Dedico a chi ama Monicelli (vedi post di ieri e del 30 novembre) l’addio di Brancaleone al mercante ebreo Abacucco nel mezzo del film Brancaleone alle crociate (1970), dopo che Abacucco è stato battezzato a forza dai “crociati”:
Abacucco: Arrivette lo mio momento: non sento manco più li dolori a li piedi, oramai.
Brancaleone: Abacucco! E se anco fosse? Io credo che anderai a star bene. Io non vorria dire se tu, or che trapassi, irai allo paradiso nostro dei cristiani o a quello de la tua gente e de lo tuo Dio di prima; ma per certo, io credo che sarà sempre meglio di questa vita che ci toccò in sorte.
Abacucco: Anco io lo credo.
Brancaleone e gli altri: Non soffrirai più lo freddo, né calura, né fame, né sete, né bastonate, né spaventi, ma uno cielo sempre a bello e l’uccelletti sui rami degli arbori in fiore, e l’agnoli che ti daranno le gran pagnocche di pane, e cacio, e vino, e latte in abundanzia, e ti dicono “Vuoi, vecchio? Piglia! Ancora vuoi? Piglia! Mangia, bevi, vecchio!, fatti sazio, e dormi… vecchio!… dormi… dormi…”.
Così nel film si addorme Abacucco con i “cristianucci” intorno. Mentre Mario se ne è andato da solo, non riuscendo più a “portare” questa vita che ci toccò in sorte. Per quello che mi riguarda, essendogli un poco amico, io l’accompagno come posso nel ricordo e nell’attesa.
Luigi, perdonami l’ardire: sbaglio, o non riesci a farti una ragione della morte di Monicelli? Voglio dire: ti ha ferito, questa morte?
Sì.
Credo di capirti e ti ringrazio della delicatezza che usi nel raccontare tutto questo
La chiesa di Santa Maria ai Monti – delle cui campane diceva il post di ieri – è quella dove siamo stati quel giorno tu ed io. La piazza con la fontana è quella del “saluto” a Mario. La trattoria dove abbiamo mangiato era una delle sue abituali. In questi luoghi era anche ambientata la storia di Angelo il barbone: vedi post del 29 ottobre e 1° novembre 2009.
…ed io cerco di farti compagnia,Luigi, in questo percorso che hai intrapreso: spesso restandomene zitta (anche se non pare) perchè, talvolta, il silenzio – una mano stretta – un bacio, possono dire più di tante parole.
Grazie…
Ultima scena della commedia “Zio Vanja” di Checov:
ZIO VANJA ( che ha tentato , fallendo, di uccidere il cognato e poi di suicidarsi ):
Bambina mia che gran peso sento!
Oh, se tu sapessi che gran peso!
( a Sonja, passandole la mano fra i capelli)
SONJA: Che vuoi farci , bisogna vivere. Noi, zio Vanja, comunque vivremo. Vivremo una lunga , lunga serie di giorni e di lunghe notti; sopporteremo con pazienza le prove che il destino ci manderà; ci affaticheremo per gli altri, adesso e da vecchi, senza conoscere tregua.E quando verrà la nostra ora, moriremo con mansuetudine e di là della tomba diremo che abbiamo sofferto, che abbiamo pianto, che sentivamo tanta amarezza, e Dio avrà pietà di noi. E io e te , zio, caro zio, vedremo una vita luminosa, stupenda, meravigliosa, ne saremo contenti e ci volteremo a guardare le nostre disgrazie di oggi con tenerezza, con un sorriso e riposeremo. Io credo, zio, credo ardentemente: riposeremo!
Povero, povero zio Vanja, tu piangi!
(col fazzoletto gli asciuga le lacrime)
Tu non hai conosciuto gioie nella tua vita, ma aspetta, zio Vanja, aspetta..
Noi riposeremo (lo abbraccia) Riposeremo….. “
Essere o non essere; è più nobile affrontare la traversata nel mare della vita combattendo, o sopportando la sorte stoicamente?
Bisogna coltivare la forza dell’anima per affrontare le sfide che il fato pone di fronte, o per conquistare una condizione di stabile atarassia?
Qual è la vera nobiltà: l’imperturbabilità dell’animo o il coraggio di lottare per la giustizia?
Qual è la vera forza: la sopportazione o la capacità di abbattere gli ingiusti?
Qual è il traguardo: la pace o la vittoria?
…my goodness!….
Per me è il coraggio di lottare per la giustizia. Ben sapendo che la lotta spesso è da combattere dentro noi stessi oltre che all’esterno.
PS Forza Luigi!!! Anche io provo dolore e dispiacere.
Sono tornata. Tornata dall’ospedale, tornata nella mia città, tornata a casa. E tornata qui con voi. Finalmente. Finito il mio fitto dialogare con la morte: da più di un anno, durava. Poi, in questi ultimi mesi, pareva che fosse solo lei, ormai, a parlare e sosteneva che avrebbe avuto l’ultima e più potente parola.
“Death be not proud” le dico adesso con le parole di John Donne: “poor death”, “tu, morte, morrai” .
Un bacio a Fiorenza.
Brava Fiorenza! Carissimi auguri e congratulazioni per la lotta, di cui forse nessuno sapeva…
No man is an Iland, intire of it selfe; every man is a peece of the Continent, a part of the maine…
Welcome back, Florence!
But thanks be to God, which giveth us the victory through our Lord Jesus Christ .
http://www.artbible.info/art/large/543.html
Ti abbraccio, Fiorenza !
Roberto 55
W Fiorenza!
Fiorenza
ti abbraccio forte, forte.
Fiorenza!
Bentornata. Hai già mangiato? Ti metto su qualcosa?
Questi sono regali di Natale!!!!!!!
Bentrovata Fiorenza!!!
Grazie. Buonanotte. Felice notte.
Non sei stata dimenticata e non ci hai dimenticati!
Son contento di rivederti! Spero ci racconterai di te…
“Morte e vita si sono affrontare in un prodigioso duello”… e la vita ha vinto.
Auguri Fiorenza!
Coraggio, Luigi!
Un abbraccio, Fiorenza.
Solo ora che mi leggo un po’ di post e commenti arretrati apprendo di te Fiorenza.
Auguri Fiorenza