie letture,
che si devono confrontare con altri.
E’ dura,
è una fatica della…..
ma è nella nostra umanità la ricerca continua e matura di cercare di
essere in dialogo
invece che ucciderci,
anche se talvolta le lingue sono diverse.
Detto questo,
nulla toglie alla liberta’ altrui di fare quello che si ritiene meglio per se stessi.
Anch’io chiedo a Luisa di rimanere. Non mi piacciono i blog monocordi, a senso unico, nei quali “bisogna pensarla così” altrimenti ti senti fuori. Forse qualcuno di noi ha esagerato con l’aggettivo “papista”: per quanto mi riguarda chiedo scusa se l’ho offesa (ma quando l’ho usato non mi riferivo per niente a lei). Lei, avendo recuperato la fede da pochi anni, ha ancora quell’ardore del neofita che io non ho più (essendo nella Chiesa ormai da tanti anni, sin dall’infanzia…), e vede quindi nell’incontro con papa Ratzinger il simbolo di quella freschezza della fede che altri hanno visto in Giovanni XXIII, in Martini, Tonino Bello, padre Pio, Giussani, mons. Escrivà, Chiara Lubich o in altri papi o vescovi o leaders sprituali. Mi sembra bello continuare un confronto, pur sapendo che siamo diversi e che nessuno di noi riesce a comunicare per intero agli altri quello che è, con la sua storia, la sua fede, le sue inquietudini, in quanto ogni nostra affermazione è potenzialmente ambigua è può quindi essere fraintesa. A me ad esempio è capitato di essere accusato di volta in volta di essere “cattocomunista” o, viceversa, troppo conservatore. Eppure mi sembra di essere sempre lo stesso, un cattolico postconciliare senza estremismi, in una linea forse “montiniana”: ma quando intervengo reagendo ad altri interventi tendo inevitabilmente a mettere l’accento su un aspetto piuttosto che su un altro, dando magari l’impressione di essere un po’ unilaterale.Accettiamoci quindi per quello che siamo, sapendo che l’altro non riuscirà mai a capire fino in fondo quello che viviamo (così come noi non riusciamo a capire gli altri con quella profondità che vorremmo).
Scusate se di nuovo intervengo. Vorrei chiedere a Simone il moralista, al prof. Luca Grasselli, al dott. Savigni, e a lei caro dott. Luigi, se avete rintracciato nei miei interventi elementi di grossolana ignoranza, di mancanza di finezza, o di insensibilità…
Mi è stato fatto notare l’aggettivo inopportuno riferito al quel particolare periodo storico (medioevo) ed ho accettato di buon grado il , diciamo, “rimprovero”.
Tuttavia, se pensate io abbia usato, nei miei interventi, un linguaggio sconveniente vi pregherei di sottolinearmelo affinché possa correggermi.
Vi ringrazio tutti
Clodine, sei stata impetuosa. Ma io ho le carte in regola per giudicare bene… sono peggio di te… sono più equilibrati Raffaele e Luca… e Luigi, ovviamente,.
ERRATA CORRIGE: volevo scrivere “non ho le carte in regola…”
Grazie moralista. Un po’ impetuosa lo sono per carattere…ma è un fuoco di paglia: si spegne immediatamente…
ciao
Comunque,
se non posso più usare aggettivazioni per il mio papa
sono rovinato.
dovro’ stare attento sempre perchè offendo qualche santo di qualcuno?
Luisa, io e te siamo stati da subito in sintonia, perchè abbiamo in comune una stima e un affetto disinteressati per Papa Benedetto, che sono puri e genuini, e che manifestiamo con gioia seza vergogna…i tuoi post sono gli unici ai quali non ho mai dato solo una rapida occhiata perchè, anche se lunghi, ne valeva davvero la pena leggerli, perchè erano scritti con semplicità ma nello stesso tempo con maestria…siamo in tanti ad aver bisogno delle tue considerazioni, delle tue emozioni, del tuo essere cristiana, in primo luogo credo proprio il sig. Accattoli…Luisa, torna presto…abbiamo bisogno di te! 🙂
Clodine, sono stato a Roma meno di 10 ore…ho potuto ammirare soltanto il Vaticano (la Piazza, la Basilica, le Grotte Vaticane…la sede dell’Osservatore Romano!!)…e via della Conciliazione e (da fuori) Castel Sant’Angelo…ma mi sono ripromesso che tornerò, e la visiterò tutta…la Città eterna…
Adriano, ma sono io il Mattia a cui ti sei riferito prima??
..o Mattia, meno di dieci ore, troppo poche!
Quando ripasserai per Roma, se vuoi, posso farti da Cicerone e guidarti in vistita alla Sistina, CastelS.Angelo, alle basiliche…con molto piacere!
Quando ho letto di Luisa, e della sua decisione, mi è dispiaciuto, davvero tanto. So che a causa mia. Però a mente fredda e rileggendo bene non posso non vedere una incongruenza in ciò che dice: non capisco, dice di sentirsi offesa dalle mie parole (sproloquio, in modo particolare) e mi ha sommersa di insulti d’ogni genere!!
Bhè, a pensarci bene, mi pento di averle detto che mi prostro, posso chiederle scusa per averla offesa, ma anche lei ha offeso me, fin dal mio primo ingresso in questo blog.
Mi spiace di averle detto che mi prostro: in realtà posso trostrarmi solo davanti a Nostro Signore, e questa è una certezza!
Addieu
Sì.
Adriano
scusami Clodine,
non vedo necessario che si esageri nemmeno nel senso opposto,
a ciascuno va rispettata la libertà di alzarsi di tavola o meno.
Clodine sei stata normale, anche ironica,
ma se qualche persona è particolarmente suscettibile,
te ne vuoi fare una colpa?
Allora saresti sempre in colpa……..
sproloquio = discorso lungo, noioso e incoerente.
E’ questa la parola che l’ha tanto offesa, che manifesterebbe “rara mancanza di eleganza, finezza per non dire altro.”
Ritengo che parole offensive siano queste..non crede
Essere digiuni, non significa -come sostiene lei- essere ignoranti: questo è lei che lo dice, Luisa, non io.
Essere digiuni forse, potrebbe significare altro..tutto, tranne che ignorante.
Ma forse si, forse lo è !
Di nuovo un saluto a tutti
Luisa resti con noi! Per dirle che non è da oggi che mi pongo quell’interrogazione sul ruolo eccessivo della figura papale, le dirò che ho scritto un articolo sulla “papolatria” – usando questa parola, con riferimento a un editoriale della “Civiltà cattolica” – il 4 novembre del 1985. Ecco la conclusione di quel pezzo, che riporto a segnalare la tenuta del tema nei decenni: “Di papolatria parlò al Concilio Massimo IV. Rahner, Congar, Von Balthasar e lo stesso Ratzinger hanno spesso denunciato le esagerazioni dei cattolici affetti da ‘ossessione’ del primato”. Stante la mia pignoleria, dopo il nome di Ratzinger avevo messo una parentesi con questo rimando: “in IL NUOVO POPOLO DI DIO, Queriniana 1971, p. 183, polemizza con l’iperaccentuato papalismo“. E’ un mio pallino antico, tant’è che una volta ho espresso l’opinione che siano inopportune le beatificazioni dei papi, già posti sul candelabro in vita: “Tutti i papi sugli altari? Meglio scegliere i santi tra la gente comune” (Corriere della Sera 4 settembre 2000). Lo scrissi in occasione della beatificazione di Pio IX e Giovanni XXIII. Approfondii il ragionamento cinque anni più tardi con un articolo per la rivista il Regno (14/2005) intitolato “La santità dei papi e i santi sconosciuti” e questo fu in occasione dell’avvio della causa di Giovanni Paolo II.
Ho sempre apprezzato i suoi interventi. Clodine è andata fuori dai margini, per esuberanza d’animo direi e ha scritto parole sgarbate nei suoi confronti, ma in quel commento che più l’ha ferita voleva tenderle la mano presentando se stessa come emozionata all’incontro con il cardinale Ratzinger e con papa Wojtyla. Comunque lei abbia a concludere, le giunga un bel saluto.
Eh lo so, sono andato solo per prendere parte all’Udienza di Papa Joseph…
Con molto piacere Clodine! (ricordiamoci di vedere anche la cupola della Basilica…deve essere fantastica!! 😀 )…
Per l’equivoco che è capitato con Luisa, dispiace davvero troppo anche a me…l’ho conosciuta questa estate e l’ho potuta apprezzare da subito…qui comunque, c’è posto per tutti…sono sicuro che vi riconcilierete presto! 🙂
Adriano, sono sinceramente onorato…non pensavo che qualcuno potesse apprezzare i miei interventi…grazie davvero!
La Sistina è meravigliosa, ma ci vogliono almeno un paio d’ore -se bastano- per illustrarla tutta. La Volta sopratutto, non si tratta solo di guardarla: c’è tutto l’impianto teologico che sottostà agli affreschi, il significato di ciascun riquadro e dei dipinti nella prima fascia sottostante, ciascuno dei quali possiede, nel loro interno, altrettanti significati Biblici ..stupendi.
Quando verrai, me lo dirai OK?
Grazie dott Luigi per aver capito lo spirito che mi animava in quel momento…ed è così infatti!
Grazie anche te Matteo, ti ringrazio di cuore.
Mi conforta la tua solidarietà.
Grazie di nuovo
Già…l’ho studiata prima delle vacanze di Natale…deve essere stupenda…e potrei dedicarle un’intera serata, ne varrebbe la pena…
Ma certo, Clodine, te lo farò sapere sicuramente…non so se sarà proprio quest’anno…magari come viaggio di maturità, ma non lo so…ci teniamo comunque in contatto qui sul blog del sig. Accattoli…
Mattia, bada che la Sistina non la puoi visitare di sera: è inserita nell’itinerario dei Musei Vaticani e la puoi vedere soltanto tra le 8,30 e le 18, ma gli ingressi cessano alle 16. Il biglietrto costa 14 euro (ridotto 8) ma c’è l’accesso gratuito l’ultima domenica del mese. Buona visita.
Ognuno di noi è suscettibile quando si sente offeso da altri, e spesso non si accorge che li sta ferendo. Teniamo sempre presente (lo dico anzitutto a me stesso: anch’io mi ero sentito “preso di mira” e offeso da qualcuno di voi, e ho dovuto fare uno sforzo – non so se ci sono riuscito – per resistere alla tentazione di esasperare i toni) il discorso evangelico del fuscello e della trave nell’occhio.
Per Adriano.
Caro Adriano (oso darti del “tu”, spero non ti dispiaccia).
Ho letto con interesse la risposta che hai dato alla signora Luisa, con interesse e anche con un certo dispiacere.
Si, mi è dispiaciuto tantissimo sentirte dire, in difesa della Tua amica, che ci sono persone in questo blog le quali non sono che “delle maschere che trattano gli altri come fossero anche loro delle etichette” e che “alcuni sono veri” e cita dei nomi, mentre altri invece, a quanto pare, non lo sono…
Io non sono una persona falsa, e non ho mai appiccicato etichette. La prima volta che mi sono affacciata ad un blog , la prima volta che dialogo in internet (mai prima) l’ho fatto a fronte della mia conoscenza personale del dott. Accattoli -che ho avuto onore di ascoltare in più di un convegno-
Inizialmente, quando ho fatto capolino, c’è stato un forte scontro, in quanto non mi sono trovata d’accordo su questioni inerenti La Chiesa, sul suo essere nel mondo, sul suo servizio nel mondo che si oppone, a mio avviso, al potere.
Con alcuni mi sono trovata più in sintonia, con altri meno. Alcuni mi hanno anche insultata (tra cui Luisa fin dall’inizio, e devo dire che ci è andata abbastanza pesante (riveda un paio di post precedenti) mi sono difesa, come ho potuto, dialogando, cercando di far capire il mio pensiero, non so se ci sono riuscita, forse no, ma non importa!
Alla fine ciascuno trae le conclusioni e non me la sono presa più di tanto. Ho pensato :”mah, forse funziona in questo modo, forse, il confronto in internet è bello proprio perchè con l’anonimato si possono sollevare quelle incrostazioni che a volte si sovrappongono alle nostre idee, talvolta molto radicate. Per cui, niente di male!!
Ho approfondito la conoscenza di tutti, a volte intervenendo, altre -valutando la mia ignoranza, il mio digiuno appunto (parola che ha tanto ferito la Luisa) in materia di giornalismo, e non essendo vaticanista- ho taciuto, ascoltando, cercando di imparare e trarre dagli altri il meglio! Devo dire che ho trovato degli amici meravigliosi.
Il professor Savigni, straordinario, Simone il Moralista, che mi ha conquistata, ma tutti..Leonardo -che inizialmente mi ha scioccata con le sue battute al vetriolo, e invece trovo di una eleganza unica, Matteo che mi ricorda il Brontolo dei sette nani e ultimamente Luca Grasselli…Iypocodium, Fabrizio, Fabricianus (che si trova in difficolta in questo momento) ma tutti, chiedo scusa a quelli che mi sfuggono in questo, non escluso nessuno..fino aMattia l’ultimo che ho conosciuto
Di tutti ho stima, e tutti apprezzo. Ecco, ognuno di noi è unico, e irripetibile, tutti abbiamo da dare qualcosa della nostra esperienza di vita e soprattutto cristiana, in quanto accomunati da un altissimo comune ideale : Cristo Gesù e il suo Regno. Ciascuno con carismi diversi, tra cui Luisa, che ritenevo una donna molto intelligente,una donna fuori dal comune con la quale si poteva anche osare la battuta perché l’ avrebbe capita, e sarebbe andata oltre le piccinaggini, proprio per il suo stare al mondo . Invece mi sono sbagliata, per ingenuita, non per mancanza di prudenza nel parlare “alle persone intelligenti bastano poche parole”.
E’ vero, come dice Moralista, sono stata impetuosa, ma chi non lo è? Forse che Leonardo non lo è stato o la stessa Luisa che ora si accende di sdegno?..tutti lo siamo quando si è presi…Ma forse proprio i tema che si toccano in questo contesto che rendono incandescente il cuore : l’amore per Gesù che noi sentiamo con sfumatore differenti ma non meno intense.
Anche per quanto riguarda il papa, ciascuno di noi possiede una sensibilità diversa per cui taluni potranno sentirlo vicinissimo e condividerne anche gli umori per altri può apparire un’icona da osservare, da seguire ma, distante talvolta. Ebbene, che c’è di male…
Io ad esempio mi “strapperei i capelli” se qualcuno asasse toccarmi don Antonio, e bhè..sono innamorata di don Antonio (fermi..ha 97 anni..è il mio padre spirituale) e guai a chi lo tocca.
Le bagatelle da cortile lasciamole agli spiriti meschini: siamo grandi, cerchiamo di rendere giustizia a Colui che ci ha riscattati a caro prezzo.
Arrivederci Adriano.
Grazie a tutti
Questo è uno dei blog dove il dialogo è in assoluto più bello, costruttivo e pacato. E’ un pregio raro che dovremmo riuscire tutti ad apprezzare e che lo rende un luogo prezioso. Usando questo mezzo, è normale che qualcuno si senta offeso, a torto o a ragione. Finora, grazie all’intelligenza di Luigi e di coloro che intervengono, abbiamo minimizzato il danno. Per rispondere alla domanda di Clodine, non credo che sia stata offensiva, ma sicuramente in alcuni interventi è andata un po’ sopra le righe: così che Luisa ha interpretato male anche un suo intervento particolarmente azzeccato e affettuoso.
Io a volte mi sento non offeso, ma un po’ turbato da certi interventi di Luisa, che ha una sensibilità delicatissima nei confronti di papa Benedetto e tende a reagire di conseguenza. Mentre poi si dimostra donna brillante, dotata di umorismo e simpatia (Luisa, resta! Non ci pensare neppure ad andare via, ti prego!). Come per converso capisco che qualcuno sia turbato da certi interventi di matteo, il cui stile non è di facile digestione anche per il suo risponder per le rime a ogni sorta di sia pur vaga punzecchiatura. Ma a Adriano direi che qui di maschere non ne ho viste proprio.
Grazie Luca, si sono accavallati i post, leggo solo ora il tuo intervento e vedo che siamo in sintonia.Questo mi rende davvero felice…ti abbraccio
Grazie di cuore per le tue parole.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno reagito al mio post. I vostri messaggi, mi hanno profondamente toccata.
Purtroppo “protetti” dietro gli schermi dei nostri computer, è facile cadere ( io per prima) nei tranelli di questo tipo particolare di comunicazione non verbale.
Vorrei avere una parola per ognuno di voi, individualmente, ma permettete alla mamma che sono, di dare un abbraccio particolare a Mattia, il cui entusiasmo e affetto per Benedetto XVI sempre mi commuovono. È a te Mattia che pensavo quando scrivevo più sopra dei giovani presenti a Loreto.
Un saluto particolare anche a Luigi, ospite comprensivo e generoso e che ringrazio per la sua risposta alla mia domanda
Pur ringraziandovi, confermo la mia scelta e desiderio di “auto-sospendermi”.
Auguro una lunga e bella vita a questo blog e, infine, trovando bella la sincronicità, vorrei lasciarvi riportando qui un passaggio estratto dalle Letture di oggi , dalla prima lettera di San Giovanni :
” Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Per questo l’amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo.
Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. “
Ecco, sarebbe bene lo approfondisse, e lo facesse suo questo messaggio..
Comunque mi associo: anch’io mi autoescludo, affinché lei possa ritrovare la sua serenità e il suo ruolo di ” primadonna” in questo blog che tanto ama!
Ho tantissime cose da fare, veramente tante e molto urgenti.
Grazie di Cuore
In Cristo e in preghiera
raffaele.savigni scrive, 9 Gennaio 2008 @ 0:56
Ognuno di noi è suscettibile quando si sente offeso da altri,
======================================
ed è comprensibile ed umano,
ma è eccessivo offendersi in terza persona….
cioè,
è normale che ci siano persone che vedano la persona di Ratzingher a partire dalla propria cultura personale
e giustamente possano giudicare eccessiva quando la sua figura
diventa una sorta di mito
che va ad offuscare il Cristo che muore sulla croce
attraverso non soltanto il sacrificio eucaristico
ma ogni lolore umano
in ogni continente e paese,
qualcuno dovrà accettare per carità o meno
che altri vedono ratzingher semplicemente come il vescovo di roma
come il papa per alcuni anni
come l’uomo,
se così non si potesse fare
se ci si offende
perchè si giudica la figura di Benedetto, come fosse un proprio genitore,
ragazzi,
c’è un problema serio!
Da un articolo relativo alla vita religiosa, Giovani e vocazione:
“Se una comunità abitata da devozionalismi,
da enfasi dello spettacolare,
sul taumaturgico,
sul miracolistico,
e magari dal culto della personalità del leader,
attraesse molte persone,
non per questo sarebbe una buona indicazione di via da percorrere”
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Caro Luca,
hai ragione su di me,
ma mi rendo conto di un limite che non so molto ben gestire,
nonostante non sia un ragazzo
mi sento una forte passionalità,
e un amore smisurato per la Chiesa, che rende la mia passionalità ancora più forte,
e visto che il tempo è passato anche per me
e visto che da ragazzo vedevo una chiesa in cammino
e ora vedo tanti cristiani che vogliono che la chiesa sia ferma,
la cosa non mi entusiasma affatto,
perchè a me, situato in questo momento storico,
dà l’impressione che il tempo sia trascorso inutilmente
e tanti nella Chiesa hanno lavorato,
nello scorso secolo,
dando la propria salute e vita inutilmente,
e questo pensiero mi fa un poco incavolare,
ma è un mio limite……
non è un caso
che mi lascia perplesso il cammino di studioso fatto da Ratzingher
teologo di punta, e io lo seguivo attentamente,
ma
che dal momento che riceve l’incarico di dirigere la CDF
riesce a cambiare quasi a 360°….
dunque il suo studiare, approfondire, quasi in modo scientifico…. che fine hanno fatto….
Io non credo affatto ad una conversione sulla via di Damasco…..
e mi permetto nella libertà che nessuno può togliermi,
di rimanere molto, molto perplesso.
Comunque
quello che fu lo straordinario teologo Ratzingher e che….. rimane un grande teologo
è ora il mio vescovo
scelto dal collegio dei vescovi
e io, nel mio essere cattolico, assento.
Ma rimango pur sempre un uomo adulto con la mia capacità di giudizio personale a cui non abdico.
Altri sono liberi di abdicare al proporio pensiero ac cadaver!!!!!!!
Ecco che abbiamo perso due amiche in un colpo solo. Ma su questo basta. Invito Luisa e Clodine a leggere il nuovo post, appena inviato.
Luisa e Clodine, faccio un ultimo tentativo: immaginatemi in ginocchio da vanti a voi, con tanto di chitarra di accompagnamento, capello impomatato e lacrima che brilla tra le palpebre:
Vide ‘o mare quant’è bello!
Spira tantu sentimento.
Comme tu a chi tiene mente
Ca scetato ‘o faje sunnà.
Guarda, gua’ chistu ciardino;
Siente, sie’ sti sciure arance.
Nu prufumo accussì fino
Dinto ‘o core se ne va…
E tu dice “I’ parto, addio!”
T’alluntane da stu core…
Da la terra da l’ammore…
Tiene ‘o core ‘e nun turnà
Ma nun me lassà
Nun darme stu turmiento!
Torna a Surriento,
Famme campà!
Sig. Accattoli, grazie per l’informazione…spero che essa mi torni utile in tempi brevi!!
Luisa, ti ringrazio davvero…l’affetto e la stima che tu provi nei miei confronti sono reciproci…perciò rispetto la tua decisione e ti aspetto di nuovo, quando ti sentirai pronta, in questo blog…A presto!
Luisa … Clodine …
se provassi con “In ginocchio da te”, di Gianni Morandi?
La signora Luisa si era già intristita la settimana scorsa nel blog di Tornielli,
e ha annunciato che lasciava,
era una donna molto sensibile
ma se si partecipa in un blog bisognerà pur mettere in conto che nei commenti qualcuno la pensi diversamente
senno’
inutile starci
si cambia strada
Se io non mi sentissi più a mio agio ma a disagio lascerei….
Mi è stato segnalato che Matteo ha scritto un post su di me. Intervengo solo per dire a Matteo che mi confonde con qualcun`altro.
Ah cara Luisa, abitando a Ginevra un po’ di ferro calvinista ha indurito l’oro di quella tua bella anima cattolica.
Vedo che neanche facendo il buffone riesco a farti sorridere un po’. Cedo le armi e mi eclisso anch’io. (Se vuoi che restiamo in contatto, credo che tu possa chiedere il mio e mail all’ottimo padrone di casa)
Adieu.
Leonardo grazie dell’ottimo! In ginocchio davanti alle due fuggitive eri imperdibile.
Caro Matteo, hai detto chiaramente quello che già intuivamo: non condividi ciò che ha fatto il card. Ratzinger dal 1980 in poi.E’ una opinione legittima (anche se non la condivido), comune a molti che rimpiangono i tempi di Giovanni XXIII e del Concilio (belli anche per me che non sono però un nostalgico), pensando ad un tradimento dello spirito del Concilio (vedi Melloni ed i suoi amici). Ma quando dici “Io non credo affatto ad una conversione sulla via di Damasco…” e parli di una conversione “quasi a 360°” sembri insinuare (ma forse ho capito male) o che il card. Ratzinger ha perduto la sua lucidità intellettuale (che gli riconosci nella fase precedente); o pensi che abbia agito così per opportunismo, per fare carriera.
Io ho letto molti dei suoi scritti: lui nega di essere radicalmente cambiato (Sono cambiati loro, non io”, ha detto riferendosi a Kung, Metz ed altri); e pochi anni fa ha fatto ristampare (dovresti leggere la nuova Prefazione, che aiuta a comprendere il suo percorso) il suo volume “Introduzione al Cristianesimo”, che allora fu molto apprezzato negli ambienti “progressisti”. Quindi non rinnega in modo radicale il suo pensiero di allora (nessuna “Retractatio” tipo quella di sant’Agostino), anche se indubbiamente dalla sua autobiografia si comprende che il prevalere nel mondo universitario tedesco degli anni ’60-’70 di correnti radicali ha suscitato in lui una certa reazione (ciò spiega la condanna delle puinte radicali della teologia della liberazione, del relativismo cristologico ecc.).
Le cose sono più complicate di quanto non sembrino: papa Giovanni, giustamente molto amato da noi tutti, aveva per certi aspetti una spiritualità piuttosto tradizionale, come risulta dal “Giornale dell’anima” e dal suo Diario recentemente pubblicato. Scrisse la “Veterum sapientia”, un elogio del latino; lasciò al suo posto il conservatore card. Ottaviani, e tre mesi prima di diventare papa definì in una lettera don Milani “uno scappato dal manicomio”.
E anche il card. Lercaro non era quel progressista “a tutto tondo” che qualcuno a Bologna vorrebbe far creder che fosse.
Siamo quindi liberi di pensare che nel pensiero del papa (non tutto tradotto in dichiarazioni “ex cathedra”) ci siano anche aspetti opinabili, magari un po’ “rigidi” dottrinalmente (come pensa, a mio avviso esagerando molto, Miccoli nel suo ultimo libro). Ma dobbiamo rispettare il suo percorso intellettuale e spirituale, che ha un sapore autentico, anche quando sembra duro: riflette il cammino di una Chiesa che cerca di capire come può rendere significativo Cristo per l’uomo d’oggi. A me Benedetto XVI piace, credo che sia un autentico testimone di Cristo, non un papa “politico” (considero molto più “politici” Ruini, Fisichella e Betori).Mi dispiace che sia visto da molti semplicisticamente come il portabandiera della conservazione, così come Martini del rinnovamento.
Aggiungo che io non rinuncio a pensare con la mia testa: ma arrivo a conclusioni diverse dalle tue (con questo, non pretendo di aver capito tutto io).
Ho notato che sono spariti dal blog (almeno per ora) anche Lycopodium e Syriacus. Non ci sarà un’epidemia in giro?
raffaele.savigni scrive, – 9 Gennaio 2008 @ 23:50
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mi permetto di dissentire, e di confermare quanto ho citato,
è bene leggersi l’autobiaografia di Ratzingher (io l’ho fatto) con mooooltissima attenzione e si possono notare spazi che danno adito a particolarississmi perplessità, per le troppe cose che omette…..
quindi con dispiacere dissento da quanto Lei discetta molto intellettualmente.
A Matteo e Savigni. Da giornalista che semplifica suggerirei di distinguere ciò che cambia e ciò che permane nelle posizioni del teologo e vescovo e cardinale e papa Ratzinger. A mio parere permane e migliora – nel senso della purificazione e della semplificazione – la ricerca e l’auscultazione del cuore del cristianesimo e della possibilità di proporlo all’uomo contemporaneo. Cambia invece la proiezione dei frutti di quell’indagine sulla compagine della Chiesa: qui si passa da un impatto conseguente e libero, di chi sta oltre le Alpi e condivide insofferenze storiche, conciliari e ambientali nei confronti dell’iperaccentuato papismo (già citata p. 183 del NUOVO POPOLO DI DIO) a un’oculata mediazione di chi sempre vuole la purificazione e la semplificazione ma è preoccupato che nulla si perda di ciò che ha avuto e che può avere un ruolo nell’aiuto a credere. Una volta diceva che la Chiesa non ha bisogno di un governo continuato ma di un continuato ascolto dello Spirito e ne deduceva l’esigenza di una drastica riduzione all’essenziale di tutta la macchina istituzionale. Oggi egli governa e forse ritiene che solo i tempi lunghi della preghiera e della pazienza anche istituzionale possano realizzare – come per dimagrimento – quella purificazione senza che molto di utile vada disperso. – E’ uno spunto, ma voi sapete di più.
Volevo salutare Luisa con cui abbiamo avuto proficui scambi di opinioni, e spero che un giorno possa tornarea scrivere con noi.
Ciao Luisa, un abbraccio da Leone
Luigi,
apprezzo enormemente come sai analizzare di fine cesello,
e concordo pienamente con la lettura che fai del noto teologo
che si deve assumere una responsabilità istituzionale nella Chiesa,
ma…..
arrivando con alcuni noti documenti che sai
a limitare la libertà di ricerca teologica agli altri……. mi sembra che sia andato persino oltre….
(ovvio, qui sto parlando del teologo responsabile della CDF e non del papa)
Sinceramente apprezzo quello che scrivi, ma fatico ad accettarlo, anzi non accetto che di quella libertà che hai usato tu teologo,
nel momento che assumi
la più alta responsabilità sui teologi…. la togli agli altri;
quella mi è sembrato un colpo veramente basso….
Io capisco che cerchiamo tutti di guardare come lo Spirito Santo ha lavorato con i mezzi che ha attraverso i responsabili del Magistero,
questo non significa
che io non abbia il mio spirito critico di dire, si Lo Spirito sta lavorando….
ma con che fatica lo stanno facendo lavorare…..,
perchè nella nostra Chiesa esistono pastori che lavorano per il discernimento, l’analisi del reale, la comunione, l’unità, la capacità di rischiare verso soluzioni anche nuove di fronte a sfide nuove (sei tu che hai parlato di 2 cardinali che hanno invitato Benedetto al coraggio di rischiare per un determinato incontro)
Mentre esistono pastori, che vivono nell’attendismo, sui principi, conservando strettamente tutto, anche se non risponde alle sfide odierne, rimandando al futuro… certi atti di coraggio….
eppure Roncalli aveva quasi 80 anni, era un conservatore politicamente ma di fede aperta a rischiare,
con le visuali di un uomo di 80 anni, ma ottimista nella vita,
eppure
ha gettato nel panico totale tutta la curia vaticana…..
ecco, perdonami Luigi, ma io rifletto su tutto questo, senza farne questioni di steccati,
ma
l’impressione è che quel teologo
assurto a responsabilità sempre maggiori nella vita
abbia perso le capacità che aveva di rischiare, di essere persino ottimista,
di dare seguito ad idee particolarmente forti e molto ortodosse che aveva elaborato,
rigtagliandosi uno spazio in un pessimismo
che lo ha portato a emettere sempre documenti di condanna nei confronti di chi studiava e pensava e ricercava
e scusa se mi amareggia la condanna senza nemmeno dare all’interessato la possibiilità di difendersi (leggasi l’ultimo caso del gesuita che si è appellato al suo generale narrando i fatti accadutigli…)
sono state emesse più sentenze di condanna dalla CDF sotto il pontificato di Giovanni Paolo II che sotto quello di Paolo VI (pazienza e dialogo, ed erano tempi più duri assai…)
Lo so che in questa mia riflessione sono anche sul filo del rasoio,
ma non ho paura di dire che un padre, gli si vuole sempre bene
anche se con l’età lo vedi cambiare,
e in questo il mio atto di fedelta al mio vescovo romano.
Grazie, Luigi, per le tue considerazioni. A Matteo: ho letto anch’io l’autobiografia. Ceri “silenzi” si spiegano, a mio avviso, con la volontà di non riaprire vecchie ferite con persone con cui aveva collaborato strettamente. Mi sembra onesto ammettere che dopo la fine del Concilio quella maggioranza di vescovi e di teologi che ne era stata protagonista si è divisa in riformatori raficali (riuniti intorno alla rivista “Concilium”) e moderati (intorno a “Communio”: Ratzinger, De Lubac, Balthasar). Non mi sembra corretto dire che i secondi hanno tradito lo spirito del Concilio, o addirittura parlare di “anticoncilio” (come fa ad esempio Melloni): lo interpretavano in modo diverso. Non mi sembra poi che da prefetto della Cdf Ratzinger sia stato quello spietato “inquisitore” che alcuni vedono in lui: Kung era già stato condannato in precedenza. Inoltre bisogna distinguere la libertà della ricerca teologica (che spinge alcuni a cercare strade nuove, magari ardite) vissuta da chi resta e vuole restare all’interno della Chiesa da chi fa letture unilaterali che mettono in discussione principi fondamentali della fede come è stata definita dalla Tradizione vincolante, La Chiesa non può essere una Babele in cui ognuno dice quello che gli pare, a ruota libera: è un luogo in cui si cerca di comprendere sempre meglio quella fede, superando inculturazioni ormai inadeguate e teologie incapaci di parlare all’uomo d’oggi ma senza rotture violente con la Tradizione (è questo per me il senso dell'”aggiornamento” conciliare). Ha ancora senso per te l'”ortodossia” (per me sì) o conta solo l’ortoprassi? Scusa se tiro in ballo Sobrino, Kung, Barbero, Franzoni, ma chi non condivide i dogmi del cattolicesimo farebbe meglio ad aderire ad un’altra comunità, senza atteggiarsi a vittima della repressione (se io non credessi più in qualche dogma me ne andrei dalla Chiesa, non farei finta di essere ancora cattolico). Qualche incomprensione, qualche rigidità ci può essere stata, ma credo anche che i teologi condannati in questi anni abbiano sostenuto cose molto discutibili (ad esempio relativizzando la RIvelazione; o distinguendo la “fede in Gesù”, ossia la fede nella sua divinità, dalla fede “di Gesù”, ossia dalla fede nel Regno e nella liberazione degli oppressi, che sarebbe la vera fede che conta). Per i primi cristiani e per i Padri (che sino a prova contraria sono “normativi” per la nostra fede, attraverso le professioni di fede dei concili) Gesù era il Figlio di Dio, non un uomo eccezionale che proclamava la liberazione degli oppressi in termini politici. Mi sembra che Benedetto XVI voglia insistere su questo perché ha l’impressione che moltii lo dimentichino. Può darsi che sia troppo pessimista, non certamente un papa che vuole creare dei nemici che non esistono.
A quali presunti silenzi di Ratzinger nella sua autobiografia vi riferite?
raffaele.savigni scrive, – 10 Gennaio 2008 @ 13:36
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mettere sobrino al fianco di barbero mi sembra una cosa incredibile
che da l’idea perfetta di tutta la tua riflessione
che spiacentemente
non condivido nel modo più assoluto
anche se con stima nei tuoi riguardi
rimango nell’idea che ho espresso
che ha anche una sua bella verifica storica.
Chissà perchè bisogna essere riformatori radicali o moderati….
mah!
rimango nella idea espressa
inoltre
sobrino è un signor teologo che ha avuto la sfortuna di non ritrovarsi ad essere ucciso insieme ad i suoi compagni cosicchè oggi sarebbe un martire.
non mi dilungo.
Matteo, Sobrino o altri teologi “sospetti” possono essere mossi da una sincera ricerca, da un sincero amore per i poveri, ma se fanno affermazioni non compatibili con l’ortodossia cattolica la Chiesa ha il dovere di dirlo, senza che si debba sospettare per questo che qualche cardinale sia pagato dalla CIA per fare gli interessi dei capitalisti… Lo dice Ratzinger nella prefazione alla ristampa della nuova edizione della sua “Introduzione aql Cristianesimo”, ed. Queriniana. Un movente giusto può tradursi in elaborazioni teologiche sbagliate e pericolose sotto altri aspetti. Anche Lutero aveva qualche ragione per indignarsi contro gli abusi della Chiesa romana nella pratica delle indulgenze: ma ha sbagliato a dividere la Chiesa e a elaborare una dottrina impoverita.
Raffaele,
Chi ha fatto soffrire Galileo, Savonarola, il Cardinal Ferrari, Il cardinal Lercaro, Il cardinal Roncalli,
che insieme ai Riformatori si trova a riconoscere la validità di parte dell’opera di Lutero che comunque a suo tempo fu condannata a priori,
A posteriori per quegli uomini che rivestivano responsabilità altissime nella nostra Chiesa
e che hanno perseguitato e condannato…..
che cosa devo pensare?
In nome del Magistero tutto e’ ammesso,
salvo qualche secolo dopo
ricredersi……
Nella Chiersa io rimango con la capacità critica e di giudicare
che comunque il buon Dio mi ha dato,
e da nessuna parte è scritto che io debba delegare
la capacità di capire ad altri,
già lo hanno fatto sotto gli assolutismi politici e teocratici e con quali risultati.
grazie. NON CONDIVIDO
Iop prima cerco di capire la persona
poi il Magistero
il Magistero è servizio
non imperio.
Io ricordo sempre che nella storia in nome di Cristo un po tutti hanno ucciso, hanno perseguitato, hanno torturato, e la Santa Madre Chiesa nella sua gerarchia e nel suo Popolo non ne sono stati assolutamente esenti.
L’ultima istanza definitiva rimane il Vangelo,
quel Vangelo che è stato preso anche da s.Francesco come regola per il suo Ordine.
Peccato non capirsi.
Ma anche questo porterà a una nuova ricchezza.
Matteo, sono d’accordo sugli abusi del passato (INquisizione, caso Galileo…), per i quali Giovanni Paolo II ha chiesto perdono.
Ma non hai risposto alla mia domanda, incentrata sul tema della dottrina e non delle colpe storiche della Chiesa: la Chiesa è una sorta di club nel quale ognuno la pensa come vuole, oppure ha il dovere di restare fedele alla dottrina trasmessa da Cristo, dagli apostoli e definita dai concili? Se ha questo dovere, come credo, allora qualcuno dovrà avere il compito di verificare se una dottrina è conforme a questa Tradizione autorevole!
Ai tempi di Galileo il Magistero/Chiesa
insegnava che pianeti e satelliti, tutto girava intorno alla terra.
La Chiesa deve essere fedele all’insegnamento di Cristo nei secoli.
ma ricordo che
la Chiesa riteneva che facessse parte del patrimonio dell’insegnamento
anche una particolare lettura della Bibbia
per cui tutto girasse intorno alla terra.
Oggi accade la medesima cosa
la Chiesa/Gerarchia ha paura di perdere il potere sulla coscienza degli uomini
e sui suoi soldi.
E con questo esco anche io dal topic che si è chiuso in un circolo vizioso
tra me e te, in una lettura della Storia in cui non ci ritroviamo affatto.
Buona continuazione
Rinuncio anch’io ad ulteriori interventi sul tema, ma non me ne andrò dal blog: ho la scorza dura. Mi sembra evidente, sulla base di queste parole, che per Matteo un Magistero autorevole non esiste.Lo invito, da ultimo, a rileggersi il discorso di Ratzinger sulla coscienza, elaborato a partire da una citazione di Newmann.Mi sembra che dimostri come coscienza e Magistero (se rettamente intesi) non siano incompatibili.
Mi dispiace per te
Raffaele
ma non mi lascio incasellare/ingabbiare
da nessuno..
Il Magistero è sempre autorevole e deve sempre confrontarsi con la sua fonte
che è il Vangelo.
Non lascio dire ad altri opinioni discutibili sulla mia fede e su cosa si fondi,
non sei tu che puoi farlo,
e mi sembra che ti riesce sempre facile giudicare, anche qui.
Siamo nella stessa comunione ecclesiale
e non capisco perche’ devo essere oggetto
dei tuoi giudizi sulla mia coscienza.
Ho una vita ecclesiale,
ho un mio confessore,
ho una vita cristiana
ho una coscienza rettamente formata in anni di formazione personale e comunitaria,
non capisco perchè ci tieni ad etichettarmi a forza
come di estrema sinistra,
come eretico nei confronti del Magistero fondato da Cristo.
Raffaele
per te il giudizio è troppo facile.
Io dubito, dunque estisto tra gli uomini,
tua invece hai certezze granitiche.
Auguri.
Abbi un po di compassione
per chi la vede diversamente da te,
e come te partecipa alla comunione ecclesiale ed Eucaristica.
Matteo, non ho mai preteso di giudicare la tua fede, né quella di Sobrino o di altri.Ho dato giudizi sulle tue idee. I teologi distinguono la “fides quae creditur” (i contenuti della fede) e la “fides qua creditur” (la fede come atteggiamento interiore di apertura alla Verità); io parlavo della prima, non della seconda.
Se mai sei tu che hai espresso giudizi drastici sul percorso intellettuale di Ratzinger, sulla Congregazione per la dottrina della Fede eccetera, insinuando che la Chiesa agisca principalmente seguendo il criterio del potere. Cerca di riconoscere ad altri, anche ai vertici della Chiesa, quel credito circa la buona fede che chiedi per te (e che ti riconosco: non ho mai detto né pensato che i tuoi giudizi non siano dettati da un sincero desiderio di vivere il Cristo del Vangelo; ma anche in buonafede si possono sostenere idee talora forse sbagliate, ed è solo su quelle che mi esprimo).
Infine: sui tante questioni che riguardano il modo di tradurre la fede in scelte storiche, operative, neppure io ho “certezze granitiche” (ti dimentichi che ho polemizzato duramente con “Petrus” per questo?).