Avendo affermato a suo tempo (vedi post del 4 marzo) che “avrei lasciato in pace Padre Pio”, visto il risultato dell’ostensione avvenuta oggi a San Giovanni Rotondo aggiungo che quello che abbiamo visto non è il corpo del santo di Pietrelcina come già non vedemmo papa Giovanni quando fu portato dalle Grotte alla Basilica vaticana. Forse la scelta della maschera di silicone è stata più felice che non quella del rimodellamento in cera realizzato per papa Giovanni: la quantità di cera che fu allora necessaria per coprire il danno del tempo produsse infatti un volto gigante, che non solo non risponde al vero ma neanche allude a esso. Il silicone invece rispetta le dimensioni e dunque rimanda al vero come lo farebbe una scultura, o una foto. Ma quello che vediamo non è il corpo: solo sappiamo che le ossa e qualche lacerto muscolare sono sotto quel saio e sotto quella maschera. Se si volesse davvero il contatto visivo con i corpi santi, li si dovrebbe esporre come li ha ridotti il tempo. Così infatti si faceva in antico ma non essendo questo possibile oggi – personalmente non me lo auguro – ritengo che la scelta migliore sia di custodire i corpi nelle tombe senza presumere di poterli portare alla vista. Quella presunzione produce dei falsi. Come già detto al post indicato, mi rendo conto che questa mia opinione nulla alza a petto dell’emozione delle folle che già accorrono laggiù. Ma sono convinto che anche le opinioni minoritarie vadano espresse, con il garbo necessario, perché si sappia che nel sentimento dei contemporanei c’è anche quello di qualcuno che ama cercare la memoria di Padre Pio nelle foto e nei cinque volumi delle sue lettere e non apprezza che si dia a credere di poterlo “vedere” in quella teca.
Ma quello non è il corpo di Padre Pio
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che sia l’effetto Grande Fratello? Non è importante cosa si va a vedere e perchè ma esserci. (“volgave” e insensibile al quadrato)
Avviso per i frequentatori: in coda al post precedente alcuni di noi affezionati hanno già aperto una discussione sull’argomento, senza aspettare l’input del padrone di casa. L’allusione alla volgavità del moralista acquista senso solo in relazione agli interventi ivi pubblicati.
Cercansi opinioni originali e polemicamente contrastanti, sennò qui finisce a tarallucci e vino (e potrei rifilarvi la ricetta dei taralli. E’ una minaccia).
Io “volgare” lo pronuncio con la “r” e comunque trovo che lo sia compiacersi della (presunta) bassezza altrui. Non mi permetto neanche lontanamente di sindacare i sentimenti e le motivazioni delle folle che accorrono per “vedere Padre Pio”. Capisco e non capisco perché non si sarebbe dovuto esporre il corpo così com’è nella realtà: ossia, capisco la sollecitudine di santa madre chiesa che non vuole turbare i suoi piccoli, ma trovo che il senso bello e forte dell’esposizione del corpo del santo sia proprio quello di sfidare la nostra ripugnanza per la morte sostenendo che quelle povere ossa e quei miseri lacerti di carne mummificata sono la “carne gloriosa e santa” che un giorno risorgerà per la gioia dei beati: “non pur per noi, ma per le mamme, e per li padri e gli altri che fuor cari”. Una delle forze della chiesa è di saperci fare come nessun altro coi cadaveri.
dalla lettura dei giornali (non ho potuto seguire la tv) non ho capito bene il discorso della maschera: dove si dice che è “trasparente” (quindi sarebbe solo un velo che copre le membra reali), dove si dice che è “integrale”, nel senso che quella che si vede appunto è tutta una maschera, e non un volto “schermato” da una pàtina
se ben capisco dallo scritto di Luigi, noi vediamo solo una maschera (del resto mi chiedevo come avevano potuto conservarsi integri i lineamenti, non avendo mai letto di imbalsamazione)
insomma, come stanno esattamente le cose?
Vi dico la verità…ho seguito in diretta l’Ostensione del corpo di San Pio e mi sono un pò emozionato…Ho visto tutti i Vescovi pugliesi abbastanza toccati, nello sfilare davanti all’urna….
E’ vero che quello non è il corpo, ma solo delle spoglie….è vero che può nascere del fanatismo e del devozionalismo fine a se stesso…. Spetta allora alla Chiesa il compito di vigilare, e di fare in modo che San Pio conduca sempre a Gesù.
Un Santo è però sempre un Santo, Il Card. Schuster lo ripeteva spesso….
Un caro saluto a tutti!!
F.
Senza nulla togliere al nostro amministratore Luigi, trovo interessante questa riflessione di Alberto Bobbio (Fam. Cristiana) sull’ostensione delle spoglie di Padre Pio:
L’esposizione del corpo di Padre Pio rischia di diventare un evento più mediatico che spirituale. Ma la scommessa del vescovo di Manfredonia è davvero grande: incanalare le forme di devozione verso un uomo amato da tanti in modo corretto. Padre Pio è il santo più benvoluto dagli italiani. Ma è anche un fenomeno degno di essere studiato da sociologi e antropologi. Finora una risposta alla domanda su perché Padre Pio è considerato un santo di serie A e tutti gli altri sono di serie B per buona parte della gente, anche non troppo fedeli alla Chiesa, per ora non c’è.
Forse perché ha avuto le stimmate, ma le aveva anche san Francesco. Forse perché la sua vicenda ha fatto discutere autorità ecclesiastiche e Papi e la questione è stata risolta con l’impulso di Karol Wojtyla.
Per tutto questo, e altro ancora, occorre stare molto attenti sulla devozione che si attorciglia attorno alla esposizione della salma. Può essere l’occasione per dire almeno alcune cose: che nel popolo di Dio c’è chi ha bisogno del gesto di Tommaso, che dovette mettere il dito nella piaga del costato di Gesù per credere; che le stimmate non fanno automaticamente uno santo; che i santi non fanno magie; che i miracoli non sono magie; che i miracoli li fa Gesù e che i santi sono testimoni della Parola rivelata, che aiutano ad avvicinarsi ad essa. Padre Pio non è il secondo Gesù Cristo, anzi, per qualcuno addirittura il primo. E infine, che i santi nell’orizzonte della comunione con Dio, sono tutti uguali e nessuno sta avanti all’altro.
A. Bobbio
Ho chiesto ad Aldo Maria Valli, che è a San Giovanni Rotondo, di rispondere alle domande di Francesco73 e questa è la riposta di cui lo ringrazio:
Carissimo il mio Luigi, sebbene mezzo congelato a causa del vento garganico, rispondo volentieri sulla questione del silicone e della conservazione del corpo di Padre Pio. Nazzareno Gabrielli, perito del vicariato di Roma per la conservazione dei santi, ha riferito che lui, gli altri esperti e i frati di San Giovanni Rotondo si sono interrogati a lungo sul da farsi: applicare o no una maschera? Il cranio di Padre Pio non era molto compromesso, però alla fine si è pensato di optare per la maschera per non urtare la sensibilità dei pellegrini, alcuni dei quali avrebbero potuto impressionarsi o sentirsi offesi di fronte a un volto che è comunque quello di una persona morta quarant’anni fa. La maschera di silicone, come dici bene tu, è perfetta e riproduce il viso del frate molto meglio di quanto non faccia la brutta maschera in cera di Giovanni XXIII. Gabrielli ha precisato che sotto il sottile strato di silicone c’è davvero il volto di Padre Pio e che non sono stati aggiunti materiali sintetici per riempire eventuali vuoti. Lo stesso vale per il resto del corpo. I volumi sono quelli reali, niente è stato aggiunto. Solo gli arti hanno avuto bisogno di essere stabilizzati. Io che ho potuto vedere il corpo da vicino dico che la maschera è molto rispettosa. Se uno non lo sapesse, potrebbe scambiare quella rosea superficie per vera pelle. Padre Pio sembra addormentato. Molto brave sono state le suore clarisse di clausura che hanno tessuto il saio e lo stesso dicasi per la ditta di Treviso che ha realizzato la stola secondo i canoni preconciliari. Le calze e i mezzi guanti sono invece originali, perché appartenevano al corredo del frate e sono stati presi dal suo armadio. Molti si chiedono se sia stato giusto fare tutto questo. Rispondo che la Chiesa lo fa da secoli e che il corpo del santo, così come la reliquia, vuole essere una testimonianza. Lì, proprio lì in quel corpo reale, ha operato la grazia del Signore ed è per questo che veneriamo i resti delle persone sante, non per feticismo. Vedendo la commozione dei pellegrini dico che Padre Pio sta facend anche adesso, e anche in questo modo, tanto bene. Come ha sempre fatto e come spero possa fare ancora a lungo. Adesso torno a lavorare per il Tg1. Ciao Luigi e complimenti per il tuo blog!
Grazie tante all’ottimo Aldo Maria Valli e a Luigi, ora mi è tutto chiarissimo.
Nazareno Gabrielli (credo però con una “z” sola) non è anche una marca di pelletteria molto raffinata? e dunque: nomen omen?
Ragazzi, io, parlo per me, sono sempre andata a SGiovanni Rotondo spesso da sola, con la corriera, perché sento il bisogno di un contatto con quella tomba che mi lascia intravedere la meraviglia di colui che giace “li” sotto il quale non l’ho mai immaginato in una fossa al buio, ma sempre -come Cristo prima dell’Ascensione- nella luce dell’eterno vivo e vero che mi ascolta mi è accanto. Per me PadrePio è vivo, e continuerò ad andarci sia che ci sia o meno l’esposizione della salma.
Personalmente ritengo una oscenità la riesumazione dei corpi dei santi, a parte l’usanza, medievale e barbara di per se ma in un certo senso pure sacrilega: disturbare la pace dei trapassati non è cosa buona; cosa aggiunge alla mia fede alla mia spiritualità quella mummia mascherata sul quel catafalco? parliamoci chiaro! Nulla alla mia fede..proprio nulla.
E’ vero che ci sono casi di corpi che restano intatti anche dopo decenni…a volte senza cause apparenti.
Ebbi modo di assistere alla riesumazione, una decina d’anni fa, della salma di un giovane parente di mia madre (andai per accompagnarla altrimenti..) morto anche lui da una quarantina d’anni ,convinti di trovarne ossa per poterle ammucchiare nell’ossario a far posto ad altri della famiglia. Invece il ragazzo era intatto, perfino il fiore all’occhiello era mummificato ma conservava perfettamente la forma e il fazzolettino nel taschino:bianchissimo! Aveva fama di essere un giovane di grande bontà, morto a 19 anni a seguito di una polmonite. I santi esistono,non li vediamo, li abbiamo accanto e non ce accorgiamo non raggiungono gli onori degli altari, ma sono in Dio e intercedono per noi.
sarebbe interessante sapere chi ha voluto questa resumazione !(?) Da chi è partita l’iniziativa: non credo dai frati. Padre Pio aveva espressamente manifestato la volontà di non essere toccato né spostato: “troverete le ossa” : ebbe a dire.
Chi l’ha voluta? Perchè se è partita dalla chiesa è stato un ennesimo atto di sfiducia nei confronti della santità del Frate.
Un sfida, un voler dire :”vedete, non è intatto quandi..” ..”visto? Come voleasi dimostrare”..e lasciare aperti i “vuoti”, gli interrogativi, i dubbi sulla perfezetta santità di Padre Pio già troppe, fin troppe, volte messa in discussione…
Non mi sembra che don Bosco venne riesumato, nessuno dopo soli 40 anni..
Clodine io rispetto molto la tua devozione per Padre Pio, ma mi sembra che che dai per scontato due cose che a mio avviso scontate non sono (negli ultimi due interventi è abbastanza chiaro), e cioè:
1) Un corpo non decomposto come prova della santità di una persona
2) Un corpo decomposto come prova della non santità di una persona
don78, non sono io che le faccio le distinzioni, a quanto pare è la chiesa che desume dallo stato di perfezione del corpo i presupposti della santità. Altrimenti a che scopo riesumare i corpi di questi uomini speciali, di questi santi?
La chiesa lo dice non io!
Il caso a cui ho assistito personalmente -che ha del prodigioso tant’è che si dovette richiudere la cassa e cercare un altro loculo per il defunto che avrebbe dovuto occuparlo- ho detto che in effetti non c’era causa “apparente” …apparentemente..non c’era..poi…mille punti interrogativi che non sta a me esplicitare.
A me personalmente il corpo morto, anche se appartenuto ad un santo, è un corpo inanimato e basta: non toglie ne aggiunge alla mia fede nulla…non prova assolutamente nulla.
Scusate, ho letto bene?
Un cadavere non decomposto come prova di santità??
La mia ignoranza deve essere abissale, questa non l’avevo mai sentita, così, e soprattutto non ci avrei mai pensato.
Nella storia della Chiesa, ci sono stati alcuni santi il cui corpo si è perfettamente conservato. Tra questi, quello di Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes. Nel convento di Saint Gildard, le sue spoglie sono perfettamente conservate e visibili a tutti i visitatori. «Nessuno può dire perché alcuni corpi si conservino perfettamente e perché altri no – conclude il prefetto delle cause dei santi -. Questo è un mistero a cui solo Dio può rispondere.
Leggo ora un articolo di Antonio Socci, giornalista per il quale non ho istintivamente molta simpatia, che dice sull’atteggiamento cristiano verso il corpo alcune cose che mi sembrano largamente condivisibili. Vedo che anche a lui è venuto in mente il passo dantesco dal XIV del Paradiso. L’articolo si può leggere nel suo sito.
“non sono io che le faccio le distinzioni, a quanto pare è la chiesa che desume dallo stato di perfezione del corpo i presupposti della santità. Altrimenti a che scopo riesumare i corpi di questi uomini speciali, di questi santi?”
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Clodine, a me non sembra che sia proprio così. Si venera (e riesuma) il corpo dei santi POICHE’ sono stati santi quando erano in vita, e non per verificarne la santità. La venerazione delle reliquie dei santi (e la loro esposizione) c’è sempre stata nel Cristianesimo, fin dalle sue origini, seppur in forme econ intensità diverse. Ma non è lo stato di conservazione delle reliquie che determina la santità, proprio perchè, come ricordavi, la chiesa dice che essa è un mistero.
E’ vero, ci sono casi in cui c’è una particolare conservazione dei resti mortali, ma non è la prova di nulla: ci sono migliaia di reliquie di tanti santi in pessimo stato (pezzi di ossa etc.) sparsi nelle chiese di mezzo mondo, e nessuno mette i dubbio la santità dei santi a cui sono attribuite.
Clodine nei suoi testi ufficiali la Chiesa afferma che lo stato di conservazione del corpo non dice nulla sulla santità del defunto. Del resto gli esperti della materia affermano che per circostanze ambientali si trovano spesso corpi incorrotti, mentre è abituale che santi e beati vengano trovati corrotti. Che non si sia mai fatta esumazione ecc. entro i quarant’anni non è vero: si fa abitualmente (ma non necessariamente) in occasione della causa di beatificazione.
Allora mi chiedo e chiedo a voi :” perchè, se è vero com’è vero, che la riesumazione dei corpi avviene per garantire le reliquie e far si che la conservazione sia il più possibile garantita non si provvede all’attodella morte ad una sorta di imbalsamazione ??? Visto che le tecniche sono note fin dalla notte dei tempi!?”…Scusate, si devono aspettare 40 anni per restituire le reliquie? C’è qualcosa che non torna.
Si,certo, lo so anch’io che tale pratica millenaria viene effettuta per gli scopi che avete sopra esposti chiaramente. Ma non mi convince, c’è qualcosa in questa interpretazione di ipocrita è come se sotto sotto si volesse dimostrare: “vedete? il corpo è intatto “miracolo!!..Il corpo dei santi giammai la corruzione”..e quando lo si trova “malconcino”, scheletrino, maciulento..allora :” La santità è qualcosa che esula dalla conservazione del corpo..eh ehehh..ecc.” ; un salvarsi in “zona cesarini”.
Mentre l’intenzione occulta,nascosta è alla fin fine quella:” constatare lo stato di conservazione per (in modo più o meno esplicito) “curiosare” dentro la volontà di Dio”. Si, per me è un tentare Dio…anche se in maniera inconsapevole.
I testi agiografici medievali e moderni presentano spesso il corpo incorrotto come prova dii santità. Ma il Magistero non si è mai espresso ufficialmente in proposito. F. Dostoevskji, ne “I fratelli karamazov”, critica quella diffusa convionzione laddove narra lo scandalo suscitato in alcuni fedeli dalla constatazione della incipiente putrefazione del lo stariez Zosima (se ricordo bene il nome). Ed un mio amico, professore universitario ed esperto di storia della Chiesa ortodossa (Enrico Morini), mi ha detto che il corpo incorrotto è un segno ambivalente: può essere indizio di santità, ma anche frutto di un inganno demoniaco.
E come dire :” se è vero che sei il Figlio di Dio scendi dalla croce..” =
Se è vero che sei stato un santo fammi vedere se Dio ti preserva anche dalla corruzione della morte…
E’ questa alla fin fine la “tentazione”!
“… Molti si chiedono se sia stato giusto fare tutto questo. Rispondo che la Chiesa lo fa da secoli e che il corpo del santo, così come la reliquia, vuole essere una testimonianza. Lì, proprio lì in quel corpo reale, ha operato la grazia del Signore ed è per questo che veneriamo i resti delle persone sante, non per feticismo. Vedendo la commozione dei pellegrini dico che Padre Pio sta facendo anche adesso, e anche in questo modo, tanto bene…” .
Grande, grande Aldo M. Valli (e perciò l’intervista del dopo Allam è quasi del tutto perdonata).
Da qualche settimana leggo volentieri il tuo blog, per l’equilibrio e la serenità che ispira e il tono sobrio dei commentatori. E per una volta mi lascio tentare a lasciare due righe, di commento non al fatto in sè, ma allo stile dell’autore del pezzo sul “Corriere” online («Padre Pio, ostensione in diretta mondiale»), non firmato. Cito il primo capoverso: «È durata un paio d’ore a San Giovanni Rotondo, davanti a 15mila fedeli, la cerimonia eucaristica presieduta dal cardinale Josè Saraiva Martins…». “Cerimonia eucaristica” ?! Ohibò… Chissà perchè se un cronista usa un linguaggio improprio o incoerente quando descrive le liturgie cristiane nessuno ha nulla da ridire, mentre se è men che preciso nella terminologia calcistica o politica subito si leva un vespaio di proteste…
Scusate, semttiamola di prenderci in giro: NON E’ VERO CHE ESISTONO CORPI NON DECOMPOSTI! Tutti vengono aggiustati o con la cera – in passato – o con il silicone, oggi. E’ una balla, una truffa quella dei corpi non decomposti. Torno a ripetere che secondo me il vescovo in questione HA commesso un reato penale – vilipendio di cadavere – e spero che sia perseguito. “Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”: chi lo ha detto?
Inoltre: se fosse stato il corpo corrotto di padre Pio sarebbe stato un discorso (cfr. sant’Ambrogio, Gervaso, Protaso: ossa molto eloquenti…) così è una TRUFFA, un abuso della credulità popolare, qualcosa che fa orrore. Non parliamo poi delle dichiarazioni del vescovo che ha usato la parola manicure dopo avere visto per primo la salma… ORRORE! Non parliamo poi del fatto che ha fatto la recognitio con piviale e stola e camice con gigliuccio: MA MICA E’ UN SACRAMENTO! Io non conosco questa chiesa necrofila, davvero, non la conosco. Prego sulla tomba di sant’Ambrogio, prego a lungo e penso a quello che lui è ora e a quello che sarò, saremo. E’ catechesi dura, ma vera. Senza maschere di silicone, senza trucco. Quanco porto i ragazzi del catechismo – ogni anno oltr duecento – in visita alla toma del Patrono, suggerisco di guardarlo bene, così certe risposte alla mamma e al papà magari si fermano in gola prima di uscire. Poi dico anche: sì, ci sono tre scheletri, tre morti ma non vi preoccupate ragazzi, fa più paura maickol Jakson da vivo che sant’ambrogio da morto.
Incredibile dictu, concordo in toto con ignigo.
Quando ignigo74 dà di piglio all’accetta ci va giù greve: ogni botta è una tacchia! Ma al di là delle iperboli, mi sarebbe difficile in questa occasione dargli torto. E altrettanto difficile mi sarebbe dar torto a Clodine su quel filino d’ipocrisia che sembra essersi depositato su certe esternazioni del Magistero.
Caro ignigo,
vogliamo provare a sorridere un po’ amaro con “Peppe er tosto”, alias Giuseppe Gioachino? Sonetto “La mostra de l’erliquie”:
Tra ll’antre erliquie che tt’ho ddette addietro
c’è ll’aggnello pascuale e la colonna:
c’è er latte stato munto a la Madonna,
ch’è ssempre fresco in un botton de vetro.
C’è ll’acqua der diluvio: c’è lla fionna
der re Ddàvide, e ’r gallo de san Pietro:
poi c’è er bascio de Ggiuda, e cc’è lo sscetro
der Padr’Eterno e la perucca bbionna.
Ce sò ddu’ parmi e mmezzo de l’ecrisse
der Carvario, e cc’è un po’ de vita eterna
pe ffà er lèvito in caso che ffinisse.
C’è er moccolo che aveva a la lenterna
Dio cuanno accese er zole, e ppoi je disse:
«Va’, illumina chi sserve e cchi ggoverna».
(Fra le altre reliquie di cui ti ho appena parlato, c’è l’agnello pasquale e la colonna (della Flagellazione); c’è il latte munto alla Madonna che è sempre fresco in un bottiglione di vetro. C’è l’acqua del diluvio, c’è la fionda del re Davide e il gallo di San Pietro; poi c’è il bacio di Giuda, lo scettro del Padreterno e la parrucca bionda. Ci sono due palmi e mezzo dell’eclisse del Calvario, e c’è un po’ di vita eterna per servirsene come lievito, in caso si dovesse esaurire. C’è infine il moccolo che Dio aveva nella lanterna quando accese il sole e poi gli disse: Va’, illumina tutti, umili e potenti).
Ragazzi, non scherziamo.
Cosa credesse la Chiesa medievale sui cadaveri dei santi non lo so, che oggi – al limite – il buono stato di conservazione di un corpo possa essere interpretato per fede come un ulteriore segno della predilezione divina ci può anche stare.
Ma che la mancata putrefazione (qualora mai vi fosse) sia una prova di santità no, questo è fuori dalla ragionevolezza, dal buon senso, dal rispetto che si deve all’intelligenza di tutti.
Questa sì sarebbe una religione dei segni magici, e non della disponibilità ad accogliere come misteriose delle manifestazioni inspiegabili epperò rare e accidentali.
Spero che la chiesa stessa sgomberi il campo con chiarezza da simili equivoci, se circolano.
Mi sembra che questa del Belli sia impareggiabile ed eloquente (grazie Sump, straordinario come sempre) sicché tutto è reliquia, finanche un fiore di campo quale esempio fulgido della divina sapienza è reliquia per chi ha fede (le reliquie che ho riportato dalla Terra Santa sono state: fiori, fili d’erba rametti rubati qua e la ora in un sito ora nell’altro, sassolini del Tabor…eccole le mie reliquie)
Tornando alla riesumazione: non è vero Ignigo che non esisto corpi non corrotti dalla morte, esistono invece. Le cause possono essere molteplici: esogene endogene chimiche, organolettiche, metafisiche paranormali …di fatto esistono corpi che restano intatti, il perché lo ignoro ma esistono!
Nello specifico, posto che l’intenzione della concezione della chiesa circa il corpo dei santi non è ricerca della santità o intervento divino, lo scopo dovrebbe essere, e qui il condizionale è d’obbligo, la partecipazione intima, personale, d’amore e affetto filiale talmente profondo verso quella persona, esistita e ancora presente in forma mistica, che sentiamo così intima tanto da suscitare compartecipazione tale da coinvolgere tutta la sfera emotiva e spirituale di coloro che si accostano a quel corpo. Mancando questo presupposto a nulla servirà guardare, curiosare, sarebbe sterile devozione che non porta da nessuna parte. Ma non sta a me giudicare le intenzioni.
Di certo, per rendere l’accostamento a quanto detto, ancora più inerente alla realtà, immaginate di trovarvi di fronte al corpo trattato di un vostro genitore o di qualcuno che avete molto amato, un amico un fratello: rivederlo così com’è composto Padre Pio…mettetevi in quei panni….e poi mi direte.
Se io dovessi vedere il corpo di mio fratello disteso, con le guancine rosee e paffutelle, i capelli biondi a spazzolino sulla fronte, il grembiulino di scuola appena stirato, credo che morirei di dolore nel vedere quel corpo immobile e perfetto. No, ragazzi…lasciamo stare…la cosa è seria!
Poichè le intenzioni del vescovo e dei frati non le sapremo mai, la saprà Dio, è inutile specularci tanto sopra…
Siccome rischiamo di finire nei cliché dei circoli intellettuali e teologici, tentati dall’iconoclastia subconscia, vorrei dire che non ci vedo nulla di male in tutti quei fedeli che vanno a fare un pellegrinaggio per vedere delle reliquie, una salma, un’effige di un santo o quello che sia…. non credo sia una fede di serie B… credo che esprima una sincera esperienza religiosa e cristiana, aperta al mistero e alla grazia di Dio… attraverso il contatto (degli occhi… del tatto..) l’esperienza del divino entra nella vita concreta delle persone, nei loro problemi, nelle loro speranze…
Le ondate scettiche (e iconoclastiche) verso tali fenomeni sono presenti in tutta la storia della Chiesa… un moderato apprezzamento, che non scade nello sfruttamento (economico, spirituale, politico…) e nell’esaltazione di tali forme, credo sia l’atteggiamento migliore.
Naturalmente è solo la mia personale opinione.
sono punti di vista don78, personalmente un pellegrinaggio è sempre per devozione; devozione a prescindere che ci sia o meno un corpo dentro una teca da guardare, toccare…se c’è vera fede e autentico amore.
Forse è proprio quando non c’è nulla da vedere, tuttavia, che “si vede”, è dove c’è “assenza” che il cuore è libero di “vedere” e di spaziare, attraverso la meditazione la preghiera l’immaginazione, la consapevolezza che quel corpo santo è solo un corpo inanimato, che è li a rammentarci che “siamo polvere e in polvere torneremo” riflessioni che rimandano qualcosa che va oltre.
Ma certo che non c’è nulla di male,però, “digiamogelo” nemmeno di bene. Di fatto è solo in Italia che si perpetua questa usanza millenaria. Da nessun’altra parte del mondo si riesumano i corpi dei santi…ci sarebbe da chiedersi perché (?)
Caro don78,
se qualcuno di noi ha dato l’impressione di voler amoreggiare con atteggiamenti aristocratico-iconoclastici, con retrogusto gnostico e puzzetta sotto il naso nei confronti della (per me sanissima) religiosità popolare, ciò è di sicuro frutto di equivoco. Se gli Apostoli e i padri della Chiesa hanno da subito mandato in soffitta la formulazione letterale del secondo comandamento (“Non ti creerai alcuna immagine…”) ci sarà un perché! Abbiamo tutti bisogno di simboli, e la santa liturgia che cos’è, almeno per certi aspetti?
Allo stesso modo, non credo che qualcuno di noi contesti illuministicamente il culto delle reliquie. Quello che mi suona sgradevole non è la presenza di simboli e resti che ricordino Padre Pio, che riconducano i fedeli e i pellegrini al ricordo della sua santità, al percorso di santità di cui egli è stato testimonianza viva. Sgradevole è aver costruito un simbolo falso, un simulacro ambiguo e fasullo, porgendo alla venerazione dei fedeli una protesi al silicone spacciandola di fatto per l’autentico corpo del santo frate. Ma esponete una statua, sant’Iddio!
Sum, apprezzo molto.
E’ quello che ho detto: fossero state LE reliquie, non imbellettate, sarebbe stato una cosa. Ma così E’ empietà. Vorrei comunque ridacchiare un pò anche se dopo il vertice del Belli è difficile aggiungere altro, ma proviamo.
1) i “chiodi” della Croce di NS riconosciuti da cattedrali, basiliche e santuari sono ufficialmente 36. Cambiare quindi il nuovo lezionario: NS è stato fucilato con una mitragliata di chiodi.
2) Esisteva da qualche parte il “cranio di Giovanni Battista da bambino”.
3) Le intenzioni del vescovo necrofilo sono ben rappresentate da una nota canzone “Soldi, soldi, soldi…”.
4) Le intenzioni di chi ha pensato elaborato e messo su qual feticcio frankenstin metà silicone metà pezzi di morto, altra aria questa volta verdiana: “Delirio vano è questo”.
5) i passaggi finali dell’insuperabile “Gattopardo”: le reliquie finiscono nella spazzatura, lanciate dalla finestra assieme al cane imbalsamato.
6) Silicone si, silicone no. Silicone moralmente riprovevole quando rallenta la decadenza mammaria delle nostre bellissime donne mediterranee. Ma se serve a imbellettare padre Pio c’è il placet vescovile.
7) lasciate che i morti seppelliscano i loro morti. C’è scritto così, o lo vogliamo cambiare?
8) Ricordo infine che si può rifiutare IN TOTO, il culto delle reliquie, senza denigrarlo ovviamente e con motivazioni opportune, e permanere comunque nella più sana e pura ortodossia evangelica. La VERA teologia e la VERA liturgia in questo sono e saranno sempre maestre invincibili: genuflessione SOLO davanti all’Eucaresti a o alla Croce solo il venerdì santo durante il Passio. L’attenzione al rischio idolatrico pertanto resta. Solo che le nostre chiese sono piene di preti che dicono, davanti all’effige mariana: “siamo qui davanti alla Madonna…” ORRORE! Siamo pieni di gente che fa genuflessioni rivolte ora alle pile dell’acqua santa, ora all’interruttore della luce, ora alle candele, ora alla porta della sacrestia… senza nemmeno vedere dove è il Tabernacolo. La sana fede popolare c’è, ma va educata partendo dal vangelo, mica dalle regole delle confraternite di sant’Agata.
Scusate, 20 righe superate, chiedo scusa.
Clodine, invidiami.
Invece che ad siliconem io sono stato proprio ieri sera alla nostra Scala e per la seconda volta ho goduto del machbetto verdiano.
S-U-B-L-I-M-E!
Ci aspetta la Traviata e l’anno prossimo di nuovo Tristano.
Altro che silicone.
uahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
ho reso abbastanza l’idea ?!.Mira gli occhi Ignigo…urlo soffocato che dice tutto, o quasi!!
Sulle genuflessioni m’hai fatto morire dal videve..è proprio così. Che dire quando, con l’Eucaristia in bocca si genuflettono dinnanzia la tabernacolo VUOTO. Ma…ma come..ce l’hai dentro di te Gesù eh…sei tu un tabernacolo vivente…e..roba da matti!!!
Igni’…dai…io sto aspettando che apra la stagione per rivedere Aida, a Caracalla, e il Nabucco..e Trovatore. Ho sentito che quest’anno il repertorio sarà vasto e ricco. Non vedo l’ora!
Certo, la Scala è sempre la Scala! E’ la cosa che invidio di più a voi meneghini…
Caro ignigo,
un po’ di sana invidia – non te lo nascondo – c’è anche da parte mia. Cercherò di consolarmi con la ormai prossima “Clemenza di Tito” al Regio…
Per tornare al tema, il vertice dell’irriverenza il Belli lo tocca forse nel sonetto sul “santo prepuzio” di Gesù bambino: per spiegare l’esistenza di tante, troppe reliquie del genere, in giro per il mondo, la soluzione è folgorante: “je sarà ricresciuto come l’ogna!” (gli sarà ricresciuto come le unghie”). Altro che silicone!
Il mio benvenuto – in ritardo – a Egesippo. Con l’invito a essere pieni di misericordia con i colleghi giornalisti che non possiedono la lingua, assai particolare, del culto cattolico. Del resto una certa ambiguità tra “cerimonia” e “celebrazione” c’è sempre stata persino nell’ufficialità della Curia romana. L’attuale “Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice” – quello in cui si sono avvicendati ultimamente i due Marini – si chiamava fino al 1988 “Ufficio per le cerimonie pontificie”.
Mi fa un po’ specie, in un uomo di 34 anni (presumo), l’oltranza di ignigo74, che mi sembrerebbe più acconcia ad un adolescente. Benché abbia ragione nella sostanza, quel suo furore contro il povero vescovo di Manfredonia, i frati e tutta l’operazione nel suo complesso mi sembra fuor di misura.
A Sumpontcura vorrei far osservare che forse non è vero che gli apostoli e i padri abbiano “subito mandato in soffitta” il divieto delle immagini. Pare invece che il cristianesimo sia stato a lungo aniconico e anche quando ha cominciato ad esprimere una sua arte è stato piuttosto prudente e riservato nella rappresentazione del divino. Anche la liturgia, almeno fino al IV secolo, ha avuto caratteristiche di grande sobrietà, mi verrebbe da dire di ‘ferialità’, abbastanza diverse dalla fioritura simbolica successiva.
Per assecondare i “dissacratori”: da ragazzo ho visto nei sotterranei dell’Ausiliatrice di Torino una collezione di 40 mila reliquie. C’era anche il sasso “che Gesù NON aveva per posare il capo”.
Per contribuire in modo serio al dibattito: http://web.tiscali.it/donemilio/
Nel sito c’è lo scritto “La carne gloriosa e santa” che Don Emilio Gandolfo stava completando quando è stato ucciso.
L’ho rintracciato tanti anni fa, dopo che Luigi ne aveva parlato sul Regno.
Grazie.
Adriano
Tra gli elenchi burleschi delle “sante reliquie” mi è caro quello che il Boccaccio mette in bocca a Frate Cipolla nella novella nona della sesta giornata del Decameron, quando dal pulpito racconta la collezione che ne vide presso “il venerabile padre messer Nonmiblasmete Sevoipiace degnissimo patriarca di Jerusalem”: “Egli primieramente mi mostrò il dito dello Spirito Santo così intero e saldo come fu mai, e il ciuffetto del serafino che apparve a san Francesco, e una dell’unghie de’ Gherubini, e una delle coste del Verbum caro fatti alle finestre, e de’ vestimenti della Santa Fé catolica, e alquanti de’ raggi della stella che apparve à tre Magi in oriente, e un ampolla del sudore di san Michele quando combatté col diavole, e la mascella della Morte di san Lazzaro e altre. E per ciò che io liberamente gli feci copia delle piagge di Monte Morello in volgare e d’alquanti capitoli del Caprezio, li quali egli lungamente era andati cercando, mi fece egli partefice delle sue sante reliquie, e donommi uno de’ denti della santa Croce, e in una ampolletta alquanto del suono delle campane del tempio di Salomone e la penna dell’agnol Gabriello, della quale già detto v’ho, e l’un de’ zoccoli di san Gherardo da Villamagna (il quale io, non ha molto, a Firenze donai a Gherardo di Bonsi, il quale in lui ha grandissima divozione) e diedemi de’carboni, co’quali fu il beatissimo martire san Lorenzo arrostito; le quali cose io tutte di qua con meco divotamente le recai, e holle tutte“.
Caro Leonardo,
non sono un esperto e forse, involontariamente, ho sbagliato della grossa; ma io mi riferivo al ritrovamento, nelle catacombe, di rappresentazioni pittoriche e graffiti certamente molto antichi: dipinti ispirati a miracoli evangelici, o a episodi biblici quali il miracolo di Giona (interpretato come simbolo della sepoltura e resurrezione di Cristo) o il racconto dei tre fanciulli nella fornace; e simboli indiscutibilmente sacri quali il pesce, l’ancora, la colomba, la palma, il pavone, la fenice, l’agnello. E la tradizione delle immagini acheropite coinvolge da sempre addirittura Luca l’evangelista: arbitrariamente?
A Adriano: il tuo sito lo cerco subito: l’invito a essere anche un po’ più seri
mi pare opportuno: ma prima fammi finire la serie di risate provocate dall’irresistibile fra’ Cipolla.
http://www.et-et.it:80/articoli2008/a08d25.html
Sulla graduale accettazione delle immagini da parte dei cristiani mi pare che abbia ragione Leonardo. Anche per quanto riguarda le reliquie ed il rapporto con i corpi defunti c’è stata una evoluzione nel pensiero cristiano e nella mentalità religiosa: nei primi secoli nell’elenco delle opere di misericordia corporali non compariva “seppellire i morti”; e sant’Agostino ha riconosciuto solo in un secondo momento il valore del culto delle reliquie, della sepoltura “ad sanctos” e della tomba per la religiosità popolare (inizialmente – proveniva dalla cultura neoplatonica – pensava che fosse indifferente il luogo della sepoltura: nelle “Confessioni” Monica dice ad Agostino “seppellirete qui vostra madre”, poi “seppellitemi dove volete”). C’è quindi spazio, nella Chiesa, per diverse sensibilità. Ad esempio oggi il diritto canonico, pur preferendo l’inumazione, ammette la cremazione (purché non rifletta una concezione atea); ma ci sono cristiani che sono fortemente ostili a quest’ultima.
Truffa, orrore, osceno, quello non è il corpo di Padre Pio, la maschera è di leggero silicone realizzato da quelli di Madame Toussaud ma da lontano non si vede… Padre Pio aveva promesso di fare più chiasso da morto che da vivo e, ancora una volta, c’è riuscito. D’accordo, era un uomo riservato e dal carattere burbero; d’accordo, hanno messo la maschera per non turbare la sensibilità dei pellegrini; d’accordo pure che dal 1968 ad oggi chiaramente il corpo non poteva essere completamente integro, ma ora pongo una domanda a tutti voi: uno che ha una fede tormentata come la mia, può avere il diritto di sentirsi rinfrancato nel vedere il “simulacro” di Padre Pio? Dopotutto non siamo segni pure noi?
A voi la risposta.
Tonizzo ne hai tutto il diritto. Per quello che mi riguarda – ma solo per quello – ritengo di trovare Padre Pio più direttamente e veracemente nelle foto che ce ne danno lo sguardo e nelle migliaia di lettere che ha lasciato. Buona domenica e buoni ponti a tutti.
Se volete una descrizione un po’ “cruda” di quel che potrebbe essere successo al corpo di San Pio la trovate su questo blog:
http://www.funerali.org/blog/?p=1121
Fantastico! Il fatto stesso che esista un blog di necrofili di questo genere è strabiliante, e la raffinatezza dell’analisi tecnica dei processi di decomposizione del cadavere esibita nel pezzo segnalato è ammirevole.
Mi fa un certo effetto pensare che ogni particolare della realtà abbia i suoi cultori, che per ognuno ci siano degli appassionati, con la loro cultura specifica, i loro circoli, le loro riviste, i loro campionati e i loro premi ecc. ecc. Piccoli ‘mondi vitali’, di cui tutti gli altri ignorano perfino l’esistenza.
Mi immagino di farne parte: aspettare con ansia il nuovo numero di “Bare e sarcofagi”, fare gite ai cimiteri, la sera andare al circolo, a parlare di estumulazioni e di mummie.
Concordo con quanto dice Leonardo: un sito veramente raccapricciante per certi aspetti, ma molto illuminante nella fattispecie. Quindi è vero che la
” Chiesa vede nella conservazione delle spoglie mortali di un santo, la misericordia di Dio che vuole preservare da subito il corpo tempio del Suo Spirito Santo, perchè esso nasconde in se la promessa”…e quanto leggiamo nel sito segnalato da Robot1971 è la conferma -se ce ne fosse stato bisogno- che il povero San padre Pio ha subito un ennesimo oltraggio: e poteva essere evitato!
Grazie Robot
Solo una domanda (io non ho la risposta):
se i fenomeni di para-idolatria per Padre Pio esistevano da molto prima che fosse canonizzato, perché la Chiesa non ha imposto una pausa di riflessione di qualche centinaio di anni?
Facendo così avrebbe almeno ridotto le accuse di mercificazione (con annesso rimpianto per la mancata Riforma protestante in Italia) che ci dobbiamo sorbire quando si parla di P. Pio (da quello che accade a S. G. Rotondo fino, giù giù, a cose tipo “Istituto paritario S. PADRE PIO”, che veramente esiste dalle mie parti!!)
(9 righe)
Una pausa era nella previsione dei canoni e la si stava attuando sotto Paolo VI. Ma Papa Wojtyla si è affidato alla propria intuizione della figura di Padre Pio e ha voluto si procedesse. Andò persino a pregare sulla sua tomba mentre la causa era ancora tutta da dipanare nel 1987. Il sistema cattolico è fatto così: affida un ruolo decisivo alla responsabilità di un singolo. Sempre per quanto riguarda i santi, papa Wojtyla ha fatto affrettare la proclamazione a beata di Madre Teresa e poco dopo Benedetto XVI ha acconsentito ad affrettare l’avvio della causa di Giovanni Paolo II. Un cattolico si fida della decisione di un papa. Magari mugugna, o critica anche apertamente ma nella sostanza accetta.
scusate… nel week end sono sempre un po’ impegnato con i figli… torno dopo aver acceso la miccia… se, Leonavdo :), ti riferivi a me, ti assicuro che non mi compiaccio affatto della bassezza (?) della fede altrui (coime non mi compiaccio della bassezza della mia)… penso solo che anche in queste occasioni di religiosità popolare in tanti ci perdiamo “il succo” della vicenda per attaccarci a elementi che reputo secondari…e il succo della vicenda è, eventualmente, quello che Cristo ha compiuto nella vita di quest’uomo.
Ho sentito alla radio un tale rispondere alla domanda “perchè siete qui?”, in questo modo: “Ma perhcè Padre Pio è il padre di tutti…”. Sarà una risposta decontestualizzata nel montaggio, ma mi interroga…
Esperienza personale. Con mia grande fatica psicologica (non amo le folle), andai a dare l’ultimo saluto a papa Wojtyla (io e Luisa e Pietro addormentato in passeggino)… non voglio dire che cosa ho fatto io una volta raggiunta l’agognata meta del corpo esposto in S. Pietro… mi limito a ricordare con dispiacere (movalista) per gli interessati tutte le persone che si fermavano a fare foto col telefonino (se non a chiamare per telefono i parenti per dire dove stavano… ore 23.30). Ma era proprio il caso? Questo è quello che definivo “effetto Grande Fratello”… che sono certo sarà sempre superato dalla forza del Grande Spirito Santo: ma sempre che Gli lasciamo uno spazietto libero nel cuore.
23 righe… censuratemi!
Per Leonardo, e tutti quelli che sono rimasti choccati dal sito funerali.org; non angosciatevi con i particolari presunti macabri, pensate piuttosto che l’autore del sito (ho consultato alcuni dei suoi interventi proprio mentre scrivevo la tesina per l’orale, dedicata proprio a Padre Pio) è una persona molto competente in tema di medicina legale. L’ho studiata all’università e, robusto testo di medicina alla mano, ho potuto constatare che le osservazioni sono quantomai pertinenti e interessanti. Basta poi leggere l’intervista rilasciata da Nazareno Gabrielli a Famiglia Cristiana per rendersi conto di come il corpo di Padre Pio sia stato estratto dalla cassa e quant’alto.
Ma dicevo come non bisogna scandalizzarsi per i particolari macabri o ritenuti tali: la scienza medicolegale studia la morte per aiutare la vita e prolungarla, questo è il suo primo scopo. E ahimé a certi fenomeni – salvo la blindatura della cassa – siamo tutti purtroppo destinati in forma corporea. Un caro saluto per tutti.
Quanto a chi ricordava quelli che fotografavano il cadavere di Papa Wojtyla: chi autorizzerebbe una cosa simile nei confronti di un caro appena estintosi?
appunto
Ma io non sono rimasto sconvolto: mi ha messo allegria l’esistenza (insospettata) di un blog del genere. L’infinita varietà degli interessi umani è per me fonte di inesauribili sorprese
Io non ho nulla contro la beatificazione di padre Pio (e non mi piace l’arroganza faziosa di Sergio Luzzatto, che rifiuta un confronto televisivo con Tornielli e Gaeta e sul “Corriere” polemizza persino con Lucio Villari sul ruolo dei cattolici nella Resistenza). Non mi piace però che qualche suo devoto si metta ad attaccare Giovanni XXIII per la sua opposizione a padre Pio (date un’occhiata su qualche altro blog…). Anche i santi potevano dissentire e polemizzare tra loro (accadde a san Girolamo nei confronti di sant’Agostino).
Leonardo ho con te anche questo in comune: lo stupore per la varietà e per l’irrazionalità – aggiungerei – delle passioni umane. Incredibile mi appare per esempio il collezionismo che pregia ogni scatola o tappo o etichetta. O il culto per autori di letteratura fantastica e per le loro invenzioni, tipo Tolkien e la lingua degli elfi: Tolkien la creò dal nulla e oggi c’è chi ne diventa specialista e la scrive e la parla!