Un giorno ero in taxi con Luigi Sandri, venivamo dal convegno antibergogliano “Fare chiarezza” e andavamo al funerale di Renzo Giacomelli. Dicevamo del terrorismo, del degrado di Roma e Luigi: “E’ difficile governare. Io non sarei capace e prego ogni giorno per Gentiloni, per la Raggi, per i parlamentari”. Nei commenti la mia approvazione, qualche ragguaglio sulla corsa in taxi, il rimando a un testo recente di Francesco sul pregare per i governanti.
Luigi Sandri: “Prego sempre per Gentiloni e per la Raggi”
83 Comments
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Era il 22 aprile. Non potevo bucare il convegno dei piagnoni ma più importante era la messa di addio per il collega Renzo Giacomelli – già vaticanista di Famiglia Cristiana – che fu mio testimone di nozze. Luigi Sandri condivideva queste mie necessità. Lui scrive per “Confronti” e ultimamente l’ho citato qui nel blog in morte di Franzoni. E’ su posizioni radicali rispetto a me ma molto condividiamo a partire dalle preghiere.
Io prego per i governanti? Omelia di Francesco al Santa Marta – 18 settembre: E magari c’è chi se la cava dicendo: «Io l’ho votato» oppure «Io non l’ho votato, faccia il suo». Invece «noi non possiamo lasciare i governanti da soli: dobbiamo accompagnarli con la preghiera come insegna San Paolo. «Padre, come vado a pregare per questo che fa tante cose brutte?». Ma proprio allora «ha più bisogno ancora: prega, fa’ penitenza per il governante!». «Noi dobbiamo crescere in questa coscienza di pregare per i governanti. Io vi chiedo un favore: ognuno di voi prenda oggi cinque minuti, non di più. Se è governante, si domandi: “Io prego a quello che mi ha dato il potere tramite il popolo?”. Se non è governante, “io prego per i governanti? Sì, per questo e per quello sì, perché mi piace; per quelli, no”». Ma sono proprio quelli che «hanno più bisogno». Dunque, è opportuno chiederci: «Prego per tutti i governanti? E se voi trovate, quando fate l’esame di coscienza per confessarvi, che non avete pregato per i governanti, portate questo in confessione. Perché non pregare per i governanti è un peccato».
Simpatico questo papa Francesco!
Credo che tutti abbiamo il peccato di non pregare per i governanti.
Ma credo anche che se portassimo questo peccato in confessione, il prete confessore ci prenderebbe per matti.
😀 😀
Interessante che Luigi Accattoli chiami il convegno Fare chiarezza un convegno di piagnoni.Come sono buoni questi cristiani liberal o radical ! Pregare per la Raggi si’, per chi vuole chiarezza su AL solo gelido disprezzo .
Piu’che per le buche nelle strade dovreste pregare per le buche spirituali che si aprono come voragini in questo nostro tempo.
Cordiali saluti
UNA PIAGNONA
io prego sempre per i governanti, specialmente per coloro che non hanno la mia fiducia e non hanno avuto il mio voto, e per il papa.
Non prego perchè stiano bene o realizzino i loro programmi, ma perchè svolgano bene il compito a cui sono stati chiamati.
Ma dai, “piagnoni” e “turiferari” si usa dire per sdrammatizzare la contrapposizione fra detrattori e sostenitori della linea di Bergoglio. Che c’entra la bontà con questo? Luigi sa benissimo che lui è un turiferario DOC.
Tra l’altro, non trovo giusto attribuire a papa Francesco l’origine di questo proposito: ho sentito spesso pregare per i governanti anche prima di questo pontificato, in particolare (ma non solo) nella lunga liturgia del il Venerdì Santo.
🙂
Bravo Fede.
Dimmi quando inizi la prossima novena per il Modello Emilia.
Prima che Venturi soccomba all’ondata di vittimismo.
http://www.lanuovabq.it/it/fare-chiarezza-il-convegno-della-nbq-su-amoris-laetitia
Sulla pagina FB di Avvenire dopo che il Papa aveva detto di pregare per i governanti un Brasiliano ha scritto che da loro era normale. La maggior parte dei commenti erano critiche ed una signora ha scritto che sentiva tanto la mancanza di Benedetto. I Papi teologi evidentemente fanno comodo perché volano alto e non ti disturbano nelle piccole cose della vita quotidiana. Un Papa che vola basso e ti mostra che non sei quel perfetto cristiano che pensavi di essere può essere assai fastidioso.
Con questo non intendo fare classifiche di Papi, io sono convinto che il mondo si ritrovi il Papa di cui ha bisogno in quel momento.
Pregare per i governanti? E che novità e’ questa?
2 sole citazioni:
1 – lettera di San Paolo a Timoteo: “…Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio
2 – Ordinamento generale del Messale Romano (CEI 2007) – punto 71 La preghiera universale (la preghiera dei fedeli):
“..la successione delle intenzioni sia ordinariamente questa:
a) per le necessità della Chiesa
b) per i governanti e per la salvezza di tutto il mondo
C) etc etc
Mi congratulo con il tizio che prega per i governanti. E pensare che credevo che nessuno lo facesse.
Pregherà anche perché spariscano i partiti di sinistra?
Un Papa che “vola basso” di certo è anche lui teologo.
Ma sa anche, meritoriamente, guardare alla vita quotidiana della gente e di chi governa un Paese e la gente che lo abita.
Chi contrappone due papi con definizioni improprie, anche senza fare classifiche, sbaglia sempre e può prendere solenni cantonate.
Qui nel blog ogni tanto viene fuori questa contrapposizione che trovo indicibile e di cattivo gusto.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/papa_francesco_evasione_bologna-3294944.html
Mangiano e bevendo, ridendo e scherzando davanti alle reliquie del povero San Petronio, si sono fatti scappare due galeotti… Contare no?
Chi risponderà, Mons Zuppi?
@Lorenzo,
prego per la conversione dei politici che piacciono a te e per la grazia dell’alternanza dove ha governato un certo partito sulfureo da più di settant’anni… Tu naturalmente puoi pregare per le adozioni alle coppie omosessuali e per lo ius soli.
pregare e digiunare, mi raccomando.
Federico: puoi sempre denunciarlo alle autorità competenti per complicità, il tuo arcivescovo suffraganeo, Zuppi.
Anzi, mentre ci sei, fai che denunciare pure il papa.
In quanto alla conversione degli altri, chiunque essi siano, ti consiglierei calorosamente di lasciar perdere. Se uno proprio vuole, non basta il tempo che ha a disposizione per pregare semmai per la propria, di conversione.
lory,
diciamo che questa evasione rischia di gettare un’ombra sinistra sul tanto decantato “modello Emilia”: qualcuno potrebbe addirittura pensare che sia inefficente e costoso…
Zuppi è da assolvere: era concentrato sulle lasagne al pollo (perchè ai musulmani presenti non potevano mica servire la salsiccia emiliana…).
E poi adesso siamo tutti misericordiosi: basta lo ius soli e andremo tutti in paradiso, evasi compresi.
Amen.
I due detenuti hanno fatto “discernimento”: cosa vuole Dio da noi visto che ci da’questa possibilità’di evadere da non perdere? ??
Chiamali fessi, direbbe Totò’.?
Almeno il pranzo in San Petronio e’ servito a qualcosa : a rendere la libertà’ a queste due povere vittime della società’, a questi due ” ultimi” che diventeranno i primi.
E lei quando fa discernimento, signora Venturi?
Uuuuuuuuu, ma come si sente immacolata qual candida palombella , la Venturi, a fronte di questi due reprobi tizzoni d’inferno.
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Ha ragione. Avrebbero fatto meglio a dargli la pena di morte a quei due.
Ma intanto, a quando il suo discernimento, signora lefebvriana?
Già’ fioccano nel mondo delle carceri le richieste dei detenuti per essere scelti per la prossima “lavanda dei piedi”. Hai visto mai che dopo la lavanda ce scappa pure l ‘evasione mistica”? ??
Papà Bergoglio FA MIRACOLI: volatilizzati due detenuti.
Beh sai, Lorenzo, i cattolici lefebvriani come la Venturi sono così vicini al Signore, sono così tanto in “trascendenza”, che si sentono a posto con la loro coscienza di benpensanti giusti e candidi. Ne senti il profumo a distanza.
Almeno, signora lefebvriana, abbia rispetto per il Papa.
A qualsiasi papa è dovuto il rispetto, cara signora; anche a quelli che non sono di suo gradimento.
🙂 🙂 🙂
The dark side of UNA PIAGNONA.
🙂 🙂 🙂
🙂 🙂 🙂
Peccato che il cardinalone R.L.Burke non inviti un po’ di reprobi galeotti alle sue pittoresche celebrazioni. Sai quanti potrebbero infilarsi sotto la sua imponente cappa magna? Non due, ma 22…..
🙂 🙂 🙂
E intanto mentre papa Francesco ” fa miracoli”, prosegue indefessa la ” riforma” , la rivoluzione, la trasformazione della religione cattolica in ” qualcosa di diverso”, qualcosa di moderno, qualcosa di attraente per il mondo moderno e persino per gli ateisti
A Milano il nUovo arcivescovo Delpini chiede che vi siano “meno Messe e piu’Parola”. Cioè’meno celebrazioni liturgiche dell’ Eucarestia e più’ conferenze,corsi, dibbattiti , , nel solco del luteranesimo che oggi e’ rivalutato. Aspettiamo con una certa apprensione iil giorno in cui non vi saranno più Messe ma solo Parola ( quella dei preti) e soprattutto il giorno in cui non essendoci più’ Messe non ci saranno neppure più’ cristiani.
Su Repubblica intanto Scalfari ridisegna una teologia dell’ aldila’ dicendosi sicuro che il suo amico Francesco nonche’ mons. Paglia la pensano così’: non piu’ Inferno e Purgatorio ,solo Paradiso per le anime beate, mentre le anime dannate sarebbero semplicemente annichilite, annientate, si perderebbero nel Nulla. Niente Giudizio Universale e niente pena per i dannati. I beati poi verrebbero ” riassorbiti” e diluiti nel gran mare del’ essere. Insomma una via di mezzo fra buddismo e cristianesimo.La religione che piace alla gente che piace.
Venturi, Parola con la P maiuscola, svegliati.
Poi, invece di seguire tutti i gargarismi e gli sternuti di Scalfari, sturati le orecchiucce selettive e ascoltati l’udienza del tuo papa, che , da sola, ti dimostra che Chiesa & cristianesimo sono sempre gli stessi, si tu che sei fuori come una terrazza panoramica a sbalzo.
https://www.avvenire.it/papa/pagine/udienza-del-11-10-2017
http://www.lanuovabq.it/it/meno-messe-piu-parola-e-la-ricetta-ambro-luterana
Toh guarda, ma chi l’avrebbe mai detto.
La cucchiata quotidiana di Bussolax.
Piuttosto, Maria Cristina ,come la mettiamo con il pianto greco di qualche giorno fa , a proposito del rosarione polacco, e la solfa qui nessuno più prega, e qui nessuno sa più cosa sia il rosario, e qui solo ideologia&ecologia&modernismo e tutto il campionario delle stupiderie in repertorio?!
🙂 🙂 🙂
https://ilsismografo.blogspot.it/2017/10/italia-la-chiesa-che-combatte-il.html
“Papa Francesco – lo ripeto – ha abolito i luoghi di eterna residenza nell’ Aldilà delle anime. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio. Questa è la tesi di Francesco ed anche di Paglia. Faccio qui una mia osservazione: il Giudizio universale che è nella tradizione della Chiesa, diventa privo di senso. Le anime che hanno scelto e praticato il male scompaiono e il Giudizio universale resta un semplice pretesto che ha dato luogo a splendidi quadri nella storia dell’ arte. Nient’ altro che questo.”
Il Giudizio Universale privo di senso , secon do Scalfari.
Non vorrei essere nei panni di Scalfari quando si accorgerà , nell’Aldilà, che tutte le sue superbe teorie sono come spuma del mare, secca gramigna, balbettii di un demente, e quando si troverà faccia a faccia con la Verità.
Allora forse il superbo Fondatore di Repubblica capirà, ma sarà troppo tardi.
Suvvia, cessa di singhiozzare, Venturi.
Scalfari non è cattolico, salvo conversioni sempre possibili.
Liberissimo di pensarla e scriverla come vuole sulla religione e sulle cose di Chiesa.
Quella che sei cattolica, almeno in teoria, saresti tu.
E quello che abitualmente dici tu, in materia di religione e di Chiesa, quello sì che è preoccupante, e che richiederebbe un pianto universale.
Per esempio, gustoso l’infortunio in cui lo stracciantesilevesti Tommaso Scandroglio, nel link di Bussolax incautamente propinatoci da Maria Cristina Venturi, incorre : mani, piedi, capoccia, tutto intero.
Scrive lo Scandroglio , a proposito di un pieghevole distribuito in una chiesa cattolica e relativo ai 500 anni della riforma luterana, che parlare e leggere brani di Lutero in una Chiesa Cattolica sarebbe come leggere brani del Mein Kampf in una Sinagoga. Che è già una cretinata di dimensioni medio colossali, non foss’altro per il fatto che gli ebrei( e non solo) furono praticamente sterminati dai nazisti senza poter colpo ferire in risposta, mentre i cattolici, verso i luterani, non si limitarono certo a porgere evangelicamente l’altra guancia con atteggiamento da mite vittima sacrificale: furono, insieme a loro, corresponsabili di un bagno di sangue che devastò mezza Europa.
Ma sorvoliamo su questa panzanella, e giungiamo al gustoso dunque.
Scrive lo Scandroglio, con la giugulare verosimilmente gonfia di indignazione:
“”Lutero definì il Papa, , «asino, cane, re dei ratti, coccodrillo, larva, bestia, drago infernale», termini spesso ricorrenti nella sua opera “Contro il papato di Roma fondato dal diavolo”. Ovviamente negò la successione apostolica. Non meno gentile, tanto per parlare di ecumenismo che va tanto e sempre di moda, era verso gli ebrei. ”
Ullallà! Che cattivone-one-one questo Lutero.
Scandroglio vada un poco a rileggersi quello che i suoi amici militanti di base anticattolici scrivono ogni giorno, DA CATTOLICI (?!), sul transeunte vescovo di Roma….il linguaggio è lo stesso, stessa la violenza verbale, stessa la carica ideologica, stessa la condanna irrazionale. Idem con patate a riguardo della legittimità e a riguardo degli eberi & ebraismo.
La stessa Venturi linkatara ne è “tableau vivant”.
Capita, a fare gli indignados di professione, di prendere certi sdruccioloni memorabilissimi.
Ma davvero l’ateo Scalfari ha scritto quelle belle cose su Repubblica?
Vado subito a deliziarmi. Scalfari mi piace molto, lo ammetto.
caro Cuffini, ma se Scalfari non è cattolico e scrive grandi castronate sulla teologia cattolica, spiegami perchè il suo grande amico B ergoglio non lo illumina? perchè ilsuo grande amico Bergoglio non gli spiega che , dal punto della vista della fede cattolica , quello che lui, Scalfari, crede è sbagliato ed erroneo?
perchè il suo grande amico Bergoglio non ha a cuore l’anima di Scalfari che ultranovantenne tra poco morirà?
perchè il papa non cerca di dire chiaramente all’amico Scalfari quale è la dottrina cattolica e .lo lascia divagare con la mente per sentieri erronei e credere cose erronee?
Scalfari è convinto che papa Francesco nonchè MOns. Paglia la pensino come dice lui.
Perchè papa Francesco e Mons. Paglia non gli chiariscono che non è vero quel che dice lui?
La risposta secondo me è una sola :
che papa Francesco crede ESATTAMENTE in quel che Scalfari dice.
Eresie per la retta fede cattolica.
E però e’ così facciamonece una ragione : abbiamo un papa che crede nelle eresie che Scalfari espone .Abbiamo un papa che ha come portavoce del suo pensiero quello che Scalfari dice.
abbiamo un papa che la pensa come Scalfari.
S calfari inoltre dice che il papa crede nei “valori”della massoneria : la fratellanza, la pace e i valori del nuovo umanesimo.
Cristo è dimenticato con la sua Croce .Del resto è normale : la massoneria non ama Cristo e la sua Croce.
Una nuova religione della pace della fratellanza, della umanità, dell’amore, senza dogmi, senza il fastidioso Cristo con la sua Croce. Il sogno della massoneria.
una NUOVA RELIGIONE MONDIALE, senza riti, senza sacramenti, senza dogmi.
Una nuova religione che si basa solo sui valori di fratellanza e pace e umanesimo, e volemose tutti bene
Cristo con la sua CORONA DI SPINE,con la sua FLAGELLAZIONE, col suo SANGUE VERSATO, CRISTO con la drammaticità del suo venire per GIUDICARE I VIVI E I MORTI.
questo nella Nuova Religione Mondiale sarà censurato.Troppo poco politically correct.Troppo drammatico.Troppo di cattivo gusto per gli Scalfari.
https://www.youtube.com/watch?v=Lm6XNZf9Q48
Maria Cristina.
Rileggiti quello che hai scritto e redditi conto delle sciocchezze monutensili che hai detto.
Poi ne riparliamo.
Molto interessante quell’articolo di E. Scalfari che recensisce il libro di mons. Paglia.
Mi era sfuggito.
Nel libro trovo delle considerazioni che reputo del tutto condivisibili; per esempio quelle sull’ IO e il NOI. Giustissime. E vedo che anche un ateo (umanista) si trova a condivederle. Segno che la distanza fra i credenti in Dio e i credenti nell’uomo, e non in Dio, non sono poi così distanti su un’idea fondamentale qual è quella dell’amore verso il prossimo, in specie il prossimo più debole.
Degno di nota questo passaggio del libro riportato da Scalfari: «I credenti in Dio (religiosi) e i credenti nell’ uomo (umanisti) nell’ incontro con i poveri ritrovano una preziosa alleanza…Per i cristiani questo umanesimo è fondamentale: chi incontra i poveri incontra Dio stesso».
Si spiega qui l’atteggiamento di costante, misericordiosa, accoglienza dei poveri da parte di papa Francesco, il quale spesso si mette a tavola con loro. Sia pure in una chiesa.
Per il pubblico che legge è evidente che le costruzioni deduttive- per dir così -di Venturi sono delirio puro.
E siccome non è possibile che una persona intelligente non se ne renda conto resta come spiegazione unica quella della malafede.Tutto l inghippo misurando è costruito come al solito per “potere” arrivare a dire:il papa è eretico e distrugge la religione cattolica.
Se le bugie han le gambe corte la malafede di Maria Cristina Venturi c’è le ha cortissime.
Caro Lorenzo io ho solo postato le pamrolev di Scalfari che sostiene che papa Francesco e mons. Paglia la pensano come dice lui. Il delirio non è’ mio ma di Scalfari. Non prendenterla con me ma con Scalfari. Scalfari,che naturalmente non sarà’smentito, ha scritto questo pubblicamente su Repubblica. Di ci e’il delirio? Di chi e’ la mala fede? Mia? O Di Scalfari o di. Chi non smentisce Scalfari?
“Le anime non pentite cessano di esistere” questo ha scritto Scalfari attribuendolo al pensiero di papà Francesco.Se vuoi parlare di “delirio” caro Cu fini attribuiscilo a Scalfari.
Ma certo non sarà’ ne’ smentito ne’ corretto.Lasciate pUre che masse dei lettori di Rjepubblica credano che questo è’ cio’ che pensa papa Francesco e dunque questo è’ cio’ che pensa la Chiesa.Lasciate pure che i lettori di Repubblica si imbevano di idee eretiche.Tanto di cio’ che realmente insegna la Chiesa che importa? La Verità’ non ha più’ importanza. L’ importante e’ la popolarità’. il papa amico di Scalfari.
“Cristo con la sua CORONA DI SPINE,con la sua FLAGELLAZIONE, col suo SANGUE VERSATO, CRISTO con la drammaticità del suo venire per GIUDICARE I VIVI E I MORTI.”
Dimmi che tipo di religione vuoi e ti dirò chi sei.
Signora Venturi, da chi ha appreso la religione cristiana di tipo doloristico? Chi ha commesso il grave peccato di formarla in questo modo?
Forse lei non sa che l’impostazione della “sua” religione cristiana è proprio sbagliata. Forse lei non sa che Dio non gode del dolore, mentre lei sembra compiacersi dell’aspetto doloristico del cristianesimo. Forse lei ignora che Dio ha creato l’uomo per la gioia e per vivere amando le bellezze del mondo e il positivo della vita nel momento in cui ci stanno davanti. E purtroppo non sono frequenti quei momenti.
Ma soprattutto lei ancora non è riuscita a capire che quel sacrificio supremo della morte in croce di Gesù, prefigurando la Resurrezione, ha valore solo ed esclusivamente per l’Amore verso gli uomini tutti con cui il Cristo ha offerto la sua vita in riscatto del “peccato” del mondo. Non il sacrificio ha valore, ma l’AMORE sotteso al sacrificio. Ha capito? Non il sacrificio ma l’AMORE.
Lei invece, signora Venturi, continua a vedere nella “sua” religione cristiana il carattere preminente del sangue di quel sacrificio, e vorrebbe che tutti i cristiani lo vedessero come lei.
Cioè vorrebbe che i cristiani indossassero vesti nere e occhialini nerissimi. Vorrebbe che i cristiani fossero sempre in atto di strapparsi i capelli per il dolore e si flagellassero a sangue per uniformarsi al sacrificio del Cristo. Della serie: più si soffre, maggiori sono le probabilità di andare in Paradiso.
Tutto questo è profondamente sbagliato. E chi ha una tale concezione della religione cristiana, che purtroppo molti ancora coltivano anche con strana voluptas dolendi ( piacere del dolore), è fuori strada. Si capisce allora perché sono tantissimi quelli che rifuggono da una religione così deviata.
E si capisce anche, in un certo senso, che chi professa altre religioni, non voglia che nelle classi dove vanno i loro bambini, ci sia il crocifisso ad additare a tutti quella morte.
Nessun’altra religione del mondo appare, infatti, così tragica se la si predica così.
Se non si spiega bene il vero significato della croce di Gesù vista a tutto campo nello sfondo dell’AMORE, si continua a fare del cristianesimo una religione del dolore.
Aveva fatto bene il parroco della mia chiesa da bambina.
Sull’altare principale campeggiava un grande Cristo sfolgorante nella Resurrezione.
Il crocifisso era in una cappella solo laterale.
Se non ricordo male, il cardinale Colombo (l’ultimo vescovo di Milano di un certo tipo, secondo il SuperBiffi) negli anni ’70 coniò un bello slogan “Meno Messe, più Messa”. C’è voluto un po’ ad attuarlo nel milanese: qualche decennio a far diminuire le messe festive e speriamo che la qualità sia migliorata. Ma in termini quantitativi: meno messe e “molti infiniti” in meno. Ma Dio è bravo in matematica e risolverà i nostri ridicoli calcoli.
Delpini: dalle panche di Busto Arsizio non si deduce che abbia imposto di togliere messe domenicali E comunque è possibile che qualche catechesi sulla Parola di Dio, lì e altrove, sia necessaria. Ma in tutte parrocchie milanesi c’è da ieri la lettera di Delpini alla diocesi per l’anno pastorale iniziato. Cinque capitoletti, 22 paginette nette, 4 priorità. La prima: “la priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della Messa domenicale; deve essere un appuntamento desiderato, preparato ecc.” (p. 19). Tutte le parrocchie hanno in quelle indicazioni una sicurissima “vecchia bussola”, per le feste e i giorni feriali.
E a proposito di messa, da celebrare nel “nuovo ordo” come Dio comanda dai tempi antichi: bravo Salvi (11.34 di oggi) a ricordare l’ordine proposto delle intenzioni della preghiera universale (Praenotanda, 1969).
Caro padre Amigoni , comunque là si rigiri lo slogan meno Messe e più’ Parola ha un chiaro significato luterano. Secondo Lutero la Santa Messa cattolica era.
l’ abominio da distruggere. La sola idea della Eucarestia quale sacrificio della passione di Cristo, corpo e sangue, e quale transustanziazione, faceva schiumare di rabbia i luterani. La Santa Messa cattolica era il nemico da abbattere. E possiamo dire che in parte ci sono riusciti, con la complicità’ del clero cattolico. I fedeli odierni non vaMessa consci di assistere ad un miracolo, la trasformazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo, ma ci vanno, con noia, solo per sentire la predica del prete. Esattamente come i protestanti. Non più’ il miracolo, ma la noia. Chi crede più’ caro padre Amigoni nella Presenza Reale? Oggi si vedono Messe dove le ostie sono distribuite come biscotti . Nelle cerimonie luterane c’ e’ di solito una lettura del Vangelo è una predica del pastore. Non dubito che ben presto anche le Messe cattoliche diventeranno come quelle luterane. Del resto il Tabernacolo e’ già’ stato sfrattato dal CEN,TRo dell’ azione liturgica per far posto al microfono del prete. Che i luterani siano ridotti ormai a percentuali minime nei paesi come la Germania dove nacquero dovrebbe far pensare il clero cattolico che seguire il loro esempio non porta a molto successo. Ma a quanto pare il clero cattolico odierno è’ così’ obnubilato da pensare seriamente che sia una buona idea quella del vescovo Delpini Meno Messe e più’ parola. Strano accecamento perché’ chiunque abbia un minimo di sensibilità’ cattolica dovrebbe pensare che la Messa e L’ Eucarestia con la grazia che ne deriva e’ fondamentale, mentre tutto il resto è’ secondario. Quando mons. Delfini si accorgerà’ che a Milano ci saranno sempre meno cristiani, forse si rendera’ conto che seguire i luterani che ormai sono quasi estinti, non è’ una buona idea.
Solo un babbeo legge Scalfari che parla del papa per sapere effettivamente quel che dice e fa il papa, sapendo benissimo che leggerà quello che Scalfari PENSA di quello che dice e fa il papa.
Esattamente come solo un babbeo leggeva Ferrara per sapere effettivamente quel che dicesse e facesse il papa, per lo stesso motivo , ma rapportato a Benedetto.
Esattamente come solo un babbeo legge la NBQ per sapere effettivamente le cose di Chiesa, visto che sai a priori che ti rifila la sua interpretazione (?) riveduta e corretta all’arsenico.
Poi c’è chi come Venturi fa tutte e tre le cose e i risultati sono evidentissimi.
E comunque il delirio, che ti porta sempre più lontana dalla Chiesa, se non fosse che sei già oltre ogni distanza di sicurezza, è tutto tuo, Maria Cristina Venturi, non di Scalfari, che puo’ dire a sua responsabilità tutto quel che crede.
Perché sei tu che firmi qui sopra questa dichiarazione autografa che resta per la posterità:
maria cristina venturi scrive,
11 ottobre 2017 @ 16:53
” papa Francesco crede ESATTAMENTE in quel che Scalfari dice.
Eresie per la retta fede cattolica.
E però e’ così facciamonece una ragione : abbiamo un papa che crede nelle eresie che Scalfari espone .Abbiamo un papa che ha come portavoce del suo pensiero quello che Scalfari dice.
abbiamo un papa che la pensa come Scalfari.”
Compliments. Hai portato a casa la giornata. Missione compiuta anche quest’oggi.
Puoi esserne fiera.
Non è che a ripetere falsità in perpetuum le falsità diventino vere.
Falso che l’affermazione di Delpini abbai un significato luterano.
Falso che ci sia stata una non meglio precisata complicità di un non meglio precisato clero cattolico nella distruzione della santa Messa. Nessuna distruzione di nessuna Santa Messa, se non nelle parole di chi scrive. Il che la dice luuuuuuunga.
Falso che i credenti odierni vadano a messa per sentire l’omelia del prete (sic).
Questo è quello che fa evidentemente chi lo scrive, e i suoi pusher di anticattolicesimo militante, quanto passano ai raggi x le omelie e gli inetrventi di chi- babbei- vorrebbero ” colpire.
Falsissimo che nessuno crede più nella Presenza Reale: certo, qualcuno qui sopra ha scritto che nei luoghi di culto fluttuano etereee presenze, ma il problema riguarda chi la scritto e Maria Cristina Venturi che evidentemente non ci crede , visto che si chiede chi lo faccia.
Strafalso che “ben presto anche le Messe cattoliche diventeranno come quelle luterane. “. La sostanza della Messa cattolica è sempre quella e sempre lo sarà. Solo la totale malafede, oltre che una buona dose di ignoranza in materia, puo’ far scrivere cose del genere.
Credo che tu possa sinceramente e profondamente vergognarti.
Giorni fa (7 ottobre ore 22.48) si chiedeva chi avesse pronunciato un concentrato di locuzioni “diversamente rispettose”, e soprattutto “diversamente veritiere”, a proposito del papa. Peggio di quel concentrato di parole sono le allusioni e le volgarità con cui in questo blog lo si chiama talora (?) in causa. Una lapidaria dichiarazione di super-ortodossia di Presenza Reale e di assenza mentale (temporanea) è la frase – già riportata meno di un’ora fa – delle 16.53 odierne: “….abbiamo un papa che crede nelle eresie che scalfari espone”. La Parola – anche fuori dalla Messa – ci fornirebbe il commento adeguato (con una variante nell’ultimo termine): che bisogno abbiamo ancora di testimonianze (Marco 14,63 e paralleli sinottici)?.
Non si vergognerà neanche un pochino, la signora, né sinceramente né profondamente.
Il suo divertissement è raccontare fole tutte le volte che può, stravolgere le parole di quelli che non le piacciono, presentare come religione cristiano- cattolica quella che è una brutta parodia della “sua” religione.
Credimi, Lorenzo, ci sono atei e agnostici molto più onesti di questa signora lefebvriana. Che poi, per di più, ha il coraggio di fare continui piagnistei sulle chiese vuote.
E te credo! Chi è cattolico alla sua maniera fa allontanare dalle chiese.
Mi auguro che almeno i suoi figli, che sono più giovani, abbiano idee diverse.
Non credo assolutamente che l’invito di Mons Delpini a valorizzare la liturgia della Parola di Dio sia un voler “svilire” la Messa, e un avvicinamento al luteranesimo.
Penso anche che sia vero che molti cattolici, anche tra i frequentanti – che sono ricordiamocelo bene, una minoranza – abbiano una idea molto vaga di quello che sia la ” presenza reale ” e che l’affermarlo sia solo una manifestazione di sano realismo e non di “lesa maestà” della Chiesa.
Penso infine che, se è vero quello che dice Lorenzo Cuffini, la nostra Italia è una terra colma di “babbei”. Sono tutti coloro che si formano una opinione su quello che pensa il Papa leggendo le note di Scalfari su La Repubblica e non leggerebbero neanche sotto minaccia di sanzioni ne’ l’Avvenire ne’ Vatican Insider.
Se costoro sono cattolici, difatti, sono babbeissimi.
Non solo Scalfari, ovviamente.
Che è sempre un piacere leggere.
Io non mi formo le idee su cosa dice opensa il papa su Repubblica ma anzi proprio su Vatican Insider e su Il Sismografo, nonche’ Civilta’cattolica rivista dei gesuiti.
Per questo l’affermazione di Scalfari che Bergoglio la pensa cosi’ puo’ benissimo essere falsa e probabilmente lo e’. Tuttavia e’ vera la frequentazione, l’ amicizia, sono veri i colloqui fraterni fra il papa e Scalfari. E se questi sono i risultati, che cioe’ Scalfari fraintenda a tal punto gli insegnamenti del papa, da darnedei resoconti ridicoli, non sono dei bei risultati.
Che poi e’ semplicemente ridicolo affermare chechepapa papa Francesco avrebbe ” abolito” il Giudizio, l’ Inferno e il.Purgatorio.
Bergoglio non puo’ abolire uno IOTA della verita’. Il suo potere non arriva a tanto. Il papa come successore di Pietro non e’ il padrone della Chiesa ma il servitore supremo della verita’.Anche volendolo Bergoglio non potrebbe “abolire” il Giudizio, l’Inferno e il Purgatorio.
Che poi Scalfari ,ateo, non ci creda e’un altro discorso, che proietti questa sua miscredenza sul suo amico papa e’ un altro discorso ancora.
Fra l’altro tale “abolizione” dell’Inferno e della pena e’molto rassicurante per Scalfari stesso che fra poco vista l’eta’ dovra’rendersi conto personalmente di come stanno le cose nell’Aldila’. Rassicurante pensare che le alternative siano o il Nulla, l’annientamento completo, o la beata immersione nella divinita’Rassicurante pensare che le proprie responsabilita’, le propprie azioni in questa vita non hanno importanza:al massimo se sono state cattive si verra’annientati.
Rassicurante, oppiacea religione, se religione si puo’chiamare, che esclude del tutto Cristo e il suo Giudizio: Venite benedetti dal Padre Mio….Allontanatevi voi operatori di iniquita’nel fuoco eterno della Geenna.
Daccapo con sta segatura?
Proprio leggendo Vatican Insider si ha una idea di dove papa Francesco vuol portare la Chiesa:per sua stessa ammissione, riportata da Tornielli, il papa crede che la dottrina debba “progredire” di pari passo col cambiamento dei tempi. Cosa intenda per “progredire” non e’spiegato bene e chiaramente ma lasciato nel vago. Progredire come?Verso dove?Fino a che punto?Con quali criteri? Di solito una verita’non “progredisce”perche’che due +due fa quattro e’vera adesso come mille secoli fa e non puo’progredire.Sono le opinioni, i comportamenti, che possono progredire, mentre la verita’e’per sua natura sovrastorica.Ma forse la dottrina cristiana e’un opinione, un comportamento che puo’progredire?
Ma mons.Paglia, sempre su Vatican Insider, ci fa sapere che noi oggi ,cioe’loro oggi i teologi moderni, hanno unacomprensione “piu’ profonda” della dottrina dei loro predecessori, una comprensione cosi’profonda che sembra che cambino la dottrina, ma in realta’la stanno applicando piu’profondamente.
Cioe’mons.Paglia ci vuol far capire che lui ne capisce di piu’e meglio di San Tommaso e dei teologi del passatoti.
Questi due articoli su Vatican Insider sulla dottrina che deve progredire e sulla comprensione piu’profonda ,sono naturalmente prodotti per sostenere AL e la comunione ai divorziati.
E’ proprio leggendo Vatican Insider caro Beppe Zezza che il cattolico oggi puo’capire dove si vuole andare aparare.
Non capisco i “normalisti”quelli che pensano che nulla e’ cambiato e tutto prosegue in continuita’ con il Magistero dei papi precedenti. E’scritto a chiare lettere:la dottrina deve progredire!Ve l’hanno detto in tutti i modi, ve l’hanno fatto capire chiaramente: loro oggi hanno capito piu’profondamente la dottrina cristiana! Come si fa a parlare ancora di continuita’?
La signora Venturi è pediatra, ce lo dice spesso. Sa, la signora, che in medicina si fanno progressi perché si vedono meglio certe cose rispetto al passato? Sa la signora che la medicina dei nostri tempi è ben più avanti di quella di ieri? O lei nella sua professione continua a fare riferimento alle verità del passato, alcune delle quali peraltro si sono mostrate del tutto infondate? I corsi di aggiornamento esistono per questo. Li frequenta la signora?
Si è accorta, la signora, che in tutti i campi si fanno progressi e si va dunque avanti perché alcune o molte certezze del passato o cadono del tutto oppure vengono integrate da nuove conoscenze?
Se di tutto ciò è a conoscenza, la signora, a meno che non abbia occhi e mente chiusi del tutto, dovrebbe capire anche che pure in teologia si fanno progressi e che quella del passato non dico che sia superata ma certamente è integrata da interpretazioni più illuminate rispetto alle formulazioni teologiche del passato, sia pure di grandi teologi, che tali restano comunque.
L’intelligenza di certi studiosi di Dio del lontano passato ha prefigurato la maggiore comprensione di Dio stesso e del Vangelo oggi, nel nostro tempo. I teologi moderni non sono da mettere nella spazzatura, come anche qui, in questo blog, qualcuno vorrebbe fare.
I cambiamenti che lentamente avvengono nell’ambito della Chiesa, sempre prudentissima, sono dovuti al fatto che qualche volta anche la Chiesa si accorge che certe sue dichiarazioni di ieri e dell’altro ieri non erano giuste e che bisogna “aggiornarsi”. Gli ecclesiastici intelligenti lo fanno, anche perché hanno una mente più aperta. Quelli meno intelligenti restano indietro nel cammino della Chiesa. Altrettanto dicasi per i laici cattolici.
È stato Gesù stesso a dire che bisogna saper leggere i segni dei tempi.
Certi sanno leggerli, altri invece no, e restano indietro. E accusano quelli che hanno fatto più strada di essere eretici solo perché sono avanti a loro.
La signora Venturi, e qualcun altro, è fra quelli che sono rimasti indietro, ma proprio molto indietro, e accusa di eresia chi riesce a vedere con maggior chiarezza la luce della verità, sempre cercata da chi la ama. Non solo: lei ha la presunzione enorme di dire come dovrebbe essere il Papa dei suoi sogni, e con chi dovrebbe parlare e con chi invece non dovrebbe parlare. Questa sua presunzione è pari alla sua limitatezza mentale. E siccome alla base di tutti i suoi ragionamenti c’è anche l’ideologia politico-partitica, il Papa dovrebbe parlare solo con chi non è di sinistra o con chi non è ateo. Il fatto è che il Papa non ha chiusure di sorta, è dialogante con tutti, come appunto un buon cristiano deve essere.
Forse la signora non ricorda che papa Ratzinger parlò volentierissimo con il “diavolo” Odifreddi, e credo che nessuno lo abbia criticato per questo. Generalmente agli intelligenti piace parlare con altre persone intelligenti, anche se le opinioni divergono; è risaputo ed è naturale, e non c’è alcun peccato in questo.
Intanto , se si vogliono fare osservazioni, e in particolare porsi domande che si presentano in veste retorica e come se fossero prive di risposta possibile, sulle parole di un papa, un cattolico, minimo sindacale della questione, va a piazzare il peperone sulle parole stesse. Quindi, sul testo sul quale poggia le sue ” osservazioni”.
Che si trova con una facilità inaudita: assai più degli articoli di Scalfari, di Vatican Insider, di Civiltà Cattolica, e compagnia a briscola. Si va su w2.vatican.va e con un clik si hanno tutti gli interventi originali.
Quello cui fa riferimento Venturi è questo :
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171011_convegno-nuova-evangelizzazione.html
Forse le domande poste più sopra sono state formulate senza avere letto il testo.
Vediamole, le domande.
” il papa crede che la dottrina debba “progredire” di pari passo col cambiamento dei tempi. Cosa intenda per “progredire” non e’spiegato bene e chiaramente ma lasciato nel vago. Progredire come?Verso dove?Fino a che punto?Con quali criteri? ” ore 10,59.
Bergoglio nel suo intervento parla al contrario proprio di questo progredire, NON LASCIANDOLO AFFATTO NEL VAGO, ma spiegando appunto il come, il verso dove, il fino a che punto e con quali criteri. E lo fa, particolare non da poco, appoggiandosi e citando i suoi predecessori ( nella fretta santi, GXXIII e GPII) e le impostazioni del CVII.
A
” San Giovanni XXIII aveva desiderato e voluto il Concilio non in prima istanza per condannare gli errori, ma soprattutto per permettere che la Chiesa giungesse finalmente a presentare con un linguaggio rinnovato la bellezza della sua fede in Gesù Cristo. «E’ necessario – affermava il Papa nel suo Discorso di apertura – che la Chiesa non si discosti dal sacro patrimonio delle verità ricevute dai padri; ma al tempo stesso deve guardare anche al presente, alle nuove condizioni e forme di vita che hanno aperto nuove strade all’apostolato cattolico» (11 ottobre 1962). «Il nostro dovere – continuava il Pontefice – non è soltanto custodire questo tesoro prezioso, come se ci preoccupassimo unicamente dell’antichità, ma di dedicarci con alacre volontà e senza timore a quell’opera che la nostra età esige, proseguendo così il cammino che la Chiesa compie da quasi venti secoli» (ibid.).”
B)
“Nel presentare il Catechismo della Chiesa Cattolica, san Giovanni Paolo II sosteneva che «esso deve tener conto delle esplicitazioni della dottrina che nel corso dei tempi lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa. E’ necessario inoltre che aiuti a illuminare con la luce della fede le situazioni nuove e i problemi che nel passato non erano ancora emersi» (Cost. ap. Fidei depositum, 3).”
C)
” Non è sufficiente, quindi, trovare un linguaggio nuovo per dire la fede di sempre; è necessario e urgente che, dinanzi alle nuove sfide e prospettive che si aprono per l’umanità, la Chiesa possa esprimere le novità del Vangelo di Cristo che, pur racchiuse nella Parola di Dio, non sono ancora venute alla luce. E’ quel tesoro di “cose antiche e nuove” di cui parlava Gesù, quando invitava i suoi discepoli a insegnare il nuovo da lui portato senza tralasciare l’antico (cfr Mt 13,52).”
D)
“La Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, e tutto ciò che essa crede» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 8). I Padri al Concilio non potevano trovare espressione sintetica più fortunata per esprimere la natura e missione della Chiesa. Non solo nella “dottrina”, ma anche nella “vita” e nel “culto” viene offerta ai credenti la capacità di essere Popolo di Dio. Con una consequenzialità di verbi, la Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione esprime la dinamica diveniente del processo: «Questa Tradizione progredisce […] cresce […] tende incessantemente alla verità finché non giungano a compimento le parole di Dio (ibid.).”
E)
“La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti! No. La Parola di Dio è una realtà dinamica, sempre viva, che progredisce e cresce perché è tesa verso un compimento che gli uomini non possono fermare. Questa legge del progresso secondo la felice formula di san Vincenzo da Lérins: «annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate» (Commonitorium, 23.9: PL 50), appartiene alla peculiare condizione della verità rivelata nel suo essere trasmessa dalla Chiesa, e non significa affatto un cambiamento di dottrina.”
F)
“Non si può conservare la dottrina senza farla progredire né la si può legare a una lettura rigida e immutabile, senza umiliare l’azione dello Spirito Santo. «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri» (Eb 1,1), «non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio» (Dei Verbum, 8). Questa voce siamo chiamati a fare nostra con un atteggiamento di «religioso ascolto» (ibid., 1), per permettere alla nostra esistenza ecclesiale di progredire con lo stesso entusiasmo degli inizi, verso i nuovi orizzonti che il Signore intende farci raggiungere.”
Ma che bello!! Grazie, Lorenzo.
Non per dire ma io in queste parole vedo, in qualche modo, confermate le mie rivolte alla Venturi.
🙂
Mi riferisco a Lorenzo Cuffini, 11 ottobre 2017 @ 20:04
Lorenzo, l’accostamento Scalfari/Francesco – Ferrara/Benedetto è insostenibile.
Benendetto non ha rilasciato un sola intervista a Ferrara in tutto il suo pontificato; Francesco invece ha incontrato N volte Scalfari in colloqui sintetizzati da Scalfari in simil interviste mai rettificate, pubblicate dal sito del Vaticano e dall’Osservatore Romano e pure raccolte in un libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Insomma, dai.
Più in generale è interessante notare come per rafforzare Francesco si senta il bisogno di tirare in ballo Benedetto (Luigi qualche giorno fa con migranti/preservativi, tu oggi con Scalfari/Ferrara). E’ un’operazione importante, ma la si faccia accostando situazioni minimamente confrontabili.
Fabrizio Padula
PS: È una toccata e fuga, non parteciperò all’eventuale discussione. Quello che avevo da dire, l’ho detto. Non avrei altro da aggiungere.
Non c’è granché da replicare, in effetti.
Lo faccio solo a beneficio dei lettori, eventuali, terzi.
Esatta la puntualizzazione sulle interviste fatte, nel caso di Bergoglio, e quelle non fatte, nel caso di Benedetto.
Ma questo non cambia la questione
Il paragone non era tra Benedetto e Francesco, men che meno per “rafforzare” uno con utlizizzo dell’altro o viceversa.
Il paragone era tra Scalfari e Ferrara: due grandi giornalisti, due grandi ego , due non credenti, due entusiasti del rispettivo transeunte Papa, due interpreti appassionati A MODO LORO delle loro figure e dei loro ruoli. Entrambi finendo col dare una ottima rappresentazione della LORO idea del papa di cui si sono intellettualmente invaghiti, per dir così,ma una rappresentazione del tutto personale e distante anni luce dalla sostanza cattolica del personaggio e del magistero.
Il paragone era tra loro, e tra le persone, che anche allora non mancavano, che scambiavano l’ateo devoto elefantino per portavoce di Ratzinger in modo assolutamente incongruo.
Anche per me fine della toccata, fine della fuga, fine dell’argomento.
Richiamate le premesse metodologiche di Cuffini (ore 14.06 di oggi), bisogna dire che il discorso di ieri del papa a ricordo dei 25 anni della promulgazione del catechismo è stato molto importante e ben preparato.
a) Pena di morte. Tolte le cautele che non escludevano come principio l’uso della pena di morte (Catechismo 1992); tolti i “distinguo” con cui veniva escluso di fatto l’uso della pena di morte (Catechismo 1997), siamo arrivati adesso alla affermazione con forza che la pena di morte umilia la dignità umana ed è contro il Vangelo. Un no forte e “senza se” alla pena di morte.
b) Contemporaneamente il discorso è servito è ribadire che la “Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale pensa al deposito della fede come qualcosa di statico”. Si conserva la dottrina facendola progredire.
Viene citato san Vincenzo di Lérins (siamo ai tempi intorno al concilio di Efeso, 5° secolo). Di solito si ricorda un altro suo passaggio. Qui invece il papa ripete di lui che “il dogma progredisce consolidandosi con gli anni, sviluppandosi con il tempo, approfondendosi con l’età, restando sempre intatto e inalterato”. Il contrasto, anche nel blog, è tra chi vuole vedere della Tradizione ciò che non cambia come se ci fosse solo quello, e chi coglie la crescita della stessa fino alla pienezza della verità.
Mi allontano dal tema trattato dal padre Amigoni, e ritorno a quello dei due papi e dei loro estimatori giornalisti.
Due grandi giornalisti lo sono, Scalfari e Ferrara; lo sappiamo tutti. Uno, Ferrara, amava, pur dichiarandosi ateo, il parlare teologico di un Papa; anzi, quasi lo venerava nell’eloquio fluente, certo, ma anche nell’indirizzo ideologico-politico tanto avverso alla sinistra. Nel quale Ferrara si rispecchiava alla perfezione. E tuttavia il giornalista ha continuato a dichiararsi ateo, almeno in apparenza.
L’altro, Scalfari, ama la sostanza delle parole di Bergoglio, così come amava–non è inutile ricordarlo– le parole del grande Martini, col quale pure era spesso in conversazione diretta. E pur tuttavia lui, Scalfari, continua a dirsi ateo. Questo amore di Scalfari per i fatti concreti è in primo luogo amore per una verità che è sotto gli occhi di tutti da che mondo è mondo: con le parole non si mangia, con i fatti si è vicini al prossimo, soprattutto a quello più emarginato. E questo, lo si riconosca o no, è chiaramente Vangelo. Donde si evince che Scalfari è un giornalista ateo, sì, ma vicino, molto vicino, alle ragioni del Vangelo e di chi lo segue alla lettera sotto ogni punto di vista. Dirò di più: a mio avviso, il giornalista Scalfari incontra uomini come Bergoglio, mons. Paglia e forse altri– e prima di loro C.M. Martini– perché vorrebbe trovare nelle loro parole, tramite un contraddittorio pressante, ragioni valide per acquisire quella fede che non gli riesce di avere. Ma gli piacerebbe averla. È lo stesso assillo che aveva il grande Montanelli e che hanno tante altre persone meno note: Dio, perché non ti riveli a me che vorrei trovarti? Perché mi hai negato il dono della fede?
Se davvero dovessi incontrarti oltre “il muro d’ombra”, ti chiederò ragione del tuo esserti nascosto ai miei occhi e alla mia mente.
In fondo, tutti coloro che ragionano molto, trovano nella ragione pensante il primo ostacolo alla fede. Si tratta, cioè, di una ragione che sembra chiudere le porte ad una fede a prescindere. Vogliono una fede che evidenzi la presenza di Dio come un’equazione matematica, soprattutto quando il male del mondo sembra avere il sopravvento sul bene e mette in discussione l’esistenza di un Dio buono.
Eppure, molti continuano a cercare. E forse non è sbagliato dire che chi insegue Dio, lo fa perché già lo ha intravisto.
“Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato.”
La fede, lungi dall’essere una favoletta per bambini o per persone ingenue, deve accontentarsi di quel che l’uomo vede di bello quando la bellezza dell’esistenza risplende in tutta la sua veridicità anche per pochi attimi. A quegli attimi bisogna aggrapparsi con tutte le forze per non lasciarla svanire, la fede.
Non è forse vero che Dio si fa vedere di spalle e non in viso? E che solo un giorno, chissà quando, ci si potrà rispecchiare nel suo Volto?