“Le critiche al Papa le spiego con il fatto che il camminare in terreni nuovi, cercare di rispondere a questioni che vengono poste con grande urgenza da un mondo che sta cambiando, è qualcosa che provoca preoccupazione; si cammina in un campo che, per molti aspetti, è oscuro”: così il portavoce Lombardi risponde a una domanda di Radio Vaticana in un’intervista per il terzo anniversario dell’elezione. Nel primo commento il resto della risposta.
Lombardi sulle critiche al Papa che esplora nuovi cammini
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Senza sapere per dove. Il muoversi con coraggio, appoggiandosi alla fede e alla speranza, alla convinzione che lo Spirito Santo accompagna la Chiesa nel mettere in pratica la volontà di Dio nel tempo nuovo, non è così semplice. In questo Papa Francesco certamente è un maestro che ci guida, con coraggio e con realismo. Egli stesso dice molte volte che nel mettere in cammino la Chiesa non è che egli sappia con totale chiarezza qual è il punto di arrivo o qual è il disegno complessivo che va raggiunto. No, egli sa che ci si mette in cammino, ma spesso senza sapere esattamente per dove. Questa è la condizione anche di Abramo, la condizione del cammino nella fede da sempre.
Sul partire del Papa per un cammino che non conosce e sulla lettura che ne fa il padre Lombardi ecco un mio articolo sul “Regno” di un anno addietro:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/collaborazione-a-riviste/come-abramo-il-papa-non-sa-dove-si-andra/
Che piaccia o no, i terreni nuovi ci sono.
E sono tanti. E sono lì da un po’. E si estendono a vista d’occhio. E aumentano progressivamente ogni giorno.
Il papa, questo come un altro, puo’ piacermi o no.
Questo è un problema mio, però. Non del papa.
I terreni nuovi, mi possono piacere o no, ma ci sono , e lì stanno.
Solo che se io, nome e cognome, li ignoro, quel problema non è mio, ma diventa problema della Chiesa intera.
Se mi rifiuto come una capra ostinata di rendermene conto, se continuo a ignorarli come se non esistessero, se inalbero un cartello con una rispostina già pronta e fatta apposta come mio salvagente per lavarmene le mani, lo so già che faccio il piccolo Pilato, non il piccolo Gesù Cristo.
Cercassi almeno di essere un Abramino……
La questione è che costa, e costa una vita intera., e costa la vita tutta quanta.
Mentre invece se sto lì, a fare il paracarro immoto, a ripetere come un’ossessione i miei mantra ” di principio”, e il resto che si fotta, sai quanta fatica in meno.
Solo che così, tolgo l’aria a me stesso, alla Chiesa e a Dio nel mondo.
Mi autopreservo sotto una campana di vetro che serve solo alle mie fobie.
esplorare “nuovi cammini vuol dire trattare a pesci in faccia con parole durissime ed offensive intere Conferenze Episcopali come quella messicana( che giustamente ha reagito)
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/03/08/messico-3-argentina-0-con-bergoglio-capitano/
e invece lodare e benedire Emma Bonino l’abortista e Napolitano che approvò l’invasione russa dell’Ungheria e i pentecostali e i luterani?
perchè se è questo “esplorare nuovi cammini” da parte di Bergoglio allora tali cammini mi sembrerebbe meglio per un cristiano non seguirli…
Condivido l’osservazione di Maria Cristina.
Aggiungerei inoltre che questa idea dei “nuovi” cammini è piuttosto ingenua: le novità non sono di per se’ belle o brutte, bisogna vedere nel merito di cosa stiamo parlando (nella metafora: dove portano questi nuovi cammini).
Inoltre andrebbe guardato con maggiore rispetto il “cammino” precedente a questo pontificato, dato che la Chiesa non è certo stata ferma e di strada ne fatta (e con molti frutti di grazia, a Dio piacendo): in altri termini, anche “i vecchi” cammini sono stati utili a Dio e alla sua Chiesa e varrebbe la pena ricordarselo.
Un conto è avere rispetto per i cammini fatti, un conto è ignorare i nuovi campi, bollandoli come ” mondo & satanasso”, sibilando vade retro e scappando come lepri.
Fifa atavica e di vecchia data.
Tentazione, questa sì, vecchia e ricorrente.
Con questo modo di ragionare la Chiesa sarebbe ancora ferma , che so, al sistema geocentrico….
🙂