Luigi Rocchi: “Eppure sono la felicità in persona”

“Colpito da distrofia muscolare io umanamente parlando non avrei nulla per essere contento e felice: non conosco la giovinezza e la forza, lo star bene almeno cinque minuti, eppure sono la felicità in persona. E ringrazio della vita, dono immeritato”: parole di Luigi Rocchi (1932-1979), di Tolentino, mio conterraneo, del quale la Congregazione per le cause dei Santi ha appena riconosciuto le “virtù eroiche”. Lo festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Nel mio articolo Corsera sulla deposizione di Martini per la causa di canonizzazione di Wojtyla riferivo un invito del cardinale a “cercare i santi sconosciuti” e a non limitare l’indagine a “quelli che la Chiesa educa” ma di estenderla a “quelli donati dallo Spirito, che costituiscono una novità nel modo di vivere il Vangelo”. La Chiesa in verità l’ha sempre fatto, almeno occasionalmente, un nome per tutti: Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783, il santo vagabondo, canonizzato nel 1881: è sepolto alla Madonna dei Monti, che è la mia parrocchia. Ma negli ultimi tempi lo viene facendo con intenzione mirata. Ed ecco che Luigi Rocchi è appunto un santo sconosciuto e un santo donato dallo Spirito.

    12 Aprile, 2014 - 12:55
  2. Marilisa

    “Ed ecco che Luigi Rocchi è appunto un santo sconosciuto e un santo donato dallo Spirito.”

    Eccola la santità di uno sconosciuto. Quella che si fa riconoscere in tutta la sua luminosità.
    Non c’è bisogno di miracoli per attestarla. Bastano quelle parole (di Luigi Rocchi) per far capire che lo Spirito divino lo aveva pervaso in pienezza.
    Credo che quaggiù ci siano altre persone “sante” nel nascondimento.

    12 Aprile, 2014 - 19:55

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